1.
LE QUESTIONI: Buongiorno, fratello, volevo
chiederti se hai scritto qualcosa riguardo la persona dello Spirito Santo.
Volevo avere delle chiarezze in quanto, parlando con un fratello, mi spiegava
che si era manifestato in «forma» di colomba oppure «come» una colomba, quando
discese, e non realmente quale una colomba. Quindi, quando su tanti
immagini viene rappresentato così, non è reale. Confrontando i quattro
Evangeli, sembra effettivamente che le cose sono piuttosto come le spiegava lui.
Infine, quando lo Spirito Santo concepì Gesù nella vergine Maria, in quale forma
era? Ha lo Spirito Santo una forma visibile, essendo una persona?
Perdonami forse queste domande potrebbero sembrarti sciocche, ma un po’ di
confusione c’è. Certa della tua risposta, un fraterno saluto in Cristo. {Michela
De Rose; 14/08/2017}
2.
ALCUNE RISPOSTE: Lo Spirito Santo non ha nulla a che fare con una
colomba.
Egli
non si è mai manifestato in terra con un corpo di colomba. Il testo biblico
afferma effettivamente qualcosa di diverso.
Nel momento del battesimo di Gesù in
acqua, Giovanni Battista vide un fenomeno spirituale, che doveva attestare
l’avvento dello Spirito di Dio su Gesù, per iniziarlo al ministero di Messia.
Matteo lo descrisse così: «E quando Gesù fu
battezzato, salì subito fuori dell’acqua; ed ecco i cieli si aprirono a lui [= a
Giovanni] ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su
di lui [= su Gesù]» (Mt 3,16). Qui la particella greca hōseí
intende «come se [fosse]». In Marco 1,10 troviamo la forma più semplice hōs
«come». Luca fu più dettagliato: «con un’apparenza corporea come una
colomba» (Lc 3,22; eĩdos «apparenza, forma» + hōs «come»).
L’apparenza riferita a una certa cosa (qui come una colomba) dipende non dalla
cosa stessa ma dall’interpretazione di chi la osserva; infatti, l’osservatore,
stando dinanzi a un fenomeno che non conosce, cerca di trovare un’analogia con
le cose che conosce già. In Giovanni 1,32 ci viene anche detto più
esplicitamente chi avesse visto tale fenomeno trascendentale: Giovanni Battista
(anche qui abbiamo hōs «come»); ciò gli permise di riconoscere chi fosse
il Messia, per poi darne testimonianza agli altri.
Perciò, chi assistette a tale
fenomeno materialmente visibile solo a lui, non avvistò una colomba vera
e propria, ma lo descrisse come il planare di una colomba su qualcuno.
L’illustrazione dello Spirito di Dio nella forma di una colomba deriva dalla
fantasia degli uomini, che hanno ricamato sopra tali brani, per altro capendoli
a modo loro.
Ogni persona, per chiamarsi tale, ha
una consistenza. La visibilità di tale entità dipende dal contesto, dai
sensi di percezione dell’osservatore e dagli strumenti sussidiari usati. A
parità di condizioni, è chiaro che ci sono esseri viventi, che ci vedono meglio
in distanza (p. es. aquila, condor) o con meno luminosità (p. es. gufi, animali
notturni), hanno uno spettro visivo più ampio e così via. Perciò, una persona
non si può definire, partendo da ciò, che possono percepire i nostri occhi
nell’immanenza. Chi uscendo da una porta va a sbattere la faccia contro un
vetro, non può parlare della sua inesistenza, solo perché non l’ha visto. Un
cane percepisce tutto in bianco e nero, ma non per questo i colori non esistono.
Lo Spirito Santo è appunto «spirito»,
ossia immateriale nell’immanenza. Anche Dio Padre è «spirito» (Gv 4,24). Essere
«spirito» non significa non avere «consistenza», ma essere invisibili agli occhi
umani. Anche gli esseri trascendentali sono «spiriti», eppure hanno una
consistenza corporea, che permette loro di riconoscersi, di comunicare e fare le
cose. Che essi siano visti o meno, ciò dipende dal fatto se la loro oscillazione
energetica rientri nello spettro visibile dall’occhio umano. Quando essi si
manifestano in tale limitato campo percettibile all’uomo, essi vengono visti e
poi descritti. Lo Spirito Santo, pur avendo una consistenza personale, non viene
mai descritto corporalmente, ma solo spiegato per mezzo delle immagini in
rapporto a Dio o a Gesù, ad esempio: «sette
spiriti, che sono davanti al
suo trono» (Ap 1,4; Ap 3,1), «davanti al trono c’erano sette lampade
ardenti, che sono i sette Spiriti di Dio» (Ap 4,5), oppure: l’Agnello
aveva «sette occhi, che sono i sette Spiriti di Dio,
mandati per tutta la terra».
Già nell’AT lo Spirito dell’Eterno
era la manifestazione invisibile di Dio presso i credenti. Anche nel NT,
dove lo Spirito Santo fu rivelato come persona, non fu mai descritto nella sua
apparenza fisica. Dello Spirito si parla nella Bibbia solo riguardo ai suoi
effetti; ad esempio: «E lo spirito mi sollevò fra terra e cielo, e mi
trasportò in visioni divine a Gerusalemme» (Ez
8,3; cfr. già 1 Re 18,12 Elia). «Lo Spirito del Signore rapì Filippo... Poi
Filippo si ritrovò in Azot» (At 8,39s). A Simeone «era stato
rivelato dallo Spirito Santo che non vedrebbe la morte prima di aver visto il
Cristo del Signore» (Lc 2,26; cfr. Ef 3,5). «Lo
Spirito Santo vietò loro di annunciare la parola in Asia»
(At 16,6).
3.
ASPETTI CONCLUSIVI: In conclusione, possiamo dire che la Bibbia
non ci rivela una forma corporea visibile dello Spirito Santo. Tutte le
immagini e i simboli, che possiamo usare per illustrare lo Spirito Santo, sono
solo il prodotto esemplificativo della cultura cristiana. Una cosa è la
realtà (p. es. il cuore quale organo), altra cosa è la sua rappresentazione
simbolica (il cuore quale simbolo dei sentimenti). Quando in una certa cultura i
simboli si accreditano col consenso, è poi difficile correggerli o
sradicarli; si veda l’immagine religiosa del Gesù occidentale dai tratti
femminei col cosiddetto «sacro cuore» sul vestito o in mano.
Riguardo alle immagini religiose
accreditate col consenso, si pensi anche alla macabra immagine di una colomba
tra le fiamme, molto cara agli ambienti carismaticisti, per simbolizzare lo
Spirito Santo e la sedicente immersione nel fuoco del credente. Essa proviene da
una errata interpretazione delle parole di Giovanni Battista: «Ben vi immergo
io in acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dietro a me è più
forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi immergerà nello
Spirito Santo e nel fuoco» (Mt 3,11). I carismaticisti pensano che qui sia
la stessa cosa (immergere nello Spirito Santo = nel fuoco). Tuttavia, il verso
successivo mostra che sono due destinazioni differenti: i credenti sono immersi
nello Spirito, per gli increduli vale questo: «Egli
ha il suo ventilabro in mano, e netterà interamente l’aia sua, e raccoglierà il
suo grano nel granaio, ma arderà la pula con fuoco inestinguibile»
(v. 12). Il grano nel deposito sono i credenti; la pula nel fuoco sono gli
increduli (cfr. Mc 9,43). Anche altrove si evidenzia la differente destinazione
(cfr. Mt 7,13s; 25,46; Gv 5,24; 2 Cor 2,15s; Fil 1,28; Eb 10,39). Perciò, o si è
immersi nello Spirito o nel fuoco; ma per i carismaticisti è diventato un
tutt’uno! Certo, si fa riferimento alle fiammelle di fuoco, che apparvero sul
capo degli apostoli a Pentecoste (At 2,3); tuttavia, non c’entra con Mt 3,11s,
poiché se essi fossero stati veramente immersi nel fuoco, sarebbero stati
immediatamente bruciati.
Per l’approfondimento sulla persona e l’opera dello
Spirito Santo si veda la sezione «Pneumatologia»,
dalla quale segnalo particolarmente i seguenti scritti:
►
Lo
Spirito Santo è un’individualità personale?
{Nicola Martella} (T/A)
►
Lo Spirito
Santo in Ezechiele 37? {Nicola Martella} (T/A)
►
Pneumatocentrici o cristocentrici? {Nicola
Martella} (T)
►
Invocazioni
allo Spirito, che non troverai nella Bibbia
{Nicola Martella} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-SpiritoS_EdF.htm
25/09/2017; Aggiornamento: |