Qui di seguito discutiamo l'articolo Festa
dell’evoluzione». Gruppi di atei evoluzionisti reclamano una
festa secolare dell'evoluzione, e cioè proprio in una delle feste cristologiche
del calendario liturgico delle denominazioni cristiane maggiori: l'Ascensione di
Cristo al cielo. Il vero intento, che palesano nei loro scritti e nei loro siti,
è quello di ateizzare la società e di scalzare del tutto il cristianesimo dalla
cultura occidentale. Chiaramente vorremmo vedere tali «umanisti evoluzionisti»
come si recano nell'Arabia Saudita o in uno Stato induista a proporre le stesse
cose! Eppure tali gruppi di atei evoluzionisti si fregiano proprio del monaco
Giordano Bruno il quale, sebbene avversasse la curia romana, era tutt'altro che
ateo, anzi era religioso, panteista, esoterista, cabalista e quant'altro,
insomma tutto il contrario di un agnostico. Che abbiano sbagliato santo
tutelare?
Per la «festa degli atei» rimandiamo al primo contributo.
Per il tema creazionismo ed evoluzionismo rimandiamo in Nicola Martella,
Temi delle origini,
Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), ai seguenti articoli: «L’interpretazione della Genesi», pp. 25-48; «La
Genesi e la scienza», pp. 181-196.
Come al solito, la tendenza ad andare fuori tema è forte. Invece di parlare
dell'opportunità di introdurre tale festa "festa dell'evoluzione", come
suggeriscono tali gruppi atei di umanismo evolutivo, per soppiantare il
cristianesimo anche dal calendario, alcuni lettori si appigliano a particolari
secondari, presenti nell'articolo, o fanno riferimento a temi contigui.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Nicola Martella}
▲
Tempo fa, abbiamo discusso la questione degli «ateobus». [►
Ateobus: Quando gli atei s’attaccano al tram] Benito
Viapiana, un lettore canadese, mi scrisse allora, mandandomi una storia
giudiziaria, in cui qualcuno reclamava una «festa degli atei». Ringrazio tale
lettore. Ecco dapprima la storia.
La corte fissa la festa degli atei
Avete sentito parlare di questo caso? Grande risposta del giudice!
In Florida, un ateo
divenne furibondo sulla preparazione della festa della Pasqua [cristiana] e
della Pesach [ebraica]. Allora decise di contattare il suo avvocato in merito
alla discriminazione, di cui gli atei sono oggetto, a causa delle ricorrenti
celebrazioni permesse a cristiani e giudei con tutte le loro feste, mentre gli
atei non hanno nessuna festa da celebrare. Il caso fu portato davanti a un
giudice. Dopo aver ascoltato la lunga e appassionata arringa dell’avvocato, il
giudice batté un colpo e dichiarò: «Il caso è chiuso!».
L’avvocato immediatamente obiettò al giudice e impugnò la sentenza: «Vostro
Onore, com’è possibile chiudere così questo caso? I Cristiani hanno il Natale,
la Pasqua e tante altre feste. I Giudei hanno feste come Pesach, Yom Kippur, e
Channukah... finora il mio cliente e tutti gli altri atei non hanno alcun giorno
di festa!». Il giudice si chinò in avanti sulla sua sedia e disse: «È ovvio che
il suo cliente sia molto confuso al riguardo per non sapere che può già
celebrare la festa degli atei!». L’avvocato con attitudine pomposa disse:
«Vostro Onore, non siamo al corrente di questa festa degli atei. Quand’è che
ricorre questa festa, Vostro Onore?». Il giudice disse: «Bene, essa ricorre ogni
anno esattamente alla stessa data — il primo d’Aprile! Poiché il nostro
calendario ha stabilito il primo d’Aprile come la “festa degli stolti”, avendo
considerato quello che attesta il Salmo 14,1: “Lo stolto ha detto nel suo
cuore: Non c’è Dio”.
Perciò, a mio parere, se il suo cliente afferma che non c’è Dio, allora secondo
la Scrittura, egli è uno stolto e il primo d’Aprile è la festa che può
celebrare! Ora, vi auguro una buona giornata, e sgombrate la corte!» {tradotto
dall'inglese da Benito Viapiana, redatto sull'originale e adattato da Nicola
Martella}.
Per capire questo testo, bisogna tener presente che in Italia si celebra il pesce d’Aprile
come giorno degli scherzi, mentre nei paesi anglosassoni tale giorno viene chiamato
«April Fool Day», «giornata [d’Aprile] degli stolti». Il lettore, avendo letto ciò in un giornale, aveva
preso tale sentenza per vera. Io ne rimasi talmente meravigliato, che feci una
ricerca in merito. Si tratta, come viene spiegato nei siti che riportano tale
testo, di un «fictional humor piece», di un componimento fittizio a scopo
umoristico (qui).
La storiella va in giro sin dal 2002. Qualcuno
scrive: «Ok… Io sono abbastanza sicuro che questo è solo un scherzo e non un vero caso [giudiziario], ma non
l’ho verificato. D’altra parte, me lo sono goduto E senza alcuna offesa per
quelli che sono atei… Io me la rido anche per battute sui cristiani!».
Chi ne ha analizzato la provenienza,
asserisce: «Questo è un scherzo che si è diffuso in modo esteso negli
anni e noi non abbiamo trovato alcuna evidenza di una tale controversia
giudiziaria».
In ogni modo, sebbene si tratti di un componimento
umoristico, non c'è alcun dubbio che colpisce mirabilmente nel segno!
2.
{Tore Reale}
▲
Caro Nicola,
l’articolo che hai scritto mette in luce la tendenza idolatra che esiste anche
nel mondo laico che, come quello cattolico, ha bisogno di crearsi dei feticci a
vario titolo, compresa la venerazione e il culto per giornate particolari. Lo
trovo assolutamente ridicolo più che preoccupante. Chi teme questo tipo di
«feste» normalmente dimentica che anche questo fa parte delle profezie
rivelatorie sugli «ultimi giorni». L’uomo ha una duplice natura che non gli
consentirà mai di vivere totalmente di razionalità o di spiritualità. Le due
cose vanno tenute in equilibrio. Il vuoto degli assertori evoluzionisti si colma
con le dottrine atee che negano «il divino» ma, alla fine, quella stessa
dottrina diventa per loro «il divino» e come tale viene venerato.
Le mie posizioni non sono dogmaticamente divise in comparti stagni. Non
condivido né l’evoluzionismo assoluto né il creazionismo dogmatico. Adamo ed
Eva, il serpente parlante e la mela seducente non possono essere letti come
fatti di cronaca ma come metafore per definire la natura ostile dell’uomo al
volere divino. Dal versante opposto, mi sta bene l’evoluzionismo, ma a un certo
momento, ossia nella fase precedente il «big bang», qualunque teoria scientifica
vacilla. Le scoperte, che Dio ha permesso agli scienziati per risalire alle
origini dell’Universo, raggiungono il limite della conoscenza divina ma non
potranno mai oltrepassarlo! Non fin quando sarà istituito il Regno di Cristo
sulla Terra. Se discendiamo da Eva peccatrice o dall’Austrolopithecus Afarensis
per me non fa assolutamente nessuna differenza, poiché sono le promesse
conquistate col sangue di Cristo per il futuro nel suo Regno ciò che trovo
davvero utile ed entusiasmante. Saluti… {25 maggio 2009}
3.
{Nicola Martella}
▲
Faccio solo qualche appunto al contributo precedente. Le premesse sui cultori dell’evoluzionismo
ateo sono condivisibili, come pure la tensione escatologica. Sul resto non
vorrei dilungarmi troppo, avendo scritto altrove. Non so che cosa sia un
«creazionismo dogmatico», ma il NT presenta Adamo ed Eva come soggetti
reali, non come finzioni o simboli; Gesù è «l’ultimo Adamo» (1 Cor 15,45) e il
«secondo [tipo di] uomo» (v. 47). Anche Eva fu presentata come persona reale
formata dopo Adamo (1 Tm 2,13) e sedotta poi dal serpente Eva con la sua astuzia
(2 Cor 11,3). Chi ha problemi col «serpente parlante» (poteva trattarsi
di una possessione diabolica), ne avrà con «l’asina parlante» di Balaam (Nu
22,28ss «l’Eterno aprì la bocca all’asina») e con tutto ciò che va di là
dalle nostre spiegazioni. Dov’è scritto che si trattava di una «mela»? Nella
Bibbia i testi metaforici sono ben riconoscibili mediante un’analisi
letteraria; in Genesi 3 non c’è nulla che faccia riconoscere una tale metafora,
né una parabola. [Per l’approfondimento di Generi 3,1-7 rimando a Nicola
Martella, Esegesi delle origini,
Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 179-203.]
Quello sostenuto dal lettore si chiama «evoluzionismo teista» e si basa
sull’idea che Dio abbaia messo in moto tutte le cose, che poi si sia ritirato e
che tutto sia proceduto secondo il diktat dell’evoluzionismo; una versione più
teologica va sotto la definizione di «interpretazione concordista».
[Al riguardo si veda in Nicola Martella, Temi delle origini,
Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), gli articoli: «L’interpretazione della Genesi»,
pp. 25-48; «Giorni, ere e genealogie», pp. 104-114; sul «concordismo» si vedano anche le pp.
129, 183, 194s.] Personalmente rifiuto, per motivi esegetici, sia «l’evoluzionismo teista»,
sia le varie forme di «concordismo».
Infine, «se discendiamo da Eva peccatrice o dall’Austrolopithecus
Afarensis», per me fa assolutamente una grande differenza dal punto di vista
esegetico, poiché gli autori biblici insistono, fin dall’inizio, che «Dio
creò l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e
femmina» (Gn 1,27s; 5,1s; 9,6; 1 Cor 11,7; Gcm 3,9). Dio creò l’uomo come
una specie particolare, secondo la sua propria specie, per farne il suo
interlocutore privilegiato (Sal 8,4ss). L’uomo non smette di essere «discendenza
di Dio», come disse Paolo nell’areopago d’Atene (At 17,29). Tale primordiale
obiettivo, dopo la caduta dell’uomo, verrà realizzato da Dio pienamente in
Cristo, che è il modello (2 Cor 3,18; 4,4; Ef 4,24; Col 1,13ss; 2 Pt 1,4). [Per
l’approfondimento si veda in «Esegesi
delle origini» l’articolo «La creazione dell’uomo [Gn] 1,24-31», pp.
72-93; in «Temi delle origini»
si vedano gli articoli: «L’uomo quale immagine di Dio», pp. 134-145; «Immagine
di Dio e dominio della terra», pp. 146-163.]
4.
{Gianfilippo Lattanzi}
▲
Nota redazionale: Quanto qui segue, si riferisce a tale gruppo
evoluzionista «Giordano Bruno».
Faccia come me, io le scimmie non le tratto.
Tutt’al più vada qualche volta allo zoo e gli porti un casco di banane. Per
quanto riguarda lo scimmiottare delle cattoliche feste mariane, beh mi permetta,
ce ne corre... per imitare, cioè per scimmiottare, bisogna prima guardare e a me
sembra che questi gorilla siano proprio ciechi e ottusi, a meno che non abbiano
troppi peli sopra gli occhi. {25 maggio 2009}
5.
{Emilio Spedicato}
▲
■
Contributo: La perdita delle radici è caratteristica del nostro
occidente, che viaggia d’altronde verso il suicidio demografico; fra
cinquant’anni, quando la sola Nigeria avrà più abitanti dell’intera Europa
d’oggi, saremo una provincia africana, in prevalenza musulmana — a meno che
l’America faccia quello che suoi gruppi di potere hanno in mente, e scritto in
vari libri da una decina d’anni, ovvero fare partire la terza guerra mondiale
per ridurre la popolazione del mondo.
■ La scienza è piena di miti, e nell’evoluzionismo e in altri settori, come le
teorie d’Einstein (scippate ad altri invero) e ora, relatività speciale e
generale, chiaramente falsificate, vedasi addirittura il titolo di copertina
sull’ultimo numero di «Le Scienze». Trent’anni ci sono voluti perché la mafia
massonica che controlla tale rivista debba piegarsi all’evidenza.
■ E comunque limitare il discorso della vita e dell’intelligenza al nostro
pianeta è idiozia e bestemmia contro la potenza divina — e qui ci sono i
ripensamenti della chiesa cattolica, nelle affermazioni dell’ultimo Guitton e
dell’attuale capo della Specola Vaticana, che sostituisce il precedente Coyne,
servo della scienza ufficiale.
■ E il significato vero dell’ascensione non è probabilmente quello raccontato ai
bambini dell’asilo, ma altro, legato alle radici dell’uomo dotato di spirito
immortale... e alla realtà di Cristo che trascende il poco, che i quattro
Vangeli dicono. Saluti… {25 maggio 2009}
▬ Risposta: L’articolo, menzionato dal professore dell’università di Bergamo, è il
seguente: David Z. Albert e Rivka Galchen, «Sfida
quantistica alla relatività speciale», e si trova in «Attacco alla
relatività», Le Scienze n. 489 (Maggio 2009). Esso viene presentato come
segue: «Come molti effetti quantistici, l’entanglement viola alcune delle più
radicate intuizioni sul mondo. E forse minaccia i fondamenti della relatività
speciale di Einstein… Nell’universo, come lo percepiamo, possiamo interagire
solo con oggetti con cui veniamo in contatto: quindi il mondo sembra locale. La
meccanica quantistica, invece, contempla l’azione a distanza con una proprietà
detta entanglement, in cui due particelle hanno un comportamento sincronizzato
senza intermediari: è un fenomeno non locale. Questo effetto non locale non va
solo contro l’intuizione, ma è un serio problema per la teoria einsteiniana
della relatività speciale e fa vacillare i fondamenti della fisica».
Non entro nella questione dell’adeguamento continuo del Vaticano ai nuovi
diktat delle idee scientifiche e alla sua tattica camaleontica. Se la vera
scienza si basa sulle cose oggettivamente provate e non sulle ipotesi,
aspettiamo ad accertarle in modo incontrovertibile prima di poter dire alcunché
sulla vita e sull’intelligenza fuori del nostro pianeta e prima di chiamare
qualcosa idiozia e bestemmia!
Lasciamo da parte la questione dell’ascensione di Gesù al cielo, non
essendo questo il tema maggiore dell’articolo. Non affrettiamo però certi
giudizi («raccontato ai bambini dell’asilo»), visto che Gesù stesso «giubilò
per lo Spirito Santo, e disse: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e
della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le
hai rivelate ai piccoli fanciulli! Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto”»
(Lc 10,21). Quel «poco, che i quattro Vangeli dicono» sull’ascensione di Cristo,
è uno dei fondamenti della fede cristologica del nuovo patto (At 1,9ss.22); uno
dei punti menzionati nel biblico «mistero della devozione» è appunto
l’assunzione gloriosa del Messia: «…è stato elevato in gloria» (1 Tm
3,16); «elevato al disopra dei cieli» (Eb 7,26). La tesi misteriosofica,
basata sui miti, sulla gnosi e sull’ufologia, sebbene rimanga affascinante, non
ci pare abbastanza convincente come alternativa. {Nicola Martella}
6.
{Davide Donisi}
▲
Gentile signor
Nicola Martella, pace. Mi permetto una battuta: «Non ce più religione». Non sono
molto sorpreso, tuttavia, di leggere certe notizie. Purtroppo le critiche, che
si riversano sul cristianesimo, fanno parte oramai della normalità. Non mi
stupisco che si cerchi di sostituire le festività cristiane con feste, a mio
giudizio, del tutto fuori luogo. Ormai la religione è diventata un peso,
l’ultimo ostacolo di cui gli atei devono sbarazzarsi, per convertire l’umanità e
disilluderla da falsi sogni e falsi miti.
La teoria della «macro-evoluzione», è quindi, l’asso nella manica che gli
atei sfoggiano per dare il colpo di grazia a Dio, cercando di dare a questa
teoria i connotati di certezza scientifica comprovata empiricamente. Dal Big
Bang, alle formazioni delle galassie, dai pianeti ai primi esseri viventi, il
passo è breve per cancellare il bisogno d’un Creatore sopranaturale, dando il
«merito» al caso cieco. Il fatto che vogliano sostituire l’Ascensione di Cristo,
è a mio modo di vedere, una chiara provocazione per dimostrare come è la scienza
(o l’ideologia?), oramai, l’unica verità assoluta da ascoltare e da venerare.
Non mi meraviglio del fatto che Gesù, in un passo nel Vangelo, si domandasse se
al suo ritorno troverà fede sulla terra. Concludo ringraziandola e
incoraggiandola per il suo lavoro, pace in Gesù il Signore. {26 maggio 2009}
7.
{Volto di Gennaro}
▲
Caro fr. Martella,
Dio ci benedica, grazie per la tua e-mail. Non so, ma penso che gli angeli
ridano insieme al Signore (Salmo 2). A dire la verità, le trovate degli atei mi
fanno ridere e mi fanno compatirli. Una domandina molto semplice: se gli
l’evoluzionisti hanno trovato prove scientifiche certe (dico certe, alla maniera
di Galilei), benissimo: gli esperti pro e contro l’evoluzione potranno
discuterne. Se invece si tratta (come penso) delle solite bufale, allora dico:
please let me sleep [= per favore, fatemi dormire, N.d.R.]. Anche il
sistema tolemaico aveva prove «scientifiche», anche la non lontana «superiorità
della razza ariana» veniva insegnata nelle università di mezzo mondo. Ci aveva
creduto persino il musicista Wagner. Dio riderà di loro e parlerà con furore
(Salmo 2,4s). Ricevi un caro saluto nel Signore. {27 maggio 2009}
8.
{Paolo Elia}
▲
■
Contributo: Egregio Nicola, mi pare abbastanza normale che si voglia far
nuove feste. Oramai persino i vari quartieri cittadini lo fanno. Per non parlare
delle belle feste paesane di questi mesi. Direi quasi che è nell’evoluzione
delle cose che si voglia far festa (…dell’evoluzione!). La festa dopo tutto è un
modo di socializzazione, certamente non inventato dalla Chiesa di Roma né dagli
Ebrei. Oltre il resto, Gesù stesso, come attestano i Vangeli, come pio ebreo
osservava il sabato e le feste ebraiche. Cosa che continueranno a fare anche gli
Apostoli e, con un po’ di conflitto, le comunità primitive, sino a che poi si
metteranno in proprio.
Sinora, almeno nel mondo occidentale, ci si è basato sulle feste cristiane, per
vari motivi. Per cui l’anno civile era scandito dall’anno liturgico. Ma che la
cosa non continuasse sempre così era immaginabile, anche perché all’insofferenza
delle feste cristiane e della sottostante concezione religiosa (dove ancora
c’era!), s’aggiungono o l’ateismo anche militante o l’anticlericalismo o
ideologie varie: e allora le cose si semplificano complicandosi.
Per rispondere più nel merito alla questione posta da Nicola, credo si possa
semplicemente dire: «loro» facciano le loro feste, che noi faremo le nostre.
Sospetta Nicola: «Come non nutrire il sospetto che questo sia solo una prima
manovra per ateizzare l’intero calendario e per cancellare tutte le tracce
storiche e culturali del cristianesimo?». Non credo sia solo un semplice
sospetto, credo sia una certezza, oltre al resto, dichiarata.
Si chiede ancora Nicola: «È il caso di chiedersi: occidente cristiano, se mai lo
sei stato, quo vadis? Dovremo assistere a un effetto domino? Se mai le lobby
atee avranno la loro prima festività, vorranno poi sostituire Natale con la
festa d’Einstein, Capodanno con…». Credo proprio di sì.
Constata Nicola: «C’è anche chi ha proposto doppie ricorrenze, cosicché nessuno
debba togliere nulla agli altri. Qui la Chiesa di Roma è esemplare, avendo posto
feste mariane in tutte le ricorrenze civili. Avremo fra poco nello stesso giorno
la festa dell’Immacolata Concezione, la commemorazione del concepimento di
Samuele, di Buddha, d’Alì, di…». Anche qui non vedo niente di strano. Da notare
che la doppia festività attenuerebbe il problema. A parte che già gruppi di
pagani si fanno la loro festa solenne dell’equinozio di primavera o gli ebrei le
loro o lo Stato le sue solenni commemorazioni, con diverse accentuazioni o
esteriorità o pretese. L’importante per tutti che non s’arrivi alle sfilate
obbligatorie dei giovani balilla o ai controlli sulle frequenze alle funzioni
religiose da parte dei calvinisti ginevrini o dei bambini piagnoni del
Savonarola o d’altri ancora peggiori.
Ci sarà certamente il problema accennato da Nicola: tutti vorranno le loro
feste. E qui dovrebbe entrare in gioco lo Stato, che potrà o schierarsi con
qualcuno o cercare d’equilibrare le domande e mediare fra i vari gruppi o
governare laicamente il fenomeno. E speriamo che i «religiosi» non siano i più
petulanti nel chiedere o pretendere. Se veramente si vuole adorare il Padre in
Spirito e verità (vedi Gv 4), sarà bene che lo dimostrino. Cordialmente…
P.S.: Vorrei ancora
dire due cose:
■ 1. Bella quell’annotazione di Nicola: «...se mai fosse introdotta, dovrebbe
dipendere da un’altra festa cristiana. Infatti la data della “festa
dell’Ascensione” varia ogni anno, avvenendo 40 giorni dopo la Pasqua. Quindi, in
tal modo, la prima festività atea, se mai si celebrasse, dipenderebbe
direttamente dal calendario liturgico cristiano!». Sarebbe proprio uno scherzo
da prete. Forse quegli atei quando da bambini andavano all’oratorio, avrebbero
dovuto stare più attenti alle lezioni di catechismo!
■ 2. «Come si dice, forse Giordano Bruno si sta rivoltando da tempo nella
tomba», conclude Nicola. Non credo che fra’ Giordano Bruno si rivolti nella
tomba per queste cose: credo si rivolti quando vede, per esempio, certe
«tipologie» di suoi sostenitori, tipo Odifreddi e altri. {28-05-2009}.
▬
Risposta: Lascio ai lettori la valutazione di questo contributo.
Non ho capito l’ambito culturale e religioso, da cui questo lettore argomenta.
All’inizio mi è sembrato di matrice filo-giudaica, poi ha menzionato con
distanza, oltre ai giovani balilla, i calvinisti ginevrini, i seguaci di
Savonarola e i non meglio identificati «altri ancora peggiori» (chi saranno
mai?). Come mai non ha menzionato pure i «controlli sulle frequenze alle
funzioni religiose da parte» della nomenclatura clericale? Forse è solo una
distrazione. Apprezzo comunque che ha saputo interagire con intelligenza.
Faccio osservare solo che la pretesa di tale gruppo ateo non riguarda la libertà
(che già hanno) di festeggiare una festa quando vogliono, cosa che il
Grundgesetz, la Costituzione tedesca, già permette loro; essi reclamano una
festa ufficialmente riconosciuta dallo Stato, che ne scalzi un’altra. Per i miei
gusti io non sono solo per «libere chiese in libero Stato», ma anche per uno
«Stato laico libero dalle chiese» d’ogni genere, le quali amministrino le loro
cose come tutte le altre associazioni culturali nel rispetto delle leggi, senza
prevaricazioni e senza privilegi. {Nicola Martella}
▬
Replica: Nicola, nel tuo commento, citando il mio generico «altri
ancora peggiori», chiosi domandandoti retoricamente: «(chi saranno mai?). Come
mai non ha menzionato pure i “controlli sulle frequenze alle funzioni religiose
da parte” della nomenclatura clericale? Forse è solo una distrazione».
Appunto: ecco gli altri ancora peggiori!
Però anche la tua dizione («“controlli sulle frequenze alle funzioni religiose
da parte” della nomenclatura clericale?») non mi pare né felice né imparziale,
vista la sua genericità. Ciao…{Elia Paolo; 29 maggio 2009}
9.
{}
▲
10.
{}
▲
11.
{}
▲
12.
{}
▲
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Festa_evoluz_parla_Ori.htm
25-05-2009; Aggiornamento: 29-05-2009 |