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Qui mettiamo a fuoco
i
fatti dall'ascensione a Pentecoste.
Ricordo ancora una volta in sintesi che in Atti 1-2 ci sono quattro scene
differenti:
■
Prima scena (At 1,1-11): Gli undici apostoli erano soli con
Risorto preso il monte degli Ulivi, ricevettero da lui le istruzioni finali
circa la discesa dello Spirito Santo e assistettero all'ascensione del Signore.
Essi furono chiamati dai due esseri celesti: «Uomini galilei» (v. 11).
■
Seconda scena (At 1,12ss): Qui fu menzionato l'elenco degli undici
apostoli ritornati a Gerusalemme e fu menzionato il fatto che nella sala di
sopra essi erano radunati con le donne e con la madre e i fratelli carnali di
Gesù.
■
Terza scena (At 1,12-26): Essa avvenne in un momento indistinto nei dieci
giorni che separavano l'ascensione di Gesù da Pentecoste. Si trattava di un
concilio, a cui erano presenti circa 120 credenti maschi, il cui scopo
era l'elezione del dodicesimo apostolo. La sorte cadde su Mattia.
■
Quarta scena (At 2,1ss): Il giorno della Pentecoste, si trattava di una
riunione speciale dei soli apostoli (At 1,26 determina 2,1); allora
avvenne sugli apostoli ciò, che Gesù promise nella prima scena solo a loro.
Coloro, che parlarono in altri linguaggi e furono capiti dai Giudei della
diaspora, furono chiamati tutti «Galilei» (2,7; come nella prima scena),
quali erano appunto tutti e dodici apostoli. Infatti, in tutto il capitolo
furono menzionati solo Pietro e gli undici
altri apostoli (v. 14), ma nessun altro credente. Poi, si ravvidero 3.000
Giudei.
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1. {Nicola
Martella}
▲
■ 1.
Un’esperienza per i soli dodici apostoli: Qui di seguito ci interessa
soltanto la verità storica. La domanda è questa: Furono i 120 delegati
maschi (At 1,15s), che elessero Mattia, a essere rivestiti dall’Alto di Spirito
Santo, oppure soltanto i dodici apostoli del Signore?
Gli eventi di Pentecoste rappresentavano, oltre alla manifestazione storica
dello Spirito Santo come persona (e non più come teofania spirituale),
l’investitura ufficiale dei dodici apostoli del Signore come prosecutori
dell’opera del Messia e suoi rappresentanti ufficiali. Era stato comandato
solo a loro dal Risorto che non dovevano allontanarsi da Gerusalemme
e che dovevano aspettare tale evento particolare. Si noti che in Atti 1 furono
nominati gli apostoli prima da soli (1a scena), poi con le donne e i
fratelli di Gesù (2a scena), e infine con un numero complessivo di
soli fratelli, ossia di 120 uomini (3a scena); in Atti 2, invece, si
trattava di una riunione speciale dei soli apostoli, tant’è che solo loro
furono nominati (v. 7 Galilei; 14 Pietro e gli Undici).
Riassumendo, faccio notare che Gesù comandò solo ai suoi apostoli di non
allontanarsi da Gerusalemme e di «aspettarvi il compimento della promessa del
Padre» (At 1,4), poiché «voi sarete immersi nello Spirito
Santo» (v. 5), e che «voi riceverete potenza, quando lo
Spirito Santo verrà su voi» (v. 8). Luca terminò Atti 1,26
menzionando gli
apostoli e cominciò subito dopo, continuando a parlare solo di loro,
accentuando in loro proposito che essi «tutti erano insieme nel medesimo
luogo» (2,1).
Nel capitolo
non menzionò nessun altro credente, ma solo gli apostoli, ossia Pietro e
gli altri undici apostoli. Solo di questi si tratta qui e di nessun altro (vv.
14.37). Si trattata solo di Galilei (v. 7), i quali erano riconosciuti
per le loro particolarità culturali e linguistiche, così com’erano tutti i
discepoli di Gesù (Mt 26,69s Pietro; At 1,11 uomini Galilei). È inverosimile
che, se ci fossero stati lì altri credenti (molti di loro erano di Gerusalemme e
dintorni), sarebbero stati indicati tutti come «Galilei»; sarebbe stato come
indicare tutti i credenti presenti a Roma come Napoletani o Milanesi!
Fu di loro soltanto che Luca disse: «Tutti furono ripieni dello Spirito Santo»
(At 2,4). Da tale investitura dall’Alto in poi, gli apostoli divennero il
cuore e l’autorità della chiesa nascente (vv. 42s).
■ 2.
Paralleli utili: Esiste un diretto parallelo fra la consacrazione di Gesù
e dei suoi dodici apostoli. In ambedue i casi si trattava di una investitura
speciale dall’Alto.
Riguardo a
Gesù è scritto: «E Gesù, appena che fu battezzato, salì fuor
dell’acqua; ed ecco i cieli s’apersero, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere
come una colomba e venire sopra lui. Allora Gesù fu condotto dallo Spirito…»
(Mt 3,16-4,1; cfr. Gv 1,32s). |
Riguardo agli
apostoli è scritto: «E di subito si fece dal cielo un suono come di vento
impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dov’essi sedevano. E
apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su
ciascuno di loro. E tutti furono ripieni dello Spirito Santo…» (At 2,1-4). |
L’avvento dello
Spirito Santo su Gesù in senso ministeriale, trasformò Colui, che aveva vissuto
come un «normale» Galileo, nel Messia. |
L’avvento dello
Spirito Santo sugli apostoli in senso ministeriale, trasformo questi normali
Galilei nei servi del Messia. |
Ciò trova un
parallelo nell’incontro, che Mosè fece con la manifestazione dell’Eterno,
il quale l’investì del compito d’essere guida d’Israele (Es 3); similmente ciò
avvenne anche nell’incontro di Giosuè con la Teofania di Dio, prima di
marciare contro Gerico (Gs 5,13ss; cfr. 1,1ss). Similmente avvenne poi a Saulo,
che fu dapprima chiamato sulla via di Damasco (At 9,5; vv. 15s intenzione) e poi
potenziato per il ministero (v. 17 ripieno dello Spirito Santo).
2. {Antonino
Cannatella}
▲
■
Contributo 1:
Dai commenti si fa molta enfasi sui dodici apostoli, che Gesù aveva
scelti. Ma si dimentica che ne erano rimasti undici da Lui scelti e che poi
Mattia
(forse uno dei 70) completò il dodicesimo apostolo. Mattia non l’aveva scelto
Gesù in persona, ma gli undici. Certamente i dodici rimangono quelli del
fondamento. Atti 2,1,4 lo Spirito Santo è sceso su tutti, e credo che
si riferisce ai 120 sull’alto solaio. {23-08-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Il giorno di
Pentecoste, chi erano coloro, che furono riempiti di Spirito e parlarono in
lingue conosciute ai Giudei della diaspora? Luca, riportando le parole di questi
ultimi, li identificò solo come Galilei
(At 2,7). È inverosimile che, se ci fossero stati lì 120 credenti maschi,
sarebbero stati indicati tutti come «Galilei»!
Abbiamo visto che nella
seconda scena (At 1,12ss) c’erano in massima parte donne, oltre ai fratelli
carnali di Gesù. È vero che a seguire Gesù, durante il suo ministero, c’erano
molte donne galilee (Mt 27,55; Lc 23,49.55), ma è difficile che fossero tutte
Galilee, se si pensa, ad esempio, che le Giudee Marta e Maria abitavano a
Betania, appena poco distante da Gerusalemme (Gv 11,1.19), ed esse erano molto
legate a Gesù (vv. 2s; Lc 10,38ss).
Nella terza scena (At 1,12-26), poi, furono menzionati 120 credenti
maschi, radunati con gli apostoli. Negli Evangeli sono menzionati diversi
credenti maschi provenienti dalla Giudea (p.es. Giuseppe di Arimatea, Mt
27,57; Gv 19,38; i due discepoli di Emmaus, Lc 24,13; Zaccheo di Gerico, Lc 19;
un simpatizzante di Gesù in Betfage, Mt 21,1) e da
Gerusalemme (p.es. Nicodemo, Gv 19,39s). Non si poteva certo chiamarli
«Galilei».
Diversamente, gli angeli si riferirono agli apostoli chiamandoli «uomini
galilei» (At 1,2.11). In Atti 2,7 si trattava allo stesso modo di Galilei
maschi, come mostrano il pronome (houtoì) e il participio
sostantivato (hoi lalountes) usati; ciò escludeva le donne; oltre al
fatto che di Galilee non ne furono menzionate (nella Bibbia non esiste neppure
il termine specifico), si aggiunga che per i Giudei era di grandissimo scandalo
che donne potessero parlare in pubblica piazza. Quindi, a Pentecoste non si
trattava né delle
donne, né dei 120 credenti maschi, che non potevano essere definiti
tutti come «Galilei»; si trattava perciò solo dei dodici apostoli del Signore.
■
Contributo 2
(Antonino Cannatella): Non voglio fare i nomi dei fratelli sapientoni
(tutti insegnanti si dicono della Parola), perche ho letto tutte le discussioni
che ci sono e credo che si è parlato così tanto, che anche i ciechi
dovrebbero vedere e che i sordi dovrebbero
sentire (mi sembra che qualcuno per forza si vuole arrampicare sugli specchi).
Conosco bene la loro fede, la direzione e a quello che credono, proprio come
la «torre di guardia»... ma lasciamo stare, perche sono anche loro lavati
dal sangue di Cristo.
Semplicemente leggendo
questo verso, cadono tutte le scaglie degli occhi sul cap. 1 degli Atti che
tanto si parla degli undici o dei dodici; leggete attentamente il verso 21
«Bisogna, dunque che
tra gli uomini che sono stati in nostra compagnia…»; verso 22 «cominciando
dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui egli (Gesù) tolto da noi, fu
accolto in cielo…». Da questo, cari nel Signore, possiamo vedere che: Mattia e
Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto erano presenti, anche se non
nominati, come gli undici. La Parola dice: «dal battesimo di Giovanni», ciò
vuol dire che questi due uomini erano presenti fino al giorno, in cui Gesù fu
portato in cielo. Chissà se non erano i due discepoli sulla via di Emmaus?
Oppure erano due dei 70? Così è stato completato il dodicesimo discepolo
del fondamento. Spero che sia stato chiaro. Una cosa ancora fratelli voglio
dirvi «il rispetto». Dio ci
benedica {29-08-2011}
▬ Risposta 2
(Nicola Martella): È incredibile il modo come questo conduttore di chiesa
si rivolga ai suoi interlocutori, chiamandoli esplicitamente o alludendo a loro
in modo dispregiativo come: sapientoni, ciechi, sordi, chi
vuole arrampicare sugli specchi e quelli come la
«torre di guardia». Queste intemperanze verbali non si addicono a un
conduttore di chiesa, che dovrebbe mostrarsi «irreprensibile», così come
è comandato (1 Tm 3,2; 6,14; Tt 1,6s; 2,8).
■ Devo ripetere mille volte le stesse cose! Se all’ascensione ci fossero stati
altri insieme ai Dodici (discepoli di Emmaus o altri credenti della Giudea),
difficilmente si poteva parlare di loro come «uomini galilei» (At 1,11),
a meno che i due angeli fossero ignoranti, il che non penso. Lo stesso vale per
Pentecoste, dove le persone, su cui venne lo Spirito, vennero identificati come
«Galilei» (At 2,7); gli unici credenti, di cui si parlò nel brano, erano
Pietro e gli Undici (v. 14).
■ Che all’ascensione ci fossero solo gli apostoli, viene chiaramente mostrato
nella nota finale all’Evangelo di Marco: «In seguito, apparve agli stessi
undici, mentre erano a tavola, e rimproverò la loro incredulità e durezza di
cuore, perché non avevano creduto a quelli che l’avevano veduto risuscitato...
Il Signor Gesù dunque, dopo aver loro parlato, fu assunto nel cielo, e
sedette alla destra di Dio» (Mc 16,14.19). C’erano soltanto gli apostoli e
nessun altro!
3. {Michele
Granato}
▲
■
Contributo: Nicola Martella, tu dici: «Che
Gesù in Luca 24 si sia rivolto solo agli apostoli, è tanto vero che i due angeli
si rivolsero solo agli apostoli, chiamandoli «uomini galilei» (At 1,11)».
Tu affermi, quindi, che davanti ai due angeli fossero presenti solo i
dodici, e questo per te sarebbe la prova che la promessa di Gesù fosse stata
fatta solo ai dodici. Ma lo stesso Pietro in Atti1,21-23 dichiara il
contrario, cioè in modo particolare i versi 22 e 23 dicono che al momento
che i due angeli dissero la frase «uomini galilei» (At 1,11), non si
trovarono lì presenti solo i dodici, ma anche altri discepoli; tanto che
Pietro stesso li indicherà come candidati ad assumere il posto vacante e per la
testimonianza tra i dodici stessi. Infatti, in Atti 1,21-23 Pietro dice: «“Bisogna
dunque che tra gli uomini
che sono stati in nostra compagnia tutto il tempo che il Signore Gesù
visse con noi, a cominciare dal battesimo di Giovanni fino
al giorno che egli, tolto da noi, è stato elevato in cielo, uno diventi
testimone con noi della sua risurrezione”. Essi ne presentarono due:
Giuseppe, detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e Mattia».
{22-08-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): In Atti 1 ci
sono tre scene differenti, che Michele Granato probabilmente confonde.
Le ripeto ancora una volta. La
prima scena avvenne in disparte e riguardò solo gli apostoli (v. 2), il
loro ammaestramento particolare (v. 3) e la scena finale dell’assunzione (v. 4 «E
trovandosi con loro, ordinò loro…»). I pronomi «essi» e «voi» si riferiscono
solo agli apostoli. Tale scena si concluse con la domanda dei due uomini in
vesti bianche rivolta agli «uomini galilei», ossia agli apostoli (vv. 10s). In
tale occasione erano solo in undici e non in dodici, come affermai tu,
poiché Giuda era morto e Mattia non era stato ancora eletto al posto suo.
Il taglio o raccordo fra la prima e la seconda scena sta nel v. 12: «Allora
essi tornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell’Uliveto». Quindi, essi
si trovavano nei pressi di Betania e poi si recarono a Gerusalemme, dove avvenne
la seconda scena. Qui gli apostoli, elencati per nome, entrarono quindi in casa
e salirono nella cosiddetta «sala di sopra» (v. 13). Qui, c’era un gruppo di
persone, composto dagli apostoli dalle donne, dai fratelli carnali di Gesù e
basta (vv. 13s). In una terza scena, al cospetto di circa 120 fratelli,
quindi solo maschi, avvenne l’elezione del dodicesimo apostolo; ciò non avvenne
lo stesso giorno dell’ascensione, ma «in quei giorni» (v. 15), ossia
quelli che separavano l’ascensione da Pentecoste. È qui che troviamo un raduno
di fratelli ad hoc, tra cui i due candidati: Giuseppe e Mattia.
In Atti 2 abbiamo una nuova scena, che nulla ha che fare con le ultime
due, ma si ricollega direttamente alla prima di Atti 1. Come già indicato, qui
ci sono solo gli apostoli (2,14) e solo loro come maschi galilei (v. 7).
4. {Antonio
Capasso}
▲
■
Contributo: 1. La primitiva comunità
cristiana era formata per lo più da Galilei, ecco perché gli angeli e la
folla parlano di «galilei».
Al verso 12 del cap. 1 di Atti viene detto: «Allora essi tornarono a
Gerusalemme dal monte dell’Uliveto... Quando furono entrati salirono nella sala
di sopra dove di consueto si trattenevano Pietro e Giovanni, Giacomo…»,
quindi quelli che tornarono dal monte detto dell’Ulivo non erano solo i
dodici. In Atti 1,15 viene detto che «in quei giorni... il numero di
quelli che era riunito era di
circa 120». Si riunirono per scegliere il dodicesimo apostolo e si
riunì tutta la comunità dei credenti, come erano uso fare. Tra cui vi erano dei
discepoli (non solo i dodici), che erano stati presenti all’ascensione di Gesù
(v. 22). Poi in Atti 2,1 viene detto che a pentecoste «tutti erano insieme
nello stesso luogo». Per me la Scrittura è chiara come è chiara a tutti i
vari commentatori, che ho consultato e che affermano che a Pentecoste c’era
tutta la comunità cristiana, 120 e forse anche più discepoli radunati. La
Scrittura non dice da nessuna parte che ci fossero solo i dodici a Pentecoste.
Tutto il resto mi sembra mera speculazione. {22-08-2011}
2.
Nicola Martella, non hai spiegato Atti 1,22! Esso dimostra chiaramente
che all’ascensione di Gesù non erano presenti solo i dodici. In Atti 2,1 viene
detto che «tutti erano insieme nello stesso luogo». Se ci fossero stati
solo i dodici, la Scrittura avrebbe detto «gli apostoli erano insieme»,
come in effetti la Scrittura usa fare, quando vuole indicare solo gli apostoli
vedi Atti 2,43; 4,33.35-37; 5,2.12; 6,2.6; 9,27; 11,1 Tralascio altri versi, che
in Atti sono tantissimi.
▬
Risposta (Nicola Martella): Apprezzo il
rinnovato tentativo di Antonio Capasso di argomentare, ma non le sue
qualificazioni gratuite come «mera speculazione» delle mie argomentazioni, cosa
che mette in rilievo alcune ombre e debolezze del suo carattere. Chi vuole fare
obiezioni credibili, deve usare solide argomentazioni, non illazioni.
Vedo che Antonio Capasso, non ha ancora preso atto che in Atti 1 ci sono tre
scene differenti. Nella prima scena gli angeli si rivolsero agli astanti
come «uomini galilei» (At 1,11) e i pronomi del contesto sono tutti
maschili (vv. 12s) e, poi, sono indicati per nome; tutti apostoli (v. 13). Dove
sono gli altri Galilei e le altre Galilee? Nella seconda scena gli
apostoli partirono dal luogo dell’ascensione e si fecero «un cammino di sabato»
(v. 12), per arrivare alla sala di sopra, dove incontrarono le donne (senza
indicazione territoriale), tra cui Maria, e i fratelli carnali di Gesù (v. 14).
Nella terza scena
troviamo solo fratelli maschi, e cioè ben 120, di cui non si parla
dell’appartenenza territoriale. Come si fa, quindi, ad affermare che «a
Pentecoste c’era tutta la comunità cristiana», riferendosi al 120?
Dei 120 fratelli maschi (At 1,15s) non fu data un’appartenenza territoriale; è
inverosimile che lì ci fosse una tale quantità di uomini galilei. In Atti 2
si parla però solo di Galilei maschi (v. 7), ma gli unici nominati furono
gli apostoli (v. 14).
Antonio Capasso afferma che «la primitiva comunità cristiana era formata per
lo più da Galilei»; questa è una tesi che si dovrebbe dimostrare. Già sopra
ho fatto un elenco di credenti provenienti dalla giudea e da Gerusalemme. A
Betania c’erano Marta, Maria e Lazzaro (Gv 11); non erano certo galilei.
Di simpatizzanti a Gerusalemme Gesù ne aveva tanti, visto che è scritto: «Mentre
egli era in Gerusalemme alla festa di Pasqua, molti credettero nel suo
nome, vedendo i miracoli, che egli faceva» (Gv 2,23), sebbene a quel tempo
Gesù non si fidasse di loro (v. 24). Possibile che nessuno di loro divenne
seguace di Gesù Messia? Anche in seguito, è scritto che della popolazione di
Gerusalemme «molti della folla credettero in lui» (Gv
7,31). E ciò si ripeté anche in seguito, ad esempio, presso il tempio (Gv 8,30;
cfr. 10,40ss di là del Giordano, ma «molti vennero a lui»). «Molti dei
Giudei» accorsero a Betania e, dopo aver assistito alla risurrezione di
Lazzaro, credettero (Gv 11,45; 12,10s). Si legge che «la folla,
dunque, che era con lui, quando aveva chiamato Lazzaro fuori del sepolcro e
l’aveva risuscitato dai morti, ne rendeva testimonianza» (Gv 12,17); e fu
tale «gran folla dei Giudei» (v. 9), che acclamò Gesù come
Messia-Re (vv. 12ss). Inoltre, come puntualizzò Giovanni, «molti, anche fra i
capi, credettero in lui; ma a motivo dei Farisei non lo confessavano, per non
essere espulsi dalla sinagoga» (Gv 12,42). Possibile che, se troviamo i
fratelli carnali di Gesù tra i primi credenti, non c’era alcuno di tali Giudei e
capi? Si parla esplicitamente di una persona influente come Giuseppe di
Arimatea (città dei Giudei, Lc 23,51), che era un «discepolo di Gesù» (Mt
27,57 uomo ricco; Mc 15,43 consigliere onorato; Lc 23,50s «consigliere, uomo
dabbene e giusto» e «aspettava il regno di Dio»; Gv 19,38). E si
parla di un fariseo come Nicodemo (cfr. già Gv 3; 7,50), che dopo la
morte di Gesù entrò in azione unitamente a Giuseppe di Arimatea (Gv 19,38ss).
Sopra ho menzionato, ad esempio, anche Zaccheo di Gerico e i due
credenti di Emmaus.
Quindi, la tesi, secondo cui, «la primitiva comunità cristiana era formata per
lo più da Galilei», è da ritenersi confutata.
Per essere
corretti, quelli che tornarono dal monte degli Ulivi, non erano solo i
dodici, ma solo undici. Il dodicesimo fu scelto in seguito.
Atti 1,22s, in cui si parlò di Giuseppe e Mattia, appartiene alla terza
scena e non ha nulla a che fare con la prima, in cui c’erano solo gli undici
apostoli. Il fatto che essi fossero seguaci di Gesù per tutto il tempo,
dal battesimo all’ascensione di Gesù, non significa che erano presenti in tutti
gli eventi, né all’ascensione stessa; infatti non c’erano neppure all’ultima
cena. In Atti 1,22 non richiede, quindi, la presenza fisica di altre persone
presso l’ascensione, altrimenti avremmo una contraddizione con Atti 1,2ss
(«apostoli… ai quali… si presentò vivente… e trovandosi con loro, ordinò loro…»).
Si parla semplicemente degli «uomini, che sono stati in nostra compagnia
tutto il tempo… a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno che egli,
tolto da noi» (vv. 21s). Qui l’attenzione è sull’intero periodo, non
sulla presenza fisica in ogni evento. Nell'ultima Pasqua di Gesù,
durante l’istituzione del nuovo patto, Giuseppe Barsabba, Mattia o altri non
c’erano; perché avrebbero dovuto esserci all’ascensione?
L’attenzione era posta particolarmente sulla risurrezione e non
sull’ascensione; si trattava di qualcuno che fosse «fatto testimone con noi
della risurrezione di lui» (v. 22), non dell’ascensione. È evidente che come
sul monte della trasfigurazione c’erano solo tre degli apostoli (Mt 17,1ss), in
moltissime scene degli Evangeli c’erano solo i Dodici (Mt 17,19; 24,3) o parte
di loro (Mc 13,3 solo Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea) e non altri. Ciò è
chiaramente evidente nei brani, in cui si parla esplicitamente dei Dodici e in
cui essi furono chiamati direttamente apostoli (Mc 6,30ss; Lc 9,10;
10,23; 17,5; 22,14 ultima cena; 24,10).
Atti 2,1 riprende direttamente la menzione degli apostoli di Atti 1,26, ciò
è tipico degli Ebrei (capitoli e versi allora non c’erano!); una volta
costituito il gruppo dirigente, furono loro a riunirsi tutti e dodici. Ribadisco
ancora una volta che sarebbe singolare che, se a Pentecoste c’era «c’era
tutta la comunità cristiana» radunata, furono menzionati solo i dodici
apostoli (At 2,14) e solo uomini galilei (v. 7). Che fine avevano fatto tutti
gli altri, specialmente gli uomini e le donne della Giudea?
5. {Michele
Granato}
▲
▬
Contributo: Per quanto riguarda il discorso
di Atti 1,22-23 credo che il testo sia più che solare, vorremmo negare
l’evidenza scritturale? Il brano di Atti 1,22-23 è scritto, eccome se è scritto,
vorremmo annullare la Scrittura? «Bisogna dunque che tra gli uomini che sono
stati in nostra compagnia tutto il tempo che il Signore Gesù visse con noi, a
cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno che egli, tolto da noi, è
stato elevato in cielo, uno diventi testimone con noi della sua risurrezione».
Se uno non era testimone oculare anche
dell’ascensione di Gesù, non poteva essere candidato a fare parte dei
dodici. {22-08-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Vedo che
oramai Michele Granato non fa che ripetere gli stessi argomenti e citare gli
stessi versi. Egli afferma: «Se uno non era testimone oculare anche
dell’ascensione di Gesù, non poteva essere candidato a fare parte dei
dodici». Questo si chiama falso sillogismo. Seguendo la sua logica, Giuseppe
Barsabba e Mattia dovevano essere necessariamente presenti nel momento
culmine della vita di Gesù, ossia quando celebrò l’ultima sua Pasqua,
istituì il nuovo patto, diede inizio alla chiesa e si appressò a morire; essi
dovevano esserci pure nel Getsemani insieme al loro Maestro, quando egli ebbe
l’ultima sua battaglia in preghiera col Padre. Eppure non c’era nessuno altro,
tranne che i suoi apostoli. Quindi, Atti 1,22s si riferisce solo al periodo
di tempo (dal battesimo di Gesù fino alla sua ascensione), in cui Giuseppe e
Mattia erano seguaci di Gesù e non alla loro presenza in eventi fondamentali.
L’importante era che uno dei due candidati diventasse ufficialmente «testimone
con noi della sua risurrezione» dinanzi alla chiesa nascente e al
mondo; non si trattava d’altro.
▬
Osservazioni (Antonio Capasso): Se
Mattia non era presente alle parole di Gesù nell’occasione dell’ascensione,
dobbiamo dedurre, usando la tua stessa logica, che le parole di Gesù erano solo
per gli undici, Mattia ne era escluso. {22-08-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Sì, Mattia
non era presente in occasione dell’ascensione e non poté udire le parole
dette da Gesù. Ciò non era neppure necessario, poiché il criterio di scelta fu
solo che fosse un discepolo per tutto il tempo del ministero di Gesù, non che
fosse presente sempre e dappertutto in tutti gli eventi. L’importante era pure
che fosse testimone della sua risurrezione (1 Cor 15,5ss); e tra i tanti,
che avevano visto il Risorto, Giuseppe e Mattia
avevano le carte migliori, ma Dio scelse l’ultimo. Solo per questo fu eletto
e associato agli undici apostoli del Signore. Il resto glielo dissero gli
undici apostoli. Giovanni Miegge afferma in merito: «L’episodio
dell’elezione di Mattia è riferito dagli Atti con una solennità che rivela
l’importanza teologica
che l’autore connetteva al criterio costitutivo dell’apostolato» [Dizionario
biblico (Feltrinelli 1968), p. 386]. A Pentecoste, l’investitura dall’alto al
particolare ministero di apostoli del Signore avvenne solo quando il numero
fu completo. Di Mattia non si sa più nulla, né prima né poi, ma era uno dei
Dodici e ne condivise oneri e onori.
▬
Replica 1 (Michele Granato): 1.
Fratello Antonio Capasso, ma dimmi almeno tu se si può essere testimoni
oculari di un evento come l’ascensione di Gesù, senza essere presente
all’ascensione stessa! Come poteva essere testimone oculare tra i dodici
uno, che non aveva visto l’ascensione di Cristo? Pace del Signore.
2.
Oltre a questo va giustamente fatto notare, come mi sembra accenni anche Antonio
Capasso, cioè, ammesso ma non concesso, come vorrebbe fare credere Nicola
Martella, la promessa della Pentecoste iniziale fosse stata promessa solo
agli undici, allora si deve ammettere che anche il dodicesimo eletto da
poco, cioè Mattia, non parlò in altre lingue, perché non era presente
quando Gesù promise la Pentecoste? {22-08-2011}
▬
Risposta
3 (Nicola
Martella): 1.
Michele Granato mi costringe a ripetermi continuamente. Egli confonde nuovamente
il periodo, in cui Giuseppe e Mattia erano seguaci di Gesù, con la loro
presenza in eventi specifici. Ambedue non furono mai nominati prima d’allora e
non furono presenti in eventi specifici, nominati negli Evangeli; per
citarne alcuni al volo: non furono menzionati a Cana, nella barca in tempesta,
alle due moltiplicazioni dei pani, nei viaggi del Signore, nell’ultima Pasqua di
Gesù, nel Getsemani e dovunque si parla solo dei Dodici o degli apostoli negli
Evangeli. Questo non invalidava il fatto che erano stati discepoli dal
battesimo del Signore sino alla sua ascensione. Quindi, si trattata del periodo
del loro essere discepoli e del loro essere testimoni della risurrezione, non
della loro presenza in tutti gli eventi. Spero che ora avrà capito!
2. Una volta che Mattia fu associato agli apostoli, visse la stessa
esperienza
degli altri undici, visto che Pietro e gli undici erano lì presenti (At 2,7
Galilei; v. 14 Pietro e gli undici). Perché, quindi, continuare con tale
singolare falso sillogismo rovesciato?
▬ Replica 2
(Michele Granato): Nicola Martella, ma scusaci tanto, il tuo discorso
invece si comprende bene; altrettanto le risposte che ti vengono date sono
pertinenti. Hai riferito che ci sono state occasioni in cui Giuseppe Barsabba e
Mattia non fossero presenti, ma quello che mi sorprende è che dici che
essi « non furono menzionati a Cana, nella barca in
tempesta, alle due moltiplicazioni dei pani, nei viaggi del Signore, nell’ultima
Pasqua di Gesù, nel Getsemani e dovunque si parla solo dei Dodici o degli
apostoli negli Evangeli. Questo non invalidava il fatto che erano stati
discepoli dal battesimo del Signore sino alla sua ascensione. Quindi, si
trattata del periodo del loro essere discepoli e del loro essere testimoni della
risurrezione, non della loro presenza in tutti gli eventi». Ma cosa
pretendi, Nicola, che essi siano presenti 24 ore su 24 ore con Gesù? Ma neanche
i dodici erano sempre tutti
presenti! Che ci azzecca l’occasione mancata della tempesta in barca! Ma la
barca da pesca che possedevano il gruppo di Pietro Giacomo e Giovanni non era
mica uno Yot [= yacht, N.d.R.] da viaggi, non poteva mica contenere tutti i
discepoli che seguivano Gesù! Ci sono state tante occasioni in cui non tutti
i dodici erano presenti a dei momenti particolari con Gesù, per esempio nel
momento della trasfigurazione tutti i dodici hanno visto il suo volto
glorioso, ed Elia e Mosè parlare con lui? Che vuol dire questo, che queste
occasioni mancanti di alcuni apostoli possa forse negare che in altre occasioni
potessero invece essere tutti presenti? Mi dispiace, caro fratello Nicola
Martella, ma sinceramente il ragionamento portato avanti da te proprio non può
essere accolto sulla base di un riscontro scritturale. Per cui pensare che al
momento dell’ascensione di Gesù non fossero presenti altri discepoli,
quando invece la Scrittura dice di sì, come anche erano presenti al momento
della promessa del rivestimento di potenza citato in Luca 24,33-48, è negare
la chiara evidenza scritturale. {22-08-2011}
▬ Risposta 4
(Nicola Martella): Questo è il classico modo per stravolgere il pensiero
del proprio interlocutore! Non sarà tale sarcasmo a rendere le cose più
probanti. Per questo, chi non capisce a fondo le argomentazioni altrui, poi
risponderà fischi per fiaschi.
Io ho riportato tali esempi per il semplice motivo di rendere chiaro che se
Giuseppe Barsabba e Mattia non ci fossero stati al momento dell’ascensione, ciò
non li rendeva meno adatti per essere candidati all’elezione del dodicesimo
apostolo. La non presenza degli altri undici apostoli a tutti gli eventi della
vita di Gesù, non li squalificò dall’essere «testimoni della
risurrezione» (At 1,22). Come ho già indicato altrove, Giuseppe Barsabba e
Mattia non erano presenti, ad esempio quando fu istituita la cena del nuovo
patto, un evento basilare. Quindi, quando Pietro addusse come prerequisito per
essere presentati come candidati il fatto che dovevano essere («uomini che
sono stati in nostra compagnia tutto il tempo che il Signor Gesù è andato
e venuto fra noi, a cominciare dal battesimo di Giovanni fino al giorno che
egli, tolto da noi, è stato assunto in cielo» (At 1,21s), egli non si
riferiva alla presenza personale in tutti gli importanti passaggi della vita di
Gesù, come appunto l’ultima pasqua o l’assunzione al cielo. Egli intendeva
semplicemente che per «essere fatto testimone con noi della risurrezione»
di Cristo (v. 22), bastava l’essere stato «in nostra compagnia tutto il tempo»
dall’inizio alla fine del ministero di Gesù in terra.
Che ci fossero stati altri discepoli nel momento dell’ascensione non è
una presunta «chiara evidenza scritturale», ma solo congettura e supposizione,
senza evidenti prove. Luca 24,33-48 non è una prova; al contrario, i
versi 36-53 parlano solo degli apostoli. Il confronto con Marco 16 lo mostra a
sufficienza. Inoltre di Luca 24 ho parlato abbastanza altrove.
6. {Enzo
D’Avanzo}
▲
■
Contributo: Caro Nicola Martella, è
scontato quello, che dici e mi trovi d’accordo che gli apostoli, erano e
rimangono unici, impareggiabili; del resto siamo fondati sul
fondamento degli apostoli e dei profeti, e per apostoli fa riferimento ai
dodici, uniche colonne della chiesa. Era ed è ovvio che Cristo Gesù
parlasse a loro e si rivolgesse a loro, e a loro sono state dette tali promesse
e glorie.
Tuttavia, insisto a non capire il senso di questo tua riflessione. Se io
non capisco, non è un errore mio ovviamente; se poi io mi sforzo e cerco di
capire, vorrà dire che non è abbastanza, o forse «manca qualche elemento».
Quando Gesù disse: «Rimanete a Gerusalemme», lo disse ai dodici, il che è
scontato, non poteva dirlo che solo a loro, mica lo poteva dire ad altri,
tipo ai Sadducei o Farisei o altri. Che loro sono i capisaldi e le colonne siamo
d’accordo; ma, poi, quello che non capisco e me lo pongo come domanda è quanto
segue: Quelle promesse, dette ai dodici, valgono anche per i successori?
Siccome noi non siamo quei dodici, valgono per noi le promesse circa il
realizzare delle tante benedizioni? Il Battesimo dello Spirito Santo è
realizzabile ancora per noi? Ora credo che siamo venuti al capolinea della
questione. Shalom. {22-08-2011}
▬
Risposta (Nicola Martella): Mi fanno
piacere le concessioni fatte da Enzo D’Avanzo. Tuttavia, in questo luogo
c’interessa solo appurare chi è stato investito dall’Alto a Pentecoste
(i Dodici) e perché (per potenziarli allo specifico apostolato).
L’articolo vuole solo portare a questo capolinea. Purtroppo vengo costretto
sempre a dover riprendere cose dette e a spiegarle ancora!
Dopo Pentecoste, poiché la chiesa si ostinava per lungo tempo a voler essere
solo giudaica e a voler giudaizzare i gentili, Dio costrinse proprio Pietro
a un mutamento epocale: recarsi a casa di un pagano! E per costringerli ad
accettare la novità che i Gentili rigenerati non dovevano essere
giudaizzati, ma facevano parte della chiesa, diede loro un fenomeno simile a
quello, che gli apostoli stessi sperimentarono a Pentecoste. «E tutti i
credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, rimasero stupiti che il
dono dello Spirito Santo fosse sparso anche sui Gentili» (At 10,45; qui
c’è doreà, non chárisma). Ho parlato di fenomeno simile,
perché i dodici apostoli erano già credenti, mentre Cornelio e li altri non lo
erano; inoltre, in Atti 10 mancano altri elementi come il vento, le fiammelle di
fuoco, l'uso pubblico delle lingue nella città, eccetera. Infatti, a ciò si
aggiunga, che l’attenzione non fu messa qui sulla «coreografia» esterna, ma sul
«dono dello Spirito Santo», che è in effetti, come già ho indicato, lo stesso «Spirito
Santo come dono» (cfr. At 2,38). Questo evento aveva ragioni storiche
e teologiche; da Atti 2,1ss a Atti 10,45s non si parlò mai di «parlare in
altre lingue», né nel caso dei 3.000, né nel caso dei Samaritani, né in
altri casi di conversione). Pietro dovette giustificarsi dinanzi agli altri
credenti della chiesa di Gerusalemme (At 11,1ss). Ho già mostrato che Pietro
distinse tra l’esperienza fatta dai soli apostoli (At 2,1ss; 11,15s) da
quella fatta da tutti nel momento della propria conversione (At 2,38; 11,17: «…lo
stesso dono, che ha dato anche a noi, che abbiamo creduto nel Signor Gesù
Cristo»). Solo allora i Giudei cristiani di Gerusalemme accettarono la
novità dei Gentili convertiti (v. 19); tuttavia, si dovette aspettare fino al
concilio di Gerusalemme (At 15), per mettere fine a un doloroso capitolo.
7. {Michele
Granato}
▲
■
Contributo: Fratello Nicola, ti faccio notare che dici: «Qui, in una
terza scena, al cospetto di circa 120 persone, avvenne l’elezione del
dodicesimo apostolo, ma non lo stesso giorno dell’ascensione, ma “in quei
giorni” (v. 15), ossia quelli che separavano l’ascensione da Pentecoste. È qui
che troviamo altre persone, tra cui i due candidati: Giuseppe e Mattia». Allora
non hai capito per niente la mia nota. Io non ho detto che l’elezione del
dodicesimo apostolo fosse fatta il giorno dell’ascensione, ma ho detto
tutt’altra cosa. Ho evidenziato che la Scrittura dice che al momento che i due
angeli dissero «uomini galilei», erano presenti anche altri, oltre ai
dodici. Lo dice chiaramente
Atti 1,21-23, in particolare il verso 22. «“Bisogna dunque che tra gli
uomini che sono stati in nostra compagnia tutto il tempo che il
Signore Gesù visse con noi, a cominciare dal battesimo di Giovanni
fino al giorno che egli, tolto da noi, è stato elevato in cielo,
uno diventi testimone con noi della sua risurrezione”. Essi ne
presentarono due: Giuseppe, detto Barsabba, che era soprannominato Giusto, e
Mattia». Se fai bene attenzione, il verso 22 dice chiaramente che alcuni
testimoni fuori dai dodici erano testimoni oculari dall’inizio «fino al
giorno
che egli [Gesù], tolto da noi, è stato elevato in cielo», il giorno
che Gesù fu tolto e elevato in cielo, corrisponde all’ascensione, che si
trova in Atti 1,11, quando i due angeli dissero ai testimoni oculari li
presenti: «Uomini galilei, perché state a guardare verso
il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in
cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in
cielo». {22-08-2011}
▬
Risposta 1 (Nicola Martella): Qui mi fanno ripetere continuamente le
stesse cose. Si veda la risposta data ad Antonio Capasso nel merito. Atti 1,21ss
o il v. 22 non afferma che ci fossero altri credenti, se non gli
apostoli, al momento dell’ascensione. Ho mostrato che ciò si riferiva al
periodo, non alla presenza fisica. Per il resto rimando a tale risposta.
Ripeto ancora una volta che proprio nel momento più solenne del ministero di
Gesù, durante la sua ultima Pasqua, quando Egli istituì il nuovo patto,
Giuseppe Barsabba, Mattia o altri non erano presenti; perché avrebbero
dovuto esserci proprio all’ascensione, tanto più visto che non c’è l’evidenza?
Nel momento dell’ascensione c’erano solo undici apostoli; e, quando essi
tornarono a Gerusalemme gli undici furono elencati per nome
(v. 13), poi furono menzionate solo donne e i fratelli carnali di Gesù (v. 14).
Quel giorno, altri credenti maschi non c’erano con loro. La riunione
elettiva con circa 120 credenti maschi non avvenne quel giorno (v. 15).
Vedo che oramai gli argomenti sono ripetitivi. Si introducono questioni,
a cui ho già risposto. Ammiro gli sforzi di questi lettori, ma non ritengo le
loro argomentazioni probanti.
▬
Replica (Michele Granato): [N.d.R.: Egli
riporta una mega-citazione di Luca 24,32-53 (poi nuovamente Atti
1,22-23), che ometto per non appesantire questa pagina ulteriormente; ognuno può
leggersela nella propria Bibbia. Poi asserisce nuovamente quanto segue.]
In questo passaggio si vede chiaramente che fino al giorno che Gesù fu tolto ed
elevato in cielo erano presenti più di undici discepoli, e la promessa di
rivestimento di potenza viene fatta a tutti i discepoli lì presenti (vv.
48-49; cfr. Atti 1,22-23). Ma è chiaro che se uno non era testimone
oculare anche dell’ascensione di Gesù, non poteva essere candidato a
fare parte dei dodici! Ma ammesso e non concesso, come vorrebbe fare credere
Nicola Martella, se la promessa della Pentecoste iniziale fosse stata
promessa solo agli undici, allora si deve ammettere che anche il dodicesimo,
che fu eletto solo alla fine, cioè Mattia, non parlò in altre lingue,
perché non era presente quando Gesù promise la Pentecoste! Ma tutto ciò, come si
vede, è del tutto non scritturale, mentre «la Scrittura non può essere
annullata» (Gv 10,35). Pace a tutti. {22-08-2011}
▬
Risposta 2 (Nicola Martella): Come si vede,
quest’ultimo contributo di Michele Granato è un collage, a tratti letterale, di
contributi precedenti, a cui ho già risposto. Questo atteggiamento ripetitivo,
prolisso e quasi compulsivo, mi preoccupa; e non sarà la citazione finale di
Giovanni 10,35 a rendere meglio le cose.
Ho già mostrato che ciò, che Luca presentò apparentemente come un unico
incontro, era in effetti spalmato in almeno tre incontri successivi.
Questo si evince dal confronto con gli altri Evangelisti. Giovanni, ad esempio,
afferma: «Questa era già la terza volta che Gesù si faceva vedere
ai suoi discepoli, dopo essere risuscitato dai morti» (Gv 21,14); e non si
trattava ancora del momento dell’ascensione. Sembra che a Michele Granato non
interessa appurare la verità storica, ma solo di sostenere una tesi dottrinale.
Ho risposto già sopra anche all’altra questione: il fatto che Mattia non fosse
presente al momento dell’ascensione, non inficiava la sua elezione ad
apostolo, né che a Pentecoste avvenisse la sua consacrazione sovrannaturale allo
specifico apostolato insieme agli altri undici suoi colleghi. Spero che ora darà
tregue su questo aspetto e non ritornerà a ripetersi a libidum.
8. {Antonio
Capasso}
▲
■
Contributo: «Era solo su i dodici che è
venuto? Non è così, al momento c’erano i centoventi. Pietro non avrebbe
citato per alcuno scopo la testimonianza del profeta, dicendo: «E avverrà
negli ultimi giorni, dice il Signore Dio, io effonderò il mio Spirito sopra ogni
carne: i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno
visioni ei vostri vecchi sogneranno sogni». (Gioele 2,28). Giovanni
Crisostomo. {25-08-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Con Antonio Capasso ritorniamo a ripeterci all’infinito. E non
sarà una citazione a cambiare le cose. I centoventi fratelli maschi non
erano tutti «galilei» (At 2,7), quindi non si poteva parlare di loro; ma
tutti gli apostoli erano tali. In At 2 si parla solo degli apostoli (v. 14).
Gioele 2,28 fu citato per i Giudei, perché accettassero quanto era avvenuto
come un evento escatologico (At 2,16-21); Pietro stesso e gli altri apostoli si
aspettavano presto l’avvento del regno (At 1,6s «ristabilirai il regno
ad Israele»; 3,20 «tempi di ristoro e che Egli vi mandi il Cristo»).
Contrariamente alle attese della prima ora (cfr. 2 Ts 2,1ss), tale
predizione di Gioele si era adempiuta a Pentecoste solo in parte (caparra),
poiché né Pietro, né gli altri apostoli, né i Giudei avevano visto allora i
fenomeni cosmici
strettamente connessi a tale evento: «E farò dei prodigi nei cieli e sulla
terra: sangue, fuoco, e colonne di fumo. Il sole sarà mutato in tenebre, e
la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno dell’Eterno»
(Gle 2,30s; «giorno del Signore» 1 Ts 5,2; 2 Ts 2,2; 2 Pt 3,10ss; Ap 1,10;
«giorno dell’ira» Rm 2,5). Questi sono eventi escatologici, che si adempiranno
veramente solo durante la grande tribolazione. Allora si adempirà anche
il Gioele 2,28, che permetterà una conversione di massa in Israele (Ap
2,7; Zac 12,10; Rm 11,26).
9. {Gaetano
Rizzo}
▲
■
Contributo 1:
Nicola, in tutta sincerità ho letto e riletto il secondo capitolo del libro
degli atti, ma non vedo quello, che tu affermi. Anzi, vedo che
tutta la chiesa ricevette lo Spirito Santo, come fai a dedurre che lo
ricevettero solo i «Dodici»? Ciao. {25-08-2011}
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): Chiedo a Gaetano Rizzo, se pensa che tutta la chiesa
fosse costituita da «Galilei» (At 2,7). Gli consiglio di leggere l’intero
articolo e tutti i contributi, e poi di rifletterci sopra alla luce della
discussione.
■
Contributo 2: Nicola, ho letto il brano di
Luca 24,33-49; e ho notato, leggendo il contesto, che il Signore prometteva lo
Spirito Santo o il battesimo nello Spirito, «la promessa» in pratica, non solo
agli undici, ma anche a coloro che stavano con loro. Quindi, non solo agli
apostoli. {27-08-2011}
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): Ieri, ho dedicato tutta una giornata all’esegesi di
Luca 24 e posso assicurare a Gaetano Rizzo che non è così. In ogni modo, ho già
indicato un confronto interessante fra Marco 16 e Luca 24, che dovrebbe
togliergli ogni dubbio. Glielo rimetto qui per comodità sua:
Marco 16 parla degli stessi episodi di Luca 24, sebbene ognuno a modo suo e con
uno scopo differente:
■ 1. Dapprima i due discepoli riferiscono della manifestazione ricevuta
di Gesù (Mc 16,12s = Lc 24,13-35).
■ 2. Poi disgiunto da ciò, segue l’incontro con i soli undici apostoli
del Signore (Mc 16,14ss = Lc 24,36-49).
■ 3. Infine c’è la scena dell’ascensione (Mc 16,19 = Lc 24,50-53).
Ciò non lascia dubbi di sorta! Vediamo, ora, che cosa ha da dire in merito
Gaetano Rizzo.
▬ Replica
(Gaetano Rizzo): Devo riflettere
attentamente. {27-08-2011}
10. {Antonio
Capasso}
▲
■
Contributo 1: «Ora, mentre essi
parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: “Pace a
voi”» (Luca 24,36). «Questo episodio avviene subito dopo il ritorno
dei due da Emmaus. Gesù apparve mentre essi parlavano di queste cose. È
piuttosto ovvio che questa sia la stessa apparizione descritta da Giovanni
20,19ss». (Leon Morris, «Il vangelo secondo Luca», p. 523) {26-08-2011}
▬
Risposta 1
(Nicola Martella): Adesso cominceremo a gareggiare a chi trova le
citazioni più allettanti per la sua propria posizione! Se non si legge Luca
24 alla luce degli altri Evangeli, si creano solo pericolose contraddizioni
nella Bibbia. Un confronto con Giovanni 20 (lui sì che era un testimone oculare)
ci mostra che gli eventi di Luca 24 non avvennero lo stesso giorno né nello
stesso luogo.
■
Contributo 2: Luca 24,34 «…e trovarono
radunati gli undici». «Poiché Giovanni 20,24, alludendo a questo
stesso colloquio, c’informa che Toma non era presente, come puossi spiegare
l’affermazione di Luca, che gli undici erano presenti?... La spiegazione più
plausibile è che Luca non intendeva già designare numericamente gl’individui
presenti, ma gli Apostoli in corpo («gli undici», siccome prima erano stati
chiamati «i dodici»), allo scopo di distinguerli dagli altri fratelli
intervenuti essi pure in quella raunanza. Se Marco 16,14, come sembra
probabile, allude allo stesso ritrovo, ha dovuto usare la parola undici
nello stesso generico significato. Come Paolo chiama la compagnia degli apostoli
i dodici (1 Cor 15,5), benché Giuda, il dodicesimo, fosse morto; così Luca
chiama gli “undici”, quantunque Toma l’undicesimo fosse assente» [Robert G.
Stuart, «L’evangelo secondo Luca» (ed. Claudiana), p. 291]. {26-08-2011}
▬
Risposta 2
(Nicola Martella): Sebbene la discussione di Robert G. Stuart
intorno alla designazione numerica degli apostoli sia interessante, mi viene da
dire: 10, 11 o 12, sempre apostoli erano, e solo loro!
Giustamente egli afferma che Marco 16 «allude allo stesso ritrovo», ossia
parla degli stessi episodi di Luca 24, sebbene ognuno narra i fatti a modo suo e
con uno scopo differente. Si noti la precisa congruenza:
■ 1. Dapprima i due discepoli riferiscono della manifestazione ricevuta
di Gesù (Mc 16,12s = Lc 24,13-35).
■ 2. Poi disgiunto da ciò, segue l’incontro con i soli undici apostoli
del Signore (Mc 16,14ss = Lc 24,36-49).
■ 3. Infine c’è la scena dell’ascensione (Mc 16,19 = Lc 24,50-53).
Ciò non lascia dubbi di sorta!
■
Contributo 3: Luca 24 «E alzatisi in quello
stesso momento tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli
che erano con loro». Era già notte ormai (v. 29), quando questi due
discepoli di Emmaus tornano a Gerusalemme, e trovano gli undici e gli altri con
loro. E Giovanni 20,19 dice: «La sera di quello stesso
giorno... Gesù venne e si presentò in mezzo a loro». Luca afferma che i due
di Emmaus «Raccontarono le cose avvenute per via, e come era stato da loro
riconosciuto nello spezzare il pane. Ora, mentre essi parlavano di queste cose,
Gesù stesso comparve in mezzo a loro» [N.d.R.: vv. 35s]. A meno che gli
apostoli non li abbiano cacciati fuori a pedate, stavano tutti insieme. La cosa
è certa e senza ombra di dubbio. {27-08-2011}
▬
Risposta 3
(Nicola Martella): In ogni cosa c’è un prima e un poi. Dopo aversi fatto
più di 22 chilometri a piedi, al ritorno con l’oscurità, tali due discepoli di
Emmaus saranno stati alquanto stanchi e, secondo Marco, anche irritati,
poiché non erano stati creduti.
Faccio notare che Luca 24,36 è da tradurre così: «Poi [gr. dè], mentre
essi parlavano di queste cose…»; il confronto con Marco 16,14 non
lascia dubbi che si trattò di un momento successivo, in cui erano presenti solo
gli undici apostoli.
Vedo che Antonio Capasso passa semplicemente sopra gli argomenti. Il confronto
fra Marco 16 e Luca 24 mostra la chiara cornice storica e, quindi, il
fatto che i due episodi erano disgiunti per il tempo e per le persone presenti.
Ma Antonio Capasso, invece, di prendere sul serio tali chiare evidenze, ritorna
a ingarbugliare i fatti.
Questa si chiama «critica interna» alla Bibbia e, come tale, crea
pesanti contraddizioni fra gli Evangeli e getta pesanti ombre sulla sacra
Scrittura. I brani più oscuri bisogna leggerli alla luce di quelli più chiari.
La nota finale di Marco ha una chiara cornice storica; è da lì che
bisogna partire nel confronto con gli altri Evangeli.
11. {Daniele
Gattullo}
▲
■
Contributo: In quel tempo Gesù prese a
dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli
fanciulli» (Matteo 11,25). «Ma quando verrà lui, lo Spirito
di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma
dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire»
(Giovanni 16,13).
Secondo Atti 2,4 «tutti
furono riempiti»; non dice i dodici, e quindi molto probabilmente sono i
120 (Atti 1,15). Al verso 14 è scritto: «Ma Pietro levatosi in piedi con
gli undici...» [2,14]. La parola di Dio è precisa in merito, forse dovremmo
accettarla così com’è, senza «strafare» nell’interpretarla. Dio ci benedica e ci
renda umili.
{27-08-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Probabilmente Daniele Gattullo risponde senza aver letto
l’intero articolo e/o l’intera lunga e articolata discussione. Ripropone
questioni, a cui ho lungamente risposto. Chi risponde senza aver letto gli
argomenti altrui, certo ne avrebbe bisogno di umiltà per andarsi a rileggere le
argomentazioni!
Mi dispiace, ma questo modo di procedere in un tema così delicato non è per
nulla serio. Mettere in mezzo qui i «piccoli fanciulli», non migliora le
cose. Qui ci vuole esegesi contestuale (2 Tm 2,15) da parte di coloro,
sono sì «bambini quanto a malizia», ma sono «uomini fatti»
quanto al senno (1 Cor 14,20; cfr. Ef 4,13), e hanno possibilmente il carisma
d’insegnante della Parola (Ef 4,11ss). Quindi, qui non si necessita proclami
così approssimativi, ma di coloro che sanno digerire «il cibo sodo [che] è
per uomini fatti; per quelli, cioè, che per via dell’uso hanno i sensi
esercitati a discernere sia il bene sia il male» (Eb 4,14).
Gli faccio una domanda: Quindi, tutti i 120 credenti maschi erano «Galilei»?
(At 2,7; cfr. 1,11). Questa sì che è una scoperta!? Stavano a Gerusalemme e
avevano escluso proprio tutti i credenti della Giudea!? Non si è capito che
cosa volesse dire con Atti 2,14, visto che tale verso mostra proprio che
Pietro e gli undici altri apostoli erano proprio gli unici credenti
menzionati fin lì da Luca, ed essi erano tutti Galilei!
▬
Osservazioni (Pietro
Calenzo): Carissimo Daniele Gattullo, shalom.
Permettimi di comparteciparti che, fino a pochi giorni addietro, ero
personalmente convinto che tutti i 120 credenti parlassero in lingue, e
che anche le donne, riunite con Maria e con i fratelli di Gesù,
avessero partecipato, alla prima evangelizzazione della nascente chiesa nel dì
della Pentecoste, esprimendosi tutti in lingue straniere. Personalmente trovo
che non c’è nulla di negativo nell’affermare di non aver approfondito a fondo
tale tematica (parlo della mia persona). Non subitaneamente, ma dopo giorni di
lettura degli scritti del fratello Nicola Martella, e la loro
comparazione con tutte le Scritture di rimando, devo ammettere che
tutta l’esegesi storico-biblica ed esegetica-morfologica del fratello Nicola
Martella è precisa, accurata e oculata. Rimane un piccolo particolare, non
eminente, che vorrei ancora approfondire meglio, ma tutti gli studi pubblicati
sono di una coerenza esegetica, che mi ha veramente rinfrancato. Un
fraterno abbraccio in Gesù Cristo, a te e alla tua famiglia. Benedizioni in Gesù
Messia. {27-08-2011}
▬
Replica (Daniele
Gattullo): Il verso di Matteo 11,25 l’ho citato
per mettere in evidenza che il Signore da sempre ha scelto gente umile
(vedi gli apostoli, popolani senza istruzione...) per dimostrare che Egli rivela
le profondità delle Scritture a gente semplice e non
rigonfia di cultura umana. Poi, il tuo articolo l’ho letto e ribadisco che nella
Bibbia non è scritto che i dodici furono riempiti, ma tutti!
Ti faccio una domanda:
Sei battezzato
nello Spirito Santo? Sei ricolmo dello Spirito di Dio? Ogni giorno questa
benedizione è su di te? Il segno iniziale è stato per te il
parlare in lingue celesti? Se questo non fa parte della tua vita, il tuo
parlare è umano e non condito con sale («Il vostro parlare sia sempre con
grazia, condito con sale, per sapere come dovete rispondere a ciascuno»;
Colossesi 4,6), visto come reagisci a coloro che non approvano i tuoi scritti.
Il vero credente non può fare nulla senza questa benedizione. Dio ci
benedica, mi tolgo di mezzo. {27-08-2011}
▬
Risposta (Nicola
Martella): Purtroppo questo non è un modo serio per discutere questo tema
così delicato. Per una settimana abbiamo discusso tutti gli aspetti
dell'argomento e ho cercato di dare risposta a tutte le obiezioni, e ora Daniele
Gattullo se ne vieni fuori con dei proclami, che nulla hanno di
probante!? Oltre all’articolo, si legga le varie parti del tema di discussione;
poi, se veramente ha qualcosa di probante da dire, volentieri lo ascolterò.
Per sua informazione, sono stato immerso nel corpo di Cristo mediante lo
Spirito Santo (1 Cor 12,13), al momento della conversione e rigenerazione. Sono
stato
suggellato dallo Spirito Santo per il giorno della redenzione (Ef 4,30;
1,13) e mi studio di vivere nella pienezza dello Spirito (Ef 5,18ss). Non
ho bisogno della glossolalia come «segno
iniziale» di alcunché, poiché il Signore mi ha dato altre «funzioni
ministeriali», visto che non tutti hanno le stesse (1 Cor 12,28ss).
È veramente singolare che
Daniele Gattullo faccia dipendere da un’esperienza
mistica la valutazione che il mio parlare sarebbe umano (che c’entra Colossesi
4,6 con la glossolalia, che di sale ne ha ben poco!?). Ciò è ancora di più
singolare, se si pensa che egli afferma che «il vero credente non può
fare nulla senza questa
benedizione», ossia senza tale esperienza mistica con annessa glossolalia.
Qui c’è tutta l’essenza dell’ideologia pentecostal-carismatica. E poi si parla
di orgoglio altrui e dell’umiltà propria! E pensare che la stragrande
maggioranza di coloro, che affermano di parlare in lingue, in effetti ripete una
specie di «mantra», ossia tre, quattro o cinque fonemi sempre uguali.
Preferisco veramente i «doni maggiori» (1 Cor 12,31) a tale esercizio di
«lingue psichiche»!
12. {Elia
Manduzio}
▲
Caro fratello
Nicola, bisogna ringraziare Dio per averci donato un fratello come te. Grazie
del tuo lavoro. Non lo dico per far complimenti gratuiti, ma perché la Parola di
Dio ci esorta a dare «l’onore a chi l’onore» (Rom 13,3). Quando ci si
accosta alla Scrittura bisogna essere rigorosi e studiare ogni singola
parola del testo divino. Ho letto l’articolo «A
Pentecoste lo Spirito discese solo sui dodici apostoli» e per
correttezza esegetica desidero ribadire quanto scritto e insegnato da Nicola
Martella. Il testo biblico è chiaro. Le lingue di fuoco apparvero e si divisero
su quelli che erano insieme nello stesso luogo (At 2,1). Quest’ultimi
sono quelli appena citati, cioè Mattia insieme agli unici apostoli (At
1,26).
Credo a questo riguardo, che gran parte della confusione sia da attribuire alla
divisione in capitoli. Mi spiego meglio. Non voglio affermare che la
divisione in
versi e capitoli sia un male, ma dobbiamo tener chiaramente in mente che lo
scrittore, divinamente ispirato dallo Spirito di Dio, nella stesura della
Scrittura non ha diviso drasticamente come noi oggi vediamo nelle nostre Bibbie.
Per non parlare dei titoletti messi sopra ogni paragrafo. Questi
potrebbero aiutare il lettore che si accosta alla Parola di Dio saltuariamente,
perché offrono una specie di riassunto del divino paragrafo. Ma è bene ricordare
che i titoletti non sono Parola di Dio! Il dono dello Spirito Santo è per
tutti, ma i Dodici hanno ricoperto un ruolo importante e basilare per la
chiesa (Ef 2,19-20), ruolo che non può esser ripetuto. Dio ha permesso che gli
apostoli parlassero altre lingue per divulgare il messaggio dell’Evangelo
a tutta quella gente «da ogni nazione sotto il cielo» (At 2,5).
Per rispondere alla domanda: «A Pentecoste lo Spirito discese solo sui
dodici apostoli?», è sufficiente leggere le due frasi di seguito, senza
l’interruzione del «capitolo» (cioè l’ultimo verso del capitolo uno e il primo
verso del capitolo 2 di atti). «Così tirarono a sorte, e la sorte cadde su
Mattia; ed egli fu aggiunto agli undici apostoli. Come giunse il giorno
della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente
nello stesso luogo» (ND). Dio benedica la sua Parola nei nostri cuori!
{10-09-2011}
13. {Autori
vari}
▲
■
Nunzio Nicastro: «Avevo
appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro,
esattamente come su di noi al principio. Mi ricordai allora di quella parola del
Signore che diceva: Giovanni ha battezzato con acqua, ma
voi sarete battezzati con lo
Spirito Santo. Se dunque Dio ha dato a loro lo stesso dono che ha dato anche
a noi che abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo, chi ero io da potermi opporre
a Dio?» (At 11,15ss). Coloro che predicavano il giorno della
pentecoste, come si vede in At 2,14.37 erano i dodici apostoli e gli pongono
anche la domanda: «Fratelli, che dobbiamo fare?». Quando al ricevere
lo Spirito Santo, secondo At 1,1-8, Lc 24,44-53 erano gli apostoli. Basta
mettere a confronto i passi di At 1,1-4,12 e Lc 24,51-52, allora si nota che
erano gli apostoli, che hanno visto l’ascensione di Gesù. {22-08-2011}
■
Salvatore Paone: Leggendo
attentamente il testo di Atti 1 devo ammettere per una coerenza biblica che in
realtà il giorno dell’ascensione di Gesù vi erano presenti solo gli Undici,
poiché vengono elencati per nome.
Dopodiché nel versetto 14 troviamo che gli incontri erano strettamente con i
parenti di Gesù e con le donne, presumibilmente erano persone strettamente
legate a Maria, la madre di Gesù. Nel verso 15 vediamo l’estensione del discorso
di Pietro verso i circa 120.
Per quanto riguarda l’investimento dall’Alto, dato a Pentecoste, per coerenza
biblica devo ammettere che fu promesso ai Dodici di ricevere potenza ed
era data a loro la missione apostolica, con un solo particolare che vi era
Mattia, aggiunto alla squadra 7-10 giorni prima. {26-08-2011}
■
Giancarlo Marzucchi: Se Dio
ne ha scelti solo dodici per dargli lo Spirito Santo alla Pentecoste, a me va
bene. Lui sa cosa è meglio per noi. {27-08-2011}
► URL:
http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Pentecost_Spirit_12-2_EdF.htm
25-08-2011; Aggiornamento: 11-09-2011 |