1.
LE QUESTIONI: Un
lettore mi ha scritto quanto segue. Carissimo fratello, debbo chiederti
alcune delucidazioni. In un dato momento nella nostra assemblea, si è creato
qualche allarmismo di troppo. Senza esclusione di colpi e senza mezzi termini è
stata voluta una regola fissa per tutti, secondo cui chiunque, giovane o meno
giovane, si mettesse con un / una non credente,
automaticamente scatterebbe un
intervento di fuori comunione. Non è sbagliato arrivare a questa conclusione, se
prima non ci sia stata una cura pastorale? Infatti, quest’ultima sarebbe utile,
per poter dissuadere il / la giovane da tale unione illecita e, di conseguenza,
per prevenire futuri episodi di sofferenza all’interno della coppia
Alla mia esortazione al conduttore di esercitare la cura pastorale, per evitare
tali conseguenze nefaste, mi ha risposto che
non ha il dono di cura pastorale; e
perfino dal pulpito ha proclamato di avere solo il dono di dottore della Parola.
Si tratta di un conduttore, che presiede da solo le riunioni e che predica la
Parola per il 50% delle volte, lasciando che il restante 50% sia suddiviso tra
vari altri fratelli; chiaramente il calendario dei turni di predicazione lo fa
lui stesso. Ti chiedo, per favore, delucidazioni; grazie. {Gino Clacia, ps.;
05/11/2019}
2.
ALCUNE RISPOSTE:
In effetti la «cura d’anime» è la «cenerentola» in molte chiese, poiché
non c’è un pubblico presente, ma solo anime sofferenti, che chiedono aiuto e
risposte in privato.
■ Se un
conduttore non è in grado di esplicare una corretta «cura pastorale», non
dovrebbe stabilire una regola del genere nell’assemblea. Altrimenti si rende
colpevole due volte: 1. per incapacità di pasturare il gregge; 2. per abuso di
potere dovuta alla sua incapacità.
■ Il
compito del conduttore è di pasturare il gregge. Quando
Gesù riabilitò Pietro, gli comandò di
pasturare il suo gregge: «Pasci i miei
agnelli» (Gv
21,15), «Pastura le mie pecore» (v.
16) e «Pasci le mie pecore» (v. 17).
Per averlo detto per tre volte, significava che era un compito assolutamente
importante. Lo stesso Pietro diede la
seguente raccomandazione agli anziani nelle chiese: «Pascete
il gregge di Dio, che è fra voi, non forzatamente, ma volonterosamente secondo
Dio; non per un vile guadagno, ma di buon animo; [3] e non come signoreggiando
quelli, che vi sono toccati in sorte, ma essendo gli esempi del gregge» (1 Pt 5,2s). Il conduttore è chiamato pure «sorvegliante»
(epískopos), che è ciò
che fa il conduttore rispetto al gregge.
Paolo, congedandosi dai conduttori dell’assemblea di Efeso, convocati a
Mileto, disse loro: «Badate a voi stessi e
a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti
sorveglianti, per pascere la chiesa
di Dio, la quale egli ha acquistata col proprio sangue» (At 20,28; vv. 29s
pericoli esterni e interni; v. 31 «vegliate!»).
I termini «pastore» e «sorvegliante» delle anime formano un’unità (1 Pt 2,25;
Gesù come modello).
■ Se tale
conduttore attribuisce a sé un ministero di «dottore (= insegnante) della
Parola», dovrebbe sapere che in Ef 4,11 «pastori (= curatori d’anime) e
insegnanti» hanno in greco un solo articolo e formano una sola figura
ministeriale. Come si pretende d’insegnare alcunché a delle anime, di cui non ci
si prende cura?
■
Interventi di fuori comunione verso coloro, che hanno fallito in qualcosa, ma di
cui non nessuno si è curato col discepolato e con la cura pastorale, mostrano
l’incapacità e l’impotenza di un conduttore, che non ha saputo
vegliare, accompagnare e curare le «pecore» del suo gregge. Le maniere forti
estreme sono solo un mantello, sotto cui nascondere le proprie
insufficienze. Ecco un parallelo
illustrativo: quando un genitore si accorge che il dente del figlio è cariato,
preferisce non curarlo, ma lo estirpa, per nascondere la propria
incompetenza nel trasmettere in tempo
un’igiene dentale appropriata e nel prevenire l’insorgere delle carie. Comunque
vadano le cose, gli interventi di fuori comunione, senza una cura pastorale
preventiva e successiva al fallimento altrui, mostrano sempre il
fallimento dei conduttore.
■ Non entro
nel merito dei turni nei messaggi,
poiché ogni assemblea deve trovare la sua regola. Inoltre, di tempo in tempo, si
deve controllare se la regola fissata nel passato sia ancora attuale, utile e
necessaria dinanzi alla situazione sempre nuova.
►
Uso e abuso della disciplina ecclesiale {Nicola Martella} (D)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Fuori_pastorale_EnB.htm
10/01/2020; Aggiornamento: |