Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca Babilonese e l’Epoca Persiana. In appendice ci sono tre excursus:
■ I nomi ebraici di Dio
■ Il patto, i patti e i testamenti
■ La Bibbia fra criticismo e modernismo.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca babilonese («Libri storici e profetici III»):
■ L’epoca babilonese in generale
■ Sofonia
■ Habacuc
■ Geremia
■ Lamentazioni
■ Daniele
■ Ezechiele
■ Il tempo dell’esilio. 

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca persiana («Libri storici e profetici IV»):
■ L’epoca persiana in generale
■ Esdra-Nehemia
■ Ester
■ Aggeo
■ Zaccaria
■ Malachia
■ L’epoca intertestamentaria.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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DANZARE PER IL DIO CHE DANZA? PARLIAMONE 1

 

a cura di Nicola Martella

 

Siamo partiti dal confronto fra Alessandra Bedin e Nicola Martella sul tema della danza liturgica (o anche sacra, rituale, ecclesiale). [► Danzare per il Dio che danza?] Alessandra Bedin, basandosi sulle asserzioni di Ann Stevenson, sostiene che quello della danza sia un ministero biblico praticato non solo nell’AT, ma anche nelle chiese del NT. Non solo lei si auspica una restaurazione del ministero di danza nelle chiese, ma crede che quest’ultimo sia lo strumento di Dio per restaurare la chiesa.

     Nicola Martella pensa che le prove esegetiche richieste riguardo a un ministero di danza nelle chiese del Nuovo Testamento siano scarse, anzi inesistenti. I sostenitori militanti di tale ministero si appoggiano su un consenso costruito in merito, il quale fa uso della Bibbia mediante allegorizzazioni e spiritualizzazioni arbitrarie di versi biblici, proiezioni ideologiche nei testi biblici, versettologie indebite e falso sillogismo. Chi fa così non sa neppure dove sia di casa un’esegesi contestuale rigorosa e precisa. Così si aprono le porte a un soggettivismo misticheggiante e i portoni all’arbitrio dottrinale. La danza con bandiere e intorno a una corona o ad altro è una nuova forma di danza intorno a un moderno «vitello d’oro»?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Gianni Siena

2. Nicola Martella

3. Elvezio Calabri, ps.

4. Gaetano Nunnari

5. Calogero Fanara

6. Calogero Fanara

7. Daniela Miraldi

8. Nicola Martella

9. Gianni Siena

10. Antonio Tuccillo

11. Letizia Passeri

Proseguimento

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Gianni Siena}

 

Durante le lezioni di musicologia nella scuola media, seppi che in Spagna le chiese praticavano (tutte?) delle danze sacre. Durante un concilio spagnolo (non ricordo quale) si fecero delle danze (= donne e uomini), i vescovi si scandalizzarono. I bacchettoni ecclesiastici proibirono il tutto con anatemi vari.

     Se delle anime esprimono «saltuariamente» con musica, ritmo e danze il loro amore per Cristo, in presenza della sostanza intera della spiritualità e fede cristiane, io non ci troverei niente da disapprovare: mi sono trovato in un consesso simile ma ho misurato quei fedeli da altre angolazioni e quel ritmico accompagnare i cantici non mi disturbò affatto.

     Il «problema» è dato dal prurito non scritturale di introdurre usi e costumi secolari nella Chiesa, in contrasto con gli ammonimenti della Scrittura. Un credente che riscuote la mia stima, scriveva che la fede evangelica ha saputo produrre una innodia e delle musiche ineguagliabili. Non c’è la necessità di prendere in prestito stili musicali nati anche per trasgredire la Parola di Dio, per esempio il «rock»: la sua versione «cristiana» non mi ha mai convinto e non l’ascolto. L’espressione «rock & roll», nello slang angloamericano, indica lo scrollare di una macchina nella quale due stanno amoreggiando.

     Sarebbe una buona cosa guardarsi da «ogni specie di male», anche da certe pratiche derivate dal mondo non cristiano. Non trovo nulla di male nelle contaminazioni degli arrangiamenti musicali; e modernizzare i cantici, per offrirli al gusto delle nuove generazioni di credenti, è sempre stata un’attività benedetta. Quello che stona è introdurre nel regno di Cristo cose che gli sono estranee: se ne raccoglierà il frutto negativo nei prossimi anni. Non trovo affatto convincenti gli argomenti di coloro che giustificano l’introduzione di queste usanze nel culto cristiano; non bisogna mai andare oltre quello che è scritto. {28-07-2008}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Quando si introduce un dato storico, bisogna sempre essere precisi. In quale periodo specifico in Spagna si sarebbero praticate danze sacre? In quale zona? Durante quale «concilio» accadde ciò? Erano danze sacre o erano danze di corte? Il fatto che i vescovi si scandalizzarono e proibirono con anatema tale costume, significa che non era la normalità nelle chiese, no? Inoltre ai cristiani non interessa tanto il dato storico-culturale in un dato momento della storia della chiesa come punto di riferimento, altrimenti dovremmo pensare ad Agostino che aveva una concubina o alle «dame di corte» o maitresse della curia romana e così via. I cristiani devono orientarsi alla chiara dottrina degli apostoli, così come è presentata negli scritti del NT.

     Nel confronto con Alessandra Bedin non si tratta di un accompagnamento musicale con ritmi e vivacità (qui ognuno ha i suoi gusti), ma lei riprende una nuova moda americana, che propone un vero e proprio ministero di «corpi di danza» professionisti tra le chiese come strumento di adorazione, evangelizzazione, proclamazione «profetica» e rinnovamento (restaurazione!) delle chiese. È tutta un’altra cosa. E per fare ciò, si fa violenza alla Scrittura pur di voler «dimostrare» che al tempo degli apostoli c’era un tale ministero. Si tratta invece proprio dell’introduzione di usi e costumi mondani nelle chiese odierne in nome di presunte premesse bibliche indimostrate, indimostrabili e poco convincenti.

     Non entro in merito alla musica, essendo un altro tema e ci porterebbe lontano da quello attuale. Analizzando il NT, prendiamo atto che si parla di musica, canti e salmeggiare nel NT (Rm 15,9; 1 Cor 14,15; Ef 5,19; Gcm 5,13); il salmeggiare avveniva in modo ritmato e, come mostrano vari titoli dei Salmi, avveniva con accompagnamento musicale (psàllō «salmeggiare» significava in effetti «pizzicare le corde, arpeggiare»). Non così è della danza rituale o addirittura di un ministero di danza accanto ad altri ministeri ecclesiali, di cui nel NT non c’è traccia tra i ministeri ecclesiali (1 Cor 12,18ss; Ef 4,11ss).

 

 

3. {Elvezio Calabri, ps.}

 

Contributo: Considerare tali persone dei cristiani e possibili fratelli, mi lascia molto perplesso, e scusa se te lo rammento. Io non considero questa donna una sorella in Cristo. Mia moglie è andata a vedere il sito di questa persona, e mi ha detto che in una foto in particolare le si vedevano le mutande. Un ottimo strumento per evangelizzare... magari su «Playboy», eh?... questa cara sorella in Cristo! {29-07-2008}

 

Risposta: Non entro in merito a questo tema se chi propone e pratica tali danze rituali nelle chiese siano o meno «fratelli e sorelle in Cristo». I due poli sono questi, come li esprime Paolo: «Il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che son suoi”; e: “Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”» (2 Tm 2,19).

     Così la prima parte del «sigillo» lasciamolo alla conoscenza insondabile e insindacabile di Dio. A noi spetta di giudicare l’albero dai frutti e di esortare a ritirarsi dal male chiunque si fregia di essere devoto a Dio.

     Certo pretendere di evangelizzare con una danza in cui si mettono in mostra le proprie «vergogne» (come spesso vengono chiamate le parti basse nella Bibbia), non solo non onora Dio e non edifica le chiese, ma suscita negli astanti ben altri sentimenti che quelli morali e devozionali e ricordano gli stimoli di Baal-Peor (Nu 25,1ss; Sal 106,28; Os 9,10).

 

 

4. {Gaetano Nunnari}

 

Contributo: Ogni lettore sano di mente dovrebbe rendersi conto fino a che punto demenziale sia arrivato il falso evangelo, portato avanti da questi movimenti carismatici. Roba da matti. Altro che Corinto... Ci stiamo avvicinando all’epoca di Sodoma e Gomorra. Chissà se l’apostolo Paolo ha fatto il cubista sull’Areopago! {29-07-2008}

 

Risposta: Non saprei rispondere sulla presunta attività notturna di Paolo, da te ventilata; non ne trovo traccia nel NT, ma chiederemo per sicurezza agli interpreti della danza e danzatori della versettologia!

     Certo tu essendo stato a lungo in una chiesa carismatica estrema, in cui la danza con bandiere è usuale, come normale sono lì la marcia sacramentale sotto un arco e cose simili, conosci al meglio tutto ciò per poterlo giudicare. Forse via Corinto non è molto lontana da piazza Sodoma e dal viale Gomorra. A noi spetta denunciare ciò che non riteniamo conforma alla Scrittura, per proteggere le chiese dalle nuove insane mode e per mobilitare in esse le energie positive di coloro che non hanno ancora piegato le ginocchia dinanzi a Baal (1 Re 19,18; cfr. Rm 11,4s).

 

 

5. {Calogero Fanara}

 

Contributo:  A proposito della danza, in quasi tutte le enciclopedie bibliche, viene riportato che i padri della chiesa non hanno mai permesso la danza, sia in chiesa che durante i matrimoni. Anzi, viene anche specificato che resistettero anche loro allinfluenza della danza pagano-secolare. Come mai oggi le cose sarebbero cambiate? Quelli che ci hanno preceduto erano tutti arretrati? {Belgio; 29-07-2008}

 

Risposta: La tattica del diavolo è sempre la stessa: biblicizziamo il mondo e mondanizziamo le chiese; cristianizziamo i costumi pagani e secolarizziamo le usanze cristiane. La storia della chiesa è un susseguirsi di queste fasi a quelle di riforma e di risveglio.

    Dopo che Moab e Madian non ce la fecero con la maledizione magica, usando l'occultista  Balaam, questi suggerì loro la via sensuale (Nu 31,16; cfr. 25,1ss): questa è sempre vincente fra i credenti senza discernimento biblico e poco ubbidienti alla Parola di Dio. Anche oggigiorno la sacra Scrittura diventa marginale in certe chiese; al pulpito si preferisce il palco, l’istruzione biblica viene sostituita dallo spettacolo, il conduttore diventa un presentatore o show master, i credenti sono trasformati in spettatori di teatro o di concerti. Se allora Balaam «insegnava a Balak a porre un intoppo davanti ai figli d’Israele, inducendoli a mangiare delle cose sacrificate agli idoli e a fornicare», anche oggigiorno egli ha i suoi «degni» seguaci (Ap 2,14), sia fra i seduttori, sia fra i sedotti.

 

 

6. {Calogero Fanara}

 

Contributo: Intanto ti volevo dire che sei in gamba nel rispondere a Alessandra riguardo alla danza! Questo confronto arriva proprio al tempo opportuno! Da qualche anno a oggi, la nostra chiesa sta perdendo alcuni membri proprio a causa della danza. Pur sapendo che la Parola di Dio non permette che i cristiani ballino nei matrimoni come lo fa il mondo, alcuni avrebbero voluto che il pastore li sposasse comunque e celebrasse per loro il culto matrimoniale, per poi andare a sollazzarsi la sera sul «dance floor» insieme con gli invitati…

     Il pastore non demorde affatto e rifiuta di sposare chiunque organizzi un matrimonio con DJ e danze.

     Quanto segue è successo tempo fa. Un certo credente, che era stato istruito nelle vie del Signore fin dall'infanzia, si è sposato con una giovane donna, convertitasi da poco. Hanno avvertito il pastore qualche settimana prima del loro matrimonio che avrebbero comunque danzato al matrimonio. Gli inviti erano già stati tutti inviati e tutti sapevano che le nozze sarebbero state celebrate dal nostro pastore nella nostra chiesa! Quando finalmente la coppia si è decisa ad andare a dirlo al pastore, egli rifiutò di sposarli. Il risultato è stato che il giovane, costretto dalla fidanzata, ha creduto di non avere altra scelta che andare a chiedere a un altro pastore nelle vicinanze di sposarli. Richiesta accettata… Inoltre tale coppia non frequenterà più la nostra chiesa, ma ha deciso d’andare nell’altra.

     Tali casi si verificano di più in più in quasi tutte le chiese evangeliche. Fino a 20 anni fa, quasi tutti i matrimoni cristiani erano celebrati senza contese e la sera s’organizzavano scenette umoristiche, si cantavano cantici, eppure ci si divertiva lo stesso, se non di più! {Belgio; 29-07-2008}

 

Risposta: Chiaramente questo è un altro tema rispetto a quello delle «danze liturgiche» e del presunto «ministero dei corpo di ballo» nelle chiese. Perciò non rispondo in merito, sebbene sia un problema che le chiese debbano porsi. In ogni modo, le alternative le hai mostrate tu stesso. Anche noi abbiamo organizzato matrimoni in cui ci siamo molto divertiti con proposte sane e dignitose. Purtroppo siamo stati anche ospiti in matrimoni in cui, oltre all’abbuffarsi, non c’era che il deserto e la noia… Allora è chiaro che la gente veda nel ballo e nelle danze una «alternativa».

 

 

7. {Daniela Miraldi}

 

Grazie del link, Nicola. Ho visitato anche il sito con i video del gruppo americano. Mi permetto d’esprimere il mio parere. Forse la sua interlocutrice si è dimostrata a tratti un tantino poco amorevole, ma credo che sull’esperienza della danza abbia ragione.

     Io feci danza molti anni fa con Enzo Paolo Turchi [un ballerino-coreografo in voga negli anni '70-'80 in Rai prevalentemente], a cavallo con la mia conversione, e non ho mai sentito di dover abbandonare questa forma artistica. È un talento che Dio mi ha dato e non potendo usarlo ne soffro, come un pianista o un pittore che non può esercitare il suo dono. È qualcosa che era innato in me, una capacità d’apprendere e d’intuire la tecnica che non s’inventa neanche con anni di scuola. E questa creazione in me, che è sicuramente messa da Dio e non da Satana, può sì essere indirizzata male, ma questo è vero anche del ginecologo che non fa nascere bambini ma li fa abortire...

     All’età di 42 anni, oggi, tutto mi sarei immaginata tranne che Dio m’avesse chiamato in modo soprannaturale a tornare a usare il talento che mi ha dato. Me l’ha detto e confermato tramite un profeta, che non sapeva nulla di me, un pastore d’una chiesa che non mi conosce, proprio quando avevo detto a Dio, che, in tutta libertà, avrei danzato nella mia cameretta per Lui. A me risulta difficile a volte entrare in adorazione, e non parlo di lode, ma adorazione, solo col canto. Lo faccio in chiesa dondolandomi sul mio posto, mentre guido la macchina e ascolto CD battendo le mani sul volante, ma molto di più mentre pulisco casa con musica cristiana preferita e ballo senza che lo pianifico prima... Insomma, lì siamo io e il Signore e sono felice e mi sento più vicina a Lui e sono sicura Lui lo apprezza. E c’è dell’altro... che ora non ho modo di dirle...

     Sono d’accordo con lei che si parta dalla Parola e si passi per l’esperienza, ma si può fare il percorso al contrario cercando una prova del 9... per la danza mi basta conoscere l’esperienza di Davide e poco importa che in una fase di culto ebraico lo facessero solo gli uomini. Dico, per esempio: tutte le chiese adottano il velo alle donne ancora? O i credenti che non lo fanno e quelli che non lo insegnano dovranno renderne conto a Dio? ultimamente sto rivedendo molto la posizione sulla predicazione femminile, e dire che ero proprio contraria!!! Non è corruzione della Chiesa degli ultimi tempi tutto...

     Credo che il tema della danza non sia una moda passeggera in seno al cristianesimo vero, ma uno di quei temi che farà discutere fino al ritorno di Cristo, come lo è il divorzio e le seconde nozze e tanti altri... Un abbraccio e un caro saluto. {29-07-2008}

 

 

8. {Nicola Martella}

 

È probabile che non hai capito fin in fondo di che cosa si tratti. Alessandra mi ha mandato un articolo di Ann Stevenson, di cui prossimamente metterò in rete una critica ragionata. Non si tratta di ciò che fanno i credenti in genere, ma dell’introduzione di «corpi di ballo» nelle chiese come forma di culto e della difesa di un tale ministero pubblico come «biblico». Anzi si vede nella «restaurazione della danza» (liturgica, rituale) nelle chiese come un modo concreto per restaurare l’intera chiesa!

     Presumo che quello, di cui tu parli, sia la danza artistica. Al riguardo si possono avere pareri diversi, ma è altra cosa. È possibile che qualcuno ti risponda con Paolo quanto segue: «Le cose che m’erano guadagni, io le ho reputate danno a motivo di Cristo… per il quale rinunciai a tutte tali cose e le reputo tanta spazzatura alfine di guadagnare Cristo» (Fil 3,7s).

     Si può certo discutere se tali versi siano pertinenti da usare riguardo alla danza artistica. Non credo comunque che tu pratichi o voglia praticare tutto ciò durante il culto sul palco come forma d’adorazione o d’evangelizzazione. Quantunque una cosa possa essere onesta e buona, se praticata in un certo contesto, risulta essere immorale e deleteria in un altro; per fare un esempio innocuo ma palese, nessuno andrebbe in costume da bagno alla riunione d’adorazione nella sala di culto, no? (quanto meno altre cose).

     Non entro in merito su ciò che un «profeta» possa confermare o meno; al riguardo ho scritto abbastanza sul sito. Conoscendo il campo, posso affermare che molti di coloro che si chiamano «profeti» sono indovini (cfr. già in Geremia, Ezechiele). I profeti (= gr. profetoi «proclamatori») del NT erano altra cosa. Chi vive in tale clima, rischia di vivere con «l’effetto oroscopo»: sebbene ciò che vi è scritto non sia vero, chi ci crede adempie da se stesso la «predizione»; al riguardo ho scritto nel libro «La lieve danza delle tenebre» negli articoli sulla divinazione e astrologia.

     Tu fai una distinzione fra «lode» e «adorazione», ma tale distinzione non esiste nel testo biblico. Inoltre il tuo «dondolarti» cantando in sala è una cosa differente dalla «restaurazione del ministero della danza» con l’ambita meta ideologica di restaurare l’intera chiesa. Quello che tu fai in privato in macchina o a casa, ascoltando musica, è anch’essa un’altra cosa. Ciò che fai in privato, lo faresti sul podio della chiesa con la pretesa d’ispirare la comunità all’adorazione?

     Non si può partire da un brano descrittivo e unico anche nell’AT per creare la dottrina di un presunto ministero neotestamentario della danza, che non esisteva. È una questione di verità, non di ciò che piace. Non si deve neppure partire dalle disubbidienze dei credenti oggi, per affermare che se va bene quello, va bene anche questo. È un falso sillogismo con pericolose conseguenze. Certo si può dire che la velatura delle donne sposate durante la loro preghiera pubblica, sia magari al 360° posto nella piramide della rilevanza dei comandamenti del NT; ciò non significa che non sia importante e che non bisogna renderne conto. Quanto alla predicazione femminile ho già scritto in merito; si fa bene a non andare oltre ciò che è scritto. Rimpolpare con versetti, tolti dal loro contesto, nuove mode (come il ministero della danza e il pastorato femminile), non le rende più credibili a chi conosce la Scrittura; mostra anzi come la pericolosa «teologia dell’esperienza» crei falsi consensi che affosseranno la verità e porteranno le chiese su falsi binari. Già la falsa «teologia della prosperità» ha prodotto leader (pastori, unti, guru cristiani, show master, tele-evangelisti, ecc.) che hanno coniugato Cristo con mammona, intascando soldi dei credenti e creandosi proprietà personali; il risultato è che, accanto alle false dottrine che propagano, stanno rovinando la testimonianza di Cristo agli occhi dei mass-media e della gente. Per non essere confusi e per essere approvati da Dio, bisogna tagliare rettamente la «Parola della verità» (2 Tm 2,15).

     Se la danza rituale sia un tema passeggero o meno, si vedrà. Di «vitelli d’oro», intorno a cui danzare, non mancano certo neppure oggigiorno. Allora come oggi, si potrà attribuire tutto a Dio (Es 32,4: «O Israele, questo è il tuo dio che ti ha tratto dal paese d’Egitto!»); ma allora come oggi si rischia che il patto sia infranto e che l’ira di Dio s’infiammi contro il suo popolo (v. 10). Allora ci sarà veramente da discutere…

 

 

9. {Gianni Siena}

 

Ho visitato il sito da dove la signora Bedin trae le foto della sua sacra danza.

     Persone stressate possono trovare giovamento in questi mezzi di relax e ristabilire finanche (!) un buon rapporto con il coniuge... Sempre se si tratta di «stress», è sufficiente «staccare la spina» e fare qualcosa di diverso per risollevarsi.

     Ma qui stiamo parlando di mezzi che — di fatto — sostituiscono la Grazia e il Cristo Salvatore: in che cosa saremo diversi dalle religioni? Cristo non è un rituale o una danza ma un Salvatore e un Signore, al quale dobbiamo ubbidienza e renderemo conto dei nostri pensieri più banali, e delle parole più scontate!

     Che una risata possa togliere dal cervello e dai nervi un senso di oppressione, ne sono edotto, ma consacrarla come espediente spirituale no!

     Sono tempi «strani» questi che stiamo vivendo! {29-07-2008}

 

 

10. {Antonio Tuccillo}

 

Contributo: Caro Nicola, ti ringrazio per gli articoli che mi mandi, ho letto con molto interesse (forse curiosità per l’argomento) quello sulla danza, per prima cosa perché non sapevo di questa nuova idea sulla danza nel cristianesimo.

     Condivido che nelle Scritture vi è scritto poco sulla danza, come è scritto poco su tante cose che si fanno e anche se a mio avviso sono utili, molti le criticano perché non c’è scritto (parlo dell’ora felice o scuola per i bimbi, della riunione dei giovani, delle riunioni nelle case e non nel locale di culto, la riunione delle sorelle, l’agape con pranzo comune, l’evangelizzazione con canti e scenette, le corali, ecc.).

     Posso capire che si faccia un programma per l’evangelizzazione e che per attirare l’attenzione dei passanti o per stimolare a entrare in un locale, dove si svolge il programma, ci sia una corale o un gruppo che canta (o visto che c’è qualcuno che al canto aggiunge dei gesti come coreografia), che nei programmi vi sono scenette parlate o mute con un chiaro significato biblico, tuttavia mi sembra anche ovvio che queste cose da sole non sono evangelizzazione, ma devono servire solo per attirare le persone affinché possano ascoltare poi un chiaro messaggio predicato dalla Parola di Dio.

     Ho incontrato a Milano delle persone vestite da pagliacci che regalavano palloncini ai bambini e un bigliettino con su scritto che facevano questo per missione per dichiarare l’amore di Gesù, ma non li ho visti predicare né testimoniare a tu per tu.

     Ho frequentato un corso d’evangelizzazione sulla Doulos nave della missione O.M, c’insegnarono a usare disegni o piccoli trucchi per far comprendere delle piccole verità bibliche (come il peccato che separa l’uomo da Dio e solo il sacrificio di Gesù può rimediare a ciò), tuttavia ci dissero chiaramente che queste piccole rappresentazioni non era predicare la Parola di Dio, ma che ci voleva sempre il messaggio chiaro della Parola di Dio per parlare al cuore delle persone presenti.

     Credo che la danza da sola non possa restaurare né la chiesa né il mondo perduto e, come hai affermato, solo la Bibbia è stato da sempre lo strumento usato da Dio per portare la chiesa alla fedeltà verso di lui e le persone perdute al ravvedimento; la Parola di Dio deve essere sempre centrale e visibile in tutte le attività e riunioni che svolgiamo.

     Frequento una piccola chiesa fatta da diverse persone d’una certa età, piene d’acciacchi, non credo che Dio per risolvere i vari problemini che abbiamo, pretenda da loro che danzino per lodarlo; continuo a credere che Dio voglia che siano le loro labbra, guidate da un cuore che ama il Signore che si è annullato divenendo simile all’uomo e morendo sulla croce, per portarci salvezza e ricchezze spirituali (Filippesi 2,5-11; 2 Corinzi 8,9), che lo lodino e l’adorino come lui merita. Ci vuole amore sempre, ma anche fedeltà a ciò che abbiamo imparato dalla Parola di Dio per risolvere o restaurare le cose che non vanno e non introdurre nuove teorie.

     In America si fanno tante cose che qui in Italia non si fanno, un giorno arriveranno anche da noi, ma nessuna di queste cose è vincolante. Le chiese in Italia ci sono, bisogna solo predicare di più e comportarsi in chiesa e fuori in modo consone agli insegnamenti ricevuti per valorizzare la nostra testimonianza individuale e di chiesa. Con affettuoso saluto… {29-07-2008}

 

Risposta: Per arrivare alla verità, si fa sempre bene a distinguere le cose, altrimenti tutto diventa relativo e tutto diventa possibile o impossibile. Una cosa è dire che il NT non parla di alcune forme particolari d’istruzione biblica o di espressione ecclesiale, altra cosa è introdurre un principio relativizzante per asserire che al tempo del NT esisteva il «ministero di un corpo di danza» riconosciuto nelle chiese e che guidava l’adorazione e l’evangelizzazione mediante le relative performance.

     Quanto ai raduni ecclesiali, alle attività ecclesiali e agli strumenti ministeriali presenti al tempo del NT, mi riservo di trattare tale materia extra. La mia ricerca ha dato risultati molto interessanti.

     Sì, musica, canti, corali, azioni mimiche sono azioni propedeutiche al chiaro messaggio della Parola. Anche i profeti si servivano di azioni simboliche perché il popolo ne chiedesse il significato ed essi potessero arrivare a dire: «Ascolta o casa d’Israele», oppure: «Così parla dunque il Signore».

     Si possono fare delle performance per strada, senza che chi li vede comprenda alcunché o può darsi che comprenda tutt’altro; le azioni simboliche possono essere utili, tuttavia non sono fine a se stesse, ma devono necessariamente portare al chiaro annuncio della Parola. Alla necessaria «parabola» deve seguire il chiaro insegnamento. L’Evangelo (la persona e l’opera di Cristo) è la massima dottrina del NT, mentre il resto è contorno; La «parola della croce» è la potenza di Dio (Rm 1,16; 1 Cor 1,18.24), il resto è coreografia (cfr. 2 Cor 4,7).

     Quanto a un presunto un ministero (la danza rituale o un altro), se Dio lo avesse voluto introdurre nella chiesa, lo avrebbe dichiarato chiaramente negli elenchi dei ministeri del nuovo patto. Quando a un qualunque tipo di ministero (vero o presunto che sia) vengono associate particolari ideologie, basate su un falso sillogismo e sulla manipolazione arbitraria della sacra Scrittura, e vengono suscitate particolari attese di grazia o di salvezza, puzza di bruciato. Allora è meglio provare gli spiriti! (1 Gv 4,1).

 

 

11. {Letizia Passeri}

 

Caro Nicola ho letto l’articolo e mi preoccupa il fatto che si voglia spiritualizzare tutto quello che l’uomo sa fare e dargli più importanza della predicazione della Parola di Dio.

     È vero che in tutti questi secoli, intraprendere una carriera di ballerino/a o cantante, musicista, attore, ecc. è stato da sempre considerato immorale nell’ottica cristiana. Probabilmente il nostro retaggio cattolico ci ha impedito di dare il giusto valore alle doti di creatività, di cui Dio ci ha dotato, per manifestarle anche nell’ambito della vita cristiana; tutte queste cose sono sempre state considerate immorali, cose del mondo e quindi da non praticare.

     Non ricordo che Dio nella sua Parola impedisca all’uomo di manifestare le proprie capacità creative, però dice che tutti noi dobbiamo usarle bene.

     Ma per quanto riguarda l’annuncio della Parola di Dio, non esiste che la predicazione. Tutto il resto può essere un contorno, ma non certamente il punto centrale a cui dedicarci la vita come testimonianza, come se la salvezza passasse attraverso la danza, il canto o la musica. Come sempre quando si è stato estremisti da una parte («queste cose sono diaboliche»), lo si diventa anche dal lato opposto. Spero che Alessandra possa trovare il giusto equilibrio, visto che conosce il Signore Gesù e ha fede in Lui per la sua salvezza, e possa predicarlo con tutta la sua vita e non solo con la danza, come del resto tutti noi che crediamo in LUI e nel suo ritorno.

     Grazie per tutti gli articoli di discussione che mi mandi, sono sempre molto interessanti. Devo ammettere che non sapevo esistessero così tanti modi di vedere e di vivere il cristianesimo. Che il Signore ti benedica... {30 luglio 2008}

 

Danzare per il Dio che danza? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

Danze giudaiche, ecclesiali e carismatiche {Argentino Quintavalle - Nicola Martella} (T/A)

La danza è l’obiettivo santo di Dio? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

*°*°*°*°*°*°

 

Per ulteriori approfondimenti sulla danza si vedano i seguenti siti e blog collegati alle persone impegnate nella cosiddetta «restaurazione del ministero di danza»:

     ■ Sito ufficiale Scuola Action

     ■ Danza Cristiana Restaurata in Italia

     ■ Action - la Vita in movimento

     ■ Sito International Christian Dance Fellowship

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Danza_Dio_parla_R56.htm

29-07-2008; Aggiornamento: 09/06/2021

 

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