Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

Cristologia

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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FANGO SULLA MORALITÀ DEL RABBINO GESÙ

Smentiamo le falsità storiche

 

 di Nicola Martella

 

ENTRIAMO IN TEMA

     Libri, film e rappresentazioni teatrali hanno mostrato il rabbino Gesù come libertino e presunto fornicatore con Maria Maddalena (cfr. il cosiddetto e altresì falso «Codice da Vinci»).

     Si stanno altresì moltiplicando descrizioni omosessuali vecchie e nuove sul rabbino Gesù (cfr. il film «Passio» e l’opera teatrale «Corpus Christi»). Inoltre, su siti di gay e lesbiche presunti cristiani, questi ultimi per accreditare le proprie pratiche come legittime e conformi alla sacra Scrittura, ipotizzano addirittura che il Nazareno fosse omosessuale.

     Le argomentazioni libertine che vedono il rabbino Gesù come convivente di Maria Maddalena e latin lover o come omosessuale, sono chiaramente improntate alla cultura odierna, alquanto sessualizzata, e all’ideologia di certi ambienti (gay e non), che hanno fatto il loro obiettivo quello di demolire l’immagine morale del Nazareno. È chiaro che tutto ciò si basa poco sull’esegesi del testo biblico e sullo studio rigoroso nel contesto letterario, culturale e storico del giudaismo del tempo di Gesù.

     Secondo tale logica, pressoché tutti i personaggi principali del NT sarebbero stati fornicatori, adulteri o omosessuali (o almeno potenzialmente tali), e cioè anche durante il loro ministero. Il motto è questo: «Gettiamo fango su tutti per accreditare il nostro stile di vita. Se tutti saranno insudiciati, nessuno avrà da ridire sul nostro sudiciume». Chiaramente non è così che si cerca la verità.

     Sono stati scritti libri e articoli che hanno cercato di dimostrare l’immoralità sessuale di vari personaggi biblici del NT, fra cui Gesù. Lo stesso è successo con i film, in cui Gesù e gli apostoli sono mostrati come una massa di dissoluti e depravati. Ho mostrato alcune di queste cose nel mio libro Chi dice la gente che io sia? (Punto°A°Croce, Roma 2000). In tale primo volume dell’opera «Offensiva intorno a Gesù 1-2» mostro che pressoché ogni ideologia ha trattato Gesù come una coperta da tirare dalla propria parte (cfr. pp. 14s). Nella letteratura, oltre agli aspetti politici, Gesù viene presentato, ad esempio, come un clown (pp. 21s), un sovversivo (pp. 22s), un crapulone, bugiardo e omosessuale (pp. 23s) e così via (pp. 24ss). Nei film, oltre all’immagine politica di Gesù (pp. 39ss) e a quella da controriforma o da immaginetta religiosa (pp. 41s), c’è ad esempio quella di Gesù amante di Maria Maddalena (pp. 42s), da trasgressivo (pp. 47ss) e blasfemo e dissacrante in varie salse, tra cui varie versioni gay (pp. 50-54).

 

GESÙ, IL PECCATO E LA LEGGE

     Ai tempi del NT era la Legge mosaica a codificare che cosa fosse peccato, trasgressione e colpa. L’apostolo Giovanni affermò che il peccato è la trasgressione della legge mosaica (1 Gv 3,4). Nella Torà era chiaramente codificato che ogni pratica fornicatoria, adulterina e omosessuale fosse abominio al Signore e degna di morte. Ogni rabbino (quindi anche il rabbino Gesù), per essere tale, aveva l’obbligo di interpretare e spiegare ciò che la Legge asseriva. Dalle parole e dagli insegnamenti di Gesù risultava evidente che la volontà di Dio si trovava nella Legge mosaica (Mt 5,17s). Egli si scagliò contro le tradizioni religiose degli scribi del suo tempo, ma mai contro la Legge di Dio.

     Com’erano considerati quindi, ad esempio, i rapporti omosessuali dalla Legge mosaica, base della dottrina del giudaismo? Erano ritenuti un «abominio». Per il peccato v’era il perdono, dopo il pentimento, la conversione e l’offerta di un sacrificio; per l’abominio non c’era nulla del genere, se non la morte per interdetto. Non mi dilungo molto qui su questo punto avendo affrontato la questione altrove: si veda in Nicola Martella, Disturbi e abusi, Sesso & Affini 3 (Punto°A°Croce, Roma 1998), gli articoli: «L’omosessualità», pp. 157-171; «L’omosessualità e la Bibbia», pp. 172-184; «L’amicizia fra uomini», pp. 185-193. Similmente accadeva anche per la fornicazione e l’adulterio (per i dettagli rimando a molti articoli nel 2° e nel 3° volume di Sesso & Affini).

 

IL RABBINO GESÙ E I SUOI TEMPI

     Ai suoi tempi Gesù era considerato un rabbino sia dal popolo che dai suoi avversari. Era così che venne pubblicamente e continuamente chiamato: «Rabbì» (Gv 1,38), «Rabbunì» (Mc 10,51; Gv 20,16) o «Maestro», sia dai suoi seguaci[1], sia dagli avversari[2], sia dalla gente[3], sia da scribi e da altri capi non ostili[4], sia dal traditore Giuda (Mt 26,25.49). E così intendeva altresì Gesù se stesso.[5] Un rabbino era un interprete autorevole della Legge mosaica, e la gente si rivolgeva a lui per sapere cosa essa diceva, come interpretarla e come metterla in pratica per piacere a Dio. Per essere considerati rabbini, bisognava avere una grande moralità e un condotta esemplare; in caso contrario si era squalificati.

     La morale sessuale dei Giudei al tempo di Gesù era molto rigorosa. L’insurrezione dei Maccabei verso la metà del 2° secolo a.C. fu dovuta specialmente al fatto che il re di Siria voleva introdurre in Gerusalemme, fra altre cose, i giochi ginnici, ossia le gare in cui i concorrenti erano nudi. Già la nudità pubblica dei maschi era tabù, e si vergognava in pubblico (quasi fosse nudo) già chi era vestito solo di brache (Gv 21,7).

 

LA MORALE DEL RABBINO GESÙ

     È vero che Gesù disse alla donna adultera colta in flagranza: «Neppure io ti condanno» — ciò era dovuto all’ingiustizia di non aver condotto pure l’adultero — ma aggiunse pure: «Va’ e non peccare più» (Gv 8,11). Per il resto la sua morale sessuale era molto conservatrice, ossia conforme alla Legge, e non ammetteva il divorzio, se non per l’esplicito caso di fornicazione (o lussuria, indecenza; Mt 5,32; 19,9). Talché i suoi stessi discepoli di dissero: «Se il caso dell’uomo con la donna sta così, non è consigliabile di prendere donna» (Mt 19,10). Gesù insegnava addirittura l’astinenza sessuale in certi casi: «Infatti vi sono dei castrati che sono nati così dal seno della madre; e vi sono dei castrati che sono stati castrati dagli uomini, e vi sono dei castrati che si sono castrati da sé a causa del regno dei cieli. Chi può comprendere, comprenda» (v. 12).

     Nessun fornicatore, adultero o omosessuale avrebbe potuto diventare rabbino in Giudea né altrove presso i Giudei. Se già gli adulteri erano messi a piazza pubblica e lapidati (Gv 8,5), tanto più succedeva ciò per un peccato di abominio qual era considerata l’omosessualità. No, nessuno che fosse omosessuale, poteva allora diventare rabbino e rimanere in vita a lungo, appena scoperto.

     Uno dei modi come Gesù venne chiamato, fu «santo» (Lc 1,35; At 4,27.30 Servitore), «il Santo di Dio» (Mc 1,24; Gv 6,69) e «il Santo e il Giusto» (At 3,14), ossia uno che in tutto e per tutto si attenne alla Legge, senza mai deviare dalla volontà di Dio. Dio non avrebbe potuto agire in lui in modo così prodigioso, se Gesù avesse infranto la Legge, di cui difendeva fino all’ultima iota: «Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per compire: poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto» (Mt 5,17s). I suoi stessi avversari gli dissero: «Maestro, noi sappiamo che sei verace e insegni la via di Dio secondo verità, e non ti curi d’alcuno, perché non guardi all’apparenza delle persone» (Mt 22,16). Il Fariseo Nicodemo disse a Gesù: «Maestro, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui» (Gv 3,2). Di lui fu attestato che fu tentato come tutti gli uomini in ogni cosa, ma senza mai peccare (Eb 4,15). Egli ingiunse ai suoi discepoli la perfezione morale che Dio richiedeva (Mt 5,48).

 

UN RABBINO SOTTO CONTINUO CONTROLLO

     Gesù era circondato continuamente da gente, desiderosa di ascoltare le sue parole (Mt 6,31; Mc 5,30s). Era anche sotto mira di Farisei, Sadducei e altri gruppi religiosi che continuamente lo spiavano, provocavano con domande trabocchetto e con casi costruiti ad arte e cercavano di trovare degli appigli per screditarlo come rabbino e degli aspetti nella sua vita e nelle sue parole contrari alla legge per poterlo condannare a morte, magari aizzando le folle contro di lui. Spesso scribi, Farisei e Sadducei si accostavano a lui per metterlo alla prova con qualcosa (Mt 16,1; 22,35; Lc 10,25; 11,16) e per poterlo quindi accusare (Gv 8,6). È scritto che i Farisei «tennero consiglio per vedere di coglierlo in errore nelle sue parole» (Mt 22,15), tentativo che avevano spesso già organizzato (Mc 12,13). Gesù era proprio un osservato speciale: «Ed essendosi messi a osservarlo, gli mandarono delle spie che simulassero d’essere giusti per coglierlo in parole, alfine di darlo in mano dell’autorità e del potere del governatore» (Lc 20,20); ma tale impresa non riuscì loro e dovettero tacersi (v. 26).

     Non trovando nulla di immorale in lui e nei suoi discepoli, si attaccavano a questioni secondarie come lavaggio di mani prima di mangiare (Mc 7,2-5), censo a Cesare (Mt 22,17), guarigioni nel giorno di sabato[6], mangiare con i pubblicani e peccatori (Mt 9,11), eccetera. Pur di condannarlo, pagarono falsi testimoni. «Ora i capi sacerdoti e tutto il Sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro a Gesù per farlo morire; e non ne trovavano alcuna, benché si fossero fatti avanti molti falsi testimoni» (Mt 26,59s). Lo stesso Pilato disse: «Non ho trovato in lui alcuna delle colpe di cui l’accusate; e neppure Erode, poiché egli l’ha rimandato a noi; ed ecco, egli non ha fatto nulla che sia degno di morte» (Lc 23,14s). Pilato non avrebbe detto così, se Gesù fosse stato accusato di immoralità sessuale (omosessualità, fornicazione, ecc.), anzi i Giudei non l’avrebbero neppure fatto arrivare da Pilato.

     Se Gesù fosse stato fornicatore, adultero od omosessuale, non sarebbe vissuto a lungo già prima dell’inizio del suo ministero, figuriamoci dopo, continuamente spiato e controllato com’era! Non a caso, quando Gesù disse ai suoi discepoli che era tempo di tornare in Giudea, i discepoli gli dissero: «Maestro, i Giudei cercavano or ora di lapidarti, e tu vuoi tornare là?» (Gv 11,7s).

     Gesù stesso provocò i suoi avversari a trovare in lui qualcosa contrario alla Legge perché potessero condannarlo, sapendo di essere giusto davanti a Dio. «Chi di voi mi convince di peccato? Se vi dico la verità, perché non mi credete?» (Gv 8,46). Quando dinanzi al Sinedrio giudaico una delle guardie dette uno schiaffo a Gesù per le cose che disse, Gesù rispose: «Se ho parlato male, dimostra il male che ho detto; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23). Nessuno osò aprire bocca.

 

ASPETTI CONCLUSIVI

     Chi oggigiorno getta fango su Gesù per accreditare se stesso e le proprie pratiche sessuali, abominevoli per la Legge mosaica, non solo inganna se stesso, ma si carica di un pesante giudizio, non solo per i peccati di abominio che pratica (Ap 21,8), ma anche per alto tradimento e lesa maestà verso la più alta autorità che c’è presso Dio Onnipotente. Quale scusa si vorrà far valere quando Dio giudicherà coloro che hanno infangato la memoria di suo Figlio?

     All’inizio abbiamo ricordato che per l’apostolo Giovanni il peccato era la trasgressione della legge mosaica (1 Gv 3,4). Appena prima disse: «Sappiamo che quando egli [= Gesù] sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è. E chiunque ha questa speranza in lui, si purifica come egli è puro» (1 Gv 3,2s).

     Alla fine dell’Apocalisse, Gesù stesso lanciò la seguente sfida in vista del giudizio finale: «Chi è ingiusto sia ingiusto ancora; chi è contaminato si contamini ancora; e chi è giusto pratichi ancora la giustizia e chi è santo si santifichi ancora» (Ap 22,11).

 

Fango sulla moralità di Gesù? Parliamone 1 (T)

Fango sulla moralità di Gesù? Parliamone 2 (T)

Gesù era sposato? {Nicola Martella} (A)

I gay dicono che anche Gesù e alcuni apostoli fossero tali 1 {Nicola Martella} (A)

I gay dicono che anche Gesù e alcuni apostoli fossero tali 2 {Nicola Martella} (A)

Per i gay anche Gesù e alcuni apostoli erano tali? Parliamone 1 {Nicola Martella} (T)

Per i gay anche Gesù e alcuni apostoli erano tali? Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

Temi tabù per i cristiani? {Nicola Martella} (T/A)

 

 

[1]. Mc 4,38; Mc 9,5.38; 10,35; 11,21; 13,1; Lc 5,5; 8,24.45; 9,33.38; 21,7; Gv 1,49; 4,31; 6,25; 9,2; 11,8.28.

[2]. Mt 9,11; 12,38; 17,24; 22,16.24.36; Lc 7,41; 10,25; 11,45; 19,39; Gv 3,2; 8,4.

[3]. Mt 19,16; Mc 5,35; 9,17; 10,17.20; Lc 12,13; 17,13.

[4]. Mt 8,19; Mc 12,32; Lc 8,49; 18,18; 20,39.

[5]. Mt 10,24s; 23,8; 26,18; Mc 14,14; Gv 13,13s.

[6]. Mt 12,10; Mc 3,2; Lc 6,7 per trovare di che accusarlo; 13,14 sdegnato.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Dot/A1-Fango_moral_rabbi-Gesu_Avv.htm

13-10-2008; Aggiornamento: 20-10-2008

 

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