Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all’ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l’ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

Per il discernimento biblico

Prima pagina

Contattaci

Domande frequenti

Novità

Arte sana

Bibbia ed ermeneutica

Culture e ideologie

Confessioni cristiane

Dottrine

Religioni

Scienza e fede

Teologia pratica

▼ Vai a fine pagina

 

Uniti nella verità

 

Dottrina

Vai ai contributi sul tema

Norme di fair-play

 

 

Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Serviti della e-mail sottostante!

E-mail

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RIFUGGIRE DAI FACILI «IDEOLOGISMI»

 

 a cura di Nicola Martella

 

La via più facile è schierarsi, in teologia come in politica. La richiesta continua è che ti associ a questa o a quella corrente. Sei calvinista o arminiano? Sei di sinistra o di destra? (ci sono anche gli estremisti di centro!). Sei liberale o massimalista?

     La cosa più difficile è tenersi distante da tutti gli «ideologismi» (gli «-ismi»), le «sovrastrutture» ideologiche, dogmatiche, politiche, filosofiche, religiose, eccetera.

     I dottrinarismi hanno la pretesa assolutistica di racchiudere in un sistema d’idee tutta la realtà. Per chiudere le vistose lacune del sistema dottrinario, che viene proposto, si fa volentieri uso di allegoria e di speculazioni. Si pensi alle tante speculazioni escatologiche correnti.

     Ogni dottrinarismo è nato nella storia in contrapposizione ad altri «-ismi». Ognuno porta in sé il seme dell’arroganza di avere la «chiave di volta» della questione di base;perciò crea spesso un «sistema globale» e, se lasciato a sé senza critica e obiezioni, prende facilmente i tratti di un sistema totalitario.

     Tutto ciò vale anche per i dottrinarismi religiosi (si veda l’inquisizione!) e teologici (si vedano gli assolutismi). La fede biblica sa invece che conosciamo in parte (1 Cor 13,9) e che bisogna attenersi strettamente a ciò che «sta scritto», perché rivelato da Dio, senza aggiungere né togliere; perciò si tiene umile e si trattiene dal creare sistemi dottrinari olistici e definitivi.

   L’alternativa non è il qualunquismo né il camaleontismo, ma l’indipendenza dai sistemi dogmatici ed ecclesiastici, oltre che dalle mode religiose, che si presentano come «nuove», ma sono di solito vecchi dottrinarismi riscaldati e riciclati. Per un cristiano biblico l’indipendenza dai sistemi dogmatici deve rimanere una cosa importante (la Bibbia non è una teologia sistematica!). Ciò lo porterà a essere a favore di una teologia biblica o esegetica, che rispetti i sacri Testi come «Parola di Dio». Il miglior antidoto contro i dottrinarismi è costituito dalla sottomissione alla Bibbia quale rivelazione del Dio vivente e dal tagliare rettamente la Parola di verità (2 Tm 2,15).

 

Domande di lavoro (Le seguenti domande di studio servono per stimolare chi vuole approfondire l’argomento e per orientare la discussione):

     ■ Ti schieri facilmente per un sistema dottrinario?

     ■ Quanto influisce un sistema dottrinario di riferimento (arminianesimo, calvinismo, battismo, vetero-avventismo, pentecostalismo, carismaticismo, presbiterianesimo, romanesimo, riforma, controriforma, anabattismo, sabatismo, giudeo-messianismo, evangelicalismo, ortodossia, ecc.) sulla concezione della tua fede e della tua morale?

     ■ Quanto dai credito alle speculazioni escatologiche?

     ■ Quanta indipendenza hai concretamente nella tua vita nella ricerca della verità mediante uno studio personale contestuale della sacra Scrittura?

     ■ Sul piano dottrinale sei un qualunquista, per il quale tutto fa brodo? Oppure sei un camaleonte, che si adatta al vento di dottrina, che soffia al momento?

     ■ Quanto c’è in te della tendenza di adattare la Parola di Dio alle tue opinioni, invece di adattarti tu alle espresse rivendicazioni di Dio, espresse nel nuovo patto?

 

Per l’approfondimento si vedano i seguenti articoli:

Calvinista o arminiano? destra o sinistra? {Geoffrey Allen}

L’etica della libertà e della responsabilità {Nicola Martella}.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Fiorina Pistone

2. Roberta Sbodio

3. Edoardo Piacentini

4. Matteo Armillotta

5. Claudia Biscotti

6.

7.

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Fiorina Pistone} ▲

 

Caro Nicola, ti ringrazio molto per aver inserito l’articolo di Geoffrey Allen nel tuo sito. Ho letto l’articolo e credo che sia stata una delle più belle «scoperte teologiche» della mia vita. Sono contenta del fatto che Geoffrey Allen riesce a conciliare i versetti, che parlano della possibilità di perdere la salvezza, con quelli che ne garantiscono la sicurezza per i «nati di nuovo». Sono stata anche sul sito della Chiesa della Riconciliazione per trovare altri lumi ed ho visto una risposta di Geoffrey Allen, in qualità di esperto, a qualcuno che chiedeva come si può essere certi di mantenere il dono della salvezza. La sua risposta è: non confidare nelle proprie opere, neanche in quella di «credere», ma confidare in Dio. Credo di aver capito il significato di quello che dice Allen, ossia non confidare nel fatto di credere, come crede il demonio secondo Giacomo 2,19: il diavolo crede ma trema, perché ha scelto la strada dell’infedeltà e sa che lo aspetta il castigo; noi, invece, se vogliamo salvarci, dobbiamo scegliere la strada della fedeltà e della sottomissione, affidandoci a Dio con frequenti preghiere per chiedergli la luce e la forza di seguire i suoi insegnamenti, facendo di noi dei buoni discepoli di Gesù. Così la salvezza, che cercheremo, non sarà più dovuta alle nostre opere (sarebbe il fallimento assicurato), ma alla forza dello Spirito Santo, che opera in noi, rigenerandoci continuamente.

     Mi è piaciuto molto anche quello che Allen dice riguardo ai partiti politici: sia i partiti di destra che quelli di sinistra mettono al centro l’uomo e non Dio, perciò non si può dare a Dio né un etichetta di destra né di sinistra. Ciononostante gli obiettivi e i valori di Dio coincidono ora con quelli degli uni, ora con quelli degli altri. Trovo che in una riflessione del genere gli italiani, così divisi nei loro interessi economici e nelle loro preferenze politiche, dovrebbero trovare un buon motivo di conciliazione e di collaborazione, nonché uno stimolo per stare con gli occhi ben aperti, senza credere sempre alla propaganda del loro partito del cuore, perché nessun partito è il partito di Dio. {04-2007}

 

 

2. {Roberta Sbodio}

 

Contributo: Mi unisco a Fiorina. Da tempo ho ormai rinunciato a schierarmi, la vita non si schiera, la vita si vive e la vita non ha etichette, anche quella spirituale, soprattutto quella. La grazia ci dà la vita, ci mantiene in vita da ora e per sempre, immeritata, immensa, potente. Ormai il mondo evangelico è pieno di rituali, procedure, schieramenti, etichette che rendono i «fedeli» persone spesso distanti dalla realtà, professionisti o aspiranti tali, persone che sembrano come anestetizzate, che spesso mancano di coraggio nell’affrontare la realtà, che in nome della fede, non tirano mai le somme. E forse, mi dico, forse è per quello che la chiesa manca spesso d’impatto, siamo paghi delle nostre correnti teologiche, dei nostri credi, delle nostre etichette, viviamo per quelle, discutiamo di quelle. Il mondo lì fuori non ci capisce; fa bene, la vita è già sufficientemente complicata così. La gente recepisce il linguaggio del cuore, la verità che va diretta, la verità che ci rende vulnerabili, concreti, questo è quello che può fare la differenza; tutto il resto è noia, immensa, totale noia. Forse sarà un linguaggio da eretica, preferisco essere considerata tale, ma vivere; quando esci dal sistema, dalla gabbia, l’ultima cosa che vuoi fare, è tornarci; piuttosto pagherei con la vita... {26-03-2013}

 

Nicola Martella: Il Signore non ci chiede di dimostrare nulla al mondo, ma di vivere da figli ubbidienti alla sua Parola e legati a Lui con una devozione personale. Ciò avviene all’interno della sua famiglia spirituale in loco. Si tratta di quella famiglia che vive nelle case, nella vita quotidiana e in tutte le compagini, dove i credenti sono accomunati e dove possono edificarsi a vicenda, possono consolarsi reciprocamente con le promesse di Dio, possono esortarsi e incoraggiarsi nel cammino comune e nel sostegno reciproco. La famiglia di Dio non è noia, né gabbia o sistema, ma è dono e compito, è il luogo dove ci si può mostrare per quello che si è, anche vulnerabili, e dove si possono sostenere gli altri nelle loro debolezze.

     Dobbiamo sempre fare attenzione, quando fuggiamo da degli «-ismi», a non cadere in altri, magari costruiti con «fai-da-te». La gabbia dorata del proprio attuale archetipo dottrinario anti-sistema, opera del proprio bricolage, può essere tanto peggio quanto il vecchio paradigma. Motto: «Chi non vuol cader da una parte del cavallo, badi bene a non cader dall’altra».

 

 

3. {Edoardo Piacentini}

 

Condivido appieno la conclusione della tua nota: «Il miglior antidoto contro i dottrinarismi è costituito dalla sottomissione alla Bibbia quale rivelazione del Dio vivente e dal tagliare rettamente la Parola di verità (2 Timoteo 2,15)». Infatti, «ogni Scrittura è ispirata da Dio» (letteralmente: «è alitata da Dio»), dichiara l’apostolo Paolo (2 Timoteo 3,16).

     Le dottrine del Nuovo Testamento, così come sono state esposte originariamente, sono semplici e possono essere definite in modo semplice. Solo che, con l’andar del tempo, la Chiesa si trovò di fronte a errate e inesatte opinioni dottrinali e fu, pertanto, costretta a circoscrivere e a proteggere, con definizioni puntigliose, le verità. Da questo processo di definizioni, esatte e dettagliate, sorsero i credi, che sono però sempre associati alle varie correnti di pensiero e, quindi, ai dottrinarismi, di cui parli nella tua nota. Il metodo migliore per essere liberi dai pregiudizi e indipendenti dai sistemi dogmatici, senza correre il pericolo di negare il nostro assenso alla fede vivente, è imitare l’apostolo Paolo e i credenti di Berea. L’apostolo Paolo riteneva tutto quello, che aveva appreso dal giudaismo, compreso il valore della giustizia acquistata mediante la legge, «una perdita, un danno, di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù», anzi considerava tutto ciò «come tanta spazzatura per guadagnare Cristo» (Filippesi 3,8). Quando l’apostolo Paolo evangelizzò i Giudei di Berea, è detto che «ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando tutti i giorni le Scritture per vedere se le cose stavano così» (Atti 17,11). L’apostolo Giovanni, poi, dichiara: «Beato chi legge e beati coloro che ascoltano le parole di questa profezia e serbano le cose, che sono scritte in esse» (Apocalisse 1,3).

     Giovanni Crisostomo (345-407), valente oratore, considerato uno dei Padri della Chiesa, così si esprime: «Datevi alla lettura delle Sacre Scritture. Non solo accontentandovi di udirle in chiesa, ma quando ve ne tornerete a casa, prendendo nelle vostre mani la Bibbia e immergendovi nel significato di ciò che è scritto». E ancora: «In esse tu possiedi la parola di Dio: non cercare altro maestro». Anche Girolamo (347-420), autore della Bibbia detta «Vulgata», afferma nel Prologo al commento del profeta Isaia: «Adempio al mio dovere, ubbidendo ai comando di Cristo: “Investigate le Scritture” (Giovanni 5,39) e “Cercate e troverete” (Matteo 7,7), per non sentirmi dire come ai Giudei: “Voi errate, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio” (Matteo 22,29). Se, infatti, al dire dell’apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza. Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo».

     Quindi, sia il Nuovo Testamento che i Padri della Chiesa concordano nell’affermare l’inerranza delle Sacre Scritture e il dovere di tutti i cristiani di leggere la Bibbia, per apprendere da esse tutta la verità in materia dottrinale. {26-03-2013}

 

 

4. {Matteo Armillotta}

 

Contributo: Cosa sono i dottrinarismi, false dottrine o cosa? Ditemelo. {26-03-2013}

 

Gianpirro Venturini: Il dottrinarismo è una malattia dell’anima e della mente, che induce la persona affetta a ritenersi «giusta» e nel «giusto» in ogni caso e momento. Consiste soprattutto in un pressoché totale carenza di umiltà, che induce a guardare il prossimo con commiserazione, che è il contrario della misericordia. Giustamente Paolo asseriva che la «conoscenza gonfia, ma la carità edifica» [N.d.R.: 1 Cor 8,1]. Pertanto l’edificazione è il proseguimento dell’opera di Gesù! Al contrario, chi si «siede sulla sedia di Mosè», va in direzione contraria, a prescindere dalla sue autoconvinzioni! {26-03-2013}

 

Nicola Martella: Il «dottrinarismo» è l’essere dottrinario, ossia è il rigido attaccamento ai principi di un sistema dottrinario, spesso contrapposto ad altri sistemi, visti come avversari. Per «dottrinario» s’intende chi si attiene rigidamente ai principi di una dottrina, comandata da una istituzione verticistica o da un comitato centrale e che ha piuttosto a che fare con astrazioni e formule teoriche. Perciò, il dottrinarismo è «ideologismo», ossia la tendenza a trattare i problemi in chiave ideologica e con astrattezza.

     Perciò, i «dottrinarismo» è un sistema dottrinario totalitario, onnicomprensivo e capillare, che non ammette deviazioni dalla linea dettata né osservazioni e obiezioni. Chi dissente in una cosa, seppur marginale, è considerato «fuori dottrina».

 

Gianpirro Venturini: Caro Nicola sono completamente d’accordo con quanto dici; in buona sostanza, come ho fatto osservare a Matteo, il dottrinarismo s’incarna in una forma di patologia della mente e del cuore, il convincimento del «possesso della verità» in termini assoluti e... intolleranti.

     Il cattolicesimo medievale lo ha dimostrato ampiamente; e, sotto sotto, ancora oggi è presente in non pochi ecclesiastici e nel popolo in genere. L’esempio eclatante è oggi l’Islam coranico, che con l’invasività praticamente politico-religiosa e con la demografia sta invadendo non solo le coscienze, ma anche fisicamente le nazioni. {26-03-2013}

 

 

5. {Claudia Biscotti}

 

Contributo: Posso fare una domanda? Se una persona legge la Parola di Dio, che mi sembra non lasci spazio a interpretazioni personali, anzi piuttosto, è precisa e incontrovertibile, e si attiene scrupolosamente a essa, senza guardare a destra ne a sinistra (che mi sembra sia un ordine di Dio), significa essere dottrinari? {26-03-2013}

 

Nicola Martella: È una domanda più che legittima e sono contento che sia stata fatta, per permettermi di chiarire meglio il pensiero.

     Un pranzo è fatto della pietanza principale e del contorno; di quest’ultimo ognuno si prende ciò, che gli aggrada. Così è con la dottrina. Esiste la «sana dottrina» (= l’Evangelo), che è il «centro» della fede; e qui non ci sono in genere problemi. Poi, esiste la «periferia», che è costituita da esperienze, riti, costumi, decisioni ecclesiali e dottrinali; tutte queste cose sono nate durante il corso della storia, spesso da esperienze particolari e da contrapposizioni allo status quo e hanno poi attinto dalla Bibbia in cerca di legittimazione.

     Nell’analisi dei fenomeni fideistici, bisogna quindi distinguere il grano (il messaggio fondamentale) dalla paglia (forme devozionali, decisioni ecclesiastiche, esperienze particolari). Il problema nasce laddove viene sacralizzata quest’ultima e posta a «norma» cristiana. La cosa triste e tragica è laddove viene poi saccheggiata la Bibbia per difendere la presunta «ortodossia» dei fenomeni cultural-religiosi ed esperienziali.

     A ciò si aggiunga che questioni, che nella Bibbia sono secondari e marginali, ottengono in alcune chiese un’importanza fondamentale, che diventa discriminante verso altre realtà ecclesiali (evito di fare la nutrita lista, che tocca tutte le realtà ecclesiali). Ci sono anche questioni, che nella Bibbia sono occasionali, ma la versettologia indebita li mette tutti assieme, facendone una dottrina importantissima, sì fondamentale. Il dottrinarismo significa proprio sancire tali questioni come fondamentali per la dottrina di parte e, quindi per la valutazione degli altri credenti e per la comunione con credenti di altre realtà.

     Che cos’è biblicamente legittimo per un cristiano? Ciò che viene insegnato con chiarezza nel NT, viene ripetuto continuamente e messo al centro della fede e della prassi apostolica.

     Che cos’è dottrinario per un cristiano? Ciò che non viene insegnato in modo chiaro ed esplicito nel NT, ma che si basa su presupposti ideologici e su opinioni, su deboli indizi biblici e su interpretazioni forzate e spesso allegoriche. In tal senso dottrinario è ciò che rappresenta una dottrina particolare di una parte dei cristiani e che non trova né prova esegetica contestuale chiara, né il consenso di tutti i credenti biblici.

 

Claudia Biscotti: Mi piace e mi trovo concorde con la tua spiegazione. Infatti, non ho mai compreso l’esigenza di prendere pochi versetti e farne un cavallo di battaglia. Grazie di cuore. {26-03-2013}

 

 

6. {}

 

 

7. {}

 

 

8.. {}

 

 

9. {}

 

 

10. {}

 

 

11. {}

 

 

12. {Autori vari}

 

Sonia Ronzani: Purtroppo il dottrinarismo è una malattia molto diffusa. Sono molti coloro, che credono di possedere la verità; per questo tante chiese si dividono e formano altre chiesette con qualcosa di giusto, ma arricchite da idee umane. Quello, che mi dispiace, è che non danno buona testimonianza della vera Parola di Dio, confondendo le persone, che si avvicinano a loro. Preghiamo che il Signore ci guidi sempre nella sua verità, rendendoci umili, ma avveduti. Pace, Dio benedica il tuo prezioso lavoro! {26-03-2013}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Ideologismi_facili_UnV.htm

06-04-2007; Aggiornamento: 27-03-2013

 

▲ Vai a inizio pagina ▲

Proprietà letteraria riservata

© Punto°A°Croce