1. LE QUESTIONI
1.1. ADES ABBORDABILE DAI CRISTIANI?: Casualmente vidi sulla bacheca di un
mio contatto su Facebook la proposta di un video dal titolo «Andiamo
a sfondare le porte dell’Ades». Rimasi alquanto perplesso per tali slogan
messi in musica e pieni di leggerezze ideologiche. Verificando, però, chi fosse
l’autore (Corrado Salmè), non mi meravigliai più di tanto, poiché dalla sua
bocca ho sentito già tante e variegate approssimazioni dottrinali.
Andai ad ascoltare il testo, il cui ritornello
cominciava così: «Andiamo a sfondare le porte dell’Ades (bis) / Andiamo a
strappare persone dal fuoco».
Dove sta il mandato biblico ad andare a sfondare le porte dell’Ades? La promessa
di Cristo è proprio al contrario di ciò che afferma il carismaticista Corrado
Salmè: «E le porte dell’Ades non la potranno vincere [l’assemblea]» (Mt
16,18). Chi è arrivato personalmente nell’Ades,
non può più esserne strappato, essendo condannato per sempre, come ci
mostra la rivelazione di Gesù sul ricco, che vi andò (Lc 16,19ss). La «grande
voragine» (separazione spaziale) non sta solo tra il Paradiso (o seno
d’Abramo) e l’Ades (v. 26), ma anche fra l’aldilà e l’aldiquà (vv. 27ss), fra
trascendenza e immanenza.
1.2. SI
PUÒ CONFINARE IL DIAVOLO?: Un’altra asserzione poco scritturale è il
seguente slogan: «Buttiamo il nemico fuori dalla nostra nazione». Questa
asserzione si nutre dell’ideologia carismaticista della cosiddetta «guerra
territoriale», secondo cui i cristiani sarebbero in grado di bandire
definitivamente
il diavolo da una casa, da un palazzo, da una città, da una zona, da una
nazione e così via. È una falsa dottrina nata dalla fantasia carismaticista,
senza alcuna base biblica.
L’immagine, che la Bibbia dà del diavolo, è totalmente differente da quella
carismaticista. Ecco alcuni indizi. Nel libro di Giobbe
l’Eterno chiese a Satana, che si presentò in Cielo
(!), da dove provenisse (Gb 1,6s). L’Avversario gli rispose: «[Vengo] dal
percorrere la terra e dall’andare in giro per essa» (v. 7). Aveva pure
ben studiato il caso di Giobbe, per cercare di istigare Dio negli
eventuali punti deboli di quest’uomo, che Dio presentò come «integro, retto,
che teme Dio e fugge il male» (vv. 8ss). In Giobbe 2,1ss si trova la seconda
puntata.
Nel NT non è cambiato nulla di tale quadro. Fino a un certo punto del «giorno
del Signore», il diavolo avrà
accesso al Cielo, presso Dio, per essere «l’accusatore dei
nostri fratelli, che li accusava dinanzi al Dio nostro, giorno e notte»
(Ap 12,10). Solo allora il «seduttore di tutto il mondo» sarà gettato giù,
unitamente ai suoi angeli (v. 9). Se Satana ha accesso al Cielo, come si può
pretendere ideologicamente di cacciarlo definitivamente da una casa, da
una città o da una nazione? Il diavolo portò Gesù (!) nella santa città e
addirittura sul pinnacolo del tempio (Mt 4,5). Gesù disse quanto segue: «Ora,
quando lo spirito immondo è uscito da un uomo, va attorno per luoghi aridi,
cercando riposo e non lo trova. Allora dice: “Ritornerò nella mia casa,
da dove sono uscito”. E giuntovi, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va e
prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, i quali, entrati,
prendono qui dimora» (Mt 12,43ss). Se uno spirito
può tornare a prendere dimora in un uomo, quanto più vale per una casa, una
zona, una città e una nazione, se si abbassa la guardia?
Chi ha il «radar spirituale», per verificare che in una dato luogo non ci
sono più spiriti impuri? Se il diavolo tenta i credenti (1 Cor 7,5), come
si può dire che sia stato cacciato da un luogo? Non è scritto che «l’avversario,
il
diavolo, va attorno come di leone ruggente, cercando
chi possa divorare»? (1 Pt 5,8). Pietro
non ingiunse la seguente soluzione: «Cacciatelo dalla vostra zona!», ma
soltanto: «Resistetegli, stando fermi nella fede!» (v. 9). Riguardo a
come si resiste al diavolo, Giacomo risponde che bisogna sottomettersi a Dio,
nettarsi e purificarsi e avvicinarsi a Dio (Gcm 4,7s). Allora succede che il
diavolo
fugge via dai credenti
(v. 7), ma non da una zona o da una nazione! Tale suo fuggire via non è assoluta
e per sempre; anche riguardo a Gesù leggiamo: «Allora il diavolo,
finita che ebbe ogni specie di tentazione, si partì da lui fino ad altra
occasione» (Lc 4,13).
Si parla addirittura di credenti, che hanno fatto posto al diavolo (At
5,3; Ef 4,27). Paolo parlò del fatto che Satana aveva impedito
a lui e alla sua squadra missionaria, più di una
volta, di recarsi a Tessalonica (1 Ts 2,18); aveva Paolo troppa poca fede? Gesù
disse al conduttore di Pergamo: «Io conosco dove tu abiti, cioè là
dov’è il trono di Satana… dove abita Satana» (Ap 2,13); il Signore non lo rimproverò per non aver cacciato Satana da
tale città, ma per essere stato tollerate con i falsi apostoli esoteristi e
fraudolenti (vv. 14s dottrina di Balaam e dottrina dei Nicolaiti; cfr. 2 Cor
11,3ss.13ss).
L’ideologia carismaticista della cosiddetta «guerra territoriale» è una
falsa dottrina. Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella,
Carismosofia (Punto°A°Croce, Roma 1995), l’articolo «La strategia
di una «guerriglia» spirituale», pp. 220-224.
1.3.
APPROSSIMAZIONI: In tale canto cose vere, presunte e false sono
mischiate insieme, dando l’impressione che le cose stiano così. Tuttavia,
mezze verità, spropositi dottrinali e approssimazioni sono più perniciosi
delle chiare menzogne, poiché creano surrogati di ideologia dogmatica, che
sembrano verosimili e vengono spacciati per veri, specialmente se sono il
ritornello di una canzone. Tutto ciò mostra ancora una volta che cantautori,
che poco conoscono la corretta interpretazione della Bibbia, ma si atteggiano a
«profeti», rimarranno sempre operai confusi che, non sapendo tagliare rettamente
la Parola della verità (2 Tm 2,15), confondono anche gli altri con le loro
approssimazioni dottrinali.
2. LA DISCUSSIONE: Commentai brevemente quel video sulla
bacheca di un contatto, limitandomi all’incitamento: «Andiamo a sfondare le
porte dell’Ades». Ecco la discussione, che ne è seguita. Su richiesta di tale
interlocutore, gli do uno pseudonimo.
2.1. LE
TESI (Gaetano Danielli, ps.): Fratello Nicola, tu stesso scrivi: «La “grande
voragine” (separazione spaziale) non sta solo tra il Paradiso (o seno
d’Abramo) e l’Ades (v. 26), ma anche fra l’aldilà e l’aldiquà (vv. 27ss)». Hai
ragione, tuttavia mi chiedo se, ad esempio, un indemoniato (persona sotto
il giogo dell’avversario biblico) non viva in una dimensione di prigionia,
simile a chi è stato mandato nell’Ades.
La città in Apocalisse spiritualmente rappresenta Sodoma e Egitto, ma non
è Sodoma e Egitto.
Essendo i demoni, come esempio di questo caso (ma ve ne possono fare
altri pure volendo, come la religione che domina un paese), i rappresentanti
che, spiritualmente e oggettivamente rappresentano l’Ades, non sono forse
una realtà riflessa in questo mondo di ciò, che è attuale all’Ades? La preghiera
per la liberazione di costoro non è forse una marcia verso ciò, che
rappresentano i demoni, che li tengono in prigione? Non è quindi un andare e
abbattere potenze e roccaforti di tenebre?
Nel famoso indemoniato rivelatosi con il nome di Legione, perché erano tanti,
non rappresentavano l’Ades per quel poveruomo, il cui corpo era diventato
la loro dimora?
Gesù stesso ci dà il mandato di avere podestà sopra ogni potenza del
nemico: «Ecco, io vi ho dato la potestà di calcare
serpenti e scorpioni, e tutta la potenza del nemico; e nulla potrà farvi del
male» (Luca 10,19). «Or questi segni accompagneranno coloro, che
avranno creduto: Cacceranno i demoni nel mio nome» (Marco 16,17).
Gesù andando a liberare il prigioniero di Legione non andò a sfondare le porte
dell’Ades, visto che lì v’erano i rappresentanti dell’Ades? Noi non
abbiamo avuto, sommando l’interezza della Parola di Dio, questo mandato?
Gesù non ha le chiavi della morte e dell’inferno? (Apocalisse 1,18).
Infatti la canzone non fa riferimento all’Ades dell’aldilà, ma a quelle
forze spirituali e occulte che dominano
nell’aldiquà paesi, nazioni e persone. Ecco perché dice, andiamo a strappare
persone dal fuoco (cioè quelle, che possiamo raggiungere con la Parola di Dio).
{22-09-2014}
2.2.
OSSERVAZIONI E OBIEZIONI (Martella Nicola): Non c’è male come «insalata
russa», in cui tutto viene commisto, cose vere, verosimili, mezze verità,
cose che nulla c’entrano, palesi errori dottrinali e velate menzogne dovute a
scarsa conoscenza o ad avventatezza retorica per poco approfondimento. Si
premette quanto bisogna prima dimostrare. Si usano come slogan cose, che non si
è sufficientemente verificato nella Bibbia. Si assemblano insieme cose, che non
c’entrano le une con le altre, per così dire, capre e cavoli. Rispondo solo agli
aspetti più importanti.
Nell’aldiquà non esiste un Ades. Tutti i paragoni con gli indemoniati
sono fuori luogo. La città, che nell’Apocalisse si chiama Sodoma e Egitto,
è Gerusalemme (Ap 11,8); ma non c’entra nulla con l’Ades, né rende quest’ultimo
il riflesso di un presunto Ades nell’aldiquà.
I demoni non rappresentano l’Ades, poiché essi non ne hanno titolo e
poiché esso è fuori della loro portata e dai loro desideri di essere lì a
soffrire pure loro. La possessione e l’Ades non c’entrano nulla l’una con
l’altro; dalla possessione si può essere liberati, dall’Ades no. I demonizzati
si trovano nell’aldiquà e possono essere eventualmente ancora liberati; chi si
trova nell’Ades è perduto per sempre.
L’Ades è un luogo trascendentale e basta; ed è fuori del raggio d’azione
e delle possibilità d’intervento dell’uomo. Chi vi entra non vi esce più, se non
al giudizio universale. Tali porte l’uomo non li può sfondare; chi
afferma il contrario, è un bugiardo. Nessuno può andare ad abbattere tale luogo
di punizione preventiva, essendo già l’anticamera dello «Stagno di fuoco» (Ap
20,14); quindi, chi entra nell’Ades ha già la sua condanna (cfr. Eb 9,27), ciò
che manca è stabilire l’entità della pena, che verrà fissata nel giudizio finale
(Ap 20,12s «secondo le sue opere»).
Gesù non ha dato a nessuno una potestà sull’Ades, né ai suoi apostoli né
a qualunque altro. Brani come Luca 10,19 e Marco 16,17 non c’entrano nulla con
l’Ades. Come abbiamo già detto, i demoni non sono i «rappresentanti dell’Ades»,
né essi stessi vorrebbero mai andare in tale luogo di tormento, al quale
pensiero tremano pure loro (cfr. Mt 8,29). Abbiamo detto che l’Ades è
l’anticamera dello «Stagno di fuoco», e sarà in quest’ultimo che il diavolo e i
suoi demoni saranno tormentati giorno e notte nei secoli (Ap 20,10).
I cristiani non hanno nessun mandato riguardo all’Ades, né hanno chiavi per
entrarci o potenza per sfondarne le porte. Solo Gesù ha le chiavi dell’Ades
(Ap 1,18) e non le ha ancora prestate a nessuno. Infatti, è anche sbagliato
tradurre il termine greco
hádēs con «Inferno»
in Apocalisse 1,18, come fa Diodati (e CEI con «gli
inferi»). Inoltre, se si osserva l’intero verso, Gesù afferma di
detenere «le chiavi della morte e dell’Ades»,
essendo che lui fu morto, ma ora è vivente per sempre. Tali chiavi
servirono a Lui per valicare, per la potenza di Dio, le porte della morte
e dell’Ades; esse non sono a disposizione di altri ora in terra, perché ne
facciano l’uso, che vogliono.
Non esiste altro Ades, se non nell’aldilà. Tale canzone si basa su una
scarsa conoscenza dottrinale dell’autore e crea soltanto confusione e
false attese. Meglio non seguire tali maestri dalla
scarsa dottrina, sebbene si presentino come «profeti» (cfr. Gr 14,14).
►
Andiamo a sfondare le porte dell’Ades? Parliamone {Nicola Martella} (T)
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/A1-Sfonda_Ades_Esc.htm
06-10-2014; Aggiornamento: 08-10-2014 |