Nell’articolo «Rasare
o spuntare la chioma» abbiamo visto che ci sono
massimalisti, che affermano che le donne non dovrebbero mai tagliarsi i
capelli, neppure spuntarli. Essi, per argomentare, tirano in ballo i nazirei
dell’antico patto, sebbene essi col nuovo patto non abbiano nulla a che vedere.
Inoltre, dimenticano di dire, per coerenza, che tale norma del nazireato
riguardava maschi e femmine. Le famiglie e le chiese di tali massimalisti dovrebbero
essere, quindi, piene di capelloni di ambedue i generi.
Nel primo contributo riporto la reazione di una lettrice al mio articolo.
All’inizio non sapevo a quale denominazione appartenesse, constatai solo che la
sua bacheca era piena di note del defunto
W.M. Branham e dei suoi seguaci. Dalle risposte che mi ha dato
successivamente (vedi sotto), ho preso atto che è una seguace militante di tale
defunto santone, che viene venerato come una specie di «santo patrono». Quindi,
questo tema e W.M. Branham, quale ispiratore di tanto massimalismo, si
intrecciano qui immancabilmente.
La presa di posizione di questa lettrice è significativa per tale atteggiamento
massimalista, che mischia insieme AT e NT a proprio arbitrio e pone pesanti
catene addosso ai loro seguaci. Rimando alle mie osservazioni e obiezioni,
che seguono.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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I contributi sul tema ▲
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1. {Cristina
Amato}
▲
La
donna, se taglia i suoi capelli, anche solo spuntarli, secondo la
Scrittura non può nemmeno pregare, perché è una cosa disonorevole. La
Sposa del Signore Gesù Cristo è Nazirea, poiché Gesù è Nazireo; allora ella non
accorcia i suoi capelli. Però, non vi allarmate questo è solo per la sposa,
tutte le donne, che non sono sposa del Signore Gesù Cristo, potete continuare a
spuntarli e anche tagliarli. Dio ha mandato la sua Parola, solo per i suoi
figli, e solo loro la ubbidiscono, per gli altri, che non sono figli,
continuate a vivere come volete, ma la Sposa vive di ogni sua Parola.
{29-11-2012}
2. {Nicola
Martella}
▲
A questa lettrice faccio notare il fatto che la chiesa, quale «sposa
di Cristo», è costituita da tutti i credenti, maschi e femmine. Inoltre, la
chiesa, quale «sposa di Cristo», è una corporazione astratta (come famiglia,
nazione, popolo),
non una donna concreta, che possegga un corpo e una chioma personali. In
Apocalisse 21,2 la «sposa» è «la santa città, la
nuova Gerusalemme» con tutti i suoi
abitanti. Quando l’angelo volle presentare a Giovanni «la sposa, la moglie
dell’Agnello», gli «mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal
cielo d’appresso a Dio». È difficile tagliare o spuntare i capelli a una
città.
■ Il nazireato era un’istituzione del vecchio patto. Dovremmo presumere,
quindi che tu sei ebrea, che i maschi della tua famiglia siano tutti
circoncisi e che osservate tutti precetti mosaici? Di sabato non fai
più di un miglio. Durante le regole mensili, non vai al culto, per non
contaminare gli altri; alla nascita dei figli non ci andrai per i tempi
prescritti; quando ti contamini con qualcosa, ti lavi corpo e vestiti e sei
impura fino a sera; e così via.
■ Quindi tu saresti una «nazirea», ossia ti saresti recata al tempio di
Gerusalemme, per offrire un sacrificio di consacrazione sotto la
direzione di un sacerdote levitico. Come avrai mai fatto, visto che nel nuovo
patto non è previsto il nazireato e il tempio non c’è più? Non bevi mai
vino o un bicchierino di liquore alcolico nella tua vita, non metti
l’aceto sull’insalata, ti astieni dai dolci, che contengono alcool e
non mangi uva fresca o passa (Nu 6,3s). Non ti contamini nella tua vita
con nessun morto, andando a un funerale, neppure se fosse il tuo genitore
(v. 7). E se è mai capitato di venire a contatto con un cadavere, ti sei rasa
tutto il corpo e poi hai portato il sacrificio di purificazione al sacerdote
levitico al tempio di Gerusalemme, per riconsacrarti al nazireato (vv. 9-12).
Non ti sei mai spuntata o tagliata i capelli da quando hai fatto tale voto (v.
5). Quando saranno lunghi due metri, che farai? E, visto che il nazireato era
a tempo, quando scadrà nel tuo caso, hai già il sacrificio da portare al
tempio? (vv. 13-17.19s). Lo sai che allora dovrai raderti interamente il corpo?
(v. 18).
■ Potresti indicarmi, dov’è scritto esplicitamente che «la Sposa
del Signore Gesù Cristo è Nazirea»? Inoltre, visto che ideologicamente
applichi l’argomento del nazireato alle donne, trascurando proprio gli uomini,
indicami una sola donna
per nome in tutta la Bibbia, che fu chiamata espressamente nazirea. Io alcuni
maschi ce li ho: Sansone, Giovanni Battista. Non dovresti, quindi, essere
coerente, quando applichi il nazireato alla chioma dei credenti nel nuovo
patto?
■ Potresti indicarmi, dov’è scritto che «Gesù è Nazireo»? Egli a
differenza dei nazirei (e di Giovanni battista), beveva vino; perciò non
lo era. «Difatti è venuto Giovanni non mangiando né bevendo, e dicono: “Ha un
demonio!”. È venuto il Figlio dell’uomo mangiando e bevendo, e dicono: “Ecco un
mangiatore e un bevitore di vino [gr. oinopótēs], un amico dei pubblicani e
dei peccatori!”. Ma la sapienza è stata giustificata dalle opere sue» (Mt
11,18s)
■ Infine, visto che
un uomo o una donna
poteva fare tale «voto speciale, il voto di nazireato» (Nu 6,1), ciò significa
che sia uomini che donne potevano farsi crescere i capelli durante il tempo
della consacrazione. Se hai un marito, fratelli o figli maschi credenti,
significa che anche loro portano i capelli lunghi? Infatti, anche loro
compongono la «sposa di Cristo». Se applichi il nazireato alle donne, dovresti
applicarlo anche agli uomini, vero? Sarete allora una chiesa di
capelloni, vero?
3. {Giancarlo
Larossa}
▲
■
Contributo:
Fratello Nicola, ti ringrazio della tua risposta. Da quello che ho letto, mi
rendo conto di aver intuito giusto. Non mi era mai capitato di fare questa
domanda così specifica a un conoscitore del testo greco. Volevo solo accertarmi
di avere la giusta intuizione. L’accostamento al nazireato, viene da
fratelli superficiali, che rimangono infantili sugli argomenti, nei riguardi
dei quali pensano di avere una opinione, congiunta alla fede. Ripetono
meccanicamente le parole di un altro, più propriamente, «gli esempi», i
sensi allegorici, e ne fanno uno stendardo. È sempre stato così, dopo che il
servo di Dio esce dalla scena. La storia ce lo testimonia.
Ancora grazie, e spero poter avere da parte tua disponibilità, in quanto a
collaborazione spirituale, nel caso avessi bisogno di altre informazioni.
{27-11-2012}
▬
Nicola Martella:
Non entro nel merito su tale «servo di Dio», intuendo che
per Giancarlo Larossa sia
W.M. Branham, di cui alcuni suoi seguaci riporterebbero le sue parole
come uno «stendardo» profetico. Per le mie obiezioni e critiche a tale massone
(si noti la forma della tomba piramidale), esoterista e divinatore
cristianizzato (praticava la «piramidologia» come fonte di ispirazione
«profetica», al pari di Russel, da cui derivano gli attuali seguaci della Torre
di guardia)e ai suoi seguaci, rimando a quanto ho già scritto nel merito al
link indicato. Fatto sta che persone come Cristina Amato sono
connesse al defunto Branham da legami devozionali — simili a quelli, che
legano il devoto cattolico a un patrono (p.es. Padre Pio), a un taumaturgo
(p.es. Milingo) o a un’entità che si rivela in un certo luogo (p.es. Medjugorje)
— e traggono proprio dai suoi scritti tali insegnamenti falsi e fuorvianti,
sebbene esse li considerino autentica rivelazione di Dio. Consiglio a Giancarlo Larossa di abbandonare tale
defunto santone e i suoi falsi insegnamenti e di orientarsi completamente alla
sacra Scrittura e a una sua rigorosa esegesi contestuale.
4. {Sergio
Monopoli}
▲
■
Contributo:
Insomma il capo dev’essere coperto dal velo o da capelli o da una qualsiasi
copertura? {30-11-2012}
▬ Nicola Martella: Qui il tema non è il «capo coperto dal
velo o da capelli», ma solo se è legittimo tagliare la chioma e se «rasare» si applichi anche a spuntare i
capelli. Tale altro tema l’abbiamo affrontato altrove. [►
Velo fra assolutismo e banalizzazione]
■
Sergio Monopoli: E com’è? Le
donne non devono radersi? {30-11-2012}
▬
Nicola Martella:
Hai letto l’intero articolo sul sito? Altrimenti ci ripetiamo all’infinito.
Alcuni massimalisti affermano che le donne non debbano neppure spuntare i
capelli, abusando dei termini ricorrenti in 1 Corinzi 11. Essi fanno anche
riferimento a un improprio accostamento al nazireato, secondo cui le donne
cristiane, essendo naziree, non devono neppure spuntarsi i capelli. Tale
argomento è falso (il nazireato era un istituzione sacrale e cerimoniale
dell’antico patto, legata al funzionamento del tempio, ma che il nuovo patto ha
messo in ombra; Eb 8,5; 10,1); e comunque varrebbe anche per gli uomini
(Sansone, Giovanni Battista). Quindi, dovremmo avere chiese di capelloni!
5. {Paolo
Cardenia}
▲
■
Contributo:
Viva la libertà. Ognuno faccia come desidera in cuor suo. Amen. {30-11-2012}
▬
Nicola Martella:
Paolo Cardenia (in un account ti titoli «Profeta Evangelista», in un altro
account come «Pastore»; che inflazione di «etichette» ministeriali!), tu
affermi: «Viva la libertà», sì ma solo quella chiaramente espressa dalla
Scrittura (è la verità a rendere liberi, non l’arbitrio). Tu dici: «Ognuno
faccia come desidera in cuor suo», sì, ma soltanto per le cose espressamente
così definite dalla Scrittura (cfr. Rm 14). Generalizzare tali principi,
significherebbe aprire porte e portoni al soggettivismo e all’arbitrio,
che avvilirebbero la verità biblica e la volontà di Dio. Dobbiamo «tararci»
noi sulla Scrittura, non adattarla alle nostre opinioni, vero?
Quindi, se la
Scrittura afferma che l’uomo deve pregare e proclamare a capo scoperto,
ma la
donna deve farlo a capo coperto (di là se si tratta della chioma o di una
copertura supplementare), non saranno le nostre libertà a cambiare il punto
di vista di Dio e la sua libertà di accettare o meno il culto e le preghiere
dei cristiani. Tuttavia, come ricordato, qui il tema è la comprensione dei
termini greci, tradotti con tagliare e radere; solo questo.
■
Paolo
Cardenia: Fratello Nicola, non è il
velo che guarisce i mali della chiesa. Ogni comunità fa quello, che vuole.
La parola sobrietà è l’unica da mettere in pratica: se portiamo il velo e
poi il culo è scoperto, siamo dei poveracci. Anche gli uomini non devono tagliar
{01-12-2012}
▬ Nicola Martella: Poiché il tema qui non è il velo in se stesso,
ma altro, non commento il chiarimento, che comunque apprezzo. Perciò, gli lascio l’ultima parola.
[►
La questione del velo (1 Corinzi 11,2-16); ► Velo fra assolutismo e banalizzazione]
6. {Gianni
Siena}
▲
■
Contributo:
1. Il ragionamento svolto dall’apostolo Paolo è volto a definire
l’atteggiamento esteriore dei due sessi nello svolgimento della riunione
di culto. Detto questo, ritengo che il tema proposto dal mittente della lettera
sia una questione della più specifica «lana caprina»,.
Che la donna possa, volendolo, farsi tagliare i capelli per questioni estetiche
o di agio personale (non tutte sono fan di una chioma extra lunga o
«nazireale»), non riguarda i versi citati e l’argomento affrontato da Paolo.
In quei passi c’è l’accenno all’uso di radersi i capelli, come facevano le
prostitute, e per questo era «vergognoso». Ma l’acqua è passata sotto i
ponti molte volte, in duemila anni, gli usi sono cambiati: oggi il taglio dei
capelli non è più un «distintivo» del mestiere più antico (?) del mondo. Se una
donna porta capelli corti o lunghi, denotanti la frequenza del negozio della
parrucchiera, essa non viola nessuna «norma» biblica.
Sono un evangelico pentecostale e propendo per un’applicazione letterale dei
comandamenti biblici.
Paolo aveva a cuore il decoro personale e l’ordine del culto; e se
ha ancora senso, visti i cambiamenti culturali, ben venga l’osservanza letterale
delle sue istruzioni, ma sarei per «ridefinire» alla luce dei cambiamenti
avvenuti certe sue esortazioni.
Capita di entrare in qualche locale di riunione e vedere donne (di cui poi si
viene a sapere che sono, anche, «sorelle») vestite in modo mondano e
(qualche volta) indecente, al punto che riesce difficile concentrarsi sullo
scopo della nostra presenza, ossia essere davanti al Signore.
Non sono «maniaco», ma sono stato giovane e sono ancora un uomo normale in tutti
i sensi: in 37 anni di conversione non ho mai fatto gesti sconvenienti verso
sorelle in fede e/o donne estranee alla chiesa.
Perché dico questo? Nella cultura orientale (anche greca) la chioma femminile
«scoperta» esercita(va) un certo richiamo sull’uomo: anche per questo
Paolo chiama in causa gli «angeli» (1 Cor 11,10; Eb 2,5).
Infatti, sottolinea che la donna (= moglie) è la «gloria» dell’uomo e
solo il marito ha diritto di guardare con lecito desiderio la sua avvenente metà
(1 Cor 11,7). Gli altri uomini non dovrebbero trovarsi esposti a tentazioni
«visive».
Questa raccomandazione completa quanto la Scrittura dice altrove riguardo al
vestire
dei due sessi. Siamo santi e chiamati a comportarci da tali, la vita è un
cammino progressivo e un crescere nel Signore. La debolezza della carne è
in agguato e può cogliere chiunque in qualsiasi istante, anche mentre tutti
elevano mani pure al cielo, senza ira e senza dispute (1 Tm 2,8).
2. Vorrei
dire qualcosa su William Marrion Branham. Molti anni fa un pastore di mia
conoscenza disse di lui: «La prima parte del suo ministero era accettabile, la
seconda parte no». Negli anni mi sono reso conto che un ministero «guasto»
per poco, risulta nocivo alla fede cristiana anche per quel «poco». Quando
si cerca di difendere qualcuno, egli deve essere trovato irreprensibile
(1 Tm 3,2)
Mancando questo requisito, crolla ogni sorta di altro «merito». In una
conferenza ascoltai un oratore che includeva fra i credenti «ortodossi» anche i
montanisti. La sua tesi era condivisibile, ma Montano andò fuori dai
binari dottrinali, profetizzò che il regno di Dio (con l’apparizione del
Signore) sarebbe divenuto realtà a Jerapolis in Frigia. La chiesa reagì,
scomunicandolo insieme ai suoi discepoli. È molto difficile difendere Montano e
il suo seguito! Raccomando a quel credente «moderato» branhamista di rileggersi
la Scrittura in proprio e lasciar stare la particolare veduta della sua
denominazione.
Branham, come altri «profeti», ha suscitato un’ammirazione verso la sua
persona, che non è biblica (Es 20,1-5; Gal 2,6). Io stesso ho imparato a mie
spese cosa significhi non farsi idoli. Ancora oggi sono molto «guardingo».
La mia «dottrina» è frutto di vissuto e studi personali, confronti con altri;
quando sono stato «confutato» la cosa, lungi dal devastarmi, è stata salutare.
3. Il senso
di un verbo, quando si tratta di dottrina, è importante, ma sul senso del
«taglio» dei capelli, lo trovo abbastanza banale: una questione o disputa sul
senso di una parola non produce edificazione (2 Tm 2,14).
Chi solleva problematiche intorno alle parole (su evidenze secondarie) della
Bibbia, è uno gonfio di pensieri e non sa nulla: come i membri di certe sette
pseudo-cristiane, che propongono vedute proposte dai loro leader, ma incapaci di
verificare e valutare quel, che dicono.
Nicola, è la mia personale esortazione a lui, non dovrebbe dare pubblico spazio
a questi temi: può dare a costoro risposte private e ugualmente efficaci.
{01-12-2012}
▬
Nicola Martella:
Ragionare sulle cose non è un’attività oziosa o vana. L’approfondimento di
termini e verbi, se fatto con legittimità e senza strumentalizzazione, può
essere illuminante.
Non si può risolvere tutto sul piano culturale d’allora e di oggi,
sebbene bisogna esser sobri nel valutare le cose.
L’abbigliamento femminile (e maschile) poco decoroso, ma provocante, è
sconsigliato a coloro, che fanno professione di fede. Tale questione non mette
però in ombra l’approfondimento delle questioni di 1 Corinzi 11; infatti una
cosa è se i verbi usati si limitano al tagliare radicalmente, altra cosa è se
intendono anche il tagliare un po’ o spuntare i capelli. Per chi intende
piacere al Signore, ciò è importante.
Rispondere nel merito a chi afferma che le donne cristiane debbano essere
naziree e, quindi, portare una chioma, che mai si debba minimamente
tagliare, è importante, poiché ciò crea prigioni mentali e scrupoli di coscienza
in chi vuole piacere a Dio. Spiegare che il nazireato era un costume del vecchio
patto, non comandato nel nuovo (tempio e riti non ci sono più!), e che esso
riguardava uomini
e donne, diventa liberatorio per chi ha la coscienza debole (Rm 14) e si trova
sotto un giogo imposto dai massimalisti.
I paralleli fra Branham e Montano sono significativi. Ambedue hanno
annunciato un ritorno visibile di Cristo, ambedue si sono auto-nominati
«profeti», ambedue hanno fallito e ambedue sono da considerare «falsi profeti».
7. {Cristina
Amato}
▲
■
Contributo:
Caro Nicola, non ti allarmare, la Parola di Dio in ogni epoca è stata mandata
per una ristretta cerchia di credenti, non per tutti. Il profeta, che Dio
ha mandato, lo ha mandato per me, mica per te. Ai giorni di Noè si salvarono
solo 8 persone eppure Noè predico a tutti i credenti per 120 anni, ai giorni di
Lot solo 3, e Gesù disse che negli ultimi giorni sarebbe stato come ai giorni di
Noè e di Lot. Non è assolutamente strano che oggi sono pochissimi, quelli che
accettano il
profeta del nostro giorno, solo gli eletti appunto. {01-12-2012}
▬
Nicola Martella:
Cristina Amato, aveva posto le sue tesi sulla mia pagina di Facebook, a cui
risposi ampiamente lì e qui sul mio sito, dove ho pubblicato le mie obiezioni a
esse. Come mai non ha risposto nel merito? Dove sta la coerenza biblica di
questa seguace del defunto «padre Pio» W.M. Branham? Invece di rispondere nel
merito, ha usato nuovamente l’occasione per venerare il suo santone di
riferimento. Ecco, qui di seguito la mia risposta.
■ «Il profeta
che Dio ha mandato»? Branham era un massone (la sua tomba è a forma di
piramide come i massoni e come il monumento a Russel, padre degli odierni
seguaci della Torre di guardia), un esoterista e divinatore cristianizzato
(usava la «piramidologia» per fare le sue «profezie» e predizioni).
■ Branham
predisse che Gesù sarebbe venuto materialmente ai suoi giorni, per
instaurare il regno, e per questo si auto-nominò «Elia» escatologico.
Branham è morto da decenni, Cristo non lo accontentò, perciò non lo
accreditò come suo profeta Secondo la Bibbia, se un «profeta» fa una predizione
nel nome del Signore e non si avvera, egli è un falso profeta, che Dio
non ha mandato. Appunto, Branham è un falso maestro.
■ Tu e i tuoi accoliti siete attaccati a Branham con tanta devozione religiosa
come se fosse il vostro «Padre Pio». Lo tenete in onore come il vostro «Simone
il Mago», «che già da tempo esercitava nella città le arti magiche, e
faceva stupire la gente di Samaria, dandosi per un qualcosa di grande... Costui
è «la potenza di Dio”, che si chiama “la Grande”» (At 8,9s). È come se il
suo «spirito guida», ossia il demone dottrinale che lo dominava, abbia
trovato accesso anche nelle vostre menti, aggiogandole alla sua stessa ideologia
esoterica.
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {Vari e
medi}
▲
■
Roy Benas: Perché a
Dio dovrebbe interessare qualcosa dei capelli... quale attinenza morale o
dottrinale ha? Essendo il cristianesimo una religione basata sulla relazione
(amore), ne valuta la qualità e le modalità; il resto è solo accessorio, e Paolo
come tale lo tratta. {27-11-2012}
▬
Nicola Martella:
Allora perché Dio ha ispirato Paolo a scrivere 1 Corinzi 11? Perché questo
apostolo ha scritto: «Ogni cosa sia fatta con decoro e con ordine»?
(1 Cor 14,40). E perché gli apostoli diedero precetti sul comportamento degli
uomini e delle donne, per così piacere al Signore? Si vede che conosci poco la
sacra Scrittura. Recupera.
■
Sonia Ronzani: Grazie per
questa bella
spiegazione. Gesù ha detto: «Conoscerete la verità, e la verità vi farà
liberi» (Gv 8,32); liberi dalle regole dell’AT e dai pesi, che alcuni
«predicatori» vogliono imporre. Lo Spirito
Santo ci dia saggezza per vivere santamente secondo la sua Parola. {02-12-2012}
12. {Vari e
brevi}
▲
■
Rossella Puca: La
ceretta alle gambe si può fare,o dobbiamo andare in giro, come scimmie
abissine? ☺ {27-11-2012}
▬
Nicola Martella:
Qui il tema è uno solo e riguarda la domanda di un lettore sul «rasare o
spuntare la chioma». Quindi
siamo ai piani alti; in seguito affronteremo magari, all’occasione, i
piani inferiori (p.es. le gambe). Leggi l’intero articolo sul sito e poi
intervieni nel merito, sempre che avrai qualcosa ancora da dire.
■
Salvatore Paone: Se così non
fosse, potrei fare la fame. [N.d.R.: Egli fa il parrucchiere per signore.]
{27-11-2012}
■
Raffaele Di Martino: Ogni
tanto, qualcuno di noi si dovrebbe dare anche una spuntatina al cervello.
{01-12-2012}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/T1-Rasa_spunta_Sh.htm
30-11-2012; Aggiornamento: 04-12-2012 |