Come ho avuto modo
di ribadire tante di quelle volte, sia il massimalismo, sia il liberalismo
dottrinale e morale sono due male bestie, da cui guardarsi. Sul mio sito
tratto di ambedue. Ricordo pure qui, ancora una volta, un mio motto: «Chi
ha paura di cadere da una parte del cavallo, rischia di cadere dall’altra».
Oggigiorno più che mai, nella navigazione dottrinale, bisogna tenere la barra
dritta sulla Parola di Dio, distinguendo con un’esegesi contestuale ciò, che
essa comanda veramente e chiaramente a noi, gente del nuovo patto, e ciò che è
solo convenzione religiosa, culturale, morale e sociale.
Il
liberalismo sbaglia a mettere fuori uso i chiari comandamenti di Dio
mediante una sofisticata dialettica. Il massimalismo sbaglia, quando
biblicizza le proprie convenzioni e tradizioni, usando allegorie e speculazioni
spiritualistiche. Il liberalismo rende piccolo ciò, che per Dio è grande.
Il massimalismo rende grande ciò, che per Dio è piccolo. Abbiamo bisogno
di realismo biblico e di realizzatori della volontà chiara ed evidente di
Dio.
Qui di seguito discutiamo l’articolo «Attenzione
al pericolo massimalista!».
Qui ci concentriamo specialmente su quest’ultimo fenomeno, che si trova in ogni
denominazione.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster
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Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli
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I contributi sul tema
▲
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1. {Michele
Savino}
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■ Contributo:
Condivido, caro fratello... provenendo io stesso dalla Chiesa dei Fratelli,
so quando sono legalisti su certe cose (degli altri, però) e poco attenti su
altre (le loro). {04-11-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Se Michele Savino ha letto l’intero articolo, avrà notato che
il massimalismo, al pari del liberalismo, è un fenomeno che si trova in ogni
denominazione
e movimento. Lo stesso apostolo Paolo era stato uno di loro e sapeva che
cosa significasse «confidarsi nella carne», spiritualizzandola (Fil
3,4ss). Questo suo passato lo rese capace, dopo il suo cambiamento, di «sentire»
in modo istintivo, quando si trovava dinanzi a tale categoria di massimalisti,
infiltrati per lievitare la massa col loro legalismo (Gal 2,4s).
2. {Andrea
Belli}
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■ Contributo: Ho
letto il tuo articolo e ho capito a chi fai riferimento. Tuttavia il mio
consiglio è quello di
chiarire privatamente tramite telefonata o lettera con il fratello in
questione e non divulgare la notizia in modo «internettiano», anche perché
dubito che il fratello in questione sappia che si parla di lui. Solo un
consiglio ovviamente! {04-11-2010}
▬ Osservazioni
(Salvatore Paone): Tengo a precisare,conoscendo il fratello Nicola non ha messo
questo arti-colo per ridicolizzare fratelli in questione né tanto meno per
ridicolizzare un movimento questo è certo! Ma il suo scopo è quello di farci
comprendere e sopratutto sfruttare le nostre capacità intellettive, per trarre
un pensiero più autentico, più leale, forse anche più concreto riguardante il
«pericolo massimalista». Credo anche che il fratello Nicola, prima d’interagire
e introdurre terzi, chiede per onestà intellettuale, se rendere pubblico tale
articolo. Inoltre, penso che se così non fosse, il fratello Nicola si renderebbe
vulnerabile e contenzioso, ma ti assicuro che non è affatto così.
{04-11-2010}
▬ Replica
(Andrea Belli): Visto che l’articolo lancia comunque un’accusa verso un
fratello, definendolo «massimalista, darbysta e legalista», il mio suggerimento
verteva solo nel fatto di chiarirsi con questo fratello in via privata. Tutto
qui.
{04-11-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): È evidente che ognuno cerca di identificare qualcuno di sua
conoscenza. In questo articolo, però, a noi interessa il fenomeno in sé,
non tanto le persone, né tanto meno un singolo individuo. In caso contrario,
avrei fatto un nutrito elenco dei massimalisti di mia conoscenza.
Tale categoria
non è certo limitato alle Assemblee dei Fratelli, sebbene abbia in essa una sua
rappresentanza. Per il ricorrente tema «pubblico e privato nella chiesa»,
rimando a un articolo specifico: « Piano
personale e istituzionale dei conduttori:
Disciplina e abuso di potere nella chiesa».
Inoltre, penso che sia più saggio di lasciar stare il «contorno» (contingenza) e
di dedicarsi alla «pietanza» (il merito del problema). Ne guadagneremo tutti,
compresa la verità.
3. {Sandro
Bertone}
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■
Contributo: Sono di ritorno dal Convegno Anziani delle Chiese dei
Fratelli e penso di aver incontrato Paride Ginextra
e un paio di suoi parenti. {04-11-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): Che Sandro abbia incontrato un nome di fantasia con
addirittura i suoi parenti, è sorprendente! Non so che cosa avrebbe scritto nel
caso lo avessi chiamato «Maximal Darby» o di «Pharis McScriby»!
In questo confronto a noi interessa descrivere il fenomeno del fariseismo,
aggiornato al massimalismo dottrinale contemporaneo, così come è stato concepito
dai pronipoti di Darby. Il massimalismo, al pari del liberalismo, è un lievito
che si trova in tutte le denominazioni. Parliamo quindi di questo!
▬ Replica
(Sandro Bertone): Ha ragione, come sempre, Nicola. Ma cosa dire, quando leggendo
di «fenomeni», ti trovi a poterne identificare di viventi e recenti?
Posso dire che tutto quello che ha scritto, lo si può effettivamente trovare e
sperimentare (meglio di no!) tra i Fratelli. Persone in carne e ossa ce non
sono; le loro sono teorie astratte, ma che di queste fanno un motivo di vita,
s’impegnano a studiare e si affaticano nel divulgare attraverso libri e contatti
trasversali. Così facendo,
disconoscono ogni regola di buona creanza e a mo’ di rullo compressore
cercano di schiacciare, se non scacciare, chi si oppone. {04-11-2010}
4. {Guerino De
Masi}
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Caro Nicola, ho
letto con attenzione e interesse il tuo articolo e ne condivido appieno il
contenuto. La preoccupazione di chi è già intervenuto, consigliando una
trattazione personale, pur essendo legittima, deve tener conto che il tema è
comunque trattato come «vero problema delle Assemblee» e, negarlo, non
giova a nessuno e a niente.
Mi sono particolarmente piaciute le tue seguenti frasi: «Predicano alle anime
libertà, nel caso che si convertano, ma poi subito dopo mettono i neofiti sotto
gioghi e pesi di precetti massimalisti. Chi capita nelle loro mani, diventa
un loro clone. Non a caso, in tali chiese lievitate dal darbysmo vi è un alto
indice di “nevrosi ecclesiogena”, ossia di disturbi della psiche generati
da tale sistema religioso massimalista e oppressivo».
Di fatto, secondo il mio modestissimo parere, stravolgono il concetto di
«grazia» per annunciare (forse inconsapevolmente ?) un altro vangelo!
La paura di «contaminazione», non fa altro che evidenziare il pensiero
«settario», che non è altro che opera della carne (Galati 5,20).
Mi sembrano adatte le parole di Paolo che trattando questo genere d’imposizioni
da parte di questi «massimalisti». Hanno parvenza di spiritualità e di pietà...
ma servono solo a soddisfare la carne. La loro carne! «Quelle cose hanno, è
vero, una parvenza di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario,
di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore;
servono solo a soddisfare la carne» (Colossesi 2,23).
Con tutta la mia stima e comunione fraterna, anche per queste questioni, ti
saluto caramente in Gesù, che ci ha liberati dall’ira a venire (1 Tessalonicesi
1,10). {04-11-2010}
5. {Massimo
Ricossa}
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■ Contributo: Cari
fratelli (sopra scriventi), pur condividendo quello che la Bibbia dice sui
fratelli «settari» — e devo condividerlo, perché lo dice la Parola di Dio —
quello, che non posso condividere, è il tono da crociata
«anti-darbysta», che usate! In questo modo credo vi stiate mettendo sullo stesso
scanno di giudici «intransigenti»! Dalla mia, seppur limitata esperienza, ho
potuto constatare nelle chiese tanto i danni causati dai «fratelli
massimalisti» quanto quelli causati dai «fratelli liberali». E vi
assicuro che i danni di questi ultimi non sono meno distruttivi! I metodi usati,
poi, da questi fratelli per «guadagnare alla causa» altre persone, sono spesso
ancora più subdoli dei primi. Cari fratelli, quello che i veri credenti devo
fare, oggi più che mai, è di «vegliare», perché troppi nelle chiese
vogliono farci prede delle loro filosofie. Atteniamoci alla Parola e
vagliamo alla sua luce quello, che ci viene insegnato anche dal più in vista dei
fratelli. {04-11-2010}
▬ Risposta
(Nicola Martella): La
comunicazione è una cosa difficile, poiché ognuno coglie soltanto ciò che
rispecchia certe situazioni e persone particolari, che lo coinvolgono più o meno
direttamente. È evidente che Massimo Ricossa non ha colto il fatto che nei miei
articoli io metto in guardia sia contro il massimalismo, sia contro il
liberalismo teologico e morale. Egli non conosceva ancora l’inizio di
questo tema di discussione né le mie risposte date agli altri lettori. Perciò
l’ho messo a conoscenza proprio di ciò. Dopo ciò, mi ha risposto: «OK,
così mi garba!».
6. {Abele Longo}
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■
Contributo: Desidero dare il mio contributo e rivolgermi a tutti quei
fratelli, che hanno consigliato a Nicola la discrezione nei confronti dei
fratelli massimalisti. La Scrittura insegna con estrema chiarezza che i
massimalisti, ovvero i faziosi-settari, come descritti nell’ottimo articolo di
Nicola, vanno ammoniti un paio di volte, dopo di che si procede a
evitarli.
Cari fratelli miei in Cristo, se tali fratelli massimalisti stanno riuscendo nel
loro intento di «purificare» la chiesa del Signore, è anche grazie a questo
spirito discrezionale, che aleggia nella fratellanza e che io definirei
invece omertoso! Queste persone andrebbero piuttosto segnalate con
tanto di vero nome e cognome, così che non gli si permetta più di fare
tanto male alle Assemblee! Dico questo per mia esperienza personale.
Giustamente Nicola scrive: «Se lo conosci lo eviti». E allora facciamolo davvero
conoscere il pericolo massimalista e le persone che si costituiscono veicolo
di simili deviazioni dal pensiero di Dio! {05-11-2010}
▬ Osservazioni (Andrea Belli): Solo per precisazione: io
non difendo i legalisti, né li approvo. Anche io sono concorde che l’uomo
«settario» vada evitato, dopo che è stato fatto notare a lui lo sbaglio,
che sta commettendo. {05-11-2010}
▬ Replica (Abele Longo): Credo che far notare al fratello
massimalista il suo errore, è il primo dei passi da compiere. Ma se si appura la
recidività del suo comportamento, è necessario passare al secondo passo:
segnalarne la pericolosità agli anziani, se non ne sono a conoscenza, i
quali dovrebbero provvedere a informare il gregge, che sono chiamati a
pascere e difendere. {05-11-2010}
7. {Salvatore
Paone}
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Credo che un grande
«limite», che i «massimalisti» hanno, sia quello d’impedire qualsiasi
crescita spirituale all’interno di ogni chiesa locale.
Sono anche convinto che ancora oggi ce ne siano molti; e lo vediamo anche
nell’articolo del ft. Nicola, il quale racconta di questo membro di chiesa, a
cui fu suggerito di non frequentare più la propria chiesa locale, appunto
per motivi di «legalismo». Io non sono d’accordo che un membro della comunità
debba arrivare a non frequentare o, per meglio dire, che gli venga consigliato
da terzi di non frequentare per tali motivi.
Inoltre, al contrario, credo che ogni membro ha voce in capitolo e può in
qualche modo spiegare che tale «massimalismo» vada denunciato alla luce
della Parola di Dio, proprio come fece Paolo ai Galati.
Ci sarebbe da dire ancora tanto al riguardo; io in primis ho vissuto tale
esperienza, ma grazie Dio quella «macchia d’olio» non si è sparsa più di tanto,
anzi è stata rimossa.
Inoltre vorrei precisare che non essere «massimalisti» o «legalisti», non
significa non tagliare rettamente la Parola di Dio, come taluni legalisti
affermano, definendoci «liberali». Sappiamo che in Cristo abbiamo ottenuto
certamente libertà, ma sappiamo anche che di questa libertà non ne
vogliamo fare un’occasione di caduta, anzi vogliamo onorare il Signore e lodarlo
in Spirito e verità. {05-11-2010}
8. {Silvano
Creaco}
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■ Contributo:
1. Dapprima intervengo sulla questione «fare i nomi o non fare i
nomi». Prendo spunto da ciò, che successe in Galazia, dopo la partenza di
Paolo. Un individuo ragguardevole, venuto non si sa se da Gerusalemme o
d’altrove, si mise ad attaccare non solo l’insegnamento ma anche
l’apostolato e perfino il carattere morale di Paolo, giungendo a guadagnarsi la
fiducia e l’affetto dei Galati. Riuscì a insinuare la sfiducia verso il
suo apostolo, rappresentandolo come un nuovo arrivato, altero e
ambizioso, che non si vergognava di ribellarsi ai suoi maestri, cioè ai veri
apostoli di Gesù, e di contestare al popolo giudeo il diritto di preeminenza che
l’AT gli assicurava e che Gesù stesso gli aveva riconosciuto. Un tale
insegnamento era bastato per scuotere seriamente gli spiriti e già si cominciava
a celebrare le feste giudaiche. E molti stavano per farsi circoncidere.
Paolo probabilmente, a mio parere, sicuramente conosceva chi era questo tizio,
ma a differenza di altre occasioni che non so qui per il momento a citare,
non menzionò mai il suo nome; ma il suo scopo era principalmente quello di
mettere in luce ciò che lui predicava, i pericoli a cui i Galati andavano
incontro. Cito un solo versetto per brevità: «Questa persuasione non viene da
colui che vi chiama» (Galati 5,8). Paolo insistette che «le nuove e più
profonde rivelazioni», introdotte dai Giudei, semplicemente
non provenivano da Dio.
2. Detto
questo, rispondo a Abele. Io credo che non sia questione di «omertà»,
termine fra l’altro riferito a situazioni e ambienti non cristiani. Bisogna far
sì che la questione non sia rivolta verso chi predica il legalismo con
tutte le sue componenti, compreso lo spirito «purificatore darbysta»,
alimentando discussioni senza fine; ma bisogna concentrare il tutto sugli
errori e gli inganni, che si celano dietro questo tipo d’insegnamento.
Questa mia ultima considerazione riguarda la discussione affrontata in maniera
virtuale, come noi facciamo; ma sono d’accordo con te che colui o coloro, che
predicano le cose sottolineate da Nicola, vanno
messi allo scoperto e «affrontati» senza paura di calpestare i papi
(scusatemi la forzatura). E ciò deve avvenire sopratutto per la sua o loro
mancanza di rispetto per l’autonomia di ogni assemblea locale in tema di
dottrina e di conduzione. A ciò si aggiunga il modo, in cui viene calpestata
la comunione fraterna, per la sua o la loro «presunzione di voler imporre le
loro idee, facendole passare per sante, giuste e sopratutto bibliche.
{05-11-2010}
▬ Osservazioni
(Nicola Martella): Sebbene concorda con le analisi di Silvano Creaco, faccio
notare soltanto che nella lettera dei Galati Paolo parlava non di un singolo
individuo, ma di un vero e proprio raggruppamento con un’ideologia, un
programma e una strategia specifici. È probabilmente per questo che non fece
nomi particolari, trattandosi di una specie di movimento giudeo-cristiano, ma
chiamò tali legalisti così: «alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire
l’Evangelo di Cristo» (Gal 1,7), «falsi fratelli, introdottisi di
nascosto» (Gal 2,4), «certuni provenienti da Giacomo… quelli della
circoncisione» (v. 12), «quelli che vi mettono sottosopra» (Gal
5,12), eccetera.
Quanto ai nomi da
fare, ciò non spetta al gestore del sito «Fede controcorrente», che ha
denunciato un fenomeno; egli fa i nomi solo laddove c’è una fonte pubblica
(scritto, filmato). Questo è affare dei conduttori di chiesa, che si
trovano ad affrontare nella pratica le specifiche e dolorose situazioni,
descritte da Silvano Creaco.
9. {Gianni
Siena}
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Il massimalismo
nasce da una lettura semplice e «ultra-letterale» della Scrittura, senza
domande del tipo: «Perché...?».
Un esempio è offerto dall’atteggiamento di alcuni farisei, quando vanno da Gesù
e gli chiedono: «È legale mandare via la propria moglie?»
[Mt 19,3]. Gesù li rimanda al passo dov’è scritto di «darle un documento di
ripudio» [v. 7; in effetti furono i Farisei a chiedere nel merito; in Mc
10,3s fu Gesù a chiederlo loro; N.d.R.]. Gesù ha davanti persone dalla
mentalità negativamente fondamentalista, per le quali la Parola di Dio è
tutto un «comandamento»; ancora oggi la divisione della Torah in proposizioni
positive e negative è alla base della religiosità giudaica. Questo modo di
osservare la Parola di Dio, non è fondamentalmente sbagliato, ma va
completato con domande e osservazioni del tipo: «Perché Mosè permise di
mandare via la propria moglie?» [cfr. Mt 19,7]. Risposta: «Per la durezza del
cuore degli uomini» [cfr. 8]. «Dio ha creato l’uomo maschio e femmina da una
stessa natura fisica e psicologica; ciò che Dio ha fatto, non dev’essere
disfatto dall’uomo» [cfr. vv. 4ss]. Questa considerazione non abolisce il
divorzio, essendo stato Dio stesso a concederlo, ma il Signore s’aspetta che i
suoi fedeli agiscano secondo la sua volontà: il divorzio è l’ultima ratio
per due credenti, che hanno sbagliato dall’inizio del loro percorso in due. La
normalità del matrimonio è amore e fedeltà reciproci; poi ci sono le dolorose
eccezioni, per le quali si ha in serbo l’istituto legale del ripudio. Questo
esempio illustra come occorra meditare a fondo la Parola di Dio, per non cadere
nella trappola del massimalismo e dell’integralismo.
Molti anni fa, ero convertito da poco meno di un anno, vidi una sorella che
sfoggiava un ornamento d’oro con la forma del suo segno zodiacale, cosa
proibita dalla Scrittura. Subito la redarguii per questa disubbidienza; la
poveretta, ne sono certo, se ne ricorda ancora!
Negli anni il Signore m’ha liberato dalla paura di ascoltare l’oroscopo:
non ho mai cercato queste cose, ma ne avevo timore, essendo diaboliche. Mi
capita, talvolta, di sentire i «consigli» dell’astrologo di turno, mentre vedo
la Tv; ciò non mi fa nessun effetto: sono vuote chiacchiere da ciarlatano ben
pagato.
Con amore e rispetto, i credenti possono essere istruiti senza diventare dei
«legalisti». Quando ero più giovane, una volta, dei credenti avevano
stigmatizzato la «eccessiva» libertà dei giovani
nello stare insieme. Il pastore, dopo aver ascoltato le loro «lagnanze», chiese
se avevano accuse precise da portare. Nessuno rispose ed egli, conoscendoli,
disse loro: «Io mi fido dei giovani della nostra chiesa!». Alcuni di noi
erano già sposati, nel nostro riunirci anche nelle case vegliavamo (= senza
ansia) sugli altri e, senza nessuna «sorveglianza», tutto filava liscio...
almeno nelle riunioni. Nessuno è perfetto e qualche errore qualcuno lo commise,
ma la maggioranza di quella ex-gioventù è sposata con credenti e continua a
servire il Signore.
Ha senso l’integralismo fanatico e bigotto, quando l’amore (divino e umano)
produce frutti di gran lunga migliori? Saluti e benedizioni...
{06-11-2010}
▬ Osservazioni
(Nicola Martella): Spero soltanto che l'esempio controverso, in cui il divorzio
fu affrontato da da Gesù nei specifici confronti dei Farisei, non faccia deviare
il discorso. Il tema è qui il massimalismo, non il ripudio e le eventuali
seconde nozze; perciò contributi su quest'ultimo argomento non verranno presi in
considerazione qui, ma saranno oggetto di un tema specifico.
10.
{Eleonora Parisi}
▲
Non sono una
studiosa di Bibbia e sicuramente non posso parlare in maniera teologica, ma
parlo per esperienza. Certo essere liberali non è buono, perché c’è il
rischio di prendere qualsiasi dottrina senza analizzarla; ma essere
massimalista è altrettanto devastante. Ho visto persone cadere in
depressione per ciò; infatti, se non hai un briciolo di conoscenza biblica e
un po’ la pelle dura e incontri queste persone per strada, ti rovinano.
Ho incontrato nel mio cammino delle persone che mi annunciavano disgrazie e
rovine e, siccome a quei tempi ero ancora senza esperienza in proposito, il
risultato è stato devastante. La notte non dormivo... finché, però, Dio mi
ha fortificata; e oggi non permetto a nessuno di dirmi cose del genere. Credo
che alla base ci sia anche una forma di voler dominare gli altri, una
pazzia (scusate il termine) religiosa, che vuole creare adepti. Oggi comprendo
perché vi stanno molte depressioni ecclesiogene. Io credo fermamente che
Dio è un Dio di equilibrio; ogni estremo può essere nocivo. Purtroppo,
all’interno di chiese vi stanno molti fanatici religiosi, che ancora oggi
predicano la «circoncisione» (legge, propri meriti). Tuttavia, i veri credenti,
come disse Paolo, predicano la Croce (io non posso nulla, lui può tutto); ma
essa è pazzia per coloro che vivono ancora sotto la legge. Pace a tutti.
{06-11-2010}
11. {Margherita
Betti}
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Sono d’accordo con Eleonora, credo che l’amore
di Dio per noi e la dignità, alla quale ci ha elevati, ci diano la
responsabilità di vagliare ogni cosa e trattenere quello che è giusto.
Sapendo bene che solo chi non lavora non sbaglia, dobbiamo assumerci la
responsabilità e il rischio di una ricerca seria, provata sempre coi
fatti e con il senso forte del limite, sicuri che c’è un Padre che accoglie, mio
fratello e me, sempre.
{06-11-2010}
►
Attenzione al pericolo massimalista! Parliamone 2
{Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Pericolo_massimalista_EdF.htm
05-11-2010; Aggiornamento: 07-11-2010
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