Se mi definissi «arminiano e sinistrorso» scriverei con un pizzico di ironia
provocatrice. Penso che lo si capirebbe. Però forse si può cogliere
l’occasione per una riflessione su queste «etichette». Non trovo utile per
la reciproca comprensione, né tanto meno per la comunione fraterna,
etichettare gli altri per poi giudicarli. Sono profondamente convinto che la
chiesa, e il cristiano, deve essere «calvinista»
e anche
«arminiano», «di destra»
e anche «di sinistra». Cerco
di spiegarmi.
Sono profondamente convinto che Dio è assolutamente
sovrano su tutto l’universo e può farne tutto quello che vuole (tanto l’ha
creato Lui). Neanche Satana può fare qualcosa senza chiedergli il permesso,
soprattutto contro i figli di Dio (vedi Giobbe 1-2); ha certamente una sfera
dove gli è stato dato libertà di agire, ma è Dio a stabilire i limiti. Tutte
le cose (anche i guai, anche il Diavolo) cooperano al bene di quelli che
amano Dio e sono chiamati secondo il suo disegno.
Guardando il mio passato, sono assolutamente
convinto che non sono stato io a scegliere Cristo, ma Lui a scegliere me.
Non sono stato io a decidere di cercarlo, anzi il desiderio, o meglio
l’esigenza di farlo me la sono trovata dentro, non so come, mentre prima non
c’era. È stata un’opera sovrana di Dio. Sono dunque calvinista?
A differenza di certi calvinisti però (ma non, mi
pare, di Calvino), io non
credo che Dio abbia creato alcuni uomini per destinarli alla salvezza e
altri per condannarli arbitrariamente all’inferno. Certo,
se Dio avesse deciso così, nessuno poteva dirgli niente: è Lui il
Padrone! (Rom 9,20-24) ma non è scritto che lo abbia fatto. Mi pare non solo
la più grande bestemmia immaginabile, ma anche una palese contraddizione
della Bibbia, che dice chiaramente che Dio vuole che tutti siano salvati e
che nessuno perisca (1 Tim 2,4; 2 Pt 3,9) e che ha mandato Gesù nel mondo
non per condannarlo ma per salvarlo (Gv 3,17). E
non
credo che il sacrificio di Cristo sia stato dato solo per gli «eletti», ma
per i peccati di tutto il mondo (1 Gv 2,2).
Guardando il mio presente e il futuro, e anche
quello degli altri, sono profondamente convinto di avere la libertà (e non
solo l’illusione) e la responsabilità delle mie decisioni. Sono libero di
peccare, di resistere allo Spirito Santo, perfino di rinnegare la fede,
calpestare il sangue di Cristo e andare all’inferno. Quando annuncio
l’Evangelo agli altri non lo faccio dicendo, e neanche pensando, che alcuni
sono stati eletti da Dio, altri destinati alla perdizione, che non possiamo
sapere quale destino ci attende ma che comunque la libertà di scelta che
sentiamo di avere sia solo un’illusione. «Chi vuole, venga e prenda».
Credo profondamente nella libertà e nella responsabilità delle scelte umane.
Sono dunque arminiano?
Il fatto è che la Bibbia, l’ispirata Parola di Dio,
contiene delle affermazioni forti in entrambi i sensi, che il nostro povero
piccolo cervello umano fatica a far coincidere. Ci sono dei libri fortemente
«calvinisti» (come Isaia), altri fortemente «arminiani» (come l’Epistola
agli Ebrei).
Credo che ci siano due problemi. Per prima cosa, la
piccolezza della nostra intelligenza umana. Io credo che Dio è Uno eppure
Trino: nelle parole del «Credo di Atanasio», «il Padre è Dio, il Figlio è
Dio, lo Spirito Santo è Dio, eppure non sono tre dèi ma un solo Dio». Eppure
tre personalità, entità, come li vogliamo chiamare, capaci di relazionarsi,
di dialogare, di amarsi. Come far quadrare questo cerchio? Non importa,
sappiamo che è così. E così è anche della sovranità di Dio e delle libertà e
responsabilità dell’uomo.
Poi, abbiamo cercato di costringere la Parola di
Dio, che è «vivente ed efficace», dentro la camicia di forza della «statica»
logica occidentale greca e aristotelica. Dio non ci ha dato una teologia
sistematica (di quelle ne sono state fatte tante, tutte diverse e tutte
lacunose). Dio ci ha dato una Parola vivente e dinamica. A chi è oppresso
dal timore di non farcela, Dio dice parole di conforto e di fiducia della
sua potenza (Fil 1,6). A chi al contrario è presuntuoso e rischia di dare
per scontata la sua grazia, ha parole di solenne avvertimento come quelle in
Ebrei. Guai a noi se ci prendiamo la medicina sbagliata! quella per
abbassare la pressione quando è già troppo bassa, o viceversa! (Forse
qualcuno ora mi chiamerà «liberale»...)
E veniamo ora all’altro binomio, «destra-sinistra».
Mi sembra evidente che il cristiano che prende sul serio la Bibbia non può
identificarsi pienamente né con i programmi e gli obiettivi «di destra», né
con quelli «di sinistra». Anzi, molti credenti e movimenti cristiani hanno
sentito così forte questo disagio da ritirarsi completamente dall’arena e
dal dibattito politico. Gli obiettivi di entrambi mettono al centro l’uomo,
il suo potere, il suo benessere, e non Dio, il suo regno e la sua gloria.
Ciò nonostante, talvolta i valori e gli obiettivi di Dio coincidono ora con
questi, ora con quelli.
Quando si tratta di difendere la vita degli
innocenti e degli indifesi, finché questi non sono nati ci ritroviamo
allineati con la «destra». Ma dopo nati, più spesso con la «sinistra». Nella
difesa del matrimonio, della famiglia e del modello di Dio per la
sessualità, stiamo con la destra. Nella ricerca della giustizia, soprattutto
economica, con la sinistra. La Bibbia contempla, anzi prescrive, la pena di
morte per certi delitti. Dunque è «di destra». Ma poi condanna duramente le
oppressioni e lo sfruttamento del povero e dello straniero (basta leggere
Amos o Giacomo 5,1-6). Dunque è «di sinistra»!
Il sistema economico stabilito nella Legge di Mosè
è affascinante. Tutta la terra appartiene a Dio (come riconosciuto dalla
«decima»). È distribuita equamente e in maniera inalienabile alla famiglie:
può essere venduta temporaneamente, ma ogni 50 anni ritorna ai proprietari
originali. Dunque niente latifondisti e niente braccianti senza terra (salvo
imprevidenza e incapacità; ma i figli e i nipoti non ne dovranno soffrire).
Non c’è re o potente, e se mai ci sarà non potrà esaltare le proprie
ricchezze e il potere. Un sistema radicalmente egalitario, decisamente «di
sinistra»! Anche le leggi sulla spigolatura e la «decima sociale»
stabiliscono un sistema di «previdenza sociale» (anzi, una specie di
workfare) estremamente avanzato. Però le altre proprietà sono libere,
chi è più capace o lavora di più può arricchire, e la tassazione è
decisamente bassa (niente apparato statale pesante). Dunque «di destra»!
Mi sembra evidente che i cristiani, che hanno la
libertà di attribuire ai fattori «di destra» o «di sinistra» nell’etica
biblica pesi diversi, preferiranno (sempre come «male minore») alcuni i
partiti di destra, altri quelli di sinistra. Potremo ritrovarci come alleati
nella difesa di questa o di quella causa, ora la destra, ora la sinistra. Ma
smettiamola con le polemiche! La nostra cittadinanza non è qui, i nostri
obiettivi non sono quelli dei politici!
Aspetto commenti. Scusate la lunghezza.
{Chiesa
Evangelica della Riconciliazione}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Calvinista_arminiano_UnV.htm
07-04-2007; Aggiornamento: 02-07-2010
|