Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Malattia e guarigione 1

 

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La salute fra scienza, religioni e ideologie — Malattia e guarigione 1:

   Ecco le parti principali:
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■ Guarigione e problematica
■ La medicina e la Bibbia

 

Dizionario delle medicine alternative — Malattia e guarigione 2:

   Ecco il procedimento usato per i singoli temi:
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■ Punto di vista biblico e valutazione della questione nel cristianesimo
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Inoltre ci sono anche queste parti:
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CAMBIO DI LINEA ECCLESIALE D’UN CONDUTTORE

 

 di Nicola Martella

 

Il caso esemplare

Linee d'intervento consigliate

 

Può succedere che i fondatori di una chiesa locale, mettiamo una chiesa libera, debbano lasciarla per motivi ministeriali, personali, familiari e così via. Anni prima associano a sé uno o più collaboratori con l’intento di formarli come futuri conduttori della chiesa.

     Anni dopo l’assunzione della conduzione, però, nel nuovo conduttore avviene un mutamento lento e continuo nelle convinzioni dottrinali e devozionali avute all'inizio. Questo vale sia che tale chiesa avrà una conduzione monocratica o collegiale. Un tale mutamento potrebbe avvenire in una delle seguenti direzioni: concezione dottrinale (p.es. iper-calvinismo militante, arminianesimo militante, antitrinitarismo, universalismo, liberalismo teologico), devozione entusiastica (p.es. spiritualismo mistico, carismaticismo, spiritualismo orientale cristianizzato), tendenza etico-dottrinale nel senso del legalismo (p.es. darbismo, giudaizzazione, sabatismo) o del liberalismo (p.es. lassismo teologico o morale, apertura a forme di convivenza, accettazione di coppie gay), e così via (p.es. tendenze sacramentaliste, clericali, esclusiviste e settarie).

     Che cosa fare quando tale conduttore cerca di introdurre le sue convinzioni dottrinali e devozionali nella vita della chiesa, mutando così di fatto la linea ecclesiale dei fondatori? Che cosa deve fare la comunità, se egli è l’unico conduttore? Che cosa devono fare gli altri conduttori, in caso di conduzione collegiale, e la chiesa locale in tali casi? Un tale conduttore deve rischiare che la chiesa si spacchi, pur di rimanere come guida? Oppure dovrebbe cercare una realtà a lui affine, se nella comunità non trova il pieno consenso per le sue idee?

 

 

Il caso esemplare  

 

Il caso seguente esemplare è, per così dire, ricostruito, ma non costruito di fantasia o inventato, poiché si basa su testimonianze da me raccolte su casi concreti e su informazioni comunicatemi da parte di persone direttamente coinvolte in tali specifiche situazioni. Di problemi simili a quelli che riporto qui sotto ne ho sentiti in varie parti d’Italia e all'estero; perciò, secondo le vostre preferenze, potete immaginarvi che colui, che narra i fatti, possa vivere al nord, al centro o al sud, all’estero o nelle vostre vicinanze. Inoltre, sebbene la questione di base sia diversa da caso a caso, ho potuto constatare che la dinamica di fondo ha una certa costanza e lo sviluppo degli elementi risultanti mostra una certa ricorrenza. Qui di seguito do la parola direttamente a uno dei tanti testimoni, membro di una chiesa libera. Immaginatevi che si trovi nella vostra città e parli a voi direttamente. Per essere «esemplare», il caso deve limitarsi necessariamente a una sola situazione tipo (qui la devozione mistica), ma lo stesso potrebbe succedere con una delle tante concezioni, sopra descritte, che deviano dalla linea originaria e che mostrano una certa militanza ideologica.

 

Cari fratelli, pongo alla vostra attenzione, come caso esemplare, la situazione in cui mi trovo a essere coinvolto. Infatti, per motivi di sicurezza, non vorrei che io e la comunità, che frequento, fossimo individuati.  I fondatori della chiesa, in cui sono da decenni, si erano sforzati di dare alla chiesa una linea ecclesiale, dottrinale e devozionale ispirata non a una tradizione ecclesiale particolare (neppure a quella della denominazione di riferimento), ma ai principi chiari ed evidenti del NT, mettendo al centro la sana dottrina, una benefica comunione personale e di servizio e il coinvolgimento di tutti i membri nel servizio in corrispondenza ai loro carismi. Essi ci hanno insegnato a rifuggire da tutti gli estremismi dottrinali, devozionali e morali, per cercare ciò che piace al Signore. Ciò ci ha permesso negli anni di accogliere e integrare credenti provenienti da varie altre denominazioni.

     Negli anni tali fondatori hanno formato alcuni di noi come collaboratori e, a un certo punto, ci hanno fatto riconoscere chi come diaconi e chi come conduttori, lasciando in mano nostra la comunità. Col tempo, però, uno dei conduttori e sua moglie hanno sperimentato una lenta e costante trasformazione nel senso di una spiritualità, diciamo, mistica. Sono dei cari credenti, ma è il loro rapporto di base verso la realtà delle cose che è mutato (devozione privata e pubblica, visione di chiesa, obiettivi, atteggiamento verso gli altri, ecc.). Poiché anch’io facevo parte della conduzione, cercavo di fare da contrappeso a queste loro tendenze, visto che gli altri membri del consiglio di chiesa avevano al riguardo poca avvedutezza e molta tolleranza. Dopo che sono uscito dalla conduzione, anche per incompatibilità verso tale evoluzione mistica, quest'ultima è proseguita in fretta, anche a causa di contatti esterni verso consenzienti. Sia tale conduttore che la moglie hanno influenzato anche altri membri di chiesa con la loro devozione mistica e hanno cercato di introdurre cambiamenti in tal senso anche nelle riunioni pubbliche e nei culti, ossia in modo lento e quasi impercettibile.

     Anche l’arrivo di nuove persone nella conduzione collegiale non sta portando alcun vero giovamento, visto la posizione di rilievo che ha questo conduttore e l’inesperienza degli altri. Questi ultimi sono preoccupati, chi più e chi meno, ma non sanno che passi intraprendere, poiché l'uno è disavveduto, l'altro inesperto e l'altro ancora soltanto confuso. Vari membri della comunità disapprovano gli atteggiamenti mistici di tale conduttore e di sua moglie, ma non sanno che cosa fare; vedono con preoccupazione che altri li stanno imitando, specialmente i nuovi. Essi rilevano che ogni volta che lui guida il culto, tutto tende a diventare un evento spettacolare. Inoltre la moglie è abbastanza isolata dal resto della chiesa e sta specialmente con quelle donne che hanno la sua stessa lunghezza d’onda mistica oppure fa un lavoro solitario visitando singolarmente le donne simpatizzanti. Si è arrivati al punto che, quando tale conduttore ha il suo turno di predicazione (ogni volta c’è una novità!), alcuni credenti se ne vanno a casa appena prima, non sopportando tale misticismo.

     Il mio timore è che la comunità presto si spaccherà, vista l’insofferenza mista a confusione degli altri conduttori e specialmente di alcuni membri di chiesa, che vedono tradita la linea ecclesiale, dottrinale e devozionale posta dai fondatori. Il danno per la testimonianza sarebbe senz'altro grande.

     Non nego le capacità, i carismi e l’amore per il Signore di tale fratello e di sua moglie. Vista però tale trasformazione mistica, sia sua che della moglie, secondo te che cosa bisognerebbe fare come conduttori e come chiesa? {Albano Moncielo, ps.; 04-07-2008}

 

 

Linee d'intervento consigliate ▲

 

Per suggerire qualcosa di concreto, bisognerebbe conoscere a pieno l’intera compagine ecclesiale e le persone che hanno un certo ruolo nella comunità. Bisognerebbe avere il punto di vista di tutti o almeno delle persone più rilevanti. Quello che posso dire, risulta da situazioni simili, dall’esperienza, dalla conoscenza della Scrittura e dal buon senso. Ecco quindi le mie riflessioni al riguardo, che non pretendono di essere esaustive.

     ■ Visto che si tratta di una chiesa con un collegio di conduttori, bisogna avere dapprima un chiarimento fra le guide della comunità. Poi si può allargare tale confronto ai diaconi (se ci sono) e, in seguito, ai collaboratori più maturi.

     ■ Bisogna chiarire l’entità reale dell’evoluzione dottrinale, devozionale e/o ecclesiale di tale conduttore, ossia se essa è solo una convinzione personale senza elementi di militanza (senso di vita, proselitismo, ecc.) o se è diventato ormai un progetto strutturale e un obiettivo irrinunciabile, da cui non si vuole prescindere in nessun caso.

     ■ A livello del collegio di conduttori si può fare un tentativo di recupero, concordando insieme delle ferree linee di guida, a cui bisogna attenersi assolutamente, fissando scadenze fisse, in cui incontrarsi per analizzare e valutare l’esito e per confermare o mutare tali regole. In caso d’infrazione delle regole concordate, si può intervenire subito, indicendo una riunione del collegio di conduttori.

     ■ Nel caso in cui il dissenso è troppo grande, bisogna concordare un protocollo d’intesa che permetta di uscire da tale situazione senza danneggiare la comunità e l’opera. Se la distanza di tale specifico conduttore dalla linea posta dai fondatori e seguita dagli altri conduttori è troppo grande e non è condivisa nel consiglio, si può suggerire a tale conduttore che, per il bene della chiesa, di dimettersi dal suo incarico; in tal caso si può chiedere che lui e sua moglie, pur restando nella comunità, s’impegnino a non fare proselitismo nella chiesa. Se le convinzioni sono diventate così radicali, si può anche suggerire che lui e sua moglie vadano a vivere tali loro convinzioni in una compagine ecclesiale diventata a loro affine. Ciò rappresenterà un bene per loro e soprattutto per la chiesa. Bisogna prospettare anche la loro responsabilità dinanzi al Signore se, in caso di irrigidimento e contrapposizione, porteranno danno alla comunità e scandalizzeranno le anime. «Se uno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui; poiché il tempio di Dio è santo; e questo tempio siete voi» (1 Cor 3,17).

     ■ Dopo aver trovato un accordo nella conduzione, si fa bene a esporre tutto alla comunità in un’assemblea di chiesa, evitando di fare lì sceneggiate o contrapposizioni. Magari si può leggere un documento comune che esprima le convinzioni maturate da tale conduttore e da sua moglie e gli accordi presi con il resto della conduzione e col consiglio di chiesa. Tale soluzione può essere, secondo i casi, una delle seguenti: ▪ 1) Un tempo di prova con regole ferree e precise; ▪ 2) Tale conduttore si dimette dal suo ruolo, promettendo di non fare proseliti con le sue convinzioni; ▪ 3) Tale conduttore e sua moglie lasciano la chiesa per entrare in una compagine ecclesiale affine alle loro nuove convinzioni. Si può evitare una discussione pubblica che fomenterebbe solo i risentimenti e l’aggressività, formando di fatto dei partiti e mettendo così il germe a una divisione di chiesa. Sarebbe meglio passare alla preghiera per affidare al Signore la situazione e le persone in causa.

     ■ In certi casi si può fare una specie di verifica scritta tra tutti i membri della chiesa mediante un formulario chiaro nelle sue definizioni, concordato fra le guide della chiesa. In tal caso bisognerà indire, a breve termine, una prossima assemblea di chiesa per informare quest'ultima. Se la maggioranza della chiesa o una buona parte d’essa è intenzionata a seguire la linea posta dai fondatori, bisognerà arrivare assolutamente a una soluzione concordata. Nel caso tale conduttore e sua moglie esprimano l’intenzione di lasciare la chiesa per entrare in una compagine ecclesiale affine alle loro nuove convinzioni, tale assemblea di chiesa può essere l’occasione per raccomandarli alla grazia di Dio e per separarsi in pace.

     ■ Per il bene della chiesa, delle anime e dell’opera del Signore, si fa bene a non arrivare a muro contro muro e a una situazione in cui il consiglio di chiesa o l’assemblea di chiesa debba destituire tale conduttore del suo ruolo. In tali casi, si spera che tale conduttore abbia abbastanza discernimento e buon senso di vedere che si è conclusa una fase, che non si può condurre una nave in cui i generali danno ordini contrastanti ai rematori, e che fa bene a dimettersi in pace e a proseguire il proprio cammino in sintonia con le proprie nuove convinzioni devozionali, dottrinali ed ecclesiali.

 

Cambio di linea ecclesiale? Parliamone {Nicola Martella}(T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Cambio_linea_ecclesiale_MeG.htm

09-07-2008; Aggiornamento: 30-09-2008

 

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