Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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■ Gli aspetti generali
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■ Gli aspetti dottrinali
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   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
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■ Fogli d’analisi
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EFFETTO SALMÉ: UNA FACCENDA DI FAMIGLIA?

 

 a cura di Nicola Martella

 

UN’OFFERTA RIFIUTATA: Avevo invitato Corrado Salmé a confrontarsi con me sul tema del suo scritto programmatico, mandandogli in anteprima la mia analisi critica del suo scritto. Ecco la mia lettera:

 

Caro Corrado Salmé, shalom. Ho scritto un articolo che ti riguarda su sollecitazione di un credente che mi ha inviato uno tuo scritto dal titolo «Restaurare la visione apostolica nella chiesa»; questo conduttore di chiesa è rimasto molto allarmato e scioccato e mi ha chiesto di farne un’analisi critica. Ora, il tutto si trova sul mio sito, ma non è ancora accessibile agli altri senza averne il link sottostante.

     Prima di renderlo pubblico, ho visto bene avvisarti quale persona coinvolta, per permetterti — se vorrai — di spiegare il tuo punto di vista (se mal capito), per fare inoltre osservazioni e obiezioni ed eventualmente una dichiarazione, il tutto quale base per un ulteriore confronto che può ancora seguire.

     Chiaramente ognuno ha il diritto di avere le opinioni che vuole. Per quanto mi riguarda, però, sento il dovere di verificarle alla luce della sacra Scrittura, ossia mediante un’esegesi contestuale rigorosa, che rispetti il tenore proprio dei brani, la progressività della rivelazione biblica e il passaggio dal vecchio al nuovo patto.

     Tale articolo si trova qui: «La «riforma strutturale» di Corrado Salmé: Strutture ed etichette ci salveranno?». Aspetterò un tempo ragionevole, prima di renderlo pubblico.

     Aspettando un tuo riscontro, ti saluto in Gesù Messia… Nicola Martella {18 agosto 2008}

 

Egli però si è sottratto al confronto, chiedendomi solo d’inserire il link del suo articolo e di pubblicare la sua lettera, cosa che ho fatto (vedi qui). È seguita anche un’altra mia sollecitazione al confronto in cui, tra altre cose, gli ribadivo le mie intenzioni e gli facevo osservare quanto segue: «Mi sembra però che tu si sia sottratto al confronto con la tua risposta cortese, ma senza fare alcun cenno al merito della questione. […] Nella ricerca della verità non è importante che ci siano vincitori e vinti, quanto che la verità stessa venga alla luce, poiché essa solo libera. D’altra parte, riguardo alla verità ci sono sul campo operai che restano confusi da “profane ciance” e operai che si arricchiscono con essa, tagliando “rettamente la Parola della verità” (2 Tm 2,15s). Ognuno può aiutare l’altro, con la luce di rivelazione che ha della Scrittura, a tirare l’altro fuori dagli aspetti in cui si trova nella confusione e ad arricchirlo con quanto ha ricevuto da Dio mediante la sua Parola».

     Purtroppo neppure tale sollecitazione al confronto ha avuto alcun effetto e, neppure, infine, la pubblicazione della mia analisi critica. Dopo un certo tempo, però si è fatto vivo il padre, Giuliano Salmé, in un modo che non mi sarei mai aspettato da un anziano pastore... Nel primo contributo riporto dapprima la sua presa di posizione di un padre che viene in aiuto del figlio.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Giuliano Salmé

2. Tonino Mele

3. Plinio Morgante, ps

4. Angelo D’Apice

5. Pippo Croce

6. Eliseo Paterniti

7. Nicola Martella

8. Stefano Frascaro

9.

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Giuliano Salmé}

 

1.  TUTT’ALTRO CHE UNA BUONA NOTIZIA: Quando ricevetti un messaggio da Salmé, pensavo che Corrado finalmente prendesse contatto con me per confrontarsi sul manifesto programmatico e sulla mia analisi critica. Poi lessi il testo lapidario: «Può trovare le mie riflessioni su questo ignobile scritto su www.ccgiubileo.net». {30-08-2008} Infine vidi che la firma era di Giuliano Salmé.

     Solo dopo ricerche, ho scoperto che era il padre di Corrado Salmé. Sono rimasto meravigliato che il figlio abbia rifiutato un confronto preventivo, quindi prima che rendessi pubblica la mia analisi critica, e che poi intervenga il padre. Inoltre mi aspettavo da questo pastore anziano una lettera equilibrata e piena di saggezza che andasse nel merito e creasse un ponte per il dialogo. Pensai che avrebbe certo presentato un’argomentazione razionale con osservazioni e obiezioni oggettive che andassero nel merito riguardo a quanto scritto dal figlio e da me. Dopo aver cercato l’articolo su tale sito (ora non c'è più) e averne dato solo uno sguardo rapido, sono rimasto alquanto deluso per i toni e per il merito.

 

2.  IL TESTO: Poiché sono convinto che l’altro debba poter esprimere le sue opinioni, prendendosi onori e oneri e dando poi agli altri lettori di poter giudicare, riporto qui il testo di Giuliano Salmé, pastore della chiesa «giubileo» di Catania. Adatto solo la forma e correggo solo qualche aspetto formale.

 

«Beati sarete voi, quando v’insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia».

     Nel suo libro, La Storia di Cristo, lo scrittore Giovanni Papini, così commenta questa beatitudine di cui parla Gesù: «La persecuzione non basterà, aspettatevi l’insulto e la calunnia.

 

I maiali diranno che siete sudici,

gli asini giureranno che siete ignoranti,

i corvi v’accuseranno di mangiare le carogne,

i montoni vi scacceranno come puzzolenti,

i dissoluti grideranno allo scandalo della vostra lussuria

e i ladri vi denunceranno per furto».

------------------------------------------------------------------------------

 

NICOLA MARTELLA

 

Non mi sarei occupato di Nicola Martella se non avessi appena letto una mail inviatami il 26 agosto, contenente il link di riferimento di cui sotto. Non lo conosco e non credo che la mia vita ne risentirà.

     Questa persona, che afferma d’essere un fratello, appartenente alla Chiesa dei Fratelli, ha gettato gratuitamente e volgarmente fango su una persona che conosco da 38 anni. Si chiama Corrado e porta il mio nome perché ho l’onore d’essere suo padre.

     Io non difendo l’uomo Corrado, ma il Corrado uomo di Dio. Ha composto più di 100 canti, parole e musica, pieni di vera unzione, unica prerogativa importante, gran parte dei quali, come può leggere nel sito www.ccgiubileo.org ha messo gratuitamente a disposizione di tutti coloro che desiderano scaricarli.

     Mi risulta che i canti di Corrado, che portano gloria a Dio, vengono cantati in moltissime Chiese Evangeliche (ed anche in alcune cattoliche, come testimonia il web). Il sito ci dice inoltre che molto numerosi sono i download effettuati dall’Estero. Le pare poco? Per il Regno di Dio, intendo. Lei quali interessi cura? Per chi lavora?

     Non poteva limitarsi a riferire le sue dotte valutazioni sullo studio? Perché ha voluto attaccare così violentemente l’autore? Corrado non è un accademico. Ma Lei, chi è? Da dove viene fuori? Chi la manda? Lei è stato usato e forse non se ne è reso conto. Non capisce da solo chi si è servito di lei?

     Tutti hanno IL DIRITTO di fare la critica al contenuto dello studio di Corrado, come su qualsiasi altro scritto reso pubblico, ma nessuno ha IL DIRITTO d’insolentire e offendere, come lei ha fatto, con un accanimento degno di miglior causa, chi lavora per il Signore con tanto impegno e disinteresse personale. (vedi «La «riforma strutturale» di Corrado Salmé: Strutture ed etichette ci salveranno?»).

     Si vergogni! Lei ha reso un gran servizio al diavolo, l’accusatore dei fratelli. Ha scatenato una guerra fratricida tra molti giovani che non conoscono personalmente Corrado e il suo cuore. Dio abbia pietà di gente come lei che, dicendosi fratello (prima che sopraffino studioso), insulta e dileggia gli operai che lavorano nella vigna del Signore dal mattino alla sera.

     Glielo dico di nuovo, di vero cuore: Si vergogni e se la sua arroganza glielo consentirà, si penta, pubblicamente, usando gli stessi mezzi che ha usato per maledire (dir male) Corrado! È ancora a tempo.

     Past. Giuliano Salmé {30 Agosto 2008}

 

3.  ALCUNE OSSERVAZIONI: Non entrerò nel merito. Giuliano Salmé sembra che permetta a sé ciò che proibisce agli altri. Egli pensa di poter difendere la prole contrattaccando, nei modi che fa, chi ha fatto un’analisi critica dello scritto del figlio. Capisco il suo sentimento, ma così non può essere un giudice imparziale. Io che di libri ne ho scritto parecchi, non ho mai confuso un’analisi critica a un mio scritto con un biasimare della mia persona (sono due cose differenti), né mi sono mai aspettato (e voluto) che mio padre mi difendesse in tali circostanze, poiché ciò sarebbe apparso come un segno di debolezza di chi sta ancora sotto tutela.

     Nel mio scritto ho portato testimonianze a favore di Corrado Salmé, che ho chiesto a chi afferma di essere suo amico, oltre a quelle di chi lo contrasta. Non ho messo in discussione le sue qualità umane e artistiche. Mi sono concentrato all’analisi critica di un suo scritto, un manifesto programmatico di una «riforma strutturale» della chiesa. Questo è il punto e basta. Ho analizzato il suo linguaggio, le sue basi di partenza, le sue tesi di fondo e le gli obiettivi prospettati. Addirittura amici di Corrado Salmé, che vogliono restare anonimi, mi hanno dato atto di ciò, oltre che a vari lettori di ambienti ecclesiali diversi.

     Per il resto per il rispetto verso l’anzianità di Giuliano Salmé mi trattengo dall’analizzare punto per punto il suo scritto e per mostrarne le incongruenze teologiche, spirituali e morali.

 

 

2. {Tonino Mele}

 

Caro Nicola, apprendo con molto rammarico le ingiuste affermazioni che il Giuliano Salmé fa su di te. Non voglio infierire su una persona che probabilmente è anziana, però stupisce che Corrado Salmé non affronti ciò a cui lui si è esposto col suo scritto e lascia che il suo papà faccia questo per lui, con sì sprezzante e velenoso atto d’accusa. Questo non onora la gran fama di «riformatore» che lui si vuol fare. Forse è venuto il tempo che si assuma le responsabilità di quello che dice e di quello che canta. Il fatto che firmi le sue canzoni «testi e musica ispirati dallo Spirito Santo» non lo pone su un piano diverso dal nostro, anzi, una tal presunzione non può non attirarsi un ferma e decisa reazione di chi crede ancora nel «Sola Scrittura», e visto che ha avuto l’ardire di pubblicare tale presunzione, non poteva non attendersi una «pubblica» reazione, la quale spero sia sempre più sostenuta da chi ama la sola e semplice verità dell'Evangelo. {01-09-2008}

 

Nota redazionale: Il resto del suo contributo segue nell'articolo «Valanga mistica ed effetto Salmé».

 

 

3. {Plinio Morgante, ps.}

 

[...] Quanto allo scritto del padre di Corrado, Giuliano, lo trovo deplorevole... Ma a me sembra che Gesù ci abbia insegnato a porgere l’altra guancia a chi ci percuote, non a prenderlo a cazzotti! Questo la dice lunga su un certo genere di «cristianesimo»... Sarà questo il «combattimento spirituale» insegnato da Peter Wagner? {02-09-2008}

 

 

4. {Angelo D’Apice}

 

Beh, diciamo che sei stato poco carino a scrivere le tue riflessioni, te l’ho anticipato nella prima mia e-mail, ci sei andato giù duramente, l’hai fatto arrabbiare, mi dispiace, Giuliano è un pastore d’oltre 70 anni forse si è sentito anche di difendere il figlio, preferivo un altro tipo d’impatto… Corrado invece non ha voluto commentare.

     Comunque stai sereno e il tuo cuore in pace... Ti voglio bene. {1 settembre 2008}

 

 

5. {Pippo Croce}

 

Caro Nicola, certamente si doveva aspettare la reazione famigliare di Corrado, e di quanti lo conoscono e lo stimano come salmista. [...] Caro Nicola, rivedendo meglio la tua disamina, forse in qualche battuta, si poteva evitare l’allusione personale.

     Pertanto capisco benissimo il cuore del padre che, conoscendo bene il figlio e il suo ministero, reagisca in modo incisivo e violento contro chi cerca magari, in buona fede, ma con durezza, di chiarire teologicamente alcuni punti dottrinali delle Sacre Scritture, messe in discussione dal proprio figlio. Vedo però, con dispiacere, che non lo fa in modo cristiano, anzi in modo più violento:

«I maiali diranno che siete sudici,

gli asini giureranno che siete ignoranti,

i corvi v’accuseranno di mangiare le carogne,

i montoni vi scacceranno come puzzolenti,

i dissoluti grideranno allo scandalo della vostra lussuria

e i ladri vi denunceranno per furto» .

 Non ti ha ripagato con la stessa moneta, come si dice nel mondo, ma non nelle Sacre Scritture; ti ha ripagato con più monete chiamandoti maiale, asino, corvo, montone, dissoluto e ladro. Allusioni da denunzia penale se fossimo nel mondo e del mondo. Ma siccome siamo ministri di Dio, quindi lui come ministro qual è, non ha saputo soffrire in silenzio pregando per te, anzi è andato oltre scendendo lui sul terreno della provocazione diabolica.

     Mi scusi il Pastore Salmé padre per quanto esprimo qui di seguito. Caro conservo Salmé, che forse mi leggerai in copia, non prenderla come una riprensione perché non ne sono capace e me ne guardo dal farlo. Ma quando ci esponiamo con scritti pubblici, dobbiamo avere il coraggio e il buon senso dall’una e dall’altra parte, di dialogare nella correttezza che deve distinguere i cristiani. A volte, però, succede che non riusciamo a predicare a noi stessi pur essendo ministri dell’Evangelo, predicatori della Parola. Quando arriva il momento di mettere «noi» in pratica quella Parola che predichiamo, ricadiamo negli stesi errori. Non sappiamo porgere l’altra guancia; non sappiamo lasciare la tunica a chi ci vuole togliere il mantello...

     Mi dispiace veramente che questo scambio d’opinioni sia stato motivo di dolore per la famiglia Salmé, e mi sento vicino a loro come fratello, e prego il Signore che dia a tutti noi saggezza e discernimento, per comprendere che siamo tutti tizzoni scampati dal fuoco eterno. Che la differenza tra l’uno e l’altro non la fa un detersivo che «lava più bianco che si può», no, la differenza la fa il sangue di Gesù Cristo che ci lava e ci purifica da ogni iniquità. Nessuno di noi, davanti a Dio, può vantare alcun valore, potere o gloria. Come ministri di Dio, siamo solo collaboratori e non possiamo essere protagonisti d’alcunché in questa meravigliosa opera della salvezza. Qualsiasi cosa noi possiamo operare nel nome del Signore Gesù, dobbiamo sempre considerarci servi inutili. Possiamo vantare titoli accademici e non accademici, doni speciali e grandi ministeri. Possiamo essere gli inviati di Dio come Giovanni Battista, ma come lui, dobbiamo sempre gridare in noi e attorno a noi: «Conviene che egli [Cristo] cresca e che io diminuisca». Questo è il mio pensiero, e la mia regola, e come dice Paolo, per quanti sono su questa regola, sia pace e prosperità nel nome del Signore Gesù.

     A questo punto Nicola, come servi di Dio, ti suggerisco di mandare le tue scuse alla famiglia Salmé, tu sai come fare. Non lasciamo niente di legato sulla terra, perché abbiamo bisogno gli uni degl’altri. Il tuo proposito nella disamina del libro di Corrado, magari è stato travisata e quindi ti consiglio di chiudere questa storia, lasciando al Signore il giudizio sull’operato di ciascuno di noi. Il Signore è il giusto Giudice e Lui sa come lenire le ferite degli uni e degl’altri. Credo che tutti quanti noi abbiamo il desiderio di vedere il regno di Dio sulla terra, prima che venga il grande giorno, in cui la chiesa sarà col Signore per l’eternità. Oggi ci affanniamo per tante cose, discutiamo su tante cose che ci sembrano oscure, ma quando la perfezione verrà allora sapremo tutto. Sapremo come siamo stati conosciuti da Dio. Sapremo perché abbiamo dovuto così soffrire. Sapremo perché Gesù ha lasciato il cielo per venire a morire sulla terra per noi, allora sapremo ogni cosa. Oggi vediamo in modo oscuro e perciò chiediamo perdono a Dio affinché ci aiuti a correggere i nostri difetti, per arrivare alla perfetta statura del Figlio di Dio. {01-09-2008}

 

 

6. {Eliseo Paterniti}

 

Carissimo Nicola, ho letto l’articolo del fratello Giuliano Salmè (papà di Corrado) che conosco personalmente. Comunque t’assicuro che è una persona distinta.

     Secondo il mio modesto parere, io credo che in effetti hai calcato un po’ la mano, perché ti dovevi limitare a dibattere dottrinalmente il contenuto del libro e non confrontare il libro con l’autore anche perché come hai scritto tu non conosci personalmente Corrado, ma solo per voce di popolo. Nel tuo commento hai scritto: Non bisogna essere estremamente ingenui, dimenticando che in ciò, che Corrado Salmé asserisce, è discepolo di Liborio Porrello. Carissimo Nicola nelle dediche del suo libro, Lui fa riferimento a Liborio Porrello ma è anche vero che afferma che le loro strade si sono divise (questo è quello che ho letto nel libro quando è appena uscito dalla stampa) e di questo ne posso dare conferma (certamente non mi va di scendere nei particolari ma so che tra lui e Lirio Porrello allo stato attuale non c’è molto feeling ma solo rispetto e basta). Un tempo pure io ero in sintonia con Lirio Porrello ma, da quando le situazione si sono capovolte, mi sono allontanato drasticamente da lui. Quindi non significa che, perché per un tempo ci sia stata una stretta amicizia tra due persone, debba essere sempre, alcune volte per incompatibilità si possono dividere le strade. Spero che di questo mi puoi darne atto.

     Quindi in conclusione ti consiglio di chiarire quando da te scritto per non dare l’impressione che sei la persona che attacca i ministri e vedi di chiarire personalmente con la famiglia Salmé. {09-09-2008}

 

 

7. {Nicola Martella}

 

Nota redazionale: Avevo scritto questa lettera a Giuliano Salmé il 02-09-2008 nell'intento di chiarire con lui le cose da fratelli in Cristo.

 

Caro fratello Giuliano, shalom. Ho letto l’articolo di cui mi hai inviato il link. Se da un parte ho capito il cuore di padre, dall’altra sono rimasto meravigliato del tipo di risposta, se tale si possa chiamare, specialmente se a formularla è chi dovrebbe essere un uomo di Dio. Per il dolore cagionatoti mi dispiace e non era nelle mie intenzioni che ciò succedesse.

     La mia analisi critica sullo scritto (e non sulla persona) di Corrado Salmé mi è stata sollecitata da un conduttore di chiesa per la preoccupazione suscitata dalla lettura di tale manifesto programmatico per una «riforma strutturale» dell’intera chiesa. Anche altre persone, che ben conoscono Corrado, mi avevano scritto allarmate per questo o per quello. Già nel passato avevo cercato di dialogare con Corrado, ma oltre alle sue sprezzanti parole (sono sul sito), non ha mostrato nessuna volontà al dialogo. Per farmi un quadro preciso di Corrado, ho visionato decine di video in rete, ho scritto ad amici di Corrado che lo conoscono da anni, per farmi dare da loro un quadro oggettivo di lui; alcune testimonianze positive le ho scritte nella mia analisi.

     Dopo che ho analizzato basi, contenuti e intenti dello scritto di Corrado, per scrupolo ho inviato a lui in anteprima il link dello scritto e ho chiesto da lui una reazione, una presa di posizione ed eventuali rettifiche. Egli però mi ha risposto con un misto fra diplomazia e ironia, chiedendomi solo di mettere un link al suo articolo in questione, cosa che prontamente ho fatto. A nulla è valsa una mia ulteriore sollecitazione.

     Prima di pubblicare la mia analisi critica, ho mandato il link anche ad alcune persone scelte e fidate, tra cui anche ad amici di Corrado. Essi hanno condiviso, chi totalmente e chi per la maggior parte, la mia analisi critica allo scritto di Corrado. Qualcuno mi ha esortato a modificare il tono di alcune parti; ripensandoci e leggendo l’articolo varie volte, sia prima sia dopo la pubblicazione, ho accolto l’ammonizione fraterna e ho tolto la maggior parte delle cose che apparivano sarcastiche.

     La mia analisi critica si è concentrata sullo scritto di Corrado, non misconoscendo i carismi e le qualità che egli abbia. Quando si scrive, specialmente un tale manifesto programmatico — in cui si dicono cose incredibili e spregevoli sulle chiese evangeliche e sui loro conduttori (p.es. mafia, massoneria, sette) e ci si pone come paladino di una «riforma strutturale» paragonabile alla Riforma luterana — allora non si può pensare che ciò non susciterà le reazioni degli altri. Io ho scritto non pochi libri e ognuno ha apprezzato o criticato ciò che ha ritenuto anche in internet o su riviste, ma la critica delle idee non significa per forza critica della persona. Personalmente io cerco di attenermi ai fatti presenti nello scritto che esamino; amici e avversari di Corrado mi hanno dato atto della mia ricerca di onestà intellettuale al riguardo.

     Peccato che tu, fratello Giuliano, non abbia affrontato il merito della questione, mostrandomi dove ho capito male lo scritto di Corrado e dove ho risposto in modo inadeguato alle sue tesi. Nel tuo scritto, ho constatato invece, che hai abbandonato il terreno dell’oggettività e, mettendo fuori uso il «frutto dello Spirito», hai dato sfogo all’impeto delle viscere.

     Personalmente penso che così facendo, hai danneggiato alquanto la tua posizione di servitore del Signore, non mostrandoti un giudice imparziale. Inoltre hai danneggiato specialmente Corrado stesso. Anch’io sono padre di figli adulti e anch’io ho sofferto con loro. Proprio per aiutarli a diventare persone mature e uomini e donne di Dio, non ho mai preso le loro difese pubbliche, perché sarebbe stata la cosa peggiore che potessi mai fare. Al contrario ho incoraggiato e rafforzato loro stessi ad affrontare le questioni in cui si trovavano. Così si creano persone mature con due piedi saldamente piantati per terra.

     Ecco la mia impressione che ho avuto leggendo il tuo scritto. Nella tua pubblica difesa paterna, passionale e viscerale di Corrado hai lasciato il ruolo di giudice imparziale, a cui sei chiamato come conduttore di chiesa. Nel tuo articolo non hai menzionato un solo argomento specifico dello scritto di Corrado o della mia analisi critica. Tutto il tuo scritto gioca sul piano dei sentimenti e delle emozioni e secondo lo schema: chi osa criticare mio figlio, è mio nemico e, ancor di più, è dal «nemico». Inutile dire la problematicità dottrinale, spirituale e morale di un tale schema di pensiero, visto il ruolo che tu rivesti nella tua chiesa; ora altri si sentiranno legittimati a usare lo stesso modello.

     Inoltre il tuo «atto di tutela» di un padre anziano verso un figlio adulto, danneggia proprio lui; è un atto molto problematico e non è per nulla comprensibile sul piano pedagogico, psicologico e pratico. Tuo figlio Corrado non è un ragazzo minorenne e sprovveduto, ma è adulto abbastanza e inoltre si propone come propugnatore di un «manifesto programmatico» di una «riforma strutturale» tale da cambiare il volto stesso delle chiese mediante una «rivoluzione» tale che egli paragona niente meno che con la Riforma di Lutero.

     Così, caro Giuliano, pur capendo la tua reazione istintiva, devo prendere atto che come padre hai solo danneggiato tuo figlio agli occhi degli altri e di se stesso, spero non in modo irrimediabile. Avresti fatto meglio a mobilitare le forze interiori di Corrado, la sua onestà intellettuale e il suo coraggio e a spingerlo a spiegare personalmente le sue opinioni e le sue ragioni; così tuo figlio ne sarebbe risultato rafforzata agli occhi di suo padre, degli altri e di se stesso.

     Purtroppo la tua pubblica presa di posizione, poco imparziale e poco corretta, ha mobilitato vari credenti a scrivere articoli sulle idee di Corrado, chiedendomene la pubblicazione. Esso ha mobilitato anche alcuni amici di Corrado, che — seguendo proprio il tuo esempio — mi hanno scritto lettere avvelenate piene di illazioni ma scarsi argomenti; anche tali scritti vogliono una risposta. Se Corrado avesse a suo tempo scelto di dialogare e di confrontarsi in modo corretto e leale, tutto ciò non sarebbe successo. Ma ognuno deve prendersi le sue responsabilità.

     Ti mando questa lettera dapprima in privato, prima di renderla pubblica. Aspetto comunque prima una tua subitanea risposta; se non arrivasse, mi sentirò libero di agire a mio arbitrio.

     Dio continui a farti prosperare nelle sue vie e a benedire la tua persona, la tua famiglia e il tuo ministero. Saluti in Gesù Messia… Nicola Martella

 

Nota redazionale: A questa lettera non ho mai ricevuto risposta. Per questo sono costretto a renderla pubblica.

 

 

8. {Stefano Frascaro}

 

Caro pastore Giuliano Salmé. Sono Stefano e sono membro della chiesa dei fratelli di Finocchio, Roma.

     Ho il piacere di conoscere personalmente Nicola Martella e leggo molto frequentemente sia il suo sito che i suoi scritti su vari mensili (ad esempio su «Oltre» scrive regolarmente). È proprio in virtù di tale conoscenza che rimango allibito dalla sua reazione.

     E sì, perché con questa sua reazione ha fatto sia molto piccolo Corrado (le cui molte canzone mi piacciono e diverse le cantiamo regolarmente durante il culto), sia molto superficiale Lei.

     Ho letto diverse volte quanto Nicola ha scritto e non ho mai, dico mai trovato alcunché d’offensivo. Tutto ciò che ha scritto (in alcuni casi in maniera ironica, ma questo lo aveva specificato in apertura dell’articolo), lo ha scritto citando brani della Sacra Scrittura.

     Da quello che ho letto Nicola non ha mai messo in dubbio le capacità musicali di Corrado (quelle possono o non possono piacere), ma ha messo a confronto quanto da lui scritto con la Parola di Dio, e Corrado ne esce malconcio.

     Lei chiede «ma chi è?» Da dove viene fuori?. Ma ha indicato chiaramente sul sito la sua professione di fede e il suo credo, ha fondato chiese (ad esempio quella che io frequento), di cui è stato per anni conduttore quando, fedele al suo mandato di misionario fondatore (apostolo), si è ritirato per fondarne altre, ha in cura un’altra, scrive libri che, grazie a Dio, sono anche venduti…, è stato professore di Teologia dell’Antico Testamento all’Ibei di Roma per 20 anni… quindi perché dice chi è?

     E perché inoltre dice che ha scatenato guerre tra fratelli? Io lo scritto di Corrado neppure lo conoscevo, adesso lo conosco e non l’approvo, eventualmente posso dire che mi ha aperto gli occhi… ma di guerre fratricide, caro pastore, non ne vedo. Di cosa si dovrebbe vergognare? D’aver letto lo scritto di Corrado, aver detto quello che ne pensava, aver invitato Corrado a confrontarsi e, di fronte al suo rifiuto, d’aver pubblicato il suo pensiero?

     O il problema sta nell’aver criticato Corrado? Caro pastore, trovo il suo sfogo molto «carnale» e poco spirituale. È lei che, a mio parere, sta aizzando la sua comunità a un ostracismo verso fratelli che non la vedono come voi. E questo purtroppo è tipico d’alcune nostre frange evangeliche dove l’estremismo regna.

     Credo che Lei, dall’alto della sua maturità spirituale, debba riflettere molto su ciò che ha scritto poiché, torno a dire, ha fatto fare a Corrado la figura del bambino il quale, di fronte a un problema, fa intervenire il papà. Inoltre «fomenta» tutti coloro che conoscono Corrado «solo» per la sua musica. Perché anziché fare una uscita del genere non ha controbattuto i punti di Nicola sulla base della Parola di Dio come faceva ad esempio la chiesa di Berea?

     La saluto con la certezza che Cristo Gesù, nostro comune Salvatore, stia intervenendo anche in questa situazione. {2 settembre 2008}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Effetto_Salme_famiglia_EnB.htm

01-09-2008; Aggiornamento: 08-02-2009

 

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