In un mio precedente articolo sull’«unzione
sepolcrale» di Benny Hinn, ho cercato di tratteggiare velocemente alcuni
aspetti inquietanti di questa «unzione» che il controverso predicatore dichiara
di aver ereditato dalla Kuhlman e dalla McPherson, già morte e
sepolte. Ho anche fatto notare alcuni incredibili punti di contatto con il culto
delle reliquie e quello dei santi defunti, tipici della chiesa cattolica e delle
chiese ortodosse. Vorrei anche ricordare, en passant, che tutta la
mistica cattolica e ortodossa è stracolma di esperienze «soprannaturali» quali
apparizioni di Cristo, angeli, demoni, santi e altro. Le agiografie dei mistici
cattolici e ortodossi straripano di esperienze extracorporee, con continue
escursioni nell’oltretomba tra inferno, purgatorio (dove non è mai andato, però
— che io sappia — alcun «mistico evangelico»!) e paradiso. Queste esperienze non
mancano neanche nella spiritualità evangelica, certo, ma sono più rare. «Mistici
evangelici» più recenti, come Kenneth E. Hagin o Mary K. Baxter,
con le loro continue visioni di esseri spirituali e i viaggi nel mondo
ultraterreno, rappresentano più l’eccezione che la regola. E cosa dire di Benny
Hinn? Dove situarlo? Fra gli evangelici pentecostali-carismatici o fra i
«neopentecostali-neocarismatici», ossia fra gli esponenti di quella corrente che
si è allontanata dal pentecostalismo e dal movimento carismatico genuinamente
evangelici (fra cui metterei sicuramente anche Hagin e, forse, la Baxter),
scadendo nel neognosticismo che di cristianesimo evangelico non ha più niente,
se non l’«apparenza della pietà»?
In questo articolo mi propongo di indagare maggiormente
la spiritualità di Benny Hinn, cercando di aggiungere alcune tessere ancora
mancanti al mosaico del suo ritratto da me presentato, così da far tirare alcune
conclusioni agli stessi miei lettori e a beneficio di tutto popolo di Dio, nella
speranza che tutti siano indotti ancora una volta a riflettere e a effettuare,
in piena libertà di coscienza, il loro privato discernimento, così come ci
esorta a fare la Scrittura.
È facile rendersi conto di come alcune dottrine e
affermazioni di Hinn siano decisamente estranee all’impianto teologico
evangelico, pentecostale-carismatico e non. Ho già trattato la sua dottrina
dell’«unzione
sepolcrale» così affine al culto dei santi defunti e delle
reliquie dei santi. Io credo, personalmente, che un dato biografico di Hinn
possa risultare, in merito, illuminante per chiarirci le idee. Leggiamo che cosa
ebbe egli stesso ad affermare riguardo alla sua infanzia: «La mia educazione,
naturalmente, è stata cattolica perché ho frequentato la scuola cattolica di
Giaffa, in Israele. E così la mia mentalità è sostanzialmente una mentalità
cattolica. Quando sono nato di nuovo, ero cattolico nei miei modi di fare.
Ero molto cattolico nelle mie idee, nel mio comportamento» («Christianity
Today», 3 settembre 1991, mio il corsivo). La tesi principale di questo articolo, quindi, sulla
«spiritualità ecumenica» di Benny Hinn è ricavata fondamentalmente dalle
precedenti affermazioni: se Hinn dice o fa qualcosa di strano per noi cristiani
evangelici, di dottrinalmente imbarazzante ed eterodosso, ma troppo affine alla
teologia e alla spiritualità cattoliche, è perché il cattolicesimo che egli
assimilò nell’infanzia gli è rimasto dentro. Certo, Hinn è diventato
apparentemente evangelico, come succede anche a molti cattolici del nostro
Paese, ma la sua mentalità è rimasta «sostanzialmente cattolica». È lui
stesso a dirlo, non io. E davvero alcune cose che dice e fa sembrano appartenere
alla spiritualità cattolico-misticheggiante di stampo direi quasi
«medieval-popolare», prima della Riforma per intenderci, dove i confini con la
superstizione e la magia erano assai labili.
Per tornare di nuovo al discorso delle reliquie, per
noi evangelici esse appartengono a un passato remoto già risolto, giacché videro
coinvolto o in primis proprio il grande Lutero nella sua battaglia contro
le «dottrine papiste» agli albori della Riforma. Benny Hinn, invece, anche in
questo caso, ha voltato le spalle al cristianesimo storico facendo tabula
rasa della Riforma: come interpretare, ad esempio, la vicenda della «sacra
sindone»? La ricordo velocemente, per chi non l’avesse presente. Il 20
aprile 1998, Benny Hinn, insieme con Paul Crouch, si recò in pellegrinaggio
davanti alla
sindone in occasione dell’ostensione torinese, annunciando la sua
partecipazione alla raccolta di fondi per il restauro della cappella del Guarini
dopo l’incendio.
Tale azione fu criticata aspramente dall’Alleanza
Evangelica Italiana, la quale, anche in quell’occasione, prese le distanze da
Hinn con un comunicato ufficiale — di cui riporto di seguito alcuni stralci
significativi — che costituisce anche una gustosissima pagina di moderna
apologetica nostrana: «Di fronte alle recenti notizie relative alla
spettacolarizzazione della sindone e all’omaggio resole dal tele-predicatore
americano Benny Hinn e dal presidente del Network americano “Trinity
Broadcasting” Paul Crouch, […] l’Alleanza Evangelica Italiana desidera
sottolineare la propria posizione in merito e soprattutto prendere le distanze
da certi “pastori evangelici” che pubblicizzano in modo trionfalistico maxi
raccolte di fondi per la cappella Guarini dopo il noto incendio. I principi
biblici sui quali si fonda l’Alleanza Evangelica Italiana […] sono assolutamente
contrari a queste manifestazioni. Il Signore infatti avverte in modo chiaro, sia
nell’Antico che nel Nuovo Testamento, attraverso la Parola del Suo unigenito
figlio Gesù, che “nessuno può rimettere i peccati tranne Dio” e che la salvezza
per grazia mediante la fede esclude la partecipazione di evangelici a pratiche
religiose intrise di idolatria. Di conseguenza riteniamo che sia assurdo e
antibiblico annunciare un’indulgenza o un perdono divino ottenibile andando a
vedere un telo, la cui provenienza è tuttora incerta e che comunque la stessa
chiesa cattolica accettò essere un manufatto medioevale. Anche se la sindone
fosse stata realmente il sudario di Cristo essa non avrebbe comunque alcuna
rilevanza salvifica. La salvezza dell’anima e il perdono dei peccati si
ottengono gratuitamente e senza bisogno di pellegrinaggi e reliquie aprendo il
cuore a Cristo e chiedendogli con sincerità di entrare nella propria vita ed
esserne il Signore. Quando questo miracolo spirituale si verifica, avviene la
nuova nascita, quella che Gesù spiegò con molta chiarezza a Nicodemo e che
l’evangelista Giovanni riporta fedelmente nel capitolo 3 del suo libro. La nuova
nascita, la rigenerazione di cui parla anche l’apostolo Paolo nella lettera ai
Corinzi, non si può “guadagnare” né comperare con offerte strabilianti (come
quella promessa dal Sig. Crouch), pellegrinaggi o scale sante. La Salvezza si
“riceve”. Essa è il dono più prezioso che Dio fa all’uomo che si pente davanti a
lui, invoca il suo perdono e comprende che avrebbe dovuto essere inchiodato
sulla croce al posto di Cristo. Quanto ai dollari USA promessi da Crouch con uno
stile mercantilistico e trionfalistico, nulla suona più estraneo allo spirito
evangelico. Infatti un vero cristiano avrebbe scopi ben più nobili per destinare
questi fondi: ad esempio l’evangelizzazione delle migliaia di pellegrini che
giungeranno in Italia per il Giubileo e dovranno purtroppo subire spettacoli di
idolatria e di miracolismo. Il giusto inquadramento del Giubileo nella
prospettiva di annunzio della misericordia di Dio e di liberazione da stereotipi
idolatri, è l’obiettivo primario dell’Alleanza Evangelica Italiana alle soglie
del terzo millennio come tempo della chiesa».
Continuando nel nostro viaggio alla scoperta del
cattolicesimo latente di Hinn, scopriamo poi che i punti di contatto fra la
spiritualità hinniana e le pratiche cattoliche non si fermano certo alle
reliquie o al culto dei morti. Infatti, il telepredicatore ha anche affermato di
credere che, dietro i miracoli di guarigione di Lourdes e di
Fatima — celebri luoghi di apparizioni mariane e mète del moderno turismo
religioso, considerato dagli evangelici «mariolatrico» — vi sia a operare
nientemeno che Dio! Tutti gli evangelici, soprattutto italiani, inorridirebbero
a tale bestemmia, ma il 23 aprile 1998, durante una popolare trasmissione
televisiva, il Larry King Live,
Hinn ebbe a dire: «Vedi, Dio ci ha donato, Larry,
molte fonti di guarigione. Considera Lourdes. Le persone sono state guarite
andando a Lourdes e a Fatima. C’era una vasca, anche nella Bibbia, la vasca di
Betesda, dove gli angeli agitavano l’acqua — anche lì le persone venivano
guarite. Pertanto, Dio ci ha dato molte vie di guarigione. Egli vuole che siamo
guariti».
Anche riguardo alla messa
cattolica Hinn ha fatto delle affermazioni a dir poco eterodosse, per noi
evangelici, mostrando ancora una volta la sua inclinazione verso il
cattolicesimo. Descrivendo un servizio cattolico di comunione (o eucarestia)
ad Amarillo, a cui egli prese parte, Hinn affermò di essersi sentito
improvvisamente intirizzito, quando poi percepì qualcuno che gli si avvicinava
davanti. La sensazione divenne così reale che egli stese il braccio e toccò un
vestito che aveva «una sensazione setosa, di una bella e soffice veste. […] La
cosa successiva che sentii fu davvero la forma di un corpo, la sagoma di un
corpo. E il mio corpo […] s’intorpidì totalmente […]. E quella sera Dio mi diede
davvero la rivelazione che, quando partecipiamo alla comunione, non è solo
comunione, Paul [rivolgendosi a Crouch]. Stiamo partecipando allo stesso Cristo
Gesù. Egli non disse: “Prendete, mangiate, questo rappresenta il mio corpo”.
Egli disse: “Questo è il mio corpo, spezzato per voi...”. Quando partecipi alla
comunione, stai partecipando a Cristo, e questo guarisce il tuo corpo. Quando
partecipi a Cristo, come puoi restare debole?... malato?...
E così stasera, mentre partecipiamo alla
comunione, non stiamo prendendo del pane. Stiamo prendendo quello che egli disse
che avremmo preso: “Questo è il mio corpo”» (TBN, 27 dicembre 1994). A me sembra
proprio che Hinn, con queste affermazioni, sia in perfetta sintonia con la
dottrina cattolica della transustanziazione, tanto esecrata da noi evangelici!
Per concludere questa rapida
carrellata sulla «spiritualità ecumenica» di Benny Hinn, fortemente incline al
cattolicesimo, sarebbe una gravissima mancanza sorvolare sulla sua grande
ammirazione per il precedente papa, Giovanni Paolo II, da lui definito
spesso il «papa profetico» e «ripieno di Spirito», da cui fu ricevuto — proprio
come la Kuhlman — per ben due volte nell’ottobre del 1987 e nel 1995. L’immagine
di uno di questi due incontri è utilizzata sistematicamente nella sigla di
apertura del programma di Hinn «This is Your Day!» ed anche per
pubblicizzare alcune sue crociate, come quella nell’aprile del 1999 in Papua
Nuova Guinea, quando Hinn ricevette alcune critiche feroci da parte della stampa
e della chiesa cattolica locale per quella subdola strumentalizzazione
dell’immagine del papa stesso. Riguardo a questi incontri con Giovanni Paolo II,
Hinn ebbe a dire che quando il papa pregò per lui, questa fu l’esperienza più
entusiasmante della sua vita e che, quando il papa lo toccò, sentì un fuoco
uscire dal suo corpo. Inoltre, nel 1989, Hinn partecipò al movimento per
conferire a Giovanni Paolo II il riconoscimento di «Principe della pace». Alla
morte del papa, Hinn si è recato in Vaticano per ossequiarne la salma, per i cui
particolari si può visitare il sito ufficiale del ministero di Hinn (www.bennyhinn.org),
dove è messa a disposizione anche l’intervista rilasciata da Hinn alla CNN da
Piazza San Pietro. Traduco dapprima alcuni brani significativi tratti dal sito:
«Recentemente, il pastore Benny si è unito ai dignitari di tutto il mondo a Roma, in Italia, per piangere la
morte del papa Giovanni Paolo II. All’invito estesogli grazie a un
rapporto con il Vaticano, il pastore Benny ha partecipato a una messa
privata nella Basilica di San Pietro per i membri dello staff vaticano che
lavoravano vicino al pontefice. A soli pochi metri dal corpo solennemente
esposto nella camera ardente, il pastore Benny ha partecipato a un servizio
ispiratore di musica, liturgia ed eulogie dell’uomo che ha guidato la chiesa
cattolica per più di ventisei anni. […] Il pastore Benny ha commentato che “il
papa è stato un uomo che era guidato dall’amore per il Signore Gesù Cristo e la
cui eredità sarà contraddistinta da un’intensa passione per l’evangelizzazione”»
(http://www.bennyhinn.org/resources/pope.cfm,
mio il corsivo). Alcuni particolari, rivelatici dallo stesso sito
Internet del ministero di Hinn, mi sembrano davvero inquietanti: chiunque legga
il precedente comunicato non può fare a meno di chiedersi se Hinn appartenesse,
quindi, a quella stretta cerchia di collaboratori di Giovanni Paolo II, tanto da
essere invitato a partecipare a una messa privata per i più intimi «grazie a un
rapporto con il Vaticano»…
Ma chi è, davvero, Benny Hinn?
Poi, nell’intervista
rilasciata alla CNN il 7 aprile 2005 da Piazza San Pietro, Hinn ha affermato che
tutta quella gente accorsa per vedere la salma del papa era «in cerca di
risposte», soggiungendo: «La gente ha molta fame di Dio, e questo è un momento
assai toccante per me. Ho appena partecipato a un servizio religioso speciale,
un servizio funebre [in memoria del papa] qui in Vaticano. Mi sono
commosso sino alle lacrime nel vedere le persone affamate di Dio, e questo è un
giorno molto, molto speciale nella storia del cristianesimo, dove si assiste a
una fame di Dio così intensa». Poi ha continuato dicendo: «Penso che si stia per
verificare un cambiamento, e ciò che ha fatto questo caro papa, papa Giovanni
Paolo II, è averci dato la consapevolezza del fatto che abbiamo bisogno di Dio.
E come ho detto, vedere qui queste folle e che cosa sta succedendo qui, ancora
una volta, è un segno così chiaro, chiaro che le persone di tutto il mondo si
stanno volgendo a Dio a milioni». Concludendo la breve intervista, Hinn
ribadisce di trovarsi lì «solo per onorare la memoria di questo grande papa che
ha davvero toccato la mia vita come quella di milioni di persone». La CBN,
invece, ha riportato successivamente le seguenti dichiarazioni di Hinn: «Il papa
Giovanni Paolo II ha portato milioni di persone a Gesù Cristo, quand’era papa.
Ed io credo che andiamo incontro al maggior movimento dello Spirito di Dio su
questo pianeta».
Alla luce di tutti questi
fatti e affermazioni che non intendo commentare ulteriormente, ma che
affido all’attenta analisi dei lettori — della cui onestà intellettuale non
dubito, soprattutto se il loro intelletto è illuminato dallo Spirito e rinnovato
dalla Parola — ma anche tenendo presente tutto il materiale che ho fornito nei
miei articoli precedenti affinché i lettori operino quel discernimento al quale
siamo stati tutti invitati recentemente dall’AEI, mi piacerebbe porre
alcune domande agli organizzatori delle prossime giornate evangelistiche che
Hinn terrà a Palermo. Anzitutto, il loro gesto di farsi promotori di tali eventi
dev’essere interpretato come un’adesione implicita alle credenze e alle pratiche
di Benny Hinn? Vista la storica avversione di alcune realtà evangeliche
promotrici degli eventi palermitani per il cattolicesimo e per qualunque forma
di ecumenismo o di «compromesso dottrinale», dobbiamo credere che ci sia stato
qualche «aggiornamento teologico» da parte loro, ossia qualche ripensamento e
cambiamento dottrinale? Altrimenti perché promuovere il ministero di un uomo la
cui vita e le cui dottrine, se davvero le conoscessero, indurrebbero tali realtà
ecclesiali a prendere le debite distanze da lui? Inoltre, davvero i promotori
ignorano i fatti da me esposti o fanno solo finta di ignorarli? Se non li
ignorano, li approvano dunque in toto o sarebbero pronti ad ammettere di
aver sbagliato a invitare Hinn, facendo magari dietrofront e prendendo
pubblicamente le distanze da lui?
In conclusione, ribadisco di
aver scritto tutti questi articoli su Benny Hinn solo per fornire qualche
elemento concreto in vista di quel sano e doveroso discernimento biblico
auspicato dall’AEI, affinché tutti possano esaminare ogni cosa ritenendo il bene
(cfr. 1 Tessalonicesi 5,21) e sia promossa soltanto la gloria di Dio nella
nostra amata Italia.
Per l’approfondimento sul rapporto di alcuni carismatici di spicco verso l’ecumenismo e il
cattolicesimo cfr. in Nicola Martella,
Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995) i seguenti articoli: «Movimento carismatico e
cattolicesimo», pp. 112-118; «Fra ecumenismo e sincretismo», pp. 119-126. |
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A2-BHinn_ecumenico_Ori.htm
06-04-2007; Aggiornamento: 02-07-2010
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