Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ABBIGLIAMENTO DA SPIAGGIA? PARLIAMONE 2

 

 a cura di Nicola Martella

 

Data la volontà dei lettori di discutere su questo tema particolare, proseguiamo qui il dialogo iniziato con il tema «Abbigliamento da spiaggia? Parliamone 1». Il confronto si basa sull'articolo «Abbigliamento da spiaggia», in cui rispondevo alle questioni poste da un lettore. Si noti specialmente come ci siano approcci completamente opposti rispetto alla questione, ad esempio Roberto Castagnoli argomenta da una posizione liberista e Pietro Zanca da una  posizione ultraconservatrice; ora, mentre il primo rinuncia ad argomentare con la Bibbia alla mano, il secondo tenta di farlo, sebbene per certi tratti in modo singolare. Come gestore bisogna usare molto rigore morale e intellettuale nell'affrontare le argomentazioni dell'uno e dell'altro, visto che stanno agli antipodi. Nonostante ciò è richiesto che si mantenga un equilibrio che rispetti il chiaro dato biblico (esegesi contestuale, sviluppo della rivelazione dall'antico al nuovo patto, ecc.) e il buon senso rispetto al presente (contesto storico, culturale, geografico, ecc.). Altri lettori ricercano di posizionarsi, rispondendo specialmente a  Pietro Zanca, visto che il contributo di Roberto Castagnoli non era loro conosciuto.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Dio è Amore

2. Roberto Castagnoli

3. Nicola Martella

4. Salvatore Paone

5. Pietro Zanca

6. Guerino De Masi

7. Nicola Martella

8. Vari e minimi

9. Michele Mascitti

10. Nicola Martella

11. Saverio Esposito

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Dio è Amore - Amo Dio}

 

Contributo: Dio ti benedica. Vedo spesso che mi targhi nelle tue discussioni, come per esempio più di una volta riguardo all’abbigliamento estivo (mare). Per me non e motivo di salvezza, cioè non è peccato se io vado a mare, è peccato cosa farò poi a mare, cioè se vado per mostrare il mio corpo, ecc. ecc. Perche fare questo discorso nel 2010? Poi, perche non evangelizzare con il costume? Non è una fine del mondo. In Africa le donne evangelizzano nude. Poi se non ricordo male, Gesù parlava alle persone mentre era dentro l’acqua; era un bel metodo comunicativo per spandere la voce, ma era bello pure perche i pescatori potevano ascoltare. In poche parole, barbaro con i barbari. Ricordo che membri del gruppo «Cristo è la risposta» sono andati a mare con il costume e parlavano di Gesù mentre erano a nuotare, e ti posso garantire che si sono convertiti molte persone e ora sono in chiesa a servire Dio. Ma con questo non voglio usare una dottrina di mare, cioè come cosa obbligatoria; ma quando Gesù, nostro maestro, ha dato il mandato, non ha detto il metodo o il modo, ma di farlo (poi se vuoi parlare di costumi e usi biblici, ciò è un’altra cosa; allora li c’è da parlare molto, sopratutto oggi nelle chiese, come non mischiare lino e lana; gli uomini usavano le vesti lunghe, ecc. ecc.; e scusa che te lo dico, fratello, ma Gesù non usava i jeans). Comunque grazie, fratello, che mi tagghi nelle tue discussioni, Dio ti benedica. {diomio2010~; 04-05-2010}

 

Osservazioni: In genere non pubblico contributi di persone che usano pie «etichette» e non il nome proprio dell'autore; per questo chiedo che i contributi siano sempre firmati con nome e cognome.

    Giustamente può diventare peccaminoso ciò che si fa al mare, non tanto l’andare in spiaggia. La spiaggia è un contesto a sé, quindi si può ben evangelizzare, certo facendo attenzione che il costume che si porta sia costumato e non provocante. Che in Africa le donne evangelizzano nude, m’è nuovo; probabilmente il lettore intende a torso nudo. Certo andare in frac in spiaggia a evangelizzare, verrebbe visto come strano; bisogna farsi Giudeo con i Giudei e Greco con i Greci, mantenendo sempre un santo decoro. Quanto all’abbigliamento di Gesù, egli si vestiva secondo il costume del tempo. Egli non portava gli jeans perché viveva in un altro tempo e cultura e tali pantaloni non erano stati inventati; certo, se vivesse oggi in mezzo a noi, in Occidente, non sappiamo che guardaroba sceglierebbe (i gusti sono gusti), ma si vestirebbe chiaramente come un occidentale. Tralasciamo gli altri aspetti (p.e. non mischiare lino e lana), poiché ciò ci porterebbe lontano…{Nicola Martella}

 

 

2. {Roberto Castagnoli}

 

Almeno negli ultimi tre anni, sono stato in Sardegna nel periodo di Settembre, le spiagge non sono molto affollate. Io ho sempre amato molto sia l’elemento acqua, sia il mare in particolare; quando ero più giovane, frequentavamo la casa Valdese per ferie a Rio Marina e la sera facevamo lo studio biblico. Io non ciò mai trovato niente di male né a frequentare mare o piscine; anzi quando mi stendo al sole sulla spiaggia di Orosei in Sardegna, la bellezza mozzafiato del mare e della natura circostante mi fa ringraziare il Creatore e sentire più vicino a Lui.

     Quanto ai pregiudizi e al fatto stesso che ne parlate, implica che per qualcuno questo è un problema. Mi sorprende anche il fatto stesso che se ne parli, e mi rendo conto ancora una volta del bigottismo religioso che pervade una buona parte dei cristiani; dimostra che non avete un buon rapporto con il proprio corpo, anzi non lo accettate, e ciò non mi sembra né ragionevole né tantomeno possa avere un supporto scritturale. E poi la morale la si giudica in centimetri di stoffa? Mi sembra che la morale, se evangelica e non religiosa, abbia priorità più impellenti... la solidarietà, il lavoro, l’aiuto a chi è in difficoltà, al mio prossimo... questi mi sembrando essere motivi su cui riflettere e non certo i bagni al mare. {03-05-2010}

 

 

3. {Nicola Martella}

 

Mi fa piacere risentire Roberto Castagnoli, dopo che tempo fa aveva sbattuto la porta e si era eclissato. Apprezzo anche il suo rapporto con la natura e come essa lo ispiri a ringraziare il Creatore.

     Apprezzo meno il suo singolare cinismo, con cui affronta qualsiasi tema che propongo. Invece di contribuire positivamente alla discussione, trova sempre un motivo per gettare discredito sugli altri, su chi propone temi o risponde a domande dei lettori. Peccato che faccia, come al solito, di tutta l’erba un fascio («dimostra che non avete… non lo accettate…»), visto che su questo tema c’è stato un coro di voci e posizioni differenti. Come al solito lui s’arroga il diritto di fare del suo soggettivismo (liberismo massimalista?) una norma di verità universale, passando come un carrarmato sulle altrui sensibilità; io, pur non condividendo tutto ciò che dicono gli altri, cerco di argomentare con rispetto la mia differenza di opinione, sapendo che su certi temi ci sono aspetti diversi da tener presente e che il quadro dei differenti punti di vista è più completo della singola convinzione.

     Inoltre egli s’arroga il diritto di prescrivere l’agenda dei temi, dettando le «priorità più impellenti». Come gestore di un sito ricevo domande di diverso genere, affronto quindi le questioni che mi arrivano e poi le pubblico (certo non ciò che è intimo e personale), perché ci sia una discussione in merito.

     Peccato che questo lettore sappia solo fare polemica e avvelenare le acque, invece di dare un valido contributo sui temi in corso, mostrando il suo punto di vista sulle singole questioni. Bisognerebbe fare un esperimento: cedergli il mio posto per alcuni mesi, fargli gestire a modo suo il sito e osservare che cosa combina. Vorrei vedere un Roberto meno cinico e reattivo e più propositivo e saggio. A volte i miracoli succedono! Aspettandolo, intanto vedo quanto tempo e quante energie devo investire per rispondere a questioni intellettualoidi, all’aria fritta.

     Consiglio vivamente a Roberto di rileggersi Romani 14. Paolo non diede del bigotto ai deboli, né si alleò con i «forti» o presunti tali. Non disse che tali questioni fossero delle bagatelle, indicando altre priorità. Egli affrontò tali argomenti e indicò una via per la comprensione, senza usare il piede di porco per manomettere la coscienza del debole; anzi, disse al «forte» che se peccavano contro il «debole», peccavano contro Cristo stesso. Bisogna aiutare il «forte» (o presunto tale) a liberarsi della sua arroganza; e bisogna aiutare il «debole» a ottenere maggiore libertà; al riguardo sono necessari il rispetto e il dialogo.

 

 

4. {Salvatore Paone}

 

Contributo: L’apostolo Paolo poté dire alla lettera ai Corinzi: «Tutto mi è lecito e niente è utile». In funzione di questa parola ogni credente nato di nuovo potrà decidere nella sua coscienza se ciò è utile o meno, ognuno di noi sa nel suo cuore quando fermarsi. In spiaggia, a casa, per strada, a lavoro, in adunanza, in ogni dove, deve assumere un vestiario sobrio (certo in spiaggia non ci si può andare in pullover né tanto meno in bichini... sobrietà); in tutto questo ci vuole discernimento... Dio vi benedica. {04-05-2010}

 

Osservazioni: Ecco alcune osservazioni per stimolare la riflessione e il confronto:

     ■ «Tutto mi è lecito e niente è utile» (1 Salvatore 6,12)? Oppure: «Ogni cosa m’è lecita, ma non ogni cosa è utile» (1 Cor 6,12). Quasi giusto può essere del tutto sbagliato. Il verso prosegue: «Ogni cosa m’è lecita, ma io non mi lascerò dominare da cosa alcuna». Così anche 1 Corinzi 10,23: «Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa è utile; ogni cosa è lecita ma non ogni cosa edifica».

     ■ Chiaramente dobbiamo essere decorosi in ogni luogo, in corrispondenza del diverso contesto.

     ■ Qualcuno potrebbe scuotere la testa dinanzi all’asserzione: «Certo in spiaggia non ci si può andare in pullover né tanto meno in bichini». Se non si descrive bene il proprio pensiero, si rischia d’essere fraintesi e si farà pensare: «Se non vanno in bichini, allora andranno col burka!?».

     ■ Qual è quindi il discernimento auspicato? Se per il cristiano biblico è «nella sua coscienza [che] potrà decidere», perché il «due pezzi» sarebbe da scartare a priori? Non esistono «due pezzi» costumati e quelli scostumati? {Nicola Martella}

 

 

5. {Pietro Zanca}

 

Contributo: Non volendo essere troppo insistente vorrei solo far notare quanto segue.

     ■ Pietro quando sentì che Gesù era in riva provò vergogna delle sue nudità, ciò dimostra che oggi a maggior ragione per lo Spirito Santo che dimora dentro noi dovremmo avere vergogna nel stare in costume.

     ■ Il sacerdote quando faceva l’abluzione e cambiava il vestiario non era in presenza del popolo, ma dei conservi che lo aiutavano.

     ■ Il fatto che combattiamo il messaggio farisaico è giusto ma il pubblicano non giustificava il peccato ma lo condannò e per questo si batteva e fu giustificato.

     ■ Gesù invitando a nettare il dentro della coppa non escluse l’esteriore ma unì le due cose.

     ■ «Fa loro ancora delle mutande di lino, per coprire la carne delle vergogne; giungano quelle mutande dai lombi fino al disotto delle cosce» (Esodo 28,42). Tra l’altro in questo verso vi è d’aggiungere che sopra veniva messa la tunica, Dio è l’Antico dei giorni e non si modernizza o legalizza le nudità. Gli abiti mutano ma le coperture vestiarie debbono rimanere invariate.

     ■ «Non scoprire le vergogne di tuo padre, né le vergogne di tua madre: ella è tua madre; non scoprire le sue vergogne» (Levitico 18,7).

     Con vergogne non limitiamo le parti riproduttive ma quelle che per natura dobbiamo tenere coperte.

     ■ Se il Signore pone enfasi sul velo è inverosimile pensare che accetti vestiari sconci o scoperti o addirittura costumi!

     ■ I Serafini sono un’espressione della santa conservazione del Corpo tenuto nascosto dalle 6 ali.

     ■ Detto ciò rispetto le opinioni, ma voglio farvi notare che i nostri padri predicatori insegnavano il divieto della balneazione, noi ci stiamo modernizzando!

     La morale di 30 anni fa aveva concesso un costume intero sotto le ginocchia e lidi separati uomo-donna. Se Dio non torna credo che noi evangelici ci ritroveremo peggio d’Adamo e Eva che magari cercavano foglie ma noi legalizzeremo la nudità!

     Credetemi non voglio suonare da fariseo, ma da ragazzo 34enne è dall’età di 20 non mi scopro più... Ero un nuotatore semi professionale ma preferisco servire Dio a tempo pieno e riservare il mio corpo come piccolo tempio di Dio.

     Pace a tutti e scusate se il mio intervento sembra troppo lungo e retorico ma è uno scambio d’opinioni non una costrizione. {Radio - Palermo Evangelica; 04-05-2010}

 

Osservazioni 1 (Patrizia Miceli): Le cose che si fanno per propria scelta e per proprio culto personale non sono dottrina da insegnare né da obbligare. Altrimenti dovremmo andare vestiti in tunica e sandali, come i frati francescani, ed eliminare anche i climatizzatori da casa.

     Immaginate se Gesù tornasse e, invece che morti di caldo in nome della sofferenza del corpo, ci trova sotto il climatizzatore che, ai tempi che è stato scritto il Levitico, neanche esisteva. Orrore, tutti all’inferno. Ma per favore!

     Non vogliatemene. Non si guadagna il posto nella fila davanti in Paradiso, se al mare non si va. Poi ognuno faccia quello che ritiene più opportuno per la propria persona, non per gli altri. {04-05-2010}

 

Replica 1 (Chiesa Cristiana Pastore Zanca): Se sorella Patrizia legge attentamente, ho parlato di copertura non di stile d’abbigliamento! Difatti ho precisato che gli abiti possono subire l’evoluzione parziale, ma non la copertura! Quanto a me, ho portato un esempio... Paolo portava esempi, non per questo lo penalizziamo. {04-05-2010}

 

Osservazioni 2 (Patrizia Miceli): Sono una sostenitrice del decoro in ogni situazione. Anche nell’indossare un costume da bagno. Invito anche te a leggere i miei precedenti interventi. Comunque per «le coperture vestiarie [che] debbono rimanere invariate», come citi tu, io intendo che bisogna indossare il saio. Allora spero vivamente che tu sia un frate travestito da evangelico piuttosto che pensare che tu sia un evangelico bacchettone. Alla seconda preferisco la prima, è più coerente con quello che hai scritto. Benedizione. {04-05-2010}

 

Replica 2 (Chiesa Cristiana Pastore Zanca): Sorella Patrizia, Dio ti benedica. Non pongo mente alle critiche, so che anche Gesù ne ebbe, ma ti consiglio di ricordare che Facebook è un mezzo che utilizziamo per la diffusione della Parola e non per le nostre personali simpatie. E poi, se non mi conosci, penso che non dovresti neanche giudicarmi... Dico ciò perché neanche hai riconosciuto la mia foto nel logo Radio Evangelica... Pace e senza rancori... Dio ti benedica! {04-05-2010}

 

Osservazioni 3 (Patrizia Miceli): Non intendo fare polemiche né andare a indagare sui miei interlocutori. Mi limito a rispondere alle cose scritte e non a giudicare le persone, perché la cosa non è di mia competenza. Ricambio i saluti e le benedizioni. {04-05-2010}

 

Osservazioni 4 (Antonio Capasso): Pace, Nicola. A Zanca vorrei ricordare che i nostri padri predicatori insegnavano diversi divieti (parlo di pentecostali italiani), spesse volte dettato da ignoranza biblica, ma anche da un profondo timore di offendere Dio. Tutto quello che aveva apparenza di male e sembrava andare contro la Scrittura, veniva vietato.

     Chi è un pentecostale ed è convertito da molti anni, ricorderà sicuramente che i nostri padri predicatori proibivano anche di fare foto e di avere foto di parenti esposti in casa. Questo in ottemperanza al 2° comandamento, che proibiva di farsi immagini. Forse questo farà ridere qualcuno ma penso che, anche se sbagliavano, tutto era dettato dal desiderio di non offendere Dio in nessun modo.

     Oggi credo che si va all’altro estremo, rendendo tutto lecito, senza domandarsi se quello che si fa sia gradito a Dio. Ricordo che la Scrittura parla di comandamenti e di cose gradite a Dio (1 Gv 3,22). Detto, questo, penso che dobbiamo avere come riferimento etico non i nostri padri predicatori, ma la sola Scrittura. Pace. {09-05-2010}

 

 

6. {Guerino De Masi}

 

Tutto il mio rispetto per le opinioni di «Radio Palermo Evangelica», ma posso dissociarmi? Sono abbastanza vicino al pensiero di Patrizia Miceli. E mi chiedo se il saio sarebbe sufficiente. Forse dovremmo tutti «diventare» mennoniti (se non erro), e vivere come nell’800. Niente corrente elettrica, niente auto e niente spiaggia!

     Ma no, dai! Scusa fratello, ma perché mai hai smesso di fare il nuotatore? Perché stavi in costume da bagno? Qua non si tratta di bigottismo, ma d’erronea esegesi biblica. Ci sono luoghi e costumi per ogni luogo, e il tutto può essere fatto con decoro e «buon costume».

     Di questo passo, dovresti applicare il Levitico in ogni campo della tua vita ! Ma basterebbe a essere più santo, più spirituale e/o in armonia con «il comandamento», con la Legge mosaica? Mi pare di ricordare che volere mettersi sotto la legge, equivale a maledizione o no? (Galati 3,10).

     Trovo invece in Cristo una libertà che prima non conoscevo: «Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù» (Galati 5,1). Non per questo o con questo, dobbiamo usare la libertà in malo modo: «...come uomini liberi, che non si servono della libertà come d’un velo per coprire la malizia, ma come servi di Dio» (1 Pietro 2,16). Inoltre, mi suona come un campanello ciò che Paolo scriveva in Colossesi 2,20-23: «Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo, perché, come se viveste nel mondo, vi lasciate imporre dei precetti, quali: Non toccare, non assaggiare, non maneggiare (cose tutte destinate a perire con l’uso), secondo i comandamenti e le dottrine degli uomini? Quelle cose hanno, è vero, riputazione di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, d’umiltà, e d’austerità nel trattare il corpo; ma non hanno alcun valore e servono solo a soddisfare la carne».

     E come dice Nicola, buona meditazione! {04-05-2010}

 

 

7. {Nicola Martella}

 

E fuor di dubbio che io apprezzi l’atteggiamento franco e onesto di Pietro Zanca, che appare nella discussione con differenti «etichette» (preferirei che firmasse con nome e cognome i suoi contributi alla fine!), e il fatto che si possa dialogare civilmente e con rispetto. Ricalco la sua carrellata, facendo qualche osservazione.

     ■ Pietro stava in barca con altri discepoli a pescare, senza sopravveste e probabilmente solo con una specie di perizoma. Di ciò ho già parlato precedentemente. La reazione dell’apostolo non riguardava gli altri, ma Gesù che era sopravvenuto; lui si cinse la veste intorno ai fianchi. Quindi non ha nulla a che vedere con la vergogna di stare disabbigliato durante l'attività lavorativa o ludica (se pescavano anche per passione), ma con la soggezione dinanzi a un'autorità, qui quella del Risorto.

     ■ Il sacerdote non stava in spiaggia, ma presso il tempio. Egli non si vergognava dei conservi ma essendo completamente nudo, non stava chiaramente alla vista del popolo.

     ■ La storia del fariseo e del pubblicano non ha nulla a che fare con l’argomento. I peccati di tale esattore delle tasse riguardavano l’imbroglio negli affari non il farsi il bagno al mare.

     ■ Quando Gesù invitò a nettare il dentro della coppa e non solo l’esteriore, spiegò anche che cosa intendeva: un fariseo lo giudicò che Gesù non si fosse «lavato prima di desinare» (Lc 11,38) e lui rinfacciò loro di essere ben lavati fuori, ma dentro pieni «di rapina e di malvagità» (v. 39). Quindi tale questione è fuori tema.

     ■ Ho già affrontato sopra Esodo 28,42 e ho spiegato che lo scopo era di non mostrare le «vergogne» durante i riti e i sacrifici, specialmente in posizione elevata rispetto al popolo. Qui si parla del tempio non della vita normale né del vestiario da spiaggia. Tale esplicito comando mostra che gli uomini normalmente sotto le vesti non portavano tali mutandoni, ma tutt’al più una specie di perizoma. L’etica dell’abbigliamento anche nell’AT era contestuale: nei diversi ambiti della vita e del santuario i sacerdoti (e specialmente il sommo sacerdote) portava vestimenti differenti.

     ■ Levitico 18,7 è del tutto fuori contesto. Qui si trattava della vita domestica e non della spiaggia. In tale capitolo (così in Lv 20) l’espressione «scoprire la nudità» era un eufemismo per «avere rapporti sessuali». Si veda al brano in Nicola Martella, Il Levitico: Traduzione letterale (Punto°A°Croce, Roma 1998).

     ■ Ammetto di non capire che cosa abbia a che fare il velatura del capo della donna, quando lei prega personalmente dinanzi alla chiesa, con un costume da bagno costumato in spiaggia.

     ■ I Serafini sono esseri celesti all’interno del santuario celeste (Is 6; Ap 4) e non fuoriescono da tale perimetro sacro celeste. Ciò non ha nulla a che fare con una spiaggia terrestre.

     ■ Partire dalle opinioni dei «padri predicatori» nella loro cultura e nel loro tempo, non significa che stiamo appurando la verità biblica. Chi parte da una convenzione e non dall’esegesi contestuale, cercherà i versetti che più gli aggradano e li adatterà alla propria tradizione; ciò non significa però cogliere la verità biblica di per sé, quella che rende veramente liberi. Bisogna appurare continuamente a nuovo che cosa la Scrittura dica veramente. Gli antichi «padri predicatori» di ogni movimento, accanto a verità comprovabili, hanno predicato non poche cose bizzarre e singolari; non possono quindi essere assurti a norma di dottrina e di etica.

     Penso che Pietro Zanca prenda come norma assoluta il «divieto della balneazione», predicato dai suoi padri predicatori, e quindi «la morale di 30 anni fa». Questo non è saggio. Nessuno vuole legalizzare la nudità in spiaggia, tanto meno per i credenti. Nella mia esperienza, i divieti assoluti di cose buone (andare al mare per farsi un bagno in famiglia o fra credenti) fanno sempre scattare la molla nel loro contrario, a causa dell’intransigenza morale. La cosa più saggia è indicare una via casta e costumata di vestirsi e atteggiarsi in spiaggia come credenti, senza apparire extraterrestri.

     Le scelte personali (qui quella di non scoprirsi in pubblico in costume) è da rispettare, ma non può valere come norma etica universale dei credenti. Anche il cristiano che va in spiaggia con la famiglia o con altri credenti sente il suo corpo «come piccolo tempio di Dio».

 

Vedo che invece di parlare dell’etica del cristiano in spiaggia, si fa sfoggio di una versettologia indebita, unita a un falso sillogismo e a accostamenti speculativi di vario genere. Penso che sia più saggio parlare della cosa in sé, che arrampicarsi sugli specchi di paragoni impropri. È meglio approfondire l’argomento riguardo a quale sia l’abbigliamento migliore e il portamento ottimale da usare in spiaggia, invece di avere a priori una posizione intransigente, che si cerca di rivestire di versetti, a cui bisogna far fare grandi salti mortali per essere utilizzati a proprio uso e consumo.

 

 

8. {Vari e minimi}

 

Angela Morana: Quante assurdità vengono fuori da certe bocche! Oh, se stessimo più tempo in ginocchio! Il Signore parla ai cuori dei suoi figli. Se fossimo sempre guidati dallo Spirito di Cristo, nostro Signore, sapremmo sempre come comportarci in ogni circostanza! La Parola di Dio è completa di tutto e niente manca nei suoi insegnamenti. Se Gesù ci guida, è impossibile fare qualsiasi cosa che sia sconveniente; possiamo cadere, ma Gesù ci fa notare subito i nostri errori! Almeno per me è così, perciò credo sia così per ogni figlio di Dio. «I passi dell’uomo sono guidati dall’Eterno, quando egli gradisce le sue vie» (Salmo 37,23). {05-05-2010}

 

Antonio Di Santi: A volte, non bisogna essere necessariamente biblici per poter capire che ci vuole buon senso per avere un abbigliamento adeguato per ogni circostanza. {06-05-2010}

 

Giovanni M. Caltana: All’accusa d’antinomismo preferirò sempre quella di legalismo. È molto facile per la nostra natura corrotta tramutare la libertà in licenza. Chi crede di stare in piedi, guardi di non cadere. È meglio eccedere di zelo nell’essere bigotti in buona fede che nell’essere potenziali vittime o promotori di tentazioni. {06-05-2010}

 

Eleonora Parisi: Ho trovato molto soddisfacente l’argomento trattato da Martella. Credo che Angela dica il vero riguardo il fatto che Dio parla ai suoi figli; e che sopratutto dovremmo stare più in ginocchio. Che siano assurdità... non credo, anche se, molte volte cose sciocche in proposito se né sono dette. Per questo ribadisco di avere trovato molto esauriente l’argomento trattato da Martella, e devo dire anche in maniera ampia (non restrittiva, come purtroppo esiste nel mondo evangelico). Personalmente credo che Dio ha creato ogni cosa buona; ed è giusto che i suoi figli ne usufruiscano, purché sia fatto con giusto decoro, non esibendo il proprio corpo (cosa che peraltro si può fare in molti contesti) e, non so se posso dirlo in questo contesto, ma tutto è puro per i puri! Quindi, godiamoci questo mare... con le rispettive famiglie, compagnie, ecc., ecc. {07-05-2010}

 

 

9. {Michele Mascitti}

 

Contributo 1: Non è una questione di equilibrio, ma di disciplina. Si tratta di educare se stessi, imparare a lottare contro il peccato, contro gli istinti peccaminosi. «Se il tuo occhio ti fa cadere in peccato, cavalo e gettalo via da te; meglio è per te entrare nella vita con un occhio solo, che aver due occhi ed esse-re gettato nella geenna del fuoco» (Matteo 18,9). {07-05-2010}

 

Risposta 1 (Guerino De Masi): Riguardo a Matteo 18,9 c’è da dire quanto segue. E se ce la fai a cavarti un occhio, rimane l’altro! Facciamo la stessa procedura? Va bene. Ma poi ci sono le mani, i piedi e soprattutto, la testa!

     Che vuol dire? Morte! Vuol dire che per entrare nella vita, occorre morire! Ma allora che vita è?

     Qua ci vuole qualcuno che muore al posto mio! Non sei d’accordo, Michele? {07-05-2010}

 

Contributo 2 (Michele Mascitti): Caro Guerino, il fatto che «Quel Qualcuno» sia già morto per te una volta, dovrebbe averti fatto capire la gravità del peccato per non replicarlo. Io non sono tanto contro chi indossa il costume da bagno, quanto contro il mio istinto di desiderare ciò, che non mi appartiene. Così, lascio la libertà a chi vuol indossare il costume da bagno e mi esamino sinceramente agli occhi del Signore per quel che sono. {07-05-2010}

 

Risposta 2 (Guerino De Masi): Va bene, mettiamola così: se metterti in costume da bagno per te è peccato, allora è meglio che non lo metti mai! Credo che sia una buona regola biblica da applicarsi personalmente.

     Per quanto mi riguarda, ci sono costumi e costumi; e certi abbigliamenti, che coprono molto di più di un costume da bagno, sono sovente più seducenti di quest’ultimo! Tutto, però, dipende dal mio occhio, dice la Scrittura.

     Il cammino della santificazione è certamente un impegno che dovrebbe vedere tutti noi attenti e scrupolosi, questo sì. Il nostro istinto non cambierà mai; e Paolo dice che i desideri della carne sono contrari al Signore, in quanto la carne, la mia, non si convertirà mai! (Rom 8,7). La soluzione è di saperlo, accettarlo e buttarlo ai piedi della croce del Calvario. La mia preghiera è la seguente: «Signore, pensaci Tu. Io desidero vivere guidato e illuminato dallo Spirito Santo. Cammino in novità di vita... in mezzo ad un mondo, una società, una cultura e una moda, che fa sempre di tutto per distogliermi dalle tue vie. Io mi arrendo a te, cambiami gli occhi e i desideri e fa sì che siano rivolti a te, quando sono al lavoro, per strada, in spiaggia, al culto o a giocare a pallone con i giovani».

     Questa lotta tra carne e spirito non finirà fintantoché staremo nel nostro corpo (Rom 7). La via d’uscita è una sola: «Ma se Cristo è in voi, nonostante il corpo sia morto a causa del peccato, lo Spirito dà vita a causa della giustificazione» (Romani 8,10). {07-05-2010}

 

Contributo 3 (Michele Mascitti): Sì, Guerino, forse diciamo le stesse cose, ma in modo diverso. Infatti, tu dici: «Il cammino della santificazione è certamente un impegno che dovrebbe vedere tutti noi attenti e scrupolosi, questo sì»; hai colto nel segno. Perciò, andiamo al mare senza pregiudizi ma facciamo attenzione a noi stessi, a non lasciarci andare nei suggerimenti del maligno! {Michele Mascitti; 07-05-2010}

 

 

10. {Nicola Martella}

 

Contribuisco qui di seguito al dialogo fra Michele Mascitti e Guerino De Masi.

     A Matteo 18,9 si potrebbe rispondere con Luca 11,23ss: «La lampada del corpo è il tuo occhio; se l’occhio tuo è semplice, anche tutto il tuo corpo è luminoso; ma se è malvagio, anche il tuo corpo è tenebroso. Guarda dunque che la luce che è in te non sia tenebra. Se dunque il tuo corpo è tutto luminoso, non avendo alcuna parte tenebrosa, sarà tutto luminoso come quando la lampada t’illumina col suo raggio».

     Nell’uomo concupiscente la libidine è attiva di là da come l’altro è vestito. Chiaramente bisogna mantenere il decoro nei diversi contesti della vita e vestirsi in modo costumato, secondo come è accettabile nel dato contesto specifico (non ci si può vestire in ufficio come alla spiaggia!). Il corpo del concupiscente, però, diventa tenebre perché il suo occhio è malvagio, quindi indipendentemente da ciò che potrebbero mai fare gli altri. È il suo occhio che lo fa «cadere in peccato». Infatti, «ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo adesca» (Gcm 1,14). Certo, chi ha una forte libido e diventa rapidamente concupiscente, fa bene non frequentare contesti, dove prende velocemente fiamma.

     Chi ha l’occhio malvagio e ha necessità di cavarselo, è un fratello debole. Egli sarà in imbarazzo in certi contesti, a causa della debolezza della sua carne. In cose simili, si può applicare tale principio: «Io so e sono persuaso nel Signor Gesù che nessuna cosa è impura in se stessa; però se uno stima che una cosa è impura, per lui è impura… Tu, la convinzione che hai, tienila per te stesso dinanzi a Dio. Beato colui che non condanna se stesso in quello che approva… e tutto quello che non viene da convinzione è peccato» (Rm 14,14.22s).

     Proprio perché la concupiscenza esiste, è bene che ci si vesta in modo consono al diverso contesto, per non indurre i deboli in tentazione. Infatti, come per altri problemi simili, «nessuno di noi vive per se stesso, e nessuno muore per se stessociascun di noi renderà conto di se stesso a Dio» (Rm 14,7.12). In spiaggia ci si aspetta che la gente prenda il sole e si faccia il bagno. Come cristiano bisogna vestirsi in modo adeguato proprio per non essere «detonatore» inconsapevole per l’altrui dinamitarda concupiscenza. Per questa come per altre cose, è scritto: «Badate che questo vostro diritto non diventi un intoppo per i deboli» (1 Cor 8,9). Perciò, in cose in cui ci sono opinioni differenti, valga questo: «Non ci giudichiamo dunque più gli uni gli altri, ma giudicate piuttosto che non dovete porre pietra d’inciampo sulla via del fratello, né essergli occasione di caduta» (Rm 14,13).

 

 

11. {Saverio Esposito}

 

Contributo: Purtroppo devo esprimere la mia delusione sull’omissione delle risposte date alle affermazioni su Pietro e i sacerdoti! Non posso essere d’accordo nel pensare che Dio accetti la chiesa e il pastore in mutandine a mare. Assolutamente no! In molti siti ciò oggi è discusso, e molti sono d’accordo che questa è una legalizzazione della nudità. Mi dispiace, fratello Nicola, ma per una volta non sono d’accordo e preferirei che il mio commento non fosse omesso su «Fede controcorrente», ma che tu faccia come hai fatto con gli altri. Pace e scusate lo sfogo; ma Pietro provò vergogna e si gettò in mare per coprirsi! Il medesimo Spirito fa ciò con me; buon discernimento, se a voi v’invita a scoprirvi! {08-05-2010}

 

Osservazioni (Eleonora Parisi): Scusami, caro fratello, ma come detto da Martella e ribadito da altri, c’è modo e modo d’andare in spiaggia. Riguardo poi al pastore in mutandine, ti informo che oggi esistono i pantaloncini-boxer, e la stragrande maggioranza d’essi usa questi. Riguardo alle donne, esistono i costumi interi, e non vedo perché ciò dovrebbe offendere Dio... non mi sono mai personalmente sentita rimproverata dallo Spirito Santo, per andare in spiaggia. Ti assicuro che esistono scelleratezze all’interno di contesti cristiani, che vanno ben oltre. Riguardo al fatto che Martella omette i commenti, ti debbo dare ragione... Un saluto affettuoso a tutti. {08-05-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Saverio Esposito, con tutta la buona volontà, ho controllato tutte e tre le note che sulla mia bacheca di Facebook si occupano del soggetto «Abbigliamento da spiaggia» (un articolo e due temi) e non ho trovato il tuo nome; non ho neppure ricevuto una e-mail con tale nome. Se hai postato con altro nome e non hai firmato adeguatamente, non posso farci nulla; in ogni modo, controlla tutti i contributi in tale caso. Devo contraddire anche Eleonora Parisi, poiché io in genere non ometto nessun contributo, a meno che non corrisponda al buon senso e alla buona creanza, come è scritto nell’articolo sulle «Norme di fair-play», non sia firmato con nome e cognome o contenga solo ovvietà come «amen» in tutte le variazioni (p.es. ameeen!). Alcuni brevi contributi sono messi sotto l'etichetta «Vari e minimi», così anche quello di Eleonora Parisi.

     Anche per questo tema, tutti i contributi qualificati li ho riportati sul mio sito e a loro, dove era necessario, ho dato risposta. Ho risposto già diverse volte anche alla questione su Pietro e sui sacerdoti; verificare per credere. Quindi di che parliamo?

     Inoltre un tema rimane aperto sul sito fino quando non viene sostituito da un altro; l’articolo «Abbigliamento da spiaggia» è stato pubblicato l’01-05-2010 e, per venire incontro alle necessità dei lettori, l’ho fatto sopravvivere a tutt’oggi, cosa che è rara per una discussione. L’ultimo soggetto del mio sito s’intitola: «Lingue bibliche e l’errore dell’etimologia» (06-05-2010). Domani ce ne sarà uno nuovo. Aspetto un chiarimento.

 

 

12. {}

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Abbiglia_spiaggia2_Sh.htm

05-05-2010; Aggiornamento: 10-05-2010

 

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