Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

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Dall’avvento alla parusia

 

Cristologia

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GESÙ ERA SPOSATO?

 

 di Emilio Spedicato - Nicola Martella

 

1. Le tesi {Emilio Spedicato}

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Se Gesù fosse stato effettivamente sposato e i suoi contemporanei lo avessero chiaramente accertato, non ci sarebbe nulla di male affermarlo. La questione però è quella della verità oggettiva e non tanto delle supposizioni. La sua missione era ben altra che quella di essere fecondo e moltiplicarsi, come risulta dai testi biblici. Eppure tale tesi si aggiunge a tante altre. Ognuno cerca di trattare Gesù di Nazareth come una coperta da tirare dalla propria parte per motivi ideologici. Anche il misteriosofo e matematico Emilio Spedicato ripropone tale concezione attingendo, come non poteva essere altrimenti, da fonti gnostiche. Vediamo che cosa rimane in piedi delle sue ipotesi dopo un’attenta analisi.

    Il lettore prende qui posizione riguardo all’articolo «Fango sulla moralità del rabbino Gesù». Il seguente contributo avrebbe potuto trovare posto all’interno del tema di discussione «Fango sulla moralità di Gesù? Parliamone», ma a causa della sua specificità, della sua problematicità e di un'adeguata risposta, abbiamo preferito metterlo extra.

 

 

1. Le tesi {Emilio Spedicato}

 

Caro Martella, non ho tempo di leggere l’intero articolo, ma ovviamente quanto tu dici s’inserisce in un crollo di valori e creatività della cultura moderna che, oltre che la citata teoria su Gesù (di San Paolo omosessuale se ne parlava da tempo) riguarda ad esempio l’opera lirica, dove registi ignoranti della musica impongono regie, dove i soprani devono spogliarsi, vedasi la Francesca Patanè in Salomè o il tenore di cui non ricordo il nome che cantando nudo come Ercole si prese un gran raffreddore. E sul Corriere sono finalmente apparsi circa sei settimane fa due durissimi articoli di Maazel e Zeffirelli contro questa degenerazione.

     Su Gesù «sposato?» una interessante osservazione. Stando a un collega sacerdote, che non nomino, doveva esserlo certamente perché nella sinagoga apre il rotolo e legge, operazione ammessa solo agli sposati. Ma dal vangelo dei Nazarei leggiamo di Giuseppe, che aveva 90 anni quando la dodicenne Maria gli fu data in affido non potendo restare al tempio (dove filava la porpora, altre filavano oro, argento, bisso, asbesto....), essendo giunta in età mestruale. Doveva tenerla sino ai 14 anni quando si sarebbe sposata con qualcuno opportuno. Ebbene sta scritto che lui s’era sposato a 40 anni ed era vedovo da non molti, con vari figli. Ergo ritengo che l’accesso ai rotoli fosse permesso solo a singoli d’oltre 40 anni!!!

     Ma nessuno legge il Vangelo dei Nazarei, importante credo come i canonici, e chiaramente supportante la teoria del prof. Kamal Salibi cristiano libanese, che la famiglia di Giuseppe fosse originaria del WADI JALIL e non del JALIL, la Galilea nell’attuale Israele, dove stava solo un piccolo insediamento per i lavoratori specializzati guidati probabilmente da Giuseppe e addetti alla costruzione di Sepphoris... che raggiunse un numero d’abitanti simile a quello di Gerusalemme. Vangelo miracolosamente salvatosi nell’anfora di Nag Hammadi, trovata nel 1948, il cui contenuto è ben più importante a parere mio di quanto trovato a Qumram. Tradotto da Moraldi poco prima di morire e disponibile nel suo volume della UTET.

     Ergo, Gesù essendo morto a non oltre 40 anni, poteva leggere il rotolo senza problemi, anche se non era sposato. E questa era il migliore argomento a favore della ipotesi che fosse sposato. {15-10-2008}

 

 

2. Osservazioni e obiezioni {Nicola Martella}

 

Emilio Spedicato ragione sul crollo di valori nell’attuale società, cultura compresa. In ogni modo, se si interviene su un soggetto e non si legge l’articolo di riferimento, si rischia di intervenire su questioni non poste, oltre a parlare fra sordi; questo tanto più se a intervenire è un professore universitario. Inoltre tutta l’argomentazione è basata sul sentito dire e non su prove oggettive, sebbene si ostenta sicurezza nelle conclusioni, ossia che Gesù sarebbe stato sposato.

     Quanto al «Gesù sposato», ipotesi basata sul preteso costume di far leggere il rotolo e legge solo agli uomini sposati, bisogna fare alcune osservazioni. Quando è nato un costume (se veramente esistente)? Se c’era, dove era vigente? In ogni modo al tempo di Gesù e degli apostoli tale costume non esisteva per i seguenti motivi.

     ■ Mai si afferma negli Evangeli e nella letteratura dei teologi dei primi due secoli che Gesù fosse sposato.

     ■ Gesù insegnava nelle sinagoghe, sebbene fosse celibe (Nazaret Lc 4,16-20; Capernaum Mc 1,21; Gv 6,59).

     ■ Paolo e Barnaba erano celibi eppure è scritto che «entrarono nella sinagoga dei Giudei e parlarono in maniera che una gran moltitudine di Giudei e di Greci credé» (At 14,1 Iconio). Similmente accadde a Berea (At 17,10s), a Corinto (At 18,4.8) e a Efeso (v. 19). Che Paolo e Barnaba non fossero sposati, è evidente da 1 Cor 9,5.

 

In tal modo abbiamo confutato tale falsa concezione di tale sacerdote. Ora seguono gli altri aspetti.

     Quanto al cosiddetto «Vangelo dei Nazarei», si tratta di uno scritto apocrifo d’area giudeo-cristiana del 2° sec. d.C., ma è andato perduto (link). Le uniche indicazioni provengono dai teologi dei secoli 4°-5° d.C. (p.es. Epifanio, Teodoreto, Girolamo); Epifanio confessò di non averlo mai visionato di persona. Come si fa ad affermare «nessuno legge il Vangelo dei Nazarei, importante credo come i canonici», se esso non esiste già fin dai primi secoli d.C. in poi?

     Quindi tutto ciò che si dice su tale apocrifo sono solo congetture e pertanto non fanno testo. Tanto meno si può affermare sulla base di tale apocrifo immateriale che «l’accesso ai rotoli fosse permesso solo a singoli d’oltre 40 anni». Che le cose non stavano così, ne abbiamo già parlato sopra a proposito del Bar Mitzvà. Anche questa asserzione è confutata.

     Emilio Spedicato fa una certa confusione fra il «Vangelo dei Nazarei» e i «Testi Gnostici», tradotti da Luigi Moraldi. Tali «Vangeli Gnostici» (p.es. Vangelo di Tomaso; Vangelo di Filippo; Vangelo di Giuda) sono stati fabbricati ad arte vari secoli dopo gli eventi di Gesù Cristo a opera di sette gnostiche; essi non hanno nessuna autorità, essendo pseudoepigrafi con contenuti leggendari e sensazionalistici.

     Il prof. Giancarlo Biguzzi, docente cattolico di Nuovo Testamento, ha scritto: «Per tutto questo non è corretto mettere gli scritti gnostici in parallelismo cronologico con gli scritti del NT. In aggiunta bisogna dire che i vangeli gnostici, compreso quello di Giuda, come si è visto, traggono dalle scene narrative dei vangeli canonici o li presuppongono, rivelando di essere letteratura secondaria e d’imitazione, e l’imitazione è loro dettata dal bisogno di legittimare ciò che non era tradizionale». {«Il vangelo gnostico di Giuda ed i vangeli canonici», Euntes Docete (Commentaria Urbaniana 2007).} [ Riscoperto l’evangelo di Giuda: fatto sensazionale o strategia di marketing?]

 

Da che età in poi si poteva leggere i sacri testi nella sinagoga? Secondo la tesi di Emilio Spedicato solo dai 40 anni in poi e solo se si era sposati. Contro tale tesi ci sono alcuni solidi argomenti. Luca scrisse che «Gesù, quando cominciò anch’egli ad insegnare, aveva circa trent’anni» (Lc 3,23). Nonostante ciò «insegnava nelle loro sinagoghe» (Lc 4,15) e anche a Nazaret «entrò in giorno di sabato nella sinagoga, e alzatosi per leggere, gli fu dato il libro del profeta Isaia…» (vv. 16s).

     Ogni ragazzo dal suo Bar Mitzvà (let. «figlio del precetto»; 12-13 anni) in poi, diventando membro della sinagoga e potendo accedere alla lettura pubblica degli Scritti sacri, ne poteva anche dare l’interpretazione (cfr. Gesù a 12 anni; Lc 2,42.46ss).

     Nel giudaismo avviene, quindi, il rito del Bar Mitzvà, quando un ragazzo ha tredici anni compiuti; in tal modo il maschio ebreo raggiunge la maggiore età giuridica e viene chiamato alla lettura pubblica della Torà. A tale proposito leggiamo, ad esempio in un articolo sul Bar Mitzvà: «Nel momento in cui il Bar mitzvà è chiamato alla lettura pubblica della parashà è tenuto a recitare la relativa benedizione che dovrà ripetere, come tutti gli adulti, ogni qualvolta verrà invitato a “salire a Séfer” (come si usa dire comunemente al giorno d’oggi). […] Oltre alla lettura del Séfer Torà il ragazzo deve anche spiegare un passo della Scrittura, possibilmente con l’ausilio del Midràsh o delle altre opere tradizionali ebraiche scritta dai Chakhamìm (Maestri)».

     Ecco alcune spiegazioni per comprendere tale citazione. La «parashà» è la porzione della lettura settimanale della Torà. «Séfer» è il libro; «Séfer Torà» è il libro della Torà. Il «Midràsh» è l’interpretazione, quindi il commento dei sacri Testi.

 

Conclusione: Tutta l’argomentazione di Emilio Spedicato è posta su basi insicure e su apriorismi che risultano semplicemente sbagliati. Tutto ciò non dimostra per nulla che Gesù di Nazaret fosse sposato. Contro tali inesistenti prove letterarie c’è una marea di asserzioni di autori del primo secolo e di scrittori cristiani dei primi secoli della nostra era.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Gesu_sposato_Avv.htm

15-10-2008; Aggiornamento:

 

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