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LIBERAZIONE INTERIORE E PASTORALE ESORCISTICA 2

 

di Gianni Siena - Nicola Martella

 

1. Le tesi (1) {Gianni Siena}

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

3. Le tesi (2) {Gianni Siena}

4. Osservazioni e obiezioni (2) {Nicola Martella}

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere il punto sottostante

 

Questo confronto fra Gianni Siena e me prende occasione dall'articolo una lettera «Mia madre non mi ha mai amata», in cui una lettrice credente presentava i suoi problemi con sua madre, che non l'ha mai amata. L'intervento di Andrea Poggi ha spostato la discussione su un altro binario, poiché egli suggeriva come soluzione da tale problema un intervento di liberazione da una sedicente demonizzazione mediante un presunto demone, da lui chiamato «spirito di rigetto» e «spirito di morte», che sarebbe entrato nella sua vita fin dalla gravidanza di sua madre. Chiaramente non potevo che dissentire. [ Liberazione interiore e pastorale esorcistica 1]

    In tale filone si è inserito poi Gianni Siena con una posizione più articolata. Sebbene egli dissenta da Andrea Poggi, è convinto che ci siano casi, in cui effettivamente un credente rigenerato posso essere demonizzato, almeno per settori e cioè nel corpo o nella psiche. Egli parte qui da una «teologia dell'esperienza». Ho dovuto dissentire per molta parte anche con lui.

    I primi due contributi si trovavano dapprima nel tema di discussione «Liberazione interiore e pastorale esorcistica? Parliamone». Poiché tale lettore ha insistito sulle sue tesi, facendo diventare il confronto troppo specifico e lungo, ho preferito metterlo qui extra.

 

 

1. Le tesi (1) {Gianni Siena}

 

La vita di questa sorella in Cristo è segnata dal rifiuto della madre: la mancanza d’amore è peggiore della possessione satanica.

     Anch’io ho avuto qualche dispiacere affettivo e riesco a capire la protagonista d’una vita simile, come so anche che il diavolo approfitta certamente delle carenze umane nelle relazioni: la mia conversione a Cristo produsse una benedizione sulla mia anima molto benefica, il risanamento emotivo e l’apertura d’una «strada nuova» nelle relazioni con i miei familiari.

     Anch’io ho una famiglia d’origine segnata da situazioni negative nel campo degli affetti, ma ho dovuto sgombrare le «macerie» del passato con le mie scelte personali... e sopportando cristianamente tante incomprensioni. Oggi le cose vanno molto meglio, e la stima dei miei familiari è il premio del lavoro fatto in questo campo delicato.

     Alla sorella Patrizia non saprei cosa consigliare, certamente, potrebbe (condizionale d’obbligo) scoprire che qualche complicanza diabolica vi sia nella sua travagliata situazione... andrebbe verificato.

     Anche in questo caso un terapeuta cristiano, spiritualmente preparato, va con i piedi di piombo, dopo aver tentato ogni genere d’espediente spirituale biblicamente fondato; davanti al persistere di determinate situazioni e, prendendo atto d’una «effettiva» possessione, agirebbe d’autorità e con il consenso dell’interessata.

     Devo dire che, ahimè, certuni agiscono nel campo dello spirito come l’hobbista di bricolage che taglia il vetro con la sega circolare: il danno è la frantumazione del vetro che si voleva tagliare, ma quella sega circolare non taglierà più nulla.

     Usare con leggerezza l’autorità di Cristo nel cacciare i demoni, senza aver indagato e stabilito la necessità d’una simile azione, getta discredito su uno strumento prezioso che il Signore ha dato ai credenti.

     Andrea Poggi smetta i panni del consulente spirituale, gli vanno stretti: per ogni autentica liberazione ottenuta, vi sono molti casi di presunte possessioni che, trattati con superficialità ignorante, non ottengono l’effetto desiderato.

     Patrizia è una cristiana estremamente consapevole, se ella ha bisogno di liberazione, questo dovrà essere certamente fatto, ma prima provi con la normale cura d’anime, fatta di consigli spirituali, preghiera, ascolto della Parola, esame di coscienza.

     Il Signore non mancherà di guidarla verso la liberazione finale ma, come saprà, Dio non sempre cambia le situazioni e le relazioni. Questo non ci deve scoraggiare, anche quando madre e padre ci abbandonano, Dio, il nostro Padre celeste, ci ama ancora e ci riempie con esso: la pienezza di questo amore mi fece scoprire la bellezza della vita cristiana.

     Per molti anni ho detto con gioiosa consapevolezza: «La mia vita è cominciata all’età di 20 anni... quando conobbi Cristo».

     Patrizia non arrenderti, goditi l’amore di Dio e riversalo su quella madre così insensibile: chissà, forse, potrebbe sciogliersi e capire il male che t’ha fatto! Dio è ancora capace di produrre simili miracoli. {25-05-2010}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni (1) {Nicola Martella}

 

Gianni Siena prende giustamente posizione sull’ideologia esorcistica di Andrea Poggi, da cui marca le distanze. Egli dà altresì dei buoni consigli a Patrizia. Rimane comunque qualche zona d’ombra: crede egli veramente che una cristiana lavata e rigenerata mediante il sangue di Cristo (Ap 7,14) e suggellata mediante lo Spirito Santo per il giorno della redenzione (Ef 1,13; 4,30), possa avere «qualche complicanza diabolica», addirittura che vi possa essere «una “effettiva” possessione» e che, «se ella ha bisogno di liberazione, questo dovrà essere certamente fatto»? Rigenerati e demonizzati: Spirito e spiriti coabitanti e commisti, visto che lui insiste su una «liberazione finale»?

     Non sono neppure sicuro che «la mancanza d’amore è peggiore della possessione satanica». Si tratta di due categorie completamente differenti. La mancanza d’amore si può compensare, la demonizzazione no, poiché un’altra entità si manifesta, prende il controllo ed esercita coercizione sulla vittima. Chi non ha mai aiutato persone effettivamente demonizzate a trovare la libertà in Cristo, non sa che cosa ciò significhi veramente. Tale parallelo è, perciò, a dir poco, inadatto.

     Effettivamente ci sono «molti casi di presunte possessioni» nella pastorale esorcistica. Si mettono i credenti in un contesto ideologico tale da credere che essi siano effettivamente demonizzati. Esercitando il «consulente» suggestione e il «paziente» autosuggestione, vengono proiettate in quest’ultimo un demone inesistente e un’attività parossistica indotta (ci si comporta così come «consulente» e «paziente» ci si aspetterebbero che sia in tali casi) e alla fine si crede che ci sia stata un’effettiva «liberazione» da un demone. I casi sono due: o tale persona non era rigenerata (quindi un «credente» solo di nome), oppure si tratta solo di una demonizzazione indotta, che è cosa facile da ottenere specialmente con soggetti deboli o in gran stato di necessità psichica e in una ambiente ideologicamente condizionato. Tale chiarezza è necessaria, altrimenti tali «terapeuti» autonominati seducono se stessi e ingannano i loro «pazienti» con una falsa dottrina e un’errata prassi pastorale. In un ambiente fortemente e misticamente ideologizzato chi vuol trovare un «demone» nel «paziente», lo trova, lo proietta in lui, lo condiziona in tal senso e poi lo «libera» (non dal presunto demone ma da tale condizionamento).

     Come esistono gravidanze psichiche indotte o autoindotte con effettive modificazioni addirittura psicosomatiche, così esistono demonizzazioni indotte e autoindotte. Come tali donne partoriranno solo aria, così tali presunti demonizzati verranno liberati solo dalle loro proiezioni mentali.

     Ecco un piccolo aneddoto. Una volta, una cara amica missionaria mi portò una ragazza nella cura d’anime, la quale pretendeva d’essere indemoniata. Eppure mancava ogni segno tipico al riguardo. Parlando con lei, cercai di appurare le cause e i sintomi di tale presunta demonizzazione. Alla fine conclusi: «Se questi sono i sintomi, allora anch’io sarei posseduto.. almeno diverse volte al mese». Il Signore mi spinse a chiedere in altri campi della sua vita, e alla fine uscì fuori che lei aveva un odio profondo per il padre, a causa di mali che lui le avrebbe fatto in passato.

     Tale ragazza affermava di amare Gesù, in pratica aveva accettato Gesù come Salvatore (la parte dolce), ma non come Signore della sua vita (il giogo di Cristo), era quindi una «credente» non rigenerata, ossia semplicemente perduta. Quando le dissi che credere in Gesù, significava sottomettersi assolutamente alla sua volontà e, quindi, nel suo caso, di perdonare suo padre per tutto il male ricevuto da lui, lei mi rispose: «Non so se lo voglio». E così se ne andò senza nulla di fatto. Da lì in poi la sua vita di fede segno il passo.

     Tale ragazza preferiva essere posseduta da un presunto demone per ricevere liberazione dai suoi problemi, invece che sottomettersi a Cristo quale Signore della sua vita e perdonare il padre. La diagnosi era chiara e pure la terapia, ma lei voleva un placebo. Sarebbe stato estremamente facile proiettare in lei un presunto demone, indurla in uno stato parossistico e «liberarla» infine dalla sua presunta demonizzazione. Tuttavia il tutto sarebbe stato soltanto una farsa spiritualista. Il vero problema sarebbe rimasto e, come si sa, esso sa ben nuotare e sarebbe riaffiorato a galla; lei avrebbe però cercato al prossima presunta liberazione presso un «uomo di Dio» più unto e più potente…

 

 

3. Le tesi (2) {Gianni Siena}

 

Rispondo alle tue precisazioni, sono di diverso parere su quanto segue.

 

     ■ 1. Tu scrivi: «Crede egli veramente che una cristiana lavata e rigenerata mediante il sangue di Cristo (Ap 7,14) e suggellata mediante lo Spirito Santo per il giorno della redenzione (Ef 1,13; 4,30), possa avere “qualche complicanza diabolica”, addirittura che vi possa essere “una ‘effettiva’ possessione” e che, “se ella ha bisogno di liberazione, questo dovrà essere certamente fatto”?». Io rispondo: Sì, in qualche caso, cristiani nati di nuovo hanno avuto bisogno d’essere liberati da demòni che, a loro insaputa, provocavano determinati problemi: i quali non erano nel loro spirito redento ma nel corpo e nelle emozioni (= anima).

     «Anche», semmai, riscontrando una possessione, essa riguarda un settore specifico della loro vita: una donna era affetta da un tumore diagnosticato. Stava preparandosi all’intervento chirurgico e chiese preghiera, essendo convinta che Dio l’avrebbe guarita. L’intervento non era previsto a «breve» e la chiesa ebbe modo di pregare a lungo per la donna, senza ottenere esaudimento. Il conduttore stava chiedendo al Signore la causa della mancata risposta... Ebbe un’istruzione inattesa: «Minaccia lo spirito d’infermità». Con alcuni credenti coinvolti nella preghiera egli si recò a casa della donna ed espose quanto aveva udito nella sua attesa. La donna migliorò immediatamente, recatasi poi in ospedale per l’intervento, a seguito degli esami preventivi, le fu diagnosticata la «remissione spontanea» del terribile male. Questa sorella era una cristiana nata di nuovo, ma afflitta da un male che fu guarito dopo l’espulsione dello spirito d’infermità.

     Chi scrive conosce diversi casi risoltisi felicemente in questo modo, ma prende atto (e non si stupisce) delle numerose denunce, che riguardano improvvisati «terapeuti» e autentici autarchici «faidate» delle cose spirituali, che causano parecchio disturbo.

     Nei movimenti pentecostale e carismatico più d’uno, ahimè, non capisce che, se Dio gratifica persone con guarigioni strepitose... «Egli... tutte queste cose le opera mediante l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno in particolare come vuole» (1 Cor 12,11). La guarigione non è automatica, ma è la risposta del Signore a una richiesta fatta con fede vera, attendendo e accettando (anche) la possibilità d’una risposta diversa dalle nostre attese.

 

     ■ 2. L’essere umano è, comunque, molto complesso e non finisce di stupire il più esperto dei terapeuti cristiani. Naturalmente, io non ho affermato nulla circa la situazione di Patrizia Miceli, prima occorrerebbe verificare la sua situazione: ho espresso solo la possibilità in questo senso... che ritengo solo quale «possibilità». Nelle condizioni emotive di Patrizia, anche data la lunga infelicità relazionale con la madre, da qualche «porta» non si può escludere (ma nemmeno affermare con certezza...) un’intrusione diabolica.

     Chi scrive non parla di «possessione» ma ha vissuto un’esperienza giovanile d’oppressione satanica, un amore deluso diventato odio. Nei momenti di calma si rendeva conto di non essere padrone dei suoi sentimenti e, essendo già un cristiano nato di nuovo, pregava per esserne liberato. Quando il Signore intervenne era in preghiera, egli vide un essere mostruoso che cadeva all’indietro in una crepa del suolo, ottenendo liberazione sollievo da un tormento durato tre mesi.

 

     ■ 3. Tu affermi: «Non sono neppure sicuro che “la mancanza d’amore è peggiore della possessione satanica”». Io rispondo: Lo è, invece, chi sa / sente di non essere amato nutre una autostima molto labile: una porta aperta a molte complicanze negative.

     «Amarsi» è la condizione essenziale per lo sviluppo spirituale e umano dell’individuo: molti satanisti e persone «strane» hanno alle spalle una vita segnata dalla mancanza d’amore... a cominciare dalla loro famiglia.

 

     ■ 4. Il resto della risposta datami da Nicola è pertinente, le cose che afferma sono reali, ma non escludono quanto ho detto.

     Ritornando alla sorella che ha esposto il suo caso umano, direi senz’altro che non vi siano simili complicanze.

     Perciò raccomanderei a qualunque «terapeuta» improvvisato di lasciar stare, non essendo pane per i suoi deboli denti: la psiche umana è un oggetto di «vetro» molto delicato.

     Aggiungo una nota prudenziale sul rivolgersi al pastore: essere «pastore», oggi, non abilita alla cura d’anime.

     Il pastore è un rispettabile (1 Tm 3,1) fratello che sa predicare e insegnare la (lettera della...) Scrittura; sa, anche amministrare i conti d’una chiesa... ma non sempre sa / vuole occuparsi dei problemi, che travagliano singoli soggetti del gregge affidatogli. Per le cose positive fatte riscuote una grande ammirazione ma le «pecore» che muoiono, senza cibo e cure, nel recinto ecclesiale, non le considera nemmeno (Ap 3,1-2). Esiste, purtroppo, anche questo tipo di «pastore»... prudenza, prudenza!

     I pastori che Dio ha dato alla chiesa (Ef 4,11) sono altra realtà rispetto alla figura moderna nelle chiese evangeliche:

     Pregare per i propri e altrui problemi è sempre una ricetta efficace, il Padre celeste conosce i bisogni dei figli e provvede rispondendo alle richieste.

     La risposta non interviene sempre attraverso una «azione» soprannaturale, Dio è sovrano e potrebbe semplicemente mostrare la via del sua grazia, sufficiente a lenire le nostre deficienze: lo fece con Paolo e con molti cristiani dopo di lui.

     Anche perché le «ferite» che ci portiamo addosso, che fanno molto male, sono sovente auto-inflitte: imparando ad amare noi stessi v’è in questo il «balsamo» per curare determinati dolori: durati anche anni. Distinti saluti... {27 maggio 2010}

 

 

4. Osservazioni e obiezioni (2) {Nicola Martella}

 

Seguo la stessa numerazione del contributo precedente.

 

 

1.  POSSESSIONE FRA TEOLOGIA DELL’ESPERIENZA E TEOLOGIA BIBLICA: Ammetto che per rispondere con osservazioni e obiezioni a quanto scritto da Gianni Siena ci vorrebbe un intero trattato di teologia biblica inerente all’antropologia (dottrina dell’uomo) e alla pneumatologia (dottrina dello spirito) demoniaca. Non mi resta che rimandare alle seguenti mie opere: Nicola Martella, La lieve danza delle tenebre (Veritas, Roma 1992). Nicola Martella, Entrare nella breccia (Punto°A°Croce, Roma 1996). In esse tratto appunto molte di queste questioni.

     Che un cristiano veramente rigenerato e suggellato dallo Spirito di Cristo possa essere posseduto da demoni, da cui poi debba essere liberato, è a mio parere uno sproposito teologico in sé implicito, da cui non posso che dissentire.

     Vedo che alla base c’è un’errata antropologia, che distingue fra «spirito redento» e «corpo» ed «emozioni», le quali vengono definite «anima» o relegate a quest'ultima. Tale atomizzazione è tipica del pensiero greco, ma non di quello ebraico, per il quale l’uomo è un’unità. Nei cosiddetti «brani strutturali» della Bibbia (dove la creatura viene creata o muore) l’uomo è definito «anima» (ebr. nefeš), termine che designava l’intera persone (è così che viene tradotto il termine in tantissimi brani), formato da uno spirito personale e da un corpo personale. L’uomo è un’unità psicosomatica (e somatopsichica), ciò che avviene nella mente (o spirito) ha un riscontro immediato nel corpo, e viceversa. Quando si è abbattuti, preoccupati, angosciati o eccitati nello spirito, ciò ha un immediato riscontro nel corpo (p.es. con insonnia, iperattivismo); viceversa, un mal di denti o una ferita sono anche un tormento per lo spirito. Sull’antropologia biblica, rimando a vari articoli in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), «Antropologia 1-4», pp. 86-92; «Uomo: parti e funzioni», pp. 376s.

     C’è anche la questione dei fenomeni di possessione e dell’intero spettro delle manifestazioni paranormali. Io personalmente non ho solo studiato tali fenomeni, ma li ho anche avuti nella cura pastorale. Esistono vari gradi d’intensità dell’azione demoniaca: influenza, manifestazioni iperestetiche (allucinazioni visive e auditive), infastidimento fisico, ossessione e possessione (iterativa, circostanziale, lucida, sonnambula, ecc.). Tuttavia, laddove avviene un tale fenomeno, la persona interessata lo vive con tutta la sua persona. Non esistono settori specifici a compartimento stagno, poiché ogni essere vivente è un’unità.

     Io sono stato coinvolto nella cura pastorale da fenomeni di possessione. In essi, avviene un cambiamento di personalità ed è coinvolto ogni settore dell’essere nei fenomeni che si manifestano: sviluppo di forza fisica, cambiamento di voce, di carattere, di conoscenza, eccetera; si pensi all’indemoniato di Gerasa (Mc 5,1ss; Lc 8,26). Parlare quindi di una possessione settoriale è semplicemente uno sproposito; chi lo fa, non sa probabilmente ciò, che dice.

     Bisogna anche affermare qualcosa su che cosa sia un cristiano rigenerato (nato di nuovo, ecc.). Chi afferma che un credente rigenerato possa essere posseduto (almeno in un settore della sua vita, ha spesso una errata concezione che cosa sia la rigenerazione. Uno dei problemi della cura pastorale è che il «paziente» ha avuto un falso insegnamento al momento della conversione: gli è stato predicato un Evangelo a poco prezzo. Egli ha accettato Gesù come Salvatore, ma non come Signore della sua vita. Sulla base della confessione orale, una tale persona viene anche battezzata e considerata «credente». Spesso si confonde il desiderio di credere con una vera esperienza di rigenerazione. La cosa tragica è quando tale «credente» (ma non rigenerato) è affetto da problemi occulti (legami, facoltà, ecc.). È chiaro che lo Spirito Santo non creerà mai una nuova creatura in una persona non pienamente ravveduta, non completamente convertita, spiritualmente legata o che non ha accettato Gesù come Signore della sua vita. Eppure una tale persona «credente» viene battezzata sulla base del suo desiderio e della sua dichiarazione orale. Quando poi in certi ambienti si manifestano fenomeni paranormali nella vita di tale «credente», ci si convince che un credente rigenerato possa essere demonizzato… almeno in qualche settore della sua vita. Ciò è in pieno contrasto con le asserzioni di Gesù, che affermava: «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi» (Gv 8,36). La cura pastorale è piena di persone che non sono né carne e né pesce.

     La questione dello «spirito d’infermità», che agisce in una cristiana rigenerata, rientra nel quadro delle concezioni pento-carismaticiste, e ciò si basa su una «teologia dell’esperienza» e non su una «teologia biblica». Partendo dai successi ottenuti, si costruisce una dottrina, che è difficilmente comprovabile con l’esegesi contestuale del NT. Non posso che dissentire da una tale concezione dottrinaria.

     L’unico caso nel NT, in cui una donna «aveva uno spirito d’infermità», il quale le procurava una deformazione fisica, si trova in Luca 13,11-16. Esso non avvenne in una chiesa, ma in una sinagoga; non era una cristiana rigenerata, ma una «figlia d’Abramo», ossia una Giudea timorata di Dio. È difficile poter costruire su tale brano una dottrina biblica, visto che in nessuna parte del NT, da Atti all'Apocalisse, viene mai menzionato uno «spirito d’infermità» per i credenti rigenerati, da cui essi debbano essere liberati. Nel NT sono riportati vari casi di credenti malati — ad esempio, Timoteo (mal di stomaco e frequenti infermità; 1 Tm 5,23), Epafrodito (malattia che lo portò vicino alla morte; Fil 2,27), Trofimo (2 Tm 4,20) e Paolo stesso (malattia ripugnante; Gal 4,13s) — eppure tale apostolo non attribuì mai una tale patologia a uno «spirito d’infermità». Giacomo non consigliò di trattate un’infermità di un credente alla stregua di una demonizzazione (Gcm 4,14s).

     Nel trattare questo tema, non bisogna partire da una cosiddetta «teologia dell’esperienza», per poi costruire un consenso dottrinario su tali cose. Bisogna partire sempre da un’esegesi contestuale corretta e rigorosa.

     Non voglio entrare qui in merito alle guarigioni, poiché ciò ci porterebbe fuori tema. La Bibbia distingue abbastanza nettamente fra guarigioni e liberazioni.

 

 

2.  IL CASO DI PATRIZIA MICELI: Prima si prospetta la possibilità di una demonizzazione, poi si diagnostica l’eventualità di una «intrusione diabolica» e infine si tratta il tutto come cosa certa, per la quale è necessaria una presunta «liberazione». Questo è il frutto della «teologia dell’esperienza». Come può uno spirito demoniaco introdursi in una credente rigenerata e suggellata mediante lo Spirito Santo? Oppure lo Spirito di Dio è così incapace di rendere impermeabile il credente rigenerato?

     Oppure Gesù non ha, mediante la morte, distrutto abbastanza «colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo» e non ha liberato abbastanza «tutti quelli che per il timore della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù»? (Eb 2,14s). Dopo che «il Figlio di Dio è stato manifestato per distruggere le opere del diavolo» (1 Gv 3,8), il NT conosce soltanto due categorie: «i figli di Dio e i figli del diavolo» (v. 10). Giovanni presenta questa prova del nove: chi vive nel peccato e «non opera la giustizia, non è da Dio» (v. 10). Al contrario: «Chiunque è nato da Dio non commette abitualmente il peccato, perché il seme d’Esso dimora in lui; e non può vivere nel peccato perché è nato da Dio» (v. 9). Ciò è la spiegazione di quanto detto da Gesù a proposito dei frutti che mostrano l’albero (Mt 7,17s).

     Il difetto di base è chiamare «cristiano» (seguace dell’Unto) chi ha soltanto un desiderio di grazia, ha accettato un Evangelo a poco prezzo o crede in Gesù soltanto come suo Salvatore, senza una vera esperienza di conversione e rigenerazione. Tale falsa concezione fa quindi convincere che vi possa essere una presunta «intrusione diabolica» nel credente rigenerato e suggellato. Allora tutto diventa demonizzazione: un’oppressione psichica, un malessere, una depressione, uno scoraggiamento, un’afflizione e così via. Ciò, che il NT chiama semplicemente «opere della carne» (Gal 5,19ss), viene personificato in entità metafisiche di natura diabolica (p.es. «essere mostruoso»), da cui si pretende di dover(si) liberare con un atto d’autorità esterna, invece di ravvedersi e riparare. Poi, si riconducono a una «logica dottrinaria» le visioni o concezioni della propria mente. È la logica della cosiddetta «teologia dell’esperienza».

     Tornando a Patrizia Miceli, penso che lei stessa abbia risposto a sufficienza su tale interpretazione del suo caso, dissentendo dall'analisi e dalla soluzione della pastorale esorcistica, ritenendo ciò solo un’assurda proiezione carismaticista. [ Liberazione interiore e pastorale esorcistica? Parliamone]

 

 

3.  REALTÀ O SPIRITUALISMI?: Qui ritorno a quanto detto sopra. Non sentirsi amati, certo affligge, deprime e addolora. Tuttavia, ciò non ha nulla a che fare con una demonizzazione. Che i satanisti possano avere, tra altre cose, «alle spalle una vita segnata dalla mancanza d’amore», che significa? Qui si usa il falso sillogismo. Ci sono anche persone nobili d’animo che hanno avuto un’infanzia senza amore, eppure non sono diventate operatori dell’occulto.

     La demonizzazione con tutto il suo spettro di manifestazioni è un fenomeno determinato all’interno della cura pastorale biblica. Se lo allegorizziamo, si confondono soltanto le acque, si mostra mancanza di professionalità e di conoscenza dei fenomeni specifici e si crea soltanto confusione.

     Tale pressappochismo genera inoltre «terrorismo religioso», visto che poi tutti i credenti potrebbero chiedersi se non siano afflitti anche loro da una qualche demonizzazione (magari generazionale), specialmente quando le cose non vanno così bene, e, nel dubbio, possono sentire quindi il bisogno di farsi dare una guardata dentro da un «unto» esperto, per essere sicuri, dopo tale ispezione, che tutto sia in ordine.

 

 

4.  RITORNANDO A PATRIZIA MICELI: Vedo come Gianni Siena cammini sulle uova e stia prudentemente ancora alla ricerca di un chiaro quadro biblico. Le cose dette sopra e quelle aggiunte poi, costituiscono il tipico contrasto di chi è ancora alla ricerca di chiarezza.

     Infatti, nel caso di Patrizia lui esclude infine le «complicanze» di una demonizzazione, mette in guardia contro «qualunque “terapeuta» improvvisato”» e aggiunge in una «nota prudenziale» il consiglio di «rivolgersi al pastore». Fa notare giustamente che non tutti i pastori di nome sono poi capaci di praticare cura pastorale. Infine, mostra che la preghiera non è un mezzo sacramentale, che agisca da infallibile «grimaldello» rispetto al Dio sovrano.

     Tralascio qui di parlare della falsa dottrina riguardo ad «amare se stessi», importata dalla psicologia umanista e usata in certi ambienti cristiani come necessità terapeutica cristiana. Ciò ci porterebbe fuori tema. Faccio soltanto notare che l’offerta di Gesù Messia ai suoi seguaci va del tutto nella direzione opposta (cfr. Mt 10,37ss; 16,24; Lc 9,62; Fil 3,10; Col 1,24). Questo è però un altro tema.

 

Liberazione interiore e pastorale esorcistica 1 {Andrea Poggi - Nicola Martella} (A)

Liberazione interiore e pastorale esorcistica? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Libera-inter_pastor-esorc2_Car.htm

28-05-2010; Aggiornamento: 29-05-2010

 

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