UN’OFFERTA RIFIUTATA: Avevo invitato
Corrado Salmé a confrontarsi con me sul tema del suo scritto programmatico,
mandandogli in anteprima la mia analisi critica del suo scritto. Ecco la mia
lettera:
Caro Corrado Salmé, shalom. Ho scritto un articolo
che ti riguarda su sollecitazione di un credente che mi ha inviato uno tuo
scritto dal titolo «Restaurare la visione apostolica nella chiesa»; questo
conduttore di chiesa è rimasto molto allarmato e scioccato e mi ha chiesto di
farne un’analisi critica. Ora, il tutto si trova sul mio sito, ma non è ancora
accessibile agli altri senza averne il link sottostante.
Prima di renderlo pubblico,
ho visto bene avvisarti quale persona coinvolta, per permetterti — se vorrai —
di spiegare il tuo punto di vista (se mal capito), per fare inoltre osservazioni
e obiezioni ed eventualmente una dichiarazione, il tutto quale base per un
ulteriore confronto che può ancora seguire.
Chiaramente ognuno ha il
diritto di avere le opinioni che vuole. Per quanto mi riguarda, però, sento il
dovere di verificarle alla luce della sacra Scrittura, ossia mediante un’esegesi
contestuale rigorosa, che rispetti il tenore proprio dei brani, la progressività
della rivelazione biblica e il passaggio dal vecchio al nuovo patto.
Tale articolo si trova qui:
«La
«riforma strutturale» di Corrado Salmé: Strutture ed etichette ci salveranno?».
Aspetterò un tempo ragionevole, prima di renderlo pubblico.
Aspettando un tuo riscontro, ti saluto in Gesù Messia…
Nicola Martella {18 agosto 2008} |
Egli però si è sottratto al confronto, chiedendomi solo d’inserire il link del suo articolo e
di pubblicare la sua lettera, cosa che ho fatto (vedi
qui). È seguita anche un’altra mia sollecitazione al confronto in cui, tra altre cose, gli ribadivo le
mie intenzioni e gli facevo osservare quanto segue: «Mi sembra però che tu si
sia sottratto al confronto con la tua risposta cortese, ma senza fare alcun
cenno al merito della questione. […] Nella ricerca della verità non è importante
che ci siano vincitori e vinti, quanto che la verità stessa venga alla luce,
poiché essa solo libera. D’altra parte, riguardo alla verità ci sono sul campo
operai che restano confusi da “profane ciance” e operai che si
arricchiscono con essa, tagliando “rettamente la Parola della verità” (2
Tm 2,15s). Ognuno può aiutare l’altro, con la luce di rivelazione che ha della
Scrittura, a tirare l’altro fuori dagli aspetti in cui si trova nella confusione
e ad arricchirlo con quanto ha ricevuto da Dio mediante la sua Parola».
Purtroppo neppure tale sollecitazione al confronto ha avuto alcun effetto e,
neppure, infine, la pubblicazione della mia analisi critica. Dopo un certo
tempo, però si è fatto vivo il padre, Giuliano Salmé, in un modo che non
mi sarei mai aspettato da un anziano pastore... Nel primo contributo riporto
dapprima la sua presa di posizione di un padre che viene in aiuto del figlio.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Giuliano Salmé} ▲
1. TUTT’ALTRO CHE UNA BUONA NOTIZIA: Quando ricevetti un messaggio da
Salmé, pensavo che Corrado finalmente prendesse contatto con me per confrontarsi
sul manifesto programmatico e sulla mia analisi critica. Poi lessi il testo
lapidario: «Può trovare le mie riflessioni su questo ignobile scritto su
www.ccgiubileo.net». {30-08-2008} Infine vidi che la firma era di
Giuliano Salmé.
Solo dopo ricerche, ho scoperto che era il padre di Corrado Salmé. Sono rimasto
meravigliato che il figlio abbia rifiutato un confronto preventivo, quindi prima
che rendessi pubblica la mia analisi critica, e che poi intervenga il padre.
Inoltre mi aspettavo da questo pastore anziano una lettera equilibrata e piena
di saggezza che andasse nel merito e creasse un ponte per il dialogo. Pensai che
avrebbe certo presentato un’argomentazione razionale con osservazioni e
obiezioni oggettive che andassero nel merito riguardo a quanto scritto dal
figlio e da me. Dopo aver cercato
l’articolo su tale sito (ora non c'è più) e averne dato solo uno sguardo
rapido, sono rimasto alquanto deluso per i toni e per il merito.
2. IL
TESTO: Poiché sono convinto che l’altro debba poter esprimere le sue
opinioni, prendendosi onori e oneri e dando poi agli altri lettori di poter
giudicare, riporto qui il testo di Giuliano Salmé, pastore della chiesa
«giubileo» di Catania. Adatto solo la forma e correggo solo qualche aspetto
formale.
«Beati sarete
voi, quando v’insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di
voi ogni sorta di male per causa mia».
Nel suo libro, La Storia di Cristo, lo scrittore Giovanni Papini, così commenta
questa beatitudine di cui parla Gesù: «La persecuzione non basterà, aspettatevi
l’insulto e la calunnia.
I maiali diranno che siete sudici,
gli asini giureranno che siete ignoranti,
i corvi v’accuseranno di mangiare le carogne,
i montoni vi scacceranno come puzzolenti,
i dissoluti grideranno allo scandalo della vostra lussuria
e i ladri vi denunceranno per furto».
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NICOLA MARTELLA
Non mi sarei
occupato di Nicola Martella se non avessi appena letto una mail inviatami
il 26 agosto, contenente il link di riferimento di cui sotto. Non lo conosco e
non credo che la mia vita ne risentirà.
Questa persona, che afferma d’essere un fratello, appartenente alla Chiesa dei
Fratelli, ha gettato gratuitamente e volgarmente fango su una persona che
conosco da 38 anni. Si chiama Corrado e porta il mio nome perché ho
l’onore d’essere suo padre.
Io non difendo l’uomo Corrado, ma il Corrado uomo di Dio. Ha
composto più di 100 canti, parole e musica, pieni di vera unzione, unica
prerogativa importante, gran parte dei quali, come può leggere nel sito
www.ccgiubileo.org ha messo gratuitamente a disposizione di tutti coloro che desiderano scaricarli.
Mi risulta che i canti di Corrado, che portano gloria a Dio, vengono
cantati in moltissime Chiese Evangeliche (ed anche in alcune cattoliche, come
testimonia il web). Il sito ci dice inoltre che molto numerosi sono i download
effettuati dall’Estero. Le pare poco? Per il Regno di Dio, intendo. Lei quali
interessi cura? Per chi lavora?
Non poteva limitarsi a riferire le sue dotte valutazioni sullo studio?
Perché ha voluto attaccare così violentemente l’autore? Corrado non è un
accademico.
Ma Lei, chi è?
Da dove viene fuori?
Chi la manda?
Lei è stato usato e forse non se ne è reso conto.
Non capisce da solo chi si è servito di lei?
Tutti hanno IL DIRITTO di fare la critica al contenuto dello studio di Corrado,
come su qualsiasi altro scritto reso pubblico, ma nessuno ha IL DIRITTO
d’insolentire e offendere, come lei ha fatto, con un accanimento degno di
miglior causa, chi lavora per il Signore con tanto impegno e disinteresse
personale. (vedi
«La
«riforma strutturale» di Corrado Salmé: Strutture ed etichette ci salveranno?»).
Si vergogni! Lei ha reso un gran servizio al diavolo, l’accusatore dei fratelli.
Ha scatenato una guerra fratricida tra molti giovani che non conoscono
personalmente Corrado e il suo cuore. Dio abbia pietà di gente come lei che,
dicendosi fratello (prima che sopraffino studioso), insulta e dileggia gli
operai che lavorano nella vigna del Signore dal mattino alla sera.
Glielo dico di nuovo, di vero cuore: Si vergogni e se la sua arroganza
glielo consentirà, si penta, pubblicamente, usando gli stessi mezzi che ha usato
per
maledire (dir male) Corrado! È ancora a tempo.
Past. Giuliano Salmé {30 Agosto 2008}
3.
ALCUNE OSSERVAZIONI: Non entrerò nel merito. Giuliano Salmé sembra che
permetta a sé ciò che proibisce agli altri. Egli pensa di poter difendere la
prole contrattaccando, nei modi che fa, chi ha fatto un’analisi critica dello
scritto del figlio. Capisco il suo sentimento, ma così non può essere un giudice
imparziale. Io che di libri ne ho scritto parecchi, non ho mai confuso
un’analisi critica a un mio scritto con un biasimare della mia persona (sono due
cose differenti), né mi sono mai aspettato (e voluto) che mio padre mi
difendesse in tali circostanze, poiché ciò sarebbe apparso come un segno di
debolezza di chi sta ancora sotto tutela.
Nel mio scritto ho portato testimonianze a favore di Corrado Salmé, che ho
chiesto a chi afferma di essere suo amico, oltre a quelle di chi lo contrasta.
Non ho messo in discussione le sue qualità umane e artistiche. Mi sono
concentrato all’analisi critica di un suo scritto, un manifesto programmatico di
una «riforma strutturale» della chiesa. Questo è il punto e basta. Ho analizzato
il suo linguaggio, le sue basi di partenza, le sue tesi di fondo e le gli
obiettivi prospettati. Addirittura amici di Corrado Salmé, che vogliono restare
anonimi, mi hanno dato atto di ciò, oltre che a vari lettori di ambienti
ecclesiali diversi.
Per il resto per il rispetto verso l’anzianità di Giuliano Salmé mi trattengo
dall’analizzare punto per punto il suo scritto e per mostrarne le incongruenze
teologiche, spirituali e morali.
2.
{Tonino Mele} ▲
Caro Nicola, apprendo con molto rammarico le
ingiuste affermazioni che il Giuliano Salmé fa su di te. Non voglio infierire su
una persona che probabilmente è anziana, però stupisce che Corrado Salmé non
affronti ciò a cui lui si è esposto col suo scritto e lascia che il suo papà
faccia questo per lui, con sì sprezzante e velenoso atto d’accusa. Questo non
onora la gran fama di «riformatore» che lui si vuol fare. Forse è venuto il
tempo che si assuma le responsabilità di quello che dice e di quello che canta.
Il fatto che firmi le sue canzoni «testi e musica ispirati dallo Spirito Santo»
non lo pone su un piano diverso dal nostro, anzi, una tal presunzione non può
non attirarsi un ferma e decisa reazione di chi crede ancora nel «Sola
Scrittura», e visto che ha avuto l’ardire di pubblicare tale presunzione, non
poteva non attendersi una «pubblica» reazione, la quale spero sia sempre più
sostenuta da chi ama la sola e semplice verità dell'Evangelo. {01-09-2008}
Nota redazionale: Il resto del suo contributo segue nell'articolo «Valanga
mistica ed effetto Salmé».
3.
{Plinio Morgante, ps.}
▲
[...] Quanto allo scritto del padre di Corrado,
Giuliano, lo trovo deplorevole... Ma a me sembra che Gesù ci abbia insegnato a
porgere l’altra guancia a chi ci percuote, non a prenderlo a cazzotti! Questo la
dice lunga su un certo genere di «cristianesimo»... Sarà questo il
«combattimento spirituale» insegnato da Peter Wagner? {02-09-2008}
4.
{Angelo D’Apice}
▲
Beh, diciamo che
sei stato poco carino a scrivere le tue riflessioni, te l’ho anticipato nella
prima mia e-mail, ci sei andato giù duramente, l’hai fatto arrabbiare, mi
dispiace, Giuliano è un pastore d’oltre 70 anni forse si è sentito anche di
difendere il figlio, preferivo un altro tipo d’impatto… Corrado invece non ha
voluto commentare.
Comunque stai sereno e il tuo cuore in pace... Ti voglio bene. {1 settembre
2008}
5.
{Pippo Croce}
▲
Caro Nicola, certamente si doveva aspettare la
reazione famigliare di Corrado, e di quanti lo conoscono e lo stimano come
salmista. [...] Caro Nicola, rivedendo meglio la tua disamina, forse in
qualche battuta, si poteva evitare l’allusione personale.
Pertanto capisco benissimo il cuore del padre
che, conoscendo bene il figlio e il suo ministero, reagisca in modo incisivo e
violento contro chi cerca magari, in buona fede, ma con durezza, di chiarire
teologicamente alcuni punti dottrinali delle Sacre Scritture, messe in
discussione dal proprio figlio. Vedo però,
con dispiacere, che non lo fa in modo cristiano, anzi in modo più violento:
«I
maiali diranno che siete sudici,
gli
asini giureranno che siete ignoranti,
i corvi
v’accuseranno di mangiare le carogne,
i
montoni vi scacceranno come puzzolenti,
i
dissoluti grideranno allo scandalo della vostra lussuria
e i
ladri vi denunceranno per furto» .
Non
ti ha ripagato con la stessa moneta,
come si dice nel mondo, ma non nelle Sacre
Scritture; ti ha ripagato con più monete chiamandoti
maiale, asino, corvo, montone, dissoluto e ladro.
Allusioni da denunzia penale se
fossimo nel mondo e del mondo. Ma siccome siamo ministri di Dio,
quindi lui come ministro qual è,
non ha saputo soffrire in silenzio
pregando per te, anzi è andato oltre
scendendo lui sul terreno della provocazione diabolica.
Mi scusi il Pastore Salmé padre per quanto esprimo qui di seguito. Caro conservo
Salmé, che forse mi leggerai in copia, non prenderla come una riprensione perché
non ne sono capace e me ne guardo dal farlo. Ma quando ci esponiamo con scritti
pubblici, dobbiamo avere il coraggio e il buon senso dall’una e dall’altra
parte, di dialogare nella correttezza che deve distinguere i cristiani. A volte,
però, succede che non riusciamo a predicare a noi stessi pur essendo ministri
dell’Evangelo, predicatori della Parola. Quando arriva il momento di mettere
«noi» in pratica quella Parola che predichiamo, ricadiamo negli stesi errori.
Non sappiamo porgere l’altra guancia; non sappiamo lasciare la tunica
a chi ci vuole togliere il mantello...
Mi dispiace veramente che questo scambio d’opinioni sia stato motivo di
dolore per la famiglia Salmé, e mi sento vicino a loro come fratello, e
prego il Signore che dia a tutti noi saggezza e discernimento, per comprendere
che siamo tutti tizzoni scampati dal fuoco eterno. Che la differenza tra l’uno e
l’altro non la fa un detersivo che «lava più bianco che si può», no, la
differenza la fa il
sangue di Gesù Cristo che ci lava e ci purifica da ogni iniquità. Nessuno di
noi, davanti a Dio, può vantare alcun valore, potere o gloria. Come ministri di
Dio, siamo solo collaboratori e non possiamo essere protagonisti d’alcunché in
questa meravigliosa opera della salvezza. Qualsiasi cosa noi possiamo operare
nel nome del Signore Gesù, dobbiamo sempre considerarci servi inutili. Possiamo
vantare titoli accademici e non accademici, doni speciali e grandi ministeri.
Possiamo essere gli inviati di Dio come Giovanni Battista, ma come lui, dobbiamo
sempre gridare in noi e attorno a noi: «Conviene che egli [Cristo] cresca e
che io diminuisca». Questo è il mio pensiero, e la mia regola, e come dice
Paolo, per quanti sono su questa regola, sia pace e prosperità nel nome del
Signore Gesù.
A questo punto Nicola, come servi di Dio, ti suggerisco di mandare le tue scuse
alla famiglia Salmé, tu sai come fare. Non lasciamo niente di legato sulla
terra, perché abbiamo bisogno gli uni degl’altri. Il tuo proposito nella
disamina del libro di Corrado, magari è stato travisata e quindi ti consiglio di
chiudere questa storia, lasciando al Signore il giudizio sull’operato di
ciascuno di noi.
Il Signore è il giusto Giudice e Lui
sa come lenire le ferite degli uni e degl’altri. Credo che tutti quanti noi
abbiamo il desiderio di vedere il regno di Dio sulla terra, prima che venga il
grande giorno, in cui la chiesa sarà col Signore per l’eternità. Oggi ci
affanniamo per tante cose, discutiamo su tante cose che ci sembrano oscure, ma
quando la perfezione verrà allora sapremo tutto. Sapremo come siamo stati
conosciuti da Dio. Sapremo perché abbiamo dovuto così soffrire. Sapremo perché
Gesù ha lasciato il cielo per venire a morire sulla terra per noi, allora
sapremo ogni cosa. Oggi vediamo in modo oscuro e perciò
chiediamo perdono a Dio affinché ci aiuti a
correggere i nostri difetti, per arrivare alla perfetta statura del Figlio di
Dio. {01-09-2008}
6.
{Eliseo Paterniti}
▲
Carissimo Nicola,
ho letto l’articolo del fratello Giuliano Salmè (papà di Corrado) che conosco
personalmente. Comunque t’assicuro che è una persona distinta.
Secondo il mio modesto parere, io credo che in effetti hai calcato un po’ la
mano, perché ti dovevi limitare a dibattere dottrinalmente il contenuto del
libro e non confrontare il libro con l’autore anche perché come hai scritto tu
non conosci personalmente Corrado, ma solo per voce di popolo. Nel tuo commento
hai scritto:
Non bisogna essere estremamente ingenui, dimenticando che in ciò, che Corrado
Salmé asserisce, è discepolo di Liborio Porrello.
Carissimo Nicola nelle dediche del suo libro,
Lui fa riferimento a Liborio Porrello ma è anche vero che afferma che le loro
strade si sono divise (questo è quello che ho letto nel libro quando è appena
uscito dalla stampa) e di questo ne posso dare conferma (certamente non mi va di
scendere nei particolari ma so che tra lui e Lirio Porrello allo stato attuale
non c’è molto feeling ma solo rispetto e basta). Un tempo pure io ero in
sintonia con Lirio Porrello ma, da quando le situazione si sono capovolte, mi
sono allontanato drasticamente da lui. Quindi non significa che, perché per un
tempo ci sia stata una stretta amicizia tra due persone, debba essere sempre,
alcune volte per incompatibilità si possono dividere le strade. Spero che di
questo mi puoi darne atto.
Quindi in conclusione ti
consiglio di chiarire quando da te scritto per non dare l’impressione che sei la
persona che attacca i ministri e vedi di chiarire personalmente con la famiglia
Salmé.
{09-09-2008}
7.
{Nicola Martella}
▲
Nota redazionale: Avevo scritto questa lettera a
Giuliano Salmé il 02-09-2008 nell'intento di
chiarire con lui le cose da fratelli in Cristo.
Caro fratello
Giuliano, shalom. Ho letto l’articolo di cui mi hai inviato il link. Se da un
parte ho capito il cuore di padre, dall’altra sono rimasto meravigliato del tipo
di risposta, se tale si possa chiamare, specialmente se a formularla è chi
dovrebbe essere un uomo di Dio. Per il dolore cagionatoti mi dispiace e non era
nelle mie intenzioni che ciò succedesse.
La mia analisi critica sullo scritto (e non sulla persona) di Corrado Salmé mi è
stata sollecitata da un conduttore di chiesa per la preoccupazione suscitata
dalla lettura di tale manifesto programmatico per una «riforma strutturale»
dell’intera chiesa. Anche altre persone, che ben conoscono Corrado, mi avevano
scritto allarmate per questo o per quello. Già nel passato avevo cercato di
dialogare con Corrado, ma oltre alle sue sprezzanti parole (sono sul sito), non
ha mostrato nessuna volontà al dialogo. Per farmi un quadro preciso di Corrado,
ho visionato decine di video in rete, ho scritto ad amici di Corrado che lo
conoscono da anni, per farmi dare da loro un quadro oggettivo di lui; alcune
testimonianze positive le ho scritte nella mia analisi.
Dopo che ho analizzato basi, contenuti e intenti dello scritto di Corrado, per
scrupolo ho inviato a lui in anteprima il link dello scritto e ho chiesto
da lui una reazione, una presa di posizione ed eventuali rettifiche. Egli però
mi ha risposto con un misto fra diplomazia e ironia, chiedendomi solo di mettere
un link al suo articolo in questione, cosa che prontamente ho fatto. A nulla è
valsa una mia ulteriore sollecitazione.
Prima di pubblicare la mia analisi critica, ho mandato il link anche ad alcune
persone scelte e fidate, tra cui anche ad amici di Corrado. Essi hanno
condiviso, chi totalmente e chi per la maggior parte, la mia analisi critica
allo scritto di Corrado. Qualcuno mi ha esortato a modificare il tono di alcune
parti; ripensandoci e leggendo l’articolo varie volte, sia prima sia dopo la
pubblicazione, ho accolto l’ammonizione fraterna e ho tolto la maggior parte
delle cose che apparivano sarcastiche.
La mia analisi critica si è concentrata sullo scritto di Corrado, non
misconoscendo i carismi e le qualità che egli abbia. Quando si scrive,
specialmente un tale manifesto programmatico — in cui si dicono cose incredibili
e spregevoli sulle chiese evangeliche e sui loro conduttori (p.es. mafia,
massoneria, sette) e ci si pone come paladino di una «riforma strutturale»
paragonabile alla Riforma luterana — allora non si può pensare che ciò non
susciterà le reazioni degli altri. Io ho scritto non pochi libri e ognuno ha
apprezzato o criticato ciò che ha ritenuto anche in internet o su riviste, ma la
critica delle idee non significa per forza critica della persona. Personalmente
io cerco di attenermi ai fatti presenti nello scritto che esamino; amici e
avversari di Corrado mi hanno dato atto della mia ricerca di onestà
intellettuale al riguardo.
Peccato che tu, fratello Giuliano, non abbia affrontato il merito della
questione, mostrandomi dove ho capito male lo scritto di Corrado e dove ho
risposto in modo inadeguato alle sue tesi. Nel tuo scritto, ho constatato
invece, che hai abbandonato il terreno dell’oggettività e, mettendo fuori uso il
«frutto dello Spirito», hai dato sfogo all’impeto delle viscere.
Personalmente penso che così facendo, hai danneggiato alquanto la tua posizione
di servitore del Signore, non mostrandoti un giudice imparziale. Inoltre hai
danneggiato specialmente Corrado stesso. Anch’io sono padre di figli adulti e
anch’io ho sofferto con loro. Proprio per aiutarli a diventare persone mature e
uomini e donne di Dio, non ho mai preso le loro difese pubbliche, perché sarebbe
stata la cosa peggiore che potessi mai fare. Al contrario ho incoraggiato e
rafforzato loro stessi ad affrontare le questioni in cui si trovavano. Così si
creano persone mature con due piedi saldamente piantati per terra.
Ecco la mia impressione che ho avuto leggendo il tuo scritto.
Nella tua pubblica
difesa paterna, passionale e viscerale di Corrado hai lasciato il ruolo di
giudice imparziale, a cui sei chiamato come conduttore di chiesa. Nel tuo
articolo non hai menzionato un solo argomento specifico dello scritto di Corrado
o della mia analisi critica. Tutto il tuo scritto gioca sul piano dei sentimenti
e delle emozioni e secondo lo schema: chi osa criticare mio figlio, è mio nemico
e, ancor di più, è dal «nemico». Inutile dire la problematicità dottrinale,
spirituale e morale di un tale schema di pensiero, visto il ruolo che tu rivesti
nella tua chiesa; ora altri si sentiranno legittimati a usare lo stesso modello.
Inoltre il tuo «atto di tutela» di un padre anziano verso un figlio adulto,
danneggia proprio lui; è un atto molto problematico e non è per nulla
comprensibile
sul piano pedagogico, psicologico e pratico. Tuo figlio Corrado non è un
ragazzo minorenne e sprovveduto, ma è adulto abbastanza e inoltre si propone
come propugnatore di un «manifesto programmatico» di una «riforma strutturale»
tale da cambiare il volto stesso delle chiese mediante una «rivoluzione» tale
che egli paragona niente meno che con la Riforma di Lutero.
Così, caro Giuliano, pur capendo la tua reazione istintiva, devo prendere atto
che come padre hai solo danneggiato tuo figlio agli occhi degli altri e di se
stesso, spero non in modo irrimediabile. Avresti fatto meglio a mobilitare le
forze interiori di Corrado, la sua onestà intellettuale e il suo coraggio e a
spingerlo a spiegare personalmente le sue opinioni e le sue ragioni; così tuo
figlio ne sarebbe risultato rafforzata agli occhi di suo padre, degli
altri e di se stesso.
Purtroppo la tua pubblica presa di posizione, poco imparziale e poco corretta,
ha mobilitato vari credenti a scrivere articoli sulle idee di Corrado,
chiedendomene la pubblicazione. Esso ha mobilitato anche alcuni amici di
Corrado, che — seguendo proprio il tuo esempio — mi hanno scritto lettere
avvelenate piene di illazioni ma scarsi argomenti; anche tali scritti vogliono
una risposta. Se Corrado avesse a suo tempo scelto di dialogare e di
confrontarsi in modo corretto e leale, tutto ciò non sarebbe successo. Ma ognuno
deve prendersi le sue responsabilità.
Ti mando questa lettera dapprima in privato, prima di renderla pubblica. Aspetto
comunque prima una tua subitanea risposta; se non arrivasse, mi sentirò libero
di agire a mio arbitrio.
Dio continui a farti prosperare nelle sue vie e a benedire la tua persona, la
tua famiglia e il tuo ministero. Saluti in Gesù
Messia… Nicola Martella
Nota redazionale: A questa lettera non ho mai ricevuto risposta. Per
questo sono costretto a renderla pubblica.
8.
{Stefano Frascaro}
▲
Caro pastore
Giuliano Salmé. Sono Stefano e sono membro della chiesa dei fratelli di
Finocchio, Roma.
Ho il piacere di conoscere personalmente Nicola Martella e leggo molto
frequentemente sia il suo sito che i suoi scritti su vari mensili (ad esempio su
«Oltre» scrive regolarmente). È proprio in virtù di tale conoscenza che rimango
allibito dalla sua reazione.
E sì, perché con questa sua reazione ha fatto sia molto piccolo Corrado (le cui
molte canzone mi piacciono e diverse le cantiamo regolarmente durante il culto),
sia molto superficiale Lei.
Ho letto diverse volte quanto Nicola ha scritto e non ho mai, dico mai trovato
alcunché d’offensivo. Tutto ciò che ha scritto (in alcuni casi in maniera
ironica, ma questo lo aveva specificato in apertura dell’articolo), lo ha
scritto citando brani della Sacra Scrittura.
Da quello che ho letto Nicola non ha mai messo in dubbio le capacità musicali di
Corrado (quelle possono o non possono piacere), ma ha messo a confronto quanto
da lui scritto con la Parola di Dio, e Corrado ne esce malconcio.
Lei chiede «ma chi è?» Da dove viene fuori?. Ma ha indicato chiaramente sul sito
la sua professione di fede e il suo credo, ha fondato chiese (ad esempio quella
che io frequento), di cui è stato per anni conduttore quando, fedele al suo
mandato di misionario fondatore (apostolo), si è ritirato per fondarne altre, ha
in cura un’altra, scrive libri che, grazie a Dio, sono anche venduti…, è stato
professore di Teologia dell’Antico Testamento all’Ibei di Roma per 20 anni…
quindi perché dice chi è?
E perché inoltre dice che ha scatenato guerre tra fratelli? Io lo scritto di
Corrado neppure lo conoscevo, adesso lo conosco e non l’approvo, eventualmente
posso dire che mi ha aperto gli occhi… ma di guerre fratricide, caro pastore,
non ne vedo. Di cosa si dovrebbe vergognare? D’aver letto lo scritto di Corrado,
aver detto quello che ne pensava, aver invitato Corrado a confrontarsi e, di
fronte al suo rifiuto, d’aver pubblicato il suo pensiero?
O il problema sta nell’aver criticato Corrado? Caro pastore, trovo il suo sfogo
molto «carnale» e poco spirituale. È lei che, a mio parere, sta aizzando la sua
comunità a un ostracismo verso fratelli che non la vedono come voi. E questo
purtroppo è tipico d’alcune nostre frange evangeliche dove l’estremismo regna.
Credo che Lei, dall’alto della sua maturità spirituale, debba riflettere molto
su ciò che ha scritto poiché, torno a dire, ha fatto fare a Corrado la figura
del bambino il quale, di fronte a un problema, fa intervenire il papà. Inoltre
«fomenta» tutti coloro che conoscono Corrado «solo» per la sua musica. Perché
anziché fare una uscita del genere non ha controbattuto i punti di Nicola sulla
base della Parola di Dio come faceva ad esempio la chiesa di Berea?
La saluto con la certezza che Cristo Gesù, nostro comune Salvatore, stia
intervenendo anche in questa situazione. {2 settembre 2008}
9.
{}
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10.
{}
▲
11.
{}
▲
12.
{}
▲
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Effetto_Salme_famiglia_EnB.htm
01-09-2008; Aggiornamento: 08-02-2009
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