Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il Levitico 1

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Il Levitico — Libretto di studio:

   Dopo le istruzioni d’uso e l’introduzione generale, seguono le domande sul testo, che rimarcano le parti principali del Levitico:
■ I sacrifici (Lv 1-7)
■ Il sacerdozio (Lv 8-10)
■ Purificazione del popolo (Lv 11-15)
■ Giorno della riconciliazione (Lv 16)
■ Ordinamenti per il popolo (Lv 17-20)
■ Ordinamenti per il sacerdozio (Lv 21-22)
■ Ordinamenti per le feste (Lv 23-24)
■ Ordinamenti per il paese (Lv 25-26)
■ Appendice: voti e decime (Lv 27).

 

Il Levitico — Libretto di testo

   Si tratta di una traduzione letterale che ricalca da vicino l’ebraico e che è strutturata secondo le parti evidenti del libro. Può risultare molto utile per chi vuole studiare il Levitico in modo profondo.

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Il Levitico 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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UN NUOVO PATTO STIPULATO NELL’AT? 5

La conferma di Ezechiele

 

Fernando De Angelis - Nicola Martella

 

Le singole parti

1. Mosè e i profeti

2. Osea e il nuovo «matrimonio»

3. L’evangelo di Isaia

4. Il contesto del nuovo patto in Geremia

5. La conferma di Ezechiele

6. Aspetti finali

 

Come si vede dall’indice, questo confronto con Fernando De Angelis si estende per sei parti. Qui di seguito riportiamo la quinta parte.  

 

1.  LE TESI (Fernando De Angelis): Ezechiele riprenderà, poi, lo stesso tema [di Isaia e Geremia, N.d.R.] in modo più sintetico e, perciò, risulta ancora più chiaro. Dato che Ezechiele rivolse la sua parola agli esuli in Babilonia, dove lui stesso si trovava, l’applicazione a quell’uditorio delle sue parole è inevitabile. Ezechiele trasmise, da parte di Dio, il seguente messaggio: «Vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese; vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri […] vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo […] sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio» (Ez 36,24-28).

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella): Fernando De Angelis mostra anche qui come sia facile semplificare questioni complesse; e ciò vale anche per l’intero messaggio di questo proclamatore, che egli riduce a pochi versi tolti dal loro contesto. Eppure, anche e proprio Ezechiele smentisce le sue facili tesi riguardo a una stipula del nuovo patto al tempo dell’AT.

 

2.1.  UNA «NUOVA NASCITA»?: Una prima semplificazione, con cui si proietta volentieri la «nuova nascita» del NT — questa è la convinzione che Fernando De Angelis mi ha palesato a voce —, è data dall’espressione «vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo» (Ez 36,26; 11,19 medesimo cuore). Che significa in realtà tale locuzione? «Cuore nuovo» non significa nient’altro che un nuovo modo di pensare («cuore» è sede del pensiero e della volontà). «Spirito nuovo» intende una mentalità nuova («spirito» è usato spesso per l’atteggiamento mentale: Is 28,6 s. di giustizia; Rm 8,15 s. di servitù; Rm 11,8 s. di stordimento; 1 Cor 4,21 s. di mansuetudine [= Gal 6,1]; 2 Cor 4,13 s. di fede; Fil 2,3 s. di parte [= 2,3]; Gcm 3,14 s. di contenzione; cfr. anche le serie in Is 11,2; Ef 1,17; 2 Tm 1,7).

     Un’obiezione potrebbe essere: «Sì, ma qui è Dio, che darà ciò»; poi si proiettano in questo aspetti della rigenerazione (o nuova nascita) del NT. Guardiamo le cose più da vicino. Questo è proprio quello, che Dio chiese dagli Israeliti! «Gettate via da voi tutte le vostre trasgressioni, per le quali avete peccato; fatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo; perché dovreste morire, casa d’Israele?» (Ez 18,31). Non si trattava quindi di una «nuova nascita» prodotta da Dio, ma di un rinnovamento della mentalità e dell’atteggiamento, che gli Israeliti stessi dovevano addurre, cambiando modo di pensare e di vivere. Questo corrisponde al ravvedimento (gr. metánoia «mutamento del senno»). Dio lo voleva dare, ma gli Israeliti dovevano attuarlo singolarmente nella loro vita. Per questo già Davide parlava dell’uomo «innocente di mani e puro di cuore» (Sal 24,4). E quando cadde in un grave peccato, pregò così: «O Dio, crea in me un cuor puro e rinnova dentro di me uno spirito saldo» (Sal 51,10; cfr. 1 Tm 1,5 + buona coscienza e fede non finta; 2 Tm 2,22).

 

2.2.  UN «NUOVO PATTO» NELL’AT?: La parola rivolta agli esuli giudei da parte di Dio non significa che si sarebbe adempiuta con loro. Dopo settant’anni ben pochi di loro erano rimasti, e fra i sopravvissuti ben pochi intendevano ritornare in patria a causa dell’età, degli strapazzi e altre cose. Perché si realizzassero le promesse di Dio, era necessario che si adempiessero le premesse storiche, dottrinali, devozionali ed etniche da parte dell’intero Israele.

 

     ■ Ritorno nazionale: Era necessario il ritorno di tutto il popolo. Al tempo di Zerubabele e in seguito tornò solo un residuo, una minoranza. È scritto: «Sul mio monte santo, e sull’alto monte d’Israele, dice il Signore, l’Eterno, là tutti quelli della casa d’Israele, tutti quanti saranno nel paese, mi serviranno» (Ez 20,40). «Io moltiplicherò su voi [= o monti d’Israele] gli uomini, tutta quanta la casa d’Israele» (Ez 36,8ss). Ora io farò tornare Giacobbe dalla cattività, e avrò pietà di tutta la casa d’Israele» (Ez 39,25). «I lavoratori della città, di tutte le tribù d’Israele, ne lavoreranno il suolo» (Ez 48,19).

     Anche l’allegoria della risurrezione nazionale riguarderà «tutta la casa d’Israele» (Ez 37,11ss). «

 

     ■ Nazione unica: Era necessaria l’esistenza di due regni distinti, che fossero poi riunificati in una sola nazione. «Ecco, io prenderò i figli d’Israele dalle nazioni dove sono andati, li radunerò da tutte le parti, e li ricondurrò nel loro paese; [22] farò di loro una sola nazione, nel paese, sui monti d’Israele; un solo re sarà re di tutti loro; non saranno più due nazioni, e non saranno più divisi in due regni» (Ez 37,21s). Al ritorno da Babilonia la maggior parte degli Ebrei era rimasta nella diaspora; perciò tale riunificazione nazionale non fu possibile.

     Tale realtà fu illustrata praticamente da Dio a Ezechiele mediante un’azione esemplificativa. «E tu, figlio d’uomo, prenditi un pezzo di legno, e scrivici sopra: “Per Giuda” e per i figli d’’Israele, che gli sono associati. Poi prenditi un altro pezzo di legno, e scrivici sopra: “Per Giuseppe”, bastone d’Efraim e di tutta la casa d’Israele, che gli è associata» (Ez 37,16). Questo proclamatore doveva poi spiegare agli esuli quanto segue: «Così parla il Signore, l’Eterno: Ecco, io prenderò il pezzo di legno di Giuseppe, che è in mano di Efraim e le tribù d’Israele, che sono a lui associate, e li unirò a questo, che è il pezzo di legno di Giuda, e ne farò un solo legno, in modo che saranno una sola cosa nella mia mano» (v. 19).

 

     ■ Possedimento di tutto il paese per sempre: Era necessario il possedimento dell’intero territorio dell’antico Israele. Intatti, l’Eterno disse: «Io vi raccoglierò di fra i popoli, vi radunerò dai paesi dove siete stati dispersi, e vi darò il suolo d’Israele» (Ez 11,17). Efraim non tornò nei confini del suo antico regno, essendo tale territorio occupato da popolazioni pagane.

     Inoltre, Dio insistette sul possesso perpetuo del territorio nazionale: «Essi abiteranno nel paese... vi abiteranno essi, i loro figli e i figli dei loro figli in perpetuo» (Ez 37,25). Questa condizione non si è ancora avverata, visto che nel corso della storia gli Ebrei furono cacciati diverse volte dalla loro terra.

 

     ■ Pace e prosperità perpetue: Il risultato sarebbe stato senza pari: pace e prosperità per sempre. Nell’allegoria del buon pastore, l’Eterno disse: «Io andrò in cerca delle mie pecore, e le ritrarrò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di tenebre; [13] e le trarrò di fra i popoli e le radunerò dai diversi paesi, e le ricondurrò sul loro suolo, e le pascerò sui monti d’Israele, lungo i ruscelli e in tutti i luoghi abitati del paese. [14] Io le pascerò in buoni pascoli, e i loro ovili saranno sugli alti monti d’Israele; esse riposeranno qui in buoni ovili, e pascoleranno in grassi pascoli sui monti d’Israele. [15] Io stesso pascerò le mie pecore, e io stesso le farò riposare, dice il Signore, l’Eterno» (Ez 43,12-15). Si noti l’insistenza sul suolo e sui monti d’Israele, sulla presenza diretta di Dio e sulla condizione di tranquillità e di prosperità dell’intero Israele. La minoranza, che tornò in patria, non possedeva il suo suolo (cfr. Ez 36,24 vostro paese; 37,21 loro paese; era una provincia di un impero pagano), non aveva l’agibilità di movimenti sui monti d’Israele (erano occupati da popolazioni pagane) e non godeva di pace e prosperità (era continuamente messo sotto pressione dalle popolazioni pagane).

 

     ■ Il nuovo Davide: Era necessario l’avvento di un «nuovo Davide», che unificasse il regno sotto di sé, esercitasse la giustizia e desse al popolo del patto pace, prosperità e supremazia sui popoli circonvicini.

     Tornando all’allegoria del buon pastore, l’Eterno disse: «E susciterò sopra di esse [= le pecore] un solo pastore, che le pascolerà: il mio servo Davide; egli le pascolerà, egli sarà il loro pastore. [24] E io, l’Eterno, sarò il

 

Il nuovo Davide. re e pastore

loro Dio, e il mio servo Davide sarà principe in mezzo a loro» (Ez 34,23s). Il grande ritorno nella terra del possesso era connesso, quindi, a una grande riunificazione in una sola nazione (Ez 27,22), a una grande purificazione storica (v. 23) e all’avvento del nuovo Davide: «Il mio servo Davide sarà re sopra di loro ed essi avranno tutti un medesimo pastore» (v. 24).

     Né Zerubabele né Nehemia furono un «nuovo Davide». Al possesso perpetuo del suolo nazionale Dio connesse un governo perpetuo da parte del nuovo Davide: «Il mio servo Davide sarà loro principe in perpetuo» (Ez 37,25).

     Gesù stesso tornò a tale allegoria del buon pastore, rivendicando di essere Lui questi (Gv 10,11.14) e dichiarando gli altri come mercenari (vv. 13s), ladri e briganti (v. 8). Ecco inoltre la sua rivendicazioni di riunificatore dell’intero popolo del patto: «Ho anche delle altre pecore, che non sono di questo ovile; anche quelle devo io raccogliere, ed esse ascolteranno la mia voce, e vi sarà un solo gregge, un solo pastore» (Gv 10,16).

 

     ■ Patto perpetuo: Tale nuovo patto sarebbe stato definitivo e perenne, così da non poter essere e aggiornato abrogato da un altro. «E io fermerò con loro un patto di pace: sarà un patto perpetuo con loro; li stabilirò fermamente, li moltiplicherò, e metterò il mio santuario in mezzo a loro per sempre» (Ez 37,26 ebr. berît `ôlām «ingiunzione eterna, perpetua o per sempre» = LXX diathḗkē aiōnía). Solo del nuovo patto del NT si può dire che sarà per sempre.

 

     ■ Presenza perpetua del Signore: L’Eterno disse riguardo a Gerusalemme: «Figlio d’uomo, questo è il luogo del mio trono, il luogo dove poserò la pianta dei miei piedi; io vi abiterò in perpetuo in mezzo ai figli d’Israele» (Ez 43,7; cfr. v. 9). Tale proposito di Dio non si realizzò mai all’interno dello spazio temporale dell’AT, ma si realizzerà dapprima col Messia nel suo regno millenario.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Nov_Patt5_Ez_Lv.htm

29-02-2016; Aggiornamento: 07-03-2016

 

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