Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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CALCIATORI E FEDE CRISTIANA

 

 di Nicola Martella

 

Un lettore ci ha presentato le seguenti questioni.

 

Fratello in Cristo, pace. Che ne pensi dei tanti calciatori che dicono di essere convertiti? Secondo te è conciliabile questa attività con la fede?

     Ti faccio presente le mie perplessità. In un programma, Piero Angela paragonava i nostri stadi agli antichi circhi romani. In alcuni libri di storia del cristianesimo leggo che i cristiani dei primi secoli non andavano ai circhi addirittura neanche al teatro.

     Può essere conciliabile un lavoro come quello del calciatore, con l’idolatria che si fa del calcio, con la violenza che spesse volte esprime, con le scommesse che ruotano intorno a esso? Saluti in Cristo… {Antonio Capasso; 27 settembre 2009}

 

Ad aspetti rilevanti di tali questioni rispondiamo qui di seguito.

 

Il Nuovo Testamento non afferma nulla di specifico riguardo a tali questioni. Bisogna quindi fare un certo discorso generale, per poi scendere nei particolari. Premetto che non sono un grande sportivo né ho un grande interesse per il calcio. D’altra parte, come mi fa piacere che qualcuno mi saluti per strada perché ha visto segni cristiani alla mia auto, così mi fa piacere vedere sportivi, politici, gente dello spettacolo, scienziati, pensatori e così via, che testimoniano di Gesù Messia.

     Gli apostoli non pretesero di legiferare al posto delle autorità né di stravolgere le culture, in cui il cristianesimo si radicava. Essi introdussero una certa regolamentazione etica per coloro che erano diventati cristiani, alfine di rendere più dignitosa la posizione degli svantaggiati (p.es. schiavi) e più responsabili coloro che avevano una posizione di forza (padroni). La fede doveva brillare come una luce e trasformare gli uomini; il resto doveva farlo l’esempio positivo di una fede in azione.

     Gli apostoli avevano occasione per denigrare sia «quelli di casa di Cesare» (i politici; Fil 4,22), sia gli sportivi, ma non lo fecero. Ciò non significa che i cristiani andassero in circhi, anfiteatri o teatri, anche perché erano spesso angariati e perseguitati o preferivano incontrarsi con i fratelli per pregare ed edificarsi. Notiamo tuttavia che lo sport fu usato come termine di paragone positivo per la cristianologia, la dottrina dell’essere cristiano.

     ■ Paolo ricordò non solo i sacrifici del soldato (2 Tm 2,3), ma anche quelli dello sportivo, oltre all’impegno, agli allenamenti, all’autocontrollo e la tenacia di arrivare alla meta: «Non sapete voi che coloro i quali corrono nello stadio, corrono ben tutti, ma uno solo ottiene il premio? Correte in modo da riportarlo. Chiunque fa l’atleta è temperato in ogni cosa; e quelli lo fanno per ricevere una corona corruttibile; ma noi, una incorruttibile. Io quindi corro ma non in modo incerto, lotto al pugilato, ma non come chi batte l’aria; anzi, tratto duramente il mio corpo e lo riduco in schiavitù, che talora, dopo aver predicato agli altri, io stesso non sia riprovato» (1 Cor 9,24-27). Come si vede, egli pur essendo un fariseo, conosceva molto bene diverse discipline sportive.

     ■ Paolo ricordò anche il fatto che bisogna rispettare le regole: «Se uno lotta come atleta non è coronato, se non ha lottato secondo le leggi» (2 Tm 2,5).

 

Lo sport, qualunque esso sia, può diventare una «religione sostitutiva» per i tifosi (ma questo può valere anche per altre cose); e alcuni di loro possono diventare abbastanza violenti (ultrà, hooligan). È vero anche che alcuni fanno un grande business con le scommesse che ruotano intorno agli sport. D’altra parte, sarebbe un grande errore lasciare il mondo dello sport nelle mani dei soli iniqui e malvagi. Ogni cosa in mano agli iniqui diventa fonte d’iniquità. La presenza di cristiani biblici e di gente timorata di Dio in tutti i settori della società sono un deterrente perché il male non trionfi completamente (cfr. la presenza di Daniele e dei suoi amici alla corte persiana).

     Paolo diede il seguente consiglio, che si può applicare anche qui: «V’ho scritto nella mia epistola di non mischiarvi coi fornicatori; non del tutto però coi fornicatori di questo mondo, o con gli avari e i rapaci, e con gli idolatri; perché altrimenti dovreste uscire dal mondo. Ma quel che v’ho scritto è di non mischiarvi con alcuno che, chiamandosi fratello, sia un fornicatore, o un avaro, o un idolatra, o un oltraggiatore, o un ubriacone, o un rapace; con un tale non dovete neppure mangiare» (1 Cor 5,9ss).

     Non esiste un elenco di mestieri legittimi o proibiti per i cristiani, se si eccettua tutto ciò che ruota intorno alla prostituzione maschile e femminile, alla costruzione di idoli, all'usura e a tutto ciò che è di per sé amorale. Paolo parlò a proposito di categorie amorali del «tali eravate alcuni, ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati…» (1 Cor 6,11). Egli non parlò di mestieri ammessi o proibiti, ma di categorie morali con cui essi vengono svolti o di implicazioni morali che essi producono direttamente (vv. 9s). In caso di peccato, qualunque sia il mestiere, valga, come nell’adulterio, il «Va’ e non peccare più» di Gesù (Gv 8,11) o «Ricordati dunque dove sei caduto, e ravvediti, e fa’ le opere di prima» (Ap 2,5).

     Non bisogna dimenticare l’aspetto missionario. Paolo ambiva a «predicare l’Evangelo là dove Cristo non fosse già stato nominato» (Rm 15,20). È deleterio quando la luce si ritira da tutti i settori della società e i cristiani diventano anacoreti, lasciando il «mondo» in mano a iniqui e malvagi. L’apostolo conosceva anche persone che predicavano Cristo per invidia, per concorrenza verso di lui o con altri pretesti; eppure seppe trovare il lato positivo anche in ciò. «Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per contenzione; ma ce ne sono anche altri che lo predicano di buon animo. Questi lo fanno per amore, sapendo che sono incaricato della difesa dell’Evangelo; ma quelli annunziano Cristo con spirito di parte, non sinceramente, credendo causarmi afflizione nelle mie catene. Che importa? Comunque sia, o per pretesto o in sincerità, Cristo è annunziato; e io di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora» (Fil 1,15-18).

     I cristiani hanno una funzione di sale e luce nel mondo, qualunque mestiere si faccia. Gesù chiamò i suoi seguaci «sale della terra» e «luce del mondo» (Mt 5,13ss). Il rischio del sale è di diventare insipido e di non essere più buono a nulla (v. 13). Chiaramente calciatori, attori e gente dello spettacolo, se cristiani biblici, sono a rischio; si fa bene ad ammonirli, esortarli e incoraggiarli continuamente; essi fanno bene ad avere dei consulenti spirituali personali. Il rischio opposto è però che la luce, invece di essere posta in alto, venga nascosta, perdendo così la sua funzione (v. 14ss).

     Questioni simili le abbiamo affrontati a proposito della politica e di politici cristiani. [► Cristiani in politica?; Per il bene dell’Italia: l’impegno evangelico per la nazione; Politica e cristiani] Abbiamo detto che anche in questo ambito bisogna avere una chiamata divina e bisogna vedere un mandato di Dio di essere luce e sale. La stessa cosa vale per gli sportivi e specialmente per i calciatori. In tutti questi ambiti si fa bene ad avere, oltre a consulenti spirituali, anche gruppi cristiani d’interesse riguardo a tale caso specifico (politica, sport) e forum di confronto, oltre a chiaramente sostenitori morali e in preghiera.

 

Che cosa pensa un atleta quando gareggia {Fausto Gaeta} (A)

Calciatori e fede cristiana? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Sport, coerenza e testimonianza? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Calciatori_fede_cristiana_EdF.htm

29-09-2009; Aggiornamento: 17-08-2010

 

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