Ho ricevuto contemporaneamente due e-mail di Paul Emile Okoka, che non conosco.
Mi ha fatto piacere leggere parole piene d’Evangelo in una e-mail. Nell’altra mi
sono alquanto meravigliato di alcune sue espressioni. Particolarmente sono
rimasto turbato dal modo come si firma: «L’Amico di Gesù Cristo & Profeta Degli
Ultimi Giorni». Questo è meno conforme allo spirito della Bibbia. Nessuno in tutto il NT ha mai osato chiamarsi «L’Amico
di Gesù Cristo» (addirittura con la A maiuscola), neppure i suoi più intimi
discepoli. È vero che Gesù ha detto ai suo stretti collaboratori d’allora: «Voi
siete miei amici, se fate le cose che vi comando... vi ho chiamati amici, perché
vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio» (Gv 15,14s).
Essere chiamati dal Signore come «amici» era un onore (Lc 5,34; 12,4; cfr. Gv
11,11), ma nessuno in tutto il NT osò mai chiamarsi «amico di Gesù». Tutti gli
apostoli si sono presentati (e sono stati presentati) sempre come «schiavo [gr.
doulos] di Gesù Cristo» (cfr. Rm 1,1; Col 4,12). L’espressione «amico di
Gesù o di Cristo» non ricorre mai nel NT. In pratica, l’unico che Gesù chiamò
«Amico!», fu proprio Giuda il traditore! (Mt 26,50); nel NT tale espressione fu
usata come appellativo, spesso sarcasticamente, per marcare le distanze
dall’altro (cfr. Mt 20,13; 22,12). Si fa quindi bene a stare attenti a come ci
si titola. L’unico che nella Bibbia fu chiamato «amico di Dio», fu Abramo (Gcm
2,23), ma mai osò lui stesso farlo! L’altra auto-titolazione è ancora più equivoca: «Profeta
Degli Ultimi Giorni». Se fosse uno scherzo, uno risponderebbe ad esempio: «E
io sono uno dei 144.000!», oppure: «E io sono uno dei due testimoni
dell’Apocalisse!». Vista la serietà con cui è stata formulata l’espressione, ciò
nasconde il «verme» dell’orgoglio, se non addirittura della falsa dottrina. Mai
nessuno nel NT ha avuto tanto ardire da chiamarsi tale! In onestà, sembra veder
qui ricalcare l’appellativo dei Mormoni quali «santi degli ultimi giorni»! Il profeta degli ultimi giorni è stato uno solo: il
Signor Gesù Cristo, e non ve ne sono altri. Infatti, la Scrittura afferma: «Dio,
dopo aver in molte volte e in molte maniere parlato anticamente ai padri per
mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi mediante il suo
Figlio...» (Eb 1,1s). Punto e basta. Chi si fregia con il titolo «Profeta
Degli Ultimi Giorni» è un esaltato o, nei peggiori dei casi, un falso profeta.
Infatti, per il tempo della fine viene affermato (oltre alla moltiplicazione dei
falsi profeti; Mt 24,11.24; 2 Pt 2,1; 1 Gv 4,1), il fatto che chiunque titolerà
se stesso come profeta, verrà trafitto dai suoi stessi genitori per impedire
l’accusa di falso profetismo e di associazione a tale crimine: «E avverrà,
che se qualcuno farà ancora il profeta, suo padre e sua madre che l’hanno
generato gli diranno: “Tu non vivrai, perché dici delle menzogne nel nome
dell’Eterno”. E suo padre e sua madre che l’hanno generato lo trafiggeranno
perché fa il profeta» (Zc 13,3). Secondo Gesù, l’ultimo profeta istituzionale d’Israele
è stato Giovanni Battista (Mt 11,13s). Il termine greco
profemi non significa «dire in anticipo» (predire), come spesso si pensa, ma
«dire davanti» (proclamare). Per cui correttamente il cosiddetto carisma di
profezia è nella chiesa il ministero di proclamazione dell’Evangelo e della
Parola ai fini di edificare, ammonire e consolare (1 Cor 14,3). Esso sorgendo
dall’impulso del momento ed essendo estemporaneo, si distingue dal carisma
dell’insegnamento autorevole e anzi può essere assoggettato alla correzione da
parte della chiesa locale (1 Cor 14,29). I profeti istituzionali (nabi’)
sono solo del popolo d’Israele. Infatti, durante la grande tribolazione finale,
Dio manderà due testimoni a proclamare la sua Parola: essi sono i due profeti
del tempo della fine (Ap 11,3). Chi avrebbe la presunzione oggi di pretendere di
essere uno di questi due «giganti della fede» pari a Elia o Mosè? Quando vedremo
uscire il fuoco dalla bocca (Ap 11,5) di tale auto-nominato «Profeta Degli
Ultimi Giorni»? Oppure può egli serrare il cielo per non far piovere, come fece
Elia? (v. 6a). O ha il potere di trasformare l’acqua in sangue e di comandare
piaghe sul mondo, come fece Mosè? (v. 6b). Allora, verrebbe da chiedere a Paul Emile Okoka: «Chi
ti credi di essere?». Perché tanto orgoglio e tanta auto-esaltazione? Che cosa
c’è sotto tale facciata pia e religiosa? Non sa egli che chi si innalza verrà
abbassato? (Lc 14,11; 18,14). Perciò: «Umiliatevi dunque sotto la potente
mano di Dio, affinché Egli v’innalzi a suo tempo» (1 Pt 5,6; Gcm 4,10).
►
Lo spirito della malattia? {Nicola Martella}
(A)
►
Antitrinitari mimetizzati?
{Nicola Martella}
(T)
►
Inflazione di titoli altisonanti {Nicola Martella}
(A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-PE-Okoka_Ori.htm
2006; Aggiornamento: 24-08-2007 |