Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

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Dall’avvento alla parusia

 

Interpretazione biblica

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA CHIESA DI BEREA IN ATTI 17,11?

 

 di Nicola Martella

 

Entriamo in tema

     Ultimamente un caro amico mi ha scritto quanto segue: «Vorrei trovare il tempo per approfondire quale dev’essere, biblicamente parlando, il percorso da fare e verificare se è vero quello, che hai proposto tu (non perché lo metta in dubbio, ma per non prendere come dogma ogni tua affermazione; in fondo anche la chiesa di Berea confrontava con le Scritture quello, che annunziava Paolo.)» (maiuscoletto redazionale).

     Gli risposi: «Fai pure il bereano! Come sai e vedi ogni settimana, non temo il confronto esegetico sul mio sito. Ti ricordo però che di cominciare la verifica dal luogo comune della “chiesa di Berea”; era un sinagoga».

     Tale banale questione mi ha nuovamente fatto riflettere sul fatto come sia difficile smontare, una volta per sempre, luoghi comuni e leggende metropolitane. Similmente si afferma che lo struzzo metta la testa sotto la sabbia o che un elefante venga terrorizzato da un topolino! Tali «fantasmi», figli del pressapochismo, dell’abitudine, della pigrizia mentale o dell’ignoranza, si alimentano nella falsa convenzione culturale e vivono di asserti, che pochi verificano.

     Incuriosito da ciò, ho fatto una certa ricerca e mi sono meravigliato come questo luogo comune sia molto diffuso. È stato interessante vedere che persone, che per altre cose hanno fatto un capello in quattro (anche nei miei confronti, per attaccarmi!), sono prede di questa falsa convenzione, secondo cui in Atti 17,11 si tratterebbe di cristiani e di una chiesa.

    L’odierna Veria è nel greco antico Βέροια (o Βέρροια, o Φέροια), termine che è stato trascritto nelle diverse lingue come Berrhoia, Beroia, Beroea, Beröa, Berea, Weria, Ber (= bulgaro/ macedone: Бер). Essa è oggigiorno una città nel nord della Grecia e il capoluogo della prefettura di Emazia, nella provincia (o «periferia») della Macedonia Centrale. A ragion di logica bisognerebbe dire «Bérea», ma in Italia si è imposta perlopiù la dizione «Beréa».

 

Una vasta convenzione

     A noi non interessa tanto chi ha detto che cosa (sebbene sia interessante!), ma usiamo questo caso in modo esemplare per renderci consapevoli del problema. Infatti, in questo come in altri casi, le «bufale», i luoghi comuni, le leggende metropolitane e varie frottole si nutrono del pressapochismo e vivono per la falsa convenzione degli umani. Presentiamo, quindi, questa ricerca nella consapevolezza che è la verità a rendere liberi (Gv 8,32)… almeno per coloro che eserciteranno l’onestà intellettuale.

     Stando così le cose, mi chiedo se i cristiani, che hanno dato alla loro chiesa o alla loro associazione il nome di «Berea», abbiano seguito semplicemente tale diffusa convenzione della «chiesa / associazione di Berea». Per le cose che seguono, non intendo esprimere un giudizio in merito, ma solo mostrare ciò che ho trovato, ossia la questione e la diffusione della falsa convenzione, secondo cui in Atti 17,11 a Berea si trattava di cristiani. Ecco alcuni esempi, che ho trovato in rete.

     ■ «Chiesa Cristiana Evangelica Indipendente “Berea”» (Roma)

     ■ «Istituto Biblico Bereano» (Roma)

     ■ «Centro Studi “Berea”» (Torino)

     ■ «Centro cristiano “Berea”» (40 km da Barcellona)

     ■ «Unione di Berea» (seguaci di un gruppo scozzese, fondato da G. Barclay [1734-1798], con diramazioni anche in Italia).

 

 Chiaramente esistono molte altre associazioni, scuole, istituti, eccetera, che si rifanno al nome «bereano»; ecco alcuni esempi trovati in rete: «Berean Bible Society», «Berean Christian High School», «Berean Baptist Academy», «Berean Academy», «Berean Institute», «Berean Bible College»…

 

Ipse dixit

     Inoltre sul Web si trovano asserzioni del genere, in cui si prende per vero che tali Bereani di Atti 17,11 fossero «credenti», ossia «cristiani». Si noti, come detto, che a fare tali asserzioni, sono a volte cristiani che, per altre questioni, spaccano il capello in quattro. È il caso di dire che essi spesso colano moscerini per altri, ma inghiottono poi personalmente cammelli. Ecco alcuni esempi significativi (grassetto nostro).

     ■ «Perché i credenti di Berea studiavano le Scritture ogni giorno per vedere se Paolo diceva il vero?» (Chiesa cristiana avventista).

     ■ «Oggi abbiamo bisogno di seguire l’esempio dei cristiani di Berea…» (Giacinto Butindaro). «Quindi noi abbiamo la responsabilità davanti al Signore di filtrare e verificare con la Bibbia se le cose stanno così, senza dare nulla per scontato, esattamente come fecero i credenti di Berea nei confronti delle cose insegnate dall’apostolo Paolo» (Giacinto Butindaro).

     ■ «Siamo così abituati da secoli a bere da una fonte corrotta che non abbiamo né la forza, né il coraggio, né la voglia di ritornare alle Scritture per vedere se ciò che ci viene predicato dai pulpiti nazionali sia la verità oppure no (vedi la chiesa di Berea in Atti 17,11)» (Corrado Salmé; qui).

     ■ «Oggi abbiamo bisogno di seguire l’esempio dei cristiani di Berea i quali…» (Giuseppe Piredda).

     ■ «Siamo come i fratelli della chiesa di Berea che quando Paolo e Sila furono in mezzo a loro e cominciarono a insegnare, questi fratelli…» (Studi Biblici del Sud).

     ■ «L’apostolo Paolo, al contrario, loda grandemente i cristiani di Berea, perché esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere…» (cristianoexateo).

     ■ «Ciò che però dovete fare con un messaggio come questo è ciò che fecero i cristiani di Berea nel libro degli Atti…» (Paolo Castellina).

     ■ «L’importanza di leggere e imparare personalmente dalle Sacre Scritture come i Cristiani di Berea (v. Atti 17,11)…» (Il cammino cristiano).

     ■ «Il nome dato alla chiesa, ha un riferimento solo simbolico, ispirato all’atteggiamento degli antichi cristiani di Berea, che studiavano le Sacre Scritture assiduamente per constatare l’aderenza delle prediche di Paolo alle rivelazioni bibliche» (Chiesa cristiana evangelica indipendente Berea; Cesnur: «La chiesa Berea»).

     ■ «La lettura delle poche ma meditate pagine di questo libretto può servire quindi a contrastare certe nefaste tendenze “sostitutive” e a stimolare i lettori ad un approfondimento biblico del tema, nella speranza che assumano, nei confronti delle tesi dell’autore, il corretto atteggiamento dei credenti di Berea, che esaminavano “ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così” (At 17,11)» (Marcello Cicchese nella prefazione a un libro di Rinaldo Diprose, Effetti della teologia della sostituzione [The New Thing, 2008])

     ■ «La necessità di essere dei cristiani di Berea: Nel libro degli Atti, leggiamo che i cristiani di Berea possedevano questo “amore per la verità”, ed è questa la ragione per cui sono stati lodati da Dio, perché essi “esaminavano ogni giorno le Scritture, per vedere se ciò che veniva detto loro era esatto” (Atti 17,11). Tutti coloro che anche oggi cercano di fare come i cristiani di Berea, sono accusati da alcuni leader carismatici odierni, di essere degli orgogliosi e dei ribelli. […] Lo Spirito Santo, che è l’autore del libro degli Atti, vuole quindi dirci che i cristiani di Berea sono un vero modello per tutti i cristiani di ogni tempo. […] “Essi (i cristiani di Berea) esaminavano…”» (Samuel e Dorothée Hatzakortzian, Come evitare la seduzione spirituale degli ultimi tempi (edizioni Compassion), pubblicato da «Il Riformatore»).

     ■ «Un ritorno allo zelo come quei primi cristiani di Berea, antica città macedone, che, una volta convertiti, iniziarono a studiare seriamente e metodicamente la Bibbia» (Giacomo Ruggeri, «Scuola biblica», su un corso biblico della Parola della Grazia di Palerm). Bisogna rispondere che le cose non stavano così; si trattata di Giudei nella loro sinagoga, i quali verificavano le parole di Paolo con l’AT.

     ■ «L’apostolo Paolo, al contrario, loda grandemente i cristiani di Berea, perché esaminavano ogni giorno le Scritture per vedere se le cose che egli insegnava corrispondessero a verità (Atti 17,11)» («Risposte ai miei amici cattolici», Opuscoli di eVangelo).

     ■ «Or costoro [i cristiani Giudei di Berea] erano di sentimenti più nobili…esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se queste cose stavano così» (Atti 17,1). (Argentino Quintavalle, «Gesù è andato a scuola?»). Come si vede, l’interpretazione avviene direttamente nel testo biblico, cosa sconsigliata; il riferimento finale è sbagliato (dev’essere 17,11). Dal testo è evidente che non erano per nulla «cristiani Giudei», visto che si trovavano ancora nella fase analitica. Erano semplicemente Giudei nella loro sinagoga.

 

Altri riferimenti per l’approfondimento

     La lista potrebbe essere molto lunga. Riportiamo solo alcuni riferimenti significativi.

     ■ Sui «credenti di Berea» si esprimono, ad esempio, similmente pure Antonio Sammartino (qui), Tutto l’Evangelo (ADI Foggia; qui), ADI Palermo (qui), Chiesa Evangelica Betania - Varese (qui), Il libro della vita - Gorizia (qui), Illuminato Butindaro (qui), Enciclopedia «Sapere» (qui)…

     ■ Sui «cristiani di Berea», che verificarono le Scritture, si esprimono, ad esempio, similmente pure Cesario Villano (qui), Chiesa di Cristo in Ferrara (qui), Elena (qui), Marco De Vivo (da apocalypsesoon; qui), Franco Ienco (qui), Mario De Liso (naiot; qui), Apparizioni Mariane (qui), Francesco D’Addato (qui), V. Mungai (qui), Illuminato Butindaro (qui)…

 

Alcune valutazioni

     Abbiamo visto come sia ricorrente e vasto il luogo comune della cosiddetta «chiesa di Berea» e dei «cristiani / credenti di Berea»! Luoghi comuni e leggende metropolitane sono difficili da estirpare, e anche persone dotte ci cascano facilmente.

     Eppure è chiaramente scritto: «E i fratelli, subito, di notte, fecero partire Paolo e Sila per Berea; ed essi, giuntivi, si recarono nella sinagoga dei Giudei» (At 17,10). Furono quindi i Giudei di Berea a praticare il principio: «Fidarsi è bene, controllare nella Scrittura è meglio». Infatti è scritto: «Ora, questi furono più nobili di quelli di Tessalonica, in quanto che ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavano così» (v. 11). Per «questi» e «quelli» Luca intendeva i Giudei di tali due città; non a caso da Tessalonica arrivarono a Berea i Giudei «guastatori» della missione cristiana.

     In questo come in altri casi, ripetendo continuamente la stessa falsità o frottola, le si conferisce un’apparenza di verità, che entra così nella convenzione, senza che alcuno se ne accorga più o la metta più in discussione. Quando qualcuno pone il problema, è immaginabile che dapprima ci sia una levata di scudi; alcuni, invece di approfondire consapevolmente la cosa, facendo appunto come i Bereani (!), attaccheranno dapprima colui che ha voluto sfatare la leggenda metropolitana. Sarà così anche questa volta?

     Non voglio trarre conclusioni, ma le lascio ai lettori, così che abbiano spazio per esprimersi in merito. Non so neppure fino a quando tali asserzioni rimarranno in rete, sia perché (spero che) gli autori le correggeranno, sia perché nel Web nulla è duraturo.

 

La chiesa di Berea in Atti 17,11? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

Per altre «bufale», che vanno in giro nel Web, si vedano ad esempio i seguenti articoli:

Temperatura del Paradiso e dell’Inferno {Nicola Martella} (A)

Voci infernali dalle viscere della terra? {Nicola Martella} (A)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/A1-Chiesa_Berea_Avv.htm

01-11-2010; Aggiornamento: 03-11-2010

 

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