Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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Dall’avvento alla parusia

 

Società

 

 

 

 

La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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COMBATTERE LE DISCRIMINAZIONI DENUNCIANDOLE

La divulgazione degli abusi è il miglior deterrente

 

 di Nicola Martella

 

 

1.  ENTRIAMO IN TEMA: Le discriminazioni in questo mondo si alimentano spesso dell’abuso di potere espresso nel segreto, dove non arrivano le telecamere. Una volta che la cosa diventa di pubblico dominio, che i mass-media divulgano la notizia e seguono il caso, le cose cambiano. La ribalta fa sì che coloro che usavano toni forti e duri, improvvisamente si mostrano concilianti, per paura delle eventuali conseguenze che il «polverone» possa creare.

     Abbiamo narrato il caso dell’infermiera inglese Caroline Petrie che è stata sospesa dalla struttura sanitaria, in cui lavorava, solo perché i suoi capi erano venuti a conoscenza che aveva offerto a un’anziana paziente la possibilità di dire una preghiera per lei. [ È vietato pregare con i pazienti] Abbiamo anche iniziato a discutere fatti del genere nel tema «Discriminazione di cristiani biblici nella società».

     Sono grato a Silvia Focarete-Uzoh e a Mark Detzler per avermi segnalato il seguito della vicenda; ambedue vivono in Inghilterra. Silvia mi ha segnalato un articolo del Telegraph (06-02-2009) dal titolo «Nurse Caroline Petrie: I will continue praying for patients» (= Infermiera Caroline Petrie: Continuerò a pregare per i pazienti); la ringrazio della traduzione, che mi ha permesso di aggiornare la vicenda. Mark mi ha segnalato un articolo del Christian Newswire (05-02-2009) dal titolo «Victory for Christian Nurse Facing Sack for Offering Prayer» (= Vittoria per infermiera cristiana esposta al licenziamento per aver offerto di pregare); lo ringrazio per il contributo che mi ha mandato.

 

Ecco qui di seguito dapprima alcuni fatti di ricapitolazione. Caroline Petrie ha 45 anni, è sposata, è madre di due bambini e vive a Weston-super-Mare. Lei ha affermato: «Da quando avevo sette anni ho una passione per il mestiere d’infermiera. È tutto amore e cura per l’altro e offerta d’aiuto e di supporto». Ella si convertì al Signore all’età di 10 anni, dopo che sua madre morì di cancro al seno. Nel 1985 si diplomò come infermiera e nel febbraio del 2008 iniziò a lavorare come infermiera di comunità per il Trust del Nord Somerset, visitando le pazienti a casa.

     Nel dicembre del 2008 Caroline Petrie era stata sospesa dal lavoro, dopo che aveva chiesto a una sua anziana paziente in Winscombe, Somerset, se voleva che pregasse per lei. Anche se May Phippen, di 79 anni, non si sentì offesa, si sentì sorpresa di tale offerta e decise di narrare l’accaduto a chi l’assisteva il girono dopo. Da ciò nacque il caso. Caroline Petrie fu subito sospesa e, mentre l’ospedale continuava le indagini, le fu rinfacciato di non aver agito con la dovuta «professionalità» e il necessario impegno in accordo con il «codice di condotta».

     Qual è stata la condotta professionale di Caroline Petrie in connessione alla sua fede cristiana? Come lei stessa ha spiegato, in 24 anni di professione soltanto in tre occasioni un paziente le ha chiesto espressamente di pregare per lei; invece lei s’è offerta di pregare per le persone in centinaia d’occasioni senza nessuna lamentela. In tutto questo tempo ha ricevuto solamente due obiezioni, la prima quando voleva offrire una cartolina con una preghiera da lei scritta, e la seconda in questo caso recente.

 

 

2.  UN EPILOGO INCORAGGIANTE: La fortuna di Caroline Petrie è stato il fato che il suo caso è stato molto seguito dai mass-media. Tale pressione mediatica non è stata indifferente sull’esito dell’inchiesta. Due mesi dopo la sospensione dal lavoro il Primary Care Trust del Nord Somerset si è espresso in modo conciliante e ha deciso di permettere a Caroline Petrie di tornare nuovamente a lavoro. Stranamente fu il Daily Telegraph, un quotidiano inglese, il primo a comunicarle tale decisione. Comunque sia, nel rapporto del Trust si afferma che si riconosce il fatto che la signora Petrie avesse agito nel «migliore dei modi» per la sua paziente. E più avanti si afferma: «È ammissibile che si offra un supporto spirituale come parte del supporto professionale, ma a condizione che sia il paziente a chiederlo espressamente. Ma per le infermiere, il cui obiettivo principale è fornire aiuto, l’iniziativa appartiene al paziente e non all’infermiera. Infermiere come Caroline non devono mettere da parte la loro fede, ma il credo personale dovrebbe essere secondario rispetto ai bisogni del paziente e conformemente ai requisiti che la professione richiede».

     Come ha reagito Caroline Petrie alla notizia che è stata reintegrata nel suo posto di lavoro? L’infermiera ha affermato che non crede di poter svolgere il suo lavoro in modo ottimale, se le venisse proibito d’offrire il conforto spirituale ai suoi pazienti. Come infermiera offrire a qualcuno la possibilità che lei dica una preghiera per lui, è una cosa che le viene naturale, e non può fare altrimenti.

     Dopo tale decisione, ha detto che si comporterà alla stessa maniera: «Non posso dividere la mia fede dalla mia professione d’infermiera, devo essere quella che sono». Ha aggiunto che il codice di condotta resta ancora poco chiaro e per questo motivo non potrà conformarsi ai presupposti che esso stabilisce. Ha affermato: «Se loro mi dicessero “per piacere non chiedere ai pazienti di pregare”, allora mi dispiace, ma non posso promettere che lo farò, e cosa devo fare allora? Dovrò contattare il mio avvocato».

 

 

3.  SVILUPPI NELLA SOCIETÀ INGLESE

     ■ L’intolleranza dei tolleranti: A parlare della situazione generale in Inghilterra e particolarmente del degrado degli ospedali è stato «Christian Legal Centre» (= Centro Legale Cristiano) che rappresentata legalmente Caroline Petrie. Inoltre per Andrea Williams, rappresentante di questo organo, il caso dell’infermiera fa parte d’una crescente tendenza nel Regno unito di estromettere la religione dalla società. Egli ha spiegato: «Caroline Petrie rappresenta quello che succede quando le leggi d’uguaglianza e diversità, create nel nome della tolleranza, finiscono per imporre l’intolleranza. Caroline non accetta che la sua fede e la sua vita lavorativa possano essere separate e sto vedendo una crescita di casi simili a questo. Molte persone sono spaventate e impaurite riguardo a ciò che sono e a ciò che non viene loro permesso di dire».

 

     ■ Attacchi e sfide per la fede: Ho chiesto a Mark Detzler di scrivere un contributo in merito, cosa che egli ha prontamente fatto.

     Abbiamo visto che la storia di Caroline Petrie, l’infermiera inglese che è stata sospesa dal servizio per aver offerto il sostegno cristiano a May Phippen, si è concluso in un modo incoraggiante. Dopo un’indagine, i suoi dirigenti hanno deciso che l’infermiera cercava di perseguire gli interressi migliori per i suoi pazienti e che la preghiera faceva parte della cura dei malati.

     Però questo caso fa parte d’una serie di casi nei quali credenti evangelici si sono trovati sotto disciplina sul posto di lavoro a causa della loro testimonianza. L’anno scorso un’impiegata della British Airways è stata sospesa per aver portata una croce intorno al collo. Un altro caso è stato quello di una campagna pubblicitaria sui Pullman, pagata dalla «Società Umanista» [ossia atei e agnostici, N.d.R.], con il seguente messaggio, «There’s probably no God: Now stop worrying and enjoy your life» (= Probabilmente non c’è un Dio: Ora smettila di preoccuparti e goditi la vita). La presenza d’un gran numero di mussulmani in Gran Bretagna, un nuovo movimento d’intellettuali (come Phillip Pullman, Richard Dawkins e altri) e l’antagonismo di diversi giornalisti della BBC verso il cristianesimo significa che quest’ultimo si trovi, ora più che mai, sotto attacco.

     La linea che è stata intrapresa è questa: una società multiculturale e multi-religiosa non può permettere che il cristianesimo stia al centro. Si afferma invece che la religione debba essere limitata alla vita privata.

     L’anniversario della nascita di Charles Darwin è stata usata da molti per attaccare il cristianesimo e per cercare d’umiliare quelli che accettano il racconto biblico della creazione come vero. Un altro campo di battaglia è la risposta biblica all’omosessualità.

     In tutto questo la chiesa evangelica in Inghilterra sembra che abbia scoperto un nuovo vigore, spesso grazie all’arrivo di fratelli dall’Africa, soprattutto dalla Nigeria, che danno al movimento una passione e una visione che forse ci mancavano.

     Fin qui il suo contributo.

 

 

4.  ASPETTI CONCLUSIVI: Alla fine non mi resta che ribadire quanto detto all’inizio: il migliore modo per combattere l’abuso di potere e le discriminazioni sociali e religiose in un Paese democratico è divulgare le notizie. I riflettori della ribalta fanno tremare i potenti e i prepotenti, specialmente quando sono puntati a lungo su di loro. Questo non è solo la medicina per curare le disfunzioni, ma è anche un vaccino preventivo efficace per eventuali casi simili. Divulgare le notizie dà inoltre ad altre persone il coraggio di scoperchiare situazioni virulenti simili, che si alimentano nel silenzio e di nascosto. I cristiani farebbero bene a non accettare con rassegnazione lo status quo, ma a trasforma gli attacchi alla loro fede in sfide e in occasioni di pubblica testimonianza.

     L’apostolo Pietro insegnava ai cristiani giudaici dinanzi alle vessazioni subite nell’allora società: «Ma anche se aveste a soffrire per motivo di giustizia, beati voi! E non vi sgomenti la paura che incutono e non vi conturbate; anzi abbiate nei vostri cuori un santo timore di Cristo, il Signore, pronti sempre a rispondere a vostra difesa a chiunque vi domanda ragione della speranza che è in voi, ma con dolcezza e rispetto; avendo una buona coscienza; affinché laddove sparlano di voi, siano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo» (1 Pietro 3,14ss).

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_Cul/A1-Discriminazioni_denuncia_Avv.htm

17-02-2009; Aggiornamento:

 

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