Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Le Origini 1

 

Evoluzione

Vai ai contributi sul tema

Norme di fair-play

 

 

L’opera si presenta in due volumi ed è organizzata come segue:

1° volume (Temi delle origini): Gli articoli introduttivi e i temi di approfondimento

2° volume (Esegesi delle origini): Il commento particolareggiato basato sul testo ebraico (comprende anche una traduzione letterale posta alla fine)

   Se si eccettua la prima parte del primo volume, che introduce a Genesi 1,1-5,1a, per il resto ambedue i volumi dell’opera sono suddivisi rispettivamente secondo le seguenti parti:
■ La creazione del mondo e dell’uomo 1,1-2,4a
■ L’essere umano nella creazione 2,4b-25
■ La caduta primordiale e il suo effetto 3
■ La fine del resoconto su Adamo 4,1-5,1a.

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Le Origini 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FESTA DELL’EVOLUZIONE? PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l'articolo Festa dell’evoluzione». Gruppi di atei evoluzionisti reclamano una festa secolare dell'evoluzione, e cioè proprio in una delle feste cristologiche del calendario liturgico delle denominazioni cristiane maggiori: l'Ascensione di Cristo al cielo. Il vero intento, che palesano nei loro scritti e nei loro siti, è quello di ateizzare la società e di scalzare del tutto il cristianesimo dalla cultura occidentale. Chiaramente vorremmo vedere tali «umanisti evoluzionisti» come si recano nell'Arabia Saudita o in uno Stato induista a proporre le stesse cose! Eppure tali gruppi di atei evoluzionisti si fregiano proprio del monaco Giordano Bruno il quale, sebbene avversasse la curia romana, era tutt'altro che ateo, anzi era religioso, panteista, esoterista, cabalista e quant'altro, insomma tutto il contrario di un agnostico. Che abbiano sbagliato santo tutelare?

    Per la «festa degli atei» rimandiamo al primo contributo.

    Per il tema creazionismo ed evoluzionismo rimandiamo in Nicola Martella, Temi delle origini, Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), ai seguenti articoli: «L’interpretazione della Genesi», pp. 25-48; «La Genesi e la scienza», pp. 181-196.

    Come al solito, la tendenza ad andare fuori tema è forte. Invece di parlare dell'opportunità di introdurre tale festa "festa dell'evoluzione", come suggeriscono tali gruppi atei di umanismo evolutivo, per soppiantare il cristianesimo anche dal calendario, alcuni lettori si appigliano a particolari secondari, presenti nell'articolo, o fanno riferimento a temi contigui.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Nicola Martella

2. Tore Reale

3. Nicola Martella

4. Gianfilippo Lattanzi

5. Emilio Spedicato

6. Davide Donisi

7. Volto di Gennaro

8. Paolo Elia

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Nicola Martella}

 

Tempo fa, abbiamo discusso la questione degli «ateobus». [► Ateobus: Quando gli atei s’attaccano al tram] Benito Viapiana, un lettore canadese, mi scrisse allora, mandandomi una storia giudiziaria, in cui qualcuno reclamava una «festa degli atei». Ringrazio tale lettore. Ecco dapprima la storia.

La corte fissa la festa degli atei

Avete sentito parlare di questo caso? Grande risposta del giudice!

 

In Florida, un ateo divenne furibondo sulla preparazione della festa della Pasqua [cristiana] e della Pesach [ebraica]. Allora decise di contattare il suo avvocato in merito alla discriminazione, di cui gli atei sono oggetto, a causa delle ricorrenti celebrazioni permesse a cristiani e giudei con tutte le loro feste, mentre gli atei non hanno nessuna festa da celebrare. Il caso fu portato davanti a un giudice. Dopo aver ascoltato la lunga e appassionata arringa dell’avvocato, il giudice batté un colpo e dichiarò: «Il caso è chiuso!».

     L’avvocato immediatamente obiettò al giudice e impugnò la sentenza: «Vostro Onore, com’è possibile chiudere così questo caso? I Cristiani hanno il Natale, la Pasqua e tante altre feste. I Giudei hanno feste come Pesach, Yom Kippur, e Channukah... finora il mio cliente e tutti gli altri atei non hanno alcun giorno di festa!». Il giudice si chinò in avanti sulla sua sedia e disse: «È ovvio che il suo cliente sia molto confuso al riguardo per non sapere che può già celebrare la festa degli atei!». L’avvocato con attitudine pomposa disse: «Vostro Onore, non siamo al corrente di questa festa degli atei. Quand’è che ricorre questa festa, Vostro Onore?». Il giudice disse: «Bene, essa ricorre ogni anno esattamente alla stessa data — il primo d’Aprile! Poiché il nostro calendario ha stabilito il primo d’Aprile come la “festa degli stolti”, avendo considerato quello che attesta il Salmo 14,1: “Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c’è Dio”. Perciò, a mio parere, se il suo cliente afferma che non c’è Dio, allora secondo la Scrittura, egli è uno stolto e il primo d’Aprile è la festa che può celebrare! Ora, vi auguro una buona giornata, e sgombrate la corte!» {tradotto dall'inglese da Benito Viapiana, redatto sull'originale e adattato da Nicola Martella}.

 

Per capire questo testo, bisogna tener presente che in Italia si celebra il pesce d’Aprile come giorno degli scherzi, mentre nei paesi anglosassoni tale giorno viene chiamato «April Fool Day», «giornata [d’Aprile] degli stolti». Il lettore, avendo letto ciò in un giornale, aveva preso tale sentenza per vera. Io ne rimasi talmente meravigliato, che feci una ricerca in merito. Si tratta, come viene spiegato nei siti che riportano tale testo, di un «fictional humor piece», di un componimento fittizio a scopo umoristico (qui). La storiella va in giro sin dal 2002. Qualcuno scrive: «Ok… Io sono abbastanza sicuro che questo è solo un scherzo e non un vero caso [giudiziario], ma non l’ho verificato. D’altra parte, me lo sono goduto E senza alcuna offesa per quelli che sono atei… Io me la rido anche per battute sui cristiani!». Chi ne ha analizzato la provenienza, asserisce: «Questo è un scherzo che si è diffuso in modo esteso negli anni e noi non abbiamo trovato alcuna evidenza di una tale controversia giudiziaria».

    In ogni modo, sebbene si tratti di un componimento umoristico, non c'è alcun dubbio che colpisce mirabilmente nel segno!

 

 

2. {Tore Reale}

 

Caro Nicola, l’articolo che hai scritto mette in luce la tendenza idolatra che esiste anche nel mondo laico che, come quello cattolico, ha bisogno di crearsi dei feticci a vario titolo, compresa la venerazione e il culto per giornate particolari. Lo trovo assolutamente ridicolo più che preoccupante. Chi teme questo tipo di «feste» normalmente dimentica che anche questo fa parte delle profezie rivelatorie sugli «ultimi giorni». L’uomo ha una duplice natura che non gli consentirà mai di vivere totalmente di razionalità o di spiritualità. Le due cose vanno tenute in equilibrio. Il vuoto degli assertori evoluzionisti si colma con le dottrine atee che negano «il divino» ma, alla fine, quella stessa dottrina diventa per loro «il divino» e come tale viene venerato.

     Le mie posizioni non sono dogmaticamente divise in comparti stagni. Non condivido né l’evoluzionismo assoluto né il creazionismo dogmatico. Adamo ed Eva, il serpente parlante e la mela seducente non possono essere letti come fatti di cronaca ma come metafore per definire la natura ostile dell’uomo al volere divino. Dal versante opposto, mi sta bene l’evoluzionismo, ma a un certo momento, ossia nella fase precedente il «big bang», qualunque teoria scientifica vacilla. Le scoperte, che Dio ha permesso agli scienziati per risalire alle origini dell’Universo, raggiungono il limite della conoscenza divina ma non potranno mai oltrepassarlo! Non fin quando sarà istituito il Regno di Cristo sulla Terra. Se discendiamo da Eva peccatrice o dall’Austrolopithecus Afarensis per me non fa assolutamente nessuna differenza, poiché sono le promesse conquistate col sangue di Cristo per il futuro nel suo Regno ciò che trovo davvero utile ed entusiasmante. Saluti… {25 maggio 2009}

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Faccio solo qualche appunto al contributo precedente. Le premesse sui cultori dell’evoluzionismo ateo sono condivisibili, come pure la tensione escatologica. Sul resto non vorrei dilungarmi troppo, avendo scritto altrove. Non so che cosa sia un «creazionismo dogmatico», ma il NT presenta Adamo ed Eva come soggetti reali, non come finzioni o simboli; Gesù è «l’ultimo Adamo» (1 Cor 15,45) e il «secondo [tipo di] uomo» (v. 47). Anche Eva fu presentata come persona reale formata dopo Adamo (1 Tm 2,13) e sedotta poi dal serpente Eva con la sua astuzia (2 Cor 11,3). Chi ha problemi col «serpente parlante» (poteva trattarsi di una possessione diabolica), ne avrà con «l’asina parlante» di Balaam (Nu 22,28ss «l’Eterno aprì la bocca all’asina») e con tutto ciò che va di là dalle nostre spiegazioni. Dov’è scritto che si trattava di una «mela»? Nella Bibbia i testi metaforici sono ben riconoscibili mediante un’analisi letteraria; in Genesi 3 non c’è nulla che faccia riconoscere una tale metafora, né una parabola. [Per l’approfondimento di Generi 3,1-7 rimando a Nicola Martella, Esegesi delle origini, Le Origini 2 (Punto°A°Croce, Roma 2006), pp. 179-203.]

     Quello sostenuto dal lettore si chiama «evoluzionismo teista» e si basa sull’idea che Dio abbaia messo in moto tutte le cose, che poi si sia ritirato e che tutto sia proceduto secondo il diktat dell’evoluzionismo; una versione più teologica va sotto la definizione di «interpretazione concordista». [Al riguardo si veda in Nicola Martella, Temi delle origini, Le Origini 1 (Punto°A°Croce, Roma 2006), gli articoli: «L’interpretazione della Genesi», pp. 25-48; «Giorni, ere e genealogie», pp. 104-114; sul «concordismo» si vedano anche le pp. 129, 183, 194s.] Personalmente rifiuto, per motivi esegetici, sia «l’evoluzionismo teista», sia le varie forme di «concordismo».

     Infine, «se discendiamo da Eva peccatrice o dall’Austrolopithecus Afarensis», per me fa assolutamente una grande differenza dal punto di vista esegetico, poiché gli autori biblici insistono, fin dall’inizio, che «Dio creò l’uomo a sua immagine, lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina» (Gn 1,27s; 5,1s; 9,6; 1 Cor 11,7; Gcm 3,9). Dio creò l’uomo come una specie particolare, secondo la sua propria specie, per farne il suo interlocutore privilegiato (Sal 8,4ss). L’uomo non smette di essere «discendenza di Dio», come disse Paolo nell’areopago d’Atene (At 17,29). Tale primordiale obiettivo, dopo la caduta dell’uomo, verrà realizzato da Dio pienamente in Cristo, che è il modello (2 Cor 3,18; 4,4; Ef 4,24; Col 1,13ss; 2 Pt 1,4). [Per l’approfondimento si veda in «Esegesi delle origini» l’articolo «La creazione dell’uomo [Gn] 1,24-31», pp. 72-93; in «Temi delle origini» si vedano gli articoli: «L’uomo quale immagine di Dio», pp. 134-145; «Immagine di Dio e dominio della terra», pp. 146-163.]

 

 

4. {Gianfilippo Lattanzi}

 

Nota redazionale: Quanto qui segue, si riferisce a tale gruppo evoluzionista «Giordano Bruno».

 

Faccia come me, io le scimmie non le tratto. Tutt’al più vada qualche volta allo zoo e gli porti un casco di banane. Per quanto riguarda lo scimmiottare delle cattoliche feste mariane, beh mi permetta, ce ne corre... per imitare, cioè per scimmiottare, bisogna prima guardare e a me sembra che questi gorilla siano proprio ciechi e ottusi, a meno che non abbiano troppi peli sopra gli occhi. {25 maggio 2009}

 

 

5. {Emilio Spedicato}

 

Contributo: La perdita delle radici è caratteristica del nostro occidente, che viaggia d’altronde verso il suicidio demografico; fra cinquant’anni, quando la sola Nigeria avrà più abitanti dell’intera Europa d’oggi, saremo una provincia africana, in prevalenza musulmana — a meno che l’America faccia quello che suoi gruppi di potere hanno in mente, e scritto in vari libri da una decina d’anni, ovvero fare partire la terza guerra mondiale per ridurre la popolazione del mondo.

     ■ La scienza è piena di miti, e nell’evoluzionismo e in altri settori, come le teorie d’Einstein (scippate ad altri invero) e ora, relatività speciale e generale, chiaramente falsificate, vedasi addirittura il titolo di copertina sull’ultimo numero di «Le Scienze». Trent’anni ci sono voluti perché la mafia massonica che controlla tale rivista debba piegarsi all’evidenza.

     ■ E comunque limitare il discorso della vita e dell’intelligenza al nostro pianeta è idiozia e bestemmia contro la potenza divina — e qui ci sono i ripensamenti della chiesa cattolica, nelle affermazioni dell’ultimo Guitton e dell’attuale capo della Specola Vaticana, che sostituisce il precedente Coyne, servo della scienza ufficiale.

     ■ E il significato vero dell’ascensione non è probabilmente quello raccontato ai bambini dell’asilo, ma altro, legato alle radici dell’uomo dotato di spirito immortale... e alla realtà di Cristo che trascende il poco, che i quattro Vangeli dicono. Saluti… {25 maggio 2009}

 

Risposta: L’articolo, menzionato dal professore dell’università di Bergamo, è il seguente: David Z. Albert e Rivka Galchen, «Sfida quantistica alla relatività speciale», e si trova in «Attacco alla relatività», Le Scienze n. 489 (Maggio 2009). Esso viene presentato come segue: «Come molti effetti quantistici, l’entanglement viola alcune delle più radicate intuizioni sul mondo. E forse minaccia i fondamenti della relatività speciale di Einstein… Nell’universo, come lo percepiamo, possiamo interagire solo con oggetti con cui veniamo in contatto: quindi il mondo sembra locale. La meccanica quantistica, invece, contempla l’azione a distanza con una proprietà detta entanglement, in cui due particelle hanno un comportamento sincronizzato senza intermediari: è un fenomeno non locale. Questo effetto non locale non va solo contro l’intuizione, ma è un serio problema per la teoria einsteiniana della relatività speciale e fa vacillare i fondamenti della fisica».

     Non entro nella questione dell’adeguamento continuo del Vaticano ai nuovi diktat delle idee scientifiche e alla sua tattica camaleontica. Se la vera scienza si basa sulle cose oggettivamente provate e non sulle ipotesi, aspettiamo ad accertarle in modo incontrovertibile prima di poter dire alcunché sulla vita e sull’intelligenza fuori del nostro pianeta e prima di chiamare qualcosa idiozia e bestemmia!

     Lasciamo da parte la questione dell’ascensione di Gesù al cielo, non essendo questo il tema maggiore dell’articolo. Non affrettiamo però certi giudizi («raccontato ai bambini dell’asilo»), visto che Gesù stesso «giubilò per lo Spirito Santo, e disse: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascoste queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli! Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto”» (Lc 10,21). Quel «poco, che i quattro Vangeli dicono» sull’ascensione di Cristo, è uno dei fondamenti della fede cristologica del nuovo patto (At 1,9ss.22); uno dei punti menzionati nel biblico «mistero della devozione» è appunto l’assunzione gloriosa del Messia: «…è stato elevato in gloria» (1 Tm 3,16); «elevato al disopra dei cieli» (Eb 7,26). La tesi misteriosofica, basata sui miti, sulla gnosi e sull’ufologia, sebbene rimanga affascinante, non ci pare abbastanza convincente come alternativa. {Nicola Martella}

 

 

6. {Davide Donisi}

 

Gentile signor Nicola Martella, pace. Mi permetto una battuta: «Non ce più religione». Non sono molto sorpreso, tuttavia, di leggere certe notizie. Purtroppo le critiche, che si riversano sul cristianesimo, fanno parte oramai della normalità. Non mi stupisco che si cerchi di sostituire le festività cristiane con feste, a mio giudizio, del tutto fuori luogo. Ormai la religione è diventata un peso, l’ultimo ostacolo di cui gli atei devono sbarazzarsi, per convertire l’umanità e disilluderla da falsi sogni e falsi miti.

     La teoria della «macro-evoluzione», è quindi, l’asso nella manica che gli atei sfoggiano per dare il colpo di grazia a Dio, cercando di dare a questa teoria i connotati di certezza scientifica comprovata empiricamente. Dal Big Bang, alle formazioni delle galassie, dai pianeti ai primi esseri viventi, il passo è breve per cancellare il bisogno d’un Creatore sopranaturale, dando il «merito» al caso cieco. Il fatto che vogliano sostituire l’Ascensione di Cristo, è a mio modo di vedere, una chiara provocazione per dimostrare come è la scienza (o l’ideologia?), oramai, l’unica verità assoluta da ascoltare e da venerare.

     Non mi meraviglio del fatto che Gesù, in un passo nel Vangelo, si domandasse se al suo ritorno troverà fede sulla terra. Concludo ringraziandola e incoraggiandola per il suo lavoro, pace in Gesù il Signore. {26 maggio 2009}

 

 

7. {Volto di Gennaro}

 

Caro fr. Martella, Dio ci benedica, grazie per la tua e-mail. Non so, ma penso che gli angeli ridano insieme al Signore (Salmo 2). A dire la verità, le trovate degli atei mi fanno ridere e mi fanno compatirli. Una domandina molto semplice: se gli l’evoluzionisti hanno trovato prove scientifiche certe (dico certe, alla maniera di Galilei), benissimo: gli esperti pro e contro l’evoluzione potranno discuterne. Se invece si tratta (come penso) delle solite bufale, allora dico: please let me sleep [= per favore, fatemi dormire, N.d.R.]. Anche il sistema tolemaico aveva prove «scientifiche», anche la non lontana «superiorità della razza ariana» veniva insegnata nelle università di mezzo mondo. Ci aveva creduto persino il musicista Wagner. Dio riderà di loro e parlerà con furore (Salmo 2,4s). Ricevi un caro saluto nel Signore. {27 maggio 2009}

 

 

8. {Paolo Elia}

 

Contributo: Egregio Nicola, mi pare abbastanza normale che si voglia far nuove feste. Oramai persino i vari quartieri cittadini lo fanno. Per non parlare delle belle feste paesane di questi mesi. Direi quasi che è nell’evoluzione delle cose che si voglia far festa (…dell’evoluzione!). La festa dopo tutto è un modo di socializzazione, certamente non inventato dalla Chiesa di Roma né dagli Ebrei. Oltre il resto, Gesù stesso, come attestano i Vangeli, come pio ebreo osservava il sabato e le feste ebraiche. Cosa che continueranno a fare anche gli Apostoli e, con un po’ di conflitto, le comunità primitive, sino a che poi si metteranno in proprio.

     Sinora, almeno nel mondo occidentale, ci si è basato sulle feste cristiane, per vari motivi. Per cui l’anno civile era scandito dall’anno liturgico. Ma che la cosa non continuasse sempre così era immaginabile, anche perché all’insofferenza delle feste cristiane e della sottostante concezione religiosa (dove ancora c’era!), s’aggiungono o l’ateismo anche militante o l’anticlericalismo o ideologie varie: e allora le cose si semplificano complicandosi.

     Per rispondere più nel merito alla questione posta da Nicola, credo si possa semplicemente dire: «loro» facciano le loro feste, che noi faremo le nostre. Sospetta Nicola: «Come non nutrire il sospetto che questo sia solo una prima manovra per ateizzare l’intero calendario e per cancellare tutte le tracce storiche e culturali del cristianesimo?». Non credo sia solo un semplice sospetto, credo sia una certezza, oltre al resto, dichiarata.

     Si chiede ancora Nicola: «È il caso di chiedersi: occidente cristiano, se mai lo sei stato, quo vadis? Dovremo assistere a un effetto domino? Se mai le lobby atee avranno la loro prima festività, vorranno poi sostituire Natale con la festa d’Einstein, Capodanno con…». Credo proprio di sì.

     Constata Nicola: «C’è anche chi ha proposto doppie ricorrenze, cosicché nessuno debba togliere nulla agli altri. Qui la Chiesa di Roma è esemplare, avendo posto feste mariane in tutte le ricorrenze civili. Avremo fra poco nello stesso giorno la festa dell’Immacolata Concezione, la commemorazione del concepimento di Samuele, di Buddha, d’Alì, di…». Anche qui non vedo niente di strano. Da notare che la doppia festività attenuerebbe il problema. A parte che già gruppi di pagani si fanno la loro festa solenne dell’equinozio di primavera o gli ebrei le loro o lo Stato le sue solenni commemorazioni, con diverse accentuazioni o esteriorità o pretese. L’importante per tutti che non s’arrivi alle sfilate obbligatorie dei giovani balilla o ai controlli sulle frequenze alle funzioni religiose da parte dei calvinisti ginevrini o dei bambini piagnoni del Savonarola o d’altri ancora peggiori.

     Ci sarà certamente il problema accennato da Nicola: tutti vorranno le loro feste. E qui dovrebbe entrare in gioco lo Stato, che potrà o schierarsi con qualcuno o cercare d’equilibrare le domande e mediare fra i vari gruppi o governare laicamente il fenomeno. E speriamo che i «religiosi» non siano i più petulanti nel chiedere o pretendere. Se veramente si vuole adorare il Padre in Spirito e verità (vedi Gv 4), sarà bene che lo dimostrino. Cordialmente…

 

P.S.: Vorrei ancora dire due cose:

     ■ 1. Bella quell’annotazione di Nicola: «...se mai fosse introdotta, dovrebbe dipendere da un’altra festa cristiana. Infatti la data della “festa dell’Ascensione” varia ogni anno, avvenendo 40 giorni dopo la Pasqua. Quindi, in tal modo, la prima festività atea, se mai si celebrasse, dipenderebbe direttamente dal calendario liturgico cristiano!». Sarebbe proprio uno scherzo da prete. Forse quegli atei quando da bambini andavano all’oratorio, avrebbero dovuto stare più attenti alle lezioni di catechismo!

     ■ 2. «Come si dice, forse Giordano Bruno si sta rivoltando da tempo nella tomba», conclude Nicola. Non credo che fra’ Giordano Bruno si rivolti nella tomba per queste cose: credo si rivolti quando vede, per esempio, certe «tipologie» di suoi sostenitori, tipo Odifreddi e altri. {28-05-2009}.

 

Risposta: Lascio ai lettori la valutazione di questo contributo. Non ho capito l’ambito culturale e religioso, da cui questo lettore argomenta. All’inizio mi è sembrato di matrice filo-giudaica, poi ha menzionato con distanza, oltre ai giovani balilla, i calvinisti ginevrini, i seguaci di Savonarola e i non meglio identificati «altri ancora peggiori» (chi saranno mai?). Come mai non ha menzionato pure i «controlli sulle frequenze alle funzioni religiose da parte» della nomenclatura clericale? Forse è solo una distrazione. Apprezzo comunque che ha saputo interagire con intelligenza.

     Faccio osservare solo che la pretesa di tale gruppo ateo non riguarda la libertà (che già hanno) di festeggiare una festa quando vogliono, cosa che il Grundgesetz, la Costituzione tedesca, già permette loro; essi reclamano una festa ufficialmente riconosciuta dallo Stato, che ne scalzi un’altra. Per i miei gusti io non sono solo per «libere chiese in libero Stato», ma anche per uno «Stato laico libero dalle chiese» d’ogni genere, le quali amministrino le loro cose come tutte le altre associazioni culturali nel rispetto delle leggi, senza prevaricazioni e senza privilegi. {Nicola Martella}

 

Replica: Nicola, nel tuo commento, citando il mio generico «altri ancora peggiori», chiosi domandandoti retoricamente: «(chi saranno mai?). Come mai non ha menzionato pure i “controlli sulle frequenze alle funzioni religiose da parte” della nomenclatura clericale? Forse è solo una distrazione».

     Appunto: ecco gli altri ancora peggiori!

     Però anche la tua dizione («“controlli sulle frequenze alle funzioni religiose da parte” della nomenclatura clericale?») non mi pare né felice né imparziale, vista la sua genericità. Ciao…{Elia Paolo; 29 maggio 2009}

 

 

9. {}

 

 

10. {}

 

 

11. {}

 

 

12. {}

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Sci/T1-Festa_evoluz_parla_Ori.htm

25-05-2009; Aggiornamento: 29-05-2009

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce