Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Le diversità possono essere una risorsa oppure diventano un problema.

 

Ecco le parti principali:
■ Entriamo in tema (il problema)
■ Uniti nella verità
■ Le diversità quale risorsa
■ Le diversità e le divisioni
■ Aspetti connessi.

 

Il libro è adatto primariamente per conduttori di chiesa, per diaconi e per collaboratori attivi; si presta pure per il confronto fra leader e per la formazione dei collaboratori. È un libro utile per le «menti pensanti» che vogliano rinnovare la propria chiesa, mettendo a fuoco le cose essenziali dichiarate dal NT.

 

► Vedi al riguardo la recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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GLI EVANGELICI E LA LIBERTÀ RELIGIOSA

 

 a cura di Nicola Martella

 

L’Alleanza Evangelica Italiana ritiene che il tema della libertà religiosa sia importante e urgente per l’Italia. Per sollecitare l’opinione pubblica, i mass-media, il Parlamento e quant’altri, essa organizzò a Roma nel 1999 un pubblico raduno degli evangelici a favore della la libertà religiosa. Nel giugno del 2007 si intende replicare.

     Le intenzioni dichiarate sono le seguenti: «Sarà un’occasione in cui, come popolo evangelico italiano, ci troveremo nella comunione che il nostro Signore Gesù ci ha donato, renderemo testimonianza pubblica della nostra fede e daremo voce alle nostre preoccupazioni per la libertà religiosa nel nostro Paese e nel mondo. Nel centro di Roma, risuonerà la voce del popolo di Dio per la libertà religiosa! È importante essere convinti, uniti e tanti!».

     Pensando ad alta voce, le domande, che sorgono, sono le seguenti:

     ■ Raduni del genere sono veramente un’occasione di comunione fra gli evangelici? (che cos’è la «comunione»?).

     ■ Si tratta veramente di occasioni, in cui si rende testimonianza pubblica della «nostra fede»?

     ■ Si darà veramente voce alle preoccupazioni degli evangelici per la libertà religiosa e ci sarà veramente chi capirà e accoglierà il preciso messaggio (opinione pubblica, mass-media, Parlamento, ecc.)?

     ■ Perché il popolo di Dio dovrebbe far risuonare la voce sua per la libertà religiosa?

     ■ Perché si deve essere convinti, uniti e tanti? Sarà veramente così?

     ■ Perché scegliere questa via? Servirà? Non ce ne sono altre?

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. A.E.I.

2. Barbara Venturello

3. Roberto Amadio

4. Paul Minder

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Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Alleanza Evangelica Italiana} ▲

 

La libertà religiosa è la madre di tutte le libertà, in quanto investe la libertà di coscienza, di pensiero e di professione pubblica della fede di ciascuno. Toccando la libertà religiosa, si tocca tutto il sistema a salvaguardia della libertà di tutti. La libertà religiosa non interessa solo le minoranze, ma è un principio di civiltà che deve interessare tutti, indipendentemente dal credo e dall’appartenenza di ciascuno. La libertà religiosa rappresenta lo sfondo dove ricercare un’efficace politica sociale attenta alle differenze (anche religiose), dove incoraggiare scelte segnate da una tolleranza genuina che non camuffa le diversità e da un’azione che sostiene l’integrazione, il dialogo plurale per il bene comune, la tutela dei diritti umani e la partecipazione democratica.

     Per le nostre convinzioni e per la nostra storia, siamo totalmente persuasi della necessità di promuovere la libertà religiosa. I nostri rapporti con lo Stato italiano variano, ma siamo tutti uniti nel ritenere che sia arrivato il momento che anche in Italia sia approvata una buona legge sulla libertà religiosa, da molti anni attesa e sempre ingiustamente procrastinata.

 

     ■ 1. Che siano definitivamente abrogati i residui di legislazione fascista sui «culti ammessi», che discriminano le minoranze religiose. In uno Stato democratico non ci sono «culti ammessi», ma a tutti viene riconosciuta la piena libertà religiosa.

     ■ 2. Che la legge sulla libertà religiosa non discrimini le chiese e le comunità religiose prive di personalità giuridica. Se così fosse, la legge sarebbe portatrice di ulteriori penalizzazioni per le minoranze religiose prive di personalità giuridica e, invece di andare verso l’uguaglianza delle confessioni, introdurrebbe un altro livello di trattamento, a detrimento delle realtà più piccole.

     ■ 3. Che le confessioni religiose che hanno chiesto l’intesa, la ottengano in tempi ragionevoli, dando piena attuazione all’art. 8 della Costituzione.

     ■ 4. Che il Governo italiano si faccia interprete della denuncia delle gravi violazioni della libertà religiosa che si verificano in molti Paesi a danno delle minoranze, tra cui quella evangelica, e si attivi per trovare forme concrete di soluzione a livello bilaterale e internazionale.

     ■ 5. Che, oltre alla legge sulla libertà religiosa, in Italia si realizzi un effettivo quadro di pluralismo nell’informazione e nell’accesso ai mezzi di comunicazione di massa. Ciò riguarda soprattutto il Servizio pubblico, il cui compito istituzionale è di rappresentare anche la pluralità religiosa e culturale del nostro Paese, ma che sovente vede la presenza evangelica del tutto ignorata.

     ■ 6. Che il principio della laicità dello Stato sia affermato e realizzato per evitare l’ingerenza delle confessioni religiose nelle prerogative dello Stato e la tentazione dello Stato d’interferire nelle legittime attività delle confessioni religiose. Anche la laicità è al servizio della libertà religiosa.

 

Facciamo nostre le parole del Patto di Losanna (1974): «Tutti i governi hanno avuto da Dio il mandato di assicurare le condizioni di pace, di giustizia e di libertà nelle quali la chiesa può ubbidire a Dio, servire Cristo il Signore e predicare l’Evangelo senza interferenze. Per questo preghiamo per i capi delle nazioni e chiediamo loro di garantire la libertà del pensiero e della coscienza, come pure la libertà di praticare la religione e farla conoscere secondo la volontà di Dio e conformemente alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo» (§ 13).

 

(Dal manifesto programmatico della «Alleanza Evangelica Italiana» in vista del raduno per la libertà religiosa a Roma del 23/06/2007)

 

 

2. {Barbara Venturello} 

 

«Esorto dunque, prima di ogni altra cosa, che si facciano suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che sono costituiti in autorità affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta in tutta pietà e dignità. Questo è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità» (1 Timoteo 2,1-4, Versione Nuova Riveduta)

     Quando ho letto il tema e l’introduzione non ho potuto che pensare (tra le altre cose) a questo versetto.

     Non so cosa si intenda per «comunione», ma sono convinta che il Signore ci invita come popolo a fare preghiere e intercessioni. Sarei d’accordo che si facesse una giornata di questo tipo e non una rivendicazione «politica e sensibilizzante sul tema della libertà religiosa».

     Io credo che Dio ci abbia dato la preghiera quale strumento per affrontare le situazioni. Nel caso specifico ci insegna che non dobbiamo rivendicare la libertà, sbandierando chissà quale diritto, ma pregare per i nostri governanti (magari pubblicamente, coinvolgendoli), affinché ci sia pace e ogni uomo (compresi loro) sia salvato.

     Non credo che mi assocerò all’iniziativa, a meno che non scopra che ho frainteso il «taglio» della manifestazione.

     Voglio anche esprimere che in Italia NON possiamo permetterci lamentele, siamo fortunati, perché nessuno ci imprigiona, se pratichiamo la nostra fede!

     Esprimo in poche righe i miei pensieri e paure in merito a questa libertà religiosa tanto proclamata:

     ■ 1. Nel medio o lungo periodo ci si verrebbe a trovare con una serie di sette, settine e settarelle (anche dichiaratamente sataniche) con piena libertà e potere di celebrare culti, rivendicare diritti, chiedere sussidi...

     ■ 2. In un mondo di caos e relativismo, verrebbe a mancare, ancor più di quanto già sia, la possibilità di offrire alle persone la Vera Luce Eterna, perché sarebbe offuscata da tante lucine a intermittenza.

     ■ 3. Credo che gli evangelici (in quanto a movimento) non si possano definire «il popolo di Dio», perché cadono anche loro (come tutti gli altri) nell’errore di ritenersi l’unico canale scelto dal Signore per rendere nota la sua Verità.

     Stiamo attenti a non cadere nell’ipocrisia. Sarei molto favorevole (se già non si sta facendo) a trovare un modo per superare veramente le nostre divisioni interne. {04-2007}

 

 

3. {Roberto Amadio} 

 

È un piacere leggere il tuo sito, e in questo tema vedo molte questioni culturali inespresse che influenzano in maniera sostanziale l’argomento della libertà religiosa. Sono uno studente lavoratore presso la terza Università statale di Roma che ha preso una posizione chiara in favore di Dio del tipo Giosuè 24,14s.

     La prima considerazione è nel concetto e nella cultura, in cui viviamo e da cui proveniamo, che consiste nell’esprime che tutto è un diritto privo di doveri. Spesse volte incontro giovani all’università e fuori che pretendono rispetto senza aver nessuna cura di darne o vivono con unica regola di non essere infastiditi, sentenziando contro ciò, che non si conosce. Si parla cioè di Dio, senza aver neppure letto la sua Parola, e si giudica e interpreta tutto alla luce del proprio bagaglio post-modernista, costruito come il contenuto di un carrello al supermercato, aggiungendo elementi anche discordanti, ma pur sempre comodi e privi di responsabilità o doveri, seppur elementari, come la conoscenza reale, diretta dalla fonte, restando intrappolati nella cultura del pregiudizio, anche xenofobo.

     Ricordo con gioia la passeggiata al centro di Roma del 1999 e di come è stata strumento più politico che di fede, con il mio disappunto. Rimanendo anche di sasso nel notare come solo i piccoli mass-media avevano il coraggio di farne la cronaca senza censura, ma con commenti che di giornalismo non avevano affatto l’aspetto. Dunque ancora non ho deciso se partecipare o no, pur avendo collaborato con l’Alleanza Evangelica Italiana. C’è un detto: «Oneri e onori», che esprime sinteticamente le due facce di una stessa medaglia: il cristiano è tale sia in pubblico che in privato. Dichiararsi cristiano implica coerenza e reputo sconcertante che i miei amici e colleghi siano stupiti di come Cristo influenza il mio tempo e le mie scelte, lo sanno e basta, anzi se lo aspettano.

     Forse già ho risposto ad alcune tue domande, ma vorrei osservare che la testimonianza è quella che conta. Spero che sorga una classe dirigente anche politica realmente cristiana, che fa scelte e leggi tali, che vive alla luce del sole tanto da non temere foto scandalo, in quanto non ha nulla da nascondere; essa va incoraggiata. Spero anche che la gente in Italia si svesta della sufficienza culturale, composta di pigrizia, ignoranza o pregiudizio, e si rivesta di responsabilità, così ricercare ciò, che è vero, e discernendo di che spirito è questo mondo. L’italiano sarà libero, se sarà disposto, spendendo tempo, a mettersi in discussione, nel cercare la verità con sincerità e nell’abbracciarla. Altrimenti è tempo perso. {04-2007}

 

 

4. {Paul Minder} 

 

Caro Nicola, [...] alle tue domande se ne potrebbero aggiungere altre come: «E poi vorremmo trovarci al fianco di Musulmani, Buddisti, testimoni di Geova, ecc.. e batterci insieme a loro per dei diritti che… ?». Intanto grazie per le mail, che leggo sempre con interesse. {04-2007

 

 

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È vietato pregare con i pazienti {Nicola Martella} (A)

Libertà religiosa e pluralismo dell’informazione {Nicola Martella} (D)

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/T1-Evangelici_liberta_religiosa_UnV.htm

24-04-2007; Aggiornamento: 18-07-2012

 

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