Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Escatologia 1

 

Musica, danza e teatro

 

 

 

 

Questa opera contiene senz’altro alcune novità. Leggendo i brani escatologici della Bibbia sorgono vari interrogativi, ad esempio i seguenti:
■ I credenti, quando muoiono, vanno in cielo o in paradiso?
■ I morti nell’aldilà sono solo inattivi o anche incoscienti?
■ I bimbi morti dove vanno?
■ Se nessuno sa il giorno e l’ora dell’avvento del Messia, perché diversi cristiani hanno fatto predizioni circostanziate per il loro futuro imminente?
■ Qual è la differenza fra escatologia e utopia?
■ In che cosa si differenzia la speranza biblica dalla speranza secolarizzata di alcuni marxisti?
■ Il «rapimento» precederà o seguirà la tribolazione finale?
■ Quando risusciteranno i credenti dell’AT?
■ Il regno millenario è concreto o solo spirituale?
■ Durante il suo regno futuro col Messia regnerà sono Israele o anche la chiesa?
■ Nella nuova creazione i credenti abiteranno in cielo o sulla nuova terra?
■ Lo stagno di fuoco esisterà per sempre?
■ I morti si riconoscono nell’aldilà?
■ Non sarà noioso vivere nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il tempo nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il matrimonio nel nuovo mondo?
■ Eccetera...

 

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Escatologia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA DANZA È L’OBIETTIVO SANTO DI DIO?

 

di Nicola Martella

 

Avevo ricevuto un paio di volte l’articolo «Danza! Il santo obiettivo di Dio» di Ann Stevenson della «Restored to Glory Dance Ministry School of Worship» e che Alessandra Bedin aveva tradotto in italiano e mi aveva mandato.

     Consiglio vivamente la lettura di questo articolo a chiunque è interessato a studiare un caso esemplare di come non bisogna trattare la Bibbia (ossia come un libro da saccheggiare per la propria ideologia) e per analizzare come si possa strumentalizzare e distorcere i fatti chiari per assoggettarli a ipotesi fantasiose. Si mettono insieme tante falsi pulci e si pretende che siano un vero elefante!

     Scorrendo l’articolo mi ero meravigliato dei salti mortali fatti dall’autrice per rendere biblicamente appetibile la danza cristiana. Oltre alla consueta versettologia indebita (ammasso di versi biblici tolti dal loro contesto naturale e associati a proprio arbitrio), nell’articolo ricorre una vera e propria riprogrammazione ideologica: versetti vengono strappati dal loro contesto, vengono svuotati del loro significato originario e riempiti con nuovi significati che all’autore originario non sarebbero mai venuti in mente. Concetti biblici vengono anch’essi semplicemente riprogrammati.

     Ho cercato una dimostrazione storica ed esegetica riguardo alla danza nelle chiese del primo secolo (erano tutte comunità domestiche; cfr. Rm 16), ma non ve n’è traccia. Si parte da presupposti che bisognerebbe prima dimostrare; si cercherà inutilmente. La Bibbia viene usata per dimostrare una tesi aprioristica, ossia fissata in origine: nelle chiese al tempo degli apostoli si sarebbe adorato Dio danzando e la danza liturgica sarebbe stata uno dei ministeri ecclesiali. Ci pensate nelle piccole e povere case a fare danze sacre? Come mai tra i ministeri elencati non figurano tali maestri di danza? Si vuole restaurare qualcosa, di cui prima bisognerebbe dimostrare l’esistenza nella chiesa primordiale.

     Ciò che l’autrice vide in sogno, ossia gente che conduceva danze sacre, doveva veramente venire da Dio? Era questo l’autorizzazione poi a usare la Parola di Dio a proprio arbitrio, per dimostrare che era una cosa «biblica»? Per seguire le proprie intuizioni spirituale (chiamate erroneamente «profezia»), bisogna poi mettere le briglie ideologiche alla sacra Scrittura pur di adempiere un presunto «ministero nella danza». Basta l’interpretazione mistica e spiritualista di alcune esperienze soggettive per chiarire ciò che piaccia a Dio e come Egli voglia essere servito? Si parla continuamente di «unzione», sebbene nel NT la menzioni solo 1 Giovanni 2, ma con un significato del tutto differente: basta rivestire il proprio misticismo con concetti biblici per essere nel giusto?

     L’autrice sfodera i versetti più eroici della Bibbia e li adatta a tale presunto ministero della danza (Mt 10,39; 1 Cor 3,11); ma il testo biblico parla proprio di ciò? È giusto parlare di «restaurazione della danza», senza averne mai dimostrata la presenza nelle chiese del primo secolo?

     L’autrice butta le mani avanti per non cadere e afferma (come fanno altri per altre cose simili), che tutte le accuse contro la danza liturgica provengono da «satana, l’accusatore dei fratelli». Se ciò non bastasse, si pretende la difesa della danza sacra da parte della «Parola di Dio, fedele e vera». Si parla di trabocchetti e inganni degli avversari, che vengono accostati a Satana. Chiaro no? Tutto ciò è una terribile e colpevole ingenuità, oltre che una strumentalizzazione della Parola di Dio.

     Negli argomenti di coloro, che sono contro la danza liturgica nelle chiese, l’autrice vede dei «complotti del nemico», «mentre la rappresentazione fisica della danza è presentata davanti a Dio in spirito e verità»! Bel modo di argomentare biblicamente!

     Si afferma che «la danza è stata originariamente creata per la gloria, l’onore e la potenza del Signore Dio Onnipotente», ma dov’è il brano chiaro che dimostra ciò?

     Si afferma che la danza «fu creata legittimamente per il Suo piacere e appartiene alla Chiesa per la sua funzione in battaglia, celebrazione e comunicazione intima di adorazione», ma dov’è un solo brano del NT che parla di un ministero di danza (cfr. 1 Cor 12,28; Ef 4,11ss) e dell’esecuzione di un solo ballo liturgico in una chiesa del primo secolo? Possibile che i credenti abbiano allora danzato liturgicamente senza neppure accorgersene? Bisogna bistrattare anche qui «l’argomento del silenzio» usato da chi non ha veri e validi argomenti?

     Bisogna proprio far violenza a Romani 12,2 (!?) per fargli affermare: «La danza è buona, accettevole e perfetta, in accordo alla volontà di Dio»! È questo «il processo che la Bibbia chiama “trasformare” o “rinnovare” la nostra mente»? Basta citare Ecclesiaste 3,1-4 — c’è «un tempo per far cordoglio e un tempo per danzare» — per quietare gli animi di menti semplici e perché si accetti tutto ciò per un presunto ministero ecclesiale della danza? (infatti per coerenza testuale, bisogna affermare che nei locali delle chiese anche si «nasce» e si «muore», si «pianta» alberi e li si «sradica», eccetera).

     Si scomoda Atti 10,9-16, Pietro e la visione del lenzuolo e degli animali impuri, per affermare che Dio avrebbe purificato la danza. Si citano le resistenze avute da Pietro a Gerusalemme (At 11,2). Se si va al testo biblico, Pietro non disse in casa di Cornelio: «Dio mi ha mostrato che non debbo chiamare alcuna danza immonda o contaminata» (At 10,28). E quelli della circoncisione non lo rimproverarono così: «Tu sei entrato da uomini incirconcisi, e hai danzato con loro» (At 11,3). E dopo che Dio li convinse che il «dono» ricevuto dai Gentili era pari a quello dei Giudei (ma esso non era la danza; At 11,17), non affermarono: «Dio dunque ha dato la danza anche ai Gentili affinché abbiano vita» (At 11,18). Questa è l’estrema conseguenza che segue la logica di chi abusa dei testi biblici per far dire loro ciò che si vuole. Tale brano non ha nulla a che vedere con una presunta «restaurazione della danza». Si afferma, appellandosi alla Parola divina, che «non dobbiamo limitare Dio», ma «dobbiamo considerare la danza dalla sua prospettiva», ma dov’è un unico brano biblico del NT in cui Dio ha stabilito la danza nelle chiese e in cui si menziona una sola occasione di danza liturgica nel nuovo patto?

     La cosa curiosa è che si scomoda addirittura Atti 15 e la Conferenza di Gerusalemme. Se andiamo alle decisioni storiche della chiesa apostolica, leggiamo: «È parso bene allo Spirito Santo e a noi di non imporvi altro peso all’infuori di queste cose, che sono necessarie» (At 15,28); leggendo fra tali cose (v. 29), non troviamo la danza rituale!

     Si scomoda addirittura ciò che Gesù rinfacciò ai Farisei circa l’annullare della Parola mediante la tradizione, pur di avere ragione (Mc 7,9; Mt 15,3.6.9). Allora dov’è un chiaro comandamento, in cui è ingiunta la danza liturgica nel nuovo patto? (a guardar bene non esiste neppure nella legge mosaica!). Questo modo di trattare la sacra Scrittura è semplicemente avventuroso e disonesto.

     Si cita Salmo 149,3, chiamandolo erroneamente «comandamento» (i Salmi sono una raccolta di innari, non la Torà!): «Lodino il suo nome con danze, salmeggino col tamburello e la cetra», poi lo si accosta ad Atti 10,15 («Le cose che Dio ha purificate…»). Questo è un’avventurosa versettologia indebita. Quanto al Salmo 149, analizzandolo ci si renderà conto che si tratta di un’esortazione a Israeliti chiamati «assemblea dei fedeli» (v. 1), Israele e «figli di Sion», ossia cittadini di Gerusalemme (v. 2), «suo popolo» (v. 4) e «fedeli» (vv. 5.9). Dove viene mai detto qualcosa del genere nel nuovo patto? Se si vuol essere coerenti con questo «salmo di vendetta escatologica», bisogna osservare i seguenti aspetti.

     ■ Tutti i verbi e pronomi ebraici sono maschili; questo escludeva le donne, che oggigiorno sono proprio quelle che introducono la danza nelle chiese e la praticano; anche l’autrice dell’articolo è una donna.  

     ■ L’atmosfera era quella del tempio (v. 5 «adorni di gloria», ossia con abiti da cerimonia), che oggigiorno non esiste. Non mi si venga a dire che oggigiorno siamo noi col nostro corpo il tempio dello Spirito o di Dio (magari citando 1 Cor 3,16s; 6,19; 2 Cor 6,16), perché tali brani non parlano di danza; e se si vuole essere coerenti, bisogna danzare allora nel corpo (il tempio) e non col corpo!

     ■ Infine bisogna non solo danzare, ma fare tutte le cose descritte in tale salmo (tutte cose da maschio!), ossia bisogna essere pronti a una vera guerra, avendo «una spada a due tagli in mano per far vendetta delle nazioni e infliggere castighi ai popoli; per legare i loro re con catene e i loro nobili con ceppi di ferro, per eseguire su loro il giudizio scritto» (vv. 6-9). Chi non può fare tali cose per scrupolo cristiano, non può fare l’altra (danzare). Tutto era inteso in senso materiale e reale, senza spiritualizzazioni. Il Signore Gesù non ha comandato ai membri della sua assemblea messianica qualcosa del genere come l’uso della spada (Mt 26,51s), la vendetta (Mt 5,38s), l’imprigionamento di masse e governanti e l’esecuzione della sentenza di giudizio. Questi sono tutti aspetti escatologici e riguardano gli Israeliti.

     Se si cita a sproposito Ebrei 13,8, suggerendo che Dio sia lo stesso, allora ci si armi come nel salmo o si lapidi chi bestemmia o non osserva il sabato, eccetera; tale brano recita però correttamente così: «Gesù è lo stesso Cristo ieri, oggi e in perpetuo», ossia dalla sua entrata nella storia come uomo in poi. Gli ideologi danzanti non si tirano indietro a stravolgere la Parola di Dio, pur di convincere che ciò che affermano sia «biblico», ma incanteranno solo i «bambini, sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina, per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore» (Ef 4,14).

     Si scomodano arbitrariamente brani come Giovanni 1,3 e Romani 11,36 per affermare che la danza l’avrebbe creata Dio, poiché il termine «tutte le cose» includerebbe la danza. Strana logica! Allora Dio ha creato le uova al tegamino, le epidemie, le pentole a pressione, le automobili, i computer, il ponte di Brooklyn, i satelliti, la liposuzione e… (fermati, per favore!).

     Si afferma che «la danza e l’uomo sono stati specificamente creati l’uno per l’altra». Stano che in Genesi 2 Dio abbia comandato ad Adamo di non mangiare dell’albero della conoscenza, ma non di danzare!

     Si cita Apocalisse 4,11Degno sei, o Signore, di ricevere…»), si parla del «piacere di Dio» (abbinando ciò con Sal 149,3s), ma si trascura di vedere che in tutta l’Apocalisse non si parla mai di danza, ma di canti. Nel verso precedente, appena prima di glorificare Dio con le labbra, «i ventiquattro anziani si prostrano davanti a Colui che siede sul trono e adorano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono»; è difficile danzare gettandosi con la faccia a terra!

     Si compendia tutto il discorso fatto fin qui in questa frase: «L’inclinazione e determinazione del cuore di Dio era di creare la danza. Sono stati la sua scelta e il suo obiettivo a farne una cosa accettevole, divertente, preziosa, dilettevole, realizzando il suo desiderio con il proposito di portargli piacere in accordo alla sua volontà». Oppure: «Attraverso la Scrittura, la danza è fondamentalmente legata alla vita, alla libertà, salvezza, restaurazione e vittoria sul nemico». Eppure nel ragionamento dell’autrice non ho trovato nessun brano esplicito e convincente che esprima proprio ciò. È solo una costruzione ideologica che fa violenza alla Scrittura e ne abusa per farle dire, con abilità e astuzia, ciò che si vuole.

     Poi si cita Giovanni 8,32 riguardo alla verità che rende liberi, intendendo qui la verità della danza; si mischia ciò con Giovanni 14,6 (Io sono la… verità), con Salmo 118,22 (pietra angolare) e Romani 8,28s (proponimento divino); poi si aggiunge Luca 19,10cercare e a salvare ciò che era perduto»), si ritorna a Salmo 149,3s e, dopo tale percorso contorto si suggerisce che, se Cristo è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto, la danza aiuterebbe a realizzare tale proposito salvifico! Che ragionamento luminoso e fulgido!

     Se ciò non bastasse si cita 1 Giovanni 3,8distruggere le opere del diavolo») e si conclude, anche spiritualizzando Salmo 149,7-9: «Non solo la danza libera i prigionieri, disfacendo, distruggendo e dissolvendo l’opera del nemico, ma lega anche il nemico con catene e ostacoli di ferro, attuando su di lui il giudizio di Dio». Ecco la solita spiritualizzazione arbitraria.

     Poveri apostoli, missionari, riformatori di tutti i tempi, se solo avessero saputo che la danza è una tale dinamite! A essere potenza di Dio non è l’Evangelo (Rm 1,16) o la parola della croce (1 Cor 1,18.24), ma «la Danza fu creata per essere un potente strumento di comunicazione nel Regno di Dio alla sua gloria». Non è la Parola di Dio a essere la spada dello Spirito (Ef 6,17; Eb 4,12), ma si afferma: «La Danza è una spada a doppio taglio nelle mani del credente mentre amministra e rivela la Parola di Dio; possiede la sua stessa potenza ed effetti, e convoglia la potenza di quella Parola per portare salvezza all’afflitto e libertà a coloro che sono limitati e costretti». Questa è pura eresia! Il proposito di Dio non è del tutto compiuto in Cristo mediante l’annuncio dell’Evangelo, visto che si afferma che la danza «fu creata per aiutare ad adempiere questo proposito di Dio sulla terra».

 

Si cita il fatto che nella Bibbia si parla dapprima di Miriam che guidò una danza di donne dopo attraversamento del Mar Rosso (Es 15,20). Si cita pure che il fratello del figliol prodigo, tornando dal lavoro, quando «giunse vicino a casa, udì la musica e le danze» (Lc 15,25). Poi si conclude: «Perciò, vediamo che la danza è fortemente connessa con la salvezza, la libertà, la vittoria, la vita e la restaurazione». Mi verrebbe da domandare: Dove è comandata esplicitamente la danza nel nuovo patto, ossia da Pentecoste in poi?

     Si cita un lungo brano di Geremia 30,3.8.16-19 sul ritorno d’Israele e Giuda dalla cattività, sulla ricostruzione di Sion e nel popolo: «Usciranno da esso canti di ringraziamento e voci di gente in festa». Si continua con Geremia 31,4.11-13, in cui si parla di Sion come «vergine d’Israele»: «Sarai di nuovo adorna dei tuoi tamburelli e uscirai in mezzo alle danze di quelli che fanno festa. […] Allora la vergine si rallegrerà nella danza e i giovani insieme ai vecchi, perché muterò il loro lutto in gioia, li consolerò e li rallegrerò dopo il loro dolore». E si conclude, facendo riferimento all’opera di Gesù Cristo in croce: «Come adoratori neotestamentari, noi possiamo anche celebrare appropriatamente la vittoria nella lode e ringraziamento attraverso la danza». Mi verrebbe da domandare: E di grazia dove è scritto in modo chiaro e inequivocabile nel NT? Come si vede con tante false pulci si costruisce un elefante che non esiste.

     Si cita poi Efesini 6,13-14 a proposito dell’intera armatura di Dio, ma qui si parla di stare saldi, non di danzare (cosa difficile con una tale armatura così pesante!). Si fa una strana speculazione sui «lombi», attribuendoli anche agli organi riproduttivi, per poi asserire in stile allegorico e speculativo: «Satana ha attaccato i lombi spirituali della danza, sperando di annichilire il potere procreativo che essa è stata creata per conferire». Che chiarezza esegetica! La danza rituale che diventa quasi un amplesso mistico, sì erotico? Infatti, proprio così veniva inteso nei riti sessuali di Baal e Ascera, dove non era per nulla mistico.

     Possibile che «restaurazione di tutte le cose» nel discorso di Pietro, intendesse pure la danza? (Atti 3,21). Ma da Atti ad Apocalisse non si parla di danza: non è strano?

 

Si afferma che «danza è stata creata per l’adorazione» e sarebbe parte integrante del piano di Dio per l’adorazione. Perché allora la Legge mosaica non diede nessuna disposizione in merito da Esodo 20 alla fine del Deuteronomio? Perché non viene neppure menzionata da Atti ad Apocalisse, visto che le cose importanti ricorrono spesso?

     Tralascio le speculazioni ridicole su Satana quale presunto «Lucifero» quale «cherubino-guida» o «worship leader nei luoghi celesti», proiettato su Ezechiele 28 (parla del re di Tiro) e Isaia 14 (parla del re di Babilonia). Si afferma che «lucifero fu gettato fuori dai cieli», ma nel libro di Giobbe compare dinanzi a Dio (non un presunto «Lucifero», ma Satana «avversario») e fino ad Apocalisse 12,9s accuserà i fratelli giorno e notte dinanzi a Dio e solo allora, durante la tribolazione finale, sarà defenestrato dal cielo. Perché asserire tante falsità speculative? (Si noti che nella lista dei nomi diabolici di Ap 12,9 il presunto «Lucifero» non compare! (di per sé neppure in Is 14 in ebraico). In Is 14,11.15 si notino i vermi e la fossa: uno spirito che inverminisce come un cadavere nella tomba? Si noti in Ez 28,5.16.18 si parla di commerci materiali: uno spirito che commercia con le nazioni con beni di consumo per arricchirsi? Pie assurdità speculative di gente che non sa neppure dove stia di casa l’esegesi contestuale! Si cita poi Luca 10,18, ma si dimentica di dire che Gesù faceva riferimento ad Apocalisse Ap 12,9s. Vi risparmio le ulteriori speculazioni su «Lucifero» e sulle spiritualizzazioni di «commercio»!

     Poi segue una macedonia di versi che non c’entrano nulla col tema: 1 Corinzi 3,16-17 (tempio di Dio); Giovanni 2,13-16 (Gesù che si scaglia contro i venditori che avevano fatto del tempio una casa di mercato); Matteo 21,13 (il tempio quale casa di orazione); Salmo 4,2 (andare dietro alla menzogna). Poi tutto viene ricondotto a favore della danza rituale: «la danza è uno strumento di gloria, un potente mezzo di comunicazione, che realizza il piacere e il proposito di Dio»; si parla della «potenza divina della danza di comunicare chiaramente», del «mio dono di danza», che è «cosa santa e che è stata creata specificamente per l’adorazione, la gloria, l’onore e la potenza di Dio», di «servire Dio con la danza». Come si vede tutto viene preso per scontato, si crea lentamente un consenso e un’accettazione. Dov’è però il chiaro comandamento al riguardo nel nuovo patto?

     Riguardo alla danza si parla del fatto che «il nemico ha disperatamente escogitato strategie attraverso le epoche per mascherare alla chiesa persino il suo proposito basilare». Dov’è detto chiaramente? Si cita nuovamente Ezechiele 28, ma lì non si legge esplicitamente nulla del genere, a meno che non lo si proietti dentro.

     Come se non bastasse si scomoda addirittura Daniele 12,4, dove Dio promise che negli ultimi giorni la conoscenza aumenterà, cioè anche riguardo alla danza! Se si comprendesse l’escatologia dell’AT, si saprebbe che per profeti e veggenti la fine dei tempi doveva coincidere con l’avvento del Messia. [Nicola Martella (a cura di), «Le grandi linee dell’escatologia dell’AT», Escatologia biblica essenziale. Escatologia 1 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 122-128.] Tanto è vero che Gesù disse: «Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono! Poiché in verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono di vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e di udire le cose che voi udite, e non le udirono» (Mt 13,16s). Non è scritto da nessuna parte che Gesù abbia mai danzato con i discepoli (cantato sì; Mt 26,30) e lo abbia insegnato quale pratica accanto al grande mandato missionario. Neppure riguardo agli apostoli e al loro insegnamento si parla di danza.

 

Sì, Gesù disse: «Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde» (Mt 12,30); ma che c’entra ciò con la danza? Lo stesso dicasi di Apocalisse 3,15s, in cui il conduttore di chiesa di Laodicea fu accusato da Gesù di tiepidezza. I consigli di Gesù non riguardavano mica la danza (v. 18).

     Marco 6,21-23 mostra come una danza possa agire eroticamente su un uomo da fargli perdere il lume della ragione, tanto che quando Erodiade gli chiese la testa di Giovanni Battista, Erode fu costretto a cedere. Giustamente si afferma: «Con “piacque” si intende la parola greca aresko, ovvero “eccitare le emozioni”». Vedendo certe danze «cristiane» e osservando abbigliamento e le performance dei ballerini, perché esse dovrebbero eccitare meno emozioni e stimoli erotici ed essere meno seducenti e suggestive?

     Se «la danza è un dono glorioso e misterioso, pieno di tesori spirituali», perché nel NT non c’è un solo comandamento al riguardo? Se «la danza è una forza spiritualmente piena di potenza, e fu creata per un proposito puro e santo», perché non c’è una parola chiara nella Bibbia che lo affermi?

     Il colmo arriva con la domanda se Dio danza. Si scomoda Sofonia 3,17 per rispondere affermativamente. Riguardo all’espressione «Egli esulterà di gioia per te» (v. 17) si afferma: «Questa parola, gioia, è la parola ebraica gool, che significa “piroettare o girare vorticosamente sotto l’influenza di una forte emozione”». Poi si conclude: «Il nostro Dio è potente in mezzo a noi, poiché Egli non solo canta su di noi, ma volteggia, gira vorticosamente agendo con forza fisica sotto l’influenza di una grande emozione nel Suo amore per noi. Questo è l’esempio biblico della danza di Dio». Sono andato a guardare nel testo ebraico, ma non ricorre nessuno dei termini per «danza» o «danzare». Un termine gool (o go’ol o go`ol), legato a gioire o a danzare, non esiste in Sf 3,17 né in ebraico. Esiste la radice ghîl (ha una variante in gûl) «gioire, esultare, trepidare», ma in ebraico non ha nulla a che vedere con «girare in tondo»; tutt’al più ciò vale per l’arabico, ma questa è un’altra lingua e un altro popolo. In nessun brano dell’AT ha questo significato, di cui ecco i riferimenti (nei Salmi c’ una variazione di versi): ▪ persone: Sal 9,15; 13,5s; 14,7; 21,2; 89,17; Pr 21,2; 23,24; Is 29,19; Os 10,5 (trepidare); Hb 3,18; 65,19; Zc 9,9; ▪ cose inanimate: 1 Cr 16,31; Sal 96,11; 97,1; Is 35,1s; 49,13.

     Nell’espressione «Egli esulterà di gioia per te», la cosa diventa ridicola quanto si tiene presente che in ebraico è scritto al posto di «per» c’è `al «su, sopra» e che quindi bisognerebbe tradurre secondo tale logica arabica: «Egli danzerà di gioia su di te»! Che massacro! Costruire una tale tesi di un «Dio che danza» su una base così sottile, è semplicemente assurdo e poco serio. Tutta la tesi è assolutamente falsa.

     L’autrice parla di aver «frequentato seminari di danza che duravano sei settimane, sei giorni a settimana, ogni estate» e della sua «occupazione passata di insegnante di danza nel mondo». Ammette per quest’ultima: «La vita diventa un sacrificio a un dio chiamato danza. Io sono stata risucchiata e sedotta dallo spirito di tutto questo; esso è potente ed esigente». Se il balletto è per i danzatori del mondo una specie di religione, come essi ammettono, perché non può diventare la danza sacra un surrogato di religione?

     Ora vorrebbe sacralizzare la danza, purificandola per la chiesa, e vorrebbe coinvolgere anche Dio in tale danza! Ha cambiato solo coreografo: «Come danzatrice nel Regno di Dio, so che sto lavorando per il più grande Maestro Coreografo di tutti i tempi». Mi piacerebbe sapere dove sta scritto esplicitamente e chiaramente tutto ciò nella Bibbia. Se si parla del «il dono prezioso della danza, che è stata creata per la gloria di Dio», perché Dio non ne parla chiaramente nelle sua Parola?

 

Certamente bisogna «glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio» (1 Cor 6,19-20) e bisogna presentare i propri corpi a Dio «quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio» (Rom 12,1). Il contesto però non parla assolutamente di danza.

     Si afferma: «La danza ci abilita a entrare in un livello di adorazione che circonda tutto ciò che è in noi mentre adoriamo, non solo in spirito e verità, ma anche mentre rispondiamo in adorazione attraverso l’espressione dei nostri corpi fisici». Dove si afferma però ciò nel NT? Tra le espressioni di devozione comunitaria non si parla mai di danza, ad esempio: «Quando vi radunate, avendo ciascun di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o una interpretazione, si faccia ogni cosa per l’edificazione» (1 Cor 14,26). Qui sarebbe stato il luogo giusto per farlo (vv. 26-40), ma non ve n’è traccia alcuna.

     Si citano alla rinfusa versi sulla gioia (Fil 4,4; Sal 89,16a; 1 Ts 5,16) e si chiede: «Come potremmo esprimere emozioni forti come la gratitudine, l’amore e la gioia senza usare il nostro corpo fisico?». Analizzando però il contesto di tali versi, c’è zero danza. Ecco però la logica che si instilla: «Basta ragionare: se dobbiamo glorificare Dio nei nostri corpi, allora dobbiamo muoverci e usarli in qualche modo». No, basta ragionare: per glorificare Dio nei nostri corpi, dobbiamo tenerli lontano dalle contaminazioni e usarli per servire Dio moralmente e fisicamente!

     Si citano fuori contesto come Atti 24,14io servo così il Dio dei padri»), si ritorna a Luca 15,24-25, spiritualizzando arbitrariamente un fatto di cronaca (una parabola intendeva evidenziare una sola verità: qui il ritorno d’Israele a Dio), per affermare: «Se il padre è un prototipo di Dio, allora la casa del padre lo è della Casa di Dio. Nella Casa di Dio c’è danza». Questa sì che è esegesi di alto livello!

     Se non bastasse, l’autrice cita anche Matteo 11,16s, in cui Gesù citò un gioco infantile dei suoi («Noi vi abbiamo sonato il flauto e voi non avete ballato; abbiamo intonato lamenti e voi non avete fatto cordoglio»), per chiudere il cerchio e accreditare la danza nella chiesa! Si noti che qui i fanciulli erano «seduti nelle piazze». Gesù intendeva parlare di sé e di Giovanni Battista non di danza (vv. 18s).

     Prima di arrivare alla fine bisogna citare ancora 2 Samuele 6,14-23 (perché così alla fine?), in cui durante il trasporto dell’arca a Gerusalemme «Davide danzava con tutte le sue forze davanti all’Eterno, cinto di un efod di lino». Lui diventa qui il cristiano buono, che danza, mentre Mikal diventa, il cristiano cattivo che giudica chi danza. Anzi la sterilità fisica di Mikal (v. 23) diventa minaccia della sterilità spirituale per gli oppositori alla danza liturgica: «Esempi di sterilità spirituale includono: incapacità di produrre frutto o figli spirituali; essere vuoti, mancanti, aridi; ottenere raccolti inferiori; essere improduttivi in risultati o guadagno; noiosi, intorpiditi, smorti, spenti e insensibili». Logico no? Si toglie un brano dal suo contesto storico, culturale e letterario per farne ciò che si vuole. Questo è un modo colpevole di trattare la Parola di Dio. Ecco la mia domanda: Dove si narra una cosa del genere di Gesù, di Paolo o di Pietro? Dove viene comandata nel NT la danza rituale ai cristiani? Se non si ha una chiara risposta, si fa solo subdola ideologia!

     Infine non poteva mancare l’applicazione di Atti 5,29 alla danza: «Dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini». La domanda è questa: dove parla il contesto di danza? Per ubbidire a un comandamento, dove si trova esso chiaramente ed esplicitamente nel NT?

     Invece di dare una prova chiara, si conclude dicendo: «La danza come Dio intese originariamente sarà restaurata alla Chiesa. La sua restaurazione non può essere abbattuta da scetticismo, giudizi, paura o tradizioni dell’uomo. Chiunque ostacoli attivamente questa azione di Dio sarà trovato a lottare contro Dio stesso. A quanti di voi che siete in prima linea nella restaurazione della danza, non temete; perché Dio e la Sua Parola sono la vostra difesa mentre Lo lodate nella danza e Lo glorificate nel vostro corpo. Non fatevi scoraggiare dal sinedrio dei farisei. Affrettatevi in obbedienza a Dio, poiché noi pure dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che all’uomo!».

     Come si vede, ci troviamo proprio dinanzi a un fenomeno dai contorni di una nuova religione. Si minaccia che chi lotta contro la danza rituale, si trova a «lottare contro Dio stesso»! I nuovi danzatori diventano come gli iniziati di un nuovo «mistero religioso»: la restaurazione della danza quale nuova religione escatologica! Si reclama Dio e la sua Parola per tale crociata e si stigmatizza gli avversari come «sinedrio dei farisei». Ciò che Pietro disse dell’Evangelo, qui viene spudoratamente applicato alla danza. Questa è mistificazione e seduzione.

     Quindi, se «dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che all’uomo», dove sta il comandamento chiaro e inequivocabile di Dio nel NT? In 62 pagine (in formato A5 e carattere Arial a 10 punti; originale più di 80 pagine) che ho analizzato, non l’ho trovato. È uno scritto che non mi ha assolutamente convinto, ma mi ha molto deluso e turbato per l’uso arbitrario che si fa della Parola dell’Onnipotente.

 

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Ho ricevuto una newsletter della «Ad Deum Dance Company», che Alessandra Bedin mi ha mandato con la provocazione: «Giusto per informare dell’esistenza di credenti che non si pongono neppure la domanda: “Ma Dio danza?”...». Riporto due immagini lì presenti. Dovrebbero tali performance trasmettere veramente il messaggio di Dio e trovare posto all’interno delle chiese? Il motto di tale compagnia è: «A visual fusion of faith & artistry. Relevant and redemptive messengers for our time», ossia «Una fusione visuale di fede & qualità artistica. Messaggeri rilevanti e redentivi per il nostro tempo». Qui l’unica cosa che trasmettono sono emozioni celebrali di tutt’altra natura. Per altre immagini rimando a tale sito, specialmente alla «photo gallery», alle acrobazie e alle contorsioni pubbliche fra uomini e donne.

 

 

Termino con la parenesi paolina riguardo alle commistioni spirituali rese accettabili mediante l’allegoria e il misticismo: «Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi. Infatti quale comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O quale comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gli idoli? Poiché noi siamo il tempio del Dio vivente, come disse Dio: “Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo; e io v’accoglierò, e vi sarò per Padre e voi mi sarete per figli e per figlie, dice il Signore onnipotente”» (2 Cor 6,14-18).

 

Danzare per il Dio che danza? {di Alessandra Bedin - Nicola Martella} (T/A)

Danzare per il Dio che danza? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)

Danzare per il Dio che danza? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

Danze giudaiche, ecclesiali e carismatiche {Argentino Quintavalle - Nicola Martella} (T/A)

La danza è l’obiettivo santo di Dio? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

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Per ulteriori approfondimenti sulla danza si vedano i seguenti siti e blog collegati alle persone impegnate nella cosiddetta «restaurazione del ministero di danza»:

     ■ Sito ufficiale Scuola Action

     ■ Danza Cristiana Restaurata in Italia

     ■ Action - la Vita in movimento

     ■ Sito International Christian Dance Fellowship

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Danza_obiettivo_divino_Esc.htm

17-07-2008; Aggiornamento: 09/06/2021

 

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