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La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Riflessioni fra cielo e terra: Aneddoti evangelici e non, e l’umorismo nella Bibbia.

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■ Scenario biblico
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È «psicoterapia biblica» in forma di umorismo.

 

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RISULTATI DI REINHARD BONNKE NELLA NIGERIA?

PARLIAMONE

 

 di Nicola Martella

 

Gerhard Bially, redattore della rivista pentecostale «Charisma» (n° 148, 2° trimestre 2009, p. 18), ha intervistato il Dr. Charles Osueke, il quale è «sovrintendente generale» delle «Assemblee di Dio» nella Nigeria, denominazione che conta 2,7 milioni di membri. [ Risultati di Reinhard Bonnke nella Nigeria] Secondo lui il ministero di Reinhard Bonnke in Nigeria non ha portato praticamente nessun risultato positivo per le chiese (tanto meno per la società), poiché la stragrande maggioranza di coloro, che frequentano le sue manifestazioni, non frequenta poi nessuna chiesa.

     Constatiamo ancora una volta che segni e miracoli, veri o presunti che siano, da soli non bastano a produrre persone rigenerate e sottomesse alla Parola di Dio. Persone veramente rigenerate e spirituali si mostrano nella loro trasformazione morale, in conformità della sacra Scrittura, e nel fatto che essi diventano strumenti di cambiamento etico nella società locale e nazionale, in cui sono inserite. Il primo passo di tale processo è l’inserimento dei credenti nelle locali comunità cristiane, in sottomissione a Dio e alla sua volontà, espressa nella sua Parola. Secondo Osueke, nella Nigeria «tutto è religioso, tuttavia spesso manca una vera esperienza spirituale di conversione». Tutto ciò crea una grande discrepanza con quanto fa e afferma Reinhard Bonnke. Se si fosse veramente convertita tutta quella gente, di cui lui dà i numeri, la Nigeria oggigiorno sarebbe del tutto diversa, sia nelle chiese, sia nella società. La realtà è però un’altra.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Guerino De Masi

2. Andrea Poggi

3. Angela Morana

4. Edoardo Piacentini

5. Nicola Martella

6. Pietro Calenzo

7. Edoardo Piacentini

8. Nicola Martella

9. Gianni Siena

10. Rino Montefusco

11.

12.

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Guerino De Masi}

 

Interessante la visione d’una persona come Charles Osueke, che vive sul posto. La sua analisi scevra da proclami sensazionalistici, vede oggettivamente la miseria spirituale che pervade la Nigeria del sud, ma direi tutto questo mondo che vive scartando Dio e la sua Parola.

     A fianco di questi sensazionali predicatori dello stampo del Bonnke, stanno nascendo molte iniziative, in Italia e in Europa che, pare, sono azioni «sicure» tese a dare «visibilità» al cristianesimo. Mi domando quanto segue.

     ■ Cosa mi garantisce che quello, che viene proposto, sia lo strumento giusto?

     ■ I nostri predecessori, pur non avendo i nostri «media» a loro disposizione, hanno predicato la Parola e con i risultati più che positivi e a noi palesi.

     ■ Perché si sta cercando di creare azioni che coinvolgono il numero più grande possibile di persone perché si aggreghino a queste nuove e «sicure» iniziative? Pare che esse siano il risultato d’ottime ricerche nel campo della comunicazione, effettuate da specialisti.

     ■ Perché non s’incoraggia di più le singole realtà evangeliche bibliche a muoversi sul loro territorio e nel loro ambito, con le forze e i doni che hanno? Ciò significa che lo Spirito Santo non dia più i carismi e le capacità necessarie per essere «testimoni viventi» del Signore Gesù?

 

Credo che dietro certe iniziative ci sono speculazioni che fanno leva sulla spettacolarità. L’Evangelo presentato allo stesso modo delle campagne elettorali o delle più avanzate tecniche pubblicitarie. Solo che la politica e la pubblicità sono, scusate il termine, per antonomasia menzogneri.

     Temo che l’apatia attuale del mondo evangelico (non generalizzando, grazie al Signore) stia soprattutto nella perdita della visione e della passione per le anime; e ciò dipende da fatto che si è perso di vista l’imminente ritorno del Signore. {11-03-2010}

 

 

2. {Andrea Poggi}

 

Nota redazionale: Il seguente contributo è fuori tema. Lo riporto soltanto per mostrare come si possa usare un'occasione per dire tutt'altro. Purtroppo tali tipi di contributi non solo non aggiungono nulla alla discussione in corso, ma fanno soltanto deviare il discorso. Trai credenti, quali siano le loro convinzioni, si necessita più onestà intellettuale e più rigore razionale.

 

Contributo: Pace del Signore, è interessante quando si parla di «risultati» e di «forza spirituale» valutando il lavoro dei vari servi di Dio e delle varie organizzazioni sparse per il mondo.

     A me sembra veramente molto chiaro che, oltre al miracolo più grande che avviene in una persona, ovvero la salvezza in Cristo, dobbiamo praticare quello che Gesù ci dice nell’Evangelo di Marco al capitolo 16,17-18 e cioè che i segni che accompagneranno coloro che hanno creduto, saranno appunto, scacciare demoni, parlare lingue nuove, prendere serpenti, non avere alcun male dal bere qualcosa di mortifero (su queste due affermazioni molto trascurate dalla chiesa criticatrice di questo secolo, invito a meditare profondamente), e infine imporre le mani sugli infermi affinché siano guariti. T’invito a considerare, oltre al tempo del caro fratello Wesley, anche il tempo del caro fratello Smith Wigglesworth, tanto per citarne uno, perché grazie a Dio ce ne sono altri, al contrario d’oggi.

     Dove Dio e con il quale servo, Dio, ha operato potenti miracoli, liberazioni e molte resurrezioni. Invece di criticare certi servi di Dio, i quali sono usati per portare molte persone alla salvezza, prega e intercedi per loro, affinché non devi rendere conto a Dio per averli messi in discussione. Io conosco un uomo di nome Gesù, il quale era anche il Signore delle folle e delle moltitudini e il Suo vero indice di forza spirituale era riscontrabile anche da tutti i miracoli che operava, al di la di quanti si convertivano o meno, l’amore di Dio va oltre quello che io e te possiamo pensare, razionalizzare e giudicare.

     Un caro abbraccio in Cristo, che Dio abbia pietà di noi. {11-03-2010}

 

Risposta: Andrea, shalom. Il tuo contributo, sebbene interessante, non è adatto al tema in questione, che è specifico e riguarda i risultati effettivi dell’opera pluridecennale di Reinhard Bonnke nella Nigeria. A parlare qui non sono io ma un credente nigeriano, Charles Osueke, presidente delle Assemblee di Dio. A stampare tale intervista non sono stato io, ma la redazione di «Charisma», una rivista pentecostale molto diffusa. Tale rivista vede da tempo con un certo distacco critico l’operato di Reihard Bonnke e di guaritori come lui.

     Quanto alla fine di Marco 16, si fa bene a non trarre dottrine da esso, poiché non c’è nei migliori manoscritti; vedi l’articolo «Marco 16,16-20. Poi vorrei ancora incontrare qualcuno che, basandosi su tale brano e senza spiritualizzazioni varie, sia disposto a fare tale esperimento pubblico, ossia a prendere in mano un vero serpente velenoso o a bere veleno vero. Non so se sei disponibile per un tentativo. Marco 16,16-20 è probabilmente una glossa postuma, da cui si fa bene non trarre dottrine così radicali.

     Per cui, se hai da dire qualcosa nel merito dell’articolo, e solo su quello, fallo. Ma tali contributi generici non sono adatti poiché ripetono cose già tante volte trite e ritrite sul sito in numerosi temi di discussione. {Nicola Martella}

 

Osservazioni: Purtroppo a nulla è servita la mia risposta. Andrea Poggi ha rincarato la dose sulla sua visione dottrinale tratta da Marco 16,16-20, usando il metodo dell'allegoria e, quindi, della spiritualizzazione arbitraria. Per evitare una lunga polemica ed essendo tutto ciò fuori tema, evito di riportarlo qui. {Nicola Martella}

 

 

3. {Angela Morana}

 

     ■ Gesù ci ha dato delle indicazioni ben precise, su chi è veramente suo discepolo. «Poi disse a tutti: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua”» (Luca 9,23). «Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Giovanni 13,35).

     ■ Gesù non ha detto che è suo discepolo chi farà più miracoli, anzi! «Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: “Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli! Perché ebbi fame e non mi deste da mangiare; ebbi sete e non mi deste da bere; fui straniero e non m’accoglieste; nudo e non mi vestiste; malato e in prigione, e non mi visitaste”» (Matteo 25,41-43). Gesù indicò di riconoscere le persone dai loro frutti. «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!”, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?”. Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!”» (Matteo 7,20-23).

 

Qui vediamo che per il Signore è molto importante l’amore che abbiamo per il prossimo che altro. Chiaramente tutto ciò può avvenire solo dopo che il Signore Dio fa la sua opera rigeneratrice in noi, riceviamo il suo amore e possiamo amare prima dio. «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza». Questo è il primo comandamento» (Marco 12,30).

     E poi, bisogna amare il prossimo, naturalmente...

     «Se l’Eterno non edifica la casa, invano vi s’affaticano gli edificatori; se l’Eterno non custodisce la città, invano vegliano le guardie» (Salmo 127,1). Gesù ci benedica! {11-03-2010}

 

Osservazioni: È buono citare versi biblici, ma si fa sempre bene a inserirli in un discorso più ampio e a mostrare a parole proprie come ciò abbia a che fare col tema corrente. In caso contrario si viene fraintesi. {Nicola Martella}

 

 

4. {Edoardo Piacentini}

 

Ho letto attentamente l’articolo sul ministero di Bonnke e sugli effetti che esso avrebbe per la società nigeriana. A me è sembrato che gli argomenti trattati da Osueke siano «un fuoco di paglia», perché non si può addossare a un evangelista la responsabilità che invece ha la comunità locale, ossia d’accogliere i neo-convertiti e d’ammaestrarli nella verità. La Scrittura è chiara quando parla di diversità di ministeri e l’evangelista è colui che presenta agli inconvertiti il messaggio della salvezza per grazia mediante la fede nel sacrificio espiatorio di Gesù, mentre l’insegnamento ai convertiti, l’esortazione e la cura spirituale degli stessi spetta alla comunità locale attraverso gli anziani preposti a tale compito. Ci fossero in Italia evangelisti come Bonnke, le nostre comunità sarebbero piene di credenti e ci sarebbe meno tempo da perdere a fare i pettegoli e a criticare coloro che sono stati chiamati da Dio a un potente ministero, mentre saremmo tutti impegnati a curare le anime, per farle crescere e maturare spiritualmente.

     In Nigeria c’è molto entusiasmo religioso ma i pastori locali sono poco istruiti nella Parola, io l’ho constatato qui a Castel Volturno (CE), dove operano molti pastori nigeriani pieni di zelo, ma poco conoscitori delle Scritture. Invece di criticare, preghiamo il Signore che spinga in Nigeria insegnanti cristiani, che aprano scuole bibliche per la formazione e lo sviluppo di ministeri locali, e vedremo oltre alla crescita numerica, grazie ai ministeri potenti di questi evangelisti d’Oltralpe, anche la crescita spirituale dei credenti nigeriani, perché tutte le dottrine angeliche e animiste che circolano nelle comunità locali sarebbero messe al bando e i credenti sarebbero istruiti a servire il Signore con fedeltà e impegno, testimoniando con la loro vita a tutta la nazione la trasformazione, che la grazia di Dio produce nei cuori dei riscattati. Dio ti benedica. {11-03-2010}

 

 

5. {Nicola Martella}

 

Faccio presente che Reihard Bonnke è presente da decenni in Nigeria e lavora da sempre abbastanza in autonomia rispetto alle chiese, invece di porsi al loro servizio. Le persone che vanno ai suoi incontri e affermano di esseri convertite (e lo fanno ogni volta!), poi disertano le chiese. È difficile accogliere i neo-convertiti e ammaestrarli nella verità, se questi non vanno affatto nelle comunità locali. In genere rimangono animisti cristianizzati che accorrono agli incontri di Bonnke nella speranza di ricever qualcosa di particolare da colui, che essi considerano un «santone».

     Certo che ci sono carismi differenti. Un evangelista deve però lavorare al servizio delle chiese. Bonnke e altri come lui, oltre a essere battitori liberi con le loro organizzazioni, pretendono in genere il contrario, ossia che le chiese locali siano al suo servizio, e spesso per «mungerle» finanziariamente per i loro propri programmi, se non addirittura per il proprio tornaconto economico (cfr. Benny Hinn).

     Osueke, che è il «sovrintendente generale» delle «Assemblee di Dio» nella Nigeria, non è certo uno sprovveduto. Egli afferma che tale azione pluridecennale di Reinhard bonnke in Nigeria non ha portato risultati significativi per le chiese, proprio perché lui lavora come un «cane sciolto»e quanto lui fa, non riempie per nulla le chiese di tutti quella gente che afferma di essersi convertita. Quindi, sarebbe poco desiderabile che ci fossero «in Italia evangelisti come Bonnke». Sembra che questo lettore non abbia proprio colto il cuore del problema.

     Di «pastori locali… poco istruiti nella Parola» ce ne sono anche fra le chiese italiane. La mia esperienza mi mostra che chiamarsi «pastori» in ambienti pentecostali, è cosa facile; c’è chi si raduna con quattro persone di numero e al telefono mi dice d’essere il «pastore» della locale comunità, poi basta ascoltarlo per rendersi conto della sua ignoranza biblica. Non so se si possa dire tutto ciò anche del Dr. Charles Osueke, visto il titolo che porta e visto che è a capo di una grande denominazione pentecostale. Inoltre, non so se dovremmo dare più credito a chi si esprime qui in Italia su cose che succedono in Africa e non a chi, come lui, in Nigeria ci vive da sempre.

     I rimedi suggeriti sono apprezzabili. Essi però non possono distrarre dalla tesi di Osueke: la «potente» presenza pluridecennale di Bonnke in Nigeria non ha portato un vantaggio significativo per le chiese e per la società. Per serietà e correttezza si fa bene a non banalizzare tale attenta analisi, né si può considerare questo suo fare un gratuito «criticare», visto che è a capo di una denominazione che conta 2,7 milioni di membri.

 

 

6. {Pietro Calenzo}

 

Il grosso problema che sorge analizzando il «ministero» di R. Bonnke, ha origine dalla sponsorizzazione che si fa del suo operato con DVD e varie pubblicazioni; ciò non è tanto legato alla sua persona quanto al suo modus operandi. Prima d’indicizzare coloro, che vogliono capire se e come avvengono questi miracoli preannunciati a priori (ciò accade in ogni tour dell’evangelista tedesco), in contraddizione palese ed evidente con la piena e insondabile sovranità di Dio, che non opera a comando.

     Chi cerca di penetrare più a fondo la casistica d’un predicatore, è tacciato di non credere ai miracoli che Dio può compiere o meno, secondo la sua santa volontà. Pertanto rispetto massimo al presidente delle Assemblee di Dio della Nigeria, che ha dichiarato in modo oggettivo dei fatti constatabili da tutti.

     Posso affermare che nell’Africa del Sud, dopo una megacampagna di Bonnke, migliaia d’anime si fecero avanti per dichiarare d’aver accettato Gesù come Signore; ma qualche settimana dopo, non rimasero che poche conversioni reali, e il tasso di criminalità e d’altri eventi delittuosi, in quella regione s’alzò e in modo molto considerevole.

     Non si nega che tramite i megaraduni si possano convertire delle anime a Cristo, ma a mio parere, prima di esprimere giudizi verso chi nutre perplessità nella veridicità dei risultati effettivi di un’organizzazione come quella di Reinhard Bonnke (l’auto-recensione, se mi si consente, non è mai un buon biglietto da visita, nella vigna del Signore), consiglio ai fratelli quanto segue: documentatevi sulla chiamata al ministero del giovane Reinhard e sui primi anni della sua conversione; valutate altresì il fallimento della profezia, di qualche anno addietro, sulle tantissime ambulanze in fila.

     Voglio ricordare che anni addietro sono stato guarito dal Signore mediante l’applicazione di Giacomo 5,12. Ergo, anche noi crediamo nella potenza di Dio. E ciò non ci esime dal vagliare chi, come Reinhard Boonke, ha proclamato una profezia fallace nel nome del Signore; e questo, se mi consentite, non è una fatto di poca rilevanza... secondo le Scritture.

{12-03-2010}

 

 

7. {Edoardo Piacentini}

 

Caro Nicola, ho letto la tua risposta e sotto un certo aspetto la pensiamo alla stessa maniera, per quanto riguarda alcuni aspetti relativi al ministero dell’evangelista. Se ho avuto l’impressione che Osueke stesse criticando gratuitamente un ministero — che tanti affermano essere potentemente usato da Dio per la conversione di migliaia d’anime — è perché ritengo che coloro che accettano Gesù come personale Salvatore, desiderano inserirsi nelle comunità locali per crescere e maturare spiritualmente. Se, poi, Bonnke insegna a costoro di non frequentare nessuna comunità, questo è un particolare che non conosco e a me sembra strano, se non assurdo, che un evangelista si comporti in siffatto modo. Comunque, se è così, ha ragione Osueke a rivolgere critiche a questo ministero.

     L’importante è non essere prevenuti, come lo sei tu. Infatti, è vero che anche in Italia ci sono pastori pentecostali che attribuiscono all’esperienza più importanza che alla conoscenza delle Scritture, mentre dovrebbero fare il contrario, ma c’è anche tanta ignoranza tra gli anziani delle Chiese dei Fratelli, che tu frequenti. E potrei fare tantissimi nomi e cognomi, e tu li conosci benissimo, ma non mi permetto nemmeno d’evidenziarlo, salvo in questa occasione; infatti ho imparato da Signore ad amare e rispettare tutti i credenti in Cristo. Dio ti benedica. {13-03-2010}

 

 

8. {Nicola Martella}

 

Hai ragione, Edoardo, l’ignoranza non ha colore né denominazione. Bisogna sempre distinguere. E non sarò io a prendere le difese di coloro che praticano la «santa ignoranza» fra le Assemblee. Per me la medicina si chiama «esegesi contestuale» ed essa vale per tutti.

     Inoltre i «battitori liberi» e i «cani sciolti» sono pericolosi, indipendentemente dalla denominazione d’appartenenza; non sottomessi a nessuno, diventano presto «unti, santoni e guru». Allora non servono le chiese, ma se ne servono per i loro scopi, spesso finanziari.

     Non ho detto che Bonnke insegni a non frequentare chiese, ma i suoi programmi sono in genere indipendenti da esse. Persone come lui fanno i propri programmi, spesso indipendentemente dalle chiese esistenti in zona, e poi invitano le chiese a partecipare (e finanziare) le loro imprese. Molte chiese sentono delle cose solo a giochi fatti, ossia quando la campagna sta per iniziare. È chiaro che alla fine molte chiese si stancano di personaggi del genere.

     Poi, come ha detto Osueke, di benefici reali di tali conversioni a mano alzata nelle chiese se ne vedono pochi. Quando le campagne evangelistiche sono fatte da evangelisti, non sottomessi alle chiese e che le bypassano nell’organizzazione e nello svolgimento, quelli che si «convertono» (spesso e ogni volta) non hanno nessun collegamento con le chiese locali, le loro radici rimangono fuori dell’humus ecclesiale. Essi sono legati all’evangelista, in cui vedono un «santone». Delle guide locali non hanno molta stima, poiché non li ritengono abbastanza paragonabili a tale loro «potente uomo di Dio». La vita normale d’un credente è però nella serra della comunità locale, non dietro a quello che considerano un «unto», un «santone», un «guru», che sporadicamente viene in zona e raccoglie le folle.

 

 

9. {Gianni Siena}

 

A uno che, come Bonnke, predica il Vangelo con «segni e miracoli» d’accompagnamento, si chiede dirittura morale e integrità spirituale, oltre a un profondo senso di responsabilità. Non è la prima volta che fa danni in Africa, come quando sfidò i musulmani ad attuare la jihad; allora furono i credenti delle Assemblee di Dio a pagare il conto delle temeraria «predicazione di fuoco» del «ministruccio» in questione: donne e bambini uccisi, case e chiese bruciate... Tutto questo evidentemente non insegna niente a «Bruder Reinhard». Saluti. {16 marzo 2010}

 

 

10. {Rino Montefusco}

 

Contributo: Caro fratello Nicola, mi dispiace tanto che, dopo avendo letto alcuni dei tuoi scritti sul tuo sito, ho potuto notare che in maniera indiretta parli male sul resoconto del lavoro svolto dall’evangelista Reinhard Bonnke per mezzo di quanto detto dal fratello Charles Osueke. Non aggiungo altro. Pace. {18 marzo 2010}

 

Risposta: Vedo che Rino ha una concezione singolare e personale di ciò che voglia dire «parlar male» di qualcuno. Di là dagli articoli scritti da altri, sempre ben documentati, io cito sempre le fonti che affermano le cose. «Parlar male» è altra cosa. Se non si tiene presente questo principio, non potremo scrivere più su niente e nessuno. Inoltre, per quasi ogni articolo è aperto un tema di discussione, a cui partecipano vari cristiani di diversa collocazione denominazionale; se si nota, ci sono diversi credenti pentecostali che si esprimono e che evidenziano opinioni diverse fra loro. Anche il pensiero di Rino viene messo qui; se ha da dire qualcosa nel merito (non solo proclami generici), è anch'egli il benvenuto. {Nicola Martella}

 

 

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► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-R-Bonnke_risult_Nigeria_Mds.htm

12-03-2010; Aggiornamento: 19-03-2010

 

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