1. Entriamo in tema
Una delle questioni presentate dai lettori è se nei manoscritti greci del Nuovo
Testamento ricorra mai il nome Geova a se stante. Ecco una di queste
tipiche richieste.
Ciao, Nicola. […] Volevo riferirti una questione che mi è capitata stamattina
incontrando dei Testimoni di Geova. Alla fine delle solite disquisizioni, mi
hanno fatto notare che il nome «Geova» è presente nel Vangelo di Matteo 1,21.
Io ho la Luzzi e sotto le note esplicative è scritto: «Iehoshua vuol dire
Geova salva». In verità non ricordavo ciò e infatti, con presunzione, dicevo a
quei signori che il nome Geova non esiste nel NT. E sembra che mi sono
sbagliato. Ora sono rammaricato, perché ho peccato di presunzione, anche se so
che loro si arrampicano sugli specchi con le loro bugie. Puoi aiutarmi a capire?
Grazie, Nicola; ti saluto nel Signore Cristo Gesù. {Paolo Biticchi; 15-01-2012} |
Al riguardo faccio
queste due osservazioni preliminari. Una delle questioni presentate dai lettori
è se nei manoscritti greci del Nuovo Testamento ricorra mai il nome Geova a
se stante. Nel primo contributo troviamo una di queste tipiche richieste. Al
riguardo faccio queste due osservazioni preliminari.
■ Non fatevi ingannare dalle proiezioni geovizzanti e giudaizzanti nel
NT! Ne va della vostra corretta interpretazione della Bibbia e, quindi, della
vostra salute spirituale!
■ A chi geovizza o giudaizza il NT dico quanto segue: Indicami un solo
manoscritto del NT in cui sono stati traslitterati i nomi ebraici di Dio
(Jahwè, Elohim, Adonai), detti da Lui o da altri su di Lui o a Lui. Indicami
anche un solo manoscritto del NT in ebraico esistente e proveniente dal
primo secolo. Chi aggiunge o toglie, è sotto giudizio (Ap 22,18s).
Quindi, è meglio
non abboccare a tali discorsi e non farsi abbindolare dall’ideologia
geovista. Essa cola i moscerini (come gli antichi nomi propri) e inghiotte i
cammelli (assenza di Jahwè o simili come nome a se stante).
Per le questioni generali rimandiamo all'articolo «Geova,
Geovizzanti e affini». Per gli approfondimenti si veda il tema «Geova,
Geovizzanti e affini? Parliamone».
2. Non dare troppa importanza ai nomi propri del NT
Nei nomi propri antichi certe parti si conservano per tradizione. Essi
vengono usati anche quando, a volte, la maggior parte della gente non capisce
più il loro significato (Claudio = zoppo; Leonardo = cuor di leone; ecc.). Lo
stesso dicasi dei tanti nomi attinti dalla Bibbia nei secoli ed usati anche
dalle persone odierne con molte varianti e adattamenti. Ad esempio,
da Jehôḥānān
(«JHWH [= ’adônāj]
ha avuto misericordia») in italiano derivano Giovanni, Gianni e
innumerevoli varianti).
Le persone, che danno una delle innumerevoli varianti di questo nome ai loro
figli o lo portano, nella stragrande maggioranza non sanno da dove provenga e
che cosa significhi. Sarebbe assurdo pensare che gli autori, che nella
letteratura hanno usato una di tali varianti, sapessero sempre il relativo
significato e fossero tutti seguaci del «sacro Nome»!
3. Il giudaismo al tempo del NT
Torniamo al tempo del NT. Allora la stragrande maggioranza degli
Ebrei parlava greco e non ebraico o aramaico, lingue che erano limitate
alla Giudea, dove per di più si era poliglotti, a causa della contiguità
con le città greche della Palestina (Decapoli, Cesarea, ecc.) e del fatto che le
forze d’occupazione parlavano greco. A ciò si aggiunga che nella Giudea e
specialmente a Gerusalemme c'era un continuo viavai di Ebrei della diaspora
(essa era in proporzione la fetta più grande del giudaismo) provenienti dai
territori dell'impero romano e oltre, che in genere erano di cultura ellenistica
e parlavano una delle tante varianti del greco, che era spesso mischiato con il
dialetto locale di provenienza (At 2,5-11). Tali ebrei ellenistici salivano al
santuario specialmente per le feste maggiori. A ciò si doveva il fiorire del
mestiere dei cambiamonete (Gv 2,14s). Altri Giudei della diaspora avevano
fondato proprie sinagoghe autoctone a Gerusalemme (At 6,9), per curare le
loro particolarità culturali e linguistiche, differenti da quelle degli Ebrei
della Giudea. La stragrande maggioranza degli Ebrei era, quindi, di lingua greca
e usava abitualmente l'AT greco come testo (specialmente la «Settanta», poi
anche altre traduzioni).
4. Jahwè o Geova è inesistente nel NT come nome a se stante
Bisogna tener presente che
nel NT il nome Jahwè («Geova» è un fraintendimento medioevale) non
ricorre mai come nome a sé; Dio stesso non lo ha mai usato nel NT, i devoti
non l’hanno mai pronunciato nelle loro preghiere, presenti nel NT, e credenti e
avversari non lo riportarono mai nei loro discorsi nel nuovo patto. Come già
ricordato, la stragrande maggioranza degli Ebrei parlava greco e usava
abitualmente la traduzione greca dell'AT. A ciò si aggiunga che, fin dalla
cattività babilonese, gli Ebrei pronunciavano il cosiddetto tetragramma
(JHWH) come
’adônāj
«Signore»; perciò la Settanta tradusse il tetragramma correttamente
con
Kyrios «Signore». Gli scrittori del NT rispecchiarono a pieno tale
uso. Al tempo di Gesù, nessun Ebreo diceva «Jahwè» o simili.
5.
La coerenza richiesta riguardo a Matteo 1,21
Un angelo del Signore disse a Giuseppe:
«Ed
ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che
salverà il suo popolo dai loro peccati»
(Mt 1,21); in greco recita come segue:
«Τέξεται
δὲ υἱόν, καὶ καλέσεις τὸ ὄνομα αὐτοῦ Ἰησοῦν· αὐτὸς γάρ σώσει τὸν
λαὸν αὐτοῦ ἀπὸ τῶν ἁμαρτιῶν αὐτῶν».
Quindi, quando un angelo del Signore
apparve dapprima a Maria e poi
a Giuseppe
in sogno, comandando loro di dare al
nascituro il nome «Gesù» (greco Iēsoũs), ci si sarebbe aspettati che tale
essere celeste facesse l’etimologia di tale nome (p.es. J[eh]ošûa`
«Jahwè salva») e introducesse il nome Jahwè (o simile), ma non accadde nulla di
ciò (Mt 1,21.25; Lc 1,31; 2,21). Tale messaggero celeste, al contrario, mise
l’enfasi sul significato storico e teologico di chi lo portava! Invece di
spiegare: «Perché Dio salverà per mezzo di lui il suo popolo», disse
esplicitamente: «Perché
è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati»
(Mt 1,21). Proprio questa diventa, quindi, una prova chiara che Gesù è Dio
insieme al Padre (cfr. Gv 1,1ss.14.18), poiché salvando Gesù il suo popolo,
mostra di essere Lui «Jahwè salva»! Per questo gli angeli non
annunziarono al popolo: «Nella città di Davide è nato colui, mediante il quale
Dio salverà il suo popolo», ma direttamente: «Oggi, nella città di Davide,
v’è nato un salvatore, che è Cristo, il Signore» (Lc 2,11). Prima di
loro, anche il sacerdote Zaccaria non ebbe scrupoli a dire che il Signore «ci
ha suscitato un potente salvatore nella casa di Davide suo servitore»
(Lc 1,69). Questo era lo stesso titolo che gli Ebrei usavano per Dio stesso
(Maria Lc 1,47; Paolo 1 Tm 1,1; 2,3; 4,10), gli apostoli lo usarono anche per
Gesù: Pietro: «Principe e
Salvatore» (At 5,21); «Salvatore Gesù Cristo… nostro Signore e Salvatore
Gesù Cristo» (2 Pt 1,1.11; 2,20; 3,2.18); Paolo:
«Salvatore nella persona di Gesù» At 13,23; Ef
5,23; Fil 3,20); Giovanni: «Salvatore del mondo» (1 Gv 4,14).
Nello
stesso brano Paolo usò il titolo «salvatore» per Dio Padre e per Gesù
Cristo, senza farsi scrupoli: «Dio, nostro Salvatore… Cristo Gesù, nostro
Salvatore» (Tt 1,3s); «Dio, nostro Salvatore… nostro grande Dio e
Salvatore, Cristo Gesù» (Tt 2,10.13); «Dio, nostro Salvatore… Gesù
Cristo, nostro Salvatore» (Tt 3,4.6). Si noti che i brani del NT, in cui
Gesù è chiamato «Salvatore» sono più numerosi dei quelli usati per Dio Padre!
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[1]. Ecco solo alcuni esempi di varianti linguistiche e
dialettali del nome originalmente ebraico Jehôḥānān (o
nella forma abbreviata Jôḥānān
«JHWH [= Adonaj] ha avuto misericordia»): Enko, Enyo, Enyu, Giannetto, Gianni,
Giannino, Ghjuvan, Ghjuvanni, Giannákis, Giannió, Giánnis, Giánnos, Giannuzzu,
Gioan, Giovanni, Giuan, Giuanin, Giuanìn, Giuann, Giuanne, Giuanni, Giuànni,
Giuanninu, Giunanni, Gjon, Hannes, Hans, Iain, Ian, Iancu, Ioan, Ioánnis, Ion,
Ionel, Ionic, Ionu, Ivan, Ivàn, Ivana, Ivano, Ivanio, Ivas, Ivasyk, Ivàtz, Ivo,
Jaan, Jan, Jancsi, Janez, Jani, Janika, Janis, Janka, Janne, János, Jean, Jens,
Joan, Joàni, Joann, Joannes, João, Johan, Johann, Jóhann, Johannes, Jóhannes,
Johano, John, Johnny, Jón, Jona, Jonas, Jonis, Joop, Jovan, Jowy, Juan, Jùan,
Jubanne, Juhani, Jussi, Nane, Nani, Nanni, Nannino, Nelu, Nino, Ninetto,
Ninuccio, Seán, Sinéad, Siobhán, Vanja, Vanni, Vannio, Vanno, Vani, Vannino,
Vannuccio, wanni, Xan, Xani, Xoán, Yahya, Yan, Yanaki, Yanàtchko, Yane, Yanesh,
Yanetz, Yani, Yanko, Yankul, Yann, Yantchul, Yanush, Yay, Yoàn, Yoḥanah, Yole,
Yolo, Yona, Yonde, Yondo, Yonko, Yônnn, Yosha, Yoshko, Yote, Yotko, Yoto,
Yotzko, Yotzo, Yovàn, Yovko, Yuanna, yü-hàn, Zan, Zani, Zanello, Zanetto,
Zannetto, Zuanne.
Giovanni e Gianni hanno innumerevoli combinazioni con altri nomi
(Gianpaolo, Gianpiero, Gianpietro, Gianandrea, Gianantonio, Gianbattista...).
Anche il femminile Giovanna ha molteplici varianti, di cui alcune sono la
modificazione femminile dei nomi sopra riportati, mentre altri sono particolari,
cominciando con «Je-», invece che con «Ja- / Jo-» (Ivana, Ivanna, Janet, Janice,
Janika, Jean, Jeanne, Jeannette, Jeannine, Jenna, Jenny, Jensína, Joanne, Juana,
Juanita…).
I contributi sul tema ▲
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1. {Michele
Granato}
▲
Fino a circa gli anni Trenta [del 20° secolo], negli ambienti religiosi
si era tradizionalmente convinti che il nome di Dio fosse JeHoWaH = Geova, ma
con la ricerca e gli approfondimenti filologici e storici si capi, già a partire
da allora, che la giusta pronuncia fosse Jahvèh e non Geova. Infatti, che
questa consapevolezza del vero nome di Dio Jahvèh si andasse sempre più
consolidando, lo dimostra proprio la stessa versione Riveduta Luzzi, che fu
pubblicata proprio in quegli anni; nelle sue note a Matteo 1,21 è vero
che riporta una spiegazione del significato del nome Iehoshua dicendo che vuol
dire «Geova salva», ma in effetti questa nota non stava dando
scientificamente l’esatta forma del nome di Dio, ma seguiva ancora la
vecchia e usuale errata forma Geova. Infatti, questo è provato proprio dalla
stessa Versione Luzzi in una nota in calce a Esodo 3,15, dove si vede che
la Luzzi incominciava giustamente a utilizzare l’esatta pronuncia del
nome Jahvèh e non Geova. {17-01-2012}
La stessa
nota a piè di pagina con il termine Jahveh si trova anche nella nota ad Esodo
6,3 della stessa traduzione Versione Riveduta (Luzzi).
{23-01-2012}
2. {Lo
Benc, ps.}
▲
■
Contributo:
Vorrei dire qualcosa intorno a questo argomento e cioè: tutti i linguisti
seri sanno che il nome «Geova» è nato per caso diversi secoli fa. I T.d.G.
questo lo riconoscono con parole ambigue
nelle seguenti citazioni (grassetto redazionale).
■ «Quantunque
nessuno sappia con certezza come pronunciarlo correttamente, gli antichi
documenti attestano che questo nome si leggeva “Geova” a datare dal 12°
secolo della nostra era e che è stato reso popolare tra la cristianità sotto
quella forma là» (I testimoni di Geova nei disegni divini, 1971, pag.
258).
■ «Può darsi che la
pronuncia Jahvè sia più corretta, ma la forma latinizzata Geova continua a
essere impiegata perché questa traduzione italiana del tetragramma… è stata
consacrata dall’uso» (Tutta la Scrittura è ispirata da Dio ed è utile…,
1967, pag. 319).
■ «Pur avendo una
tendenza per la pronuncia Jahvé come la più corretta, noi abbiamo ritenuto la
forma “Geova” perché era più familiare alla gente dopo il quattordicesimo
secolo» (Traduzione del Nuovo Mondo, 1950, pag. 25 ed. inglese).
■ «Fu un monaco
domenicano spagnolo, Raymundus Martini, che trascrisse per il primo il
nome divino sotto la forma “Geova”, testimone il suo libro “Pugeo fidei”
pubblicato nel 1270, vale a dire più di 700 anni fa» (La Torre di
Guardia, 15 luglio 1980, pag. 11).
Dunque i T.d.G. utilizzano la pronuncia «Geova» semplicemente perché non
vogliono venir meno alla tradizione. Dagli stessi T.d.G. apprendiamo che questa
pronuncia non ha avuto inizio che
dal 1270 in poi, quindi come poteva essere presente nel NT? Come potevano
Gesù o gli apostoli utilizzarlo? Mah, misteri tutti geovisti.
{26-01-2012}
▬
Risposta (Nicola Martella): Avrei preferito
che chi si firma presumibilmente con lo pseudonimo Lo Benc, avesse firmato il
suo contributo con nome e cognome reali. Se ho pubblicato comunque il suo
contributo, è a causa delle cose interessanti, che riporta.
In tali citazioni una cosa è certa: I seguaci
della Torre di Guardia hanno difficoltà con le date; non a caso con
predizioni e calcoli hanno sempre sbagliato. In un luogo parlano del «12°
secolo», in un’altra della «gente dopo il quattordicesimo secolo» e in un’altra
ancora indicano la prima ricorrenza nel 1270.
Raymundus Martini visse nel 13° secolo. Retroproiettare una moda
(qui del nome divino) nei secoli precedenti è anacronistico e sbagliato.
Inserire tale uso nuovo addirittura nel NT, dando l’impressione
che Gesù e gli apostoli conoscessero l’improbabile termine «Geova» e lo
usassero, ciò è colpevole ed è un illecito spirituale e morale verso la
sovrana Parola di Dio. Chi adultera la Costituzione o la Magna Carta di uno
Stato, è accusato di alto tradimento; quanto più deve valere ciò verso la
Costituzione del Nuovo Patto del Messia Gesù, il Re dei re?
3. {}
▲
4. {}
▲
5. {}
▲
6. {}
▲
7. {}
▲
8. {}
▲
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. {}
▲
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Geova_manoscritti-NT_Sh.htm
26-01-2012; Aggiornamento: 27-01-2012 |