Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Radici 5-6

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca Babilonese e l’Epoca Persiana. In appendice ci sono tre excursus:
■ I nomi ebraici di Dio
■ Il patto, i patti e i testamenti
■ La Bibbia fra criticismo e modernismo.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca babilonese («Libri storici e profetici III»):
■ L’epoca babilonese in generale
■ Sofonia
■ Habacuc
■ Geremia
■ Lamentazioni
■ Daniele
■ Ezechiele
■ Il tempo dell’esilio. 

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca persiana («Libri storici e profetici IV»):
■ L’epoca persiana in generale
■ Esdra-Nehemia
■ Ester
■ Aggeo
■ Zaccaria
■ Malachia
■ L’epoca intertestamentaria.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

UN NUOVO PATTO STIPULATO NELL’AT? 3

L’evangelo di Isaia

 

Fernando De Angelis - Nicola Martella

 

Le singole parti

1. Mosè e i profeti

2. Osea e il nuovo «matrimonio»

3. L’evangelo di Isaia

4. Il contesto del nuovo patto in Geremia

5. La conferma di Ezechiele

6. Aspetti finali

 

Come si vede dall’indice, questo confronto con Fernando De Angelis si estende per sei parti. Qui di seguito riportiamo la terza parte.

 

1.  LE TESI (Fernando De Angelis): Il Nuovo Testamento è scritto in greco per la semplice ragione che anche gli Ebrei, in quel tempo, capivano più il greco che l’ebraico. Al punto che spesso nelle sinagoghe, specie quelle lontane da Gerusalemme, si leggeva l’AT nella versione greca. Nelle nostre Bibbie la parola «Evangelo» compare nel NT, ma per i lettori di quel tempo era una parola già conosciuta e definita da Isaia, il quale concentra la sua «buona notizia» (questo significa «evangelo») nei capitoli 40-66.

     Michea aveva annunciato con grande chiarezza la futura distruzione di Gerusalemme (3,12) e Isaia, suo contemporaneo, la conferma (3,1; 5,4-7). Sia Michea (4,1) che Isaia, però, non considerarono la distruzione di Gerusalemme come la «fine della storia», ma annunciarono che ci sarebbe poi stato un nuovo e più glorioso inizio. Riportiamo alcune espressioni che Isaia usa all’inizio del suo evangelo: «Consolate, consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e proclamatele che il tempo della sua schiavitù è compiuto» (40,1-2). Qualunque sia l’applicazione a Cristo, che se ne può fare, credo che non si possa disconoscere che Isaia si riferisca in primo luogo alla fine della schiavitù babilonese.

     Isaia prosegue annunciando una rinnovata e più efficace presenza di Dio fra il suo popolo: «La voce di uno grida: “Preparate nel deserto la via del Signore […]”. Allora la gloria del Signore sarà rivelata e tutti, allo stesso tempo, la vedranno» […]. Tu che porti l’evangelo a Sion [i traduttori mettono “buona notizia”, nascondendo che si tratta della stessa parola che troviamo nel NT], sali sopra un alto monte! […] ecco il Signore, l’Eterno, viene con potenza, con il suo braccio egli domina […]. Come un pastore, egli pascerà il suo gregge: raccoglierà gli agnelli in braccio» (Is 40,1-11).

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella)

 

2.1.  L’EVANGELO DI ISAIA (E MICHEA)?: In realtà il termine greco euanghélion significava «notizia, annuncio, novità, messaggio»; il prefisso «eu» si sbiadì nel tempo quanto al suo significato etimologico, tanto che tale termine e il verbo corrispondente euanghelízō «annunciare, portare delle notizie o delle novità» furono usati per qualsiasi tipo di notizia.

 

     ■ Euanghelízō: Nel libro di Isaia in greco si trova il verbo euanghelízō per indicare col part. pres. sostantivato «l’annunciatore, il messaggero, colui che annuncia» (a Sion): «O tu che rechi novità a Sion... Gerusalemme» (Is 40,9 il contenuto, che segue, è qui positivo). Lo stesso accade qui nella versione greca: «Come un tempo sui monti, come [i] piedi di chi annuncia un messaggio di pace, come chi annuncia cose buone, affinché faccia udire la salvezza, dicendo a Sion: “Il tuo Dio regna!”» (Is 52,7). Come si vede il contenuto positivo del verbo euanghelízō è dato solo dall’oggetto: akoḕn eirḗnēn «un messaggio di pace»; agathá «cose buone».

     Questo verbo ricorre anche in Isaia 60,6, dove si parla dei doni portati dagli abitanti di Madian, Efa e Sceba, «annunciando il soccorso [sōtḗrion] del Signore». L’ultimo brano, in cui ricorre tale verbo, riguarda il futuro Messia, che in greco afferma: «Lo spirito del Signore è su di me, del quale mi unse per questo: recare l’annuncio agli umili...» (Is 61,1).

     Altri brani in cui nell’AT greco compare il verbo euanghelízō, per intendere semplicemente «annunciare, proclamare, portare notizie» (cfr. 2 Sm 18,26), sono i seguenti: 1 Sm 31,9 («annunciando agli idoli loro e al popolo loro» [= 1 Cr 10,9]); 2 Sm 1,20 (ananghéllō «dichiarare, raccontare» = euanghelízō «annunciare»); 2 Sm 4,10 (apanghéllō «riferire, proclamare, dichiarare» = euanghelízō «annunciare»; il contenuto è negativo); 2 Sm 18,19s (semplicemente «recare una notizia», qui negativa); 2 Sm 18,31 («Il re, mio signore si faccia recare la notizia che l’Eterno...»); Sal 67,12 LXX = it. 68,11 («Il Signore dà un ordine ai messaggeri, alla grande potenza»); Sal 95,2 LXX = it. 96,2 (euloghéō celebrare = euanghelízō «annunciare» = v. 3 ananghéllō «dichiarare, raccontare»). Per dire qualcosa di positivo troviamo in greco euanghelízō agathá «annunciare cose buone» (1 Re 1,42; Is 52,7; cfr. Rm 10,15).

     Se ciò non bastasse, faccio presente che nel testo ebraico ricorre il verbo bāśar «portare una nuova, novella o novità, annunciare», termine che si applica per qualunque tipo di notizia (1 Sm 31,9; 2 Sm 1,20; 18,19s.31; 1 Cr 10,9, Is 61,1; Gr 20,15; pt. messaggero 2 Sm 4,10; 18,26; Sal 68,12 pl; Is 40,9 ♀; 41,27; 52,7; Na 2,1), che può essere buona (ṭôb 1 Re 1,42; Is 52,7), contenere aspetti positivi (ṣëdëq «giustizia» Is 40,10; salvezza di Dio 1 Cr 16,23; Sal 96,2; Lode a Dio Is 60,6) o espressamente negativa (1 Sm 4,17).

 

     ■ Euanghélion: Quindi, per onestà, bisogna ammettere che in tutto il libro di Isaia in greco il termine euanghélion «notizia, annuncio, novità, messaggio» non esiste; a vederci bene non compare mai nell’AT! Perciò, facciamo bene a non proiettarcelo.

     Nell’AT ricorre il termine euanghélia «annuncio, notizia», ma ha semplicemente un significato neutrale (2 Sm 18,25). Negli altri pochi luoghi dell’AT, in cui compare, sono perlopiù di contenuto negativo (i destinatari non la presero personalmente per una buona notizia): 2 Sm 4,10 morte di Saul; 2 Sm 18,20.22 morte di Absalom. Per dire qualcosa di positivo troviamo in greco euanghelían agathḗn «annuncio buono» (2 Sm 18,27). La locuzione hēméra euanghelía intende «un giorno di novità» (2 Re 7,9 contenuto positivo).

     Anche nel NT hanno fatto male i traduttori a riportare in italiano i termini euanghélion ed euanghelízō secondo l’etimologia e non secondo l’uso concreto del tempo, sovraccaricando i testi biblici inutilmente.

     Anche in italiano ci sono tanti termini, che cominciano col prefisso «buon» (p.es. buonuomo = uomo semplice e di sani principi; buonanima = defunto; di buongrado = volentieri; alla buonora = finalmente; buontempone = chi ama vivere in allegria), ma nell’uso comune nessuno pensa all’etimologia.

     In ogni modo, è sbagliato parlare di «evangelo di Isaia», poiché in Isaia manca tale termine e così si parte da una concezione moderna dei termini greci e si proietta il NT sull’antico.

 

2.2.  L’ANNUNCIO FUTURO DI ISAIA (E MICHEA): Si afferma giustamente che questi due proclamatori contemporanei annunciarono sia la distruzione di Giuda (e di Gerusalemme) sia un ristabilimento del regno, che sarebbe stato glorioso.

     Tuttavia, bisogna osservare che si trattava del ristabilimento dell’intero regno di Davide. E ciò premetteva i seguenti aspetti: l’avvento del «nuovo Davide», l’Immanuel (Is 7,14), come unico re (Mi 5,1ss), il ritorno dell’intero popolo in patria per mano del Messia (Is 11,10ss.15s) e l’unificazione di Giuda ed Efraim in una sola nazione politica (Is 11,13). Ciò avrebbe portato a una pacificazione con la natura (Is 11,6-9) e avrebbe creato pace e sicurezza nei confini nazionali (Mi 5,3s) e addirittura una supremazia di Gerusalemme sul resto delle nazioni (Is 2,2ss [= Mi 4,1ss] 11,10.13s; Mi 5,4s) e una pace universale (Is 2,4; Mi 4,3s). Letteralmente leggiamo quanto segue riguardo al Re messianico e al suo regno: «Infatti,

Isaia 9,5s

un fanciullo ci è nato, un figlio ci è stato dato, e l’impero riposerà sulle sue spalle; e il suo nome sarà chiamato: Ammirabile, Consigliere, Potente [’el], Prode [ghibbor], Padre per sempre, Principe di pace. [6] L’incremento dell’impero e la pace non avranno fine sul trono di Davide e sul suo regno, per consolidarlo e sostenerlo mediante il giudizio e la giustizia, da ora in perpetuo. Questo farà lo zelo dell’Eterno degli eserciti» (Is 9,5s; cfr. Is 11,1-5).

     Bisogna ammettere con onestà che in nessun momento della storia veterotestamentaria ci sono state le condizioni, perché tale «buona notizia» potesse concretizzarsi. Alla fine della schiavitù babilonese, la stragrande maggioranza degli Ebrei non tornò in patria, ma rimase nella diaspora. Inoltre, non c’era il «nuovo Davide». Non esisteva un «grande Israele» come nazione autonoma, ma solo una piccola provincia di un impero straniero. L’epoca paradisiaca non ebbe inizio.

     Tale progetto divino non si realizzò neppure in tempi neotestamentari! Infatti, poiché i Giudei rifiutarono Gesù quale Messia (= Unto [a re]), il regno venne loro addirittura tolto (Mt 21,43) durante il «tempo delle nazioni». Esso si realizzerà solo alla fine dei tempi con l’avvento in gloria del «Figlio dell’uomo» (Mt 13,41; 16,27s; 19,28; 24,30; 25,31). Allora l’Agnello darà inizio al suo regno di giustizia e pace (Ap 20,1-6).

     Proprio il brano di Is 40,1-11 non si realizzò mai all’interno del perimetro storico dell’AT. Esso fu usato proprio nel NT per affermare che il regno di Dio era arrivato con Gesù Messia (cfr. Is 40,3ss con Mt 3,3 «Di lui parlò infatti il profeta Isaia...»; Lc 3,4ss più estesa citazione). Anche riguardo all’immagine del buon pastore Gesù fece le sue rivendicazioni assolute (Gv 10,11ss).

     Un’ultima nota finale riguarda la seguente arbitraria traduzione con interpolazione: «Tu che porti l’evangelo a Sion [i traduttori mettono “buona notizia”, nascondendo che si tratta della stessa parola che troviamo nel NT]». Come abbiamo mostrato nella nostra attenta analisi dei termini euanghélion ed euanghelízō, tale affermazione, fatta per far quadrare il cerchio della propria ideologia filosofica sull’AT, è pretestuosa e falsa; è una mera proiezione arbitraria. Abbiamo mostrato che in tutto l’AT non esiste l’esplicito termine euanghélion («notizia, annuncio, novità, messaggio») nel testo greco e, quindi, tanto meno in Isaia. Se ciò non bastasse, faccio presente che nel testo ebraico di Isaia 40,9 ricorre il verbo bāśar «portare novità, annunciare».

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Nov_Patt3_Is_R56.htm

17-02-2016; Aggiornamento: 07-03-2016

 

Punto°A°Croce

▲ Vai a inizio pagina ▲
Proprietà letteraria riservata
© Punto°A°Croce