Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Il sabato, l’anno sabbatico e il giubileo.

 

Ecco le parti principali:
■ Il patto, l'etica e il pensiero sabbatico
■ Il sabato nell’Antico Testamento, nel giudaismo, nel Nuovo Testamento e relative questioni odierne
■ L’estensione del sabato: l’anno sabbatico e lo jôbel nella Torà e nella storia
■ L’ideale e le funzioni teologiche risultanti
■ Excursus: Storia del giubileo cattolico
■ Le feste principali in Israele.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ESISTE IL NOME GEOVA NEI MANOSCRITTI GRECI

DEL NUOVO TESTAMENTO?

 

 a cura di Nicola Martella

 

1. Entriamo in tema

     Una delle questioni presentate dai lettori è se nei manoscritti greci del Nuovo Testamento ricorra mai il nome Geova a se stante. Ecco una di queste tipiche richieste.

 

Ciao, Nicola. […] Volevo riferirti una questione che mi è capitata stamattina incontrando dei Testimoni di Geova. Alla fine delle solite disquisizioni, mi hanno fatto notare che il nome «Geova» è presente nel Vangelo di Matteo 1,21. Io ho la Luzzi e sotto le note esplicative è scritto: «Iehoshua vuol dire Geova salva». In verità non ricordavo ciò e infatti, con presunzione, dicevo a quei signori che il nome Geova non esiste nel NT. E sembra che mi sono sbagliato. Ora sono rammaricato, perché ho peccato di presunzione, anche se so che loro si arrampicano sugli specchi con le loro bugie. Puoi aiutarmi a capire? Grazie, Nicola; ti saluto nel Signore Cristo Gesù. {Paolo Biticchi; 15-01-2012}

 

Al riguardo faccio queste due osservazioni preliminari. Una delle questioni presentate dai lettori è se nei manoscritti greci del Nuovo Testamento ricorra mai il nome Geova a se stante. Nel primo contributo troviamo una di queste tipiche richieste. Al riguardo faccio queste due osservazioni preliminari.

     ■ Non fatevi ingannare dalle proiezioni geovizzanti e giudaizzanti nel NT! Ne va della vostra corretta interpretazione della Bibbia e, quindi, della vostra salute spirituale!

     ■ A chi geovizza o giudaizza il NT dico quanto segue: Indicami un solo manoscritto del NT in cui sono stati traslitterati i nomi ebraici di Dio (Jahwè, Elohim, Adonai), detti da Lui o da altri su di Lui o a Lui. Indicami anche un solo manoscritto del NT in ebraico esistente e proveniente dal primo secolo. Chi aggiunge o toglie, è sotto giudizio (Ap 22,18s).

 

Quindi, è meglio non abboccare a tali discorsi e non farsi abbindolare dall’ideologia geovista. Essa cola i moscerini (come gli antichi nomi propri) e inghiotte i cammelli (assenza di Jahwè o simili come nome a se stante).

 

Per le questioni generali rimandiamo all'articolo «Geova, Geovizzanti e affini». Per gli approfondimenti si veda il tema «Geova, Geovizzanti e affini? Parliamone».

 

2. Non dare troppa importanza ai nomi propri del NT

     Nei nomi propri antichi certe parti si conservano per tradizione. Essi vengono usati anche quando, a volte, la maggior parte della gente non capisce più il loro significato (Claudio = zoppo; Leonardo = cuor di leone; ecc.). Lo stesso dicasi dei tanti nomi attinti dalla Bibbia nei secoli ed usati anche dalle persone odierne con molte varianti e adattamenti. Ad esempio, da Jehôḥānān («JHWH [= adônāj] ha avuto misericordia») in italiano derivano Giovanni, Gianni e innumerevoli varianti[1]). Le persone, che danno una delle innumerevoli varianti di questo nome ai loro figli o lo portano, nella stragrande maggioranza non sanno da dove provenga e che cosa significhi. Sarebbe assurdo pensare che gli autori, che nella letteratura hanno usato una di tali varianti, sapessero sempre il relativo significato e fossero tutti seguaci del «sacro Nome»!

3. Il giudaismo al tempo del NT

     Torniamo al tempo del NT. Allora la stragrande maggioranza degli Ebrei parlava greco e non ebraico o aramaico, lingue che erano limitate alla Giudea, dove per di più si era poliglotti, a causa della contiguità con le città greche della Palestina (Decapoli, Cesarea, ecc.) e del fatto che le forze d’occupazione parlavano greco. A ciò si aggiunga che nella Giudea e specialmente a Gerusalemme c'era un continuo viavai di Ebrei della diaspora (essa era in proporzione la fetta più grande del giudaismo) provenienti dai territori dell'impero romano e oltre, che in genere erano di cultura ellenistica e parlavano una delle tante varianti del greco, che era spesso mischiato con il dialetto locale di provenienza (At 2,5-11). Tali ebrei ellenistici salivano al santuario specialmente per le feste maggiori. A ciò si doveva il fiorire del mestiere dei cambiamonete (Gv 2,14s). Altri Giudei della diaspora avevano fondato proprie sinagoghe autoctone a Gerusalemme (At 6,9), per curare le loro particolarità culturali e linguistiche, differenti da quelle degli Ebrei della Giudea. La stragrande maggioranza degli Ebrei era, quindi, di lingua greca e usava abitualmente l'AT greco come testo (specialmente la «Settanta», poi anche altre traduzioni).

 

4. Jahwè o Geova è inesistente nel NT come nome a se stante

     Bisogna tener presente che nel NT il nome Jahwè («Geova» è un fraintendimento medioevale) non ricorre mai come nome a sé; Dio stesso non lo ha mai usato nel NT, i devoti non l’hanno mai pronunciato nelle loro preghiere, presenti nel NT, e credenti e avversari non lo riportarono mai nei loro discorsi nel nuovo patto. Come già ricordato, la stragrande maggioranza degli Ebrei parlava greco e usava abitualmente la traduzione greca dell'AT. A ciò si aggiunga che, fin dalla cattività babilonese, gli Ebrei pronunciavano il cosiddetto tetragramma (JHWH) come adônāj «Signore»; perciò la Settanta tradusse il tetragramma correttamente con Kyrios «Signore». Gli scrittori del NT rispecchiarono a pieno tale uso. Al tempo di Gesù, nessun Ebreo diceva «Jahwè» o simili.

 

5. La coerenza richiesta riguardo a Matteo 1,21

     Un angelo del Signore disse a Giuseppe: «Ed ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati» (Mt 1,21); in greco recita come segue: «Τέξεται δὲ υἱόν, καὶ καλέσεις τὸ ὄνομα αὐτοῦ Ἰησοῦν· αὐτὸς γάρ σώσει τὸν λαὸν αὐτοῦ ἀπὸ τῶν ἁμαρτιῶν αὐτῶν».

     Quindi, quando un angelo del Signore apparve dapprima a Maria e poi a Giuseppe in sogno, comandando loro di dare al nascituro il nome «Gesù» (greco Iēsoũs), ci si sarebbe aspettati che tale essere celeste facesse l’etimologia di tale nome (p.es. J[eh]ošûa` «Jahwè salva») e introducesse il nome Jahwè (o simile), ma non accadde nulla di ciò (Mt 1,21.25; Lc 1,31; 2,21). Tale messaggero celeste, al contrario, mise l’enfasi sul significato storico e teologico di chi lo portava! Invece di spiegare: «Perché Dio salverà per mezzo di lui il suo popolo», disse esplicitamente: «Perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati» (Mt 1,21). Proprio questa diventa, quindi, una prova chiara che Gesù è Dio insieme al Padre (cfr. Gv 1,1ss.14.18), poiché salvando Gesù il suo popolo, mostra di essere Lui «Jahwè salva»! Per questo gli angeli non annunziarono al popolo: «Nella città di Davide è nato colui, mediante il quale Dio salverà il suo popolo», ma direttamente: «Oggi, nella città di Davide, v’è nato un salvatore, che è Cristo, il Signore» (Lc 2,11). Prima di loro, anche il sacerdote Zaccaria non ebbe scrupoli a dire che il Signore «ci ha suscitato un potente salvatore nella casa di Davide suo servitore» (Lc 1,69). Questo era lo stesso titolo che gli Ebrei usavano per Dio stesso (Maria Lc 1,47; Paolo 1 Tm 1,1; 2,3; 4,10), gli apostoli lo usarono anche per Gesù: Pietro: «Principe e Salvatore» (At 5,21); «Salvatore Gesù Cristo… nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo» (2 Pt 1,1.11; 2,20; 3,2.18); Paolo: «Salvatore nella persona di Gesù» At 13,23; Ef 5,23; Fil 3,20); Giovanni: «Salvatore del mondo» (1 Gv 4,14).

     Nello stesso brano Paolo usò il titolo «salvatore» per Dio Padre e per Gesù Cristo, senza farsi scrupoli: «Dio, nostro Salvatore… Cristo Gesù, nostro Salvatore» (Tt 1,3s); «Dio, nostro Salvatore… nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù» (Tt 2,10.13); «Dio, nostro Salvatore… Gesù Cristo, nostro Salvatore» (Tt 3,4.6). Si noti che i brani del NT, in cui Gesù è chiamato «Salvatore» sono più numerosi dei quelli usati per Dio Padre!

 

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[1]. Ecco solo alcuni esempi di varianti linguistiche e dialettali del nome originalmente ebraico Jehôḥānān (o nella forma abbreviata Jôḥānān «JHWH [= Adonaj] ha avuto misericordia»): Enko, Enyo, Enyu, Giannetto, Gianni, Giannino, Ghjuvan, Ghjuvanni, Giannákis, Giannió, Giánnis, Giánnos, Giannuzzu, Gioan, Giovanni, Giuan, Giuanin, Giuanìn, Giuann, Giuanne, Giuanni, Giuànni, Giuanninu, Giunanni, Gjon, Hannes, Hans, Iain, Ian, Iancu, Ioan, Ioánnis, Ion, Ionel, Ionic, Ionu, Ivan, Ivàn, Ivana, Ivano, Ivanio, Ivas, Ivasyk, Ivàtz, Ivo, Jaan, Jan, Jancsi, Janez, Jani, Janika, Janis, Janka, Janne, János, Jean, Jens, Joan, Joàni, Joann, Joannes, João, Johan, Johann, Jóhann, Johannes, Jóhannes, Johano, John, Johnny, Jón, Jona, Jonas, Jonis, Joop, Jovan, Jowy, Juan, Jùan, Jubanne, Juhani, Jussi, Nane, Nani, Nanni, Nannino, Nelu, Nino, Ninetto, Ninuccio, Seán, Sinéad, Siobhán, Vanja, Vanni, Vannio, Vanno, Vani, Vannino, Vannuccio, wanni, Xan, Xani, Xoán, Yahya, Yan, Yanaki, Yanàtchko, Yane, Yanesh, Yanetz, Yani, Yanko, Yankul, Yann, Yantchul, Yanush, Yay, Yoàn, Yoḥanah, Yole, Yolo, Yona, Yonde, Yondo, Yonko, Yônnn, Yosha, Yoshko, Yote, Yotko, Yoto, Yotzko, Yotzo, Yovàn, Yovko, Yuanna, yü-hàn, Zan, Zani, Zanello, Zanetto, Zannetto, Zuanne.

     Giovanni e Gianni hanno innumerevoli combinazioni con altri nomi (Gianpaolo, Gianpiero, Gianpietro, Gianandrea, Gianantonio, Gianbattista...). Anche il femminile Giovanna ha molteplici varianti, di cui alcune sono la modificazione femminile dei nomi sopra riportati, mentre altri sono particolari, cominciando con «Je-», invece che con «Ja- / Jo-» (Ivana, Ivanna, Janet, Janice, Janika, Jean, Jeanne, Jeannette, Jeannine, Jenna, Jenny, Jensína, Joanne, Juana, Juanita…).

I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Michele Granato

2. Lo Benc, ps.

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11.

12.

 

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1. {Michele Granato}

Fino a circa gli anni Trenta [del 20° secolo], negli ambienti religiosi si era tradizionalmente convinti che il nome di Dio fosse JeHoWaH = Geova, ma con la ricerca e gli approfondimenti filologici e storici si capi, già a partire da allora, che la giusta pronuncia fosse Jahvèh e non Geova. Infatti, che questa consapevolezza del vero nome di Dio Jahvèh si andasse sempre più consolidando, lo dimostra proprio la stessa versione Riveduta Luzzi, che fu pubblicata proprio in quegli anni; nelle sue note a Matteo 1,21 è vero che riporta una spiegazione del significato del nome Iehoshua dicendo che vuol dire «Geova salva», ma in effetti questa nota non stava dando scientificamente l’esatta forma del nome di Dio, ma seguiva ancora la vecchia e usuale errata forma Geova. Infatti, questo è provato proprio dalla stessa Versione Luzzi in una nota in calce a Esodo 3,15, dove si vede che la Luzzi incominciava giustamente a utilizzare l’esatta pronuncia del nome Jahvèh e non Geova. {17-01-2012}

     La stessa nota a piè di pagina con il termine Jahveh si trova anche nella nota ad Esodo 6,3 della stessa traduzione Versione Riveduta (Luzzi). {23-01-2012}

 

 

2. {Lo Benc, ps.}

 

Contributo: Vorrei dire qualcosa intorno a questo argomento e cioè: tutti i linguisti seri sanno che il nome «Geova» è nato per caso diversi secoli fa. I T.d.G. questo lo riconoscono con parole ambigue nelle seguenti citazioni (grassetto redazionale).

     «Quantunque nessuno sappia con certezza come pronunciarlo correttamente, gli antichi documenti attestano che questo nome si leggeva “Geova” a datare dal 12° secolo della nostra era e che è stato reso popolare tra la cristianità sotto quella forma là» (I testimoni di Geova nei disegni divini, 1971, pag. 258).

     «Può darsi che la pronuncia Jahvè sia più corretta, ma la forma latinizzata Geova continua a essere impiegata perché questa traduzione italiana del tetragramma… è stata consacrata dall’uso» (Tutta la Scrittura è ispirata da Dio ed è utile…, 1967, pag. 319).

     ■ «Pur avendo una tendenza per la pronuncia Jahvé come la più corretta, noi abbiamo ritenuto la forma “Geova” perché era più familiare alla gente dopo il quattordicesimo secolo» (Traduzione del Nuovo Mondo, 1950, pag. 25 ed. inglese).

     ■ «Fu un monaco domenicano spagnolo, Raymundus Martini, che trascrisse per il primo il nome divino sotto la forma “Geova”, testimone il suo libro “Pugeo fidei” pubblicato nel 1270, vale a dire più di 700 anni fa» (La Torre di Guardia, 15 luglio 1980, pag. 11).

 

Dunque i T.d.G. utilizzano la pronuncia «Geova» semplicemente perché non vogliono venir meno alla tradizione. Dagli stessi T.d.G. apprendiamo che questa pronuncia non ha avuto inizio che dal 1270 in poi, quindi come poteva essere presente nel NT? Come potevano Gesù o gli apostoli utilizzarlo? Mah, misteri tutti geovisti. {26-01-2012}

 

Risposta (Nicola Martella): Avrei preferito che chi si firma presumibilmente con lo pseudonimo Lo Benc, avesse firmato il suo contributo con nome e cognome reali. Se ho pubblicato comunque il suo contributo, è a causa delle cose interessanti, che riporta.

     In tali citazioni una cosa è certa: I seguaci della Torre di Guardia hanno difficoltà con le date; non a caso con predizioni e calcoli hanno sempre sbagliato. In un luogo parlano del «12° secolo», in un’altra della «gente dopo il quattordicesimo secolo» e in un’altra ancora indicano la prima ricorrenza nel 1270. Raymundus Martini visse nel 13° secolo. Retroproiettare una moda (qui del nome divino) nei secoli precedenti è anacronistico e sbagliato. Inserire tale uso nuovo addirittura nel NT, dando l’impressione che Gesù e gli apostoli conoscessero l’improbabile termine «Geova» e lo usassero, ciò è colpevole ed è un illecito spirituale e morale verso la sovrana Parola di Dio. Chi adultera la Costituzione o la Magna Carta di uno Stato, è accusato di alto tradimento; quanto più deve valere ciò verso la Costituzione del Nuovo Patto del Messia Gesù, il Re dei re?

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/T1-Geova_manoscritti-NT_Sh.htm

26-01-2012; Aggiornamento: 27-01-2012

 

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