Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

Ateismo

 

 

 

 

«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ATEOBUS

Quando gli atei s’attaccano al tram

 

 di Nicola Martella

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA

     ■ Il caso italiano: Che accadesse, era stato annunciato da un po’ di tempo. I mezzi d’informazione hanno fatto sapere che dal 16/02/2009 a Genova è entrato in servizio il primo «ateobus» italiano, dopo i precedenti all’estero. La campagna è portata avanti dall’UAAR (Unione atei e agnostici razionalisti). Sulle fiancate di un autobus della linea 36 risalta la seguente scritta: «La buona notizia è che in Italia ci sono milioni di atei. Quella ottima, è che credono nella libertà d’espressione».

     Questo è quanto è rimasto dopo il rifiuto della società che gestisce tale pubblicità e, si dice, la protesta della diocesi cattolica della città. Lo slogan originario era il seguente: «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno».

 

     ■ Il precedente in altre nazioni: Tale campagna degli atei e agnostici si è avuta dapprima anche in altre nazioni europee. C’è stata gente che ha dato a tali organizzazioni offerte in denaro per finanziare tale iniziativa. Sul sito dell’UAAR, che ha raccolto fondi per l’iniziativa «Campagna bus», si legge: «L’idea dei bus “atei” è stata della British Humanist Association, ed è stata poi ripresa negli Stati Uniti, in Australia, in Spagna. È poi venuto il momento dell’Italia…». Subito dopo si legge la prima contraddizione: «Il messaggio scelto dall’UAAR è stato ideato in Italia: è un messaggio che vuole invitare a riflettere, con l’aggiunta di un pizzico di fiducia e ottimismo in chiave umanista». Come si può affermare ciò, visto che la prima versione era stata malamente copiata da quella inglese? Il messaggio era il seguente: «There’s probably no God: Now stop worrying and enjoy your life», ossia «Probabilmente non c’è un Dio: Ora smettila di preoccuparti e goditi la vita».

 

 

2.  VOCI DISCORDANTI ANCHE FRA GLI AGNOSTICI: Che pensare dello slogan: «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno»? Si noti che rispetto all’originale inglese manca quel «probabilmente»; sembra che in Italia bisogna essere subito estremisti in tutto, come se si volesse predicare. Per altro si noti la virgola fuori posto fra soggetto e verbo nella seconda frase, sia nella versione originaria, sia in quella che poi è stata messa sugli autobus. Quindi quelli della UAAR vogliono proporsi come predicatori di una nuova religione, una confessione «contro-religiosa», oltre a essere sgrammaticati. Ricordiamo in merito un vecchio motto scolastico: «Chi mette la virgola fra il soggetto e il predicato è un asino patentato».

     ■ Ilaria Katerinov ha scritto: «A me, che pure sono socio UAAR, questa faccenda dei bus atei a Genova convince poco. Lo slogan è ben diverso da quello inglese, che recita: “There’s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life”. In italiano manca il “probabilmente”, che fa un mondo di differenza in termini teorici, pratici e metodologici. Messa così sembra proselitismo, in uno stile indistinguibile da quello di certe réclame cattoliche o dei testimoni di geova. E sembra spocchioso e saccente; mentre io non ci tengo a convincere nessuno che dio non esiste, perché non è questo il punto. Messa così è una contrapposizione sterile tra “dio non esiste” e “dio esiste”, dogmatismo puro da ambo le parti che non sposta di una virgola le convinzioni personali di nessuno. Come io non sono toccata minimamente dai proclami papali per cui dio c’è e ci ama e amiamolo o andremo all’inferno (ed è così perché è così e basta), analogamente non riesco a immaginarmi un credente che legge questa roba sul bus e risponde qualcosa di diverso da: “E invece secondo me esiste”. Ed è una contrapposizione ridicola, perché il partito del “no” è in palese inferiorità numerica (per un totale di n. 2 autobus urbani) rispetto allo schieramento opposto. Di che ci illudiamo? È una strategia suicida. Il senso non è contrapporre l’ateismo alla religione come due fazioni in lotta, ma contrapporre il dubbio e il sano esercizio della razionalità al fideismo dogmatico e irrazionale. Dubbio: ovvero, quel “probabilmente”. In sede etica si può essere atei quanto si vuole, e io lo sono completamente; ma in sede teoretica vige il principio di falsificabilità, e dovremmo essere noi i primi ad applicare il metodo scientifico: l’ateismo non può ergersi a dogma. […] Peraltro, se rimaniamo sul terreno dell’agnosticismo con il “probabilmente”, è facile che molte più persone si riconoscano nello slogan. Buttarla sull’ateismo assolutista e militante è pericoloso, perché ci fa passare per dogmatici come e più dei preti, e perché genera un rifiuto “di pancia” nel 99% degli italiani, che il senso religioso l’hanno bevuto col latte materno».

 

     ■ A parte che «Geova» si scrive maiuscolo, è indicativo che lo slogan non piaccia nemmeno a chi sostiene l’UAAR! È stato fatto notare che così si fa la guerra a qualcuno e tra l’altro in modo stupido, portando allo scontro fra i «sì» e i «no». Perciò alcuni vedono in ciò un brutto autogol per l’UAAR. Chi aveva dubbi sull’ateismo e sull’agnosticismo, ora si sentirà maggiormente rafforzato, poiché l’inesistenza di Dio è indimostrabile. Altri fanno notare che tale iniziativa mostra come si buttano i soldi.

 

     ■ È stato fatto notare che in Italia la mania di semplificare ogni traduzione non riguarda solo i titoli di tanti film, ma anche gli slogan, che così diventano sempre peggio dell’originale. Così facendo, non bastava la Chiesa Romana a far la dogmatica in Italia, ora ci manca anche l’UAAR. Siamo proprio in Italia. Tali slogan così radicali non fanno altro che irritare i credenti e allontanano anche coloro che poteva nutrire qualche simpatia per l’ateismo. È stato fatto notare che dire «dio non esiste» è un atto di fede, esattamente come dire il contrario; quindi l’UAAR si presenta come una nuova religione. È stato fatto notare che questa campagna pubblicitaria fa trasparire una forma di fanatismo molto peggiore di quella della Chiesa cattolica e che ciò giocherà contro gli stessi promotori.

     Inoltre, affermare ad esempio: «L’universo si è generato spontaneamente senza l’intervento di alcuna forza creatrice», è un’affermazione dogmatica che bisogna prima dimostrare; lo afferma Carl Popper, di cui gli agnostici sono ammiratori. Se «Dio non esiste» è un’asserzione non falsificabile esattamente come «Dio esiste», ciò mostra che l’ateismo è in effetti una religione, richiedendo la fede in un asserto.

 

     ■ Se Dio non esiste, come affermano atei e agnostici, perché ci tengono a convincere gli altri al riguardo, facendone una missione? Perché chiedere soldi e fare sottoscrizioni? Visto che in genere sono le religioni e i partiti a fare proselitismo, l’UAAR è quindi una religione mimetizzata o aspira a essere un partito. L’UAAR stessa ha affermato che sta facendo «la sua parte in questa iniziativa ormai mondiale di promozione dell’incredulità». È quindi diventata una missione religiosa, di cui si diventa profeti e pontefici.

     A questo punto si potrebbe fare una campagna sull’inesistenza di tutto. Se una cosa è ritenuta inesistente, non dovrebbe interessare; perché fanno allora tanto baccano e spendono tanti soldi? Qualcuno ha scritto che gli atei militanti dell’UAAR sembrano peggio di certi preti.

 

     ■ Che dire del nuovo slogan? Neppure per gli iscritti dell’UAAR è particolarmente accattivante. Essi vorrebbero che tale associazione la smettesse con sterili diatribe teologiche e lottasse di più contro l’ingerenza vaticana nella vita delle persone. Infatti tutto ciò mi fa venire in mente il seguente proverbio: «Si batte il sacco per colpire il gatto, che è dentro». Dietro a vari ateismi e agnosticismi si cela in effetti un anticlericalismo che vuole combattere la «pervasività della presenza cattolica». Come si è affermato da parte dell’UAAR: «Voleva anche ricordare alle autorità politiche che non è così indispensabile dire sempre sì alle gerarchie ecclesiastiche, che anche i non credenti sono cittadini come gli altri e che la laicità dello Stato è un principio costituzionale». Allora perché non chiamare le cose col loro proprio nome? Perché usare lo specchietto per le allodole? In tutto ciò c’è una grande dose di ipocrisia.

 

     ■ Vorrebbero mettere a far girare pullman per le città per affermare che Dio non esiste e a «lamentarsi» che è pure una brutta notizia e che tuttavia non ne hanno bisogno. Per chi vuol vivere senza Dio, che Dio esista o meno non dovrebbe fare differenza. Chi crede di non avere bisogno di Dio, che differenza fa il fatto di affermare che esista o no? Perché spendere denari per attestare una buona o cattiva notizia nei suoi confronti, se si è deciso di essere dei senza-Dio? Sembra che con tali iniziative si voglia, in qualche modo, esorcizzare il dubbio su Dio e l’impossibilità di dimostrarne l’inesistenza. Sarebbe più onesto affermare: «Secondo noi atei, Dio non esiste…»; oppure: «Non sappiamo se Dio esista, ma noi atei ne vogliamo farne a meno…». Si potrebbe proporre all’UAAR anche questo slogan più verosimile: «Dio probabilmente c’è, ma sono gli autobus che non arrivano mai». Comunque è probabile che, come qualcuno ha prospettato, dopo che gli handicappati non sono stati chiamati più «invalidi» ma «diversamente abili», anche atei e agnostici non saranno chiamati più «non credenti» ma «diversamente credenti».

 

     ■ Se si guarda alla storia, si riscontreranno nefandezze che gli uomini hanno commesso, nascondendosi dietro al nome di Dio (p.es. la santa Inquisizione; la Jihad) o perpetuandole in nome della sua pretesa inesistenza (dittature atee). Bisogna rifiutare ambedue questi massimalismi e integralismi. Se si guarda alle rivoluzioni atee, si prenderà atto che, dopo aver ucciso gli avversari, i rivoluzionari si sono messi a far fuori i dissenzienti nelle loro proprie file; così è accaduto nella rivoluzione francese, in quella russa, in quella cinese e in tutte le altre. Anche il mito del «superuomo» di Nietzsche ha portato alla sua concretizzazione nel nazismo. Dove si promuove il mito dell’uomo autosufficiente, dio a se stesso e che non deve rendere conto a nessuno sopra di sé, in genere si finisce nella prossima dittatura. Non si può scordare che molti di coloro che nel 20° secolo hanno fatto dell’ateismo una filosofia della storia e un’ideologia politica, hanno commesso nefandezze anche maggiori delle nomenclature clericali di tutto il mondo. L’ateismo non solo non ha tutelato l’uomo da se stesso, ma ha fatto male a tanta gente.

     ■ Che l’UAAR e le altre associazioni umaniste abbiano potuto fare ciò in occidente, mostra che la società, influenzata dal cristianesimo, è matura. Tale frase su un autobus interroga la fede d’ognuno, anche dell’ateo. È probabile, come ha detto qualcuno, che tale campagna avrà l’effetto di far riflettere chi la fede pensa di averla persa o ne vive lontano, facendo interrogare se stessi e magari inducendolo ad approfondirla.

     Mi chiedo però se i membri dell’UAAR o delle altre associazioni umaniste siano pronti a fare la stessa cosa in oriente, con una scritta araba simile a Baghdad o con una indiana a Nuova Dheli, e a restare in uno di tali autobus, col rischio che esso venga rovesciato, distrutto e bruciato. Allora anche l’ateismo avrebbe dei martiri per la sua confessione «contro-religiosa»! Quale membro dell’UAAR sarebbe pronto a morire per le sue convinzioni? Non è sintomatico che espressioni pubbliche di una tale «non-fede» confessionale sia possibile solo in occidente?

 

 

3.  APPROFONDIMENTI BIBLICI: È proprio il caso di dire che gli atei, non avendo altri argomenti validi, si sono attaccati al tram.

     L’iniziativa dell’unione di atei e agnostici è nuova per loro, ma rappresenta una mera imitazione di ciò che chiese cristiane e società bibliche fanno (specialmente all’estero) da molto tempo mediante cartelloni pubblicitari, manifesti, scritte su autobus, e così via.

     Ciò che nuovo non è, è l’atteggiamento dei presunti atei e agnostici e la loro pretesa autonomia di pensiero. La sacra Scrittura dà le seguenti motivazioni per tale mentalità.

 

     ■ 1) L’arroganza mista a empietà morale, che pretende di negare Dio per tacitare la propria coscienza o che cerca di creare un consenso condiviso per mutare la morale pubblica in senso libertino e per così accreditare le proprie pratiche immorali. «L’empio, nell’alterezza della sua faccia, dice: “L’Eterno non farà inchieste”. Tutti i suoi pensieri sono: “Non c’è Dio!”» (Sal10,4).

 

     ■ 2) La stoltezza, ossia il giudizio poco realista sulla realtà (esistenza, mondo, Dio) dovuto alla mancanza di tutte le informazioni per farlo. Questo aspetto è connesso a quello precedente. «Lo stolto ha detto nel suo cuore: “Non c’è Dio”. Si sono corrotti, si sono resi abominevoli nella loro condotta; non v’è alcuno che faccia il bene» (Sal 14,1; 53,1).

     Per il filosofo Carl Popper, invece, chi vuole dimostrare qualcosa, deve dimostrare tutti i casi. Per dimostrare che Dio non c’è, bisognerebbe conoscere tutti i misteri dell’universo e della vita; bisognerebbe essere quindi Dio stesso o almeno un «dio». Questo sarebbe quindi la negazione stessa dell’ateismo e dell’agnosticismo.

     I versi che seguono a quello citato, parlano dell’assenza di discernimento connessa al cercare Dio (Sal 14,2); l’uomo senza rivelazione non può sapere nulla con certezza: ogni nuova scoperta fa diventare vecchie le precedenti, su cui si costruivano le proprie certezze. Chi rifiuta la rivelazione di Dio, data nella sua Parola, non può veramente accedere alla conoscenza; perciò si svia, dimentica Dio, si corrompe moralmente, opera iniquità, diventa incapace di fare il bene e commette cose atroci (vv. 3s). Chi agisce così, la sua rovina è programmata.

     L’apostolo Paolo ha scritto: «Or un uomo psichico non riceve ciò che è dello Spirito di Dio, perché gli è pazzia; e non lo può riconoscere, perché lo si distingue spiritualmente» (1 Corinzi 2,14). «L’uomo psichico» è chi si basa solo sui propri sensi, metodi e strumenti per discernere la realtà e per rappresentarla, ossia partendo dalle relativamente poche tessere che possiede per esprimere giudizi sul grande «puzzle» della realtà; tutto ciò che è fuori della sua portata, per lui non esiste.

 

Inoltre si tenga presente quanto segue, visto che il panorama agnostico è alquanto ampio.

     ■ Dietro a presunti atei e agnostici si nascondono spesso, in effetti, fautori di un nuovo paganesimo e di un nuovo gnosticismo. Non a caso in varie iniziative simili c’è dietro la massoneria e altre organizzazioni per la diffusione di una religiosità universalista e pagana.

     ■ Gli esponenti di tali movimenti atei e agnostici si presentano come «unione umanista», «movimento libertario» e cose del genere. In effetti mirano alla distruzione del cristianesimo. Un caso è il cosiddetto «axteismo», che si presenta come «Movimento Internazionale di Libero Pensiero», reclamando per sé spazio, visibilità e soldi («la tua piccola donazione di 25 euro su PayPal»), ma con questi intenti: «No alla chiesa, no alle religioni»; e «Dateci spazio in Tv per parlare e la Chiesa chiuderà bottega» (si intende la Chiesa di Roma). Si vuole denunciare «l’attuale gravissimo stato di censura e di manipolazione delle informazioni da parte dei media», ma allo stesso tempo si mandano in giro informazioni manipolate e fantasiose sulla presunta non storicità di Gesù Cristo e sulla chiesa primitiva. Sarebbe questo il «libero pensiero», ossia negare ai cristiani ciò che si reclama per sé, ossia esprimere il proprio pensiero? Il lupo cambia il pelo ma non il vizio!

 

 

4.  DALLA REAZIONE ALL’AZIONE

     ■ Disobbedienza civile: Silvia Focarete-Uzoh mi ha fatto sapere quanto segue. In Inghilterra di recente c’è stato un autista d’uno di quei bus Double-decker che in quanto credente si è rifiutato di guidare il bus che quella mattina gli avevano assegnato, proprio uno di quelli della campagna degli atei.

     ■ Azione biblica: Sempre Silvia Focarete-Uzoh mi ha scritto che a questo proposito ci sono stati di recente alcuni risvolti positivi alla campagna. La Trinitarian Bible Society per contro-risposta, ma senza alcun commento all’iniziativa degli agnostici, ha promosso l’iniziativa perché andassero fuori autobus con su scritto soltanto il versetto di proverbi: «Lo stolto dice in cuor suo: “Non c’è Dio”». Ella ha aggiunto: «Non ti dico mia figlia quanto era fiera di puntare col dito e di dire: “Mamma quello è un versetto della Bibbia”. Il Signore ne tragga lode dalla bocca dei fanciulli». {18 febbraio 2009}

     ■ Boicottaggio: Che succederebbe se tutti i cristiani convinti si rifiutassero di prendere certi autobus, ossia autobus con ingannevole pubblicità atea? Che farebbero i gestori di tali autolinee dopo un alcuni giorni, vedendoli sempre completamente o quasi vuoti? E se i gestori di tali autolinee e i giornali locali e nazionali fossero inoltre sommersi da una marea di lettere e di e-mail di protesta?

 

Ateobus? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Atei, fede operante o religione di regole {Andrea Bargagli - Nicola Martella} (T/A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Ateobus_OiG.htm

05-03-2009; Aggiornamento: 17-03-2009

 

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