Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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POLITICA E CRISTIANI? PARLIAMONE 2

 

 a cura di Nicola Martella

 

Poiché la discussione sulla politica e cristiani ha molto interessato ai lettori, diamo loro occasione di continuare il confronto con rispetto e pacatezza. Intanto si è aggiunto l'articolo «La schizofrenia della politica» che fa anch'esso discutere.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Berretta

2. A. Quintavalle

3. Nicola Martella

4. Luciano Leoni

5. Nicola Martella

6. Andrea Diprose

7. Francesco Dragotto

8. Nicola Martella

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Berretta}

 

Mi sono trattenuto dal contribuire ulteriormente a questo dibattito, perché sono convinto che ciascuno di noi (a partire da me) tende ad affrontare quest’argomento rivestendo di contenuti biblici quelle che sono le sue convinzioni politiche, maturate nella propria esperienza di vita individuale. Per cui, pur nella convinzione che non esistano partiti politici integerrimi, ciascuno darà comunque più peso a una o a un’altra questione, sulla base della propria posizione politica. Mi ha però interessato l’intervento di Tonino Mele, perché ha giustamente sollevato una questione importante: dobbiamo guardare alla moralità delle singole persone oppure dobbiamo giudicare i programmi? Per cui qualcuno può correttamente osservare che, pur avendo alcuni politici una vita personale non consona alla Scrittura, questi loro comportamenti individuali non rientrano nei programmi politici dello schieramento politico entro cui militano. La domanda è pertinente ed è forse su questa domanda che ci dobbiamo soffermare.

     Faccio però notare che (e non mi riferisco a Tonino) quest’obiezione viene però spesso sollevata da chi contesta un voto agli schieramenti di sinistra (centro-sinistra o sinistra arcobaleno) sulla base della presenza di candidati omosessuali o transessuali. È vero che il motivo sembra essere quello della legislazione pro-DICO, ma la chiara impressione che se ne trae è che queste posizioni siano una reazione alle persone, alla loro moralità individuale e ostentata (vedi Luxuria), piuttosto che alla loro politica. Sembra perciò che si pratichi un sistema del doppio peso e della doppia misura. Quando s’accusa la sinistra, ci si riferisce alla moralità non biblica di persone specifiche, quando poi si fa notare la moralità individuale non integerrima d’esponenti dell’altro schieramento, si dice che dobbiamo guardare ai programmi e non alle persone.

     Vorrei pertanto suggerire che, se decidiamo di guardare ai programmi politici e non alla moralità delle singole persone, cerchiamo di farlo per tutti allo stesso modo.

     A questo riguardo, parlando del PD (d’altronde la lettera d’Andrea, da cui la discussione è partita, prendeva di mira proprio quel partito), dobbiamo concentrarci sulla presenza d’individui dichiaratamente omosessuali, oppure sui programmi ufficiali? Esiste nel programma del PD la volontà d’introdurre una legislazione a tutela delle coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali? La risposta è «NO», e alcuni di quel partito aggiungerebbero: «…purtroppo». Non a caso, molti da sinistra (quella arcobaleno) accusano Veltroni d’essere un «filo-clericale», perché da Sindaco di Roma si è opposto all’introduzione d’un registro ufficiale comunale di coppie di fatto.

     Dal mio punto di vista, è fondamentale guardare ai programmi, ma è altrettanto importante guardare alle persone, perché saranno delle persone in carne e ossa a decidere le leggi da introdurre nel nostro Paese. Giudicando dunque anche le persone, non nascondo che avrei forti dubbi sul voto se dovessi votare in una circoscrizione in cui il candidato del partito a me idealmente più consono fosse una persona dichiaratamente contraria ai principi della Scrittura, e molto probabilmente non la voterei.

     Con quali criteri dovrei però giudicare la persona candidata? Certamente la sua condotta di vita sarebbe un elemento importante, ma, che dire dell’ipocrisia? Faccio notare che il nostro Signore Gesù ha speso le sue parole più dure e sferzanti proprio per gli Scribi e i Farisei ipocriti (Mt 23). È pur vero che disse: «Gli scribi e i Farisei seggono sulla cattedra di Mosè. Fate dunque e osservate tutte le cose che vi diranno, ma non fate secondo le opere loro; perché dicono e non fanno» (Mt 23,2-3) — una frase che sembrerebbe suffragare il «non guardate alle persone, ma guardate ai programmi…» — tuttavia, pur affermando che ciò che i Farisei dicevano sulla Legge di Mosè era giusto, Gesù non esitò a esortare il popolo a non riconoscere la loro autorità individuale, affermando: «Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi» (Mt 15,14). Gesù non disse al popolo: «Sì, può darsi che i Farisei non siano coerenti con ciò che dicono, ma i loro programmi sono giusti, dunque non minate la loro autorità». Se avesse detto questo, non lo avrebbero ucciso.

 

 

2. {Argentino Quintavalle}

 

Nota editoriale: Qui Argentino riprende il discorso presentato già precedentemente e a cui io ho già risposto.

 

La Bibbia insegna che Dio ha spesso giudicato le nazioni a seconda del loro atteggiamento verso Israele. Quindi è normale che mi preoccupa il comportamento dell’Italia. Sarebbe meglio che non avesse rapporti con Israele, che averne di sbagliati.

     Io non ho mai fatto strumentalizzazioni. Non sono io a screditare Rutelli, ci pensa da solo. Essendo sale della terra, solo un piccolo granello naturalmente, la mia coscienza non può certo stimare un uomo politico la cui carriera è stata caratterizzata dal servilismo. Ha fatto il cocco di Pannella, poi di Craxi, si è riciclato nei Verdi, è andato sempre a caccia di poltrone. Si è fatto strada a colpi d’opportunismi vendendo aria fritta. Una notevole carriera, ma un politicante mediocre, che è passato dalle campagne anticlericali al baciamano in Vaticano. Ora ha occupato una pagina intera della «Repubblica» assicurando che farà il servo del Vaticano, cioè il servo d’uno Stato che oltre che violare i diritti umani costa ai cittadini italiani almeno 6 miliardi d’euro l’anno. Basterebbe che l’Italia si scrollasse di dosso questa pianta parassitaria per risolvere buona parte dei suoi problemi finanziari.

     Il dato di Rutelli non era geografico, e lo si capisce dal resto del suo articolo. È vero che proviene da una famiglia dell’alta borghesia la cui cultura è superiore alla media, ma lui non ha seguito le orme dei padri. Si è iscritto al Liceo dei Gesuiti, ma era troppo difficile per lui, e quando ha visto che rischiava di diventarci vecchio è andato a prendere il diploma al Liceo di Stato. Ci vuole un notevole atto di fede a credere nella sua cultura. Del resto, il sindaco uscente di Roma [Veltroni] non è che stia meglio. Lui il diploma l’ha preso in un Istituto Cinematografico. Questa è gente che quando prende un bilancio in mano ha bisogno che qualcuno, con l’indice, gli indichi dove stanno i costi e dove i ricavi.

     Ci sarà pure qualche politico onesto che cerca il bene dell’Italia, ma una rondine non fa primavera. Io non ho mai fatto politica, ma sono stato molto in contatto con chi ha fatto politica attivamente, e mi posso permettere di parlarne senza ingenuità.

     I tempi degli apostoli erano altri tempi, loro non potevano scegliere. Oggi siamo in democrazia, ci è concesso d’andare a votare. Il voto esprime una scelta, e la scelta la facciamo in base alla nostra valutazione (giudizio) dei politici e dei loro programmi. Per quanto riguarda l’essere sottomessi e il dare onore, è un discorso che meriterebbe d’essere studiato più a fondo. Per il momento posso dire che Giovanni Battista non dava certamente onore al suo re, anzi è stato ucciso proprio perché non gli ha dato onore. Geremia ha avuto il suo bel da fare con le autorità dei suoi tempi, come del resto tanti altri uomini di Dio che sono morti per mano di quelle autorità a cui non si sono voluti sottomettere. Ma possiamo dire qualcosa anche di Gesù. Ha criticato Erode chiamandolo «volpe», che a quei tempi era un titolo dispregiativo. Ha criticato anche le autorità del tempio quando ha scacciato i mercanti che vi vendevano, ed è stato critico anche con i Romani. Luca 22,25 è diretto essenzialmente contro i Romani: «Ma egli disse loro: I delle nazioni le signoreggiano, e quelli che hanno autorità su d’esse, son chiamati benefattori». Gesù si è opposto a qualsiasi genere di signoria sopra gli uomini così come era costume tra i Gentili, «ma tra voi non ha da esser così» (Luca 22,26). Per esprimere la sua opposizione a qualsiasi tipo d’imperialismo nazionalista, Gesù ha fatto allusione a Gen 25,23: «il maggiore (rav qui nel significato di «anziano») servirà il minore». Questo era detto in riferimento a Esaù (il maggiore) che avrebbe servito Giacobbe (il minore) ed era visto come una profezia del tramonto della potenza dell’anziano Esaù sotto l’ascesa della potenza del giovane Giacobbe. Ai tempi di Gesù, Esaù era preso come simbolo di Roma.

     Per chi non lo sapesse tutte le leggi sono approvate dal Parlamento e firmate dal Presidente della Repubblica, ma è il Governo in carica che le promuove. Comunque, per essere precisi, la vergognosa «Legge del 07/01/2008 n.14» è stata voluta dal Ministro degli Esteri [Dalema], quello che ci propone sempre il solito mantra delle reazioni sproporzionate d’Israele, senza mai dirci esattamente quali misure sarebbe disposto a considerare legittime e proporzionate. Proprio quel Ministro che qualche anno fa chiese un miliardo di risarcimento di danni a Forattini, la cui colpa era quella d’avergli fatto una vignetta satirica. Ma si sa, le reazioni sproporzionate sono sempre quelle degli altri.

     No fratello, questo non è banalizzare ciò che fa il Parlamento; è stare con gli occhi aperti. Quanto poi al non entrare nel merito d’una decisione dello Stato, mi viene da piangere. Non saresti entrato nel merito neanche delle leggi razziali promulgate sessanta anni fa? Non ti voglio giudicare, ma grazie a Dio c’è ancora un po’ di libertà e io nel merito ci voglio entrare.

     Dopo l’ultimo attentato alla scuola rabbinica di Gerusalemme, i Palestinesi hanno festeggiato con i pantaloni tirati giù e facendo vedere il didietro, in segno di disprezzo e di felicità per aver ucciso un pugno di ragazzini ebrei. Nessuno mi venga a raccontare che i terroristi sono una sparutissima minoranza e gli altri sono tutti brave persone. Nessuno mi venga a dire che sono mossi dalla disperazione, e dopo aver guardato le loro facce assatanate e i loro corpi ben pasciuti, venitemi ancora a raccontare la storiella della catastrofe umanitaria in atto a causa del feroce embargo messo in atto dall’infame occupante sionista. Sono assetati di sangue giudeo. Solo chi è mosso da Satana può andare consapevolmente incontro alla morte facendosi esplodere. Non tutti saranno terroristi, ma l’obiettivo è quello di distruggere la nazione che Dio ha scelto, e dunque stanno combattendo contro Dio. Troveranno la pace solo quando riconosceranno il Dio d’Israele, cioè il Dio di quel popolo che oggi vogliono distruggere.

     Trovi riduttivo affrontare la politica italiana solo da un certo punto di vista? Bene, vogliamo parlare della sanità? Vuoi che ti racconti di come l’altro giorno una donna, a Civitanova, è morta due minuti dopo che era uscita dal Pronto Soccorso dell’Ospedale? Vogliamo parlare delle Scuole e del fatto che fra qualche anno l’Italia dovrà importare dall’estero gli insegnanti di materie scientifiche, perché nessuno si laurea più in matematica, fisica e chimica? Vogliamo parlare della giustizia? Oppure della miserabile situazione lavorativa? Oppure del fatto che siamo il fanalino di coda dell’Europa, dato che anche Grecia e Portogallo ci hanno superato?

     Non entri in merito neanche alle pensioni? È vero c’è chi ha detto che il sale della terra non si deve preoccupare di queste cose, ma deve pensare solo alla fine del mondo. Comunque per cambiare una legge ci vogliono 500.000 mila firme autenticate. Vogliamo farlo insieme invece di chiacchierare? Vogliamo adoperarci per fare una raccolta di firme per abrogare il Concordato?

     Si, ho avuto una rivelazione; ma non è una rivelazione estatica, è dovuta allo studio della Parola di Dio. Dio mi ha rivelato che la riconciliazione è legata al pentimento e alla confessione di peccato. A te questo Dio non l’ha rivelato? L’Italia non si è pentita di nulla, e senza andare troppo lontano, non si è pentita neanche delle leggi razziali del 1938/39. Sono cadute nel dimenticatoio bipartisan. Anzi, l’unico che ha chiesto scusa è stato Gianfranco Fini, ma l’ha fatto a nome del suo partito e non a nome dell’Italia.

     I marchigiani che hanno fatto del male a Israele ubbidivano ai Cesari di Roma, quindi non è dei marchigiani che devi temere.

     Non capisci cosa ha a che fare tutto ciò col tema «Politica e cristiani»? Te lo spiego volentieri. 1) Le decisioni che prenderanno i nostri politici sia in politica interna che in politica estera, avranno delle influenze anche sulle nostre vite. 2) Il destino dell’intero pianeta, e quindi anche dell’Italia, dipende da quello che succederà in «Palestina».

     Lascia perdere i rabbini d’Italia, hanno altri problemi a cui pensare, sono perseguitati. Viaggiano sotto scorta, noi ancora no. Il livello d’attenzione della polizia è aumentato. Le volanti che stazionano davanti alle sinagoghe ci stanno con il motore dell’auto acceso. Comunque, a titolo d’informazione, nel 1907 Roma ha avuto un sindaco ebreo, Ernesto Nathan, che parlava sì e no l’italiano ma che si è opposto alle speculazioni edilizie degli uomini di fiducia del Vaticano.

     Scusa se ho appiattito il discorso ma, scomodando Abraham Heschel, porsi una domanda è diverso che affrontare un problema. La domanda esige una risposta, il problema vuole una soluzione. Se continui a parlare così qualcuno prima o poi ti chiederà a chi darai il tuo voto.

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Argentino aggiunge poco a quanto ha detto precedentemente, ma radicalizza solo maggiormente le sue tesi. Ci siamo abituati al fatto che egli vede tutto in funzione del conflitto israelo-palestinese e che divide l’umanità in buoni e cattivi (amici d’Israele o antisemiti), a seconda se protendono leggermente più verso Israele o più verso i Palestinesi; chiaramente appartengono alla seconda categoria anche quelli che pretendono d'essere imparziali ed equidistanti. In funzione di ciò, chiaramente anche la politica italiana. Devo ripetere il mio famoso motto: «Chi ha un martello in mano, vede tutto come chiodi».

     Accetto Argentino per quello che è: il giudaismo è diventato lo scopo della sua esistenza e il perno della sua realtà, anche quando parla di politica italiana, di politici e dell’atteggiamento dei cristiani verso la politica. Così succede per qualunque altro problema dell’esistenza… egli finirà a vedere ciò in funzione del giudaismo.

     Sebbene non nuova, qui è molto marcata specialmente la sua vocazione anarchica, anticlericale militante e (quasi) sovversiva. Quindi un nuovo Mazzini o, per dirla alla giudaica ellenista, un nuovo zelota. Potremmo chiamarlo Argentino Zelota o all’ebraica Kësëf Qannô’. Forse sarebbe volentieri un nuovo kamikaze alla Sansone nella famosa scena, dove Šimšôn recita: «Che io muoia insieme con i Pelištîm» (Filistei; Gdc 16,30), solo che lui ci metterebbe qui i «Palestinesi», oltre che Rutelli, Dalema e forse Veltroni.

     Non so dove metterebbe Giuseppe Ciarrapico (nostalgico del fascismo) e Fiamma Nirenstein (sionista e antifascista) e quanti stanno con loro nella stessa coalizione, compresa Souad Sbai, che è musulmana e membro della Consulta islamica.

     Beh, su politica e cristiani oggi proprio non abbiamo parlato o aggiunto un granché di costruttivo. Certo, con Argentino non c’era da aspettarsi altro, vista la sua vocazione monotematica. Non abbiamo parlato di deontologia dei cristiani che voteranno o di quelli che scenderanno in politica né dei grandi temi di etica politica.

     Una nota vorrei ancora lasciarla. Di là da tutti i problemi dell’Italia, sono contento di non vivere nel Burundi e sono grato a Dio per la pace che abbiamo avuto nel nostro Paese da oltre mezzo secolo. Sono grato al Signore per la libertà che godiamo e che possiamo confrontarci con franchezza, incontrarci senza paura che verremo perseguitati per le nostre opinioni.

 

 

4. {Luciano Leoni}

 

Amo la brevità anche se comprendo che non sempre si riesce a esprimere le proprie idee con poche parole, comunque ci provo.

     Sembra chiaro da quanto letto fino a ora circa i cristiani e la politica che si sia riusciti a dare un buon esempio di «eisegesi». Alla fine si sono chiaramente mostrati due schieramenti: chi propende per il PD e chi per il PDL.

     Ognuno di loro, chi più chi meno, tira la «giacchetta» alla Parola di Dio al fine di giustificare la sua scelta. Ho letto l’intervento del fratello Andrea Diprose che pubblicizza il «Patto Cristiano Esteso», ho potuto notare la stima che egli ha nei confronti del fratello Stefano Bogliolo e sono certo che sia degno di stima. Tuttavia non ritengo affatto opportuno che un ministro dell’Evangelo, ovvero chi riveste la responsabilità della guida d’una comunità, s’appresti a entrare in politica (almeno fino a che riveste quel ruolo). I motivi sono noti a chiunque si diletti a cercare nella Parola di Dio una risposta efficace. Sulla sponda opposta, solo per citare l’ultimo intervento in ordine di pubblicazione, leggo il contributo di Nicola Beretta che cerca di forzare la mano su persone e programmi e facendo chiaramente intendere che la persona, comunque, rappresenta anche il programma. Anche in questo caso non mi trovo d’accordo e la citazione Evangelica è chiaramente fuori contesto tanto che per fare un semplice esercizio di retorica potrei citare Matto 23,3: «Osservate dunque e fate tutte le cose che vi dicono d’osservare; ma non fate come essi fanno, poiché dicono ma non fanno».

     Certo come sono del fatto che nessun uomo possa portare verità assolute e che nessuna ideologia o filosofia, come già detto, possa sostituirsi all’Evangelo del Signore io, come cristiano ovvero seguace di Cristo, sono chiamato a fare un’analisi profonda e scegliere il bene maggiore (non il male minore). Sono certo che con questo concorderanno in molti. L’unica cosa su cui non troveremo concordia, ne sono altrettanto certo, è quale sia questo bene maggiore. Dal canto mio, senza astrattismi, leggerò con attenzione i programmi e valuterò attentamente le persone, escluderò coloro che portano valori di morte (leggi aborto, droga libera, ecc.), escluderò coloro che negano Dio e lo racchiudono in un’ipotesi di «oppio dei popoli» o «panacea dei deboli», accoglierò chi, magari sbagliando, si rende conto che la famiglia (uomo/donna) ha un valore, che il feto è una persona, che la libertà degli altri vada rispettata. Gli altri facciano come la loro coscienza consiglia. Non dovranno certo rendere conto a me. {11-03-2008}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Grazie a Luciano per le rinnovate precisazioni. Egli ha parlato del fatto che si siano delineati finora nei dibattiti due schieramenti con altrettante simpatie contrapposte (PD, PDL). Dimentica però una terza via, ossia chi ha parlato a priori di tre altre cose: 1) i valori; 2) la testimonianza cristiana in tutti gli schieramenti democratici (anche per impedire la deriva); 3) la valutazione di persone e programmi. Gli schieramenti passano o mutano, i principi di base restano. Sono questi ultimi che aiuteranno ad agire secondo coscienza e a evitare di strumentalizzare la sacra Scrittura per proprie giustificazioni.

     Inoltre c’è da distinguere fra tre diversi filoni del problema politico: 1) i cristiani e il voto; 2) i cristiani quali militanti politici; 3) i cristiani candidati nelle elezioni (locali, provinciali, regionali, nazionali, europee).

     Quanto ai conduttori entrati in politica e alla deontologia da usare ho scritto a sufficienza nella risposta data da me ad Andrea Diprose. [► Cristiani in politica?]

     Quanto alla questione persone e programma di uno schieramento, certamente esse stanno in un rapporto dinamico. Ricordo comunque che con questa legge elettorale di berlusconiana fattezza (chiamata «porcellum»), le liste sono bloccate e, non potendo esprimere preferenze, sono i partiti che alla fine decidono. Veltroni (questo bisogna riconoscerglielo) aveva supplicato di cambiare la legge elettorale prima del voto, per permettere nuovamente le preferenze, eccetera, ma ci fu un grande diniego; a ciò hanno contribuito la fregola di vincere le elezioni sulla spinta dei sondaggi e gli interessi di parte. Inoltre, chiunque vinca le elezioni, sarà impossibilitato a governare per gli esigui voti che avrà al Senato. Con la legge precedente, si poteva scegliere una persona e, se non erro, addirittura diversa dallo schieramento che si votava. Con questa legge elettorale, sebbene ci sia una persona apprezzabile che voteremmo, non possiamo farlo, poiché non ci sono le preferenze. Il paradosso è che, votando una coalizione, votiamo immancabilmente anche le persone che detestiamo, poiché alla fine saranno i partiti a decidere chi andrà in parlamento. Quindi, la distinzione fra persone e programmi è solo possibile con una legge elettorale diversa.

     Quanto al «bene maggiore» in contrasto col «male minore», ciò è possibile nelle scelte personali secondo coscienza. Quando si è chiamati a scegliere macro-contenitori con contenuti eterogenei, allora il «bene maggiore» e il «male minore» possono coincidere per i motivi detti sopra. Per fare un esempio, se i «cristiani filo-sionisti» sceglieranno Fiamma Nirenstein perché strenua paladina d’Israele contro i Palestinesi, voterà anche Alessandra Mussolini e Giuseppe Ciarrapico, simpatizzanti del fascismo, e Souad Sbai, che è musulmana e membro della Consulta islamica. Similmente gli evangelici che voteranno Valdo Spini, voteranno anche chi fra i socialisti vogliono non solo il riconoscimento delle coppie di fatto eterosessuali, ma anche il riconoscimento delle unioni fra omosessuali. Chi vota Casini, che sulla famiglia ha fatto come gli scribi in Matto 23,3, vota anche Cuffaro; perciò la stessa «Famiglia Cristiana» ha messo il dito su questi «cattolici col bollino ma senza coraggio» (si legge pure che essa «ha messo in guardia contro il “pasticcio veltroniano in salsa pannelliana” e contro “l’anarchia dei valori berlusconiana”».). Mi risparmio gli eventuali esempi negli altri schieramenti, anche perché già fatti da altri.

     Visto che con questa legge elettorale le persone, per quanto nobili, poco conteranno, non esistendo le preferenze (certo si può scegliere le liste con la maggior parte delle persone che si ritiene migliori), si fa bene a leggere i programmi e a non agire sul sentito dire. Poi si faccia valere la propria coscienza. E siccome quest’ultima non è infallibile, si rispetti chi sceglie diversamente.

     Penso che sarebbe già una grande vittoria se nel prossimo parlamento entrasse il maggior numero possibile di persone oneste e degne, specialmente se cristiane sottomesse alla Scrittura (e non alla Cei), a qualunque schieramento esse appartengono. Speriamo poi che saranno luce di testimonianza, sale di giustizia e lievito del bene. Questo sarebbe già un «bene maggiore».

 

 

6. {Andrea Diprose}

 

Nota editoriale: Andrea fa qui riferimento al contributo precedente e cioè al quartultimo (persone e programma con l'attuale legge elettorale) e al terzultimo paragrafo («bene maggiore» e «male minore» visto che le persone si trovano all'interno di coalizioni variegate quanto a composizione e non è possibile eleggerle singolarmente dando loro una preferenza).

 

Questa realtà me l’aveva già segnalata un mio amico cattolico romano, timorato di Dio, simpatizzante per I.D.V., il quale dice che stavolta non sa chi votare semplicemente perché in fin dei conti, con questa legge elettorale finiamo per votare la lista e non la persona / il personaggio che stimiamo davvero. Questo vale per tutti, che si tratti di un evangelico come Stefano Bogliolo, di un Antonio Di Pietro o di un Walter Veltroni. Alla fine, votando uno di questi tre, o altre persone più o meno integre, votiamo anche la lista a cui appartengono. Le liste sia a destra, sia a sinistra, sia al centro contengono persone problematiche, non soltanto dei peccatori come noi, ma persone riconosciute da molti come incoerenti e a dir poco ipocrite. {13-03-2008}

 

 

7. {Francesco Dragotto}

 

A motivo della schizofrenia della politica, sarebbe meglio astenersi dal votare; non per essere anarchici, ma per dare un forte segnale di malcontento, vista la poca serietà.

     Ogni qualvolta ci troviamo nel periodo elettorale, non mancano le visite d’amici parenti e sconosciuti che ci allietano con le loro attenzioni… Poi magari nel momento in cui si deve dare la propria preferenza a un partito, si è costretti a far piacere a uno dicendo di sì, e dispiacere a tutti gli altri dicendo di no. Questa volta ho pensato che è scortese dire di sì a uno e dire no a tutti gli altri, e quindi se qualche mio amico verrà a chiedere la mia preferenza gli risponderò che siccome ho detto a tutti di sì, certamente non dispiacerò a lui dicendo di no. {18-03-2008}

 

 

8. {Nicola Martella}

 

Qui prendo solo spunto dalle parole di Franco. Se da una parte posso capire alcuni sentimenti di questo lettore, dall’altra rimango sconcertato per diversi aspetti. «Sarebbe meglio astenersi dal votare»: non era questo il messaggio dell’articolo di Tonino Mele. Non credo che si dia così «un forte segnale», ma votando le persone giuste che hanno solidi valori morali. Quanto al «malcontento» e al credere alla «poca serietà» della politica, questo è stato da sempre lo sport preferito del popolo. È per di più un atteggiamento pericoloso, poiché ha preceduto da sempre l’avvento di un «uomo della provvidenza», un dittatore con la pretesa di essere in grado di «mettere a posto tutto»; poi però la storia insegna diversamente…

     Come cristiani non dobbiamo associarci a tale massacro masochista né dobbiamo condividere l’ingiusta opinione secondo cui tanto tutti i politici sono uguali e tutti sono corrotti. La colpa è sempre personale. Noi cristiani dovremmo fare la differenza e nuotare controcorrente. Nella lettera che Dio inviò agli esuli in Babilonia mediante il profeta Geremia c’è un atteggiamento del tutto diverso (Gr 29,5ss). Così anche nelle parole dell’apostolo Paolo (1 Tm 2,1ss). Perché noi cristiani ci associamo al coro dei flagellatori e dei piagnoni?

     Mi meraviglia della «vendita delle vacche» (elettorali) e che si scelga a chi votare a seconda delle visite che riceviamo e secondo chi ci costringe di più. Non dovremmo avere come credenti ideali e principi che guidano le nostre scelte, invece di usare il principio «piacere / dispiacere di più»?

     Sebbene cerchi di comprendere la situazione, in cui Franco si possa trovare nel suo ambiente, devo ammettere che rimane la sensazione di un qualunquismo di fondo rispetto alla politica. È come se non si abbia più nessuna bussola. Non dovremmo volare più alti? Non dovremmo cercare il bene della polis?

 

 

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Cattocomunisti o evangelici? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Cristiani in politica? {Nicola Martella} (T)

Esiste una politica cristiana? {Nicola Martella} (T)

La politica e la morale {Abele Aureli - Nicola Martella} (T/A)

La schizofrenia della politica {Tonino Mele} (A)

Politica e cristiani {Nicola Martella} (A)

Politica e cristiani? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Politica_cristiani_parla2_Lv.htm

10-03-2008; Aggiornamento: 19-03-2008

 

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