Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Tutto ciò che serve per istruire il neofita nella sana dottrina e in una sana morale cristiana, per così orientarsi nell'insegnamento biblico di base, nella devozione e nel discernimento spirituale riguardo alle questioni che attengono alla fede biblica e al saggio comportamento nel mondo. È «vademecum» per chiunque voglia trasmettere la fede biblica.

   Ecco le singole parti principali:
01. La via che porta a Dio;
02. Le basi della fede
03. La Sacra Scrittura
04. Dio
05. Creazione e caduta dell’uomo
06. Gesù Cristo
07. Lo Spirito Santo
08. La salvezza dell’uomo
09. Il cammino di fede
10. La chiesa biblica
11. Ordinamenti e radunamenti
12. L’opera della chiesa
13. Il diavolo
14. Le cose future
15. Aspetti dell’etica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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ATTENZIONE AL PERICOLO MASSIMALISTA!

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Come ho avuto modo di ribadire tante di quelle volte, sia il massimalismo, sia il liberalismo dottrinale e morale sono due male bestie, da cui guardarsi. Sul mio sito tratto di ambedue. Ricordo pure qui, ancora una volta, un mio motto: «Chi ha paura di cadere da una parte del cavallo, rischia di cadere dall’altra». Oggigiorno più che mai, nella navigazione dottrinale, bisogna tenere la barra dritta sulla Parola di Dio, distinguendo con un’esegesi contestuale ciò, che essa comanda veramente e chiaramente a noi, gente del nuovo patto, e ciò che è solo convenzione religiosa, culturale, morale e sociale.

     Il liberalismo sbaglia a mettere fuori uso i chiari comandamenti di Dio mediante una sofisticata dialettica. Il massimalismo sbaglia, quando biblicizza le proprie convenzioni e tradizioni, usando allegorie e speculazioni spiritualistiche. Il liberalismo rende piccolo ciò, che per Dio è grande. Il massimalismo rende grande ciò, che per Dio è piccolo. Abbiamo bisogno di realismo biblico e di realizzatori della volontà chiara ed evidente di Dio.

    Qui di seguito discutiamo l’articolo «Attenzione al pericolo massimalista!». Qui ci concentriamo specialmente su quest’ultimo fenomeno, che si trova in ogni denominazione.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

Partecipate alla discussione inviando i vostri contributi al Webmaster (E-mail)

Attenzione! Non si accettano contributi anonimi o con nickname, ma solo quelli firmati con nome e cognome! In casi particolari e delicati il gestore del sito può dare uno pseudonimo, se richiesto.

I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Michele Savino

2. Andrea Belli

3. Sandro Bertone

4. Guerino De Masi

5. Massimo Ricossa

6. Abele Longo

7. Salvatore Paone

8. Silvano Creaco

9. Gianni Siena

10. Eleonora Parisi

11. Margherita Betti

Seconda parte

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Michele Savino}

 

Contributo: Condivido, caro fratello... provenendo io stesso dalla Chiesa dei Fratelli, so quando sono legalisti su certe cose (degli altri, però) e poco attenti su altre (le loro). {04-11-2010}

Risposta (Nicola Martella): Se Michele Savino ha letto l’intero articolo, avrà notato che il massimalismo, al pari del liberalismo, è un fenomeno che si trova in ogni denominazione e movimento. Lo stesso apostolo Paolo era stato uno di loro e sapeva che cosa significasse «confidarsi nella carne», spiritualizzandola (Fil 3,4ss). Questo suo passato lo rese capace, dopo il suo cambiamento, di «sentire» in modo istintivo, quando si trovava dinanzi a tale categoria di massimalisti, infiltrati per lievitare la massa col loro legalismo (Gal 2,4s).

 

 

2. {Andrea Belli}

 

Contributo: Ho letto il tuo articolo e ho capito a chi fai riferimento. Tuttavia il mio consiglio è quello di chiarire privatamente tramite telefonata o lettera con il fratello in questione e non divulgare la notizia in modo «internettiano», anche perché dubito che il fratello in questione sappia che si parla di lui. Solo un consiglio ovviamente! {04-11-2010}

 

Osservazioni (Salvatore Paone): Tengo a precisare,conoscendo il fratello Nicola non ha messo questo arti-colo per ridicolizzare fratelli in questione né tanto meno per ridicolizzare un movimento questo è certo! Ma il suo scopo è quello di farci comprendere e sopratutto sfruttare le nostre capacità intellettive, per trarre un pensiero più autentico, più leale, forse anche più concreto riguardante il «pericolo massimalista». Credo anche che il fratello Nicola, prima d’interagire e introdurre terzi, chiede per onestà intellettuale, se rendere pubblico tale articolo. Inoltre, penso che se così non fosse, il fratello Nicola si renderebbe vulnerabile e contenzioso, ma ti assicuro che non è affatto così.  {04-11-2010}

 

Replica (Andrea Belli): Visto che l’articolo lancia comunque un’accusa verso un fratello, definendolo «massimalista, darbysta e legalista», il mio suggerimento verteva solo nel fatto di chiarirsi con questo fratello in via privata. Tutto qui. {04-11-2010}

Risposta (Nicola Martella): È evidente che ognuno cerca di identificare qualcuno di sua conoscenza. In questo articolo, però, a noi interessa il fenomeno in sé, non tanto le persone, né tanto meno un singolo individuo. In caso contrario, avrei fatto un nutrito elenco dei massimalisti di mia conoscenza.

     Tale categoria non è certo limitato alle Assemblee dei Fratelli, sebbene abbia in essa una sua rappresentanza. Per il ricorrente tema «pubblico e privato nella chiesa», rimando a un articolo specifico: «Piano personale e istituzionale dei conduttori: Disciplina e abuso di potere nella chiesa».

     Inoltre, penso che sia più saggio di lasciar stare il «contorno» (contingenza) e di dedicarsi alla «pietanza» (il merito del problema). Ne guadagneremo tutti, compresa la verità.

 

 

3. {Sandro Bertone}

 

Contributo: Sono di ritorno dal Convegno Anziani delle Chiese dei Fratelli e penso di aver incontrato Paride Ginextra e un paio di suoi parenti. {04-11-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): Che Sandro abbia incontrato un nome di fantasia con addirittura i suoi parenti, è sorprendente! Non so che cosa avrebbe scritto nel caso lo avessi chiamato «Maximal Darby» o di «Pharis McScriby»!

     In questo confronto a noi interessa descrivere il fenomeno del fariseismo, aggiornato al massimalismo dottrinale contemporaneo, così come è stato concepito dai pronipoti di Darby. Il massimalismo, al pari del liberalismo, è un lievito che si trova in tutte le denominazioni. Parliamo quindi di questo!

 

Replica (Sandro Bertone): Ha ragione, come sempre, Nicola. Ma cosa dire, quando leggendo di «fenomeni», ti trovi a poterne identificare di viventi e recenti? Posso dire che tutto quello che ha scritto, lo si può effettivamente trovare e sperimentare (meglio di no!) tra i Fratelli. Persone in carne e ossa ce non sono; le loro sono teorie astratte, ma che di queste fanno un motivo di vita, s’impegnano a studiare e si affaticano nel divulgare attraverso libri e contatti trasversali. Così facendo, disconoscono ogni regola di buona creanza e a mo’ di rullo compressore cercano di schiacciare, se non scacciare, chi si oppone. {04-11-2010}

 

 

4. {Guerino De Masi}

 

Caro Nicola, ho letto con attenzione e interesse il tuo articolo e ne condivido appieno il contenuto. La preoccupazione di chi è già intervenuto, consigliando una trattazione personale, pur essendo legittima, deve tener conto che il tema è comunque trattato come «vero problema delle Assemblee» e, negarlo, non giova a nessuno e a niente.

     Mi sono particolarmente piaciute le tue seguenti frasi: «Predicano alle anime libertà, nel caso che si convertano, ma poi subito dopo mettono i neofiti sotto gioghi e pesi di precetti massimalisti. Chi capita nelle loro mani, diventa un loro clone. Non a caso, in tali chiese lievitate dal darbysmo vi è un alto indice di “nevrosi ecclesiogena”, ossia di disturbi della psiche generati da tale sistema religioso massimalista e oppressivo».

     Di fatto, secondo il mio modestissimo parere, stravolgono il concetto di «grazia» per annunciare (forse inconsapevolmente ?) un altro vangelo!

     La paura di «contaminazione», non fa altro che evidenziare il pensiero «settario», che non è altro che opera della carne (Galati 5,20).

     Mi sembrano adatte le parole di Paolo che trattando questo genere d’imposizioni da parte di questi «massimalisti». Hanno parvenza di spiritualità e di pietà... ma servono solo a soddisfare la carne. La loro carne! «Quelle cose hanno, è vero, una parvenza di sapienza per quel tanto che è in esse di culto volontario, di umiltà e di austerità nel trattare il corpo, ma non hanno alcun valore; servono solo a soddisfare la carne» (Colossesi 2,23).

     Con tutta la mia stima e comunione fraterna, anche per queste questioni, ti saluto caramente in Gesù, che ci ha liberati dall’ira a venire (1 Tessalonicesi 1,10). {04-11-2010}

 

 

5. {Massimo Ricossa}

 

Contributo: Cari fratelli (sopra scriventi), pur condividendo quello che la Bibbia dice sui fratelli «settari» — e devo condividerlo, perché lo dice la Parola di Dio — quello, che non posso condividere, è il tono da crociata «anti-darbysta», che usate! In questo modo credo vi stiate mettendo sullo stesso scanno di giudici «intransigenti»! Dalla mia, seppur limitata esperienza, ho potuto constatare nelle chiese tanto i danni causati dai «fratelli massimalisti» quanto quelli causati dai «fratelli liberali». E vi assicuro che i danni di questi ultimi non sono meno distruttivi! I metodi usati, poi, da questi fratelli per «guadagnare alla causa» altre persone, sono spesso ancora più subdoli dei primi. Cari fratelli, quello che i veri credenti devo fare, oggi più che mai, è di «vegliare», perché troppi nelle chiese vogliono farci prede delle loro filosofie. Atteniamoci alla Parola e vagliamo alla sua luce quello, che ci viene insegnato anche dal più in vista dei fratelli. {04-11-2010}

 

Risposta (Nicola Martella): La comunicazione è una cosa difficile, poiché ognuno coglie soltanto ciò che rispecchia certe situazioni e persone particolari, che lo coinvolgono più o meno direttamente. È evidente che Massimo Ricossa non ha colto il fatto che nei miei articoli io metto in guardia sia contro il massimalismo, sia contro il liberalismo teologico e morale. Egli non conosceva ancora l’inizio di questo tema di discussione né le mie risposte date agli altri lettori. Perciò l’ho messo a conoscenza proprio di ciò. Dopo ciò, mi ha risposto: «OK, così mi garba!».

 

 

6. {Abele Longo}

 

Contributo: Desidero dare il mio contributo e rivolgermi a tutti quei fratelli, che hanno consigliato a Nicola la discrezione nei confronti dei fratelli massimalisti. La Scrittura insegna con estrema chiarezza che i massimalisti, ovvero i faziosi-settari, come descritti nell’ottimo articolo di Nicola, vanno ammoniti un paio di volte, dopo di che si procede a evitarli.

     Cari fratelli miei in Cristo, se tali fratelli massimalisti stanno riuscendo nel loro intento di «purificare» la chiesa del Signore, è anche grazie a questo spirito discrezionale, che aleggia nella fratellanza e che io definirei invece omertoso! Queste persone andrebbero piuttosto segnalate con tanto di vero nome e cognome, così che non gli si permetta più di fare tanto male alle Assemblee! Dico questo per mia esperienza personale.

     Giustamente Nicola scrive: «Se lo conosci lo eviti». E allora facciamolo davvero conoscere il pericolo massimalista e le persone che si costituiscono veicolo di simili deviazioni dal pensiero di Dio! {05-11-2010}

 

Osservazioni (Andrea Belli): Solo per precisazione: io non difendo i legalisti, né li approvo. Anche io sono concorde che l’uomo «settario» vada evitato, dopo che è stato fatto notare a lui lo sbaglio, che sta commettendo. {05-11-2010}

 

Replica (Abele Longo): Credo che far notare al fratello massimalista il suo errore, è il primo dei passi da compiere. Ma se si appura la recidività del suo comportamento, è necessario passare al secondo passo: segnalarne la pericolosità agli anziani, se non ne sono a conoscenza, i quali dovrebbero provvedere a informare il gregge, che sono chiamati a pascere e difendere. {05-11-2010}

 

 

7. {Salvatore Paone}

 

Credo che un grande «limite», che i «massimalisti» hanno, sia quello d’impedire qualsiasi crescita spirituale all’interno di ogni chiesa locale.

    Sono anche convinto che ancora oggi ce ne siano molti; e lo vediamo anche nell’articolo del ft. Nicola, il quale racconta di questo membro di chiesa, a cui fu suggerito di non frequentare più la propria chiesa locale, appunto per motivi di «legalismo». Io non sono d’accordo che un membro della comunità debba arrivare a non frequentare o, per meglio dire, che gli venga consigliato da terzi di non frequentare per tali motivi.

    Inoltre, al contrario, credo che ogni membro ha voce in capitolo e può in qualche modo spiegare che tale «massimalismo» vada denunciato alla luce della Parola di Dio, proprio come fece Paolo ai Galati.

    Ci sarebbe da dire ancora tanto al riguardo; io in primis ho vissuto tale esperienza, ma grazie Dio quella «macchia d’olio» non si è sparsa più di tanto, anzi è stata rimossa.

    Inoltre vorrei precisare che non essere «massimalisti» o «legalisti», non significa non tagliare rettamente la Parola di Dio, come taluni legalisti affermano, definendoci «liberali». Sappiamo che in Cristo abbiamo ottenuto certamente libertà, ma sappiamo anche che di questa libertà non ne vogliamo fare un’occasione di caduta, anzi vogliamo onorare il Signore e lodarlo in Spirito e verità. {05-11-2010}

 

 

8. {Silvano Creaco}

 

Contributo: 1. Dapprima intervengo sulla questione «fare i nomi o non fare i nomi». Prendo spunto da ciò, che successe in Galazia, dopo la partenza di Paolo. Un individuo ragguardevole, venuto non si sa se da Gerusalemme o d’altrove, si mise ad attaccare non solo l’insegnamento ma anche l’apostolato e perfino il carattere morale di Paolo, giungendo a guadagnarsi la fiducia e l’affetto dei Galati. Riuscì a insinuare la sfiducia verso il suo apostolo, rappresentandolo come un nuovo arrivato, altero e ambizioso, che non si vergognava di ribellarsi ai suoi maestri, cioè ai veri apostoli di Gesù, e di contestare al popolo giudeo il diritto di preeminenza che l’AT gli assicurava e che Gesù stesso gli aveva riconosciuto. Un tale insegnamento era bastato per scuotere seriamente gli spiriti e già si cominciava a celebrare le feste giudaiche. E molti stavano per farsi circoncidere.

     Paolo probabilmente, a mio parere, sicuramente conosceva chi era questo tizio, ma a differenza di altre occasioni che non so qui per il momento a citare, non menzionò mai il suo nome; ma il suo scopo era principalmente quello di mettere in luce ciò che lui predicava, i pericoli a cui i Galati andavano incontro. Cito un solo versetto per brevità: «Questa persuasione non viene da colui che vi chiama» (Galati 5,8). Paolo insistette che «le nuove e più profonde rivelazioni», introdotte dai Giudei, semplicemente non provenivano da Dio.

 

2. Detto questo, rispondo a Abele. Io credo che non sia questione di «omertà», termine fra l’altro riferito a situazioni e ambienti non cristiani. Bisogna far sì che la questione non sia rivolta verso chi predica il legalismo con tutte le sue componenti, compreso lo spirito «purificatore darbysta», alimentando discussioni senza fine; ma bisogna concentrare il tutto sugli errori e gli inganni, che si celano dietro questo tipo d’insegnamento.

     Questa mia ultima considerazione riguarda la discussione affrontata in maniera virtuale, come noi facciamo; ma sono d’accordo con te che colui o coloro, che predicano le cose sottolineate da Nicola, vanno messi allo scoperto e «affrontati» senza paura di calpestare i papi (scusatemi la forzatura). E ciò deve avvenire sopratutto per la sua o loro mancanza di rispetto per l’autonomia di ogni assemblea locale in tema di dottrina e di conduzione. A ciò si aggiunga il modo, in cui viene calpestata la comunione fraterna, per la sua o la loro «presunzione di voler imporre le loro idee, facendole passare per sante, giuste e sopratutto bibliche. {05-11-2010}

 

Osservazioni (Nicola Martella): Sebbene concorda con le analisi di Silvano Creaco, faccio notare soltanto che nella lettera dei Galati Paolo parlava non di un singolo individuo, ma di un vero e proprio raggruppamento con un’ideologia, un programma e una strategia specifici. È probabilmente per questo che non fece nomi particolari, trattandosi di una specie di movimento giudeo-cristiano, ma chiamò tali legalisti così: «alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire l’Evangelo di Cristo» (Gal 1,7), «falsi fratelli, introdottisi di nascosto» (Gal 2,4), «certuni provenienti da Giacomoquelli della circoncisione» (v. 12), «quelli che vi mettono sottosopra» (Gal 5,12), eccetera.

     Quanto ai nomi da fare, ciò non spetta al gestore del sito «Fede controcorrente», che ha denunciato un fenomeno; egli fa i nomi solo laddove c’è una fonte pubblica (scritto, filmato). Questo è affare dei conduttori di chiesa, che si trovano ad affrontare nella pratica le specifiche e dolorose situazioni, descritte da Silvano Creaco.

 

 

9. {Gianni Siena}

 

Il massimalismo nasce da una lettura semplice e «ultra-letterale» della Scrittura, senza domande del tipo: «Perché...?».

     Un esempio è offerto dall’atteggiamento di alcuni farisei, quando vanno da Gesù e gli chiedono: «È legale mandare via la propria moglie?» [Mt 19,3]. Gesù li rimanda al passo dov’è scritto di «darle un documento di ripudio» [v. 7; in effetti furono i Farisei a chiedere nel merito; in Mc 10,3s fu Gesù a chiederlo loro; N.d.R.]. Gesù ha davanti persone dalla mentalità negativamente fondamentalista, per le quali la Parola di Dio è tutto un «comandamento»; ancora oggi la divisione della Torah in proposizioni positive e negative è alla base della religiosità giudaica. Questo modo di osservare la Parola di Dio, non è fondamentalmente sbagliato, ma va completato con domande e osservazioni del tipo: «Perché Mosè permise di mandare via la propria moglie?» [cfr. Mt 19,7]. Risposta: «Per la durezza del cuore degli uomini» [cfr. 8]. «Dio ha creato l’uomo maschio e femmina da una stessa natura fisica e psicologica; ciò che Dio ha fatto, non dev’essere disfatto dall’uomo» [cfr. vv. 4ss]. Questa considerazione non abolisce il divorzio, essendo stato Dio stesso a concederlo, ma il Signore s’aspetta che i suoi fedeli agiscano secondo la sua volontà: il divorzio è l’ultima ratio per due credenti, che hanno sbagliato dall’inizio del loro percorso in due. La normalità del matrimonio è amore e fedeltà reciproci; poi ci sono le dolorose eccezioni, per le quali si ha in serbo l’istituto legale del ripudio. Questo esempio illustra come occorra meditare a fondo la Parola di Dio, per non cadere nella trappola del massimalismo e dell’integralismo.

     Molti anni fa, ero convertito da poco meno di un anno, vidi una sorella che sfoggiava un ornamento d’oro con la forma del suo segno zodiacale, cosa proibita dalla Scrittura. Subito la redarguii per questa disubbidienza; la poveretta, ne sono certo, se ne ricorda ancora!

     Negli anni il Signore m’ha liberato dalla paura di ascoltare l’oroscopo: non ho mai cercato queste cose, ma ne avevo timore, essendo diaboliche. Mi capita, talvolta, di sentire i «consigli» dell’astrologo di turno, mentre vedo la Tv; ciò non mi fa nessun effetto: sono vuote chiacchiere da ciarlatano ben pagato.

     Con amore e rispetto, i credenti possono essere istruiti senza diventare dei «legalisti». Quando ero più giovane, una volta, dei credenti avevano stigmatizzato la «eccessiva» libertà dei giovani nello stare insieme. Il pastore, dopo aver ascoltato le loro «lagnanze», chiese se avevano accuse precise da portare. Nessuno rispose ed egli, conoscendoli, disse loro: «Io mi fido dei giovani della nostra chiesa!». Alcuni di noi erano già sposati, nel nostro riunirci anche nelle case vegliavamo (= senza ansia) sugli altri e, senza nessuna «sorveglianza», tutto filava liscio... almeno nelle riunioni. Nessuno è perfetto e qualche errore qualcuno lo commise, ma la maggioranza di quella ex-gioventù è sposata con credenti e continua a servire il Signore.

     Ha senso l’integralismo fanatico e bigotto, quando l’amore (divino e umano) produce frutti di gran lunga migliori? Saluti e benedizioni... {06-11-2010}

 

Osservazioni (Nicola Martella): Spero soltanto che l'esempio controverso, in cui il divorzio fu affrontato da da Gesù nei specifici confronti dei Farisei, non faccia deviare il discorso. Il tema è qui il massimalismo, non il ripudio e le eventuali seconde nozze; perciò contributi su quest'ultimo argomento non verranno presi in considerazione qui, ma saranno oggetto di un tema specifico.

 

 

10. {Eleonora Parisi}

 

Non sono una studiosa di Bibbia e sicuramente non posso parlare in maniera teologica, ma parlo per esperienza. Certo essere liberali non è buono, perché c’è il rischio di prendere qualsiasi dottrina senza analizzarla; ma essere massimalista è altrettanto devastante. Ho visto persone cadere in depressione per ciò; infatti, se non hai un briciolo di conoscenza biblica e un po’ la pelle dura e incontri queste persone per strada, ti rovinano.

     Ho incontrato nel mio cammino delle persone che mi annunciavano disgrazie e rovine e, siccome a quei tempi ero ancora senza esperienza in proposito, il risultato è stato devastante. La notte non dormivo... finché, però, Dio mi ha fortificata; e oggi non permetto a nessuno di dirmi cose del genere. Credo che alla base ci sia anche una forma di voler dominare gli altri, una pazzia (scusate il termine) religiosa, che vuole creare adepti. Oggi comprendo perché vi stanno molte depressioni ecclesiogene. Io credo fermamente che Dio è un Dio di equilibrio; ogni estremo può essere nocivo. Purtroppo, all’interno di chiese vi stanno molti fanatici religiosi, che ancora oggi predicano la «circoncisione» (legge, propri meriti). Tuttavia, i veri credenti, come disse Paolo, predicano la Croce (io non posso nulla, lui può tutto); ma essa è pazzia per coloro che vivono ancora sotto la legge. Pace a tutti. {06-11-2010}

 

 

11. {Margherita Betti}

 

Sono d’accordo con Eleonora, credo che l’amore di Dio per noi e la dignità, alla quale ci ha elevati, ci diano la responsabilità di vagliare ogni cosa e trattenere quello che è giusto. Sapendo bene che solo chi non lavora non sbaglia, dobbiamo assumerci la responsabilità e il rischio di una ricerca seria, provata sempre coi fatti e con il senso forte del limite, sicuri che c’è un Padre che accoglie, mio fratello e me, sempre. {06-11-2010}

 

Attenzione al pericolo massimalista! Parliamone 2 {Nicola Martella} (T)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Pericolo_massimalista_EdF.htm

05-11-2010; Aggiornamento: 07-11-2010

 

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