Indice delle parti
«Sia fatta la tua
volontà» è in parallelo a «venga il tuo regno». Gesù non ha istruito
i discepoli a pregare «se è nella tua volontà… fai questo o quello». Fa parte
della volontà di Dio che tutti gli uomini si pentano e facciano parte del regno
di Dio. «Che la tua volontà sia fatta» è un appello molto forte.
«Sia fatta»
La chiave per capire questa petizione di Mt 6,10 è la
parola greca genēthētō, tradotta «sia fatta». Questa parola
letteralmente significa «permetti che sia» o «lascia che venga» e può meglio
essere tradotta dall’ebraico
jē`āśeh (fa in modo che sia fatta).
Il desiderio che la volontà di Dio sia compiuta in
cielo e in terra sembra essere unita al desiderio che ognuno si penti e
ubbidisca a Dio.
Intuizione rabbinica
Preghiera di Rabbi Eliezer: «Permetti che la tua
volontà sia fatta nei cieli di sopra, concedi la pace a quelli di sotto che ti
temono e che fanno ciò che è buono agli occhi tuoi. Benedetto chi ascolta la
preghiera» (Tosefta, Berachot 3,7; Berachot 29b).
Anche qui, viene utilizzato il verbo ebraico `aśah,
(fare). Come nella preghiera del Signore, Eliezer invita Dio a eseguire la sua
volontà sulla terra.
Le parole d’Eliezer «sopra… sotto» sono paragonabili a
«cieli… terra» nella preghiera di Gesù. La frase originale ebraica di questa
parte della preghiera di Gesù era probabilmente baššāmayim ûbā’āreṣ,
nei cieli e sulla terra), un vecchio idioma ebraico (cfr. Gle 2,30; Sal 113,6).
Le versioni italiane riportano «in terra com’è fatta
nel cielo» (il greco legge letteralmente «come in cielo anche sulla terra»).
Tuttavia, in numerosi manoscritti del Nuovo Testamento la parola greca hōs,
(come) non appare. Uno di questi è il Codice di Beza, che molti studiosi
pensano abbia preservato i semitismi meglio d’altri testimoni testuali. Quindi
hōs può essere un’aggiunta di scrittura a causa dell’influenza di «come
anche noi li abbiamo rimessi…» in Mt 6,12.
La metafora ebraica che soggiace dietro «i cieli e la
terra» ci parla della maestà di Dio e del suo coinvolgimento con l’umanità. Egli
è soprannaturale e onnipotente nei cieli; e altresì egli è attivo negli affari
degli uomini sulla terra. Il soprannaturale e il naturale sono associati, e lo
stesso onnipotente Dio interviene a favore degli uomini e per il suo regno sulla
terra.
Compimento
La supplica «sia fatta la tua volontà» ha più a
che fare con il compimento della volontà di Dio piuttosto che con il semplice
discernimento della sua volontà. Generalmente le ingiunzioni scritturali
riguardano il fare piuttosto che il comprendere la volontà di Dio. Il Salmista
ha scritto: «Dio mio, io prendo piacere nel fare la tua volontà, e la tua
legge è dentro il mio cuore» (Sal 40,8). La Legge, istruzione di Dio, faceva
sì che la volontà di Dio fosse chiara. Il desiderio del Salmista era di fare la
volontà di Dio come essa era insegnata nella Legge di Dio.
L’esempio più grande di desiderio di mettere la volontà
di Dio prima della propria, è la prova di Gesù nel Getsemani. Gesù era
consapevole di ciò che lo aspettava. Egli aveva già predetto ai suoi discepoli
il tradimento e la sua morte angosciosa. La brutalità delle esecuzioni romane
era ben conosciuta, e non poca gente era stata testimone di qualche
crocifissione. Ancora, conscio della crocifissione che incombeva su di lui, egli
pregò, «Padre, se tu vuoi, allontana da me questo calice! Però, non la mia
volontà, ma la tua sia fatta» (Lc 22,42). Gesù ha annullato la sua propria
volontà e invece di soccombere alle paure, ha deciso di fare la volontà di Dio.
Vincere
I desideri malvagi dell’uomo possono impedirgli di fare
la volontà di Dio. La nostra natura peccaminosa (la propensione al peccato)
resta tra noi e il nostro desiderio di fare la volontà di Dio.
«Sia fatta la tua
volontà» è una richiesta potente. Esprime l’intenso desiderio d’un
discepolo, che Dio compia la sua volontà sulla terra. Mentre questo non è uguale
all’idea che un uomo deve andare oltre la propria volontà per fare quella di
Dio, le due idee sono però strettamente collegate.
La volontà di Dio è conosciuta per mezzo delle
Scritture. Gesù ha insegnato che l’uomo deve pentirsi e superare la sua tendenza
naturale a ribellarsi all’autorità di Dio. Questo tema è sottolineato nel resto
della preghiera del Signore: a ogni uomo è chiesto di perdonare come Dio stesso
perdona; e ancora, il discepolo desidera evitare la tentazione ed essere
liberato dal potere del male.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A2-Padre_nostro4_Lv.htm
04-02-2007; Aggiornamento: 26-05-2010
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