Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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ANDIAMO A SFONDARE LE PORTE DELL’ADES?

PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo l’articolo «Andiamo a sfondare le porte dell’Ades?».

     Quando una mezza verità o una totale menzogna viene messa in rima, addolcita da altre locuzioni bibliche o verosimilmente tali, viene messa in musica e cantata e ricantata, non si bada più a ciò che si canta o ci si convince che ciò provenga veramente dalla Scrittura e dalla dottrina biblica.

     Una cosa del genere accade proprio con la canzone «Andiamo a sfondare le porte dell’Ades» di Corrado Salmè. L’idea suggestiva ma irrealistica, che si suggerisce, è che i cristiani possano abbordare l’Ades, il luogo in cui vanno i morti increduli o malvagi dopo la morte, per sfondarne le porte e trarre anime da tale regno. Ciò renderebbe l’Ades non più un luogo di tormento senza ritorno e l’anticamera dello «Stagno di fuoco» (o Inferno), ma una specie di «Purgatorio», da cui cristiani militanti possano sottrarre anime. Non credo che Corrado Salmè credi a ciò, ma con la sua canzone ha generato tanta confusione.

     L’altra idea suggestiva ma irrealistica, che Corrado Salmè suggerisce, è che il «nemico», definito poi come «principati e potestà», possa essere fisicamente e geograficamente buttato fuori dalla nostra nazione. Sarebbe come se si volesse impedire al vento di soffiare sull’Italia e alle onde radio di propagarsi sulla nostra nazione. Come abbiamo visto, tale visione secondo cui si possa impedire a forze immateriali di calcare fisicamente i confini di un perimetro zonale o nazionale, è incompatibile con la Scrittura e del tutto irragionevole. Si tratta della sedicente «guerra territoriale» di matrice carismaticista, che è una falsa ideologia.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Danilo Ristagno

2. Nicola Carlisi

3. Donatella N. Festa

4. Michele Savino

5. Mary Terranova

6. Gianni Siena

7. Luigi Avella

8.

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Danilo Ristagno}

 

Ho letto lo studio tutto d’un fiato, perché l’argomento mi è parso assai interessante. Non nego che, all’inizio, la pensavo come il cantautore; ma poi avendo approfondito gli studi sulla Parola di Dio riguardo a questo caso, mi sono reso conto che è molto facile, se non si è avveduti, e sopratutto se ci si convince velocemente e con distrazione che delle cose predicate siano coerenti con l’Evangelo, si potrebbe incappare nell’errore di credere il falso. Da quando ebbi una simile esperienza, cerco di prestare maggiore attenzione e chiedere maggior discernimento a Dio, prima di farmi convincere che una verità sia quella che ci viene predicata o cantata. Grazie, fratello Nicola, per questi studi ben mirati e integrati con la somma corretta della Parola di Dio (Salmi 119,160). {06-10-2014}

 

 

2. {Nicola Carlisi}

 

Contributo: Molti dimenticano che Satana è il dio di questo secolo (2 Cor 4,4), il principe di questo mondo (Gv 12,31). La sua podestà ancora è su tutti gl’increduli (Atti 26,18). Egli è stato già giudicato, ma verrà legato solo al ritorno di Cristo, e dopo i mille anni sarà nuovamente sciolto per sedurre le genti e radunarli alla battaglia (Ap 20,7); solo alla fine sarà buttato nello stagno di fuoco, e dello zolfo, dove è la bestia e il falso profeta (Ap 20,10).

     Riguardo a Hades (termine greco) e Scheol (ebraico), ossia il mondo degli spiriti, lì vi e stato Gesù e ne è venuto fuori trionfando sulla morte, e portando fuori moltitudini di prigionieri, tutti quelli che hanno creduto (Ef 4,8). Vi è troppa confusione nell’aria, e molti ne vengono storditi. {06-10-2014}

 

Nicola Martella: A vederci bene, i termini Hades e Še’ol non designano tanto «il mondo degli spiriti» quanto dei defunti; infatti, sono «spiriti» anche gli esseri celesti (Eb 1,14; cfr. At 23,8s) e i demoni (Mt 8,16; 10,1; 1 Tm 4,1; Ap 16,13s). Probabilmente si vuole intendere proprio questo (spiriti dei defunti).

     Giustamente Gesù è l’unico in tutta la storia, che finora è entrato nell’Ades e ne è anche uscito. Quanti pretendono di poter sfondare le porte dell’Ades dalla terra, sono o bugiardi o cultori di fantascienza.

 

 

3. {Donatella Nancy Festa}

 

Concordo con il fatto che bisogna sempre di più attenersi fermamente alla Parola scritta e non lasciarsi suggestionare da discorsi vani. Ci sono gruppi, per esempio, che pretendendo di essere studenti biblici e che fanno della Scrittura un’incomprensibile minestrone, fuorviando le persone, invece di portarle al Cristo (dico questo intorno alle sette). Riguardo ai demoni, la Bibbia ci fa capire che sono avversari di Dio, angeli caduti, senza dignità, che servono Satana (Gd 1,6; Mt 12,24). Il ragionamento, secondo cui vincerli significa sfondare le porte dell’Ades, mi pare inconsistente. Il potere dei discepoli del Cristo sta nel «camminare sopra serpenti e scorpioni e tutta la potenza del nemico; e nulla potrà farvi del male» [Lc 10,19; N.d.R.]. Ora, riflettendo, la potenza del nemico è la sua forza; se io gioco a braccio di ferro e vinco un round, vuol dire che ho superato la forza del mio avversario; in senso spirituale, penso che noi, che crediamo, vinciamo Satana con la fede in Gesù, con le preghiere, resistendo ai suoi attacchi, restando fermi nella fede ecc. L’Ades, invece, è un luogo a noi invisibile (Luca 16,23). Pensare che chi ospita un demone, ospita l’Ades dentro di sé, non è scritturale. Se fosse così poveretti, altro che Legione! Tenendo poi conto del fatto che l’unico, che ha vinto la morte e l’Ades, è Gesù, ho avuto l’impressione che lo slogan «Sfondiamo le porte dell’Ades» fosse poco sobrio, se attribuito a singoli credenti. Questi ultimi, tuttavia, possono dire giustamente: «Siccome Gesù ha vinto la morte, anch’io l’ho vinta!». Faccio notare che il versetto «O morte dov’è il tuo dardo» [1 Cor 15,55; N.d.R.], non si è ancora adempiuto, ma lo sarà alla resurrezione. Concludo, ringraziando tutti per le riflessioni e gli spunti di studio: mi aiutano a tener sveglia la mia testa. {06-10-2014}

 

 

4. {Michele Savino}

 

Contributo: Nell’Antico Testamento, i morti vanno allo «Sceol», cioè alla tomba. Nel Nuovo Testamento, questo stato viene chiamato «Ades» o «soggiorno dei morti». Appare evidente in tutto il contesto biblico che in questo luogo i morti «dormono». Tutti ci vanno, credenti o increduli che siano. Non sappiamo dove sia, ma sappiamo che lì Dio non è ricordato. La parabola di Gesù (del ricco e Lazzaro) parrebbe insegnare qualcosa di diverso, ma come per altri concetti è meglio non basare una dottrina sui dettagli di una parabola. Intanto, a differenza di racconti mitologici, solo Gesù usci dall’Ades, dopo essere risorto dai morti, se non vogliamo considerare i pochi casi di morti tornati in vita, di cui è raccontato nella Parola del Signore.

     Condivido quanto scritto dal fr. Martella, che esprime le sue perplessità e i suoi dubbi sulle parole di Salmè, sicuramente molto forzate e prive di una base biblica, ma capaci di generare molta confusione su chi si sofferma sulle parole della canzone.

     Il problema è quello solito, si cerca di far dire alla Bibbia quello, che la Bibbia non direbbe mai, poiché stiamo parlando di un luogo misterioso (non sappiamo dove sia), di cui nessun uomo ha idea riguardo allo stato effettivo di coloro, che in quel attendono la risurrezione per passare davanti al trono del giudizio!

     Più che mai, dobbiamo fare attenzione. Molti sono i «falsi profeti», che operano tra di noi; molte sono le dottrine, che non hanno alcun fondamento nella Parola del Signore; e molti sono quelli che vagano fra dubbi e perplessità, ed è nostra responsabilità, invece, di rendere salda la loro fede anziché contribuire a renderla vacillante! Dio ci aiuti! {08-10-2014}

 

Nicola Martella: Concordiamo su molti aspetti. Ti faccio presente un aspetto, su cui ti chiedo di riflettere e di approfondire meglio. La storia del ricco e di Lazzaro non ha nessun elemento tipico di una parabola (il vero significato non sta nella «similitudine», ma nell’analogia spirituale o morale che ne risulta). Si tratta, invece, di una rivelazione: tutti i personaggi e le cose sono quello, di cui si afferma di loro e non bisogna cercare un altro significato.

     Inoltre, è vero che in diversi brani dell’AT la še’ol è la tomba, parlando gli autori ad esempio dei vermi in essa (Is 14,11), ma in tanti altri designa un indistinto luogo trascendentale (cfr. Am 9,2), da cui si può essere riscattati (Sal 49,15).

     A ciò si aggiunga che la locuzione «i morti dormono» è solo un eufemismo, un modo di dire, per descrivere l’inattività dei defunti, specialmente nell’attesa della risurrezione a vita o a giudizio. Infatti, proprio nella rivelazione di Gesù riguardo al ricco e Lazzaro, essi e Abramo sono poco dormienti, ma vivi, vegeti e mentalmente attivi; l’unica cosa che non possono fare è abbandonare il loro luogo, per recarsi nell’altro o ritornare sulla terra per fare storia. In ogni modo, non bisogna mai scambiare eufemismi o modi di dire per la realtà stessa; ad esempio, «mangiare un boccone» ogni giorno, se fosse realistico e non un modo di dire, porterebbe a gravi stati di denutrizione.

 

 

5. {Mary Terranova}

 

Contributo: Non mi piacciono particolarmente i canti di Salmè, ma credo che il canto sia inteso in senso figurato: «strappiamo anime dall’Inferno che le aspetta» e «mandiamo via il nemico Dai cuori degli Italiani». Di certo non credo che Salmè lo intenda in senso geografico. {08-10-2014}

 

Nicola Martella: Giuda ingiunge a proposito di coloro, che sono nel dubbio: «Salvateli, strappandoli dal fuoco» (Gd 1,23), ossia prima che vadano nel fuoco. Salmè, al contrario, pretende che i credenti possano sfondare le porte dell’Ades, che non è l’Inferno. Questo è inverosimile e assurdo: nessuno ha la possibilità di andare nell’aldilà, né ha la potenza per sfondare lì le porte di tale luogo. Chi è arrivato nell’Ades, non può più essere tirato fuori dagli uomini; il suo destino è segnato per sempre.

 

 

6. {Gianni Siena}

 

Contributo: Vorrei prima sapere dov’è il soggiorno dei morti... {10-10-2014}

 

Nicola Martella: La locuzione «soggiorno dei morti» non esiste nell’AT ebraico, ma è stata messa al posto (in modo interpretativo) di še’ol, termine che significa in senso materiale la singola tomba e in senso trascendentale il luogo generale dei defunti. Per l’approfondimento si veda in Nicola Martella, Manuale Teologico dell’Antico Testamento (Punto°A°Croce, Roma 2002), l’articolo: «Sce’ôl [še’ôl]», pp. 323-326.

     Dove sia la še’ol (= gr. hádes) non è dato a sapere nel dettaglio, ma ci sono abbastanza indizi nella Scrittura per localizzarla. Sappiamo che lì scendono i defunti (quindi non è il «Cielo», dove si sale) e da lì bisogna risalire, per poter tornare alla vita. Non è sulla «terra dei viventi» (cfr. Ez 32,25ss) né nei «luoghi sopraccelesti», dove sta il trono di Dio. Cielo e še’ol stanno, per così dire, agli antipodi; inoltre, come già accennato, al primo si sale, mentre alla seconda si scende (Gb 11,8; Sal 139,8).

     Sappiamo che il Paradiso (detto anche «seno d’Abramo») sta al terzo cielo (1 Cor 12,2; v. 4 Paradiso). I redenti, che si trovano lì, sebbene separati da una voragine dall’Ades, possono vedere i condannati e addirittura parlare con loro, come risulta dalla rivelazione di Gesù sul ricco e Lazzaro (Lc 16,19ss). Quindi, Paradiso e Ades stanno nella stessa dimensione trascendentale, e cioè in un luogo intermedio fra l’immanenza e il Cielo superiore, dove sta il trono di Dio. Dio è l’unico, che può penetrare nella še’ol, per strapparne qualcuno (Am 9,2); così ha fatto col Messia, quando lo risuscitò dai morti (Ef 1,20).

     Beh, ora che lo sai, Gianni Siena, che avrai di tanto sorprendente da dirci?

 

7. {Luigi Avella}

 

Capisco che forse Corrado Salmè volesse rendere esplosiva la sua canzone, come quelle che danno una certa carica; solo che mettendoci in mezzo l’anticamera dell’inferno, qualche commento doveva aspettarselo. Devo confermare quanto scritto da Nicola Martella riguardo il modo di vedere Luca 16. Ci sono stati alcuni fratelli che, nel passato, asserivano di aver avuto contatti «fisici» col Signore, del tipo «camminare mano a mano con Gesù in un campo di grano» e cose simili. Tutto ciò sarebbe avvenuto, dopo una notte passata al pronto soccorso per un malore, avendo al braccio una flebo; e poi il giorno dopo si era di nuovo in sesto. Il risultato è stato solo il frutto di una bella suggestione.

     Ricordiamoci l’abisso, posto tra il padre Abramo e il ricco, e l’impossibilità del ricco di ritornare indietro. Quindi non si può essere nell’aldilà e ritrovarsi nell’Ades, se non si è completamente morti. Allora se siamo ancora vivi, mi sa che sarà difficile sfondare le porte dell’Ades. {10-10-2014}

 

 

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12. {Autori vari}

 

Claudia Biscotti: Non credo di aver mai ascoltato questa canzone di Corrado Salmè. Il titolo in effetti è un «po’» ridondante e suona come un incitamento da supereroi. Mi viene alla mente un altro versetto. in cui si parla di «porte» e credo sia più concreto e fattibile per noi. «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché io vi dico che molti cercheranno di entrare e non potranno» (Luca 13,24). {08-10-2014}

 

Adolfo Monnanni: Certo è che con pensieri così confusi, come in tale canzone, non si aiuta nessuno e anzi si trascinano altri nello stesso baratro. Quanta confusione. Veramente è utile che tu, Nicola, porti avanti questo impegno; grazie. {06-10-2014}

 

Giovanni Angelo Spadafora: Taluni credono che prendendo la scopa, spazzano tutto! {06-10-2014}

 

Vincenzo Ferro: L’ho sentita la canzone. Mi parso che volesse dire che chi non conosce Cristo e non l’ha accettato, è come un morto che va all’Inferno. Mi parso che strappare anime, volesse dire farlo con la preghiera e testimonianza. {08-10-2014}

 

Nicola Martella: Ho riletto il testo della canzone, per scrupolo. Non vi ho trovato nessuno degli elementi da te menzionati. Inoltre, l’Ades non è l’Inferno. E nell’inferno oggigiorno non c’è proprio nessuno; i primi due inquilini saranno la «bestia» e il «falso profeta» (Ap 19,20). Tutto ciò, che i credenti possono fare per le anime, deve accadere nell’aldiquà. Un linguaggio ambiguo nelle canzoni deriva da dottrine ambigue o le genera, specialmente ripetendo continuamente tali versi senza più esercitare un controllo razionale su ciò, che si canta.

 

Enzo Sinisi: «Il mare restituì i morti che erano in esso; la morte e l’Ades restituirono i loro morti; ed essi furono giudicati, ciascuno secondo le sue opere. Poi la morte e l’Ades furono gettati nello stagno di fuoco. Questa è la morte seconda, cioè lo stagno di fuoco» (Ap 20,13-14). {10-10-2014}

 

Nicola Martella: Grazie del brano, che conosciamo. Che cosa volevi dirci con esso?

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Den/T1-Sfonda_Ades_Car.htm

08-10-2014; Aggiornamento: 11-10-2014

 

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