Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

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La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
■ La questione della medicina e delle sue alternative
■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
■ Presentazione del metodo o della problematica
■ Analisi critica scientifica, medica, razionale
■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
■ Possibili alternative.

 

Inoltre ci sono anche queste parti:
■ Fatti, casi ed eventi nella paramedicina
■ Registro delle voci
■ Registro ragionato delle voci

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

Malattia e guarigione 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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SINDROME DI DOWN? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Nell'articolo «Sindrome di Down e guarigione divina» rispondevo a una domanda posta da un lettore, che è conduttore di chiesa. Esso ha suscitato le reazioni di alcuni lettori, a cui diamo la parola qui di seguito.

    Per certi aspetti si veda pure il seguente tema di discussione: ► Malattie e loro cause. Si veda pure l’articolo «Quali sono le cause del male?».

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Mauro Poletti

2. Nicola Martella

3. Nicola Berretta

4. Nicola Martella

5. Petry21 [?]

6. Nicola Martella

7. Vincenzo Russillo

8.

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Mauro Poletti}

 

Credo che a volte ci occupiamo di questioni che non ci riguardano, ma riguardano solo Dio! Questo è il mio pensiero. {11-10-2007}

 

 

2. {Nicola Martella}

 

Grazie del tuo pensiero. Ma se dei cristiani sono afflitti da tali problemi, ad esempio avendo un figlio Down, e cercano da altri cristiani una risposta, si fa sempre bene a rifletterci sopra insieme e ad approfondire la tematica, esercitandosi in preghiera e alla luce della Parola di Dio, oppure no? Parlandone insieme si può arrivare un po’ più vicino alla verità oggettiva e possibilmente aiutare a evitare così concezioni erronee, in chi le nutre, ed eventuali scelte disastrose che ne conseguono. Non concordi? Riflettere sull'opera delle mani di Dio non è sbagliato (Sal 143,5).

   Il saggio Salomone sentenziava: «È gloria di Dio nascondere le cose; ma la gloria dei re sta nell’investigarle» (Pr 25,2). Quindi investigare le cose che Dio ha nascosto nel creato, è una nobile impresa!

   Parlare insieme di Dio, delle sue opere creazionali e storiche e dei misteri della creato, della vita e della fede, è altresì nobile, se fatto con timor di Dio, con sottomissione alla sua Parola e con la consapevolezza dei propri limiti e della propria conoscenza (1 Cor 13,9-12). Nel libro di Malachia ciò distingueva coloro che accusavano Dio, per motivi diversi, da coloro che lo temevano: «Allora quelli che temono l’Eterno si son parlati l’un all’altro e l’Eterno è stato attento ed ha ascoltato; e un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono l’Eterno e rispettano il suo nome» (Mal 3,16).

 

 

3. {Nicola Berretta}

 

Mi permetto di fare alcune precisazioni. Nicola Martella si chiede se Gesù abbia mai agito su «malattie genetiche» in riferimento alla possibilità di guarigione per una persona affetta da sindrome di Down. Come correttamente specificato all’inizio dell’articolo, questa sindrome è dovuta alla presenza d’un cromosoma soprannumerario (il n. 21). Per questo motivo, si parla più propriamente di «anomalia cromosomica» e non di «malattia genetica». Normalmente, quando si parla di «malattie genetiche» si fa riferimento a patologie legate a una disfunzione di singoli geni presenti all’interno della catena di DNA che costituisce un cromosoma, quando invece s’assiste all’assenza d’interi cromosomi, o alla presenza di cromosomi soprannumerari, si parla di «anomalie cromosomiche».

     La domanda allora che mi pongo è la seguente: «Ci sono nella scrittura indicazioni che Gesù sia mai intervenuto guarendo malattie genetiche (e non cromosomiche)?» La cosa non è esplicita ma, secondo me, ci sono casi sospetti. Mi riferisco in particolare al fatto che Gesù abbia guarito una persona cieca fin dalla nascita (Gv 9,1ss) e anche gli apostoli hanno compiuto guarigioni su zoppi fin dalla nascita (At 3,2; 14,2). A cosa era dovuta quella malattia? Forse quegli zoppi sono caduti dalle braccia della loro madre subito la loro nascita? Ed il cieco? Ha avuto un grave incidente agli occhi il giorno in cui è nato? Non credo. L’ipotesi più semplice è che queste persone non avessero sviluppato opportunamente la visione o la deambulazione, a causa d’una qualche disfunzione nei geni che presiedono al corretto sviluppo del sistema visivo e di quello motorio. Non ci è dato di capire da un punto di vista puramente meccanicistico come siano avvenute quelle guarigioni, e se dunque sia avvento anche un ristabilimento nella funzionalità di determinati geni, ma certamente la cosa non si può escludere. Una cosa è certa, questi miracoli sono stati eventi straordinari. Normalmente si legge quei brani come se il miracolo abbia riguardato il recupero di funzioni nella retina e nei muscoli delle loro gambe (cosa già di per sé straordinaria), ma il vero miracolo non è accaduto certo lì. Il vero miracolo è avvenuto all’interno del cervello di queste persone, con una completa riorganizzazione dei circuiti nervosi che presiedono alla visione e alla deambulazione. È noto, ad esempio, come la deprivazione della sensibilità visiva fin dalla nascita comporta, nell’area del cervello preposta alla visione, l’impossibilità d’organizzare i circuiti nervosi che permettono l’elaborazione del segnale luminoso, per cui, anche se in seguito la funzione della retina viene ripristinata, la persona resta comunque cieca, perché il suo cervello non è in grado d’elaborare i segnali provenienti dagli occhi. Se il miracolo di Gesù avesse riguardato solo gli occhi di quel cieco (fin dalla nascita), la persona avrebbe continuato a non vedere nulla. Gesù ha dunque agito a livello d’organizzazione dei circuiti nervosi cerebrali, il che, ripeto, rende quel miracolo ancora più straordinario e razionalmente inconcepibile. Analogamente, anche per gli zoppi dalla nascita il recupero funzionale dei muscoli delle gambe non avrebbe avuto alcuna conseguenza se non fosse stato accompagnato da un miracolo ancora più grande occorso a livello del sistema nervoso. Questi miracoli hanno comportato un intervento a livello di funzione genica? Francamente, mi meraviglierebbe del contrario.

     Che dire però delle anomalie cromosomiche? Il problema è complesso. Pensiamo a una persona affetta da distrofia muscolare. La guarigione miracolosa di questa persona comporterebbe il recupero di funzione d’un gene specifico contenuto nel cromosoma X, che codifica per una proteina specifica, la distrofina, importante per la contrazione muscolare. Potrebbe un distrofico essere guarito, senza cambiare la sua identità personale? Credo di sì. Bene. Quanti geni possono essere cambiati senza che la nostra identità cambi? Questa domanda è importante, perché i cromosomi non sono in fondo altro che «tanti geni», per cui le anomalie cromosomiche comportano anomalie in «tanti geni». Ripeto allora la domanda: «Quanti (o quali) geni» possono essere guariti senza che la nostra identità cambi? Questa domanda ha risvolti antropologici e bioetici enormi. La pongo solo per far riflettere sul fatto che la differenziazione proposta, secondo cui il Signore guarirebbe «macro-patologie come, ad esempio, cecità, sordità, malformazione, menomazione fisica, disfunzioni organiche» ma non le malattie genetiche, è forse una semplificazione eccessiva della realtà. {11-10-2007}

 

 

4. {Nicola Martella}

 

Ringrazio il biologo per le sue preziose osservazioni. Rispondo qui specialmente ai suoi «sospetti» su possibili casi, in cui Gesù avrebbe guarito persone il cui stato di handicap era congenito o almeno fin dalla nascita. Mi permetto di osservare che una cecità fin dalla nascita (Gv 9,1ss) non dev’essere immancabilmente d’origine genetica, ma può avere un’origine organica (p.e. mancato sviluppo dell’occhio per una patologia subentrata durante la gravidanza o nei primi tempi dopo la nascita) o epidemiologica (p.es. infezione durante il parto che ha condotto alla cecità nelle prime settimane di vita). Anche essere zoppi fin dalla nascita (At 3,2; 14,2) può rientrare in un danno organico e non genetico (p.es. malformazione organica dovuta a patologia durante la gravidanza; trauma meccanico durante il parto; crescita abnorme nelle prime settimane di vita; mancata cura di un difetto quale piedi divaricati, ecc.). Avere un difetto di deambulazione fin dalla nascita non deve avere perciò immancabilmente una causa genetica, anche perché nessun neonato cammina alla nascita; può essere invece colpito abbastanza presto da una malattia invalidante (p.es. polio infantile, distrofia muscolare, ecc.) o da un trauma (caduta, ecc.).

     Anche una causa genetica di una malattia (gene difettoso) non significa per forza che Gesù debba aver guarito tali persone in tutte le cellule del loro corpo, poiché ciò che importava era la funzionalità dell’organo: ripristino di quest’ultimo e riallaccio funzionale alla rete neuronale (come dice il mio interlocutore, «completa riorganizzazione dei circuiti nervosi che presiedono alla visione e alla deambulazione»). L’intervento a livello di funzione genica, prospettato da Nicola Berretta, è pensabile ma non coercitivo.

     Le riflessioni sulla distrofia muscolare sono interessanti. Anche il mio interlocutore protende per il fatto che un distrofico possa essere guarito, senza cambiare la sua identità personale. È proprio vero che la sostituzione di un certo numero di geni porterebbe al mutamento di identità? Che sarà allora alla risurrezione (o al mutamento dei viventi)? Gesù risorto — caparra di questo evento escatologico — era percepito diversamente da chi lo vide dal Gesù prima della sua morte? Quando Gesù camminò sul lago, disse: «State di buon animo, sono io; non temete!» (Mt 14,27). Dopo la risurrezione i suoi seguaci non ebbero difficoltà a riconoscere la coerenza dell’essere di Gesù risorto col Gesù che conoscevano (cfr. Mt 28,9; Gv 20,16). Ai suoi discepoli, che «smarriti e impauriti, pensavano di vedere uno spirito» (Lc 24,37), Gesù mostrò mani e piedi (v. 40; mani e costato Gv 20,20.27) e li invitò a palpare e guardare la sua carne (Lc 24,39).

 

 

5. {Petry21 [?]}

 

Nota redazionale: L’autore di questo contributo sembra appartenga all’area linguistica spagnolo-portoghese. Ho cercato di ricostruire il testo in italiano come meglio ho potuto.

 

Desidero dire, con amore e rispetto, ai miei cari che Dio può e vuole guarire chiunque. Dio a creato l’uomo senza le malattie, allora possiamo dire che tutte le malattie sono guaribili; non possiamo creare una teologia a parte della Parola. Gesù disse che era venuto per guarire o no? Non esiste una lista delle malattie che Gesù può o non può guarire, siamo noi (***) che viviamo una fede dell’intelletto e non con un rapporto intimo con Cristo. Il profeta pregò e il fuoco venne dal cielo; chiese pure un miracolo anormale; dalla roccia è uscita l’acqua; Lazzaro al 4 dì è risolto, e ci sono tanti altri miracoli che sono anormali. Noi non abbiamo bisogno dei miracoli normali, questi li fanno i medici tutti il giorni, è il sovrannaturale che fa la differenza, Gesù è venuto per fare la differenza anche per coloro che hanno la sindrome di Down. Non possiamo avere una fede down. E scusate per il mio italiano scritto male. {11-10-2007} *** Down

 

 

6. {Nicola Martella}

 

Rispettiamo il pensiero di Petry21 [?] (sarebbe meglio metterci qui il suo vero nome). Faccio solo qualche osservazione. La sua differenza fra «miracoli normali» e «miracoli anormali» (o sovrannaturali) è molto discutibile, visto che un miracolo è sempre sovrannaturale, anche laddove Dio si serve della natura per attuarlo. Che i medici sappiano fare «miracoli normali», significa attribuire loro una potenza che non hanno. Anche per loro questa è una novità!

     L’asserzione, secondo cui «Dio può e vuole guarire chiunque», è biblicamente insostenibile. Porto solo un paio di esempi. Dio non guarì il figlio di Davide, ma lo fece morire (2 Sm 12,14ss). Il mandato di Isaia fu quello di indurire il cuore degli Ebrei ribelli col risultato che il popolo «non si converta e non sia guarito» (Is 6,10); Gesù riportò tale parola profetica per i suoi contemporanei increduli, citando la Settanta: «… non si convertano e io non li guarisca» (Mt 13,15) e così fece similmente Paolo (At 28,27). Perciò Gesù si rifiutò a volte di fare miracoli e prodigi (cfr. Mt 13,58; Lc 23,8s).

     È chiaro che l’ultima parola su che cosa Dio possa e voglia guarire, ce l’ha Lui stesso. Oggigiorno però ci dobbiamo basare sulle chiare evidenze oggettive. Si portino perciò prove cliniche evidenti e documentate che ai nostri giorni sia mai stato «guarito» qualcuno da un’anomalia cromosomica, qual è appunto la sindrome di Down!

     Alla domanda: «Gesù disse che era venuto per guarire o no?», bisogna rispondere con un no! Non esiste un solo brano che affermi esplicitamente il contrario. Gesù disse tante volte: «Io sono venuto per…», ma mai per guarire! A volte diamo per scontato cose solo perché le ripetiamo per convenzione e, quindi, senza controllare nella Scrittura che le cose stiano così. Ecco qui di seguito un’analisi delle parole di Gesù.

     ■ «Io sono venuto non per abolire ma per compire [la legge]» (Mt 5,17).

     ■ «Io non son venuto a chiamar dei giusti, ma dei peccatori» (Mt 9,13).

     ■ «Io non son venuto a metter pace, ma spada» (Mt 10,33s).

     ■ «Io son venuto a gettare un fuoco sulla terra» (Lc 12,49).

     ■ «Io son venuto nel nome del Padre mio, e voi non mi ricevete» (Gv 5,43).

     ■ «Io non son venuto da me, ma Colui che mi ha mandato è verità» (Gv 7,28; 8,42; cfr. 16,28).

     ■ «Io son venuto in questo mondo per fare un giudizio» (Gv 9,39).

     ■ «Io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano ad esuberanza. Io sono il buon pastore; il buon pastore mette la sua vita per le pecore» (Gv 10,10s).

     ■ «Io che dirò? Padre, salvami da quest’ora! Ma è per questo che son venuto incontro a quest’ora» (Gv 12,27).

     ■ «Io son venuto come luce nel mondo» (Gv 12,46)

     ■ «Io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo» (Gv 12,47)

     ■ «Io sono re; io sono nato per questo, e per questo son venuto nel mondo, per testimoniare della verità» (Gv 18,37).

 

Quindi la tesi secondo cui Gesù sarebbe venuto nel mondo per guarire, è semplicemente falsa. Egli stesso affermò di essere venuto nel mondo per salvarlo, dando la sua vita. I miracoli servivano per accreditare Gesù quale Messia (Mt 11,3ss). A ciò si possono aggiungere anche le seguenti testimonianze scritturali.

     ■ «Il Figlio dell’uomo è venuto a salvare ciò che era perito» (Lc 19,10).

     ■ «Il Figlio dell’uomo non è venuto per esser servito ma per servire, e per dar la vita sua come prezzo di riscatto per molti» (Mt 20,28).

     ■ «Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori» (1 Tm 1,15).

 

Quanto alla presunta «fede dell’intelletto» contrapposta a un «rapporto intimo con Cristo», bisogna stare molto attenti! Paolo parla in Rm 12,1 del «vostro culto razionale»! (così in greco). Egli mise in guardia contro una mente infruttuosa affrontando il problema della preghiera in vari linguaggi usati a Corinto, che era un porto di mare: «Se prego in altra lingua, ben prega lo spirito mio, ma la mia intelligenza rimane infruttuosa. Che dunque? Io pregherò con lo spirito, ma pregherò anche con l’intelligenza; salmeggerò con lo spirito, ma salmeggerò anche con l’intelligenza» (1 Cor 14,14s).

     Bisogna fare quindi attenzione a un gratuito anti-intellettualismo. L'intelligenza può essere messa al servizio della «carne» o dello «Spirito», della «giustizia» o della «ingiustizia» (Rm 6,13.19; 8,4ss). Pietro certificò che Paolo era un intellettuale: «…anche il nostro caro fratello Paolo ve l’ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; 16alcune cose difficili a capire  che gli uomini ignoranti e instabili torcono, come anche le altre Scritture, a loro propria perdizione» (2 Pt 3,15s).

 

 

7. {Vincenzo Russillo}

 

Contributo: Voglio parlare di sofferenza e preoccupazioni d’un genitore. Giorni fa, discutevo con una conoscente la quale ha un figlio down. Voglio precisare che è questo ragazzo è molto sensibile e anche intelligente. Ma la madre mi ha posto degli interrogativi, abbastanza amari ma comprensibili da un certo punto di vista. O meglio si chiedeva in questi casi come il suo, quando i genitori verranno a mancare e non c’è chi si può prendere cura di queste persone, cosa fare?

    A un certo punto mi ha detto, forse in questi casi capisco chi abortisce... La mia risposta secca è stata: «L’aborto è un omicidio, la vita non ha prezzo...». Anche se sono riuscito a convincerla, dentro di me sono rimasto con un dubbio. Questa mamma in fondo ha ragione, come società civile si fa poco. Non c’è appoggio per questi problemi. Non giustifico in alcun senso l’aborto però credo che su queste situazioni particolari, bisognerebbe discutere. {09-02-2009}

 

Risposta: Abbiamo già discusso sopra su vari aspetti. Bisogna informarsi prima sulle possibilità. Bisogna educare i figli all’autonomia, anche se down. Ci sono persone affette da questa sindrome che studiano, lavorano, ecc. Se si educano tali soggetti a essere dipendenti, saranno svantaggiati in futuro.

     La vita è tale indipendentemente dal suo stato. Coloro che stanno intorno a una persona affetta da sindrome di Down, affermano che essi stessi sono i riceventi. La società civile fa troppo poco? Non saprei dirlo. Forse sono le persone spesso male informate. Poi all’estero, in genere, si creano associazioni e iniziative private in casi del genere e si dà vita a strumenti di interconnessione e di scambio di informazioni e di iniziative. In Italia ci si aspetta spesso tutto dall’alto. {Nicola Martella}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Down_parla_MeG.htm

11-10-2007; Aggiornamento: 10-02-2008

 

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