Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

  Ecco le rubriche principali:
■ Scenario biblico
■ Vita di comunità
■ Abbecedario riflessivo
■ Ad acta
■ Dietro il velo
■ Casella postale biblica
■ Variazione delle costanti
■ Puntigli e indovinelli
■ Sapienza da quattro soldi
■ Massime e minime
■ Col senno del poi.

 

È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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SPORT, COERENZA E TESTIMONIANZA? PARLIAMONE

 

 di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Sport, coerenza e testimonianza». Le parti dell’articolo sono le seguenti: ▪ 1. La questione della credibilità; ▪ 2. Bersagliato chi è in vista; ▪ 3. La sconfitta è una catastrofe cosmica?; ▪ 4. Perdere tempo?; ▪ 5. Sport e missione. I primi quattro punti sono d’Irene Bitassi, l’ultimo è di Nicola Martella.

     Per non ripetersi, si fa bene a leggere dapprima l’articolo «Calciatori e fede cristiana» e il tema connesso. Infatti, l’articolo qui discusso è un efflusso di tutto ciò.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Daniele Guadagnino

2. Pietro Calenzo

3. Salvatore Paone

4. Sara Giusti

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Daniele Guadagnino}

 

Pace, Nicola, di seguito ti lascio il mio breve commento in merito all’articolo. Il calciatore è una professione come un’altra, ma molto ben retribuita (ovviamente solo a livelli agonistici); e come in ogni mestiere, si può svolgere in modo onesto o in modo disonesto.

     Io, per fare un breve esempio, sono titolare di una attività e come cristiano sono ben consapevole che se emetto tutte le ricevute fiscali a ogni cliente pagante, sono un imprenditore onesto è sto dando testimonianza di cristianità.

     Bene, lo stesso è con la professione del calciatore, si può svolgere in modo «poco cristiano» (falli fatti apposta, imprecazioni, scorrettezze, imbrogli, ecc.), o si può decidere di dare testimonianza con il proprio stile «austero», sia dentro che (sopratutto) fuori del campo da gioco.

     Ritengo un fatto importante che questi calciatori cristiani famosi debbano però sottomettersi a una guida spirituale pastorale. Infatti, spesso, sebbene i loro pareri non abbiano reali fondamenti biblici, sono accolti come veri e propri dogmi dalle masse giovanili cristiane, che li prendono come esempio, vista la loro popolarità.

     In pratica si corre il rischio di un «delirio di onnipotenza», cosa che purtroppo non è rara tra chi ha «successo»... {16-08-2010}

 

 

2. {Pietro Calenzo}

 

Che lo sport non sia uno strumento del maligno (come annunciano a gran voce i testimoni di Geova... e purtroppo non soltanto loro), è chiaramente indicato nelle Scritture dall’apostolo Paolo in 1 Cor 9,24-27, dove egli descrive un parallelo analogico tra le attività di pugile e di corridore e il suo ministero. Soggettivamente sono sicuro che mai l’apostolo, avrebbe usato tracciare un parallelismo tra il suo ministero e un qualcosa, che poteva ledere o non essere compatibile con la verità dell’Evangelo. Scritturalmente Paolo se ne differenzia in merito alle finalità, che per l’atleta è rappresentata da una corona mortale di alloro, mentre per il credente il trofeo è la vita eterna.

     Personalmente non ho letto il libro di testimonianza di Legrottaglie (che, per quanto mi è dato di sapere, ne avrebbe già scritto un altro), ma sono sicuro che, constatata la fama del calciatore, potrà essere senza dubbio utile per il progresso della Parola del Signore. Molti altri sportivi, sono atleti del Signore, come il tennista M. Chang, i pugili Holifield e G. Foreman, i calciatori kaka, Chamot, Cavani, Leon, l’allenatore di calcio Leonardo e altri.

     Ricordo pure l’ex primatista mondiale del salto triplo Jonathan Edwards (battista), che per moltissimi anni si rifiutò di gareggiare di domenica, poiché in tale giorno preferiva adorare il Signore. Questa è stata, senza dubbio, una testimonianza molto forte, della quale hanno parlato tutti i mass-media del mondo, telecronisti italiani, e di ogni parte del globo.

     Naturalmente ci sono atleti di minor risonanza mediatica, come il fratello di Tivoli, che Nicola Martella cita; egli, in ogni occasione consentita, dona la sua preziosa testimonianza a tutti coloro che il buon Signore gli pone sulla strada. Lo stesso dicasi anche della sorella Bitassi, che ha ispirato questo argomento.

     Certo è che i credenti, che praticano attività agonistica, in particolar modo quelli che lo fanno ad alto livello, sono sempre scrutati maggiormente e maliziosamente, poiché gli atleti che sono del mondo (non credenti) possono permettersi qualsivoglia intemperanza o atteggiamento violento. Di diverso tenore sarebbero, invece, i commenti sarcastici e irriverenti verso quegli atleti cristiani, che si permettessero d’imitarli, dopo aver fatto pubblica testimonianza della santa fede in Gesù Cristo. Vi lascio immaginare i commenti ironici e irripetibili, che sarebbero diretti verso uno sportivo cristiano, reo di gioco violento, o ingiurie verso l’arbitro o il direttore di gara. D’altronde lo stesso Signore Gesù ci ricorda: «A chi più è stato dato, più sarà richiesto». Che questi fratelli sportivi sappiano sempre spargere il buon odore di Cristo, anche in questo settore della vita moderna. Benedizioni nel Signore. {17-08-2010}

 

 

3. {Salvatore Paone}

 

Ciò che ritengo importante, è che in ogni cosa, che si fa, sia fatta con fedeltà a Dio. Ognuno di noi nel suo piccolo (lavoro) dimostri di essere un nato di nuovo. Come? Esercitando «il frutto dello Spirito».

    C’è un vecchio detto napoletano di cui dice: «La paglia vicino al fuoco si brucia più facilmente», così potrebbe essere per chi esplica un lavoro come il calciatore; prendiamo tale esempio perché è uno sport molto seguito. Tale uomo sportivo e sottoposto continuamente a pressioni sia in campo per i tifosi e sia negli spogliatoi, e con i media. Ciò implica maggiore pazienza a non cadere nelle provocazioni, tal volta anche pesanti.

    Un credente o meglio un nato di nuovo, che gioca a calcio, non gli viene sempre considerato un uomo di fede, perché spesso si cade in qualche trappola, come d’altronde capita anche a noi.

    Anche io ho giocato a calcio da ragazzo (ai livelli amatoriali) e mi rendevo conto che facilmente l’agonismo sportivo si trasformava in una gara di insulti e falli.

    Ciò non significa che sia giusto o sbagliato fare lo sportivo, perché anche chi svolge un lavoro diverso come cuoco, cameriere, giardiniere eccetera potrà egli ritrovarsi in qualche problema e involontariamente sbagliare o peccare.

    Quindi dal mio punto di vista ogni lavoro, sport o hobby, che si fa, bisogna sempre tenere presente che siamo figli di Dio in una generazione corrotta e perversa, dobbiamo essere degli astri luminosi e non dobbiamo mai dimenticarci che siamo il sale della terra e la luce del mondo, come disse Gesù.

    Tuttavia, ognuno di noi è maturo da discernere cosa sia giusto e non, senza fare sofismi e contese. Paolo disse: «Ognuno esamini se stesso». {17-08-2010}

 

 

4. {Sara Giusti}

 

Caro Nicola, […] Ho letto alcune cose del tuo sito, e mi ha naturalmente attratto l’attenzione l’articolo «Sport, coerenza e testimonianza» e gli altri articoli connessi. Ho letto con piacere anche i commenti che sono stati fatti.

     In quanto moglie di un calciatore cristiano biblico (mi piace molto questa definizione), vorrei più che altro lasciare una breve testimonianza del lavoro che stiamo svolgendo, come famiglia e come gruppo degli «ADC, Atleti di Cristo». Il tutto si può anche ritrovare sul sito atletidicristo.org, ma la mia vuole essere una testimonianza di vita vissuta, per poter esternare quello che si vive intimamente come famiglia cristiana in un ambiente così particolare.

     Mio marito è figlio di credenti, quindi ha vissuto tutta la sua vita sentendo parlare di Gesù, e molto giovane ha dato il suo cuore a Lui. Quando è venuto in Italia a giocare a calcio, era un giovane ragazzo pieno di entusiasmo e voglia di raggiungere molti obiettivi nel suo lavoro. Poi ci siamo conosciuti, sposati e alla nascita della nostra prima figlia tutto è cambiato. Negli anni lui ha vissuto a stretto contatto con i suoi compagni e immerso in questo mondo, senza fare mai di più che parlare di Gesù a quei ragazzi, a volte in modo veloce e superficiale, altre volte in modo approfondito solo con alcuni. Maturando spiritualmente e ricercando sempre di più la volontà di Dio, ha capito che la sua venuta in Italia non aveva solo fini lavorativi, ma ben più alti e profondi. Ha vissuto periodi neri a livello calcistico, con infortuni gravi e meno gravi ma che si seguivano a ruota. Anziché deprimersi e scoraggiarsi, ha voluto scoprire qual era la volontà di Dio. È in quel periodo che ha capito che dovevamo aprire la nostra casa e fare in modo che i suoi compagni potessero ascoltare e studiare la Parola di Dio. Abbiamo iniziato così una cellula, un gruppo di ragazzi, calciatori, che non avevano mai sentito parlare di Dio... e posso dire che è stata l’esperienza più bella della nostra vita.

     In questo ambiente, dove girano soldi, donne, macchine e tanto materialismo di ogni genere, abbiamo visto che il vuoto, che provano questi ragazzi, li fa stare male. Sono magari soli, lontani dalle loro famiglie, perché fin da giovanissimi lasciano la loro casa per andare a giocare lontano, se non addirittura all’estero, e hanno bisogno di un appoggio morale, spirituale enorme.

     Abbiamo visto operare la mano di Dio potentemente, ragazzi che hanno accettato il Signore, che frequentano una chiesa, che finalmente hanno pace!

     Il gruppo degli ADC ha adesso circa 7-8 cellule sparse per l’Italia, e siamo contenti che Dio stia benedicendo questa opera.

     Essere calciatori cristiani non è facile, io sono solo la moglie di uno di loro, ma mio marito mi racconta quello che vive ogni giorno negli spogliatoi, nel campo, agli allenamenti, e per questi ragazzi ci vogliono tantissime preghiere e sostegno spirituale.

     È triste leggere parole di credenti che dicono che un calciatore quando si converte dovrebbe lasciare il calcio, perché è bello che Dio li usi per aiutare queste persone che altrimenti sarebbero difficili da raggiungere.

     Fare il calciatore deve essere però considerato un lavoro come un altro, bisogna rimanere sobri, davanti a Dio e davanti agli uomini, e consapevoli che la testimonianza che si dà, vale in tutti gli ambienti e ambiti.

     Spero che questa testimonianza possa essere di aiuto e incoraggiamento, affinché questo mestiere venga apprezzato soprattutto tra i credenti e possa essere oggetto di preghiera. Ti ringrazio dell’attenzione; saluti in Cristo… {26-08-2010}

 

Nota redazionale: Su mia richiesta, questa lettrice mi ha scritto che suo marito è Tomás Guzmán; egli gioca attualmente nel Piacenza, nella serie B. In rete ci sono sue interviste e filmati.

    Sara Giusti ci tiene a precisare quanto segue: «Il problema dei calciatori è anche il fatto che sono troppo considerati per il loro nome, e non si guarda invece più in profondità... non viene dato il giusto valore a chi vive nell'ombra, ma serve il Signore con tutto se stesso».

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Sport_coeren_testim_Mds.htm

17-08-2010; Aggiornamento: 29-08-2010

 

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