Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Antico Testamento

 

 

 

 

Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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UN NUOVO PATTO STIPULATO NELL’AT? 4

Il contesto del nuovo patto in Geremia

 

Fernando De Angelis - Nicola Martella

 

Le singole parti

1. Mosè e i profeti

2. Osea e il nuovo «matrimonio»

3. L’evangelo di Isaia

4. Il contesto del nuovo patto in Geremia

5. La conferma di Ezechiele

6. Aspetti finali

 

Come si vede dall’indice, questo confronto con Fernando De Angelis si estende per sei parti. Qui di seguito riportiamo la quarta parte.

 

1.  LE TESI (Fernando De Angelis): Quando si cita il nuovo patto di Geremia si va al capitolo 31, che però è parte della sezione comprendente i capp. 30-33, i quali si collegano strettamente al cap. 29, dove Geremia rassicura gli esuli a Babilonia che, dopo settant’anni, Dio li avrebbe fatti tornare. I capitoli 30-33, perciò, sono rivolti a quegli stessi esuli, con i quali nel futuro Dio non vuole soltanto ripristinare i vecchi rapporti risultati inefficaci, ma intende stabilire un rapporto più profondo. Tutto ciò è ben chiaro all’inizio della sezione: «Ecco, i giorni vengono in cui io riporterò dall’esilio il mio popolo» (Gr 30,3); è evidente che in tutta la sezione i giorni futuri, ai quali ci si riferisce, sono quelli del ritorno da Babilonia (31,27.31.38; 33,14; cfr. anche 30,7s; 31,1.6.29). Qualunque sia l’applicazione, che se ne fa al NT, anche il primo riferimento di Geremia è al ritorno da Babilonia.

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella): È chiaro che Geremia parlasse ai Giudei del suo tempo. Tuttavia, pressoché nessuno dei presenti sarebbe mai tornato da Babilonia. Quindi, tutti i riferimenti riguardavano i loro discendenti.

     Tali discendenti potevano essere la «generazione X», se tutti fossero tornati in patria, per costituire l’antico regno d’Israele con a capo il «nuovo Davide», ma così non fu.

     Che cosa avviene, quando le premesse a una promessa storiche di Dio non vengono onorate da parte del popolo? Allora subentra la «dinamica predizionale», altro termine tecnico da me coniato decenni or sono, per spiegare quanto segue: in tali casi, Dio adempie solo le sue promesse nel senso di una «caparra storica», in vista del pieno adempimento (normalmente escatologico), allorquando le premesse richieste saranno tutte adempiute. Si veda al riguardo in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), l’articolo: «Dinamica predizionale», p. 138.

     L’intento storico di Dio era stato questo: «Io avevo strettamente unita a me tutta la casa d’Israele e tutta la casa di Giuda, dice l’Eterno, perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode, mia gloria; ma essi non hanno voluto dare ascolto» (Gr 13,11). Ecco l’accusa che Dio fece ai due regni: «La casa d’Israele e la casa di Giuda hanno rotto il patto, che io avevo ingiunto ai loro padri» (Gr 11,10; cfr. v. 17; 31,32).

     Quindi, dopo il ritorno dall’esilio, fu stipulato un «nuovo patto», che prevedesse anche un nuovo tipo di legislazione? La risposta è negativa. Eccone le motivazioni storiche e teologiche.

 

     ■ Dio avrebbe ingiunto tale nuovo patto alla «casa d’Israele» e alla «casa di Giuda». Ciò significa che dovevano esistere due entità politiche e nazionali, ossia due regni distinti, che avessero un proprio territorio e una propria autonomia (cfr. Gr 18,6-11 «casa[to]» = nazione; per la connessione fra «casa[to]» e «regno» cfr. 2 Sm 16,3; 1 Re 12,21; Os 1,4). La «casa d’Israele», per essere tale, deve avere, oltre al territorio e all’autonomia, la sua struttura teocratica: re, capi, sacerdoti e profeti (Gr 2,26).

     Al ritorno degli Ebrei dall’esilio, la maggior parte erano Giudei, si allocarono nel vecchio territorio di Giuda, specialmente intorno all’antica capitale. Nel territorio del regno del nord erano stati allocati dagli Assiri oramai da circa 186 anni popolazioni pagane eterogenee, che poi verranno chiamate «Samaritani» (da Samaria, l’antica capitale). Quindi, non esisteva la «casa d’Israele». E non esisteva neppure un regno di Giuda, visto che la Giudea era un lembo dell’impero persiano.

 

     ■ La realizzazione del nuovo patto presupponeva il ritorno in concerto della casa di Giuda e della casa d’Israele nel «paese delizioso», nella più «bella eredità delle nazioni», e del riconoscimento dell’Eterno come «Padre mio!» (Gr 3,18s).

 

     ■ La realizzazione del nuovo patto presupponeva il ripopolamento dei territori delle due «case» con uomini e animali (Gr 31,27). Ecco le motivazioni perché ciò non si realizzò: la stragrande maggioranza degli Ebrei non tornò in patria, il regno del nord (Efraim) era occupato da popolazioni pagane, il territorio di Giuda era parte di un impero pagano; inoltre, come ci mostrano i libri di Esdra e Nehemia, gli esuli erano continuamente sotto pressione per mano delle popolazioni pagane circonvicine.

 

     ■ Tale «nuovo patto» non era semplicemente un aggiornamento del patto mosaico (Gr 31,32). Quando arrivò Esdra in Giuda, egli fu così titolato: «scriba versato nella legge di Mosè data dall’Eterno, Dio d’Israele» (Esd 7,6; cfr. v. 11 nei comandamenti e nelle leggi; vv. 12.21). Nei libri post-esilici non si trova traccia della stipulazione di un nuovo patto sulla base di una nuova legge, ma l’enfasi è sempre sul patto mosaico e sulla legge mosaica. Esdra comparve dinanzi al popolo con «il libro della legge di Mosè, che l’Eterno aveva data a Israele» (Ne 8,1), egli e altri con lui la lessero pubblicamente (vv. 2s), ne diedero il senso, cosicché al popolo capisse ciò, che essi stavano leggendo (v. 8), e ammaestrarono il popolo (v. 9. Quando c’era necessità, gli uomini più ragguardevoli si radunavano con Esdra, per esaminare le parole della legge (Ne 8,13). Tutto ciò è una cosa abbastanza diversa da quello, che Geremia annunciò riguardo alla legge scritta nell’interiore e alla conoscenza diffusa conseguente (Gr 31,33s).

 

     ■ Il patto, che Dio intendeva ingiungere all’intera casa d’Israele, prevedeva questo: «Io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore» (Gr 31,33), e ciò avrebbe prodotto in tutti una conoscenza profonda del Signore e della sua volontà (v. 34). Ti tale intervento così radicale del Signore nell’interiore degli Israeliti non c’è traccia nei libri post-esilici. Al contrario, essi si contaminarono, prendendo mogli pagane (donne straniere Esd 10,2.10s.14.17s; mogli straniere Esd 10,44; Ne 13,27; figlie di dèi stranieri Mal 2,11), e svilupparono ingratitudine e grettezza d’animo, con cui facevano rimostranze a Dio e lo accusavano (cfr. «in che...?» in Mal 1,2.6.7; 2,17; 3,7.8). Di tale rigenerazione o «nascita dall’alto» non vi è proprio traccia.

Ebrei 8,13

 

     ■ L’attuazione storica di tale promesse di Dio verso la casa d’Israele e la casa di Giuda era connessa all’avvento del nuovo Davide, che germoglierà come germe di giustizia e amministrerà quest’ultima nel paese, recando così pace e sicurezza al paese (Gr 33,14-17).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Nov_Patt4_Gr_Sh.htm

23-02-2016; Aggiornamento: 07-03-2016

 

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