Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Manuale Teologico dell’AT

 

Deità

 

 

 

 

Dopo una introduzione alle problematiche della teologia dell’AT, segue il dizionario teologico dell’AT.

   Ecco le parti principali dell’introduzione alla teologia dell’AT:
■ Il compito e l’oggetto della Teologia dell’AT
■ Le posizioni teologiche più ricorrenti
■ I patti e gli altri approcci
■ Contro l’appiattimento storico e teologico dell’AT.

 

Al dizionario teologico dell’AT sono acclusi un registro delle voci e un registro ragionato delle stesse detto «percorsi teologici».

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GEOVA, GEOVIZZANTI E AFFINI

 

 di Nicola Martella

 

L’origine del neologismo «Geova»

     Il termine «Geova» per gli studiosi della Bibbia e per gli esegeti non è rilevante e non esiste dal punto di vista testuale! È una mera invenzione, un neologismo nato nel Medioevo, basato su fraintendimenti letterari e sull’ignoranza riguardo alla cultura ebraica. I Masoreti (i cultori ebraici dei testi dell’AT, 5°-7° sec. d.C.) avevano messo le vocali di adônāj («Signore») sotto al cosiddetto tetragramma (JHWH = Jahwè) per ricordare agli Ebrei, che secondo il costume, oramai millenario, bisognava leggerlo appunto adônāj; ciò succedeva, infatti, già fin dall’epoca della deportazione babilonese! L’ignoranza al riguardo di alcuni «studiosi» medioevali, poco attenti alla cultura ebraica, ha portato i non-ebrei a creare la moda di leggere il cosiddetto tetragramma con le vocali di adônāj (JaHoWaH → Jehovah), da cui è nato tale improbabile e in realtà inesistente nome «Geova». Perché dovremmo seguire un costume basato sull’ignoranza e sul fraintendimento?

 

La Settanta e il Nuovo Testamento

     Il Nuovo Testamento non ha usato né il cosiddetto tetragramma né una grecizzazione del nome Jahwè, ma ha correttamente riportato le citazione dell’AT, leggendo adônāj e traducendolo con Kyrios («Signore»), come gli Ebrei ellenistici erano abituati a dire da oramai vari secoli prima di Cristo. Infatti, proprio perché gli Ebrei leggevano il cosiddetto tetragramma come adônāj, nel 3° secolo a.C. i traduttori della Settanta (= la traduzione greca dell’AT) non ebbero nessuna remora a tradurre con Kyrios. In tal senso, Gesù, gli apostoli e gli scrittori del NT hanno usato solo il nome Kyrios per Dio e per Cristo stesso.

     Quindi, come cristiani, facciamo bene ad attenerci alla prassi del NT e — tranne che per motivi di studio dell’AT — smettiamola di giudaizzare con tali nomi, dando loro un alone di misticismo.

 

Altre deviazioni riguardo al cosiddetto «sacro Nome»

     Oltre a quanto detto riguardo all'ideologia geovista, si tengano presenti anche le seguenti deviazioni ideologiche riguardo al cosiddetto «sacro Nome». Per alcuni i nomi di Dio assumono anche un alone di superstizione misticheggiante ai confini della cabala. Proprio la cabala fa molto uso dei nomi ebraici di Dio per fini divinatori, così pure fa l’occultismo. Charles Taze Russel, il fondatore del movimento conosciuto oggigiorno come «Testimoni di Geova», era un appassionato delle antiche arti divinatorie (p.es. piramidologia; si veda anche il suo mausoleo a forma di piramide in un cimitero massone!).

     Anche i giudaizzanti fra i cristiani gentili non scrivono più «Dio», ma «D-o» alla giudaica e così fanno per gli altri nomi; in tal modo, rivestono di misticismo giudaizzante i comuni nomi e titoli di Dio e di Gesù, creando una specie di superstizione del nome sacro.

     Addirittura alcuni giudaizzanti affermano che, se non si pronunciano in ebraico i nomi di Dio (Elohim, Jahwè, ecc.) e di Gesù Cristo (Jehôšûa`, Ješûa`, Māšîach, ecc.) non si possa essere veramente salvati! (cultori del sacro Nome); questa è una falsa dottrina.

 

Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), l’articolo «Jahwè [jahewëh; JHWH]», pp. 200ss; cfr. qui anche l’articolo «Nome di Dio [šem]», pp. 239s.

     Si vedano anche in Nicola Martella (a cura di), Escatologia fra legittimità e abuso, Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), gli articoli: «Dall’avventismo al geovismo», pp. 108-113; «Testimoni di Geova quali compagni di via?», pp. 118-122; «Panorama dell’attività predizionale dei Testimoni di Geova», pp. 123s.

 

Esiste il nome Geova nei manoscritti greci del Nuovo Testamento? {Nicola Martella} (T)

Geova, Geovizzanti e affini? Parliamone {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Geovizzanti_affini_MT_AT.htm

24-12-2011; Aggiornamento: 26-01-2012

 

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