Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

Etica

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PERCHÉ NON RICORRONO MAI GLI OMOSESSUALI

NEGLI EVANGELI?

 

 di Nicola Martella

 

Testimoniando ad alcuni gay, ho trovato chi mi hanno posto questo quesito: Perché nei Vangeli, libri unici dove Gesù vive e parla in prima persona, nelle situazioni narrate non s’incontra il peccato dell’omosessualità? Non posso nascondere d’essermi trovato in «difficoltà». Sarei grato se vorrete darmi una qualche delucidazione, così che possa confrontare la validità del mio pensiero in merito. Distintamente, Grazie. {Attilio Nina; 3 settembre 2009}

 

L’argomento del silenzio (gli Evangeli non parlano mai di omosessuali) può incantare solo chi non conosce profondamente la cultura giudaica d’allora. Esso è un argomento a doppio taglio per chi lo usa e come un boomerang ritorna indietro, colpendo il mandante.

 

1. Una questione già affrontata

     A tale questione ho già risposto sul sito «Fede controcorrente». Nell’articolo «Omosessualità quale fornicazione?», in cui mi confronto con Gianni Geraci, militante gay cristianizzato, la sua tesi è proprio questa: «Per quel che concerne l’omosessualità ho sempre osservato che Gesù, nel vangelo, non ne parla mai».

     A lui risposi quanto segue: — Quanto a Gesù, che non avrebbe mai parlato dell’omosessualità, egli come rabbino non doveva far altro che portare la giusta interpretazione della Torà. E questa era molto esplicita in merito. A quel tempo l’omosessualità non costituiva argomento di dibattito, poiché tale costume rappresentava un tale abominio nel giudaismo che i responsabili di ciò venivano lapidati. Al tempo dei Maccabei già l’esposizione della nudità in pubblico, durante i giochi ginnici imposti da Antioco Epifane, fece traboccare il vaso e innescò la rivolta. Quindi nessun alibi. La pratica omosessuale era considerata fornicazione. Gesù disse in merito: «Dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni. Queste sono le cose che contaminano l’uomo» (Mt 15,19s); Mc 7,20ss è anche più esplicito. Gesù considerava qualsiasi tipo di fornicazione, quindi anche la pratica omosessuale, una contaminazione della persona. — Fin qui quanto detto da me in tale articolo.

     Ribadisco una questione molto semplice. La cultura ebraica era paragonabile nell’etica d’allora a quella vigente oggigiorno, ad esempio, nell’Arabia Saudita o in Iran. Non erano solo gli adulteri a essere messi a morte per lapidazione (cfr. Gv 8,3ss), ma ogni tipo di fornicazione, specialmente quella omosessuale. Per questo gli omosessuali non ricorrono negli Evangeli né essi ebbero a che fare con Gesù. Chiunque si esponeva pubblicamente, firmava la sua condanna a morte.

 

2. Sodoma e Gomorra

     Inoltre Gesù ricordò il giudizio di Dio sul paese di Sodoma e di Gomorra (Mt 10,15), in cui veniva praticata l’omosessualità di massa (cfr. Genesi 19). Chiaramente Gesù fece riferimento al fatto che «il paese di Sodoma e di Gomorra, nel giorno del giudizio, sarà trattato con meno rigore di quella città» israelitica che avrebbe rifiutato l’Evangelo proclamato dagli apostoli allora (vv. 14s). Intanto però il giudizio storico c’era stato sull’intero paese di Sodoma e di Gomorra, e Gesù ricordò che «nel giorno che Lot uscì di Sodoma, piovve dal cielo fuoco e zolfo, che li fece tutti perire» (Lc 17,29). Giuda, tornando su di ciò, scrisse: «Nello stesso modo Sodoma e Gomorra e le città circonvicine, essendosi abbandonate alla fornicazione nella stessa maniera di costoro ed essendo andate dietro a vizi contro natura, sono poste come un esempio, portando la pena d’un fuoco eterno» (Gd 1,7; cfr. 2 Pt 2,6s).

     Il minor rigore su tale paese nel giudizio finale rispetto a quello che colpirà le città giudaiche, che hanno rifiutato l’Evangelo, è pur sempre un giudizio! (cfr. Mt 11,23s).

 

3. Perché quindi negli Evangeli non si parla mai di omosessuali?

     Oltre a quanto detto si consideri, in parte riassumendo, quanto segue. ▪ 1) L’omosessualità era compresa nel termine «fornicazione» (gr. porneia). ▪ 2) L’omosessualità era considerata uno dei peccati più odiosi, essendo contro natura. ▪ 3) Il forte controllo familiare e sociale della cultura ebraica faceva sì che chi avesse tendenze omofile, in genere le rimuovesse, le sublimasse o le esorcizzasse con un matrimonio; infatti ogni esposizione (spesso ogni sospetto di pratica omosessuale) esponeva i soggetti al giudizio del Sinedrio e, in caso affermativo, ciò significava per loro la fine mediante lapidazione pubblica. ▪ 4) Per le famiglie giudaiche era un obbrobrio scoprire di avere un figlio omosessuale ed era un’onta sociale, quando ciò veniva scoperto e denunciato dagli altri. Perciò le famiglie esercitavano un forte controllo sui loro membri, impedendo ogni pratica immorale. Nel caso che un loro membro praticasse tale fornicazione, era spesso la stessa famiglia a denunciare il loro familiare al Sinedrio, per evitare l’onta pubblica. ▪ 5) Inoltre c’era nei genitori una gran paura di essere espulsi dalla sinagoga a causa di ciò che praticava o diceva un figlio (Gv 9,20.23; cfr. 12,42). Ciò significava per loro di essere trattati dagli altri giudei come pagani, ossia come degli impuri, con cui nessuno voleva avere nulla a che fare. Ciò accadeva ad esempio ai pubblicani, ossia agli esattori delle tasse per conto dei Romani; dire pubblicani e peccatori era la stessa cosa (Mt 9,10s; 11,19; Lc 15,1).

 

4. Quando l’Evangelo arrivò tra i pagani

     Per cui il problema della pratica omosessuale non si poneva in Giuda e fra gli ebrei praticanti della diaspora. I missionari cristiani incontrarono tale pratica fra i pagani, specialmente fra i greci (cfr. Rm 1). Fu per questo che le epistole del NT si occuparono in particolar modo di tale questione. Qui Paolo, parlando ai pagani convertiti a Cristo, fece valere il principio del «tali eravate», menzionando pure fornicatori, adulteri, effeminati e sodomiti e aggiungendo quindi: «E tali eravate alcuni; ma siete stati lavati, ma siete stati santificati, ma siete stati giustificati nel nome del Signor Gesù Cristo, e mediante lo Spirito del Dio nostro» (1 Cor 6,9ss).

     L’omosessualità in tutte le sue varianti rimane un peccato di fornicazione e verrà giudicato come tale. Esso esclude dal regno di Dio (1 Cor 6,9; Ef 5,5) e destina al giudizio di un fuoco eterno (Ap 21,8).

 

Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998), gli articoli: «L’omosessualità», pp. 157-171; «Omosessualità, Bibbia e consulenza», pp. 172-184; «L’amicizia fra uomini», pp. 185-193.

 

Perché non ricorrono mai gli omosessuali negli Evangeli? Parliamone {Nicola Martella} (T)

Rapporto fra carisma e preparazione nella consulenza in campo sessuale {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Omosessuali_Evangeli_Avv.htm

03-09-2009; Aggiornamento: 26-02-2013

 

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