1. E ORA
SAREI ANCHE UN MASSONE!?: Voglio parlarvi di un oscuro personaggio di Acilia, un certo Giacinto
Butindaro, che viene descritto come un «senza chiesa», senza arte e né
parte, che ha trovato la sua vocazione a gettare discredito su tutto e tutti,
stravolgendo il pensiero altrui e gettando sul suo prossimo solo fango e
maldicenza.
Quante colpe ha accumulato sul suo capo, gettando con protervia l’infamia su
molte persone; e di molti di loro si può dire singolarmente che ognuno «è più
giusto di lui» (cfr. Ab 1,13)! Ora, a tutto ciò ha aggiunto anche quella di
associare il mio nome alla massoneria! Qui mostra tutta la sua mania e
follia. Pur di discreditare il suo prossimo, s’inventa ciò, che non esiste, e fa
carte false. A quale loggia apparterrei io mai?
Alla fine di un suo articolo, dopo aver citato uno scritto di Edoardo Piacentini
e uno mio, afferma: «Questo conferma che il pensiero massonico ormai è
presente un po’ fra tutti gli Evangelici, sia essi antipentecostali come Nicola
Martella, che pentecostali come Edoardo Piacentini. Parlo di pensiero massonico
perché questa lotta per la libertà religiosa è una parte fondamentale della
filosofia massonica e che la Massoneria diffonde tramite tutti quegli
Evangelici che sono massoni…» (fonte;
grassetto redazionale). Poi parla della diffusione tramite questi ultimi di
«eresie di perdizione», ed essi sarebbero «colpevoli di partecipare ad una
opera infruttuosa delle tenebre che però è ben accetta alla Massoneria».
Meraviglia sentire cose del genere legate al mio nome e vedermi associato a
persone come il senatore valdese Lucio Malan, Alessandro Iovino delle A.D.I. e
altri, che non ho mai incontrati e con cui non ho mai avuto nulla a che fare.
Poi continua a parlare di «questo spirito massonico presente in ambito
evangelico». Si legga il resto del delirio, che porta il titolo «Nicola Martella
ed Edoardo Piacentini uniti nella lotta a favore della libertà religiosa per
tutti».
2. CHE COSA
PENSO DELLA MASSONERIA?
■ Faccio notare che descrivo e denuncio le fonti occulte della massoneria
alla luce della Scrittura nella mia opera
La lieve danza delle tenebre; si vedano qui gli articoli
«Misteri, gnosi e massoneria», pp. 203-214; «Esoterismo, satanismo e Bibbia»,
pp. 367-372; «Misteri, gnosi, immortalità e Bibbia», pp. 373-388.
■ Parlo dell’esoterismo
di varia specie, quindi anche legato alla massoneria, anche nella mia seguente
opera: Dizionario delle medicine alternative,
Malattia e guarigione 2; cfr. qui p. 295 (Massoneria) e gli articoli ivi menzionati.
■ Si vedano inoltre sul mio sito nella rubrica
«Massoneria»
i seguenti articoli:
►
Appartamento in un palazzo con segni massonici {Nicola Martella} (D)
►
Massoneria e cristianesimo? Parliamone {Nicola Martella} (T)
►
Massoneria e protestanti? {Nicola Martella} (T)
3. LA LIBERTÀ
RELIGIOSA È COSA DA MASSONERIA?: Io ringrazio Dio di poter vivere in una Paese democratico, le cui leggi ci
permettono di
radunarci in libertà con i fratelli in fede. In altri tempi, durante la
dittatura fascista, i conduttori di chiesa erano schedati e per potersi
incontrare come comunità, bisognava ogni volta dare l’avviso alle autorità o
addirittura chiedere il permesso. In certi periodi era addirittura proibito
radunarsi.
La possibilità di potersi radunare liberamente, quindi la libertà religiosa, non
ha nulla a che vedere con la massoneria, ma è un diritto sancito dalla
Costituzione democratica dello Stato italiano. Di ciò si può essere solo grati a
Dio. Molti fratelli cristiani nel mondo, che sono discriminati, angariati e
perseguitati scambierebbero volentieri il posto con Giacinto Butindaro e i suoi
accoliti.
Che dire delle
intese fra chiese o religioni e lo Stato? Personalmente sono contrario a
ogni concordato o intesa fra un ente religioso e lo Stato. Sono convinto della
massima «libere chiese in libero Stato». Quindi, se potessi abolirei tutte le
intese e concordati. Bastano già la Costituzione e le leggi vigenti, che
regolamentano gli incontri di qualsiasi gruppo d’interesse e associazione
culturale. Concordati e intese sono un’anomalia. Per altro le Assemblee dei
Fratelli sono contrarie a qualunque tipo d’intesa e lo hanno ribadito negli
incontri avuti negli ultimi decenni con esponenti dei vari governi, che si sono
succeduti, rinunciando così a ogni vantaggio economico e a ogni beneficio
fiscale. Fintantoché non saranno costrette dallo Stato, le Assemblee dei
Fratelli eviteranno di costituirle.
Come si vede, Giacinto Butindaro ha preso lucciole per lanterne, ha presentato
fatti falsi, ha praticato false attribuzioni, ha gettato fango e così via,
com’è il suo solito.
4. L’ACCANIMENTO DEL DENIGRATORE:
Ognuno potrà sincerarsi che tale oscuro santone massimalista di Acilia stravolge
del tutto il mio pensiero. Come abbiamo visto, mi accomuna ad altri (Malan,
Iovino, Pannella), sulla stessa immagine mi mette insieme a Piacentini e sopra
uno striscione dei Radicali e dell’Alleanza Evangelica e mi dà del massone. Non
ho mai militato in tali movimenti, né sono mai stato massone. E meno male che ho
scritto contro la massoneria nei miei libri e sul mio sito!
Sono già tanti coloro, che si convincono sempre più che tale «santone», che
viene considerato come un «senza chiesa» e uno senza arte né parte, sia affetto
proprio da una mania, una patologia psichica, che lo porta ad accanirsi
contro il prossimo per ogni piccola differenza rispetto al suo pensiero unico e
massimalista. Oltre a ciò, ognuno può verificare che egli sia affetto da palese
malafede, che lo porta a stravolgere il pensiero altrui e a proiettarci
dentro le cose più immani, più assurde e più vili. Secondo la psicologia,
l’intento di chi è affetto da una simile mania, è il sadismo ideologico:
accanirsi violentemente contro il prossimo per sfumature differenti di pensiero,
metterlo alla gogna per sentirsi più giusto, godere nel vedere gli altri
soffrire, ricoprire gli altri di fango per appagare la propria gioia maligna.
In greco il fare di Giacinto Butindaro è descritto col termine diábolos
«calunniatore, maldicente, denigratore, mordace». Non è un caso che tale termine
fu usato come epiteto per Satana, il quale è «l’accusatore dei nostri
fratelli, che li accusava dinanzi al Dio nostro, giorno e notte»
(Ap 12,10).
5. ASPETTI
CONCLUSIVI: Ecco alcune domande, che aiutano a riflettere su tale «santone»
massimalista, che ha come unica missione quella di accanirsi contro
coloro, che servono Gesù Cristo, giorno per giorno, all’interno di una chiesa
locale e nell’opera del Signore con tanto sacrificio. Quante chiese ha fondato
il «santone d’Acilia»? Dove si raduna con i credenti locali questo «senza
chiesa»? (non fatevi ingannare dal fatto che egli parli della «chiesa
universale» come paravento o del fatto che la «chiesa» siano le persone e non un
edificio; le chiese del NT erano chiaramente riconoscibili, raccoglievano i
credenti locali e le epistole, a loro scritte, le raggiungevano). Quante anime
ha portato a Cristo Butindaro? Quanti cuori infranti ha curato? Con quanti
fratelli e sorelle ha pianto nel dolore altrui? Quante persone ha recuperato,
che si erano sviate? Quanti ne ha discepolati in loco, rendendoli maturi nella
fede, atti a collaborare, partecipi nel ministero e così via? Dove in Acilia
possiamo vedere tale «chiesa modello», dovunque essa si raduni, piena di
discepoli zelanti, che diffondono la Buona Novella, fanno altri discepoli e
incrementano l’opera di Dio in loco? Dai frutti si riconosce l’albero.
Dove sono, quindi, i frutti locali di Butindaro?
Se quello, che Butindaro fa per il Signore in loco per l’opera di Dio, fosse
grande come ciò, che afferma con la sua bocca, denigrando il prossimo, dovrebbe
aver costituito in Acilia un’enorme chiesa, dovunque e comunque si
raduni! Fatto sta che è un «senza chiesa»! Ecco come si presenta sul suo sito:
«Sono un ministro del Vangelo. Vivo e servo l’Iddio vivente e vero a
Roma». La forza di un uomo non si misura con ciò che dice, ma con ciò che
ha fatto. Dov’è quindi la chiesa di Butindaro in Acilia, dovunque e comunque si
raduni? Quanti sono in totale?
Alcuni affermano di lui che mostrerebbe di avere una mentalità di «talebano»
e vorrebbe realizzare una specie di «sharia cristianizzata» in Italia, sebbene
non frequenti neppure una chiesa locale costituita e ben riconoscibile. Vorrebbe
assoggettare tutti al suo
pensiero unico, ossia massimalista. Evito di fare l’elenco delle sue
bizzarre opinioni sull’etica (p.es. sulle donne, sul corpo, sulla sessualità);
per lui, che mai si è mai sposato, è pressoché tutto peccato, anche ciò
che la Bibbia non chiama così.
Mi sovvengono
alcune domande, che lascio ai lettori. Alcuni si sono chiesti se questo
suo modo d’agire, che lo porta a denigrare tutto e tutti, oltre a essere frutto
della sua immaginazione maniacale, non dipenda anche dalla sua frustrazione
sessuale
di uomo inappagato e, quindi, acido verso tutti. È per questo forse che si è
trasformato in una specie «ghost buster», cercando il male anche nelle
persone più nobili, che hanno servito il Signore con dedizione e sacrificio per
decenni? Ci si è pure chiesto: Secondo tale logica maniacale, ciò, che non può
avere lui di legittimo (p.es. i piaceri coniugali, una famiglia), lo turba al
punto che, secondo lui, dev’essere necessariamente fonte di peccato per gli
altri, che servono Dio in pura coscienza? È forse per questo sfoga le sue
frustrazioni, accanendosi contro il prossimo? È forse ciò che gli dà
l'illusione del potere, appaga il suo narcisismo e lo fa sentire «onnipotente»?
Per fortuna sono pochi coloro, che se lo filano veramente, ossia quei
«topolini», che il «pifferaio magico» è riuscito a incantare. Andate ad Acilia e
chiedete di lui,
nessuno conosce tale personaggio, uscito da un romanzo medioevale e che è
intento a incitare alle «crociate» e alla «santa inquisizione». E chi lo
conosce, lo descrive come «singolare», complessato, probabilmente «bipolare», se
non addirittura «plurale».
Provate a chiedergli che cosa fa per mangiare e a spese di chi vive; non
mi sono giunte belle notizie e testimonianze dirette in merito. Provate a
chiedere ai
credenti del posto che cosa pensano di lui, magari alla chiesa pentecostale
di Acilia, da cui è fuoriuscito. E che dire di coloro, che conoscono
lui e la sua famiglia fin dall’infanzia in Sicilia, e di coloro, che hanno
sperimentato lui e la sua famiglia direttamente nei loro spostamenti all’estero,
al nord d’Italia e poi al centro? Ne uscirebbe un bel romanzo, che svelerebbe
tratti molti bizzarri e singolari del «santone» di Acilia! Nel passato ho
raccolto tutto ciò, che i lettori mi hanno inviato, in un dossier; finora
mi sono trattenuto dal pubblicarlo, ma non si sa mai che la pazienza arrivi a un
termine.
►
Butindaro, la massoneria e il fango! Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Butindaro_masson_Oc.htm
03-08-2013; Aggiornamento: 08-08-2013 |