Siamo partiti dal confronto fra Alessandra Bedin e Nicola Martella sul
tema della danza liturgica (o anche sacra, rituale, ecclesiale). [►
Danzare per il Dio che danza?] Alessandra Bedin, basandosi sulle asserzioni di Ann Stevenson, sostiene che
quello della danza sia un ministero biblico praticato non solo nell’AT, ma anche
nelle chiese del NT. Non solo lei si auspica una restaurazione del ministero di
danza nelle chiese, ma crede che quest’ultimo sia lo strumento di Dio per
restaurare la chiesa.
Nicola
Martella pensa che le prove esegetiche richieste riguardo a un ministero di
danza nelle chiese del Nuovo Testamento siano scarse, anzi inesistenti. I
sostenitori militanti di tale ministero si appoggiano su un consenso costruito
in merito, il quale fa uso della Bibbia mediante allegorizzazioni e
spiritualizzazioni arbitrarie di versi biblici, proiezioni ideologiche nei testi
biblici, versettologie indebite e falso sillogismo. Chi fa così non sa neppure
dove sia di casa un’esegesi contestuale rigorosa e precisa. Così si aprono le
porte a un soggettivismo misticheggiante e i portoni all’arbitrio dottrinale. La
danza con bandiere e intorno a una corona o ad altro è una nuova forma di danza
intorno a un moderno «vitello d’oro»?
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Gianni Siena} ▲
Durante le lezioni
di musicologia nella scuola media, seppi che in Spagna le chiese praticavano
(tutte?) delle danze sacre. Durante un concilio spagnolo (non ricordo
quale) si fecero delle danze (= donne e uomini), i vescovi si scandalizzarono. I
bacchettoni ecclesiastici proibirono il tutto con anatemi vari.
Se delle anime esprimono «saltuariamente» con musica, ritmo e danze il
loro amore per Cristo, in presenza della sostanza intera della spiritualità e
fede cristiane, io non ci troverei niente da disapprovare: mi sono trovato in un
consesso simile ma ho misurato quei fedeli da altre angolazioni e quel ritmico
accompagnare i cantici non mi disturbò affatto.
Il «problema» è dato dal prurito non scritturale di introdurre usi e costumi
secolari nella Chiesa, in contrasto con gli ammonimenti della Scrittura. Un
credente che riscuote la mia stima, scriveva che la fede evangelica ha saputo
produrre una innodia e delle musiche ineguagliabili. Non c’è la necessità di
prendere in prestito stili musicali nati anche per trasgredire la Parola di Dio,
per esempio il «rock»: la sua versione «cristiana» non mi ha mai convinto
e non l’ascolto. L’espressione «rock & roll», nello slang angloamericano, indica
lo scrollare di una macchina nella quale due stanno amoreggiando.
Sarebbe una buona cosa guardarsi da «ogni specie di male», anche da certe
pratiche derivate dal mondo non cristiano. Non trovo nulla di male nelle
contaminazioni degli arrangiamenti musicali; e modernizzare i cantici,
per offrirli al gusto delle nuove generazioni di credenti, è sempre stata
un’attività benedetta. Quello che stona è introdurre nel regno di Cristo cose
che gli sono estranee: se ne raccoglierà il frutto negativo nei prossimi anni.
Non trovo affatto convincenti gli argomenti di coloro che giustificano
l’introduzione di queste usanze nel culto cristiano; non bisogna mai andare
oltre quello che è scritto. {28-07-2008}
2.
{Nicola Martella} ▲
Quando si introduce
un dato storico, bisogna sempre essere precisi. In quale periodo specifico in
Spagna si sarebbero praticate danze sacre? In quale zona? Durante quale
«concilio» accadde ciò? Erano danze sacre o erano danze di corte? Il fatto che i
vescovi si scandalizzarono e proibirono con anatema tale costume, significa che
non era la normalità nelle chiese, no? Inoltre ai cristiani non interessa tanto
il dato storico-culturale in un dato momento della storia della chiesa come
punto di riferimento, altrimenti dovremmo pensare ad Agostino che aveva una
concubina o alle «dame di corte» o maitresse della curia romana e così via. I
cristiani devono orientarsi alla chiara dottrina degli apostoli, così come è
presentata negli scritti del NT.
Nel confronto con Alessandra Bedin non si tratta di un accompagnamento musicale
con ritmi e vivacità (qui ognuno ha i suoi gusti), ma lei riprende una nuova
moda americana, che propone un vero e proprio ministero di «corpi di danza»
professionisti tra le chiese come strumento di adorazione, evangelizzazione,
proclamazione «profetica» e rinnovamento (restaurazione!) delle chiese. È tutta
un’altra cosa. E per fare ciò, si fa violenza alla Scrittura pur di voler
«dimostrare» che al tempo degli apostoli c’era un tale ministero. Si tratta
invece proprio dell’introduzione di usi e costumi mondani nelle chiese odierne
in nome di presunte premesse bibliche indimostrate, indimostrabili e poco
convincenti.
Non entro in merito alla musica, essendo un altro tema e ci porterebbe
lontano da quello attuale. Analizzando il NT, prendiamo atto che si parla di
musica, canti e salmeggiare nel NT (Rm 15,9; 1 Cor 14,15; Ef 5,19; Gcm 5,13); il
salmeggiare avveniva in modo ritmato e, come mostrano vari titoli dei Salmi,
avveniva con accompagnamento musicale (psàllō «salmeggiare» significava
in effetti «pizzicare le corde, arpeggiare»). Non così è della danza rituale o
addirittura di un ministero di danza accanto ad altri ministeri ecclesiali, di
cui nel NT non c’è traccia tra i ministeri ecclesiali (1 Cor 12,18ss; Ef
4,11ss).
3. {Elvezio Calabri, ps.} ▲
■
Contributo:
Considerare tali persone dei cristiani e
possibili fratelli, mi lascia molto perplesso, e scusa se te lo rammento. Io non
considero questa donna una sorella in Cristo. Mia moglie è andata a vedere il
sito di questa persona, e mi ha detto che in una foto in particolare le si
vedevano le mutande. Un ottimo strumento per evangelizzare... magari su
«Playboy», eh?... questa cara sorella in Cristo! {29-07-2008}
▬
Risposta: Non entro in merito a questo tema se chi propone e
pratica tali danze rituali nelle chiese siano o meno «fratelli e sorelle in
Cristo». I due poli sono questi, come li esprime Paolo: «Il solido fondamento
di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: “Il Signore conosce quelli che son
suoi”; e: “Si ritragga dall’iniquità chiunque nomina il nome del Signore”»
(2 Tm 2,19).
Così la prima parte del «sigillo» lasciamolo alla conoscenza insondabile e
insindacabile di Dio. A noi spetta di giudicare l’albero dai frutti e di
esortare a ritirarsi dal male chiunque si fregia di essere devoto a Dio.
Certo pretendere di evangelizzare con una danza in cui si mettono in mostra le
proprie «vergogne» (come spesso vengono chiamate le parti basse nella Bibbia),
non solo non onora Dio e non edifica le chiese, ma suscita negli astanti ben
altri sentimenti che quelli morali e devozionali e ricordano gli stimoli di
Baal-Peor (Nu 25,1ss; Sal 106,28; Os 9,10).
4. {Gaetano Nunnari} ▲
■
Contributo:
Ogni lettore sano di mente dovrebbe rendersi
conto fino a che punto demenziale sia arrivato il falso evangelo, portato avanti
da questi movimenti carismatici. Roba da matti. Altro che Corinto... Ci stiamo
avvicinando all’epoca di Sodoma e Gomorra. Chissà se l’apostolo Paolo ha fatto
il cubista sull’Areopago! {29-07-2008}
▬
Risposta: Non saprei rispondere sulla presunta attività notturna
di Paolo, da te ventilata; non ne trovo traccia nel NT, ma chiederemo per
sicurezza agli interpreti della danza e danzatori della versettologia!
Certo tu essendo stato a lungo in una chiesa carismatica estrema, in cui la
danza con bandiere è usuale, come normale sono lì la marcia sacramentale sotto
un arco e cose simili, conosci al meglio tutto ciò per poterlo giudicare. Forse
via Corinto non è molto lontana da piazza Sodoma e dal viale Gomorra. A noi
spetta denunciare ciò che non riteniamo conforma alla Scrittura, per proteggere
le chiese dalle nuove insane mode e per mobilitare in esse le energie positive
di coloro che non hanno ancora piegato le ginocchia dinanzi a Baal (1 Re 19,18;
cfr. Rm 11,4s).
5. {Calogero Fanara} ▲
■
Contributo:
A proposito della danza, in quasi tutte le
enciclopedie bibliche, viene riportato che i padri della chiesa non hanno mai
permesso la danza, sia in chiesa che durante i matrimoni. Anzi, viene anche
specificato che resistettero anche loro all’influenza
della danza pagano-secolare. Come mai oggi le cose sarebbero cambiate? Quelli
che ci hanno preceduto erano tutti arretrati? {Belgio; 29-07-2008}
▬
Risposta:
La tattica del diavolo è sempre
la stessa: biblicizziamo il mondo e mondanizziamo le chiese; cristianizziamo i
costumi pagani e secolarizziamo le usanze cristiane. La storia della chiesa è un
susseguirsi di queste fasi a quelle di riforma e di risveglio.
Dopo che Moab e Madian non ce la fecero con la
maledizione magica, usando l'occultista Balaam, questi suggerì loro la via
sensuale (Nu 31,16; cfr. 25,1ss): questa è sempre vincente fra i credenti senza
discernimento biblico e poco ubbidienti alla Parola di Dio. Anche oggigiorno la
sacra Scrittura diventa marginale in certe chiese; al pulpito si preferisce il
palco, l’istruzione biblica viene sostituita dallo spettacolo, il conduttore
diventa un presentatore o show master, i credenti sono trasformati in spettatori
di teatro o di concerti. Se allora Balaam «insegnava a Balak a porre un
intoppo davanti ai figli d’Israele, inducendoli a mangiare delle cose
sacrificate agli idoli e a fornicare», anche oggigiorno egli ha i suoi
«degni» seguaci (Ap 2,14), sia fra i seduttori, sia fra i sedotti.
6. {Calogero Fanara} ▲
■
Contributo:
Intanto ti volevo dire che
sei in gamba nel rispondere a Alessandra riguardo alla danza!
Questo
confronto arriva proprio al tempo opportuno! Da qualche anno a oggi, la nostra
chiesa sta perdendo alcuni membri proprio a causa della danza. Pur
sapendo che la Parola
di Dio non permette che i cristiani ballino nei
matrimoni come lo fa il mondo, alcuni avrebbero
voluto che
il pastore li sposasse comunque e celebrasse per loro il culto matrimoniale, per
poi andare a
sollazzarsi la sera sul «dance floor» insieme con gli invitati…
Il pastore
non demorde affatto e rifiuta di sposare chiunque organizzi un matrimonio con DJ
e danze.
Quanto segue è
successo tempo fa.
Un certo credente, che era stato istruito nelle
vie del Signore fin dall'infanzia, si è sposato
con una
giovane donna, convertitasi da poco. Hanno avvertito il pastore qualche
settimana prima del
loro matrimonio che avrebbero comunque danzato
al matrimonio. Gli inviti erano già stati tutti inviati e tutti
sapevano che
le nozze sarebbero state celebrate dal nostro pastore nella nostra chiesa!
Quando
finalmente la coppia si è decisa ad andare a dirlo al pastore, egli rifiutò di
sposarli.
Il risultato
è stato che il giovane, costretto dalla fidanzata, ha creduto di non avere altra
scelta che andare a
chiedere a
un altro pastore nelle vicinanze di sposarli. Richiesta accettata…
Inoltre tale
coppia non frequenterà più la nostra chiesa, ma ha deciso d’andare nell’altra.
Tali casi si
verificano di più in più in quasi tutte le chiese evangeliche.
Fino a 20
anni fa, quasi tutti i matrimoni cristiani erano celebrati senza contese e la
sera s’organizzavano
scenette umoristiche, si cantavano cantici, eppure ci si divertiva lo
stesso, se
non di più! {Belgio; 29-07-2008}
▬ Risposta:
Chiaramente questo è un altro tema rispetto a quello delle «danze liturgiche» e
del presunto «ministero dei corpo di ballo» nelle chiese. Perciò non rispondo in
merito, sebbene sia un problema che le chiese debbano porsi. In ogni modo, le
alternative le hai mostrate tu stesso. Anche noi abbiamo organizzato matrimoni
in cui ci siamo molto divertiti con proposte sane e dignitose. Purtroppo siamo
stati anche ospiti in matrimoni in cui, oltre all’abbuffarsi, non c’era che il
deserto e la noia… Allora è chiaro che la gente veda nel ballo e nelle danze una
«alternativa».
7. {Daniela Miraldi} ▲
Grazie del link, Nicola. Ho visitato anche il sito con i video del gruppo
americano. Mi permetto d’esprimere il mio parere. Forse la sua interlocutrice si
è dimostrata a tratti un tantino poco amorevole, ma credo che sull’esperienza
della danza abbia ragione.
Io feci danza molti anni fa con Enzo Paolo Turchi [un
ballerino-coreografo in voga negli anni '70-'80 in Rai prevalentemente],
a cavallo con la mia conversione, e non ho mai sentito di dover abbandonare
questa forma artistica. È un talento che Dio mi ha dato e non potendo usarlo ne
soffro, come un pianista o un pittore che non può esercitare il suo dono. È
qualcosa che era innato in me, una capacità d’apprendere e d’intuire la tecnica
che non s’inventa neanche con anni di scuola. E questa creazione in me, che è
sicuramente messa da Dio e non da Satana, può sì essere indirizzata male, ma
questo è vero anche del ginecologo che non fa nascere bambini ma li fa
abortire...
All’età di 42 anni, oggi, tutto mi sarei immaginata tranne che Dio m’avesse
chiamato in modo soprannaturale a tornare a usare il talento che mi ha dato. Me
l’ha detto e confermato tramite un profeta, che non sapeva nulla di me, un
pastore d’una chiesa che non mi conosce, proprio quando avevo detto a Dio, che,
in tutta libertà, avrei danzato nella mia cameretta per Lui. A me risulta
difficile a volte entrare in adorazione, e non parlo di lode, ma adorazione,
solo col canto. Lo faccio in chiesa dondolandomi sul mio posto, mentre guido la
macchina e ascolto CD battendo le mani sul volante, ma molto di più mentre
pulisco casa con musica cristiana preferita e ballo senza che lo pianifico
prima... Insomma, lì siamo io e il Signore e sono felice e mi sento più vicina a
Lui e sono sicura Lui lo apprezza. E c’è dell’altro... che ora non ho modo di
dirle...
Sono d’accordo con lei che si parta dalla Parola e si passi per l’esperienza, ma
si può fare il percorso al contrario cercando una prova del 9... per la danza mi
basta conoscere l’esperienza di Davide e poco importa che in una fase di culto
ebraico lo facessero solo gli uomini. Dico, per esempio: tutte le chiese
adottano il velo alle donne ancora? O i credenti che non lo fanno e quelli che
non lo insegnano dovranno renderne conto a Dio? ultimamente sto rivedendo molto
la posizione sulla predicazione femminile, e dire che ero proprio contraria!!!
Non è corruzione della Chiesa degli ultimi tempi tutto...
Credo che il tema della danza non sia una moda passeggera in seno al
cristianesimo vero, ma uno di quei temi che farà discutere fino al ritorno di
Cristo, come lo è il divorzio e le seconde nozze e tanti altri... Un abbraccio e
un caro saluto. {29-07-2008}
8. {Nicola Martella} ▲
È probabile che non
hai capito fin in fondo di che cosa si tratti. Alessandra mi ha mandato un
articolo di Ann Stevenson, di cui prossimamente metterò in rete una critica
ragionata. Non si tratta di ciò che fanno i credenti in genere, ma
dell’introduzione di «corpi di ballo» nelle chiese come forma di culto e della
difesa di un tale ministero pubblico come «biblico». Anzi si vede nella
«restaurazione della danza» (liturgica, rituale) nelle chiese come un modo
concreto per restaurare l’intera chiesa!
Presumo che quello, di cui tu parli, sia la danza artistica. Al riguardo si
possono avere pareri diversi, ma è altra cosa. È possibile che qualcuno ti
risponda con Paolo quanto segue: «Le cose che m’erano guadagni, io le ho
reputate danno a motivo di Cristo… per il quale rinunciai a tutte tali cose e le
reputo tanta spazzatura alfine di guadagnare Cristo» (Fil 3,7s).
Si può certo discutere se tali versi siano pertinenti da usare riguardo alla
danza artistica. Non credo comunque che tu pratichi o voglia praticare tutto ciò
durante il culto sul palco come forma d’adorazione o d’evangelizzazione.
Quantunque una cosa possa essere onesta e buona, se praticata in un certo
contesto, risulta essere immorale e deleteria in un altro; per fare un esempio
innocuo ma palese, nessuno andrebbe in costume da bagno alla riunione
d’adorazione nella sala di culto, no? (quanto meno altre cose).
Non entro in merito su ciò che un «profeta» possa confermare o meno; al riguardo
ho scritto abbastanza sul sito. Conoscendo il campo, posso affermare che molti
di coloro che si chiamano «profeti» sono indovini (cfr. già in Geremia,
Ezechiele). I profeti (= gr. profetoi «proclamatori») del NT erano altra
cosa. Chi vive in tale clima, rischia di vivere con «l’effetto oroscopo»:
sebbene ciò che vi è scritto non sia vero, chi ci crede adempie da se stesso la
«predizione»; al riguardo ho scritto nel libro «La lieve danza delle tenebre»
negli articoli sulla divinazione e astrologia.
Tu fai una distinzione fra «lode» e «adorazione», ma tale distinzione non esiste
nel testo biblico. Inoltre il tuo «dondolarti» cantando in sala è una cosa
differente dalla «restaurazione del ministero della danza» con l’ambita meta
ideologica di restaurare l’intera chiesa. Quello che tu fai in privato in
macchina o a casa, ascoltando musica, è anch’essa un’altra cosa. Ciò che fai in
privato, lo faresti sul podio della chiesa con la pretesa d’ispirare la comunità
all’adorazione?
Non si può partire da un brano descrittivo e unico anche nell’AT per creare la
dottrina di un presunto ministero neotestamentario della danza, che non
esisteva. È una questione di verità, non di ciò che piace. Non si deve neppure
partire dalle disubbidienze dei credenti oggi, per affermare che se va bene
quello, va bene anche questo. È un falso sillogismo con pericolose conseguenze.
Certo si può dire che la velatura delle donne sposate durante la loro preghiera
pubblica, sia magari al 360° posto nella piramide della rilevanza dei
comandamenti del NT; ciò non significa che non sia importante e che non bisogna
renderne conto. Quanto alla predicazione femminile ho già scritto in merito; si
fa bene a non andare oltre ciò che è scritto. Rimpolpare con versetti,
tolti dal loro contesto, nuove mode (come il ministero della danza e il
pastorato femminile), non le rende più credibili a chi conosce la Scrittura;
mostra anzi come la pericolosa «teologia dell’esperienza» crei falsi consensi
che affosseranno la verità e porteranno le chiese su falsi binari. Già la falsa
«teologia della prosperità» ha prodotto leader (pastori, unti, guru cristiani,
show master, tele-evangelisti, ecc.) che hanno coniugato Cristo con mammona,
intascando soldi dei credenti e creandosi proprietà personali; il risultato è
che, accanto alle false dottrine che propagano, stanno rovinando la
testimonianza di Cristo agli occhi dei mass-media e della gente. Per non essere
confusi e per essere approvati da Dio, bisogna tagliare rettamente la «Parola
della verità» (2 Tm 2,15).
Se la danza rituale sia un tema passeggero o meno, si vedrà. Di «vitelli d’oro»,
intorno a cui danzare, non mancano certo neppure oggigiorno. Allora come oggi,
si potrà attribuire tutto a Dio (Es 32,4: «O Israele, questo è il tuo dio che
ti ha tratto dal paese d’Egitto!»); ma allora come oggi si rischia che il
patto sia infranto e che l’ira di Dio s’infiammi contro il suo popolo (v. 10).
Allora ci sarà veramente da discutere…
9. {Gianni Siena} ▲
Ho visitato il sito
da dove la signora Bedin trae le foto della sua sacra danza.
Persone stressate possono trovare giovamento in questi mezzi di relax e
ristabilire finanche (!) un buon rapporto con il coniuge... Sempre se si tratta
di «stress», è sufficiente «staccare la spina» e fare qualcosa di diverso per
risollevarsi.
Ma qui stiamo parlando di mezzi che — di fatto — sostituiscono la Grazia
e il Cristo Salvatore: in che cosa saremo diversi dalle religioni? Cristo non è
un rituale o una danza ma un Salvatore e un Signore, al quale dobbiamo
ubbidienza e renderemo conto dei nostri pensieri più banali, e delle parole più
scontate!
Che una risata possa togliere dal cervello e dai nervi un senso di oppressione,
ne sono edotto, ma consacrarla come espediente spirituale no!
Sono tempi «strani» questi che stiamo vivendo!
{29-07-2008}
10. {Antonio Tuccillo} ▲
■
Contributo:
Caro Nicola, ti ringrazio per gli articoli che mi mandi, ho letto con
molto interesse (forse curiosità per l’argomento) quello sulla danza, per prima
cosa perché non sapevo di questa nuova idea sulla danza nel cristianesimo.
Condivido che nelle Scritture vi è scritto poco sulla danza, come è scritto poco
su tante cose che si fanno e anche se a mio avviso sono utili, molti le
criticano perché non c’è scritto (parlo dell’ora felice o scuola per i bimbi,
della riunione dei giovani, delle riunioni nelle case e non nel locale di culto,
la riunione delle sorelle, l’agape con pranzo comune, l’evangelizzazione con
canti e scenette, le corali, ecc.).
Posso capire che si faccia un programma per l’evangelizzazione e che per
attirare l’attenzione dei passanti o per stimolare a entrare in un locale, dove
si svolge il programma, ci sia una corale o un gruppo che canta (o visto che c’è
qualcuno che al canto aggiunge dei gesti come coreografia), che nei programmi vi
sono scenette parlate o mute con un chiaro significato biblico, tuttavia mi
sembra anche ovvio che queste cose da sole non sono evangelizzazione, ma devono
servire solo per attirare le persone affinché possano ascoltare poi un chiaro
messaggio predicato dalla Parola di Dio.
Ho incontrato a Milano delle persone vestite da pagliacci che regalavano
palloncini ai bambini e un bigliettino con su scritto che facevano questo per
missione per dichiarare l’amore di Gesù, ma non li ho visti predicare né
testimoniare a tu per tu.
Ho frequentato un corso d’evangelizzazione sulla Doulos nave della missione O.M,
c’insegnarono a usare disegni o piccoli trucchi per far comprendere delle
piccole verità bibliche (come il peccato che separa l’uomo da Dio e solo il
sacrificio di Gesù può rimediare a ciò), tuttavia ci dissero chiaramente che
queste piccole rappresentazioni non era predicare la Parola di Dio, ma che ci
voleva sempre il messaggio chiaro della Parola di Dio per parlare al cuore delle
persone presenti.
Credo che la danza da sola non possa restaurare né la chiesa né il mondo perduto
e, come hai affermato, solo la Bibbia è stato da sempre lo strumento usato da
Dio per portare la chiesa alla fedeltà verso di lui e le persone perdute al
ravvedimento; la Parola di Dio deve essere sempre centrale e visibile in tutte
le attività e riunioni che svolgiamo.
Frequento una piccola chiesa fatta da diverse persone d’una certa età, piene
d’acciacchi, non credo che Dio per risolvere i vari problemini che abbiamo,
pretenda da loro che danzino per lodarlo; continuo a credere che Dio voglia che
siano le loro labbra, guidate da un cuore che ama il Signore che si è annullato
divenendo simile all’uomo e morendo sulla croce, per portarci salvezza e
ricchezze spirituali (Filippesi 2,5-11; 2 Corinzi 8,9), che lo lodino e
l’adorino come lui merita. Ci vuole amore sempre, ma anche fedeltà a ciò che
abbiamo imparato dalla Parola di Dio per risolvere o restaurare le cose che non
vanno e non introdurre nuove teorie.
In America si fanno tante cose che qui in Italia non si fanno, un giorno
arriveranno anche da noi, ma nessuna di queste cose è vincolante. Le chiese in
Italia ci sono, bisogna solo predicare di più e comportarsi in chiesa e fuori in
modo consone agli insegnamenti ricevuti per valorizzare la nostra testimonianza
individuale e di chiesa. Con affettuoso saluto… {29-07-2008}
▬
Risposta:
Per arrivare alla verità, si fa sempre bene a distinguere le cose,
altrimenti tutto diventa relativo e tutto diventa possibile o impossibile. Una
cosa è dire che il NT non parla di alcune forme particolari d’istruzione biblica
o di espressione ecclesiale, altra cosa è introdurre un principio relativizzante
per asserire che al tempo del NT esisteva il «ministero di un corpo di danza»
riconosciuto nelle chiese e che guidava l’adorazione e l’evangelizzazione
mediante le relative performance.
Quanto ai raduni ecclesiali, alle attività ecclesiali e agli strumenti
ministeriali presenti al tempo del NT, mi riservo di trattare tale materia
extra. La mia ricerca ha dato risultati molto interessanti.
Sì, musica, canti, corali, azioni mimiche sono azioni propedeutiche al chiaro
messaggio della Parola. Anche i profeti si servivano di azioni simboliche perché
il popolo ne chiedesse il significato ed essi potessero arrivare a dire:
«Ascolta o casa d’Israele», oppure: «Così parla dunque il Signore».
Si possono fare delle performance per strada, senza che chi li vede
comprenda alcunché o può darsi che comprenda tutt’altro; le azioni simboliche
possono essere utili, tuttavia non sono fine a se stesse, ma devono
necessariamente portare al chiaro annuncio della Parola. Alla necessaria
«parabola» deve seguire il chiaro insegnamento. L’Evangelo (la persona e l’opera
di Cristo) è la massima dottrina del NT, mentre il resto è contorno; La «parola
della croce» è la potenza di Dio (Rm 1,16; 1 Cor 1,18.24), il resto è
coreografia (cfr. 2 Cor 4,7).
Quanto a un presunto un ministero (la danza rituale o un altro), se Dio lo
avesse voluto introdurre nella chiesa, lo avrebbe dichiarato chiaramente negli
elenchi dei ministeri del nuovo patto. Quando a un qualunque tipo di ministero
(vero o presunto che sia) vengono associate particolari ideologie, basate su un
falso sillogismo e sulla manipolazione arbitraria della sacra Scrittura, e
vengono suscitate particolari attese di grazia o di salvezza, puzza di bruciato.
Allora è meglio provare gli spiriti! (1 Gv 4,1).
11. {Letizia Passeri} ▲
Caro Nicola ho
letto l’articolo e mi preoccupa il fatto che si voglia spiritualizzare tutto
quello che l’uomo sa fare e dargli più importanza della predicazione della
Parola di Dio.
È vero che in tutti questi secoli, intraprendere una carriera di ballerino/a o
cantante, musicista, attore, ecc. è stato da sempre considerato immorale
nell’ottica cristiana. Probabilmente il nostro retaggio cattolico ci ha impedito
di dare il giusto valore alle doti di creatività, di cui Dio ci ha dotato, per
manifestarle anche nell’ambito della vita cristiana; tutte queste cose sono
sempre state considerate immorali, cose del mondo e quindi da non praticare.
Non ricordo che Dio nella sua Parola impedisca all’uomo di manifestare le
proprie capacità creative, però dice che tutti noi dobbiamo usarle bene.
Ma per quanto riguarda l’annuncio della Parola di Dio, non esiste che la
predicazione. Tutto il resto può essere un contorno, ma non certamente il punto
centrale a cui dedicarci la vita come testimonianza, come se la salvezza
passasse attraverso la danza, il canto o la musica. Come sempre quando si è
stato estremisti da una parte («queste cose sono diaboliche»), lo si diventa
anche dal lato opposto. Spero che Alessandra possa trovare il giusto equilibrio,
visto che conosce il Signore Gesù e ha fede in Lui per la sua salvezza, e possa
predicarlo con tutta la sua vita e non solo con la danza, come del resto tutti
noi che crediamo in LUI e nel suo ritorno.
Grazie per tutti gli articoli di discussione che mi mandi, sono sempre molto
interessanti. Devo ammettere che non sapevo esistessero così tanti modi di
vedere e di vivere il cristianesimo. Che il Signore ti benedica... {30 luglio
2008}
►
Danzare per il Dio che danza? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)
►
Danze giudaiche, ecclesiali e carismatiche {Argentino Quintavalle - Nicola Martella} (T/A)
►
La danza è l’obiettivo santo di Dio? Parliamone {Nicola Martella} (T)
*°*°*°*°*°*°
Per ulteriori
approfondimenti sulla danza si vedano i seguenti siti e blog collegati
alle persone impegnate nella cosiddetta «restaurazione del ministero di danza»:
■
Sito ufficiale Scuola Action
■
Danza Cristiana Restaurata in Italia
■
Action - la Vita in movimento
■
Sito International Christian Dance Fellowship
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Danza_Dio_parla_R56.htm
29-07-2008; Aggiornamento: 09/06/2021
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