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ELEMENTI PRECURSORI DELLA RIFORMA PROTESTANTE

 

 di John Kidd

 

1. Elementi che resero necessaria la Riforma

2. Fattori che favorirono o facilitarono la Riforma

3. Dio, l’elemento nascosto?

 

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Quali furono gli elementi che prepararono la strada verso la Riforma del 16° secolo? La risposta a questa domanda si trova nella Chiesa d’Occidente (o «Latina»), guidata dai suoi «papi», piuttosto che nella Chiesa d’Oriente, guidata dai suoi «patriarchi». Ci furono elementi che resero necessaria una riforma. Essi tesero a divenire sempre più radicati e scandalosi. Ci furono elementi che favorirono e agevolarono gradualmente la riforma: immensamente sopra ogni altro elemento, agli occhi del Cielo, deve esserci stato il gran numero di uomini e donne coraggiosi che diedero la propria vita per Dio nella causa della Riforma.

 

 

1.  ELEMENTI CHE RESERO NECESSARIA LA RIFORMA

 

1.1.  IL POTERE PAPALE E CLERICALE: L’emergere d’un capo umano della Chiesa, al posto del vero Capo divino, Gesù, fu lenta. Si può dire che abbia avuto inizio con il vescovo Ignazio d’Antiochia (fine del 1° secolo), il quale insegnò: «Rispetta il vescovo come un modello di Dio»; ma fu certamente Agostino (354-430), il più rispettato tra i primi vescovi (non ancora «papi»), a porre purtroppo una delle più solide fondamenta sulla quale, in seguito, si basò il potere papale, dichiarando che non c’è salvezza al di fuori della Chiesa Cattolica visibile. Questa idea fu approvata dal Concilio di Calcedonia e fu promossa vigorosamente dai papi Leone I (390-461), Gregorio I (590-604), Gregorio VII (1073-1085) e Innocenzo III (1198-1216). A iniziare da Gregorio VII, fu assunto come titolo papale quello di «Vicario di Cristo in terra». Si tratta al riguardo di una evidente blasfemia, visto che soltanto lo Spirito Santo può ricevere quest’appellativo.

     Al potere papale fu dato un impulso secolare, piuttosto che spirituale, quando nel 312, l’imperatore Costantino, convertendosi al cristianesimo, legalizzò per la prima volta la Chiesa. Ciò condusse al concetto non biblico di Stato e Chiesa che cooperano alla gloria di Dio. Nell’anno 800, il giorno di Natale, quest’idea fu ravvivata dal papa, il quale incoronò «inaspettatamente» Carlo Magno Imperatore del Sacro Romano Impero. Nel prevedibile deterioramento di questa «collaborazione», alla fine i papi ebbero la meglio. L’arroganza di papa Bonifacio VIII (1294-1303), infine, divenne insopportabile. Egli aveva emesso una bolla, la «Unam Sanctam», che faceva dipendere la salvezza d’ogni essere umano dalla sottomissione al papa di Roma. I governanti si ribellarono. Ne seguirono delle rivolte.

 

1.2.  LE FALSE DOTTRINE: Le false dottrine sono gli strumenti del potere religioso. Esse offrono maniere speciali per ottenere la salvezza, dispensate da persone speciali, «addentro alle cose», che pertanto possono esigere, ed esigono dagli altri, il prezzo della sottomissione e, soprattutto, del tributo materiale e finanziario.

     Le dottrine del celibato dei preti e della «verginità perpetua» di Maria si fecero più forti nel Concilio d’Efeso (431), durante la discussione in merito alle due nature di Cristo. Nel Medioevo (dall’ascesa di Gregorio I, dal 590 in avanti) il sacerdozio biblico di tutti i credenti fu quasi dimenticato. Tra le colpe commesse dai chierici (il «clero») nei confronti del popolo (i «laici») ci furono le seguenti.

     ■ Transustanziazione: Il pane e il vino nella cena del Signore divennero letteralmente il Corpo e il Sangue di Gesù. Questa dottrina fu formalizzata dal Concilio Laterano nel 1215.

     ■ Purgatorio: L’anima defunta è purificata dal peccato in questo luogo di punizione, che infine la rende idonea ad andare in Cielo. Questa dottrina era ampiamente accettata (poiché era stata suggerita da Agostino), ma non divenne un articolo di fede fino al Concilio di Firenze nel 1439.

     ■ Indulgenze: Esse garantiscono una liberazione anticipata dal Purgatorio. Ai tempi di Lutero, per pagare la costruzione della basilica di San Pietro a Roma, si vendevano le indulgenze per strada. Benché per Lutero sia stata questa «la goccia che fece traboccare il vaso», faccio notare l’ambiguità dei suoi 95 articoli di protesta (31 ottobre 1517). Egli scrisse semplicemente che «i morenti sono liberati dalla morte da tutte le punizioni»; vent’anni dopo, negli «articoli di Smalcalda», egli condanna chiaramente «il Purgatorio e ogni solennità, rito e commercio collegato a esso».

     ■ Preghiere per defunti e ai santi: Esse furono riconosciute ufficialmente dalla Chiesa nel secondo Concilio di Nicea, nel 787, che raccomandò «l’uso delle immagini di Cristo, della Vergine, dei santi, degli angeli, delle offerte d’incenso e delle luci».

     ■ Culto delle immagini: Nell’814 il culto delle immagini nelle chiese era divenuto un tale scandalo che l’imperatore Michele scrisse allarmato al figlio di Carlo Magno. [A. M. Renwick - A. M. Harman, The Story of the Church (Inter-Varsity Press; 2nd and enlarged edition), p. 71.]

 

Queste e molte altre pratiche particolari miravano tutte a sottrarre ricchezze alla gente, che era costretta, in un modo o nell’altro, a pagarne l’amministrazione e a pagare per il sostentamento degli amministratori esclusivi.

 

1.3.  GLI SCANDALI

     ■ Decreti contraffatti: Intorno all’anno 850, un ecclesiastico certamente ben preparato e abile, ma privo di scrupoli, scrisse una raccolta di lettere inventate, di presunte decisioni e decreti del vescovo di Roma e poi le diffuse. Il loro scopo era chiaramente quello di sostenere le indegne pretese di predominio dei papi e fornire un supporto agli insegnamenti e alle pratiche non scritturali del clero. Benché tali contraffazioni, che avevano la pretesa di risalire al 1° secolo, fossero state smascherate nel 15° secolo dagli studiosi rinascimentali, questo fu ignorato dalla gerarchia ecclesiastica, che continuò ad accrescere la propria autorità basandosi su di esse.

     Donazione Costantiniana: Questa fu un’altra falsificazione, utilizzata per la prima volta all’epoca di papa Nicola I (858-867). Si pretendeva che, circa cinquecento anni prima, l’imperatore Costantino avesse donato al papa che lo aveva battezzato, Silvestro, il Palazzo Laterano e tutti i domini dell’Europa occidentale, di tutta l’Italia e delle altre province europee!

     ■ Crociate: Apparentemente, dimenticando che Gesù aveva detto a Pietro, il preteso predecessore e fondatore del papato, «riponi al tua spada», papa Urbano II diede inizio alla Prima Crociata nel 1095 (o nel 1096). Fino al 1270 ci furono in totale otto spedizioni simili, composte talora da centinaia di migliaia di soldati europei male organizzati, e da accozzaglie eterogenee. I partecipanti erano spronati da potenti predicatori (quali, ad esempio, Pietro l’Eremita) a difendere e promuovere il cristianesimo, liberando Gerusalemme dai Turchi musulmani che l’avevano conquistata e che entravano in conflitto con i pellegrini cristiani.

     I Crociati, nel corso delle loro lunghe marce, saccheggiarono e depredarono ovunque le comunità cristiane e, al loro arrivo a Gerusalemme, massacrarono i difensori musulmani. L’effetto reale delle Crociate fu quello di favorire, più di quanto avesse mai fatto qualsiasi altro elemento religioso umano, due cose che reclamavano a gran voce un cambiamento nella Chiesa. Una fu la diffusione delle Indulgenze: Urbano II aveva «offerto a chiunque andasse alla Crociata l’assoluzione da tutti i peccati, la cancellazione di tutti i debiti, ecc…» (Renwick - Harman, op. cit., p. 92). La seconda fu l’abbrutimento della Chiesa verso il popolo. La Chiesa prima della Riforma è famosa per le sue indicibili crudeltà.

 

 

2.  FATTORI CHE FAVORIRONO O FACILITARONO LA RIFORMA

 

2.1.  GRUPPI DISSIDENTI: In tutto il periodo principale che precedette la Riforma ci fu opposizione in forma di gruppi dissidenti, indipendenti, quali ad esempio i seguenti.

     ■ Chiesa Celtica: Questo ha a che fare con la Gran Bretagna. I membri di questa Chiesa resistettero in maniera decisa ai tentativi di «romanizzazione», come, ad esempio, quella del monaco Agostino, inviato in Inghilterra a tale scopo nel 596 da papa Gregorio. I missionari della Chiesa Celtica (zelanti monaci sull’esempio di Colombano), nel 7° secolo, portarono con successo il vero Evangelo nei monti Vosgi, lungo il lato orientale della valle del Reno, in Italia e in Ungheria.

     ■ Altri gruppi: Dalla metà del 7° secolo apparvero gruppi cristiani che posero enfasi sulla lettura della Bibbia in lingua volgare, sulla preghiera e sulla vera testimonianza di Cristo. Erano, ad esempio, i Pauliciani, i Bogomilli, gli Albigesi e i Valdesi. Gli Albigesi (o Catari) consideravano il clero corrotto ed empio. La persecuzione degli Albigesi li spazzò quasi completamente via, verso la metà del 14° secolo, ma lo spirito di queste e d’altri simili gruppi perseguitati, sopravvisse nei cuori della gente fino alla Riforma.

 

2.2.  TENTATIVO DI RIFORMA: Tra il 1409 e il 1449 ci furono tre concili che cercarono di stabilire che l’insieme del corpo della Chiesa fosse superiore al papa e poteva giudicarlo, deporlo e riformare la Chiesa. Il Concilio di Pisa (1409), in effetti, riuscì a deporre due papi rivali, ma la resistenza ecclesiastica bloccò questo movimento. Tuttavia, la disperata necessità d’una riforma divenne allora ancor più ampiamente e fortemente riconosciuta.

 

2.3.  RINASCIMENTO: Esso fu il risveglio non religioso del continente europeo rispetto alla cultura e alla lingua greca, fino allora trascurate. Promosse un nuovo spirito di ricerca fondato sulla ragione, non sul dogma religioso; stimolò il grande desiderio che la Bibbia fosse accessibile e letta dalla gente comune. In seguito tutto questo fu facilitato dall’invenzione della stampa (1436), che fu consolidata nel 16° secolo. Tuttavia, perfino a Lutero fu vietata la Bibbia all’inizio della sua vita monastica. Per secoli la traduzione latina di Gerolamo (con i suoi strafalcioni, quali «penitenza» al posto di «pentimento») fu l’unica Bibbia autorizzata, e soltanto il clero poteva «interpretarla» per la gente comune, che non leggeva il latino. Possedere una Bibbia che non fosse in latino rendeva passibili della pena di morte.

 

2.4.  GRANDI UOMINI: Nella Chiesa Cattolica stessa iniziarono a sorgere influenti studiosi dissidenti. Marsilio da Padova (1270-1342) scrisse che il punto di riferimento supremo è la Bibbia (non la gerarchia ecclesiastica). Egli disse che il clero e il papa sono solo d’origine umana (non sono mediatori divini). Guglielmo da Occam espresse opinioni analoghe. In maniera simile John Wyclif (1320-1384) sostenne che «Cristo è l’unico Capo della Chiesa» e che «la gerarchia avida di potere,.... che pretende d’avere una santità religiosa speciale, è priva d’una giustificazione scritturale». Wyclif fu acclamato come «la stella del mattino della Riforma inglese». Erasmo da Rotterdam (1467-1536), il più grande tra coloro che gli storici definiscono «umanisti», favorì notevolmente la Riforma nel continente europeo traducendo il Nuovo Testamento dal greco nel 1516-1517. Una parte più ampia della popolazione riuscì allora a vedere le differenze tra la Chiesa e l’insegnamento neotestamentario. Infine tutta la Bibbia fu tradotta in Inglese da William Tyndale. In seguito (nel 1611, nel periodo successivo alla Riforma), fu pubblicata la versione «King James» in lingua inglese.

 

 

3.  DIO, L’ELEMENTO NASCOSTO?: Si può considerare Dio come uno degli elementi che portarono alla Riforma? La risposta di Renwick e di Harman nel loro prologo (op. cit., pp. 7-10), in effetti, è affermativa. A sostegno di questo, essi scrivono «considerate, ad esempio, come la Riforma fu protetta» dall’improvvisa necessità «che Carlo V ebbe di rappacificarsi con i propri sudditi protestanti e di ricorrere al loro aiuto contro il nemico comune», vale a dire le armate musulmane turche (che stavano minacciando Vienna!). Nel loro testo più importante, tuttavia, essi ne spiegano le conseguenze in termini del tutto umani, come l’interazione politica tra principi e papi, l’influenza dei movimenti, i grandi pensatori e i grandi eroi, eccetera.

     La «grazia» della presenza di Dio nella Chiesa così com’è stata resa da Renwick e da Harman è molto diversa da quella del Nuovo Testamento, laddove il coinvolgimento di Dio è menzionato in maniera specifica, e non è soltanto ipotizzato. La chiave si trova nell’espressione «Spirito Santo» (menzionato in 90 versi del NT e 42 volte nel solo libro degli Atti) e «Spirito», ricorrente negli Atti e nelle lettere di Paolo.

     Ad eccezione di casi isolati, la Chiesa del periodo anteriore alla Riforma aveva perso evidentemente qualcosa riguardo allo Spirito Santo, di certo per ciò che atteneva alla sua manifestazione soprannaturale nella storia e nella Chiesa, all'illuminamento riguardo alla Parola di Dio e spesso, in maniera scandalosa, per quanto atteneva al concreto «frutto dello Spirito». Forse, in maniera rilevante, uno degli elementi più importanti che favorirono la Riforma (Renwick - Harman, op. cit., p. 103), fu il Rinascimento, che giunse dall’esterno della Chiesa. Fu mandato da Dio? La necessità d’una riforma emerse dentro la Chiesa. La teoria e la pratica furono coltivate dagli uomini e scaturirono dalla radice della Chiesa: dagli insegnamenti dei suoi «Padri». Fu certamente da questo, che il tutto ebbe inizio, piuttosto che dal disagio dell’uomo rispetto alla Chiesa; l’origine è da cercare perciò nell’insoddisfazione di Dio nei confronti della Chiesa.

     I Padri della Chiesa stessi, nonostante il gran bene che fecero nel combattere le prime eresie, e nel contribuire a definire il canone del Nuovo Testamento, spinsero però la Chiesa latina d’Occidente su d’una strada di sostanziale negazione dell’insegnamento di Paolo in merito a ciò che è realmente la vera Chiesa, e sul modo in cui essa fu creata sulla croce di Gesù (Efesini 2,12-22). Questo vale, in particolare, per uomini quali Giustino Martire (150 ca.), Ireneo (vescovo di Lione, 178-195), Origene (185-254), Ambrogio (vescovo di Milano, 340-397), Agostino (354-43) e Giovanni Crisostomo (cfr. i suoi sermoni del 397). Tutti questi uomini negarono, mediante le implicazioni dei loro insegnamenti, la descrizione paolina della Chiesa come unione organica dei Giudei con i Gentili.

     Dio, a motivo di ciò che Egli è in se stesso e in tutto il creato, può essere sicuramente considerato «l’Elemento Nascosto»,al di sopra di tutti gli elementi che aprirono la strada alla Riforma. Egli si coinvolse nelle vicende della storia per il bene della coraggiosa, splendente, vera Chiesa di Gesù, che non potrà essere liberata dall’oscura Chiesa istituzionale, fino a quando gli angeli di Dio non lo faranno nell’Ultimo Giorno.

 

{Traduzione dall’inglese di Gianluigi Bevegni}

{Redatto, ampliato e adattato da Nicola Martella © Punto°A°Croce 2007}

 

Per l’approfondimento cfr. Nicola Martella (a cura di), «Dai preriformatori alla rivoluzione francese», Escatologia fra legittimità e abuso. Escatologia 2 (Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 67-89.

 

Fonti utili:

     ■ A. M. Renwick - A. M. Harman, The Story of the Church (Inter-Varsity Press; 2nd and enlarged edition).

     ■ Roland E. Diprose, Israele nello sviluppo del pensiero cristiano (I.B.E.I, Roma).

     A Reformation Timeline: www.williamtyndale.com.

     ■ Johannes Gutenberg and the Printing Pres: www.Inventors.about.com.

     The Pre-Reformation History of the Bible from 1400 BC to 1400: www.greatsite.com.

     The Smalcald Articles: www.frii.com.

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Precursori_Riforma_EnB.htm

03-10-2007; Aggiornamento:

 

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