Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Radici 3-4

 

Antico Testamento

 

 

 

 

Oltre alle parti introduttive (Bibbia, AT) e al Giochimpara finale, il libro contiene due parti distinte dell’AT: l’Epoca nazionale e l’Epoca Assira.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca nazionale («Libri storici e profetici I»: dalla conquista all’esilio):
■ I Libri Storici in generale
■ L’epoca Premonarchica
■ Giosuè
■ Giudici
■ Rut
■ L’epoca Monarchica
■ Samuele
■ Re
■ Cronache
■ I Libri Profetici in generale.

 

◘ Ecco le parti principali dell’Epoca assira («Libri storici e profetici II»):
■ L’epoca assira in generale
■ Abdia
■ Gioele
■ Giona
■ Osea
■ Amos
■ Isaia
■ Michea
■ Nahum.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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UN NUOVO PATO STIPULATO NELL’AT? 2

Osea e il nuovo «matrimonio»

 

Fernando De Angelis - Nicola Martella

 

Le singole parti

1. Mosè e i profeti

2. Osea e il nuovo «matrimonio»

3. L’evangelo di Isaia

4. Il contesto del nuovo patto in Geremia

5. La conferma di Ezechiele

6. Aspetti finali

 

Come si vede dall’indice, questo confronto con Fernando De Angelis si estende per sei parti. Qui di seguito riportiamo la seconda parte.

1.  LE TESI (Fernando De Angelis): In Romani 9,25, Paolo cita Osea (un profeta che viene prima di Isaia), dove è scritto che Dio chiamerà suo popolo quello, che non lo era. Tu certamente non ci caschi, ma quasi tutti pensano che Osea si stia riferendo ai Gentili. Paolo però scrive «a persone che hanno conoscenza della legge» (7,1) e le sue perciò sono «evocazioni», più che «citazioni», come quando fra noi evangelici parliamo di «nuova nascita», richiamando alla memoria tutto il contesto di Giovanni 3. Il «non popolo di Dio», di cui parla Osea, è Israele, che però poi ridiventa «popolo di Dio» (Osea 1,8-10).

     Israele è visto da Osea come una moglie infedele, che se n’è andata a vivere con un suo amante. Dio reagisce ripudiandola; ma poi non sopporta l’abbandono e allora progetta di distruggere i doni, che le ha fatto l’amante. Poi afferma: «La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore […] tu mi chiamerai “Marito mio” […] ti fidanzerò a me per l’eternità» (Osea 2,8-23).

     Osea profetizzò nel regno di Samaria, poco prima della sua distruzione ad opera degli Assiri, che comporterà la fine del precedente rapporto fra Dio con il suo popolo. Dio, poi, non si limiterà a «riprendere in casa» la sua sposa adultera, ma ricomincerà una relazione nuova a partire dal corteggiamento, da un nuovo fidanzamento e da una rinnovata sintonia coniugale.

 

2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Nicola Martella): Osea agì nel «regno del nord» (Israele o Efraim), parallelamente ad Amos, nell’8° secolo a.C.

 

2.1.  EFRAIM QUALE (NON) POPOLO MIO: Bisogna stare attenti alle semplificazioni, per far quadrare il cerchio. Dio affermò di ripudiare tale popolo, che lo aveva ripudiato, e di volerlo disperdere fra tutte le nazioni. Israele (o Efraim), che in passato era stato oggetto di divina compassione o Ruchāmāh, sarebbe diventato Lo’-Ruchāmāh «senza [ottenere] compassione» (Os 1,6), mentre tale compassione avrebbe riguardato solo Giuda (v. 7). Israele (o Efraim), che in passato era stato chiamato `ammî «popolo mio», dopo la dispersione sarebbe stato titolato Lo’-`ammî «non popolo mio» (v. 9). Faccio notare che i versi 10s non esistono nel testo ebraico della «Biblia Hebraica Stuttgartensia», da me consultata; quindi il bilancio è solo negativo. Secondo l’aggiunta, che si trova solo in alcuni manoscritti, nel futuro tale appellativo verrà tolto ed essi saranno chiamati «figli del Dio vivente». Quando sarebbe avvenuto tutto ciò? Quando «i figli di Giuda e i figli d’Israele si raduneranno insieme e si daranno un unico capo e marceranno fuori dal paese» (v. 11).

     Quindi, tale mutamento ci sarebbe stato solo quando ci sarebbe stata una piena unità politica, che da due stati indipendenti avrebbero dato luogo a una sola nazione, con a capo un solo re, e formando un solo esercito. Questa evenienza non si realizzò mai al tempo dell’AT, essendo la Giudea (in Efraim furono deportate popolazioni pagane) una provincia prima persiana, poi greca, poi siriana e poi romana. A dire il vero, non si realizzò neppure ai tempi del NT, poiché quando il Re venne a istaurare il regno, i Giudei lo rifiutarono (Mt 23,37ss; Gv 1,11), ed esso fu tolto loro (Mt 11,43), almeno fino al riconoscimento pubblico come nazione di Gesù quale loro «Unto a Re» (cfr. Mt 21,9 con 23,39; cfr. Mc 11,10 «il regno di Davide nostro padre») e, quindi, fino all’avvento escatologico del Messia.

 

2.2.  IL RIMATRIMONIO DI DIO CON EFRAIM: Si noti che questo proclamatore non parlò a tutto l’antico Israele, ma solo a Efraim, il regno del nord. In Osea 2 troviamo dapprima il ripudio di un marito verso una moglie adultera, ossia l’annullamento del patto da parte di Dio verso l’idolatra e abominevole Israele (o Efraim; vv. 1s). Poi, vengono descritte le sanzioni (vv. 3s.6.9-13), dichiarate le motivazioni (v. 5), espresso l’intento di ritornare al primo marito (v. 7) e l’ingratitudine della moglie fedifraga (v. 8). Poi, Dio parlò di un tempo simile all’esodo, in cui attrarrà Israele (o Efraim) nel deserto, per portare tale moglie infedele alla ragione e per poi restituirle quanto Egli le tolse (vv. 14s). Ella riconoscerà in Lui il suo legittimo marito, ossia il Dio del patto; ed Egli la fidanzerà in perpetuo con sé su una base di legittimità e clemenza (vv. 19s). Sarà un tempo di pacificazione con la natura e sul piano politico, che darà loro sicurezza (v. 18). Sarà un tempo di grande abbondanza e benedizione (vv. 21s). Israele stesso sarà seminato come un seme nella Terra promessa e sarà oggetto della compassione divina (ruchāmāh); all’interno del ristabilimento del patto, il «non popolo mio» (lo’-`ammî) sarà chiamato «popolo mio!» (`ammî); ed Efraim gli risponderà: «Mio Dio!» (ëlohāj lett. «mio tremendo [= autorità]; v. 23).

     Bisogna ammettere con sincerità che una tale epoca non c’è mai stata al tempo dell’AT. Quanto Zerubabele tornò in patria con appena 50.000 persone (536 a.C.), solo il territorio dell’antico regno di Giuda era rimasto disabitato. L’antico regno del nord era occupato da popolazioni pagane, che gli Assiri avevano portato lì subito dopo il 722 a.C. Quindi, oltre al fatto che la stragrande maggioranza degli Israeliti (o Efraimiti) erano rimasti nella diaspora (= disseminazione fra le nazioni), non era possibile seminarli nella loro antica terra. Inoltre, mancava la pacificazione con la natura, e l’epoca paradisiaca di giustizia e pace per il riunificato regno, di cui ci parla anche Isaia (Is 11,6-16). Giuda era una provincia di un impero straniero e tale rimase perlopiù nei secoli. Tale epoca non avvenne neppure al tempo del NT, poiché i Giudei avevano rifiutato il Messia-Re e il regno.

     Tale epoca verrà inaugurata dal Signore Gesù all’inizio del suo regno millenniale. Paolo parlò dei credenti del nuovo patto come una casta vergine, che egli aveva fidanzato a un unico sposo, Cristo (2 Cor 11,2). Non a caso l’atto che lo precederà l’inizio del regno escatologico verrà chiamato «nozze dell’Agnello» (Ap 19,6ss); i santi (credenti dell’AT e del NT) sono chiamati la «sua sposa» (vv. 7s) e, in seguito, «la sposa, la moglie dell’Agnello» (Ap 21,9; cfr. v. 2; 22,17). Fino a quel tempo, le dodici tribù possono solo sperano di vedere il compimento della promessa fatta da Dio ai padri d’Israele (At 26,7), visto che fin lì non era ancora avvenuto.

 

2 Corinzi 11,2

Infatti, al tempo di Giacomo, le dodici tribù erano ancora nella dispersione (Gcm 1,1; cfr. 1 Pt 1,1).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Nov_Patt2_Os_R34.htm

12-02-2016; Aggiornamento: 07-03-2016

 

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