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1.  LE QUESTIONI DEI LETTORI

     ■ 1. Fratello, ieri abbiamo avuto una conversazione su Giovanni 20,23 e Matteo 16,19. In questi versetti si parla di perdonare i peccati da parte degli apostoli;si tratta di brani che sembrano confermare la confessione auricolare dei cattolici. Attualmente non abbiamo un anziano a dirigere la nostra piccola chiesa, perciò chiedo delucidazioni a te, che conosci le lingue bibliche. Ti ringraziamo anticipatamente e ti auguriamo ogni benedizione con affetto in Cristo… {Sonia e Agostino Ronzani; 04-01-2012}

     ■ 2.  Nicola, mi puoi spiegare in modo semplice cosa significa «legare e sciogliere» di Matteo 16,19 e 18,18, e chi ha questa facoltà? Ho letto alcuni articoli sul tuo sito, ma non ho capito molto bene. {Alessio Rando; 09-01-2012}

2.  I DIVERSI AMBITI VITALI DI SCIOGLIERE E LEGARE NELLA BIBBIA: Nel senso normale, sciogliere sta per liberare qualcuno da un legame o liberarsi di qualcosa. Legare sta per stringere con un legame, imprigionare o segregare (Gb 39,5; Is 5,27; Mt 21,2; Mc 1,7; Lc 13,16; Gv 11,44; Ap 9,14).

     La locuzione «sciogliere e legare» proviene dall’ambito giuridico e significa rispettivamente dichiarare «giusto» (prosciolto dalle accuse) e «colpevole» (inchiodato dalle accuse). Significa inoltre destituire qualcuno dalla sua autorità e, in certi casi, nel legarlo in ceppi (Gb 12,18).

     Nel diritto matrimoniale tale espressione significa essere sposato (legato) e divorziato o vedovo (sciolto dal vincolo del patto; Rm 7,2; 1 Cor 7,27). Chi non era ancora sposato non era ancora né legato né sciolto.

     Nell’ambito cultuale ci si poteva legare con un voto o esserne prosciolto alla sua fine (Lv 22,21; Nu 20,3-14; Dt 23,18; 1 Sm 1,21; 2 Sm 15,7; Gb 22,27; Pr 7,14; Na 1,15).

     Nell’ambito della predicazione dell’Evangelo, lo stesso annuncio diventa per gli uni occasione di proscioglimento o perdono dei peccati (conversione), per gli altri di giudizio (rifiuto). «Noi siamo dinanzi a Dio il buon odore di Cristo fra quelli che sono sulla via della salvezza e fra quelli che sono sulla via della perdizione: a questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore di vita, a vita» (2 Cor 2,15s). Predicando l’Evangelo o praticando la disciplina nella chiesa locale, si scioglie o si lega in terra ciò, che nel cielo è stato già sciolto o legato (Mt 16,19; 18,18).

3.  APPROFONDIMENTI: Da nessuna parte del NT s’insegna o si pratica qualcosa come una confessione auricolare da parte degli apostoli i dei conduttori delle chiese. Questa è un’invenzione alquanto postuma al NT, molto tempo dopo che nacque il clericalismo nella chiesa. Stefano Testa ha scritto: «La confessione auricolare, o confessione dei peccati fatta all’orecchio del prete, fu istituita da Papa Innocenzo nel Concilio Laterano nel 1215». [Lista delle Eresie e delle invenzioni umane adottate e perpetrate dalla Chiesa Cattolica Romana nel corso di 1600 anni (Edizioni Centro Biblico, sesta edizione)]

     Nel NT viene insegnato il sacerdozio universale di tutti i credenti e il perdono interpersonale. «Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha perdonati, così fate anche voi» (Col 3,13s).

     Brani come Mt 16,19 (Pietro); Gv 20,23 (a dieci discepoli, Toma era assente); Mt 18,17s (tutti i credenti dell’assemblea) sono da intendere nel senso della predicazione dell’Evangelo, che fa ottenere il perdono da Dio, e della disciplina di chiesa (legare e sciogliere, ossia dichiarare chi è innocente e chi colpevole).

     Gesù ha insegnato a perdonare direttamente il fratello (Mt 5,23s; 18,15ss.21s); anche nel «Padre nostro» Gesù insegnò a pregare: «Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori» (Mt 6,12). La confessione e l’ammonizione di gravi peccati avvenivano pubblicamente dinanzi alla chiesa e non all’orecchio di una persona particolare, e ciò valeva sia per i credenti, sia per i conduttori stessi (At 5,1ss; 1 Tm 5,20; cfr. 1 Cor 5,2-5.11ss).

4. ASPETTI CONCLUSIVI: Sciogliere e legare (oppure perdonare o meno) non è un potere sacramentale, che alcuni posseggono per consacrazione particolare, ministero o ufficio. Essendo il sacerdozio del NT universale (1 Pt 2,9), ogni credente può sciogliere e legare mediante la predicazione dell’Evangelo. Ciò significa portare i peccatori a conversione: «…io ti mando per aprir loro gli occhi, affinché si convertano dalle tenebre alla luce e dalla potestà di Satana a Dio, e ricevano, per la fede in me, la remissione dei peccati e la loro parte d’eredità fra i santificati» (At 26,18; cfr. 1 Pt 2,9b). Ciò significa portare i credenti a ravvedimento: «Fratelli miei, se qualcuno fra voi si svia dalla verità e uno lo riporta indietro, sappia colui, che chi riporta indietro un peccatore dall’errore della sua via, salvaguarderà un’anima dalla morte e coprirà moltitudine di peccati» (Gcm 5,19s).

     Nell’ambito della cura pastorale, i curatori d’anime possono tutt’al più comunicare a chi ha riconosciuto il proprio peccato e l’ha confessato al Signore: «Dio ti ha perdonato in Cristo». Ciò vale, come abbiamo visto, anche laddove una persona si converte e accetta Cristo quale personale Signore e Salvatore. I credenti possono comunicare al peccatore penitente solo ciò, che Dio ha già fatto verso di lui.

     Anche nell’ambito della disciplina di chiesa, i conduttori o l’intera chiesa locale possono dire al reo confesso e penitente: «Dio ti ha perdonato e noi ti perdoniamo»; è chiaro che il perdono umano è solo la conseguenza di quello divino e senza quest’ultimo non ha alcun valore.

     Non si tratta, quindi, di un presunto potere sacramentale, che abiliti alcuni in particolare a perdonare i peccati di qualcuno e a dargli l’assoluzione. Al contrario, laddove il trasgressore si ravvede e fa ciò, che Dio gli richiede (confessione a chi si è offeso o leso, riparazione, ecc.), i credenti possono assicurargli che Dio l’ha accettato e perdonato in Cristo.

► Il potere delle chiavi: La remissione dei peccati nel Catechismo cattolico e nella Bibbia {Alfredo Terino} (A)