Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
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L’UOMO E I SUOI COMPONENTI BASILARI

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Questo articolo è un approfondimento del tema «Dubbi su brani di escatologia e antropologia? Parliamone», in cui abbiamo discusso un articolo, in cui parlavo specialmente dell’anima quale persona nei brani strutturali.

     La questione è data dal fatto che chi segue una concezione tripartita (o tricotomica) dell’uomo, faccia riferimento specialmente a brani come 1 Tessalonicesi 5,23 ed Ebrei 4,12. Partendo da tali versi, si crede di essere legittimati a credere che l’uomo sia composto di tre «sostanze» o parti differenti. Al riguardo si creano singolari associazioni di idee di natura illustrativa: si fa riferimento al tre come cosiddetto numero perfetto e si fanno anche paralleli con la Deità in tre persone. Si afferma che l’uomo per essere immagine di Dio, debba necessariamente essere trino; questo è però un falso sillogismo, senza alcun fondamento biblico. Mosè, autore della Genesi, e tutti i credenti dell’AT conoscevano l’Eterno come un Dio unico; inoltre, l’uomo costituisce una unità ed è a somiglianza di Dio anche con due sole sostanze.

 

 

2.  DICOTOMIA E TRICOTOMIA: In questo luogo useremo i termini «dicotomia» e «tricotomia». Applicati all’antropologia (o dottrina dell’uomo), essi significano rispettivamente bipartizione e tripartizione, ossia la suddivisione dell’uomo rispettivamente in due o tre distinte entità o parti.

     ■ Dicotomia: L’uomo, quale «anima vivente», sarebbe composto di un corpo personale e di uno spirito personale. Alla morte «l’essere vivente» viene disgregato: il corpo ritorna alla terra e lo spirito va nell’aldilà in attesa della risurrezione e del giudizio finale.

 

     ■ Tricotomia: L’uomo avrebbe tre parti distinte: corpo, anima e spirito. Qui si fa riferimento ai brani, in cui tutti e tre questi termini compaiono insieme; come abbiamo visto, si fanno anche paralleli con la Trinità. Alla morte il corpo ritorna alla terra, mentre la destinazione di anima e spirito dipende dalla differente dottrina, che si segue. Per gli uni l’anima va insieme al corpo e «dorme» nella tomba (visione materialista), mentre lo spirito va nell’aldilà; per gli altri anima e spirito vanno nell’aldilà (visione spiritualista); per altri ancora l’essere non solo viene disgregato alla morte, ma viene annullato (visione nichilista), per poi venire ricreato alla risurrezione; e così via.

 

 

3.  BRANI STRUTTURALI E FUNZIONALI: Ammetto che la diatriba antropologica fra dicotomia e tricotomia non è di facile soluzione, se si rimane sul terreno della filosofia dottrinale. Tuttavia, la questione risulterà di facile soluzione se si incede sul terreno dell’esegesi contestuale rigorosa, dove si capirà di dover adottare la seguente precisa distinzione.

     ■ Brani strutturali: Sono soltanto quelli, in cui l’uomo viene aggregato quale «anima vivente» (cfr. Gn 2,7), disgregato alla morte (cfr. Ec 12,9 Riv.) o riaggregato alla risurrezione (cfr. Rm 8,11; 1 Cor 15.35.42ss).

 

     ■ Brani funzionali: Sono quelli, in cui l’uomo viene descritto nelle sue funzioni psicofisiche (viscere, ossa, anima, carne), mentali (cuore, spirito), morali (cuore, reni) e spirituali (spirito). Al riguardo gli Ebrei, invece di coniare termini tecnici precisi (alla occidentale), descrivono le funzioni dell’essere (alla orientale) e spesso lo fanno con un accumulo di termini differenti, spesso sinonimi fra loro. Se si osservano brani simili, ci si accorgerà che, per parlare della stessa cosa, in uno ci sono più termini e in un altro meno o differenti. Per gli antichi Ebrei la realtà non può essere sondata e dichiarata con precisione oggettiva e manualistica (approccio occidentale), poiché essa sfugge all’uomo e solo Dio può affermare qualcosa di certo; ma essa può solo essere descritta così come essa appare nel tempo a tanti e nel presente ai singoli (approccio orientale). Quindi, la totalità di una cosa viene descritta con un accumulo di aspetti differenti, che non sono parti diverse, ma aspetti dissimili, sebbene coincidenti. Si notino le differenze tra i seguenti versi.

            ● «Tu amerai dunque l’Eterno, il tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con tutte le tue forze» (Dt 6,5). I termini stanno, in senso funzionale, rispettivamente per sede dei pensieri, dei sentimenti e del vigore fisico.

            ● «Ama il Signore, Dio tuo, con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua» (Mt 22,37; Mc 12,30 + «con tutta la forza tua» = Lc 10,27). Ciò è avvenuto a causa della variazione culturale: «cuore» era per gli Ebrei la mente, per i greci la sede dei sentimenti o animo.

 

 

4.  ATTENZIONE AI BRANI NON STRUTTURALI: Valgono come «brani strutturali» soltanto quelli specifici, come detto sopra. Brani come 1 Tessalonicesi 5,23 ed Ebrei 4,12 non parlano né della formazione dell’uomo, né della sua disgregazione, ma guardano l’essere unico da punti di vista differenti quanto alle sue funzioni.

     ■ In 1 Tessalonicesi 5,23 Paolo parlava di santificazione, non di anatomia antropologica, ingiungendo che «l’intero essere vostro… sia conservato irreprensibile». La sua menzione di «spirito, anima e corpo» non era intesa in senso strutturale (parti precise dell’essere), ma di suoi aspetti funzionali: mente e pensieri (spirito), sensazioni e sentimenti (anima) e fisicità (corpo). Tali sostantivi potevano essere accompagnati da altri o al posto potevano essercene altri, e nulla cambiava, visto che l’ebreo Paolo intendeva parlare di santificazione e irreprensibilità. Si tratta quindi di un brano funzionale.

     Ecco alcuni esempi simili. «Perciò il mio cuore si rallegra e il mio interiore [ebr. kabôd “fegato”] festeggia; anche la mia carne dimorerà al sicuro, [10] poiché tu non abbandonerai l’anima mia [ebr. nëfëš] nella še’ol, ne permetterai che il tuo devoto veda la fossa» (Sal 16,9s; nel v. 10 «anima» è l’intera persona, di cui si riportano aspetti differenti nel v. 9). Anche nel seguente brano «cuore» sta per spirito e «carne» per corpo: «L’anima mia langue e viene meno, bramando i cortili dell’Eterno; il mio cuore e la mia carne mandano grida di gioia al Dio vivente» (Sal 84,2; qui nel parallelismo «anima» è l’intera persona, che poi viene specificata in un aspetto interiore [cuore] e uno esteriore [carne]).

 

     ■ In Ebrei 4,12 l’autore non intendeva parlare di anatomia antropologica, ma dell’efficacia della vivente parola di Dio. Egli, paragonandola a una spada a due tagli, che arriva a dividere giunture e midolle, l’applicò «alla divisione dell’anima e dello spirito», nel senso che essa giudica i «sentimenti» (= anima) e i «pensieri del cuore» (= spirito). Si tratta quindi di un brano funzionale.

 

Per l’approfondimento si vedano in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), i seguenti articoli: «Anima [nëfëš]», p. 85; «Antropologia 1: specie e genere», pp. 86s; «Antropologia 2: globalità dell’essere», pp. 87s; «Antropologia 3: componenti principali», pp. 89s; «Antropologia 4: funzioni principali», pp. 90ss.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Uomo_componenti_EdF.htm

14-10-2011; Aggiornamento:

 

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