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1.
Elementi che resero necessaria la Riforma
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2.
Fattori che favorirono o facilitarono la Riforma
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3.
Dio, l’elemento nascosto?
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Quali furono gli elementi che prepararono la
strada verso la Riforma del 16° secolo? La risposta a questa domanda si trova
nella Chiesa d’Occidente (o «Latina»), guidata dai suoi «papi», piuttosto che
nella Chiesa d’Oriente, guidata dai suoi «patriarchi». Ci furono elementi che
resero necessaria una
riforma. Essi tesero a divenire sempre più radicati e scandalosi. Ci furono
elementi che favorirono e agevolarono
gradualmente
la riforma: immensamente sopra ogni altro elemento, agli occhi del Cielo,
deve esserci stato il gran numero di uomini e donne coraggiosi che diedero la
propria vita per Dio nella causa della Riforma.
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1.
ELEMENTI CHE RESERO NECESSARIA LA RIFORMA
1.1. IL POTERE PAPALE E CLERICALE:
L’emergere d’un capo umano della Chiesa, al
posto del vero Capo divino, Gesù, fu lenta. Si può dire che abbia avuto inizio
con il vescovo Ignazio d’Antiochia (fine del 1° secolo), il quale insegnò:
«Rispetta il vescovo come un modello di Dio»; ma fu certamente Agostino
(354-430), il più rispettato tra i primi vescovi (non ancora «papi»), a porre
purtroppo una delle più solide fondamenta sulla quale, in seguito, si basò il
potere papale, dichiarando che non c’è salvezza al di fuori della Chiesa
Cattolica visibile. Questa idea fu approvata dal Concilio di Calcedonia e fu
promossa vigorosamente dai papi Leone I (390-461), Gregorio I (590-604),
Gregorio VII (1073-1085) e Innocenzo III (1198-1216). A iniziare da Gregorio
VII, fu assunto come titolo papale quello di «Vicario di Cristo in terra». Si
tratta al riguardo di una evidente blasfemia, visto che soltanto lo Spirito
Santo può ricevere quest’appellativo.
Al potere papale fu
dato un impulso secolare, piuttosto che spirituale, quando nel 312, l’imperatore
Costantino, convertendosi al cristianesimo, legalizzò per la prima volta la
Chiesa. Ciò condusse al concetto non biblico di Stato e Chiesa che cooperano
alla gloria di Dio. Nell’anno 800, il giorno di Natale, quest’idea fu ravvivata
dal papa, il quale incoronò «inaspettatamente» Carlo Magno Imperatore del Sacro
Romano Impero. Nel prevedibile deterioramento di questa «collaborazione», alla
fine i papi ebbero la meglio. L’arroganza di papa Bonifacio VIII (1294-1303),
infine, divenne insopportabile. Egli aveva emesso una bolla, la «Unam Sanctam»,
che faceva dipendere la salvezza d’ogni essere umano dalla sottomissione al papa
di Roma. I governanti si ribellarono. Ne seguirono delle rivolte.
1.2. LE FALSE DOTTRINE: Le false dottrine sono gli strumenti
del potere religioso. Esse offrono maniere speciali per ottenere la salvezza,
dispensate da persone speciali, «addentro alle cose», che pertanto possono
esigere, ed esigono dagli altri, il prezzo della sottomissione e, soprattutto,
del tributo materiale e finanziario.
Le dottrine del celibato dei preti e della «verginità
perpetua» di Maria si fecero più forti nel Concilio d’Efeso (431), durante la
discussione in merito alle due nature di Cristo. Nel Medioevo (dall’ascesa di
Gregorio I, dal 590 in avanti) il sacerdozio biblico di tutti i credenti fu
quasi dimenticato. Tra le colpe commesse dai chierici (il «clero») nei confronti
del popolo (i «laici») ci furono le seguenti.
■ Transustanziazione: Il pane e il vino nella
cena del Signore divennero letteralmente il Corpo e il Sangue di Gesù. Questa
dottrina fu formalizzata dal Concilio Laterano nel 1215.
■ Purgatorio: L’anima defunta è purificata dal
peccato in questo luogo di punizione, che infine la rende idonea ad andare in
Cielo. Questa dottrina era ampiamente accettata (poiché era stata suggerita da
Agostino), ma non divenne un articolo di fede fino al Concilio di Firenze nel
1439.
■ Indulgenze: Esse garantiscono una liberazione
anticipata dal Purgatorio. Ai tempi di Lutero, per pagare la costruzione della
basilica di San Pietro a Roma, si vendevano le indulgenze per strada. Benché per
Lutero sia stata questa «la goccia che fece traboccare il vaso», faccio notare
l’ambiguità dei suoi 95 articoli di protesta (31 ottobre 1517). Egli scrisse
semplicemente che «i morenti sono liberati dalla morte da tutte le punizioni»;
vent’anni dopo, negli «articoli di Smalcalda», egli condanna chiaramente «il
Purgatorio e ogni solennità, rito e commercio collegato a esso».
■ Preghiere per defunti e ai santi: Esse furono
riconosciute ufficialmente dalla Chiesa nel secondo Concilio di Nicea, nel 787,
che raccomandò «l’uso delle immagini di Cristo, della Vergine, dei santi, degli
angeli, delle offerte d’incenso e delle luci».
■ Culto delle immagini: Nell’814 il culto delle
immagini nelle chiese era divenuto un tale scandalo che l’imperatore Michele
scrisse allarmato al figlio di Carlo Magno. [A.
M. Renwick - A. M. Harman, The Story of the Church (Inter-Varsity Press;
2nd and enlarged edition), p. 71.]
Queste e molte altre pratiche particolari miravano tutte a sottrarre ricchezze
alla gente, che era costretta, in un modo o nell’altro, a pagarne
l’amministrazione e a pagare per il sostentamento degli amministratori
esclusivi.
1.3. GLI SCANDALI
■ Decreti
contraffatti: Intorno all’anno
850, un ecclesiastico certamente ben preparato e abile, ma privo di scrupoli,
scrisse una raccolta di lettere inventate, di presunte decisioni e decreti del
vescovo di Roma e poi le diffuse. Il loro scopo era chiaramente quello di
sostenere le indegne pretese di predominio dei papi e fornire un supporto agli
insegnamenti e alle pratiche non scritturali del clero. Benché tali
contraffazioni, che avevano la pretesa di risalire al 1° secolo, fossero state
smascherate nel 15° secolo dagli studiosi rinascimentali, questo fu ignorato
dalla gerarchia ecclesiastica, che continuò ad accrescere la propria autorità
basandosi su di esse.
■
Donazione Costantiniana:
Questa fu un’altra falsificazione, utilizzata per la prima volta all’epoca di
papa Nicola I (858-867). Si pretendeva che, circa cinquecento anni prima,
l’imperatore Costantino avesse donato al papa che lo aveva battezzato,
Silvestro, il Palazzo Laterano e tutti i domini dell’Europa occidentale, di
tutta l’Italia e delle altre province europee!
■ Crociate:
Apparentemente, dimenticando che Gesù aveva detto a Pietro, il preteso
predecessore e fondatore del papato, «riponi al tua spada», papa Urbano
II diede inizio alla Prima Crociata nel 1095 (o nel 1096). Fino al 1270 ci
furono in totale otto spedizioni simili, composte talora da centinaia di
migliaia di soldati europei male organizzati, e da accozzaglie eterogenee. I
partecipanti erano spronati da potenti predicatori (quali, ad esempio, Pietro
l’Eremita) a difendere e promuovere il cristianesimo, liberando Gerusalemme dai
Turchi musulmani che l’avevano conquistata e che entravano in conflitto con i
pellegrini cristiani.
I Crociati, nel
corso delle loro lunghe marce, saccheggiarono e depredarono ovunque le comunità
cristiane e, al loro arrivo a Gerusalemme, massacrarono i difensori musulmani.
L’effetto reale delle Crociate fu quello di favorire, più di quanto avesse mai
fatto qualsiasi altro elemento religioso umano, due cose che reclamavano a gran
voce un cambiamento nella Chiesa. Una fu la diffusione delle Indulgenze: Urbano
II aveva «offerto a chiunque andasse alla Crociata l’assoluzione da tutti i
peccati, la cancellazione di tutti i debiti, ecc…» (Renwick - Harman, op.
cit., p. 92). La seconda fu l’abbrutimento della Chiesa verso il popolo. La
Chiesa prima della Riforma è famosa per le sue indicibili crudeltà.
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2.
FATTORI CHE FAVORIRONO O FACILITARONO LA
RIFORMA
2.1. GRUPPI DISSIDENTI: In
tutto il periodo principale che precedette la Riforma ci fu opposizione in forma
di gruppi dissidenti, indipendenti, quali ad esempio i seguenti.
■ Chiesa Celtica:
Questo ha a che fare con la Gran Bretagna. I membri di questa Chiesa
resistettero in maniera decisa ai tentativi di «romanizzazione», come, ad
esempio, quella del monaco Agostino, inviato in Inghilterra a tale scopo nel 596
da papa Gregorio. I missionari della Chiesa Celtica (zelanti monaci sull’esempio
di Colombano), nel 7° secolo, portarono con successo il vero Evangelo nei
monti Vosgi, lungo il lato orientale della valle del Reno, in Italia e in
Ungheria.
■ Altri gruppi: Dalla metà del 7° secolo
apparvero gruppi cristiani che posero enfasi sulla lettura della Bibbia in
lingua volgare, sulla preghiera e sulla vera testimonianza di Cristo. Erano, ad
esempio, i Pauliciani, i Bogomilli, gli Albigesi e i Valdesi. Gli Albigesi (o
Catari) consideravano il clero corrotto ed empio. La persecuzione degli Albigesi
li spazzò quasi completamente via, verso la metà del 14° secolo, ma lo spirito
di queste e d’altri simili gruppi perseguitati, sopravvisse nei cuori della
gente fino alla Riforma.
2.2. TENTATIVO DI RIFORMA: Tra il 1409 e il 1449 ci furono tre
concili che cercarono di stabilire che l’insieme del corpo della Chiesa fosse
superiore al papa e poteva giudicarlo, deporlo e riformare la Chiesa. Il
Concilio di Pisa (1409), in effetti, riuscì a deporre due papi rivali, ma la
resistenza ecclesiastica bloccò questo movimento. Tuttavia, la disperata
necessità d’una riforma divenne allora ancor più ampiamente e fortemente
riconosciuta.
2.3. RINASCIMENTO: Esso fu il risveglio non religioso del
continente europeo rispetto alla cultura e alla lingua greca, fino allora
trascurate. Promosse un nuovo spirito di ricerca fondato sulla ragione, non sul
dogma religioso; stimolò il grande desiderio che la Bibbia fosse accessibile e
letta dalla gente comune. In seguito tutto questo fu facilitato dall’invenzione
della stampa (1436), che fu consolidata nel 16° secolo. Tuttavia, perfino a
Lutero fu vietata la Bibbia all’inizio della sua vita monastica. Per secoli la
traduzione latina di Gerolamo (con i suoi strafalcioni, quali «penitenza»
al posto di «pentimento») fu
l’unica Bibbia autorizzata, e soltanto il clero poteva «interpretarla»
per la gente comune, che non leggeva il latino. Possedere una Bibbia che
non fosse in latino rendeva passibili della pena di morte.
2.4. GRANDI UOMINI: Nella Chiesa Cattolica stessa iniziarono a
sorgere influenti studiosi dissidenti. Marsilio da Padova (1270-1342)
scrisse che il punto di riferimento supremo è la Bibbia (non la gerarchia
ecclesiastica). Egli disse che il clero e il papa sono solo d’origine umana (non
sono mediatori divini). Guglielmo da Occam espresse opinioni analoghe. In
maniera simile John Wyclif (1320-1384) sostenne che «Cristo è l’unico
Capo della Chiesa» e che «la gerarchia avida di potere,....
che pretende d’avere una santità religiosa speciale, è priva d’una
giustificazione scritturale». Wyclif fu acclamato come «la stella del mattino
della Riforma inglese». Erasmo da Rotterdam (1467-1536), il più grande
tra coloro che gli storici definiscono «umanisti», favorì notevolmente la
Riforma nel continente europeo traducendo il Nuovo Testamento dal greco nel
1516-1517. Una parte più ampia della popolazione riuscì allora a vedere le
differenze tra la Chiesa e l’insegnamento neotestamentario. Infine tutta la
Bibbia fu tradotta in Inglese da William Tyndale. In seguito (nel 1611,
nel periodo successivo alla Riforma), fu pubblicata la versione «King James» in
lingua inglese.
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3.
DIO, L’ELEMENTO NASCOSTO?:
Si può considerare Dio come uno degli
elementi che portarono alla Riforma? La risposta di Renwick e di Harman nel loro
prologo (op. cit., pp. 7-10), in effetti, è affermativa. A sostegno di
questo, essi scrivono «considerate, ad esempio, come la Riforma fu protetta»
dall’improvvisa necessità «che Carlo V ebbe di rappacificarsi con i propri
sudditi protestanti e di ricorrere al loro aiuto contro il nemico comune», vale
a dire le armate musulmane turche (che stavano minacciando Vienna!). Nel loro
testo più importante, tuttavia, essi ne spiegano le conseguenze in termini del
tutto umani, come l’interazione politica tra principi e papi, l’influenza dei
movimenti, i grandi pensatori e i grandi eroi, eccetera.
La «grazia» della
presenza di Dio nella Chiesa così com’è stata resa da Renwick e da Harman è
molto diversa da quella del Nuovo Testamento, laddove il coinvolgimento di Dio è
menzionato in maniera specifica, e non è soltanto
ipotizzato.
La chiave si trova nell’espressione «Spirito
Santo» (menzionato in 90 versi del NT e 42 volte nel solo libro degli Atti) e
«Spirito», ricorrente negli Atti e nelle lettere di Paolo.
Ad eccezione di
casi isolati, la Chiesa del periodo anteriore alla Riforma aveva perso
evidentemente qualcosa riguardo allo Spirito Santo, di certo per ciò che
atteneva alla sua manifestazione soprannaturale nella storia e nella Chiesa,
all'illuminamento riguardo alla Parola di Dio e spesso, in maniera scandalosa,
per quanto atteneva al concreto «frutto dello Spirito». Forse, in maniera
rilevante, uno degli elementi più importanti che favorirono
la Riforma (Renwick - Harman, op. cit., p. 103), fu il Rinascimento,
che giunse dall’esterno della Chiesa. Fu mandato da Dio? La necessità
d’una riforma emerse dentro
la Chiesa. La
teoria e la pratica furono coltivate dagli uomini e scaturirono dalla radice
della Chiesa: dagli insegnamenti dei suoi «Padri». Fu certamente da questo, che
il tutto ebbe inizio, piuttosto che dal disagio dell’uomo rispetto alla
Chiesa; l’origine è da cercare perciò nell’insoddisfazione di Dio nei
confronti della Chiesa.
I Padri della
Chiesa stessi, nonostante il gran bene che fecero nel combattere le prime
eresie, e nel contribuire a definire il canone del Nuovo Testamento, spinsero
però la Chiesa latina d’Occidente su d’una strada di sostanziale negazione
dell’insegnamento di Paolo in merito a ciò che è realmente la vera Chiesa, e sul
modo in cui essa fu creata sulla croce di Gesù (Efesini 2,12-22). Questo vale,
in particolare, per uomini quali Giustino Martire (150 ca.), Ireneo (vescovo di
Lione, 178-195), Origene
(185-254), Ambrogio (vescovo di
Milano, 340-397), Agostino (354-43) e Giovanni Crisostomo (cfr. i suoi sermoni
del 397). Tutti questi uomini negarono,
mediante le implicazioni dei loro insegnamenti, la descrizione paolina della
Chiesa come unione organica dei Giudei con i Gentili.
Dio, a motivo di ciò che Egli è in se stesso e in tutto
il creato, può essere sicuramente considerato «l’Elemento Nascosto»,al di
sopra di tutti gli elementi che aprirono la strada alla Riforma. Egli si
coinvolse nelle vicende della storia per il bene della coraggiosa, splendente,
vera Chiesa di Gesù, che non potrà essere liberata dall’oscura Chiesa
istituzionale, fino a quando gli angeli di Dio non lo faranno nell’Ultimo
Giorno.
{Traduzione dall’inglese di Gianluigi Bevegni}
{Redatto, ampliato e adattato da Nicola Martella © Punto°A°Croce 2007}
Per l’approfondimento
cfr.
Nicola Martella (a cura di), «Dai preriformatori alla rivoluzione francese»,
Escatologia fra legittimità e abuso.
Escatologia
2
(Punto°A°Croce, Roma 2007), pp. 67-89. |
Fonti utili:
■
A. M. Renwick - A. M. Harman,
The Story of the Church (Inter-Varsity Press; 2nd and enlarged
edition).
■ Roland E.
Diprose, Israele nello sviluppo del pensiero cristiano (I.B.E.I, Roma).
■
A Reformation Timeline:
www.williamtyndale.com.
■
Johannes Gutenberg and the
Printing Pres: www.Inventors.about.com.
■
The Pre-Reformation History of
the Bible from 1400 BC to 1400: www.greatsite.com.
■
The Smalcald Articles:
www.frii.com.
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-Precursori_Riforma_EnB.htm
03-10-2007; Aggiornamento:
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