Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Cura pastorale

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In prima linea — Entrare nella breccia 1:

   Qui sono contenuti i principi di cura d’anime generale. Ecco le parti principali:
■ Gli aspetti generali
■ La consulenza
■ Gli aspetti dottrinali
■ I problemi della consulenza

 

Fare fronte — Entrare nella breccia 2:

   Si tratta della consulenza specifica al problema dell’occultismo. Eccole parti principali:
■ Consulenza specifica
■ Approfondimento delle problematiche
■ Aspetti critici
■ Fatti, casi ed eventi
■ Dizionarietto dei termini
■ Fogli d’analisi
■ Excursus: Rimostranze verso fratelli  

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

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RAPPORTO FRA CARISMA E PREPARAZIONE

NELLA CONSULENZA IN CAMPO SESSUALE

 

 a cura di Nicola Martella

Eravamo partiti dall’articolo «Perché non ricorrono mai gli omosessuali negli Evangeli?». Esso, però, per molti aspetti, ha preso tutta un’altra piega, diventando specialmente un confronto sulla cura pastorale, ossia una discussione sul rapporto fra «carisma» e «preparazione» adeguata nel delicato ambito della cura pastorale nei casi specifici del variegato e sensibile ambito  dell’omosessualità.

 

Tutto ciò ha mostrato due atteggiamenti di fondo: ▪ 1. Atteggiamento carismatico: il carisma è tutto, la preparazione è solo contorno, se non addirittura inutile. ▪ 2. Atteggiamento funzionale alla consulenza: la preparazione è tutto, sebbene un carisma specifico non sia inopportuno.

     Ho notato che nella discussione di «temi caldi» un gran ruolo hanno in proposito i seguenti elementi: la terminologia usata in modo differente, il livello culturale di riferimento che facilita o meno la comprensione delle questioni poste, la comprensione della problematica in tutti i suoi aspetti, l’assolutizzazione della propria opinione ed esperienza a unica verità, la capacità o meno di ascoltare e capire il punto di vista dell’altro. Temi del genere mostrano che non si sta rispondendo all’altro nel merito, dopo aver capito veramente il suo punto di vista, ma si sta parlando a prescindere, come se davanti si avesse «l’incarnazione» di un presunto male assoluto, che si cerca di combattere da tempo. Chiaramente ciò non aiuta nella comprensione globale del problema in discussione né a trovare soluzioni comuni. Non mi resta che mettere questo tema all’attenzione dei lettori, augurandomi che possa essere discusso senza ideologia e parzialità, ma con pacatezza e cognizione di causa.

     Per l’approfondimento sulla consulenza in campo sessuale, rimando al riguardo in «Disturbi e abusi (Sesso & affini 3)» ai seguenti articoli: «Sessualità e consulenza», pp. 5-12; «Le terapie della sessualità», pp. 13-21; «Atmosfera e contesto», pp. 22-26; «Omosessualità, Bibbia e consulenza», pp. 172-184; cfr. qui sul tema specifico anche: «L’omosessualità», pp. 157-171; «L’amicizia fra uomini» (pp. 185-193).

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Davide Marazzita

2. Guerino De Masi

3. Franco Sellan

4. Enzo D’Avanzo

5. Davide Marazzita

6. Enzo D’Avanzo

7. Edoardo Piacentini

8. Pietro Calenzo

9. Nicola Martella

10.

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Davide Marazzita}

 

Nota redazionale: Questo lettore ha reagito ai primi contributi di Enzo D’Avanzo e Edoardo Piacentini, che sono stati messi in un tema di discussione di prossima pubblicazione: «Perché non ricorrono mai gli omosessuali negli Evangeli? Parliamone».

 

Contributo: Pur condividendo il pensiero che la pratica omosessuale non è in linea con la dottrina biblica, considero però i commenti aggiunti alquanto omofobi. Si deve aver cura di affrontare il tema dell’omosessualità, utilizzando giusti pesi e misure. Se parlando dell’omosessualità, si cita spesso la legge levitica, allora la si deve citare, e magari applicare, anche per tutto il resto, trasgressione del sabato compreso; se si cita la legge neotestamentaria (1 Corinzi 6,9-10), allora bisogna perseguire allo steso modo anche gli avari, gli oltraggiatori, che mai hanno ricevuto condanne o persecuzione, e di cui le chiese cristiane sono piene. {27-12-2012}

 

Nicola Martella: Si legga l’intero articolo sul sito, che è quello la base di discussione. Inoltre, nella «legge di Cristo» (NT) l’omosessualità è posto giustamente in cataloghi, che comprendono altre cose; bisogna essere rigorosi verso tutto ciò, che essi contengono, omosessualità, pederastia e pedofilia comprese.

 

Salvatore Paone: Davide Marazzita, è molto facile fare un parallelo tra Nuovo e Antico Testamento, facendo capire che se prendiamo precetti dall’antico e li riportiamo nel nuovo, dovremmo farlo per tutto. Vorrei solo dire che: il peccato era un male nell’AT ed è altrettanto un male anche nel NT, con l’unica e grande differenza, ossia che Cristo ha pagato per il peccato e dona la possibilità a tutti gli uomini compreso gli omosessuali di ravvedersi e abbandonare il peccato, senza compiere la legge. {27-12-2012}

 

Donato Sortino: Esatto, Salvatore, e comunque ciò, che si deve «seguire» dell’Antico Testamento, è un problema già affrontato nella Bibbia, dove a parte il fatto che l’omosessualità è menzionata più volte dall’apostolo Paolo, viene anche detto: «Poiché allo Spirito Santo e a noi è parso bene di non aggiungervi nessun altro peso, eccetto queste cose necessarie: che vi asteniate dalle cose sacrificate agli idoli e dal sangue e da ciò che è strangolato e dalla fornicazione» (Atti 15,28). Qui gli apostoli avevano affrontato la questione della circoncisione, facendo comunque capire che, come hai detto tu, «tutti gli altri pesi» sono stati assolti dal Cristo con il suo sacrificio. {26-12-2012}

 

Nicola Martella: Anche nel concilio di Gerusalemme (At 15), la «fornicazione» di qualsiasi tipo (omosessuale, eterosessuale) rimaneva cosa estranea alla vita dei credenti biblici. La stessa cosa viene spesso ribadita anche in altri brani e contesti.

 

Edoardo Piacentini: I commenti sembrano omofobi, perché l’argomento trattato è l’omosessualità, che la Bibbia condanna sia nell’AT sia nel NT, ma se avessimo trattato l’avarizia o la maldicenza avremmo citato gli stessi versetti del NT e saremmo giunti alle stesse conclusioni. Pace {27-12-2012}

 

 

2. {Guerino De Masi}

 

Contributo: Capisco le reazioni, ma credo di «intuire» l’allarme di Davide (mio nipote!). Non oso pensare a un’altra motivazione, se non quella d’essere attenti e moderati nei giudizi che, se frettolosi, possono portare a cadere dall’altra parte della cavalcatura! L’omosessualità come l’eterosessualità intese come fornicazione vanno sì considerate peccaminose e con, a mio modesto parere, un’aggravante specifica perché il corpo è «tempio dello Spirito Santo», diceva Paolo ai Corinzi. È certamente intenzione diabolica voler equiparare la coppia omosessuale a quella eterosessuale. Detto ciò, non è omofobia chiamare peccato l’omosessualità. Non è altresì errato chiedere moderazione, almeno per coerenza quando le nostre posizioni diventano «morbide» di fronte alle cose di cui parla Davide Marazzita {27-12-2012}

 

Davide Marazzita: Era proprio quello, che volevo dire; e mi sembra di aver proprio scritto all’inizio che la pratica omosessuale non è in linea con i principi biblici, in altre parole, è peccato. Ma l’omofobia è anch’essa peccato; e porre l’accento sempre e solo sul peccato sessuale ne è una dimostrazione chiara, sopratutto quando non si evidenziano le chiare lacune peccaminose di tanti altri comportamenti che, stranamente, mai vengono utilizzati nelle svariate discussioni.

     Per tornare al testo iniziale, come il buon Nicola ci ricorda, è altresì vero che la Bibbia intera non cita mai espressamente che l’aborto sia un abominio, anche se era una pratica in uso sia tra gli antichi egizi che in tutto il Medio Oriente. Si può allora affermare che l’aborto sia una pratica lecita solo perché non è mai citata nella Bibbia come trasgressione alla legge? Anche l’uso di stupefacenti non è citato, quindi si può tranquillamente fare uso di droghe? Sansone a Gaza andò con una prostituta, senza che gli fosse imputato come peccato, semmai l’aver svelato il segreto della sua forza; pertanto è lecito andare con le prostitute? Ricordiamoci che la Bibbia ci fornisce i principi per affrontare tutte le tematiche del secolo corrente e non una risposta a ogni quesito, anzi, la sua male interpretazione è stata ed è oggetto di sofferenza e in alcuni casi anche di violenza inaudita. {28-12-2012}

 

Nicola Martella: Di là dalle ragioni di Davide Marazzita, mi preme far notare quanto segue sui contenuti asseriti. L’aborto in Israele non viene considerato nella legislazione, probabilmente per il semplice fatto che non era ricorrente; il problema, che affannava tante donne, era, al contrario, la sterilità e la minaccia di aborto spontaneo (anche per gli animali; Gn 31,28; Gb 21,10), da cui derivava la sopravvivenza. «Nel tuo paese non ci sarà donna, che abortisca, né donna sterile» (Es 23,26; cfr. Os 9,14). ● Quanto a stupefacenti e droghe, non conosciuti dall’antico Israele, si applica il principio dal minore al maggiore: se l’uso di alcolici è disapprovato nella Bibbia (Pr 20,1; Is 5,11.22), quanto più lo sono le altre droghe più devastanti? ● Quanto a Sansone, il libro dei Giudici narrò delle storie, non facendo la morale ai suoi personaggi; al riguardo bastava la legge, che sulla prostituzione diceva cose ben precise (Lv 19,29; 21,9; Dt 22,21; 23,17).

 

 

3. {Franco Sellan}

 

Contributo: Sono d’accordo sul fatto che [l’omosessualità] sia un peccato, ma come spesso accade per altri argomenti, un errore che si fa, è quello di non pensare, cercare, trovare anche un modo per affrontare tali argomenti con l’obiettivo di aiutare chi si trova in tali situazioni; ma purtroppo noto che come credenti nel 99% dei casi siamo impreparati o non vogliamo prepararci. L’argomento parte da un credente che testimonia a dei gay, perciò sarebbe positivo portare l’argomento, ma sopratutto dimostrare il desiderio di essere d’aiuto e non solo dare risposte dottrinali. Quanto siamo pronti e preparati oggi in vista di una presenza sempre maggiore di queste situazioni, che ci potranno essere nelle nostre chiese? {28-12-2012}

 

Nicola Martella: Franco Sellan, grazie del contributo. L’articolo completo è articolato (e sul sito ce ne sono anche altri). In ogni modo, esso è stato messo qui per il confronto e la discussione, proprio perché ognuno contribuisca con le sue capacità e competenze. Fra il non avere nulla da dire su tale argomento (o dire spropositi) e mostrare risposte dottrinali, preferisco queste ultime; e questo sebbene il prodotto si possa sempre migliorare con aspetti pastorali. All’inizio di questo tema ho indicato dove ho affrontato gli aspetti pastorali sulla sessualità in genere e sull’omosessualità in particolare.

     Ora, tu, oltre a dirci che «nel 99% dei casi siamo impreparati o non vogliamo prepararci», come puoi contribuire tu qui per «sopratutto dimostrare il desiderio di essere d’aiuto»? Se hai un contributo specifico in merito, sarà certamente apprezzato da me e dagli altri.

 

Franco Sellan: Il primo contributo sarebbe quello di prepararci, affrontando l’argomento nelle chiese con l’obiettivo dell’aiuto e non solo quello del sapere (che è giusto) se è un peccato oppure no, magari invitando persone preparate seriamente su questo argomento. È necessaria una preparazione personale e di chiesa; sarebbe sopratutto prepararci come consulenti cristiani per affrontare persone che hanno questo o altri problemi molto particolari, che necessitano di una preparazione particolare, al fine di guidarli verso il Signore, l’unico in grado d’intervenire in queste situazioni molto delicate. {28-12-2012}

 

Nicola Martella: Sinceramente, oltre al verbo «preparar(si)» e alla necessità di ascoltare qualche esperto al riguardo, di cui si ha giustamente necessità, per affrontare tali casi particolari, di indicazioni concrete non ne ho viste neppure da Franco Sellan. Che dobbiamo estendere il ventilato 99% a qualche decimale ancora?

 

 

4. {Enzo D’Avanzo}

 

Contributo: Vedi come è facile scadere, caro Franco Sellan, qua c’e poco da discutere il peccato è peccato, la redenzione è vita nuova, tagliare con il vecchio e fare posto al nuovo: stop, fine delle argomentazioni. Si scade dalla verità, quando si vuole argomentare, cercare di capire, fare i consulenti; ma dove è scritto che noi dobbiamo fare i consulenti, essere preparati? Noi dobbiamo avere pietà del peccatore, ma non aiutare il peccatore a continuare a peccare. I gay se vogliono la salvezza, devono smettere di essere gay. Nella mia comunità dove Dio mi ha dato grazia di essere il conduttore, ho un ex-gay convertito, che si e sposato; ed egli dichiara che era solo vizio carnale, essere gay gli piaceva, e non esiste altra motivazione. Quindi non ho fatto nessuna consulenza, ho detto solo: «Taglia con il passato». {28-12-2012}

 

Franco Sellan: Ora, capisco meglio perché il 99% non è preparato, ma sopratutto non vuole prepararsi. {28-12-2012}

 

Enzo D’Avanzo: Franco Sellan, ma che intendi per prepararsi? Se mi dai una delucidazione in merito, mi potrà aiutare a far capire meglio. {28-12-2012}

 

Franco Sellan: Prima cosa ho detto che è giusto affermare e ribadire che l’omosessualità è un peccato. Il prepararsi intendo nel campo della consulenza cristiana, per essere pronti a sapere come aiutare chi ha questi e altri problemi particolari simili, per poterne uscire guidati da Dio. {28-12-2012}

 

Nicola Martella: Si fa sempre male di attribuire agli altri, come ha fatto Enzo D’Avanzo, ciò che essi non hanno affermato. Che gli omosessuali (come tutti gli altri) necessitino di redenzione e di cambiare mentalità e stile di vita, tagliando col passato, è vero (cfr. 1 Cor 6,9ss). Tuttavia, affermare ciò, non sta in contraddizione con la capacità di capire quali siano i problemi di base di chi cerca aiuto, né con la necessità di prepararsi per affrontare al meglio una consulenza specifica. Inoltre, definire la consulenza una serie di «sedute para-pischiche» (che saranno mai?), è inaudito e così si mostra di non essere sufficientemente informato sulla «consulenza cristiana», di cui Franco Sellan parlava. La «consulenza cristiana» trae i suoi principi dalla Bibbia e cerca di applicare quelli nell’accertamento del problema reale e nel modo di dare un aiuto concreto a tale questione specifica, qualunque essa sia; poi, fede e preghiera sono elementi basilari di tale pastorale biblica. È evidente che parlare a un alcolista, a un pedofilo, a un giocatore d’azzardo e a un demonizzato richiede una preparazione specifica al problema.

     Dov’è scritto che bisogna prepararsi per fare i consulenti? Enzo D’Avanzo ha mostrato troppa fretta e concitazione, e avrebbe fatto meglio a investigare la Parola, prima di parlare così. Nel NT esiste una funzione ministeriale specifica, quella dei «pasturanti e docenti» (poiménes «mandriani, pastori» e didáskaloi «insegnanti»; Ef 4,11), i quali contribuiscono insieme ad altri ministeri al «perfezionamento dei santi, per l’opera del servizio, per la edificazione del corpo di Cristo» (v. 12). Il consulente è tale: pasturante e insegnante allo stesso tempo; egli vuole curare secondo il bisogno e istruire secondo il problema specifico. A ogni funzione ministeriale corrisponde un carisma (azione di grazia). Non basta averlo ricevuto, ma bisogna studiarsi di non trascurarlo (1 Tm 4,14), ma bisogna curarlo e badare, perseverando, per essere di salvaguardia per se stesso e gli altri (vv. 15s). Il dono di Dio è da rinfocolare (2 Tm 1,6); ciò avviene praticandolo e preparandosi. Così si acquisisce il discernimento, «i sensi esercitati a discernere il bene e il male» (Eb 5,14). Viene ricordata la necessità di usare ogni premura personale nell’aggiungere alla fede il saper fare (aretē «talento, virtù») e a questo la conoscenza e altro (2 Pt 1,5s).

     Quindi, sapere che cosa dire a chi è traviato da uno stile di vita peccaminoso e la preparazione adeguata nel farlo al meglio non sono in contrapposizione, ma al contrario sono ambedue auspicabili.

     D’altra parte, ciò che noto in Franco Sellan è il fatto che affermi giustamente che bisogna prepararsi per tale consulenza specifica al problema dell’omosessualità. Tuttavia, visto che è stato lui a gettare la pietra nello stagno, noto che egli rimane sul vago, non esplicando che cosa farebbe lui di concreto, qualora dovesse parlare in senso pastorale con un omosessuale, che cerca aiuto. Se ciò è già avvenuto, qual è stato il suo procedimento? E quali sono stati le difficoltà di percorso e i risultati?

 

 

5. {Davide Marazzita}

 

Contributo: Caro Franco Sellan, c’è troppa religione e troppa ignoranza, che oscura la mente. Caro Enzo D’Avanzo, l’omosessualità è un tema molto vasto che non si può affrontare solo a suon di versetti biblici interpretati e manipolati. Abbiamo tutti affermato che la pratica omosessuale è un peccato, ma come lo sono anche altri molteplici comportamenti, che distruggono il corpo e l’anima (alcool, tabagismo, dipendenza sessuale). Ed essere preparati significa conoscere anche sul piano culturale, scientifico, storico e sociale, oltre che biblico, cosa sia l’omosessualità. Nicola Martella ne da un assaggio nelle sue pubblicazioni, e a noi resta il dovere di ampliare la conoscenza. Ma guai a usare pesi e misure diversi, a secondo del nostro retaggio e della nostra interpretazione. A me sembra di capire che la salvezza biblica non sia determinata da cosa si fa o non si fa, ma solo dalla fede, e le opere devono servire solo a dimostrare ciò, che si è, e mai a determinare chi siamo. {28-12-2012}

 

Nicola Martella: Di là dal fatto che ci sia effettivamente ignoranza in certi settori dell’azione dei cristiani, Davide Marazzita, non mi sembra giusto adombrare qui il sospetto di manipolazione di versetti riguardo al tema dell’omosessualità, senza citare il caso concreto. È vero che ci sono molti altri comportamenti distruttivi, ma ciò non sminuisce il problema dell’omosessualità né la fa pareggiare. Altrove abbiamo parlato anche di altri temi etici. [► Etica] Tuttavia, non si può sminuire la realtà di un problema (p.es. l’alcolismo), solo perché ce ne sono degli altri (p.es. dipendenza da cibo o da gioco, sessualità compulsiva…).

     È vero che una conoscenza a 360 gradi di una problematica, quindi una certa competenza, aiuta ad affrontarla meglio nel concreto.

     Infine, è inaccettabile, biblicamente parlando, la differenza fra l’essere e il fare; tale dicotomia umanistica non esiste nella Bibbia. Qui uno è ciò, che fa. Ecco l’insegnamento di Giovanni Battista: «Ogni albero, dunque, che non fa buon frutto, sta per esser tagliato e gettato nel fuoco» (Mt 3,10; cfr. Gesù in Mt 7,17-21). Ecco l’insegnamento di Gesù «Dal frutto si conosce l’albero» (Mt 12,33). «Voi li riconoscerete dai loro frutti» (Mt 7,16.20).

     Il carisma della fede e la competenza specifica (sapienza, ebr. chokmah «ordine, perizia») non solo non sono in contraddizione, ma assolutamente auspicabili entrambi.

     ■ Il carisma della fede senza competenza specifica (qui competenza pastorale alla questione specifica, p.es. etica sessuale, occultismo, depressione...) ricalca questo detto a me caro: «Chi ha un martello in mano, vede tutto come chiodi». Allora si vorrà cacciare il «demone» del fumo, dell’anoressia, ecc.

     ■ La competenza specifica senza la fede nelle possibilità di Dio illude che si possa capire tutto e risolvere tutto mediante la propria professionalità e la propria esperienza.

 

La cura pastorale è un «evento pneumatico», in cui la competenza specifica e la guida dello Spirito agiscono insieme in modo misterioso e meraviglioso. Egli porta il curatore d’anime a «intuire» spesso, che il problema vero sta dietro alla «maschera» di ciò, che l’altro dice, e a chiedere in tale direzione.

 

Edoardo Piacentini: La verità va detta con chiarezza e fermezza, mentre la consulenza pastorale subentra dopo che il neofita omosessuale, avendo conosciuto la verità e avendola accettata nel suo cuore, incontra delle difficoltà nel cambiare stile di vita. Ecco un esempio: di solito l’effeminato, che per una vita intera ha creduto di essere una donna, che viveva in un corpo di un uomo, quando comprende che Dio lo ha creato uomo e decide di cambiare vita, deve innanzi tutto cominciare a lavorare sulla sua mente, abituata a pensare al femminile. Questo cambiamento non è facile, soprattutto se l’omosessuale non è giovanissimo; e un padre spirituale amorevole — che lo aiuta non solo in preghiera, ma anche ascoltando le sue difficoltà e incoraggiandolo a essere determinato nel suo desiderio di piacere a Dio — può essere un aiuto prezioso per lui. Dio ci benedica {28-12-2012}

 

Nicola Martella: Ciò che afferma Edoardo Piacentini, è degno di nota. L’unico elemento contestabile da parte di chi fa consulenza biblica da decenni e ha scritto in merito, è l’affermazione che la consulenza pastorale subentrerebbe dopo che la persona con problemi abbia accettato la verità. Esiste una cura d’anime preventiva e una accompagnatrice. La cura d’anime precorritrice comprende il problema specifico (qualunque esso sia), dà risposte bibliche (e razionali) a quest’ultimo, aiuta a rimuove i pregiudizi alla fede e gli ostacoli per la metanoia (mutamento di mentalità) e conduce alla conversione. La consulenza curatrice accompagna il neofita nel processo di santificazione e, quindi, di mutamento dello stile di vita.

 

 

6. {Enzo D’Avanzo}

 

Contributo: Martella, mi trovo d’accordo almeno sul piano della fede: chi ha il carisma dallo Spirito Santo, non pone altro, è guidato da Dio, e non servono preparazioni ministeriali; ha il dono, basta quello. Per gli altri non parlo nemmeno, condivido quanto detto dal caro amico e compagno d’opera, Piacentini. {28-12-2012}

 

Franco Sellan: «Non servono preparazioni»? Ribadisco che capisco ancora di più sul famoso 99%. {28-12-2012}

 

Edoardo Piacentini: Non serve la preparazione scolastica, perché il servo di Dio, che è stato chiamato dal Signore a svolgere un ministero, è guidato e potenziato dallo Spirito Santo. Egli deve essere preparato nelle Scritture, e sarà discepolo fino alla fine dei suoi giorni, «perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte» (1 Corinzi 13,9); ma avrà da Dio tutte quelle capacità e idoneità necessarie per svolgere il ministero, che ha ricevuto dall’Alto, a favore di coloro, che gli sono stati affidati dal Signore stesso. Mi rendo conto che chi non conosce Dio, riterrà assurdo quello, che sto scrivendo, ma «è Lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso Colui che è il capo, cioè Cristo. Da Lui tutto il corpo ben collegato e ben connesso mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare se stesso nell’amore» (Efesini 4,11-16). {28-12-2012}

 

Franco Sellan: Ho affermato forse che preparazione scolastica significa solo una preparazione al di fuori delle Scritture? Mi sembra di no, prepararsi tramite la Scritture, è comunque una preparazione che avviene anche nell’ambito della consulenza cristiana. Mi sembra che da come viene esposta la cosa, basta un dono automatico senza alcuna preparazione; è questo che mi preoccupa. {28-12-2012}

 

Enzo D’Avanzo: Franco Sellan, non ed esatto quello che dici. Chi ha un dono, è dotato; Dio non è sprovveduto. Gli stessi apostoli non era uomini di lettere a eccezioni di Paolo.

     Per quando mi riguarda, e lo dico personalmente per me, senza dubbio Dio m’illumina di continuo e m’ispira a fare cose che, senza il suo dono, non potrei fare e né argomentare. Riconosco su di me il dono di Dio, di cui ha parlato Martella. {28-12-2012}

 

Franco Sellan: Non ho affermato che non si può avere un dono, ma ho ripreso quanto scritto da Edoardo, ossia che si «deve essere preparato nelle Scritture», ribadendo che ciò avviene anche nella preparazione alla consulenza cristiana. Perciò, il dono ci può essere, ma potrebbe non bastare, se non viene coltivato con la preparazione. Ribadisco, non ho detto che basta solo la preparazione o che escludo i doni. {28-12-2012}

 

Nicola Martella: A Enzo D’Avanzo faccio notare nuovamente che è sbagliato attribuire agli altri ciò, che non hanno espressamente affermato. Inoltre, non è sensato far valere il proprio punto di vista, negando quello altrui. E questo tanto più che Franco Sellan ha affermato che carisma e preparazione biblica non sono in contraddizione.

     Inoltre, è assolutamente sbagliato affermare che «gli stessi apostoli non era uomini di lettere a eccezioni di Paolo». Questo è un luogo comune, per di più sbagliato. Il Sinedrio disse solo di Pietro e Giovanni che erano «popolani senza istruzione» (At 4,13). Non si può dire ciò, ad esempio, di Matteo, che era un esattore di tasse, né di Natanaele, che ben conosceva le Scritture (Gv 1,45ss). Inoltre non è un caso che Paolo, che godette di una buona preparazione scolastica nelle Scritture, abbia scritto la maggior parte del NT. Paolo tenne una vera e propria scuola biblica ante litteram in Efeso, per due anni, nella scuola di un filosofo locale, per istruire i credenti e non-credenti dell’intera area geografica nella parola del Signore (At 19,9s).

     Lo stesso dicasi di Mosè, che scrisse la Torà e diede leggi a Israele (Mt 19,7; Mc 10,3; Lc 5,14; Gv 8,5). Chiaramente il Signore dovette purgare la conoscenza di Paolo e di Mosè nel deserto e chiamarli al servizio, ma la loro capacità di studio e il loro carisma si corroborarono a vicenda. Quindi, nessun alibi per la «santa ignoranza»! Lo stesso Mosè, pur avendo istruzione e carisma, stava procedendo in modo errato nella conduzione e nel management del popolo di Dio e dovette imparare un’importante lezione dal suocero (quindi un non Ebreo; Es 18,13ss.17ss).

 

 

7. {Edoardo Piacentini}

 

Contributo: La prima caratteristica che possiede un servo di Dio, chiamato al ministero cristiano, è la passione per lo studio e la meditazione della Parola di Dio, attraverso la quale riceve quella preparazione idonea, che gli necessita per svolgere il compito, che ha ricevuto dal Signore. Teniamo presente che la parola di Dio «è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a due tagli e penetra fino alla divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla, ed è in grado di giudicare i pensieri e le intenzioni del cuore» (Ebrei 4,12), per cui non si limita a fornire nozioni e conoscenza, ma è potente a cambiare e trasformare i cuori di coloro, che la amano e si nutrono di essa. Credo, comunque, che stiamo dicendo tutti la stessa cosa. {28-12-2012}

 

Davide Marazzita: No, mi spiace, non diciamo la stessa cosa! Si è tanto lontani dal tema iniziale, proprio perché manca la capacità intellettuale di restare sul tema senza divagazioni; e questo è un chiaro sintomo d’ignoranza. Il tema è: «Perché non ricorrono mai gli omosessuali negli Evangeli?». Se siamo capaci di discutere, restando nel tema, allora daremo dimostrazione di capacità intellettuale. La materia grigia, racchiusa nella scatola cranica, è dono di Dio, e l’uomo di Dio ha il dovere di utilizzarlo al meglio, soprattutto l’uomo e la donna di Dio. {28-12-2012}

 

Donato Sortino: Scusa se ti contraddico, ma la prima caratteristica è l’amore, perché sbaglio o è scritto che la sapienza gonfia, ma l’amore edifica? (1 Cor 8,1). Un vero servo di Dio si riconosce prima di tutto, non dal far miracoli o dal conoscere la Bibbia a memoria, ma dall’amore che ha verso gli altri (Gv 13,35). {28-12-2012}

 

Edoardo Piacentini: Sono d’accordo con te, caro Donato, e poi non è educato e nemmeno cristiano parlare di materia grigia e d’ignoranza, rivolgendosi a un interlocutore, che nemmeno si conosce personalmente. Se la discussione si amplia ed evolve e si toccano degli argomenti, che non sono strettamente quelli proposti dal tema introduttivo, non è una sintomo d’ignoranza o una divagazione dal tema, ma piuttosto di capacità di discutere anche su altri aspetti, tenendo sempre presente l’argomento, che si sta trattando; e ciò anche considerando che l’intervento introduttivo di Nicola Martella è più che esaustivo e nessuno, e ribadisco nessuno, ha saputo aggiungere altro, anche chi si sente intellettualmente superiore agli altri. {28-12-2012}

 

Nicola Martella: A Donato Sortino faccio presente che l’amore per il prossimo e l’amore per la verità (2 Ts 2,10) non si devono scindere. A ciò si aggiunga che la purificazione delle proprie anime (= persone) con «l’ubbidienza alla verità» permette di arrivare a un «amore fraterno non finto», accorato e intenso (1 Pt 1,22; 2 Gv 1,1; 3 Gv 1,1). Edoardo Piacentini non ha parlato della prima virtù cristiana, ma della «prima caratteristica, che possiede un servo di Dio», per svolgere quindi il suo ministero. Tra i prerequisiti del conduttore l’amore non viene menzionato, perché premesso come virtù cristiana, ma viene menzionato il fatto che egli sia capace di insegnare (non solo predicare; 1 Tm 3,2; 2,24). Quindi, l’amore per la verità si mostra nella passione per lo studio della Parola di Dio (2 Tm 2,15). Solo così si sarà capace di affidare le cose udite o studiate a «uomini fedeli, i quali siano capaci d’insegnarle anche ad altri» v. 2; cfr. Ef 4,21).

 

Davide Marazzita: L’intervento del sig. Edoardo Piacentini mostra chiaramente come la conoscenza del fenomeno omosessuale sia limitata. Non voglio offendere nessuno, ma ribadisco che regna l’ignoranza più totale, e si vuole giustificare la propria ignoranza con brani biblici e stereotipi evangelici. Cogliamo invece l’incoraggiamento e l’occasione a istruirci di più e offenderci meno. {04-01-2013}

 

Nicola Martella: Davide Marazzita, tu affermi che la conoscenza del fenomeno omosessuale di Edoardo Piacentini sarebbe limitata e che addirittura regnerebbe «l’ignoranza più totale». Ciò stride con l’appello finale a «offenderci meno». Perché non c’illumini tu in merito al fenomeno dell’omosessualità, visto che dovresti esserne esperto, per dire cose del genere?! Finora, però, un vero contributo illuminante in merito da parte tua non l’ho visto ancora. Arriverà mai?

 

Edoardo Piacentini: Io non parlerei d’ignoranza o di conoscenza limitata, perché in circa 40 anni di ministero un po’ di esperienza sul campo lo abbiamo anche acquisita... In questi anni, molti omosessuali maschi e femmine si sono avvicinati all’Evangelo e oggi sono padri e madri felici, essendosi riappropriati della sessualità, che Dio aveva loro donato alla nascita. Certamente, il nostro atteggiamento come comunità e in particolare il mio, come pastore, è stato alquanto amorevole e paziente, lasciando a essi il tempo necessario per maturare la decisione di cambiare vita, e hanno trovato negli altri credenti tutta la comprensione e l’incoraggiamento necessario, per giungere a una non facile decisione, ma indispensabile, se si desidera davvero piacere a Dio. Oggi, sono in molti a lodare e ringraziare il Signore per la liberazione ricevuta e per la cara fratellanza, che essi hanno trovato nel loro cammino verso il cielo. Se non si fosse insegnata la verità su questo argomento, molti di essi sarebbero ancora nel problema, e poco importa se la società è solidale con loro, quando sono in gioco valori di vita eterna e quando la qualità della vita è scadente. La lesbica è una donna come le altre donne, e troverà la sua realizzazione di donna solo quando sarà accanto a un uomo amorevole, che si prede cura di lei e, soprattutto, quando stringerà tra le sue braccia un figlio, che è stato concepito in lei e che ha portato nel suo grembo. L’effeminato è un uomo come gli altri uomini, e si realizzerà come uomo solo formando una famiglia con la compagna fedele e devota che Dio gli darà, e provando la gioia immensa della paternità, potendo guardare i figli nel volto e scoprire in essi i suoi tratti somatici, che testimoniano che essi sono nati dai suoi lombi. E poi, ogni creatura di Dio prova gioia e si realizza nell’educare i figli a giustizia, quando li accoglie tra le sue braccia, gioisce per loro e soffre con loro, supplica Dio quando si trovano in qualche problema, lo ringrazia quando la vita sorride a essi, quando diventerà nonno un giorno e vede continuare la propria stirpe, che una falsa cultura e l’inganno di satana gli aveva impedito di realizzare. {05-01-2013}

 

Gianpirro Venturini: Condivido questa nota pastorale positiva e biblica. Grazie, Edoardo. {05-01-2013}

 

 

8. {Pietro Calenzo}

 

Carissimo Nicola, a mio parere, il carisma è propedeutico, la conoscenza di altri contributi o strumenti è complementare. Senza dubbio in molti casi, questi ultimi, sono necessari. Nella cura pastorale riguardo all’etica cristiana nell’ambito della sfera della sessualità e oltre riterrei utile che anche le mogli degli anziani o dei pastori abbiano a studiare e meditare tali argomenti, per garantire alle sorelle, che lo chiedessero, un più confidenziale approccio a vari aspetti, che a volte sono estremamente delicati. In tal modo, la cura pastorale del ministro di Dio, diverrebbe, forse, più focalizzata. {05-01-2013}

 

 

9. {Nicola Martella}

 

Contributo: A conclusione di questo tema di discussione, torno a ripete quanto segue. Un carisma (azione della grazia) o un dono (regalo divino) si riceve dal Signore, ma poi bisogna «rinfocolarlo» (2 Tm 1,6). Non a caso Paolo ingiunse a Timoteo: «Studiati di» o «esercitati di». Al riguardo gli intendeva anche lo studio della Parola di Dio (2 Tm 2,15 «parola della verità», che non rende operai confusi). «Ogni Scrittura ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona» (2 Tm 3,16s).

     Quindi, non si fa bene a contrapporre un carisma allo studio della Parola. Un carisma senza lo studio della Parola può rendere esaltati e, non di rado, faziosi e intransigenti. Lo studio della Parola fine a se stesso senza l’esercizio dei carismi e il servizio può rendere sterili e apatici e, non di rado, inservibili e intellettualmente presuntuosi.

     Perciò, chi vuole aiutare efficacemente gli altri, ha bisogno sia del carisma necessario per essere «pastore e insegnante» (Ef 4,11), sia della preparazione confacente, che viene data sia dall’insegnamento altrui (1 Tm 2,2), sia dallo studio personale (v. 15).

 

Aniello de Luca: Ma qual è l’argomento da trattare? L’omosessualità non nominata negli evangeli o i doni dello Spirito e lo studio della Parola? Non si capisce? {29-12-2012}

 

Nicola Martella: Il tema si evince dalla lettura dell’articolo di base, il cui titolo è rimasto invariato: « Perché non ricorrono mai gli omosessuali negli Evangeli?». La divagazione sulla necessità della cura pastorale e sul rapporto fra carisma e preparazione inerente al problema dell’omosessualità (e di altre questioni specifiche), è stato importante, al fine di togliere alcune nebbie cerebrali, spirituali e morali. Tuttavia, ora si può tornare ad affrontare il tema maestro sia come argomento in sé, sia come questione pastorale.

 

 

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Rapporto fra carisma e preparazione nella consulenza in campo sessuale {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Caris_prepara_consul_EnB.htm

03-01-2013; Aggiornamento: 26-02-2013 

 

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