Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Escatologia 1

 

Calvinismo

 

 

 

 

Questa opera contiene senz’altro alcune novità. Leggendo i brani escatologici della Bibbia sorgono vari interrogativi, ad esempio i seguenti:
■ I credenti, quando muoiono, vanno in cielo o in paradiso?
■ I morti nell’aldilà sono solo inattivi o anche incoscienti?
■ I bimbi morti dove vanno?
■ Se nessuno sa il giorno e l’ora dell’avvento del Messia, perché diversi cristiani hanno fatto predizioni circostanziate per il loro futuro imminente?
■ Qual è la differenza fra escatologia e utopia?
■ In che cosa si differenzia la speranza biblica dalla speranza secolarizzata di alcuni marxisti?
■ Il «rapimento» precederà o seguirà la tribolazione finale?
■ Quando risusciteranno i credenti dell’AT?
■ Il regno millenario è concreto o solo spirituale?
■ Durante il suo regno futuro col Messia regnerà sono Israele o anche la chiesa?
■ Nella nuova creazione i credenti abiteranno in cielo o sulla nuova terra?
■ Lo stagno di fuoco esisterà per sempre?
■ I morti si riconoscono nell’aldilà?
■ Non sarà noioso vivere nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il tempo nel nuovo mondo?
■ Ci sarà il matrimonio nel nuovo mondo?
■ Eccetera...

 

► Vedi al riguardo le recensioni.

 

Escatologia 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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LA PREDESTINAZIONE DELL’INDIVIDUO,

FIGLIA DI UNA CULTURA UMANISTICA

 

 di Nicola Berretta

 

Ciò che vorrei tentare di proporre in questo mio contributo è che le basi della dogmatica calvinista riguardanti la predestinazione dell’uomo trovano un loro fondamento nella cultura umanista che è emersa in Europa proprio a cavallo tra la seconda metà del 15° e la prima metà del 16° secolo, epoca in cui operò Giovanni Calvino (1509-1564), e che si consoliderà poi ancora di più nei secoli successivi.

     Tuttora, la cultura occidentale è permeata da quella concezione della centralità dell’uomo, e dunque dell’individuo, visto come fulcro, punto di riferimento, di tutta la realtà che gli ruota attorno, e dunque, per il credente, anche punto di riferimento prioritario delle attenzioni di Dio.

     Con quest’affermazione non voglio colpevolizzare un approccio individualista alla fede cristiana, che dà dunque enfasi alla salvezza personale, al rapporto personale con Dio, all’amore di Dio per ciascuno di noi, individualmente, tutti concetti chiaramente condivisibili. Tuttavia, non è un caso che oggi molti brani che all’origine sono stati scritti con un riferimento collettivo, vengano letti in chiave individuale. Basti pensare al ben noto «tu sei mio» d’Isaia 43,1, oggi letto in chiave personale, quando all’origine si parla del popolo d’Israele, nel suo insieme. Ma si potrebbe aggiungere anche il famoso Giovanni 3,16 in cui l’amore di Dio per il mondo, inteso nel brano in senso collettivo, viene più comunemente reso dando enfasi all’individualità di ciascuno di noi, entro cui si sviluppa l’amore di Dio per il mondo. Tutti questo è certamente indicativo della tendenza che noi oggi abbiamo di riferire automaticamente all’individuo le attenzioni divine, tralasciando l’aspetto collettivo della cura di Dio per l’uomo. Dico questo, ripeto, non per svalutare l’importanza dell’approccio individuale nella fede in Dio, ma per sottolineare quanto noi tutti, a causa della mentalità umanista che permea la cultura occidentale in cui viviamo, siamo portati a rapportarci alla Scrittura usando una chiave di lettura di tipo individualista.

     Questo approccio non è necessariamente negativo. L’affermazione secondo cui Dio ha tanto amato il modo da donare suo figlio (Gv 3,16), non contrasta certamente con l’affermare che Dio ha amato Mario Rossi, individualmente, tanto da donare suo figlio Gesù Cristo per Mario Rossi. Ciò detto, quando la Scrittura fa riferimento a un’azione di Dio verso l’uomo in senso collettivo, siamo autorizzati a tradurla automaticamente in senso individuale? Io credo di no, e questo è un punto chiave dell’argomentazione che sto tentando di sviluppare. I contrasti, a mio giudizio, si manifestano infatti in tutta la loro drammaticità proprio quando parliamo di predestinazione.

     Uno dei brani cardine della dogmatica calvinista sulla predestinazione è quello che troviamo in Efesini 1,3-14. I versetti chiave, al riguardo della predestinazione sono certamente i vv. 4-5: «In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà».

     La nostra cultura umanistica, a cui accennavo precedentemente, ci porta a tradurre automaticamente questo brano, che utilizza la prima persona plurale (…ci ha eletti… avendoci predestinati…), in senso individualista. Per cui noi li leggiamo: «In lui, ha eletto me, Mario Rossi, prima della creazione del mondo perché io, Mario Rossi, fossi santo e irreprensibile dinanzi a lui, avendo predestinato me, Mario Rossi, nel suo amore a essere adottato per mezzo di Gesù Cristo come suo figlio, secondo il disegno benevolo della sua volontà».

     Ma, siamo davvero autorizzatati a leggere il brano in questo modo? O piuttosto non facciamo un errore conseguente alla cultura individualista che ci permea?

     Chi…, o meglio… che cosa, è stato preordinato prima della fondazione del mondo? L’oggetto del brano non è l’individuo, ma il disegno benevolo della sua volontà, «che aveva prestabilito dentro di sé» (v. 9). Questo disegno benevolo viene definito in modo chiaro e inequivocabile al v. 10: «Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra».

     Questo è il progetto benevolo che Dio ha preordinato prima della fondazione del mondo. Questo progetto unificante di Cristo si è realizzato nella Storia tre giorni dopo la morte di Cristo, quando è resuscitato e si è seduto alla destra di Dio (Ef 1,20-23). La Chiesa è il progetto benevolo di Dio. I Gentili, un tempo lontani dalla grazia di Dio, sono stati avvicinati mediane il sangue di Cristo, che «dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione» (Ef 2,11-16).

     Come si diviene partecipi a questo progetto? Come fa cioè Mario Rossi, individualmente, a godere dei benefici di questo progetto? La risposta a questa domanda la troviamo nel proseguo del brano d’Efesini 1, nei vv. 13 e 14: «In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il l’Evangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria». [N.d.R.: Qui possiamo riferire il «voi» / la «vostra [salvezza]» ai singoli Mario Rossi (inglobati così nell’entità più grande [«noi» /)] «nostra [eredità]»: voi pure avete ricevuto il sigillo di ciò che è pegno della nostra eredità).]

     In questo passaggio tra il «noi» generale, dei vv. 4 e 5 e il «voi» circostanziato del v. 13 risiede, a mio giudizio, la chiave per comprendere la relazione tra la predestinazione divina e la responsabilità individuale d’ascoltare e credere al messaggio di salvezza (è da notare poi che, nel caso specifico a cui il brano fa riferimento, il «noi» e il «voi» esprime l’antitesi tra il popolo d’Israele e i Gentili, elemento dominante di tutta la lettera).

     Dio ha preordinato un disegno benevolo d’unificazione in Cristo di tutte le cose. Questo è ciò che Dio ha predestinato fin dalla fondazione del mondo: la Chiesa, come collettività, un comunità di persone redente attraverso il sangue di Cristo. Colui che, individualmente, ascolta la parola della verità, e vi pone fiducia, ne diviene parte, ricevendo il sigillo dello Spirito Santo.

     In che senso dunque la Chiesa, come collettività di redenti, è predestinata?

     Permettetemi di fare un esempio. Immaginiamo un ingegnere che elabora su carta un progetto d’un parco giochi gratuito per bambini, con giostre, altalene, giochi e quant’altro. Lui elabora questo progetto nella sua mente pensando già al chiasso e alle grida di gioia di tutti i bambini che saltano da una parte all’altra. Poi realizza questo progetto e lentamente tanti bambini entrano gratuitamente in questo parco, ma forse altri non v’entrano, perché non sono interessati a quei giochi. Bene, ora l’ingegnere guarda quel parco e sente con le sue orecchie quel chiasso e quelle grida di gioia che lui aveva pianificato in sé. L’ingegnere aveva predestinato il parco a quello scopo, quindi quei bambini sono stati predestinati, come collettività, a un progetto pianificato in precedenza dall’ingegnere. Allo stesso tempo, ciascun bambino è entrato nel parco per propria scelta.

     Io ritengo che sia giusto affermare, come afferma la Scrittura, che Dio ha operato in Cristo sulla base d’un progetto preordinato, fin dalla fondazione del mondo. Ma è sbagliato ritenere che io, Mario Rossi o Lucia Bianchi, individualmente, siamo stati predestinati a ricevere quel messaggio di salvezza, cioè a entrare in quel parco. Quando però entro nel patto di grazia in Cristo, divengo parte d’un progetto benevolo pianificato prima della fondazione del mondo e quindi divengo parte di quella collettività di persone predestinate nel suo amore a essere adottate per mezzo di Gesù Cristo.

     Su quale base affermo questa convinzione? Semplicemente basandomi sull’esempio del popolo d’Israele. L’elezione incondizionata del suo popolo è chiaramente espressa nella Scrittura (cito come esempio Is 45,4). Questa elezione collettiva d’Israele, prescindeva forse da una scelta individuale d’obbedienza a Dio? Certamente no. Altrimenti non si capirebbe il perché di tanta enfasi nel Nuovo Testamento affinché anche i Giudei credano nel loro Messia Gesù per la loro salvezza (Rom 1,16; 10,9-12; Gal 3,26-29). Se l’essere collettivamente eletti come popolo di Dio, prescindesse da scelte individuali d’obbedienza, nel Nuovo Testamento dovremmo trovare inviti a credere in Gesù rivolti ai soli Gentili, dato che i Giudei sarebbero automaticamente salvati per appartenenza collettiva al popolo di Dio.

Dio ha eletto Israele, e ha tuttora un progetto da portare a compimento a favore del suo popolo. Tuttavia, individualmente, ciascun israelita è oggi chiamato a fare una scelta d’obbedienza a Dio e non può appellarsi alla sua appartenenza etnica per la sua salvezza.

     La logica è dunque la stessa. La predestinazione collettiva, per ciò che riguarda Israele, s’accompagna a una responsabilità di riporre individualmente la propria fiducia in Dio. Così è per la Chiesa, predestinata come collettività, ma composta individualmente da persone le quali, «dopo aver ascoltato la parola della verità, l’Evangelo della loro salvezza, e avendo creduto in lui, hanno ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della loro eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria».

     Concludo dunque ribadisco la mia convinzione che la dottrina della predestinazione, riferita all’individuo, sviluppata da Giovanni Calvino, sia frutto della cultura umanistica da cui questo grande riformatore è stato influenzato e di cui è probabilmente anche uno dei maggiori artefici.

 

Sovrastrutture dottrinali e teologia riformata 1 {Nicola Martella}

Sovrastrutture dottrinali e teologia riformata 2 {Nicola Martella}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Predestinazione_individuo_Esc.htm

28-08-2007; Aggiornamento: 02-07-2010

 

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