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Questo confronto
fra Gianni Siena e me prende occasione dall'articolo una lettera «Mia
madre non mi ha mai amata», in cui una lettrice credente
presentava i suoi problemi con sua madre, che non l'ha mai amata. L'intervento
di Andrea Poggi ha spostato la discussione su un altro binario, poiché egli
suggeriva come soluzione da tale problema un intervento di liberazione da una
sedicente demonizzazione mediante un presunto demone, da lui chiamato «spirito
di rigetto» e «spirito di morte», che sarebbe entrato
nella sua vita fin dalla gravidanza di sua madre. Chiaramente non potevo che
dissentire. [►
Liberazione interiore e pastorale esorcistica 1]
In tale filone si è inserito poi Gianni Siena con una posizione più articolata.
Sebbene egli dissenta da Andrea Poggi, è convinto che ci siano casi, in cui
effettivamente un credente rigenerato posso essere demonizzato, almeno per
settori e cioè nel corpo o nella psiche. Egli parte qui da una «teologia
dell'esperienza». Ho dovuto dissentire
per molta parte anche con lui.
I primi due contributi si trovavano dapprima nel tema di discussione «Liberazione
interiore e pastorale esorcistica? Parliamone». Poiché tale
lettore ha insistito sulle sue tesi, facendo diventare il confronto troppo
specifico e lungo, ho preferito metterlo qui extra.
1. Le tesi (1) {Gianni Siena}
▲
La vita di questa
sorella in Cristo è segnata dal rifiuto della madre: la mancanza d’amore è
peggiore della possessione
satanica.
Anch’io ho avuto qualche dispiacere affettivo e
riesco a capire la protagonista d’una vita simile, come so anche che il diavolo
approfitta certamente delle carenze umane nelle relazioni: la mia conversione a
Cristo produsse una benedizione sulla mia anima molto benefica, il
risanamento emotivo e l’apertura d’una «strada nuova» nelle relazioni con i
miei familiari.
Anch’io ho una famiglia d’origine segnata da situazioni
negative nel campo degli affetti, ma ho dovuto sgombrare le «macerie» del
passato con le mie scelte personali... e sopportando cristianamente tante
incomprensioni. Oggi le cose vanno molto meglio, e la stima dei miei familiari è
il premio del lavoro fatto in questo campo delicato.
Alla sorella Patrizia non saprei cosa consigliare,
certamente, potrebbe (condizionale d’obbligo) scoprire che qualche
complicanza diabolica vi sia nella sua travagliata situazione... andrebbe
verificato.
Anche in questo caso un terapeuta cristiano,
spiritualmente preparato, va con i piedi di piombo, dopo aver tentato ogni
genere d’espediente spirituale biblicamente fondato; davanti al persistere di
determinate situazioni e, prendendo atto d’una «effettiva» possessione,
agirebbe d’autorità e con il consenso dell’interessata.
Devo dire che, ahimè, certuni agiscono nel campo dello
spirito come l’hobbista di bricolage che taglia il vetro con la sega circolare:
il danno è la frantumazione del vetro che si voleva tagliare, ma quella sega
circolare non taglierà più nulla.
Usare con leggerezza l’autorità di Cristo nel
cacciare i demoni, senza aver indagato e stabilito la necessità d’una simile
azione, getta discredito su uno strumento prezioso che il Signore ha dato ai
credenti.
Andrea Poggi smetta i panni del consulente spirituale,
gli vanno stretti: per ogni autentica liberazione ottenuta, vi sono molti casi
di presunte possessioni che, trattati con superficialità ignorante, non
ottengono l’effetto desiderato.
Patrizia è una cristiana estremamente consapevole, se
ella ha bisogno di liberazione, questo dovrà essere certamente fatto, ma
prima provi con la normale cura d’anime, fatta di consigli spirituali,
preghiera, ascolto della Parola, esame di coscienza.
Il Signore non mancherà di guidarla verso la
liberazione finale ma, come saprà, Dio non sempre cambia le situazioni e le
relazioni. Questo non ci deve scoraggiare, anche quando madre e padre ci
abbandonano, Dio, il nostro Padre celeste, ci ama ancora e ci riempie con esso:
la pienezza di questo amore mi fece scoprire la bellezza della vita cristiana.
Per molti anni ho detto con gioiosa consapevolezza: «La
mia vita è cominciata all’età di 20 anni... quando conobbi Cristo».
Patrizia non arrenderti, goditi l’amore di Dio e
riversalo su quella madre così insensibile: chissà, forse, potrebbe sciogliersi
e capire il male che t’ha fatto! Dio è ancora capace di produrre simili
miracoli. {25-05-2010}
2. Osservazioni e obiezioni (1)
{Nicola Martella}
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Gianni Siena prende giustamente posizione sull’ideologia esorcistica di Andrea
Poggi, da cui marca le distanze. Egli dà altresì dei buoni consigli a Patrizia.
Rimane comunque qualche zona d’ombra: crede egli veramente che una cristiana
lavata e rigenerata mediante il sangue di Cristo (Ap 7,14) e suggellata mediante
lo Spirito Santo per il giorno della redenzione (Ef 1,13; 4,30), possa avere «qualche
complicanza diabolica», addirittura che vi possa essere «una “effettiva”
possessione» e che, «se ella ha bisogno di liberazione, questo dovrà
essere certamente fatto»? Rigenerati e demonizzati: Spirito e spiriti coabitanti
e commisti, visto che lui insiste su una «liberazione finale»?
Non sono neppure sicuro che «la mancanza d’amore è
peggiore della possessione satanica». Si tratta di due categorie
completamente differenti. La mancanza d’amore si può compensare, la
demonizzazione no, poiché un’altra entità si manifesta, prende il controllo ed
esercita coercizione sulla vittima. Chi non ha mai aiutato persone
effettivamente demonizzate a trovare la libertà in Cristo, non sa che cosa ciò
significhi veramente. Tale parallelo è, perciò, a dir poco, inadatto.
Effettivamente ci sono «molti casi di presunte
possessioni» nella pastorale esorcistica. Si mettono i credenti in un
contesto ideologico tale da credere che essi siano effettivamente demonizzati.
Esercitando il «consulente» suggestione e il «paziente» autosuggestione, vengono
proiettate in quest’ultimo un demone inesistente e un’attività parossistica
indotta (ci si comporta così come «consulente» e «paziente» ci si aspetterebbero
che sia in tali casi) e alla fine si crede che ci sia stata un’effettiva
«liberazione» da un demone. I casi sono due: o tale persona non era rigenerata
(quindi un «credente» solo di nome), oppure si tratta solo di una
demonizzazione indotta, che è cosa facile da ottenere specialmente con
soggetti deboli o in gran stato di necessità psichica e in una ambiente
ideologicamente condizionato. Tale chiarezza è necessaria, altrimenti tali
«terapeuti» autonominati seducono se stessi e ingannano i loro «pazienti» con
una falsa dottrina e un’errata prassi pastorale. In un ambiente fortemente e
misticamente ideologizzato chi vuol trovare un «demone» nel «paziente», lo
trova, lo proietta in lui, lo condiziona in tal senso e poi lo «libera» (non dal
presunto demone ma da tale condizionamento).
Come esistono gravidanze psichiche indotte o
autoindotte con effettive modificazioni addirittura psicosomatiche, così
esistono demonizzazioni indotte e autoindotte. Come tali donne partoriranno solo
aria, così tali presunti demonizzati verranno liberati solo dalle loro
proiezioni mentali.
Ecco un piccolo aneddoto. Una volta, una cara
amica missionaria mi portò una ragazza nella cura d’anime, la quale pretendeva
d’essere indemoniata. Eppure mancava ogni segno tipico al riguardo. Parlando con
lei, cercai di appurare le cause e i sintomi di tale presunta demonizzazione.
Alla fine conclusi: «Se questi sono i sintomi, allora anch’io sarei posseduto..
almeno diverse volte al mese». Il Signore mi spinse a chiedere in altri campi
della sua vita, e alla fine uscì fuori che lei aveva un odio profondo per il
padre, a causa di mali che lui le avrebbe fatto in passato.
Tale ragazza affermava di amare Gesù, in pratica aveva
accettato Gesù come Salvatore (la parte dolce), ma non come Signore della sua
vita (il giogo di Cristo), era quindi una «credente» non rigenerata, ossia
semplicemente perduta. Quando le dissi che credere in Gesù, significava
sottomettersi assolutamente alla sua volontà e, quindi, nel suo caso, di
perdonare suo padre per tutto il male ricevuto da lui, lei mi rispose: «Non
so se lo voglio». E così se ne andò senza nulla di fatto. Da lì in poi la sua
vita di fede segno il passo.
Tale ragazza preferiva essere posseduta da un presunto
demone per ricevere liberazione dai suoi problemi, invece che sottomettersi a
Cristo quale Signore della sua vita e perdonare il padre. La diagnosi era chiara
e pure la terapia, ma lei
voleva un placebo. Sarebbe stato estremamente facile proiettare in lei un
presunto demone, indurla in uno stato parossistico e «liberarla» infine dalla
sua presunta demonizzazione. Tuttavia il tutto sarebbe stato soltanto una
farsa spiritualista. Il vero problema sarebbe rimasto e, come si sa, esso sa
ben nuotare e sarebbe riaffiorato a galla; lei avrebbe però cercato al prossima
presunta liberazione presso un «uomo di Dio» più unto e più potente…
3. Le tesi (2) {Gianni Siena}
▲
Rispondo alle tue precisazioni, sono di diverso parere su quanto segue.
■ 1. Tu scrivi: «Crede egli veramente che una
cristiana lavata e rigenerata mediante il sangue di Cristo (Ap 7,14) e
suggellata mediante lo Spirito Santo per il giorno della redenzione (Ef 1,13;
4,30), possa avere “qualche complicanza diabolica”, addirittura che vi possa
essere “una ‘effettiva’ possessione” e che, “se ella ha bisogno di liberazione,
questo dovrà essere certamente fatto”?». Io rispondo: Sì, in qualche caso,
cristiani nati di nuovo hanno avuto bisogno d’essere liberati da demòni
che, a loro insaputa, provocavano determinati problemi: i quali non erano nel
loro spirito redento ma nel corpo e nelle emozioni (= anima).
«Anche», semmai, riscontrando una possessione, essa
riguarda un settore specifico della loro vita: una donna era affetta da
un tumore diagnosticato. Stava preparandosi all’intervento chirurgico e chiese
preghiera, essendo convinta che Dio l’avrebbe guarita. L’intervento non era
previsto a «breve» e la chiesa ebbe modo di pregare a lungo per la donna, senza
ottenere esaudimento. Il conduttore stava chiedendo al Signore la causa della
mancata risposta... Ebbe un’istruzione inattesa: «Minaccia lo
spirito d’infermità». Con alcuni credenti coinvolti nella preghiera egli si
recò a casa della donna ed espose quanto aveva udito nella sua attesa. La donna
migliorò immediatamente, recatasi poi in ospedale per l’intervento, a seguito
degli esami preventivi, le fu diagnosticata la «remissione spontanea» del
terribile male. Questa sorella era una cristiana nata di nuovo, ma afflitta da
un male che fu guarito dopo l’espulsione dello spirito d’infermità.
Chi scrive conosce diversi casi risoltisi
felicemente in questo modo, ma prende atto (e non si stupisce) delle numerose
denunce, che riguardano improvvisati «terapeuti» e autentici autarchici
«faidate» delle cose spirituali, che causano parecchio disturbo.
Nei movimenti pentecostale e carismatico più d’uno,
ahimè, non capisce che, se Dio gratifica persone con
guarigioni strepitose... «Egli... tutte queste cose le opera mediante
l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno in particolare come vuole»
(1 Cor 12,11). La guarigione non è automatica, ma è la risposta del Signore a
una richiesta fatta con fede vera, attendendo e accettando (anche) la
possibilità d’una risposta diversa dalle nostre attese.
■ 2. L’essere umano è, comunque, molto complesso
e non finisce di stupire il più esperto dei terapeuti cristiani. Naturalmente,
io non ho affermato nulla circa la situazione di Patrizia Miceli, prima
occorrerebbe verificare la sua situazione: ho espresso solo la possibilità
in questo senso... che ritengo solo quale «possibilità». Nelle condizioni
emotive di Patrizia, anche data la lunga infelicità relazionale con la madre, da
qualche «porta» non si può escludere (ma nemmeno affermare con certezza...) un’intrusione
diabolica.
Chi scrive non parla di «possessione» ma ha vissuto
un’esperienza giovanile d’oppressione satanica, un amore deluso diventato
odio. Nei momenti di calma si rendeva conto di non essere padrone dei suoi
sentimenti e, essendo già un cristiano nato di nuovo, pregava per esserne
liberato. Quando il Signore intervenne era in preghiera, egli vide un essere
mostruoso che cadeva all’indietro in una crepa del suolo, ottenendo
liberazione sollievo da un tormento durato tre mesi.
■ 3. Tu affermi: «Non sono neppure sicuro che
“la mancanza d’amore è peggiore della possessione
satanica”». Io rispondo: Lo è, invece, chi sa / sente di non essere amato nutre
una autostima molto labile: una porta aperta a molte complicanze negative.
«Amarsi» è la condizione essenziale per lo sviluppo
spirituale e umano dell’individuo: molti satanisti e persone «strane»
hanno alle spalle una vita segnata dalla mancanza d’amore... a cominciare dalla
loro famiglia.
■ 4. Il resto della risposta datami da Nicola è
pertinente, le cose che afferma sono reali, ma non escludono quanto ho
detto.
Ritornando alla sorella che ha esposto il suo caso
umano, direi senz’altro che non vi siano simili complicanze.
Perciò raccomanderei a qualunque «terapeuta»
improvvisato di lasciar stare, non essendo pane per i suoi deboli denti: la
psiche umana è un oggetto di «vetro» molto delicato.
Aggiungo una nota prudenziale sul rivolgersi al
pastore: essere «pastore», oggi, non abilita alla cura d’anime.
Il pastore è un rispettabile (1 Tm 3,1) fratello
che sa predicare e insegnare la (lettera della...) Scrittura; sa, anche
amministrare i conti d’una chiesa... ma non sempre sa / vuole occuparsi dei
problemi, che travagliano singoli soggetti del gregge affidatogli. Per le cose
positive fatte riscuote una grande ammirazione ma le «pecore» che muoiono, senza
cibo e cure, nel recinto ecclesiale, non le considera nemmeno (Ap 3,1-2).
Esiste, purtroppo, anche questo tipo di «pastore»... prudenza, prudenza!
I pastori che Dio ha dato alla chiesa (Ef 4,11) sono
altra realtà rispetto alla figura moderna nelle chiese evangeliche:
Pregare per i propri e altrui problemi è sempre
una ricetta efficace, il Padre celeste conosce i bisogni dei figli e provvede
rispondendo alle richieste.
La risposta non interviene sempre attraverso una
«azione» soprannaturale, Dio è sovrano e potrebbe semplicemente mostrare la via
del sua grazia, sufficiente a lenire le nostre deficienze: lo fece con Paolo e
con molti cristiani dopo di lui.
Anche perché le «ferite» che ci portiamo addosso, che
fanno molto male, sono sovente auto-inflitte: imparando ad
amare noi stessi v’è in questo il «balsamo» per curare determinati
dolori: durati anche anni. Distinti saluti... {27 maggio 2010}
4. Osservazioni e obiezioni (2)
{Nicola Martella}
▲
Seguo la stessa numerazione del contributo precedente.
1. POSSESSIONE FRA TEOLOGIA DELL’ESPERIENZA E TEOLOGIA BIBLICA:
Ammetto che per rispondere con osservazioni e obiezioni a quanto scritto da
Gianni Siena ci vorrebbe un intero trattato di teologia biblica inerente
all’antropologia (dottrina dell’uomo) e alla pneumatologia (dottrina dello
spirito) demoniaca. Non mi resta che rimandare alle seguenti mie opere: Nicola
Martella,
La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992). Nicola
Martella,
Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996). In esse tratto
appunto molte di queste questioni.
Che un cristiano veramente rigenerato e
suggellato dallo Spirito di Cristo possa essere posseduto da demoni, da
cui poi debba essere liberato, è a mio parere uno sproposito teologico in sé
implicito, da cui non posso che dissentire.
Vedo che alla base c’è un’errata antropologia,
che distingue fra «spirito redento» e «corpo» ed «emozioni», le quali vengono
definite «anima» o relegate a quest'ultima. Tale atomizzazione è tipica del
pensiero greco, ma non di quello ebraico, per il quale l’uomo è un’unità. Nei
cosiddetti «brani strutturali» della Bibbia (dove la creatura viene
creata o muore) l’uomo è definito «anima» (ebr. nefeš), termine che
designava l’intera persone (è così che viene tradotto il termine in tantissimi
brani), formato da uno spirito personale e da un corpo personale. L’uomo è
un’unità psicosomatica (e somatopsichica), ciò che avviene nella mente (o
spirito) ha un riscontro immediato nel corpo, e viceversa. Quando si è
abbattuti, preoccupati, angosciati o eccitati nello spirito, ciò ha un immediato
riscontro nel corpo (p.es. con insonnia, iperattivismo); viceversa, un mal di
denti o una ferita sono anche un tormento per lo spirito. Sull’antropologia
biblica, rimando a vari articoli in Nicola Martella,
Manuale Teologico dell’Antico Testamento
(Punto°A°Croce, Roma 2002), «Antropologia 1-4», pp. 86-92; «Uomo: parti e
funzioni», pp. 376s.
C’è anche la questione dei fenomeni di possessione
e dell’intero spettro delle manifestazioni paranormali. Io personalmente non ho
solo studiato tali fenomeni, ma li ho anche avuti nella cura pastorale. Esistono
vari gradi d’intensità dell’azione demoniaca: influenza, manifestazioni
iperestetiche (allucinazioni visive e auditive), infastidimento fisico,
ossessione e possessione (iterativa, circostanziale, lucida, sonnambula, ecc.).
Tuttavia, laddove avviene un tale fenomeno, la persona interessata lo vive con
tutta la sua persona. Non esistono settori specifici a compartimento
stagno, poiché ogni essere vivente è un’unità.
Io sono stato coinvolto nella cura pastorale da
fenomeni di possessione. In essi, avviene un cambiamento di personalità ed è
coinvolto ogni settore dell’essere nei fenomeni che si manifestano: sviluppo di
forza fisica, cambiamento di voce, di carattere, di conoscenza, eccetera; si
pensi all’indemoniato di Gerasa (Mc 5,1ss; Lc 8,26). Parlare quindi di una
possessione settoriale è semplicemente uno sproposito; chi lo fa, non sa
probabilmente ciò, che dice.
Bisogna anche affermare qualcosa su che cosa sia un
cristiano rigenerato (nato di nuovo, ecc.). Chi afferma che un credente
rigenerato possa essere posseduto (almeno in un settore della sua vita, ha
spesso una errata concezione che cosa sia la rigenerazione. Uno dei problemi
della cura pastorale è che il «paziente» ha avuto un falso insegnamento al
momento della conversione: gli è stato predicato un Evangelo a poco prezzo. Egli
ha accettato Gesù come Salvatore, ma non come Signore della sua vita. Sulla base
della confessione orale, una tale persona viene anche battezzata e considerata
«credente». Spesso si confonde il desiderio di credere con una vera esperienza
di rigenerazione. La cosa tragica è quando tale «credente» (ma non rigenerato) è
affetto da problemi occulti (legami, facoltà, ecc.). È chiaro che lo Spirito
Santo non creerà mai una nuova creatura in una persona non pienamente ravveduta,
non completamente convertita, spiritualmente legata o che non ha accettato Gesù
come Signore della sua vita. Eppure una tale persona «credente» viene battezzata
sulla base del suo desiderio e della sua dichiarazione orale. Quando poi in
certi ambienti si manifestano fenomeni paranormali nella vita di tale
«credente», ci si convince che un credente rigenerato possa essere demonizzato…
almeno in qualche settore della sua vita. Ciò è in pieno contrasto con le
asserzioni di Gesù, che affermava: «Se dunque il Figlio vi farà liberi,
sarete veramente liberi» (Gv 8,36). La cura pastorale è piena di persone che
non sono né carne e né pesce.
La questione dello «spirito d’infermità», che
agisce in una cristiana rigenerata, rientra nel quadro delle concezioni
pento-carismaticiste, e ciò si basa su una «teologia dell’esperienza» e
non su una «teologia biblica». Partendo dai successi ottenuti, si costruisce una
dottrina, che è difficilmente comprovabile con l’esegesi contestuale del NT. Non
posso che dissentire da una tale concezione dottrinaria.
L’unico caso nel NT, in cui una donna «aveva uno
spirito d’infermità», il quale le procurava una deformazione fisica, si
trova in Luca 13,11-16. Esso non avvenne in una chiesa, ma in una
sinagoga; non era una cristiana rigenerata, ma una «figlia d’Abramo», ossia una
Giudea timorata di Dio. È difficile poter costruire su tale brano una dottrina
biblica, visto che in nessuna parte del NT, da Atti all'Apocalisse, viene mai
menzionato uno «spirito d’infermità» per i credenti rigenerati, da cui essi
debbano essere liberati. Nel NT sono riportati vari casi di credenti malati
— ad esempio, Timoteo (mal di stomaco e frequenti infermità; 1 Tm 5,23),
Epafrodito (malattia che lo portò vicino alla morte; Fil 2,27), Trofimo (2 Tm
4,20) e Paolo stesso (malattia ripugnante; Gal 4,13s) — eppure tale apostolo non
attribuì mai una tale patologia a uno «spirito d’infermità». Giacomo non
consigliò di trattate un’infermità di un credente alla stregua di una
demonizzazione (Gcm 4,14s).
Nel trattare questo tema, non bisogna partire da una
cosiddetta «teologia dell’esperienza», per poi costruire un
consenso dottrinario su tali cose. Bisogna partire sempre da un’esegesi
contestuale corretta e rigorosa.
Non voglio entrare qui in merito alle guarigioni,
poiché ciò ci porterebbe fuori tema. La Bibbia distingue abbastanza nettamente
fra guarigioni e liberazioni.
2. IL CASO DI PATRIZIA MICELI: Prima si prospetta la
possibilità di una demonizzazione, poi si diagnostica l’eventualità di una «intrusione
diabolica» e infine si tratta il tutto come cosa certa, per la quale è
necessaria una presunta «liberazione». Questo è il frutto della «teologia
dell’esperienza». Come può uno spirito demoniaco introdursi in una credente
rigenerata e suggellata mediante lo Spirito Santo? Oppure lo Spirito di
Dio è così incapace di rendere impermeabile il credente rigenerato?
Oppure Gesù non ha, mediante la morte, distrutto
abbastanza «colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo» e non
ha liberato abbastanza «tutti quelli che per il timore della morte erano per
tutta la vita soggetti a schiavitù»? (Eb 2,14s). Dopo che «il Figlio di
Dio è stato manifestato per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8), il
NT conosce soltanto due categorie: «i figli di Dio e i figli del diavolo»
(v. 10). Giovanni presenta questa prova del nove: chi vive nel peccato e «non
opera la giustizia, non è da Dio» (v. 10). Al contrario: «Chiunque è nato
da Dio non commette abitualmente il peccato, perché il seme d’Esso dimora in
lui; e non può vivere nel peccato perché è nato da Dio» (v. 9). Ciò è la
spiegazione di quanto detto da Gesù a proposito dei frutti che mostrano l’albero
(Mt 7,17s).
Il difetto di base è chiamare «cristiano»
(seguace dell’Unto) chi ha soltanto un desiderio di grazia, ha accettato un
Evangelo a poco prezzo o crede in Gesù soltanto come suo Salvatore, senza una
vera esperienza di conversione e rigenerazione. Tale falsa concezione fa quindi
convincere che vi possa essere una presunta «intrusione diabolica» nel
credente rigenerato e suggellato. Allora tutto diventa demonizzazione:
un’oppressione psichica, un malessere, una depressione, uno scoraggiamento,
un’afflizione e così via. Ciò, che il NT chiama semplicemente «opere della
carne» (Gal 5,19ss), viene personificato in entità metafisiche di natura
diabolica (p.es. «essere mostruoso»), da cui si pretende di dover(si)
liberare con un atto d’autorità esterna, invece di ravvedersi e riparare. Poi,
si riconducono a una «logica dottrinaria» le visioni o concezioni della propria
mente. È la logica della cosiddetta «teologia dell’esperienza».
Tornando a Patrizia Miceli, penso che lei stessa abbia
risposto a sufficienza su tale interpretazione del suo caso, dissentendo
dall'analisi e dalla soluzione della pastorale esorcistica, ritenendo ciò solo
un’assurda proiezione carismaticista. [►
Liberazione interiore e pastorale esorcistica? Parliamone]
3. REALTÀ O SPIRITUALISMI?: Qui ritorno a quanto detto
sopra. Non sentirsi amati, certo affligge, deprime e addolora. Tuttavia,
ciò non ha nulla a che fare con una demonizzazione. Che i satanisti
possano avere, tra altre cose, «alle spalle una vita segnata dalla mancanza
d’amore», che significa? Qui si usa il falso sillogismo. Ci sono anche persone
nobili d’animo che hanno avuto un’infanzia senza amore, eppure non sono
diventate operatori dell’occulto.
La demonizzazione con tutto il suo spettro di
manifestazioni è un fenomeno determinato all’interno della cura pastorale
biblica. Se lo allegorizziamo, si confondono soltanto le acque, si mostra
mancanza di professionalità e di conoscenza dei fenomeni specifici e si crea
soltanto confusione.
Tale pressappochismo genera inoltre «terrorismo
religioso», visto che poi tutti i credenti potrebbero chiedersi se non siano
afflitti anche loro da una qualche demonizzazione (magari generazionale),
specialmente quando le cose non vanno così bene, e, nel dubbio, possono sentire
quindi il bisogno di farsi dare una guardata dentro da un «unto» esperto, per
essere sicuri, dopo tale ispezione, che tutto sia in ordine.
4. RITORNANDO A PATRIZIA MICELI: Vedo come Gianni Siena
cammini sulle uova e stia prudentemente ancora alla ricerca di un chiaro quadro
biblico. Le cose dette sopra e quelle aggiunte poi, costituiscono il tipico
contrasto di chi è ancora alla ricerca di chiarezza.
Infatti, nel caso di Patrizia lui esclude infine le
«complicanze» di una demonizzazione, mette in guardia contro «qualunque
“terapeuta» improvvisato”» e aggiunge in una «nota prudenziale» il consiglio di
«rivolgersi al pastore». Fa notare giustamente che non tutti i pastori di
nome sono poi capaci di praticare cura pastorale. Infine, mostra che la
preghiera non è un mezzo sacramentale, che agisca da infallibile
«grimaldello» rispetto al Dio sovrano.
Tralascio qui di parlare della falsa dottrina riguardo
ad «amare se stessi», importata dalla psicologia umanista e usata in
certi ambienti cristiani come necessità terapeutica cristiana. Ciò ci porterebbe
fuori tema. Faccio soltanto notare che l’offerta di Gesù Messia ai suoi seguaci
va del tutto nella direzione opposta (cfr. Mt 10,37ss; 16,24; Lc 9,62; Fil 3,10;
Col 1,24). Questo è però un altro tema.
►
Liberazione interiore e pastorale esorcistica 1
{Andrea Poggi
-
Nicola
Martella} (A)
►
Liberazione interiore e pastorale esorcistica? Parliamone
{Nicola Martella} (T)
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Libera-inter_pastor-esorc2_Car.htm
28-05-2010; Aggiornamento: 29-05-2010 |