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1.
{Nicola Martella}
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Alcuni
cristiani, invece di essere portatori della Buona Novella, possono
trasformarsi facilmente in «uccelli di malaugurio». I peggiori sono
probabilmente i massimalisti che colano il moscerino
dell’etimologia, per prescrivere che cosa non si debba dire, a causa
degli antichi natali di certe parole; ma, controllando il loro
linguaggio e la loro condotta, si potrà constatare che probabilmente
inghiottono i cammelli dell’incoerenza in altri settori e
nell’etica.
Il nostro linguaggio può diventare malauguratamente una trappola,
se si vuole risalire per ogni parola all’etimologia e non s’usa il buon
senso e l’uso comune delle parole. E ciò specialmente se si vuole
augurare un mondo di bene a qualcuno o dare gli auguri di
buon anno o di compleanno. Si rischia allora un verbale, una multa e la
sottrazione di tre punti dalla patente spirituale.
Si può dire: «Auguri di buon anno» e «Ti auguro buon compleanno», oppure
bisogna dire: «Felicitazioni (congratulazioni) di buon anno» e «Mi
felicito (mi congratulo) con te per il tuo compleanno»? Si può dire
«malauguratamente», oppure bisogna usare «sfortunatamente,
disgraziatamente, sventuratamente»? Sfortuna, disgrazia e sventura?
Dalla padella alla brace! Ti diranno forse che è consentito dire solo
«purtroppo» e basta.
Secondo alcuni ci vorrebbe un «parolometro etimologico automatico» o un
chip che blocca la nostra bocca a ogni parola «non conforme» alle regole
di un’etimologia linda e netta. Temo che in breve il nostro linguaggio
s’impoverirebbe a poche «pure» locuzioni e tornerebbe di gran moda il
linguaggio dei gesti, nel quale noi italiani siamo esperti. Anche lì
però dovremo metterci d’accordo se un dato gesto in origine non
significasse altro…
2. {Guerino De Masi}
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Ciao
Nicola, ti saluto con il «ciao», perché dirti «buongiorno» equivale a
«augurarti» una buona giornata! E i credenti non fanno gli auguri!
Ho sorriso quando ho letto che Paolo non fece cambiare nome a Fortunato!
(ha! ha! ha!).
Purtroppo, credevo che fosse capitato solo a me qualcuno che mi s’era
opposto agli auguri per un compleanno, un nuovo anno, o un lieto evento
oppure anche davanti a un malato... a chi gli s’augura una pronta e
piena guarigione. La mia risposta d’allora (e son passati almeno 35
anni!) è stata che non dovrebbe dire neanche «buongiorno», «buon pranzo»
o «buona notte», e neanche «fa’ buon viaggio»!
Tu hai sviscerato bene il problema e te ne sono grato. Ma, non sarà il
problema di solo qualche «ignorante»? (senza voler offendere nessuno,
nel senso d’ignorare). Non sarà lo stesso problema della «giacca»?
(giacché siamo stati rivestiti...).
Nell’agosto del 1970, un semplice (molto semplice) fratello del sud si
rifiuta di posare per una foto di gruppo davanti alla chiesa evangelica
che visitavamo, la mia famiglia e io. Addusse la seguente motivazione:
«Gesù non si faceva fotografare!». Avevo solo 20 anni, e pochissimi anni
di conversione, ma mi rendevo conto di quale cantonata si stava
prendendo questo semplice anziano fratello!
Grazie Nicola e nel salutarti, ti «auguro»
ogni bene dal Signore Gesù, nostro Redentore. {06
gennaio 2010}
3.
{Pietro Calenzo}
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Fratello Nicola, ottima lezione d’omiletica e d’esegetica testuale, per
me veramente molto edificante e costruttiva. Personalmente ti devo
partecipare che ho sempre evitato d’esprimermi con il termine «auguri»,
ma piuttosto usavo la terminologia «auspicare» o «ti sia propizio». Ma
risalendo alla genesi di tutta una semantica arcana o arcaica, come tu
giustamente comprovi, nella nostra lingua corrente, dovremmo restare
muti o quasi poiché, la gran parte del lessico in materia del divino, è
derivante da idee concettuali estranee al cristianesimo o all’ebraismo
biblico, e pur usate nel testo scritturale. Ti ringrazio, personalmente,
per gli approfondimenti che ci hai dato su presunte terminologie pagane,
ricordandoci la fede nella Parola di Dio, che rende pura ogni cosa pura,
per coloro che sono stati santificati da Cristo, e quindi sono
puri per la grazia di Dio, e nella
preghiera che santifica ogni cosa. […] Benedizioni nel nome del Messia
Gesù, il Benedetto in eterno. {06
gennaio 2010}
4.
{Graziella Prina}
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Super confortanti considerazioni per chi, come me, desidera farsi capire
dal prossimo suo. {08 gennaio 2010}
5. {}
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6. {}
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