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SINDROME DI DOWN E GUARIGIONE DIVINA

 

 di Nicola Martella

 

La questione del lettore

La risposta

 

Non è mia intenzione entrare in una discussione fra fratelli all’interno di una realtà ecclesiale locale, né prendere partito per qualcuno. D’altro canto, è stata richiesta la mia opinione da un lettore e uno dei servizi offerto dal sito «Fede controcorrente» è di rispondere ai quesiti posti. Confido nella maturità dei fratelli che quanto qui detto non verrà usato in modo strumentale per questioni e situazioni che non conosco. Non potendo verificare le cose con tutte le parti in causa, devo necessariamente ritenere che chi ha posto il quesito, abbia rappresentato correttamente i fatti e le opinioni altrui. Le mie riflessioni vogliono rappresentare solo un approfondimento biblico, su cui riflettere.

 

 

La questione del lettore  

 

Carissimo Nicola, ti sottopongo un quesito sorto nell’ambito della nostra Assemblea che ha portato purtroppo a situazioni di scontro invece che a riflessioni e chiarimenti.

     La domanda è stata posta in modo tale che la risposta potesse essere di tipo chiuso, o SÌ o NO! «Dio può guarire un Down?» [N.d.R.: ossia una persona affetta da sindrome di Down]. Molti silenzi e un «» motivato da esperienze personali vissute o sentite raccontare.

     La risposta secondo il proponente doveva essere «NO» motivando il tutto nel seguente modo (riassumo cosa ho capito): «Poiché la persona affetta da questa sindrome è geneticamente così concepita, se Dio intervenisse con una guarigione, ne sconvolgerebbe la natura e in fondo la persona guarita non sarebbe più la stessa. Quindi Dio non può guarire un Down, altrimenti avrebbe guarito un’altra persona».

     Non ti sembri strano che questa cosa, tuttora irrisolta, si trascini da diversi mesi con conseguenze disastrose per la comunione fraterna.

     Dell’opportunità poi di trattare questo genere d’argomenti tra non addetti ai lavori, ne riparleremo in una prossima puntata dedicata alla convivenza nell’ambito d’una stessa Assemblea, con chi e fino a dove è lecito spingere le nostre riflessioni su tematiche di questa portata.  Vorrei sapere il tuo parere in proposito. {Sandro Bertone; 08-10-2007}

 

 

La risposta ▲

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Quanto dico qui di seguito, rappresenta una riflessione su tale tema e intende dare specialmente un orientamento a una possibile discussione. Gli esperti in biologia e in altre discipline utili al tema sono i benvenuti nell'integrare quanto diremo.

     La sindrome di Down è un’anomalia genetica (altri parlano di anomalia cromosomica). Essa è qualcosa di differente, ad esempio, dalla differenziazione sessuale quale variante basilare (XX e XY) dello stesso tipo di base; anche chi è affetto dalla sindrome di Down può essere maschio o femmina.

     A volte per raggiungere più speditamente certo un luogo, bisogna fare un giro più lungo. Per introdurre la tematica, riflettiamo dapprima sulle differenze sessuali degli umani. Premesse queste differenziazioni, potrebbe Dio trasformare oggigiorno un maschio in una femmina e viceversa? È una domanda interessante, ma che resterà senza risposta. Non è in discussione ciò che Dio possa fare, ma ciò che fa abitualmente. Non esiste infatti nessun caso scientificamente accertato in cui Dio abbia trasformato in toto un essere umano da un sesso all’altro, intervenendo così a livello genetico (o cromosomico). A dire il vero, Dio ha fatto una volta sola qualcosa del genere, non direttamente su una persona nel suo complesso, ma per una specie di clonazione differenziata, quando prese del materiale biologico dal fianco di Adamo (per mantenere il tipo di base e l’unità di specie), trasformò il cromosoma XY (maschile) in XX (femminile; mutamento sessuale) e derivandone così, per una misteriosa e divina via biotecnologica, una donna.

 

Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, Esegesi delle origini, Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 163-169. Cfr. anche in Nicola Martella, Temi delle origini, Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), l’articolo «Il fianco o il DNA?», pp. 262ss.

 

Questo caso unico, sebbene interessante e assolutamente fondamentale per la sussistenza della specie umana, non è però scientificamente rilevante, poiché nessun uomo scientificamente e tecnicamente dotato era lì presente per accertare i fatti e per tramandarli in modo preciso e corretto. Da lì in poi non c’è stata nessuna necessità che Dio lo abbia fatto un’altra volta nel corso della storia, né vi è nessun caso documentato che ciò sia accaduto. Infatti la sessualità non è una malattia né un’anomalia genetica. Le trasformazioni sessuali fatte dagli uomini (chirurgiche, ormonali, ecc.), sono in effetti solo apparenti, poiché non intervengono al livello dei cromosomi, che restano XX o XY nonostante gli interventi di tipo chirurgico e/o ormonali (questi ultimi in natura non avvengono e sono un prodotto culturale possibili solo mediante la tecnica). Che io sappia, non esiste nessun caso documentato di una inversione sessuale negli esseri umani a livello cromosomico.

 

 

2.  ASPETTI TECNICI DELLA SINDROME DI DOWN: Per acquisire informazioni tecniche e competenti, citiamo dapprima da un articolo «Sindrome di Down» dell’AIPD (L’Associazione Italiana Persone Down):

     ■ «Che cos’è la Sindrome di Down?: La sindrome di Down è una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di un cromosoma in più nelle cellule: invece di 46 cromosomi nel nucleo di ogni cellula ne sono presenti 47, vi è cioè un cromosoma n. 21 in più; da qui anche il termine Trisomia 21. Genetico non vuol dire ereditario, infatti nel 98% dei casi la Sindrome di Down non è ereditaria.

     La conseguenza di questa alterazione cromosomica è un handicap caratterizzato da un variabile grado di ritardo nello sviluppo mentale, fisico e motorio del bambino.

     ■ Le anomalie cromosomiche nella Sindrome di Down: Esistono tre tipi di anomalie cromosomiche nella sindrome di Down, il loro effetto finale è comunque identico: nelle cellule dei vari organi i geni del cromosoma 21 sono in triplice dose.

     L’anomalia più frequente è la Trisomia 21 libera completa (95% dei casi): in tutte le cellule dell’organismo vi sono tre cromosomi 21 invece di due; ciò è dovuto al fatto che durante le meiosi delle cellule germinali la coppia dei 21 non si è disgiunta come avrebbe dovuto (90% dei casi durante la meiosi della cellula uovo materna, 10% durante la meiosi degli spermatozoi paterni).

     Più raramente si riscontra la Trisomia 21 libera in mosaicismo (2% dei casi): nell’organismo della persona con la sindrome sono presenti sia cellule normali con 46 cromosomi che cellule con 47 cromosomi (la non disgiunzione della coppia 21 in questo caso si è verificata alle prime divisioni della cellula uovo fecondata).

     Infine, il terzo tipo di anomalia, anch’essa rara, è la Trisomia 21 da traslocazione (3% dei casi): il cromosoma 21 in più (o meglio una parte di esso, almeno il segmento terminale) è attaccato ad un altro cromosoma di solito il numero 14, 21, o 22.

     ■ Le cause della Sindrome di Down: Non conosciamo affatto quali siano le cause che determinano le anomalie cromosomiche in generale. […]» (formattazione, maiuscoletto e grassetto nel testo nostri).

 

 

3.  ALCUNI PREGIUDIZI: Riguardo alla sindrome di Down ci sono vari pregiudizi. Essi sono in genere basati sull’ignoranza e su informazioni sbagliate.

     ■ Malattia?: Il primo pregiudizio è che si tratti di una malattia, e come tale che si possa guarire. La sindrome di Down non è però una malattia, ma un’anomalia genetica (o cromosomica), ha quindi a che fare con la struttura di base. Quindi già il presunto rimedio (guarire) è fuori posto. Le anomalie genetiche (o cromosomiche) non si possono guarire! Per fare un paragone, non si tratta di rinnovare la carta da parati in una stanza, ma la stessa composizione chimica all’interno dei mattoni usati per costruire la casa.

     ■ Valore e felicità: Un altro pregiudizio riguarda il valore dell’essere umano e la sua felicità. Sarebbe come chiedere: Ha più valore o è più felice chi ha un cromosoma XX (femmina) o XY (maschio)? L’essere umano ha un valore intrinseco, essendo stato originalmente creato a immagine di Dio e, come tale, destinato ad avere comunione col suo Creatore. La felicità dell’individuo non si può misurare con la composizione dei suoi geni o con la corrispondenza a una norma genetica. La felicità dipende principalmente dalla consapevolezza di sé e dall’accettazione di se stesso, secondariamente dall’ambiente immediato di amore, accettazione e stima e in terzo luogo dall’accettazione dell’ambiente in senso lato. Io personalmente ho incontrato tante persone «normodotate» infelici; non ricordo di aver incontrato mai una persona Down veramente infelice. Ciò non significa che chi ha la sindrome di Down non abbia problemi, non ne sia consapevole e non li affronti. L’esperienza fatta da tante persone (genitori, parenti, amici, terapeuti, insegnanti, ecc.) con coloro, che sono affetti dalla sindrome di Down, è che i primi ricevono come ritorno di fiamma (p.es. in termini di carica umana e felicità) da questi ultimi più di quanto essi possano mai dare loro.

     ■ L’autoconsapevolezza dei Down: Se si chiede a una persona affetta da sindrome di Down: «Ti senti malata?», risponderebbe come qualunque altra, ad esempio: «Sì, ho l’influenza»; «Sono caduto giorni fa e mi fa male il polso e la caviglia» oppure «No, mi sento benissimo!». La stessa cosa risponderemmo io e i miei figli che siamo affetti da microcitemia, sebbene quest’ultima ha la sua rilevanza. Sono spesso le persone intorno ai Down che cercano di proiettare in loro una percezione diversa. E stranamente tali «normodotati» non hanno in sé una maggiore consapevolezza del proprio valore né sono più felici.

 

 

4.  APPROFONDIAMO LE ALTRE QUESTIONI

     ■ L’obiettivo terapeutico?: La prima questione è perché Dio dovrebbe voler «guarire» chi è diverso ma non necessita guarigione? Avrebbe così maggiore valore o maggiore aspettativa a essere felice?

     ■ Trasformazione dell’essere?: Se Dio volesse trasformare tutte le anomalie genetiche (o  cromosomiche) di un Down, lo trasformerebbe veramente in un altro essere? Che cosa costituisce un essere umano? Qui si dovrebbe affrontare, con un grande excursus, il tema dell’antropologia biblica; ma prescindiamo da ciò, rimandando a quanto già scritto altrove.

 

Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella, «La creazione dell’uomo», Temi delle origini, Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 232-247. ▪ Cfr. Nicola Martella, «Antropologia», Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996), pp. 95-102. ▪ Cfr. in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), gli articoli «Antropologia» 1-4, pp. 86-92.

 

Un essere umano rimane tale indipendentemente dalle sue anomalie genetiche (o cromosomiche)! L’eliminazione di queste ultime non trasformerebbero un essere in un altro, poiché la sua personalità si differenzia da quella di altre persone per molti altri fattori: genetici, psicologici, mentali, caratteriali, tecnici, psico-sessuali, spirituali, eccetera. Che un essere possa essere trasformato senza mutare di persona e personalità è mostrato dall’evento della risurrezione di Gesù e della trasformazione dei viventi nel momento della risurrezione dei morti; di questo parleremo alla fine.

     ■ Dio e le sue possibilità: La domanda iniziale era se Dio possa eliminare in una persona Down l’anomalia genetica (o cromosomica). Se il Dio vivente è nel cielo e fa tutto ciò che gli piace in cielo e in terra (Sal 115,3; 135,6), è chiaro che è in grado di farlo, se lo vuole. Dio normalmente non interviene a eliminare le varie anomalie genetiche (o cromosomiche) presenti nell’umanità. Nella Scrittura non ne troviamo un solo esempio. Egli ha creato una volta sola e, dopo la ribellione umana primordiale, la natura segue il suo ciclo di corruzione e decadimento: i genitori trasmettono ai loro figli geni difettosi, quindi malattie genetiche, secondo leggi di probabilità che sono state studiate.

     ■ I piedi d’argilla del «si dice»: Ciò che si basa sul «si dice», non basta; bisogna portare casi clinici accertati e documentati per parlarne seriamente. Il resto rischia di diventare un favoleggiare e un seguire «leggende metropolitane». La Bibbia ci mette in guardia dal seguire favole (mythoi 1 Tm 1,4; 4,7; 2 Tm 4,4; Tt 1,14; 2 Pt 1,16).

     ■ Il mistero rimane: In tutti questi temi non bisogna dimenticare che noi uomini grattiamo spesso sulla superficie conosciuta dell’iceberg (1 Cor 13,12), dimenticando quanto sta sotto di sconosciuto. «Le cose occulte appartengono all’Eterno, al nostro Dio, ma le cose rivelate sono per noi e per i nostri figli, in perpetuo, perché mettiamo in pratica tutte le parole di questa legge» (Dt 29,29). Alcuni misteri Dio li ha svelati nel corso della storia (cfr. Is 48,6; Dn 2,22; Mt 13,15; Rm 16,25; Ef 1,9; 3,3ss.9; Col 1,26s), altre sono destinate alla fine dei tempi (1 Cor 4,5; 2 Ts 2,7; Ap 10,7; 17,5.7) e altre ancora rappresenteranno sempre il mistero imperscrutabile che Dio custodisce per sé nella sua «cassaforte», di cui non darà mai ad alcuno la combinazione (cfr. Gb 5,9; 9,10; Is 40,28; Rm 11,33; 1 Tm 6,16).

     ■ Gesù e i Down: Questo e il prossimo punto sono un excursus d’approfondimento. Gesù ha mai «guarito» una persona da un’anomalia genetica (o cromosomica) come la sindrome di Down? È difficile dire e provare sai ciò, sia il suo contrario. Analizzando i testi si parla sempre di macro-patologie come, ad esempio, cecità, sordità, malformazione, menomazione fisica, disfunzioni organiche e minorazione; a ciò si aggiungano malattie mentali e casi di possessione. Quindi non si può dire nulla di certo riguardo a malattie genetiche (o cromosomiche). È vero che è scritto che Gesù sanava «ogni malattia e ogni infermità fra il popolo» (Mt 4,23; 9,35). Egli diede anche ai suoi «dodici discepoli» la «potestà di cacciare gli spiriti immondi e di sanare qualunque malattia e qualunque infermità» (Mt 10,1). Non si può dire però con certezza che fra queste rientrino immancabilmente anche le patologie genetiche (o cromosomiche) e non solo quelle che sono annoverate nelle liste usuali (Mt 11,5; Lc 7,21). Se Gesù lo abbia mai fatto, cosa tutta da dimostrare, ricordiamo che ciò rientrava in un momento particolare dell’azione speciale di Dio nel Messia. Ciò che riguarda Lui e i suoi collaboratori di allora non deve per forza essere riproducibile anche oggigiorno; uno sguardo alla storia della salvezza non mostra continuità al riguardo, ma particolari momenti con uno spiccato significato teologico (cfr. Mosè, Elia). Se Gesù quale Messia agiva col «dito di Dio», ossia con la presenza personale di Dio (Lc 11,20 cacciata dei demoni), avrebbe certamente potuto fare tutto ciò che era nelle possibilità di Dio; deve rimanere però irrisolta la questione, se Gesù avesse mai eliminata un’anomalia genetica (o cromosomica) in qualcuno, se questa corrispondesse alla volontà di Dio in quel tempo.

     ■ Premesse perché Gesù guarisse: Questo punto approfondisce quello precedente. Si legge: «E da per tutto dov’egli entrava, nei villaggi, nelle città e nelle campagne, posavano gli infermi per le piazze e lo pregavano che li lasciasse toccare non fosse altro che il lembo del suo vestito. E tutti quelli che lo toccavano, erano guariti» (Mc 6,56; Mt 14,35s). Perché qualcuno potesse mai essere guarito, bisognava che si verificassero queste premesse: ▪ 1) Una persona doveva essere oggettivamente malata; ▪ 2) Doveva essere considerata tale dal suo ambiente; ▪ 3) Doveva considerarsi tale anche personalmente; ▪ 4) Doveva entrare in personale vicinanza con Gesù; ▪ 5) Doveva desiderare di essere guarita da Gesù e avere la fede che ciò accadesse veramente; ▪ 6) Gesù doveva volerla guarire. Non si pensi che fosse semplice che tutti questi punti si realizzassero veramente. Gesù non poteva guarire chi non si sentiva malato o non avesse fiducia che ciò avvenisse veramente. Sebbene molti stessero letteralmente addosso a Gesù, non tutti furono effettivamente guariti! Quando a Gesù stavano letteralmente calpestando i piedi (Mc 5,24.30s), solo una donna toccò con fede il lembo della veste di Gesù (vv. 27s) e fu guarita (v. 34; Mt 9,22 «la tua fede t’ha salvata / guarita»).

     Se quella donna con tale flusso di sangue patologico fosse stata anche Down, sarebbe stata eliminata in lei automaticamente anche l’anomalia genetica (o cromosomica)? È difficile dirlo o dimostrarlo. Si sarebbe considerata «malata» per via della menorrea patologica o anche per la sua anomalia genetica (o cromosomica)? Avrebbe esercitato la sua fede rispetto a che cosa verso Gesù? Se avesse potuto chiedere a Gesù una grazia, che cosa avrebbe chiesto, di essere guarita dalla menorrea patologica, dall’anomalia genetica (o cromosomica) o da ambedue? Sono questioni che bisognerà assolutamente lasciare aperte e senza risposta. Come già detto, non bisogna confondere ciò che Gesù fece durante il suo ministero in terra, per mostrare la sua messianicità, con ciò che fa attualmente.

     ■ Un evento escatologico: Questo è un punto focale per questo tema. La trasformazione a livello genetico (o cromosomico) e l’eliminazione delle anomalie è un tema di cui la Scrittura parla, non solo per i Down, ma per tutti i redenti e solo come evento escatologico. Paolo, parlando di tale «mistero», afferma che mentre i morti risusciteranno incorruttibili, i credenti allora viventi saranno tutti «mutati» (allássein trasformare), e cioè in modo istantaneo (1 Cor 15,51s). Quindi, Dio può fare una cosa del genere, ma ha stabilito per tale progetto di trasformazione fisica, psichica e spirituale un momento specifico del futuro escatologico. L’unica eccezione anticipatoria è stata solo quella del Signore Gesù Cristo. Al riguardo potrebbe aiutare la lettura di Rm 8,19-23, dove si parla della liberazione escatologica della creazione dalla schiavitù della corruzione (v. 21) e del «riscatto del nostro corpo» (v. 23). C’è attualmente un gemito e un anelito universali della creazione, e i figli di Dio non sono eccettuati (vv. 22s), aspettando la salvezza (vv. 24s).

     Da ciò mi permetto di derivare che oggigiorno Dio non elimina, in genere, le anomalie genetiche (o cromosomiche) né nei Down né in altre persone affette da altre sindromi. Come detto, però, il mistero ultimo risiede in Dio ed Egli non ne presta la chiave a nessuno.

 

Sindrome di Down? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Quali sono le cause del male? {Argentino Quintavalle}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Down_guarigione_Car.htm

10-10-2007; Aggiornamento: 16-10-2007

 

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