Un
lettore ha affermato di essere stato abbandonato da Dio. Inoltre ritiene
di essere in grado di venire a capo della sua vita da solo. Nonostante
ciò dalle sue parole traspare come una specie di malinconia e di
nostalgia verso un «padre» ritenuto partito per sempre... Dopo aver
cercato di dargli una risposta nell'articolo «Ateo
perché abbandonato da Dio?», alcuni lettori hanno
voluto esprimere il loro pensiero.
Come mostra questo caso specifico, alcuni temi sono sempre ricorrenti e
vengono letti e commentati anche dopo anni.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre
esperienze, idee e opinioni?
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1.
{Riccardo Michielan}
▲
Uno che percepisce la presenza d’un Dio che abbandona, tradisce,
s’allontana... ha una fede eccezionale come quella di Gesù Cristo che
dice: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato». Appena santa
Teresa D’Avila e Madre Teresa di Calcutta nella loro lunga esperienza
d’abbandono erano arrivate a tanto! {02-10-2008}
2.
{Alberto Negrello}
▲
■
Contributo:
Caro Nicola, è
evidente che Michele ha una fede
più semplice e più grande della tua. Siccome proprio non te ne accorgi,
ti consiglio con tutto il cuore di cambiare mestiere; eviti di far male
a te stesso e di non procurare bene agli altri... vedi donna Prassede di
manzoniana memoria. Ciao! Da uno che t’assomiglia tanto!
{02-10-2008}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Caro
Alberto, così come scrivi il tuo contributo, non è servibile per un tema
di discussione, essendo le tue asserzioni puramente gratuite. Dovresti
ampliarlo e spiegare meglio le tue opinioni, motivandole pure.
Inoltre sarà Michele stesso a dire ciò che gli ha parlato o meno, no?
3.
{Salvatore Castronovo}
▲
Anche la morte?
{02-10-2008}
Nota redazionale: È evidente che Salvatore si riferisca qui alla
seguente asserzione di Michele:
«...da solo riesco ad affrontare e a superare
qualsiasi ostacolo posto dinanzi a me».
4.
{Alberto Azzimonti}
▲
E tu [Michele] saresti Ateo? Ma l’ateo è colui che crede (erroneamente)
che Dio non esiste. Mentre dalla tue parole dimostri che credi nella sua
esistenza tanto da affermare (e da dispiacertene) d’essere stato
abbandonato da una Entità che secondo te non dovrebbe esistere, ma che
in realtà ti duoli della sua mancanza. A me la tua risposta sembra più
una preghiera di dolore che un nuovo tentativo (fallito) di dimostrare
l’assenza di Dio. Continua nella tua ricerca dolorosa di rincontrare
Dio, sarai aiutato anche dalla mia misera preghiera d’intercessione (per
quello che vale). Un abbraccio.
{03-10-2008}
5.
{Santina Rallo}
▲
Caro Michele
tu non sei ateo, lo dimostri dicendo: «Dio
mi ha abbandonato»; dunque avevi il Signore, sei solo perplesso
come mai non hai le risposte di Dio. Vedi mio caro, ci sono tanti passi
biblici che smentiscono il tuo scritto. Isaia 49,14-16. «Ma Sion ha
detto: “L’Eterno m’ha abbandonata, il Signore m’ha dimenticata”. Una
donna dimentica il bimbo che allatta, cessando d’avere pietà del frutto
delle sue viscere? Quand’anche le madri dimenticassero, non IO
dimenticherò te. Ecco IO t’ho scolpita sulle palme delle mie mani; le
tue mura mi stanno del continuo davanti agli occhi». Giosuè 1,9: «Non
te l’ho IO comandato? sii forte e fatti animo non ti spaventare e non ti
sgomentare, perché l’Eterno il tuo Dio sarà con te dovunque andrai».
Deuteronomio 31,6: «Siate forti, fatevi animo, non temete e non vi
spaventate di loro, perché l’Eterno,
il tuo Dio, è quello che cammina con te; Egli non ti lascerà e
non ti abbandonerà».
Michele la sacra Scrittura ti smentisce! Come ti ho detto prima, tu non
sei ateo, ma deluso! Di chi e la colpa? Non del Signore! Ti suggerisco
nell’amore del Signore: esaminati, perché se il Signore se allontanato
da te, ci deve essere un motivo tuo personale. Leggi tutto il Salmo 51,
ma il verso importante è quello 11: «Non rigettarmi dalla tua
presenza e non togliermi lo Spirito tuo santo!».
Michele, perché il Signore si sia allontanato da te, certo tu lo devi
sapere il motivo. Proverbi. 28,13: «Chi copre le sue trasgressioni
non prospererà, ma chi li confessa e li abbandona otterrà misericordia!».
Dio ti benedica! Un abbraccio. {04-10-2008}
6.
{Sandro Carini}
▲
Caro Michele,
ho 46 anni e, avendo perso il mio lavoro, ho ripreso gli studi
universitari. In alcune lezioni, quando il professore vuole attirare su
di sé l’attenzione degli studenti ed eliminare il brusio crescente delle
chiacchiere, smette di parlare e si crea un «silenzio»: tutti stanno
zitti e guardano all’insegnante.
Purtroppo per noi, quando smettiamo d’ascoltare il nostro Signore per
seguire le tante distrazioni che il mondo ci offre (Giobbe 33,14 «Dio
parla… ma l’uomo non ci bada»), Dio è costretto a tacere per
ricondurci a sé. Forse il Signore non ti ha voltato le spalle, ma sta
cercando di portare la tua attenzione su qualcosa di più importante che
magari non rientrava nei tuoi disegni. Non sarà che il Signore con
questo suo «silenzio» sta cercando di dirti qualcosa? Sta cercando di
riconquistare la tua attenzione? Magari perché ha il desiderio di
riabbracciarti?
Visto che non provi rancore nei suoi confronti, sono certo che sai anche
che l’uomo spesso abbandona i cani per andare in vacanza, abbandona i
propri cari specialmente quando sono anziani, abbandona addirittura i
propri figli e riesce ad abbandonare anche Dio. Se come «tralci» non
siamo uniti alla vera «vite» (Gesù Cristo), non possiamo produrre nulla,
perché abbiamo bisogno della linfa vitale per portare frutto.
Non ti scoraggiare ma prova a sintonizzarti nuovamente con il Signore e
sono certo che troverai le giuste risposte. È scritto «Chi m’ascolta
starà al sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male»
(Proverbi 1,33). T’auguro un nuovo e felice futuro nelle mani del
Signore. {05-10-2008}
7.
{Cesare Lapesca, ps.}
▲
Premetto
che ho lo stesso problema! Spero che tale mio risposta possa
essere di aiuto a Michele. Vediamo di chiarire alcuni punti.
Ho compiuto 27 anni a febbraio. E tutto cominciò all’età di 20 anni; ben
sette anni fa il
Signore mi voltò le «spalle», considerandomi come un «individuo» a
Lui estraneo. Il motivo? Ci arriveremo!
Dal sud mi sono trasferito al nord per motivi di studio (ebbene sono un
biologo laureando ora!), ma queste non erano le reali motivazioni;
volevo scappare dai continui litigi dei miei genitori tra di loro
e con mio fratello. Ho anche una sorella invalida con sindrome di Rett!
Non riuscivo a capire le continue liti tra di loro, e io e mia sorella
ne abbiamo espiato le colpe (e continuiamo a farlo). Tutto questo ti
porta a chiuderti ancora di più in te stesso, a vedere il mondo e
le persone in maniera diversa: i tuoi amici senza problemi
(intendo che si fanno problemi per niente!) escono il sabato sera, sono
sereni con la famiglia, ridono, scherzano, ecc., ecc.! Avevo come ultima
alternativa
Gesù. Ed è qui che sono cominciati i casini!
Il suo allontanamento mi ha portato a un mio allontanamento dagli
amici e soprattutto il loro da me per ripercussione (chi vorrebbe
passare un bel sabato sera con un amico, che ha altri problemi per la
testa e che ti rende triste la serata?). Questo è quanto pensavo a 20
anni! In questi sette anni né ho passato un bel po’ di vicende (la morte
di mio fratello in incidente stradale e due tentativi di suicidio). È
stato il buio più totale. Avrei potuto ammettere un
padre che ti lascia dormire in garage da piccolo, una madre
che non ti ha mai fatto una carezza, una sorella invalida... ma
un Dio, che si comportasse così, no, non l’ho ammettevo e neanche
ora riesco a farmene una ragione!
Allora che cosa ho imparato in questi anni? Dio si comporta in
maniera diversa con ognuno di noi, in funzione della psicologia di
ognuno noi. È semplice (almeno dovrebbe esserlo, io dico sempre che
stiamo sul pianeta terra, dove semplicità e complessità si scambiano
spesso i posti). Basta farsi le domande giuste
al momento giusto. Io sono stato sempre un tipo un po’ solitario e
timido, con un po’ di paura nel parlare in pubblico, e tutte le mie
vicissitudini hanno avuto un effetto amplificante. Ed è qui che Dio è
andato a intervenire
come un meccanico fa con un motore, che fa i sussulti e gli pulisce il
grasso, smonta qualche pezzo e mette alla prova se funziona o no! Ho
dovuto aspettare sette anni per capire che il problema era il mio. Oggi
sento l’abbandono molto di meno. Anzi, ti dirò che, da un po’ di tempo a
questa parte, ho strane sensazioni che Gesù mi stesse dicendo di
pregarlo, di riuscire a sopportare le mancanze di mia madre con il
perdono, a stare più vicino alle persone, insomma a vivere una vita
felice, a sforzarmi un po’ di più. Per fortuna sono finiti quei tempi,
in cui mi sentivo evitato. Come si dice, la strada è un po’ più in
discesa!
Morale della favola? Dio agisce con ognuno di noi in modo
individuale e in maniera del tutto speciale. Questa è una cosa
interessante, infatti molte persone, che hanno dei problemi seri, si
chiedono: «Perché a lui sì, e a me no? Dov’è la giustizia?». Questa
domanda è del tutta sensata, ma non porta pane a casa per dirla in
breve! Un’altra cosa, a Gesù piacciono le cose semplici e non
sofisticate e troppo impegnative (tipo devo arrivare alla laurea per
avere un lavoro, che mi faccia guadagnare molto e comprarmi una casa al
mare; oppure, peggio, devo ancora prendermi una laurea per arrivare a
essere il migliore. Lascia perdere allora, Dio non è la lampada di
Aladino!).
Spero di essere stato di aiuto a Michele. Se proprio non vuoi credere in
Gesù, perché ti dà noia, cerca almeno di porti le questioni giuste
(ad esempio evitare di programmarti troppo la vita, sentirti inferiore e
viceversa agli altri).
Sperando in un nuovo giorno, che ci porti a un futuro migliore per noi,
ti saluto... {20-06-2011}
8.
{Francesco Giordano}
▲
Fratello Nicola, possiamo dire a Michele che a volte Dio ci permette
di attraversare tanti problemi, affinché possiamo apprezzare meglio il
giorno, in cui si rivelerà con la sua grazia, affinché possiamo
apprezzare meglio la sua onnipotenza. Ecco perché a volte nel
momento, in cui ci sembra di averne bisogno, Lui non ci mostra la sua
grazia. Dio benedica Michele e lo guidi con la sua mano. {25-06-2011}
9.
{Danilo Ristagno}
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L’ateismo
purtroppo è la necessità di fuggire da Dio, per vivere liberi da
tutto ciò, che ci è scomodo comprendere, come ad esempio la fede in un
Dio vivente e invisibile, ma sempre presente. Una volta scrissi: «Se
oggi non piove nel mio paese, in Sicilia, non significa che la
pioggia non esiste e che non stia cadendo in un paese, vicino a
Napoli». Prima o poi vedremo la pioggia anche in Sicilia, come allo
stesso modo prima o poi vedremo la gloria di Dio e la sua esistenza
(parlo per chi non crede, perché chi crede vive già in Dio). Tante volte
c’impegniamo per raggiungere i nostri obbiettivi, tipo trovare
lavoro, casa, soldi, andare a divertirci e vivere una vita spensierata,
dimenticandoci così che questa vita è una vita finita e di poca
durata; mi chiedo: Quanto c’impegniamo noi per cercare realmente il
volto del Signore? O meglio: Quanto desideriamo realmente servire
Cristo, una volta che lo si è conosciuto e che Egli stesso si è
lasciato conoscere? Invito a leggere Luca 18,18-27. Dio vi benedica.
Shalom. {25-06-2011}
10.
{Pietro Calenzo}
▲
La prova produce costanza, pazienza, perseveranza, amore per i
«piccoli grandi» doni, che Dio ci offre ogni giorno. In tal modo,
potremo offrire, in modo autentico amore più consapevole in Cristo, a
coloro, che dopo o prima di noi sono nelle prove o sono scoraggiati
nel pellegrinaggio cristiano verso la Patria celeste. Gesù stesso ci
ha detto di rallegrarci e di piangere con coloro, che ne hanno bisogno.
{26-06-2011}
11.
{Fiorina Pistone}
▲
Caro
Nicola, vorrei dire qualcosa a colui, che si definisce «ateo perché
abbandonato da Dio».
Fa parte della nostra stessa fede il concetto che Dio non abbandona
mai chi confida in lui. Tuttavia può capitare, anche per lungo
tempo, di sentire Dio lontano. Capita, per esempio, di pregare
senza provare alcun conforto, alcuna gioia. Questo può dipendere anche
da un periodo di stanchezza, in cui ci si sente meno «vivi» e quasi
incapaci di sensibilità. A me hanno insegnato, ormai tanti anni fa, che
in momenti del genere bisogna continuare a pregare
come prima, perché in questo modo si continua sempre a ricevere il
sostegno della grazia divina, anche se si percepisce meno il suo aiuto.
Ho seguito questo consiglio e l’ho trovato vero.
Un’altra esperienza che ho fatto è che non bisogna mai lasciare da parte
la lettura personale della Parola di Dio. Essa è come una fonte
inestinguibile che ci dice sempre qualcosa. Più si va avanti nella
lettura e più la si comprende, e quando si comprende qualcosa di nuovo,
non si può più pensare che Dio non ci è vicino, perché lo sentiamo
all’opera in noi.
Certo anche la lettura della Parola può stancare, se non ci si avvale
dell’aiuto di altre persone più esperte, che ci aiutano a scoprirvi
sempre nuovi tesori. Giova perciò frequentare una buona chiesa,
dove la Bibbia venga studiata e spiegata con impegno. Giova anche
utilizzare un buon commentario. A me piace molto quello del sito
«La
Parola»; esso ha per noi, gente del 2000, un difetto, consistente
nell’essere scritto in modo un po’ arcaico, cioè con un linguaggio un
po’ antico, perché l’autore è vissuto tanti anni fa; però che acutezza
di analisi, che delicatezza nel cogliere tante preziose sfumature di
significato.
Mi piace anche continuare a seguire, ancora dopo tanti anni, il sito «Fede
controcorrente», dove molti argomenti sono sviscerati alla luce
della Bibbia, attraverso dibattiti e articoli di persone competenti.
Tutto questo mette in evidenza gli aspetti della verità biblica meno
facili da cogliere.
Il lettore, che si dichiara ateo, perché abbandonato da Dio, non
ci dice in quali cose ha scoperto di riuscire a cavarsela da solo,
senza l’aiuto di Dio. Penso che forse si riferisce alla sua attività.
Lui non ci dice se è studente o lavoratore, e in che campo
lavora, ma certo si può conseguire buoni risultati, sia nello studio che
nel lavoro, anche senza pregare. Se però parliamo della lotta contro
il peccato, allora è diverso: senza pregare non ci si smuove neanche
un po’.
Con questo non voglio dire che chi prega, si comporta sempre
meglio di chi non prega, ma che chi prega può migliorare molto il
proprio comportamento, mentre chi non prega tende a restare com’è. Gesù
ha detto: «Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in
me e nel quale io dimoro, porta molto frutto, perché
senza di me non potete fare nulla» (Giovanni 15,5). {29-06-2011}
12.
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▲
►
Che risposta vogliono gli atei da Dio? {Vincenzo Russillo} (A)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Ateo_abbandonato_da_Dio_EnB.htm
03-10-2008; Aggiornamento: 02-07-2011 |