Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Entrare nella breccia 1

 

Cura pastorale

 

 

 

 

In prima linea — Entrare nella breccia 1:

   Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:
■ Gli aspetti generali
■ La consulenza
■ Gli aspetti dottrinali
■ I problemi della consulenza

 

Fare fronte — Entrare nella breccia 2:

   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
■ Approfondimento delle problematiche
■ Aspetti critici
■ Fatti, casi ed eventi
■ Dizionarietto dei termini
■ Fogli d’analisi
■ Excursus: Rimostranze verso fratelli  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

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LIBERAZIONE INTERIORE E PASTORALE ESORCISTICA 1

 

 di Andrea Poggi - Nicola Martella

 

1. Le tesi (1) {Andrea Poggi}

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

3. Le tesi (2) {Andrea Poggi}

4. Osservazioni e obiezioni (2) {Nicola Martella}

5. Le tesi (3) {Andrea Poggi}

6. Osservazioni e obiezioni (3) {Nicola Martella}

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere il punto sottostante

 

Questo confronto fra Andrea Poggi e me prende occasione da una lettera, inviata da lui nel tentativo di consigliare una lettrice credente sul modo di uscire dai suoi problemi atavici con sua madre. Egli si riferisce qui all’articolo «Mia madre non mi ha mai amata». Andrea Poggi è un credente appartenente alla chiesa evangelica pentecostale «Fonte di Vita» di La Spezia.

     Per mia meraviglia, ho preso atto che il suo consiglio non riguarda una normale prassi di cura d’anime (pastorale biblica), ma un intervento di liberazione da una sedicente demonizzazione mediante un presunto demone, da lui chiamato «spirito di rigetto» e «spirito di morte», che sarebbe entrato nella sua vita fin dalla gravidanza di sua madre (pastorale esorcistica). La liberazione da tale spirito impuro è vista come la soluzione di tutti i problemi descritti dalla lettrice nei rapporti con sua madre e con se stessa (abbandono da parte di suo marito, malattie e infermità). Chiaramente non posso che dissentire. Poiché tale specifica tesi non rientra nel confronto previsto e necessita di una risposta adeguata, ho preferito metterlo qui extra.

 

 

1. Le tesi (1) {Andrea Poggi}

 

Pace, fratello Nicola, spero di poter essere d’aiuto alla sorella, Patrizia affinché possa essere liberata da ciò, che la sta turbando.

     Cara sorella, metti davanti a Dio quello che ti dirò e agisci solo se lo Spirito Santo ti parla e ti convince, perché in questo è fondamentale crederci! Tieni presente che ti parlo limitatamente, basandomi solo sul tuo scritto; per avere un quadro più preciso bisognerebbe vederci e parlare in maniera approfondita con una consulenza.

     Ascolta tutto, è iniziato da un forte rigetto, partito già dal grembo materno, quando tua mamma non ti voleva. Questo spirito di rigetto, e nel tuo caso unito anche a uno spirito di morte, entrato in azione quando tua mamma ha tentato più volte d’abortire (questo è come tentato omicidio e nel mondo spirituale dona legalità forti a Satana per agire sulla vita delle persone), causa molti problemi e fa sì che anche con altre persone accada la stessa situazione di rigetto. Nel tuo caso è avvenuto con il marito, quando ti ha lasciata preferendo un’altra donna (e qui mi piacerebbe poterti parlare per capire, se è successo anche con altre persone, tipo amici, parenti, i tuoi stessi fratelli, qualche credente ecc., perché in molti casi accade così!). Vivendo l’infanzia e l’adolescenza vittime di questo rigetto, entra in azione la mancanza di stima, il senso di abbandono, amarezza, rancore, rabbia e spesso pensieri di farla finita. Nel tuo caso lo spirito di morte, ha agito con varie infermità, vari problemi di salute (e qui è molto importante sapere quando e come sono iniziati e che tipo d’infermità erano, o sono ancora).

     Come tu dici, grazie a Dio che ci consola e ci mantiene in piedi, a Lui solo sia la gloria! Ma il fatto che «la tua ferita sanguina ancora dopo 47 anni» e continui a essere oppressa da questa situazione, ci dà una importante indicazione, ovvero c’è bisogno di ministrare una liberazione, sotto il controllo e la guida dello Spirito Santo, pregando specificatamente per quello che sta agendo nella tua vita, affinché ogni legalità, che il nemico ha ancora nella tua vita, sparisca nel nome di Gesù! Posso solo dirti che ho visto grandi vittorie nei fratelli e nelle sorelle che hanno vissuto questo tipo di situazione così forte e dolorosa nell’anima.

     Perdonami, ma per e-mail e con così poche indicazioni, non posso essere molto chiaro. Amata pregaci su, parlane con il tuo pastore (non so se lui crede in questo e se nella chiesa avete un gruppo specifico di consulenza che può ministrare), l’importante è che non ti rivolgi a chiunque, devi avere la certezza che siano persone chiamate da Dio per questo e che tutto sia svolto sotto la guida e il controllo dello Spirito santo. Coraggio sorella mia, la vittoria è tua nel nome di Gesù!

     Fratello Nicola non sapendo se credi in questo e se pubblicherai questo contributo, ti chiedo, per gentilezza, di fare in modo che Patrizia lo riceva... Grazie di cuore, un grande abbraccio... {23-05-2010}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

 

Dapprima pensavo che Andrea Poggi parlasse di «spirito di rigetto» e di «spirito di morte» come atteggiamenti antropologici della madre nel confronto della figlia fin dalla gravidanza e poi oltre. Poi ho dovuto prendere atto che lui parlava di ciò veramente come «entità pneumatiche» autonome, ossia di demoni, che avrebbero preso possesso della madre al tempo dei suoi tentativi di aborto e che poi sarebbero passati su Patrizia. Tali spiriti impuri sarebbero quindi le causa di tutti tali problemi fra Patrizia e sua madre e dei guai nella vita di Patrizia; infatti, in lei tale «spirito di morte» si sarebbe manifestato come spirito di malattia e infermità. Non meraviglia, quindi, che tutti i problemi aperti nella sua vita rispetto a sua madre siano visti come un’influenza di tale demone.

     Non meraviglia che in tale visione del mondo e della vita, la soluzione dei problemi di Patrizia sia vista in una specie di esorcismo: un uomo potente di Dio deve «ministrare una liberazione» verso una credente nata di nuovo, ritenuta ancora legata da Satana, il quale avrebbe ancora una qualche «legalità», che permetterebbe al nemico di agire!

     Essere rigenerati dallo Spirito Santo ed essere legati da un demone non sono questioni antitetiche all’interno della concezione carismaticista della vita. Anzi, in tal mentalità esorcistica quasi tutti i mali vengono ritenuti causati da uno spirito impuro: del fumo, dell’alcool, del risentimento, della gelosia, della malattia X, dell’infermità Y. In tal modo, tutta la vita dei credenti diventa un processo di liberazioni successive mediante l’esorcismo ministrato da un «potente uomo di Dio», da cui poi tali credenti dipendono. Se un tale «unto» non funziona, si cerca uno più potente. In tal modo si diventa dipendente dagli uomini.

     Tale prassi esorcistica ha come effetto collaterale la deresponsabilizzazione etica dei credenti, i quali attribuiranno le loro trasgressioni morali a uno spirito demoniaco, invece che alla loro concupiscenza. Ad esempio, essi attribuiranno i loro tradimenti coniugali a uno «spirito di adulterio», che li avrebbe sedotti. Ciò porta a una falsa e pericolosa concezione della fede, del peccato e della santificazione.

     L’altro effetto di tale concezione dottrinaria è la prassi della cura pastorale nel senso di una «pastorale esorcistica». Invece di affrontare i problemi concreti, portando chiarimento mediante la Parola di Dio, ravvedimento e correzione morale, tutto viene attribuito a spiriti demoniaci e si pretende, quindi, di risolvere tutto mediante esorcismi e l’imposizione di mani. Qui si crede veramente che credenti rigenerati dallo Spirito Santo siano demonizzati ancora o nuovamente da uno «spirito di gelosia», dal «demone dell’infermità» o dallo «spirito del rancore». Tutto ciò alimenta soltanto il narcisismo degli uomini e crea una casta clericale di presunti «potenti uomini di Dio», capaci di cacciare spiriti e demoni da credenti rigenerati.

     Praticando io cura pastorale biblica da decenni, non posso che denunciare tale concezione di demonizzazione di veri credenti rigenerati, e non posso che sconsigliare tale prassi carismaticista di «pastorale esorcistica», di cui non c’è traccia nella prassi apostolica verso i credenti.

     In campo medico, una falsa diagnosi porta a una cura sbagliata. Ogni cura sembra lì per lì di funzionare, ma non risolve i veri problemi. In tal modo i «medici» ingannano i «pazienti», oltre che se stessi. Nel Medioevo i medici avevano un rimedio universale per pressoché ogni malattia: il salasso. Anche oggigiorno non mancano presunti medici che hanno singolari metodi universali per ogni patologia; c’è chi giuda sulla sola Aspirina, chi sull’andare di corpo 3-4 volte al giorno, chi sull’evitare certi cibi o la loro combinazione. Similmente è nella cura pastorale: chi pensa che esista una sola vera infermità (demonizzazione) e una sola vera medicina (liberazione), non sarà di vero aiuto a nessuno e, anzi, sarà un rischio per chi lo segue. I veri problemi rimarranno sotto la cenere e si ripresenteranno violenti e virulenti alla prima occasione. Il NT non prevede esorcismi e liberazioni per credenti rigenerati, ma ravvedimento, purificazione, sottomissione al Signore e santificazione.

Mi fermo qui, avendo scritto in merito a sufficienza. Per l’approfondimento rimando in Nicola Martella, Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), agli articoli: «Antropologia carismatica», pp. 202-204; «La pastorale esorcistica», pp. 205-212; «La pastorale esoterica: guarigione interiore», pp. 213-219; cfr. anche «La strategia di una “guerriglia” spirituale», pp. 225-230.

     Si vedano anche in Nicola Martella, La salute fra scienza, religioni e ideologie, Malattia e guarigione 1 (Punto°A°Croce, Roma 2003), agli articoli: «Commistioni fra guarigione ecclesiale e paranormale», pp. 92-104; «Vie di guarigione nella cura pastorale: ravvedimento e unzione», pp. 146-155.

     Per la pastorale biblica in caso di demonizzazione romando a Nicola Martella, Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996). Oltre a tutto ciò, anche qui ho affrontato tali aspetti: «L’analisi critica delle patologie da occultismo», pp. 328-347; «La pastorale esorcistica I: Aspetti generali», pp. 348-353; «La pastorale esorcistica II: L’esorcismo cattolico in controluce», pp. 354-367.

 

 

3. Le tesi (2) {Andrea Poggi}

 

Pace, caro fratello, in questi casi non si tratta d’una cura d’anime intesa come la cura pastorale, la quale è fondamentale sia a livello di chiesa che a livello individuale. Questa è una cura interiore delle ferite profonde, createsi da situazioni particolari, che alcuni credenti hanno vissuto e ancora purtroppo stanno passando; e se non si fa consulenza con la persona interessata, andando in profondità, considerando e trattando tutte le aree della vita, non ci può essere una completa liberazione, perché le legalità che Satana ha ancora su quelle vite, sono molto forti e radicate nel profondo!

     Lei è credente? Certamente. Completamente libera? Assolutamente no. Le parole stesse di Patrizia confermano questo: Dopo 47 anni la sua ferita sanguina ancora! Quindi, in questi casi, oltre a una «normale prassi di cura pastorale», serve una «normale prassi di cura pastorale interiore», profonda, dove attraverso preghiere per il problema specifico, lo Spirito Santo sradica quelle radici velenose dalla vita del credente, liberandolo dai legami; e posso garantirti che ciò permette a molti credenti di non vivere più oppressi, impediti e legati, a volte peggio di chi ancora non ha ricevuto Cristo, ma d’essere veramente e completamente liberati. Comunque il mio intento non è quello di fare dibattito, l’importante è che Patrizia ha ricevuto il messaggio, questo m’interessa, in quanto è lei che ora ha bisogno d’aiuto, e credo che lo Spirito Santo parlerà al suo cuore, come ha sempre fatto in questi casi...

     Faccio una piccola parentesi per dirti che durante la cura pastorale attraverso la liberazione, ho notato che il «rigetto» subito fin dal concepimento (ad esempio per una gravidanza non voluta, o per aver desiderato o tentato d’abortire) o subito nell’infanzia (ad esempio con l’abbandono, o per la preferenza del fratellino o della sorellina, o per la mancanza di cura e d’affetto), è il principale responsabile dei problemi dei credenti, in tutte le aree della vita. Il rigetto è radicato profondamente, a volte durante la preghiera, ministrando l’amore e la grazia di Cristo, esce dalla persona gemendo, o con forte grido; ma la cosa meravigliosa è che dopo, il viso del fratello o della sorella in questione sprizza di gioia, di pace e di serenità, e la dolce presenza dello Spirito Santo dà una fresca e potente nuova unzione, e la testimonianza della persona è toccante.

     Che Dio ti benedica, fratello Nicola, un abbraccio... {23 maggio 2010}

 

 

4. Osservazioni e obiezioni (2) {Nicola Martella}

 

1.  RISPOSTA ALLO SCRITTO: Tale nuovo scritto non aggiunge niente all’altro. Si ribadisce nuovamente una cura d’anime speciale secondo i crismi della «pastorale esorcistica». Alla base di quest’ultima si suggerisce nuovamente che un credente rigenerato necessiti ancora di «una completa liberazione, perché le legalità che Satana ha ancora su quelle vite, sono molto forti e radicate nel profondo» mediante uno dei potenti o unti «uomini di Dio». Non posso che prendere rinnovata distanza da tale pensiero.

     Tutti possiamo aver bisogno di una cura d’anime in momenti particolari della nostra vita, ma ciò non ha nulla a che fare con tale pastorale esorcistica di stampo carismaticista. Essa comunica un’analisi arbitraria della realtà, vede i problemi morali e spirituali come demoni, da cui bisogna essere liberati, e propone perciò non il ravvedimento, la riparazione, la correzione del tiro morale e il ritorno all’ubbidienza della parola di Dio, ma un intervento di liberazione da presunti demoni, che eserciterebbero ancora un diritto.

     La ferita di Patrizia, se e quando sanguina, non è dovuta a un fantomatico demone, da cui dev’essere liberata, ma da una mamma che l’affligge con la sua presenza, i suoi atteggiamenti, le sue parole e le sue rivendicazioni. Se la madre cambiasse atteggiamento oggi, tale problema (che è solo sociale, relazionale, affettivo), scomparirebbe immediatamente e tale rapporto madre-figlia potrebbe essere subito recuperato. Le «radici velenose» sono da sradicare nella vita e nell’atteggiamento della madre non mediante un esorcismo, ma mediante una sincera conversione.

     Anche la «piccola parentesi» corrobora una visione distorta della cura d’anime nel senso di una «pastorale esorcistica». Qui si proietta una causa inesistente nel «paziente», un demone da cui essere liberati e perciò un comportamento parossistico indotto e una sedicente liberazione.

     Poi, che il rigetto fin dalla gravidanza o in tenera età sia «il principale responsabile dei problemi dei credenti», ciò farà sorridere ogni serio consulente spirituale, che esercita con competenza una curatore d’anime da decenni. Si vede che chi ha solo un martello in mano, vede tutto come chiodi. La realtà è molto più complessa di tali semplificazioni.

 

2.  L’ANALISI BIBLICA: Se andiamo a un’analisi biblica seria, prendiamo atto che molti uomini di Dio, salmisti e quanti altri avevano una ferita aperta e sanguinante a causa d’altri (empi, stolti, malvagi, avversari, ecc.). In nessuno di tali brani viene suggerita un’analisi paranormale della realtà (la presenza di un demone che aveva delle presunte «legalità» su tali credenti) né una liberazione trascendentale da un presunto «demone della ferita interiore». Laddove la causa era esterna, tali credenti chiesero a Dio liberazione da tali circostanze mediante un intervento storico a loro favore, non un esorcismo. Laddove la causa era interna a loro stessi, tali uomini di Dio si ravvidero, confessarono i loro peccati e mutarono direzione morale nella loro vita.

     In tutta la Bibbia non si trova mai un solo esempio in cui un credente avesse una ferita o una piaga interiore causata da un demone. Essa è stata causata dal proprio peccato e dalle sue conseguenze (Gr 10,19ss). Poi c’è l’analisi ingiusta degli altri riguardo alle proprie disgrazie (Gb 34,5ss). Si parla di una malattia fisica grave di Davide (Sal 38,5.7s), che crea malessere psichico (vv. 6.10), che il credente attribuisce al proprio peccato (vv. 3s) e alla punizione divina (v. 1s) e che crea isolamento sociale da amici e conoscenti (v. 11); a ciò si aggiungevano le macchinazioni degli avversari (vv. 12.19s). Davide vide la soluzione non in un esorcismo, ma nell’invocazione a Dio (vv. 15.21s) e nella sincera confessione delle sue iniquità (v. 18).

     Lo stesso profeta Geremia si trovò in una continua situazione di tomento e, quando stava per mollare, chiese a Dio: «Perché il mio dolore è perpetuo, e la mia piaga, incurabile, ricusa di guarire? Vuoi tu essere per me come una sorgente fallace, come un’acqua che non dura?» (Gr 15,18; si veda qui Lm 3). Dio gli ripresentò la chiamata e le promesse antiche (Gr 15,19s; 1,4-10.17ss; cfr. anche Giona e la cura pastorale drammatica da parte di Dio).

     Similmente si potrebbe fare l’esempio di Elia e della sua depressione con esaurimento, dopo aver affrontato i profeti di Baal. Dio non gli mandò un esorcista, ma gli diede una convalescenza per recuperare le forze fisiche e psichiche. In momenti particolari, a causa della particolare contingenza, troviamo alquanto angosciati i seguenti personaggi biblici: Giacobbe (Gn 32,7), Davide (1 Sm 30,6 esterno; Sal 38,18 interno), Ester (Est 4,4), Epafròdito (Fil 2,25ss infermità).

     Quando Gesù stesso era «contristato e angosciato», avendo l’anima «oppressa da tristezza mortale» (Mt 26,37s), la soluzione non fu una presunta «liberazione interiore» mediante una pastorale esorcistica, ma la vicinanza in preghiera rispetto al Padre celeste. Luca parlò addirittura di agonia durante l’intensa preghiera, al punto che «il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadevano in terra» (Lc 22,44). Dio non lo liberò in modo sovrannaturale da tale circostanza, ma «un angelo gli apparve dal cielo a confortarlo» (v. 43).

     Addirittura, quando Paolo fu molto sofferente e chiese l’intervento di Dio, Egli non lo guarì dalla sua infermità né lo liberò da «un angelo di Satana, [intento] a schiaffeggiarmi, affinché io non insuperbisca», ma gli assicurò la sua grazia (2 Cor 12,8s). Paolo non chiese un intervento di liberazione esorcistica agli altri credenti, ma concluse: «Per questo io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amor di Cristo; perché, quando sono debole, allora sono forte» (v. 10).

     Concludendo, una tale pratica di intervento sovrannaturale di un credente rigenerato, nel senso di cosiddetta «liberazione interiore» di stampo esorcistico, non trova nessun riscontro nella prassi dell’Antico e del Nuovo Testamento. In nessun brano delle epistole del NT si suggerisce nulla del genere. Il cambiamento indotto dalla cura pastorale è sempre comportamentale e morale nel senso di un ritorno all’ubbidienza a Dio. Laddove le cause sono esterne, la cura pastorale consola, incoraggia e rafforza la pratica delle virtù bibliche (frutto dello Spirito). Laddove si tratta di questioni interpersonali, viene indicato il percorso per mettere a posto i rapporti (Mt 18,15-20; Rm 12,18; 2 Cor 13,11; 1 Ts 5,13). Laddove uno si svia, bisogna recuperarlo alla fede mediante una sincera conversione (Gcm 5,19s).

     Una «cura pastorale speciale», se così si vuole chiamarla, è da usare soltanto in caso di non credenti affetti da una demonizzazione. Anche qui però bisogna guardarsi da una pastorale esorcistica, ma bisogna risalire molto più alle vere cause e inducendo a confessare i peccati reali a Dio, mediante una sincera e completa conversione. Per i dettagli riguardo a come fare bene, senza rendersi colpevoli e senza contaminarsi con false concezioni, rimando all’opera « Entrare nella breccia».

 

 

5. Le tesi (3) {Andrea Poggi}

 

Pace, caro Nicola, probabilmente non sono riuscito esprimermi bene: parlavo assolutamente di «spirito di rigetto» e «spirito di morte» in relazione al comportamento della mamma e non perché la mamma fosse posseduta dai demoni. Il rigetto della mamma e i tentativi d’abortire la figlia hanno dato permesso «legale» a Satana d’agire per compiere quello che le Scritture c’insegnano, ovvero: «Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere...» (Gv 10,10). Purtroppo quando il nemico ha il permesso d’agire, si presenta in vari modi: oppressione, senso di colpa, infermità, rigetto, depressione, paure, ecc. È chiaro che tutto ciò, che ci accade, o tutto ciò, di cui soffriamo, non è un attacco di Satana o opera sua, ma è importante discernere, quando lo è.

     L’aiuto di cui abbiamo bisogno, e che io ho voluto presentare, in una situazione tipo quella della sorella Patrizia, non è d’un «potente uomo o donna di Dio», ma d’uno o più fratelli o sorelle normalissimi, ai quali Dio ha dato una sensibilità particolare per le anime e discernimento per vedere e capire cosa sta turbando quelle anime; questo caro fratello non è una opera esorcista, ma sensibilità e amore profondo per le anime (i risultati e le testimonianze che fino a ora ho visto e sentito sono meravigliose, grazie a Dio).

     Credo anch’io che un credente nato di nuovo è salvato e liberato, da ciò che ha confessato (1 Gv 1,8-9; At 19,18-19; Gcm 5,16). Inoltre, quello che è la nostra vita, dal momento che riceviamo la nuova nascita in poi, ci mette in condizioni d’essere ancora soggetti all’azione di Satana e i suoi demoni, in quanto, come dice la Parola continuiamo a peccare (Lc 17,3,4; 1 Cor 15,34; 1 Tim. 5,20). Tutto, questo caro fratello, dà legalità eccome a Satana e la dà anche nei credenti nati di nuovo, e se anche un solo peccato non viene confessato, il nemico ha diritto per agire nella nostra vita, e stai sicuro che s’accanirà !

     Durante i momenti di preghiera, mentre lo Spirito Santo ministra cura e liberazione sulla persona, spesso Egli rivela a uno o all’altro fratello «che c’è qualcosa d’inconfessato da parte della persona»; allora, fermando un momento la preghiera e parlando, la persona rivela il peccato e confessandolo, è liberata. Alleluia! Fare questo carissimo non è altro che pregare gli uni per gli altri con amore, confessando ogni cosa, e permettere a Dio di rivelare anche le cose occulte, come il salmista voleva...

     Purtroppo a volte il fratello o la sorella, che stanno vivendo una condizione particolare, non hanno la forza d’uscirne da soli e spesso s’abituano a quella brutta situazione che stanno vivendo, e oltre a ciò Satana fa la sua parte, agendo nella debolezza spirituale. Purtroppo ci sono anche troppi nati di nuovo che prendono da anni ansiolitici e psicofarmaci per la depressione, o non riescono nemmeno a pregare o a leggere la Bibbia per più di 5 minuti, tanto sono oppressi e con la mente bloccata, invece d’essere rinnovata giorno per giorno, ecc... Ma questo per molti è normale, non è niente di grave... Che Dio abbia misericordia e apra le menti di chi la pensa così...

     Dio ti benedica tanto un abbraccio... {25 maggio 2010}

 

 

6. Osservazioni e obiezioni (3) {Nicola Martella}

 

Tale ulteriore spiegazione di Andrea Poggi, nel tentativo di spiegare, di per sé rivela nuovamente l’ideologia di base, che è quella della pastorale esorcistica, tipica della spiritualità carismaticista. Assistiamo qui a una ritrattazione parziale: se prima lo «spirito di rigetto» e lo «spirito di morte» erano presentati come demoni, da cui bisogna essere liberati mediante un intervento pastorale speciale, ora si addolcisce la pillola, affermando che non si tratta di un demone, ma di un presunto «permesso “legale” dato a Satana». Dove leggiamo di qualcosa del genere nella Scrittura? Giovanni 10,10 non corrobora nel suo contesto una cosa del genere, ma mette il contrasto fra il «buon Pastore» (Gesù; vv. 11.14) e i «mercenari» (i capi giudei del tempo; vv. 12s). Inoltre la seconda parte del v. 10 recita a contrasto con la morte: «Io son venuto perché abbiano la vita e l’abbiano a esuberanza». È il mercenario, quindi, che permette ai lupi di sbranare il gregge, non il «buon Pastore», che conosce le pecore ed è disposto a mettere in gioco la propria vita per le sue pecore (vv. 14s).

     Quindi, tale presunto «permesso legale» dato a Satana è un’invenzione carismaticista, che nulla ha a che fare con la teologia biblica. Satana pretende d’essere il «principe di questo mondo» (Gv 12,31; 14,30; 16,11; Ef 2,2) e fa sempre e comunque e verso tutti la sua opera malsana di «leone ruggente» (1 Pt 5,8s ), di seduttore (2 Gv 1,7; Ap 12,9), di accusatore (Ap 12,10), eccetera.

     Quando qualcuno fa «posto al diavolo» (Ef 4,27), la normale soluzione è il ravvedimento e il mutamento morale (vv. 28ss), non una liberazione trascendentale.

     Cose come oppressione, senso di colpa, infermità, depressione, paure e quant’altro fanno parte dell’esistenza umana e nessuno ne è esente, in certi momenti della vita; neppure Gesù e gli apostoli sono stati esenti da tristezza, angoscia, dolori e malattie. Che poi Satana approfitti delle debolezze umane per condurre la sua nefasta opera e per attaccare credenti e non-credenti, ciò è vero, ma la soluzione a ciò non è mai una liberazione trascendentale mediante una pastorale esorcistica, ma secondo i casi: ravvedimento, resistenza spirituale, sobrietà biblica, incoraggiamento, esortazione, ammonimento, eccetera.

     Poco cambia, se c’è in campo un esorcista carismatico di fama (p.es. Benny Hinn) o un gruppo con una «sensibilità particolare», se la concezione di base è quella della «pastorale esorcistica»: i mali della vita, vizi, peccati, debolezze e altro sono ricondotti a una presunta «legalità» che Satana avrebbe sul soggetto e che bisogna spezzare con una liberazione trascendentale. Invece di indurre i trasgressori a ravvedersi e a emendare la propria vita, li si inganna con un’analisi distorta della realtà (presunti legami demoniaci in credenti rigenerati, maledizioni generazionali, presunte «legalità» date al diavolo) e con erronee «terapie» (liberazione esorcistica).

     Certo, poi, tali credenti, essendo inseriti in tale contesto ideologico, avranno di che raccontare, essendo stati «liberati» da presunti «demoni di qualcosa» (depressione, rigetto, fornicazione, ecc.) proiettati nelle loro menti. Come ho già ricordato, tali presente demonizzazioni sono come le cosiddette «gravidanze psichiche»: sono inesistenti, ma tali donne si comportano come se fossero gravide. Tali donne partoriranno con doglie solo aria; tali liberazioni sono soltanto «aria fritta», «demoni» cerebrali proiettati nelle menti dei soggetti.

     Si ritorna sempre di nuovo sullo stesso concetto: il credente rigenerato, peccando, darebbe presunte legalità a Satana e nemico avrebbe diritto per agire nella sua vita anche per un solo peccato non confessato! Questa è soltanto una concezione malsana, a cui poi si vuol far seguire per i cristiani rigenerati (!) una pratica deleteria: presunte liberazioni trascendentali secondo i dettami della pastorale esorcistica. Un tale credente rigenerato è suggellato con lo Spirito Santo e l’unica «legalità» nella sua vita ce l’ha Cristo; se ha peccato, deve ravvedersi ed emendare la sua vita, non essere liberato dallo «spirito del peccato X»! Inoltre tale via mistica, secondo cui in tali riunioni particolari, lo Spirito Santo rivelerebbe non al soggetto, ma a un altro il peccato di lui, assomiglia a divinazione e non a cura pastorale. La cura pastorale verace non segue tale via misticheggiante, ma aspetta che sia il soggetto a raccontare la sua via e che egli, compunto dalla Parola, usata dallo Spirito Santo, confessi il suo peccato e si dispone ad accettare le istruzioni del consulente (cfr. At 2,37).

     Certamente c’è bisogno di consulenti e curatori che aiutano i credenti a rafforzare le loro immunità e ad aiutarli a uscire dai loro problemi. Nelle chiese ci vuole più cura pastorale, che è spesso la cenerentola. Tutto ciò, però, non avvalla la via misticheggiante, che vede pressoché in ogni problema una presunta «legalità» data a Satana, da cui bisognerebbe essere liberati per via trascendentale. Ci vuole maggiore cura pastorale reciproca e continua, non più cura pastorale ritenuta speciale. Si vedano in merito tutti i brani, che nel NT parlano degli «uni gli altri», «reciprocamente» e simili e si studino i contenuti intrinseci: qui si parla di cura reciproca e d’azione morale vicendevole, non di presunte liberazioni trascendentali.

     Visto che abbiamo abbastanza e lungamente chiarito le questioni, penso che abbiamo anche esaurito tale confronto, per dedicarci ad altri temi.

 

Liberazione interiore e pastorale esorcistica 2 {Gianni Siena - Nicola Martella} (A)

Liberazione interiore e pastorale esorcistica? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Libera-inter_pastor-esorc_EnB.htm

25-05-2010; Aggiornamento: 29-05-2010

 

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