Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Offensiva intorno a Gesù 1

 

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«Chi dice la gente ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 1: È ciò che dicono gli altri su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nei mass-media
■ Gesù fra teologia e filosofia
■ Gesù fra filosofia e ideologia
■ Gesù fra ideologie e religioni
■ Excursus: La via che porta a Dio

 

«E voi, chi dite ch’io sia?» — Offensiva intorno a Gesù 2: È ciò che la Bibbia dice su Gesù.

Ecco le parti principali:
■ Gesù nella Bibbia e nella storia
■ La questione giudaica
■ Aspetti conclusivi (Gesù e le donne, Il Gesù sacramentale, Interrogativi)
■ Dizionarietto dei termini

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 Offensiva intorno a Gesù 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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I GAY DICONO CHE ANCHE GESÙ

E ALCUNI APOSTOLI FOSSERO TALI 1

 

 di Nicola Martella

 

1. Entriamo in tema

2. Morton Smith

3. Theodore Jennings

 

Clicca sulle frecce iniziali per andare avanti e indietro.

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Nei siti gay viene asserito che Gesù e alcuni suoi apostoli fossero gay. Questa tesi viene portata avanti da ex-pastori episcopali e metodisti, i quali inventano eresie e bestemmie, alterando gravemente la verità annunciata nelle Sacre Scritture. Ecco qui di seguito alcuni esempi. Le seguenti tesi sono tratte dall’articolo di Matt Johns dal titolo «Was Jesus Gay?» [Gesù era gay?], apparso nel 2003 su www.365gay.com, che si vanta d’essere «America’s most read gay news»; cercherete invano tale pagina su tale opera della 365GayMedia, essendo stata stranamente rimossa, essa si trova però altrove, ad esempio qui.

     Si afferma che un gruppo crescente degli importanti biblisti crede che Gesù possa avere avuto almeno una relazione sentimentale con un altro maschio. Secondo i teologi metodisti Theodore Jennings e Morton Smith, sarebbe una prova indiscutibile che Gesù fosse almeno bisessuale. Rollan McCleary dell’università del Queensland (Australia) sostiene d’aver scoperto che almeno tre dei discepoli di Gesù fossero gay.

     Con le loro tesi, tali autori hanno tratto solo sangue dalle rape e venduto mera aria fritta? C’è qualcosa di vero in tutto ciò? Oppure è il prodotto di menti ideologicamente sessualizzate in senso omosessuale?

 

 

2.  MORTON SMITH: Il «Vangelo segreto di Marco», conosciuto anche come «Marco segreto», è il nome dato alla porzione d’un documento che Morton Smith (1911-1991), famoso e controverso storico della Chiesa, affermava d’aver scoperta e fotografata nel 1958 durante un viaggio al convento di Mar Saba, situato presso a Gerusalemme. Fu allora che gli altri studiosi vennero a conoscenza di tale presunto frammento.

     Morton Smith era allora professore vicario di nuova nomina presso Columbia University in New York. Sulla scia di molte spettacolari scoperte di antichi manoscritti del Medio Oriente, come i Rotoli del Mar Morto e gli scritti gnostici di Nag Hammadi alla fine degli anni Quaranta del 20° secolo, Smith annunciò il suo «Marco segreto» e promise che sarebbe stato rivoluzionario nelle sue asserzioni. Tale documento presentava quella che sembrava essere un’importante, sebbene frammentaria, testimonianza delle prime tradizioni cristiane, gettando esse luce sulle abitudini più intime di Gesù.

     Morton Smith si conquistò così allora fama e onori accademici. Egli asserì che il documento era inserito in un libro del 1646. Tale documento si presentava come scritto dall’antico teologo Clemente d’Alessandria a un certo Teodoro alla fine del secondo secolo o all’inizio terzo, che un monaco settecentesco aveva trascritta a mano. Sulla base delle sue fotografie di tale frammento, ci fu una serie di specialisti greci che assicurarono l’autenticità dello stesso e che certificarono il documento come un testo del Settecento, scritto su carta dell’epoca. Inutile dire che un buon numero di studiosi credé molti anni all’esistenza di tale presunto «Vangelo Segreto di Marco»: né essi né gli specialisti greci si presero la briga di verificare l’esistenza dell’originale nel monastero della Palestina.

     Il sedicente «Marco segreto» causò un rivolgimento nella comunità accademica, essendo che allude a una relazione omosessuale di Gesù, gettando così dubbi sull’autenticità di parti dell’Evangelo canonico di Marco.

 

2.1.  LE TESI: Come abbiamo visto, Morton Smith citò il frammento di tale presunto manoscritto che egli affermò di aver trovato e fotografato nel 1958 nella biblioteca del monastero di Mar Saba vicino a Gerusalemme, che alluderebbe a una relazione omosessuale che Gesù avrebbe avuto con un giovane resuscitato dalla morte. Tale frammento darebbe una versione simile a un episodio biblico che ricorda la resurrezione di Lazzaro. Tale «giovane che Gesù amava», sebbene posto nella tomba, non era veramente morto, ma solo malato, come si rese conto chi udì un «gran grido» che procedeva dal sepolcro. Poi si legge che, quando Gesù intervenne, «il giovane, guardandolo, lo amò e cominciò a implorarlo di poter stare con lui. E uscendo dalla tomba, andarono a casa del giovane, poiché questi era ricco. E dopo sei giorni Gesù gli disse cosa doveva fare, e quella sera il giovane venne da lui, indossando un telo di lino sul corpo nudo. E con lui rimase quella notte, poiché Gesù gli insegnò i misteri del regno di Dio...». Poiché per Morton Smith Gesù sarebbe stato il capo di una conventicola esoterica, in cui si sarebbero praticati rituali sessuali (magia rossa), nella fattispecie omosessuale, in tale manoscritto vedeva la prova di cerimonie iniziatiche: in esse i misti avrebbero sperimentato una «esperienza allucinatoria» e avrebbero ottenuto la «libertà dalla Legge» mosaica mediante una strettissima unione spirituale con Gesù, «completata da un’unione fisica».

     È inutile dire che Smith, essendo stato egli stesso un gay, lesse molti altri brani delle Scritture in senso omosessuale.

 

2.2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI: Dalle recensioni di vari studiosi del libro di Stephen C. Carlson, The Gospel Hoax. Morton Smith’s Invention of Secret Mark (Baylorpress, Waco [Texas] 2005) [= La truffa del Vangelo. Morton Smith e l’invenzione del Vangelo Segreto di Marco], si evince il seguente quadro.

     Stephen C. Carlson non è uno studioso di scienze religiose, ma un avvocato specializzato in contraffazioni varie, specialmente di documenti. Egli ha combinato l’occhio acuto d’un maestro investigatore con l’erudizione d’un accademico, per raccontare la storia d’una straordinaria truffa letteraria. Carlson ha studiato le fotografie, che Smith avrebbe fatto di tale documento (stranamente l’originale in tale monastero intanto era «sparito»). Egli non è stato solo interessato all’autenticità di «Marco segreto», ma al problema delle truffe storiche in generale. Il suo compito è stato reso difficile dal fatto che i documenti di Mar Saba non possono essere assoggettati a un’analisi, poiché non sono più disponibili; perciò egli è dipeso dalle fotografie fornite da Smith. Per Carlson però le fotografie sono state più che sufficienti.

     Stephen Carlson, dopo aver analizzato la presunta lettera di Clemente d’Alessandria e il suo riferimento a una versione «segreta» e perduta dell’Evangelo di Marco, ha concluso che si tratta di una mera dotta costruzione. Gli argomenti di Carlson sono chiari, stringenti e costruiti su una meticolosa ricerca. L’opera risulta affascinante, stringente e assolutamente convincente.

     Ha applicato tecniche di investigazione forense moderne, non note negli anni Cinquanta, e ha concluso le sue analisi, affermando che «Marco segreto» è una truffa perpetuata nel 20° secolo e non ha nulla a che fare col Settecento. Partendo dalle prove calligrafiche, egli ha imputato inoltre direttamente a Smith d’essere l’autore della frode. Ciò significa che, utilizzando metodi storici e linguistici al di sopra d’ogni sospetto, Carlson ha presentato prove convincenti del fatto che Smith stesso avesse scritto effettivamente il «Marco segreto».[1] Egli ha mostrato nei dettagli e con abilità forense come Morton Smith fosse riuscito, a suo tempo, a imbrogliare sempre più studiosi della Bibbia con il presunto fatto che avesse scoperto tale frammento, fino ad allora ignoto, d’un sensazionale primo evangelo cristiano. Carlson ha messo a nudo la truffa riguardo a tale presunto evangelo e ha smascherato l’autore d’un tale straordinario falso documento.

     Massimo Introvigne asserisce: «Come hanno scritto recensori del libro di Carlson che insegnano storia del cristianesimo antico, come Bart D. Ehrman, si crede al Vangelo Segreto di Marco perché ci si vuole credere: non solo perché è “politicamente corretto” ritrovare l’omosessualità fra i primi cristiani, ma perché – quand’anche non fosse valido come prova di iniziazioni omosessuali – dovrebbe provare un punto centrale (ma falso) dell’esegesi biblica più ostinatamente “progressista”: l’instabilità della tradizione apostolica e la coesistenza di tradizioni molto differenti ancora nel secondo secolo se non addirittura nel terzo».

     Come abbiamo viso Carlson ha usato i metodi scientifici per dimostrare che il «Marco segreto» era solo una raffinata truffa creata da Morton Smith. L’analisi di Carlson pone i trucchi letterari di Smith sulla scia molti altri falsi storico-letterari.[2] C’è solo da meravigliarsi che così tanti studiosi siano stati così abbindolati da lui, senza invece andare a fondo delle cose.

     Ricordiamo ancora una volta che per Morton Smith Gesù non era altro che il capo di un raggruppamento esoterico; in esso si sarebbe entrato con un rituale segreto d’iniziazione che avrebbe chiaramente compreso elementi omosessuali.

     Lungi dall’essere perciò una versione perduta della storia di Gesù, il «Marco segreto» è stato smascherato come un grande falso letterario. Forse Morton Smith credeva di ridersela nella sua tomba, ma ora ciò lo farà rigirare senza pace e con grande vergogna.

 

 

3.  THEODORE JENNINGS

 

3.1.  LE TESI: Theodore Jennings, professore al Seminario Teologico della Chiesa Metodista a Chicago e autore del libro «L’uomo che Gesù amava», afferma in quest’ultimo il riferimento nell’Evangelo secondo Giovanni circa «il discepolo che Gesù amava» sarebbe stato realmente un riferimento al compagno gay di Gesù.

     Jennings inoltre, giocando sul termine greco pais «ragazzo» (in latino puer), sostiene che il servo del centurione guarito da Gesù (Mt 8,5-13; Lc 7,1-10), sarebbe stato molto più che il «servo», ma il compagno gay del centurione; afferma inoltre che Gesù non avesse affatto criticato il loro rapporto (cfr. lo scritto «L’uomo che Gesù amava» di Gianni De Martino e l’accusa di falso storico da parte di Franco Fedullo, presidente della Caritas salernitana).

 

3.2.  OSSERVAZIONI E OBIEZIONI

     ■ Il discepolo che Gesù amava: Dietro a questa espressione, Giovanni nascose la sua identità per non citare il suo proprio nome. Chi vede in tale espressione un’allusione a un rapporto omosessuale, mostra ignoranza su alcuni fatti importanti oppure li rimuove volutamente per amor di ideologia.

     ■ 1) Giovanni era il discepolo più giovane e per questo era particolarmente protetto da Gesù e da Pietro (Gv 21,20s).

     ■ 2) L’espressione «discepolo che Gesù amava» fu usata da Giovanni solo dopo la risurrezione di Gesù (Gv 20,2; 21,7.20).

     ■ 3) Nell’espressione mathētēs hón efílei Iēsous non ricorre il verbo eráō «amo appassionatamente, sono innamorato, invaghito» (da cui érōs «amore, passione, trasporto, desiderio, voglia, brama ardente») o éramai «amo ardentemente, bramo» (da cui éros «amore, passione, desiderio, brama»), ma filéō «amo, voglio bene, ho caro, accolgo con affetto, tratto amorevolmente, prendo cura, assisto» (da cui filía «amicizia, relazioni amichevoli, affezione»), che è proprio opposto a eráō «amo passionalmente». Si noti che nello stesso capitolo in cui tale espressione ricorre due volte (Gv 21,7.20), Gesù risorto chiese per due volte a Simon Pietro: «Mi hai tu caro [più di questi]?» (vv. 15ss agapâs me [pléon toutōn])[3] e una volta «Mi vuoi bene?» (v. 17 fileis me). Pietro rispose per tre volte: «Tu sai che io ti voglio bene» (sy oidas hóti filō se), usando perciò il su nominato verbo filéō. Questo verbo non ha nessuna connotazione sessuale o erotica ed esprime il voler bene, l’amicizia e la cura di uno verso l’altro. Nel caso specifico denotava la cura e l’assistenza di Gesù verso il più giovane dei discepoli.

     ■ 4) Solo una mentalità ideologicamente sessualizzata può vedere nel NT tali cose turpi nel rapporto fra Gesù e il suo prossimo. In Gv 11,5 si legge che «Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro»; qui il verbo è agapáō «ho caro». Similmente Giovanni parlò di sé come uno dei discepoli, «quello a cui Gesù voleva bene» (Gv 13,23 hón ēgápa Iēsous). Appeso sulla croce, Gesù vide sua madre insieme al «discepolo che egli aveva caro» (Gv 19,26 mathētēn hon ēgápa) e affidò l’una alla cura dell’altro.

 

Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Sessualità e contesti, Sesso & Affini 1 (Punto°A°Croce, Roma 1998), l’articolo «Gesù e la sessualità», pp. 146-149; cfr. qui anche «La sessualità nel NT», pp. 150-156.

 

     ■ Il servo del centurione (Mt 8,6; Lc 7,2): Che il servo fosse l’amante del centurione, è un invenzione moderna dei movimenti gay. Il termine greco pais è molto ricorrente nel NT e in esso non ha mai un significato omosessuale. Tale termine significa, secondo i casi, figlio, fanciullo, giovanotto, ragazzo; servo, schiavo, garzone, fattorino, «ragazzo». L’ignoranza storica fa qui un brutto effetto. Presso gli antichi, un figlio era un pais «figlio biologico, servo» (e veniva trattato come servo), e diventava un hyiós «figlio giuridico» solo con l’atto di adozione, che in tal modo lo rendeva erede; non tutti i «figli biologici» erano adottati come «figli giuridici» o eredi.

     Perciò in Mt 8,6 poteva trattarsi teoricamente sia del «figlio biologico» del centurione, sia di un suo giovane servo, se Lc 7,2 non avesse precisato che si trattava di uno schiavo (doulos; v. 7 pais; v. 10 doulos): «Ora un certo schiavo di un centurione, che egli apprezzava, era malato e stava per morire». Qui tale servo era éntimos «apprezzato, onorato»; non c’era quindi nessuna connotazione sessuale.

     Gesù accredito a tale centurione una fede fuori del comune, dicendo: «Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato siffatta fede» (Mt 8,10; Lc 7,9). E proprio lui sarebbe stato omosessuale? Gesù che spesse volte intuì il tipo di persone e i loro pensieri (Mt 9,4; 12,25; Lc 6,8; 9,47; 24,38), non doveva sapere chi gli stata a fronte e che si trattava di una persona che agiva contro la Legge mosaica? E poi, come avrebbero fatto gli anziani dei Giudei, che ben conoscevano la Legge, a intercedere insistentemente per un centurione omosessuale (Lc 7,3ss), visto che ciò era per loro un abominio?

     Gesù stesso venne chiamato pais «figlio biologico, servo», oltre che a hyiós «figlio giuridico». Gesù fu chiamato pais «fanciullo, ragazzo» quando aveva 12 anni ed era salito alla festa a Gerusalemme (Lc 2,43 Iēsous ho pais). In Mt 12,18 venne ricordata una predizione, in cui Dio chiamò il Messia pais «servitore». Nel libro degli Atti Pietro menzionò il fatto che Dio ha glorificato e risuscitato il «suo Servitore Gesù» (3,13 tòn paidá autou Iēsouv; 3,26 tòn paidá autou) e che gli avversari si sono radunati contro il «tuo santo Servitore Gesù» (4,27 tòn hághion paidá sou Iēsouv; similmente nel v. 30 in genitivo).

     I bambini dai due anni in giù che Erode fece uccidere furono così chiamati (Mt 2,16). In seguito Erode parlò ai suoi servitori (Mt 14,2). Il termine fu usato anche per un fanciullo demonizzato (Mt 17,18), per una fanciulla morta (Lc 8,51.54) e per i fanciulli che osannavano Gesù (Mt 21,15). Anche Israele fu chiamato pais «servitore» di Dio (Lc 1,54), come pure Davide (v. 69; At 4,25). In Lc 12,45 con questo termine furono chiamati i servi e le serve sottoposti a uno schiavo (doulos) nella funzione di economo. Nella parabola del figlio perduto, suo fratello chiamò uno dei servitori per chiedere che cosa stesse succedendo (Lc 15,26). Il figlio infermo di un ufficiale fu chiamato sia hyiós «figlio giuridico» (Gv 4,46s.50.53), sia pais «figlio biologico, servo» (v. 51; nel v. 49 ricorre anche una forma diminutiva paidíon «bambino»). Il giovinetto Eutico (At 20,9 neanías) venne chiamato pure pais «ragazzo» nel v. 12. Poi, nel resto del NT non ricorre più tale termine.

     Come si vede nel NT pais non ha mai una connotazione sessuale; tali concezioni anacronistiche sono solo costruzioni di menti ideologicamente sessualizzate in senso gay.

 

     ■ Per l’approfondimento si veda Nicola Martella, Chi dice la gente che io sia?, Offensiva intorno a Gesù 1 (Punto°A°Croce, Roma 2000).

     ■ Nicola Martella, Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998):  «L’omosessualità», pp. 157-171; «L’omosessualità e la Bibbia», pp. 172-184; «L’amicizia fra uomini», pp. 185-193.

 

Per la seconda parte dell'articolo si veda: ► I gay dicono che anche Gesù e alcuni apostoli fossero tali 2

Per i gay anche Gesù e alcuni apostoli erano tali? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)

Per i gay anche Gesù e alcuni apostoli erano tali? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

 

 

[1]. Massimo Introvigne scrive al riguardo: «Ma — come molti falsari — Smith non ha resistito alla tentazione di lasciare una firma e ha inserito un’allusione a un metodo di produzione del sale assolutamente ignoto nel XVIII secolo – per non parlare dell’epoca di san Clemente – noto come “metodo Morton”, e altri riferimenti alla parola “Smith”. Inoltre la famosa prova costituita dall’“inconfondibile” stile di Clemente tradisce ancora il falsario, perché esagera. Ci sono stilemi e modi di esprimersi unici utilizzati da Clemente, ma nelle sue opere ricorrono una volta ogni due o tre frasi. Qui in un solo breve testo ce ne sono decine». Massimo Introvigne, «Morton Smith e la truffa del Vangelo Segreto di Marco. Un libro scuote il mondo accademico americano».

[2]. Chi non ricorda lo scandalo letterario del cosiddetto «Codice da Vinci», interamente costruito su documenti noti da decenni come falsi. Morton Smith è la semplice versione accademica di Dan Brown e di persone come lui. Cfr. Massimo Introvigne, Gli Illuminati e il Priorato di Sion (Piemme, Casale Monferrato 2005).

[3]. L’altro verbo maggiormente ricorrente nel NT è agapáō «accolgo con amore; tratto affabilmente, con affetto, amabilmente; amo; ho caro, amo di benevolenza e sollecitudine» (da cui agápē «amore, affezione, carità»).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Gesu_postoli_gay1_OiG.htm

01-04-2008; Aggiornamento: 03-04-2008

 

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