1. ENTRIAMO IN TEMA (Nicola Martella): Visto che abbiamo
affrontato il tema della danza rituale nelle chiese e il cosiddetto «ministero
(di gruppi) di danza», Argentino mi ha mandato forse
provocatoriamente un video, con le parole «Se non sai ballare fratello,
impara con il video musicale che ti mando». Gli ho risposto come segue: «Certo
sei andato a pescare proprio un caso di Giudei ultra-mega-ortodossi del
movimento chasidico; forse per provocazione. Non so se volevi fare ironia o
sarcasmo. Si tratta comunque d’un matrimonio e di danza rigorosamente maschile e
fuori della cornice d’un culto sinagogale. Nel giudaismo non ci sono gruppi
professionali con un “ministero di danza rituale” da praticare nelle sinagoghe e
che pretendono d’essere uno strumento di restaurazione del giudaismo. Le danze
popolari (anche giudaiche) a gruppi possono essere belle e spettacolari (qui
ognuno ha i suoi gusti), ma ciò non significa che debbano essere fatte in un
luogo di culto e debbano diventare un ministero religioso». Poi egli mi
ha spiegato che si tratta di uno stralcio di vita ebraica, ossia del matrimonio
del figlio di un famoso rabbino chasidico. Ha aggiunto: «È molto folkloristico,
ma anche da studiare perché, a un certo punto, i due anziani fanno una danza
circolare, e questa è una tradizione antichissima». Ho cercato
tale video in rete, ed
eccolo per chi lo vuol vedere. Suggerisco anche quest’altro
qui e specialmente questo
qui, che mostra una danza chassidica fino alla trance di massa. Si
noti come sono esclusivamente danze collettive e maschili. Di danze chassidiche
ce ne sono anche di «singolari», a dir poco, e di scurrili (si veda in questa
nutrita
raccolta in rete). Non mancano neppure scene di feste nuziali che
sembrano una specie di terapia collettiva all’interno di una dinamica di gruppo
tutta maschile; sembra che si cerchi lo «sballo» di natura psichica, tentando di
arrivare a forme vicine alla trance personale o all’estasi di gruppo. Sembra
proprio che i gruppi chassidici abbiano molte affinità con quelli carismaticisti
del cristianesimo (cfr. similmente anche il sufismo islamico) e non solo
riguardo alla danza, ma anche per quanto concerne «l’estasi profetica», il
messianismo di alcuni leader o «unti», la spinta apocalittica incombente, il
misticismo e così via.
Successivamente un lettore mi ha scritto, chiedendomi di incoraggiare Argentino
a esprimere quale sia il suo parere in merito alla danza. Così ho fatto. Ecco
qui di seguito la sua risposta.
2. AT, GIUDAISMO E DANZA
(Argentino Quintavalle): «...e uscirai in mezzo alle danze di quei che si
rallegrano» (Ger 31,4). La danza come espressione di lode a Dio è un
argomento che possiamo definire «biblico». La danza
nella Bibbia è una forma di lode e durante le feste di pellegrinaggio era
considerata parte integrante delle cerimonie religiose. Si svolgevano danze
alternate d’uomini e donne (cioè: uomini con uomini e donne con donne). Per
esempio, il Talmud afferma che i pellegrini che si recavano al tempio per la
festa delle Primizie, venivano incontrati all’ingresso della città da un
sacerdote, il quale li conduceva in una sorta di processione gioiosa, con
musica, canti di lode e danze, fino al monte del tempio.
Nella Bibbia
sono narrati vari episodi di danze che esprimono tale esperienza con una grande
ricchezza di linguaggio. «Ḥôl» è la radice ebraica di «danza», da cui deriva
«ḥālîl», flauto. C’è dunque una connessione molto stretta tra danza e musica, e
da questo semplice raffronto di parole si rileva un ovvio legame tra danza e
musica la quale veniva spesso impiegata per lodare Dio: «Lodatelo col timpano
e le danze» (Sal 150,4). Sono molte le radici verbali che in ebraico si
riferiscono alla danza: in 2 Sam 6,16 Davide «karkēr»: saltava roteando; «dallēg»:
saltare balzellando (Cc 2,8); «pazzēz»: danzare in maniera flessuosa (Davide, in
2 Sam 6,16); «qappēṣ»: saltare a piedi nudi sulla terra (Cc 2,8); «ṣāla‛»:
zoppicare, il popolo d’Israele a volte viene descritto come zoppicante;
«pēsaḥ»: pasqua, ma anche saltare; «ṣāḥaq»: ridere di gioia, riferito alla
danza come segno di festa; «ḥag»: festa. La danza che
si svolgeva in cerchio era anticamente la danza sacra che veniva fatta intorno
all’altare. Per esempio, nell’antica commemorazione della Festa delle Capanne,
in ogni giorno della festa, la gente saliva al tempio con dei ramoscelli, li
agitavano al cospetto del Signore facendo una processione di danza in cerchio
intorno all’altare. Nei primi sei giorni essi giravano intorno all’altare una
volta. Nel settimo giorno lo facevano sette volte, in un crescendo di danza e
allegria. Tali danze ritmate avvenivano in modo circolare, ed è forse per questo
motivo che nell’ebraismo, la danza in cerchio è chiamata ḥag: festa
Ci sono vari
esempi di danze nella Bibbia: in Es 15,20 c’è la danza di Miriam che esterna la
sua esultanza e ringrazia Dio dopo il passaggio del Mar Rosso: «Miriam la
profetessa, sorella d’Aaronne, prese in mano il timpano, e tutte le donne
uscirono dietro a lei con dei timpani, e danzando». In 2 Sam
6,14.16 «Davide danzava a tutta forza davanti all’Eterno, e s’era cinto d’un
efod di lino… Davide saltava e danzava dinanzi all’Eterno». Davide danzava
davanti l’arca che veniva portata a Gerusalemme, indossando un indumento molto
scarno, l’efod, che veniva usato dai sacerdoti per eseguire i sacrifici, e Mical
si scandalizzò e lo rimproverò forse proprio perché danzava seminudo, ma verrà
punita con la sterilità, senza capire che Davide stava compiendo un atto sacro
di fronte a Dio, stava esprimendo la sua lode con tutto il suo essere, e la lode
altro non era che la gioia incontenibile che provava per il singolare
avvenimento. Più tardi il re chiarirà alla donna il senso rituale del suo gesto:
«dinanzi all’Eterno ho fatto festa» (2 Sam 6,21). Per descrivere
l’esultanza del re Davide di fronte all’arca dell’alleanza, l’autore sacro usa
le parole: «gaudio» (2 Sam 2,12), «giubilo» (2 Sam 6,15) e «a
tutta forza», rimarcando così il coinvolgimento totale della persona nel
movimento ritmico della danza.
Va detto che Davide indossava un costume sacerdotale succinto perché
s’apprestava a offrire i sacrifici davanti al Signore (2 Sam 6,17).
Un’altra
danza famosa, ma di genere diverso, è quella del vitello d’oro.
La danza,
nella Bibbia, è intesa soprattutto come lode e manifestazione di gioia
spirituale. Si danza per festeggiare una vittoria ottenuta con l’intervento
divino; in occasione di feste religiose, e in occasione di nascite e matrimoni.
Gli ebrei
d’oggi, al termine della festa delle Capanne, celebrano nelle sinagoghe la
Simchat Torah — o gioia della Legge — danzando, a saltelli ritmati, con i
rotoli della Torah
e cantando inni in onore di Dio. La danza è anche in questo caso un gesto che
esprime il rapporto di tutto l’essere con Dio. È un’espressione di gioia e di «festa
davanti al Signore», per il dono della Torah. Le fonti
ebraiche che menzionano le funzioni della sinagoga, sottolineano principalmente
la lettura e l’insegnamento della Torah. Ogni volta che la sinagoga è citata nei
Vangeli o in Atti, è all’interno del contesto della lettura o dello studio della
Torah. In Tosefta, Megillah 2,18 è scritto: «Le sinagoghe non devono essere
trattate frivolmente. Non si deve entrare in esse quando il sole batte per
ripararsi dal sole, né quando è freddo per ripararsi dal freddo, né quando piove
per ripararsi dalla pioggia. Non si mangia in esse, né si beve, né ci s’adorna.
Ma in esse si legge la Torah, si studia, si predica e si loda». La chiesa ha
imparato dalla sinagoga, e dunque la funzione principale delle riunioni di
chiesa è quella d’agevolare la lettura della Bibbia, lo studio e la
predicazione. Insomma, non c’era nelle riunioni di sinagoga/chiesa un momento
dove si diceva: adesso danziamo! Ma non ci si tirava indietro dal danzare in
alcune occasioni particolari.
A titolo di curiosità, ritroviamo il movimento circolare di danza nella
celebrazione del matrimonio cristiano nel rito bizantino-ortodosso, la cui
liturgia prevede una triplice danza in cerchio del sacerdote e degli sposi. Essi
girano per tre volte intorno all’altare, mentre si fanno alcuni canti. È
risaputo che la Chiesa d’Oriente ha tradizioni più antiche.
Considerazioni
personali
Purtroppo, la chiesa dei primi secoli ha perso il contatto con la comprensione
ebraica della fede e di conseguenza anche la pratica della danza per lodare Dio
(che si faceva in determinate occasioni). Perciò, i cristiani d’oggi hanno
dimenticato il collegamento tra danza e lode. La danza che viene fatta in certi
movimenti pentecostali non ha assolutamente niente a che vedere con la danza
pudica dei tempi biblici. Come spesso accade si vuole imitare ciò che è scritto
nella Bibbia senza la dovuta conoscenza e così si finisce per fare dei grossi
pasticci.
La tradizione della danza biblica è andata persa nelle chiese occidentali, ma
nell’ambiente giudeo-cristiano si sta cercando di restaurare l’antica danza
biblica (viene chiamata «danza davidica») ma non è per ora alla portata
culturale delle nostre chiese. C’è ancora molto da studiare. Il mio consiglio
alle chiese, specialmente a quelle pentecostali, è di non avventurarsi in un
terreno pericoloso se si vogliono evitare guai. A Satana basta un semplice
spiraglio per infiltrarsi dentro.
3. ALCUNE OSSERVAZIONI
(Nicola Martella): Al pregevole contributo di Argentino Quintavalle, aggiungo
solo le seguenti osservazioni complementari, tralasciando altri aspetti
secondari o basati su opinioni o gusti personali.
■ Il
santuario d’Israele non c’è più. Non c’è più neppure lo Stato confessionale
(o teocrazia) d’Israele fino al ritorno del Messia. Non si può quindi pretendere
di applicare alla situazione dell’assemblea del nuovo patto, ciò che era
possibile esercitare solo con la presenza del tempio in Gerusalemme.
Inoltre nel perimetro sacro non era permesso l’accesso ad alcuno se non ai figli
di Levi maschi (2 Cr 4,9 cortile dei sacerdoti; Ez 10,3s; 40,19; 44,17.19.21.27
cortile interno). Il resto del popolo stava nel cortile a esso destinato,
chiamato anche «cortile della casa dell’Eterno» (Gr 19,14; 26,2; Ez 8,16) o
«cortile esterno» (Ez 10,5; 40,17; cfr. vv. 17-47 per interno ed esterno;
46,20); si parla anche del «cortile che è fuori del tempio», destinato ai
Gentili (Ap 11,2).
■ In Israele e nel giudaismo i due sessi erano separati nelle espressioni
cultuali (addirittura in due cortili diversi nel tempio e in due luoghi diversi
nelle sinagoghe); anche durante le danze profane (p.es. durante i matrimoni)
uomini e donne mai danzavano insieme
■ Non si possono applicare convinzioni dei rabbini (talmudici o meno)
sulla sinagoga alle chiese. Non si possono retroproiettare usi e costumi
devozionali e sinagogali, nati a un certo punto della storia (p.es. Medioevo) e
in un certo luogo (p.es. Spagna o Russia), ai tempi degli apostoli e addirittura
alle chiese del primo secolo. Le prime comunità erano «chiese in casa» e non
luoghi di culto a sé. È giusto comunque che al centro delle riunioni c’era la
Parola di Dio, la sua lettura (1 Tm 4,13), la sua interpretazione profetica (1
Cor 14,29ss), l’edificazione reciproca per mezzo di essa (1 Cor 14,26). Tra
tutte le espressioni devozionale delle chiese del NT la danza liturgica non
compare, in nessun modo e in nessuna maniera.
■ Durante i primi secoli della storia della chiesa, ai matrimoni e
durante le ricorrenze esistenziali, i cristiani avranno danzato in conformità
delle diverse culture, in cui si vennero a trovare? Non lo sappiamo. Ricordiamo
che anche nel campo profano le danze avvenivano nell’antichità come evento di
gruppo, maschi con maschi e femmine con femmine, senza performance fisiche tra i
due sessi e senza abbigliamenti e atteggiamenti scurrili. Durante il corso della
storia della chiesa, i cristiani hanno mai usato la danza nelle chiese con la
pretesa di evangelizzare o di adorare e lodare Dio? Ci è sconosciuto; ma nessuno
scrittore ne parla come un mezzo legittimo. Quello attuale si tratta di un
fenomeno nuovo.
■ Ciò che valeva per l’antico Israele, quando il tempio c’era, non doveva valere
per i tempi successivi nel giudaismo; il tempio fu distrutto (586 a.C.),
il popolo fu disperso, poi solo una minima parte tornò, i costumi in Giudea e
nella diaspora si trasformarono col tempo, e così via.
■ Ciò che valeva per l’antico Israele e per il giudaismo del primo secolo, non
doveva valere necessariamente per le chiese giudaiche prima e quelle
gentili poi. Sta di fatto che da Atti 1 ad Apocalisse 22, i termini danza e
danzare non compaiono mai.
■ Ciò che accade nelle chiese di rito bizantino-ortodosso ai matrimoni
non può essere dichiarato come avente tradizioni più antiche, poiché usi e
costumi religiosi nascono a un certo punto della storia (a volte anche per
contaminazione esterna), come appunto tutti i cerimoniali della Chiesa d’Oriente
(icone, candele, clero, riti). Non è certo un argomento solido.
■ Quantunque tutto ciò possa essere oggetto di ulteriori approfondimenti, usi e
costumi giudaici nati negli ultimi due millenni — quantunque rispettabili
come forme culturali — non possono essere una norma per il cristianesimo e la
gente del nuovo patto. Anche tra i chasidim si trova di tutto come mostrano i
video: dalle danze rituali composte, alle danze di massa fino all’estasi, alle
danze di divertimento durante i matrimoni e fino a danze scurrili.
■ Inoltre negli attuali fenomeni di danza liturgica nelle chiese carismatiche,
sia protestanti sia cattoliche, non si tratta solo di espressioni culturali e
devozionali locali, ma della pretesa della restaurazione di un «ministero di
danza» e di «gruppi di danza», che sedicentemente erano comuni nelle chiese del
NT, col fine di restaurare così la chiesa di Cristo! È quindi un progetto
ideologico, attinto da religioni e movimenti estranei al cristianesimo (cfr.
sufismo, danze tribali). È chiaro che per renderlo appetibile ai cristiani e per
accreditarlo, debbano creare un consenso «biblico»; e per fare ciò, non
disdegnano di manipolare a proprio arbitrio la Bibbia.
■ Oltre alla
danza idolatrica intorno al vitello d’oro (un pericolo sempre ricorrente;
Es 32,18s), ricordo ciò che avvenne a Baal-Peor (Nu 25). Ricordo il sarcasmo di
Elia verso Israele che serviva Baal. «Allora Elia s’accostò a tutto il popolo
e disse: “Per quanto [tempo] salterete [ritualmente] voi dai due lati? Se Jahwè
è Elohim, seguite lui; se poi lo è Baal, seguite lui”» (1 Re 18,21). Infatti
i profeti di Baal «saltavano intorno all’altare che avevano fatto» (v.
26). Tale danza rituale era accompagnata anche da grandi grida e da forme di
auto-flagellazione (v. 28), pratica che si trova anche nel cattolicesimo dei
secoli passati e nell’islam odierno.
■ Il riscontro della danza nel NT è molto povero. Si parla della danza
licenziosa di Erodiada, che fece girare la testa a Erode (Mt 14,6). Poi Gesù
parlò della danza, citando un gioco di gruppo dei ragazzi — «Vi abbiamo
sonato il flauto e non avete ballato; abbiamo cantato dei lamenti e non avete
pianto» (Mt 11,17) — e applicando tale logica a sé e a Giovanni Battista
(vv. 18s). Si noti comunque che si trattava di un gioco comunitario, in cui i
ragazzi non danzavano, ma erano «seduti nelle piazze» e «gridano ai
loro compagni» (v. 16). Si trattava comunque di un esempio per illustrare
una verità.
■ Da quest’ultimo episodio in poi (Lc 7,32ss), in tutto il NT non si
parla mai più di danza e di ballo, né in terra né in cielo. Non è un po’ scarso
il riscontro per asserire che la danza rituale era comune nelle chiese del NT e
per pretendere la restaurazione di un presunto «ministero di danza» e di
sedicenti «gruppi di danza» con l’ambito fine di restaurare così addirittura
l’intera chiesa? Per restaurare qualcosa come un presunto «ministero (di gruppi)
di danza», bisogna prima dimostrarne l’esistenza nel nuovo patto, e cioè in modo
chiaro e incontrovertibile.
►
Danzare per il Dio che danza?
{di Alessandra Bedin - Nicola Martella} (T/A)
►
Danzare per il Dio che danza? Parliamone 1
{Nicola Martella} (T)
►
Danzare per il Dio che danza? Parliamone 2
{Nicola Martella} (T)
►
La danza è l’obiettivo santo di Dio?
{Nicola Martella} (A)
►
La danza è l’obiettivo santo di Dio? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
*°*°*°*°*°*°
Per ulteriori
approfondimenti sulla danza si vedano i seguenti siti e blog di persone
impegnate nella cosiddetta «restaurazione del ministero di danza»:
■
Sito ufficiale Scuola Action
■
Danza Cristiana Restaurata in Italia
■
Action - la Vita in movimento
■
Sito International Christian Dance Fellowship
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Danze_giuda_eccles_carism_Lv.htm
01-07-2008; Aggiornamento: 05/07-2021
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