Qui di seguito
discutiamo nell’articolo «Proiezioni
nella Bibbia: Il fuso orario» le tesi di Davide Forte, secondo
cui in Luca 17,34ss Gesù avrebbe rivelato gli attuali fusi orari e, che
regolano il ritmo di luce e oscurità nel mondo, e addirittura «l’ora legale». Il
tutto si basa sul fatto che attribuisce le attività, descritte in tale brano, a
ora diverse della giornata. Su tale falso sillogismo si basa poi, quindi, tutta
la sua argomentazione. Faccio notare che Lc 17,36 manca nei migliori manoscritti
e che anche nel brano parallelo di Matteo 24,40s le attività descritte sono
solo due e possono ben collocarsi allo stesso tempo, come vedremo nella
discussione.
Domande
importanti da porsi sono le seguenti: A chi parlava Gesù? (Giudei o credenti
della chiesa). Di chi parlava Gesù? (dei cristiani attuali o dei Giudei durante
il «giorno del Signore). Dalle corrette risposte a tali domande dipende
la giusta interpretazione del brano.
Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e
opinioni?
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1. {Gianni
Siena}
▲
Gesù conosceva
quella cosa, che noi chiamiamo «fuso orario», che su una stessa circonferenza di
latitudine / longitudine (parallelo) l’orario possa essere differente, tenuto
conto della distanza da un dato punto della stessa? Non esiste una chiara
affermazione biblica e i passi citati, alla luce della meditata esegesi di
Nicola, lasciano qualche dubbio. Però la conoscenza della geografia globale era
più avanzata di quanto oggi si possa immaginare.
Claudio Tolomeo, curatore della biblioteca alessandrina, astronomo e
scienziato, nel 2° secolo d.C., ci ha lasciato qualche mappa delle conoscenze
della terra del suo periodo. Tolomeo era un «topo di biblioteca», le sue
conoscenze le aveva imparate sui manoscritti della biblioteca, a lui si deve la
trasmissione all’occidente del concetto che la terra fosse un solo «disco»
asciutto circondato dal mare: dalle Canarie al mar della Cina. 180° di arco. Da
questa concezione Colombo pensava di arrivare in Giappone, navigando in
direzione ovest. La lunga discussione, che, ebbe con i geografi di corte in
Spagna, verteva non già sulla rotondità del pianeta ma sulla sua circonferenza
effettiva: essi affermavano che la circonferenza esatta era quella misurata da
Eratostene. Mentre Colombo pensava fosse minore. Colombo, ora lo sappiamo,
pensava che l’arco insulare dei Caraibi fosse il Giappone e, sbarcato ad Haiti /
San Salvador (Hispaniola), affermava questo (posso documentare
quest’affermazione). Ora, se noi assumiamo che per gli Ebrei del periodo
di Gesù (il secolo prima di Tolomeo: le cognizioni geografiche erano le stesse)
i limiti del Vecchio Mondo (Eurasia e Africa) fossero quella cosa, che
chiamavano «estremità della terra», è chiaro che le «estremità del cielo»
erano gli antipodi o il punto più distante da Gerusalemme.
Le estremità del cielo appaiono, nel Deuteronomio e in Isaia, come luoghi
abitati. Ne consegue che Gesù, parlando ai suoi discepoli, citando questi luoghi
(entrambe le «estremità»; Marco 13,27), parlava di una geografia globalmente
conosciuta ai suoi tempi.
Da qui a concludere che Gesù e i suoi discepoli conoscessero la realtà del
fuso orario, la differenza di orario su una stessa circonferenza, tenendo
conto del cammino apparente del sole intorno alla terra, la conclusione non mi
sembra infondata. Di recente è stato riaffermata la nozione che nei duemila anni
trascorsi i credenti conoscessero la sfericità terrestre: io possiedo
dell’ottimo materiale, che lo attesta. Fu uno studioso evoluzionista del passato
a mescolare fatti e fantasia su questo argomento: l’invenzione della terra
circolare piatta, mentre la realtà era molto diversa. Il «fuso orario», anche
senza spostarsi dal Medio Oriente, è una possibile cognizione indotta da un
ragionamento geografico, geometrico e matematico. Gesù conosceva il fuso orario
(il concetto d’esso), ma non mi sento di forzare il senso dei testi
evangelici come qualcuno fa, purtroppo. {14-01-2014}
2. {Adolfo
Monnanni}
▲
■
Contributo:
Sicuramente [Davide Forte, N.d.R.] troverà chi gli darà ragione; è un impegno
capire le Scritture e, se poi vi aggiungiamo
fantasie personali, chi riesce poi a seguire la Parola? {14-01-2014}
■
Antonio Capasso:
Credo che il fratello Davide volesse alludere alle diverse attività, riguardanti
coloro che vengono citati nei Vangeli al momento del rapimento. «Due in un
letto, due ai campi e due alla macina», sono occupazioni che si svolgono in
diversi momenti della giornata. Ai campi si andava di prima mattina, alla
macina durante il giorno o pomeriggio e a letto si andava di sera. Se quando
Gesù ritorna, il rapimento avviene nello stesso istante per tutte le tre
occupazioni prese in esempio da Gesù (occupazioni che si svolgono tutte e tre in
orari differenti), ciò si spiega solo col diverso orario del globo terreste.
{14-01-2014}
■
Adolfo Monnanni: Credo che
avventurarsi così in spiegazioni elaborate e fantastiche, sia controproducente
per la verità: sono
illustrazioni di avvenimenti futuri, non penso che sia una definizione
specifica di tempo orario. Dovunque e in qualunque momento e per chiunque sarà
operata questa scelta in base alle scelte individuali, fatte nel percorso della
vita. {15-01-2014}
▬
Nicola Martella:
Ciò, che fa difetto, è qui l’apriorismo, secondo cui si tratterebbe di
tre attività svolte in differenti momenti delle 24 ore. Faccio già notare che Lc
17,36 non esiste nei migliori manoscritti; ciò circoscriverebbe a due le
attività. Infatti, anche nella cosiddetta «apocalisse di Gesù» (Mt 24) le
attività sono solo due: chi dorme e chi macina (vv. 40s). Chi ha lavorato di
giorno, dorme; chi macina, lo fa di notte, per approntare la farina per il pane
utile la mattina dopo. Nulla di particolare nell’antichità e oggigiorno. Per il
ristretto contesto giudaico (e non quello supposto mondiale), si veda la
menzione di Gesù della Giudea e dei suoi monti e del sabato (Mt
24,16.20). Gesù non volle parlare di geofisica, ma del fatto che nello stesso
contesto alcuni saranno presi e altri lasciati e che, perciò, bisogna vegliare
(vv. 42ss).
Inoltre, quantunque i termini «presi» e «lasciati» possano riferirsi al
cosiddetto «rapimento della chiesa» (dottrina rivelata maggiormente in
seguito a Paolo), qui non bisogna dimenticare i destinatari concreti del
discorso, visto che Gesù parlava qui ai suoi specifici seguaci in Israele.
3. {Pasquale
Aiello}
▲
■
Contributo:
Credo che Luca 17,34 va letto insieme al v 35; lì Gesù stava dicendo quello, che
la scienza ha confermato circa 1600 anni dopo, ossia che
la terra è sferica. Mentre da un lato della terra si dorme, dall’altro si
lavora; da un lato è giorno e dall’altro notte. {14-01-2014}
▬
Nicola Martella:
Che per la Bibbia la terra non sia piatta, è vero. Tuttavia, in tali versi non
c’è nulla di una terra sferica. Gesù parlava a Ebrei in Giudea,
quindi all’interno di un ambiente circoscritto e non stava dando qui lezioni di
fisica planetaria. Quindi, tutte le coppie di persone menzionate si trovano in
tale ambiente. Che due persone (p.es. coniugi) dormano nello stesso letto
di notte, mentre due donne macinano insieme ciò, che necessitano il
giorno dopo per la famiglia o perché fanno le fornaie, non è nulla di
particolare nell’antichità né oggigiorno. Chi lavora nei campi si alza presto,
chi lavora alla macina si attarda di notte per il pane, che dev’essere pronto
per la mattina. Faccio presente che il v. 36 manca nei manoscritti migliori; ma
anch’esso non farebbe differenza. Infatti, d’estate o con la luna piena alcuni
preferiscono
lavorare di notte; oppure in tempi di raccolta devono lavorare giorno e
notte, sia per fare la guardia al raccolto, sia per finire il lavoro. Inoltre,
gli animali bisognava guardarli di notte (Lc 2,8; cfr. Gn 31,39s). Come si vede,
si può spiegare tutto senza scomodare qui la geofisica, di cui non v’è traccia
almeno in questi testi.
■
Pasquale Aiello: Comunque
sarebbe strano che il ritorno di Cristo riguarderebbe soltanto gli abitanti
della Giudea. {14-01-2014}
▬
Nicola Martella:
A parte il fatto che il ritorno glorioso del Signore per regnare avverrà
a Gerusalemme (Zc 14,4), Gesù da Giudeo parlava, in quel momento, a Giudei.
Se avesse inteso parlare di fusi orari, si sarebbe espresso diversamente. Alle
sue parole descrittive, in cui due persone insieme compiono la stessa azione,
nessuno si è meravigliato o ha pensato altro che a scene usuali, che essi
vivevano. Per parlare di certi argomenti geofisici ci vogliono prove esegetiche
chiare ed evidenti.
In un brano parallelo, nella cosiddetta «apocalisse di Gesù» (Mt 24), la
giudaicità del contesto è molto più evidente. Qui Egli disse: «Allora quelli,
che saranno nella Giudea, fuggano ai monti» (v. 16). E disse anche: «Pregate
che la vostra fuga non avvenga... di sabato» (v. 20); ciò mostra il
contesto giudaico dei discorsi apocalittici di Gesù. In tale contesto si leggono
anche i versi di Lc 17,13,35s: «Allora due saranno nel campo; l’uno
sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno
al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata» (Mt 24,40s). Si noti che qui
non si parla di orario. Poi segue l’appello a vegliare, non sapendo il tempo e
l’ora del suo ritorno (vv. 42ss).
Ciò mostra il
pericolo di decontestualizzare specifici brani della Bibbia, per usarli in
altro contesto e per altri scopi, snaturandoli e riempiendoli di altri
significati, come ad esempio quale argomento geofisico, per avvallare la
sfericità della terra. Al riguardo bisogna usare brani specifici, in cui la
Bibbia fa asserzioni chiare ed evidenti su tale tema. Usare metodi
speculativi, per avvallare le proprie idee, danneggia la verità e discredita
chi usa arbitrio interpretativo.
■
Pasquale Aiello: Posso
capire che si può essere antipentecostali, ma sindacare sul ritorno di Cristo mi
pare altamente fazioso.
Poi perché per certi argomenti si fa riferimento all’antico patto come per
esempio la storia sui tatuaggi, e si sorvola che Dio parlava ai soli
Ebrei?
Ora, come afferma Martella Nicola, Gesù non faceva riferimento al fuso orario,
ma parlava ai soli Giudei. Vuoi vedere che, quando Gesù ha fatto riferimento a
Noè, non pensava al diluvio universale, ma a una mareggiata del lago di
Galilea?
Il vero punto è
che anche se una mente è molto aperta, rimane carnale, se non è guidata
dallo Spirito. Giacomo 3,15-17. {17-01-2014}
▬
Nicola Martella:
Che c’entra qui essere antipentecostali (io non lo sono, lo sei tu?). Vedo molta
animosità in te, quando parli anche di «altamente fazioso», «mente... rimane
carnale»; non è certo un titolo di onore. Se leggi i miei articoli sui
tatuaggi, da te menzionati, ti accorgerai che lì si parla di riti per i
morti, una pratica allora in vigore in Oriente (e oggi in alcune parti del
mondo). [►
Il tatuaggio: fregio o peggio?] Quindi, sei ingiusto e malinformato.
È sempre il contesto, che regna!
Il tuo «riferimento a Noè» è solo ridicolo e non c’entra proprio nulla.
Basta leggere il contesto del diluvio, per vedere che si trattava della morte di
ogni carne sulla terra (Gn 6,17). E così l’intese anche Gesù, quando ne parlò: «Venne
il diluvio, che portò via tutti quanti» (Mt
24,39; Lc 17,27 «li fece tutti perire»; 2 Pt 2,5 «fece venire
il diluvio sul mondo degli empi»).
Faresti bene a controllare lo stato del tuo
cuore, oltre i tuoi argomenti poco probanti e fuori tema. Infatti, non ti
fai onore con uscite del genere. Tutto hai fatto, tranne che argomentare nel
merito. Non hai aggiunto nulla di nuovo, ma solo uno sfogo della carne.
4. {Davide
Forte}
▲
■
Contributo:
Se per te i miei riferimenti biblici sono sembrate delle pezze d’appoggio poco
plausibili e molto fantasiose... una cosa è certa che, quando Gesù ritornerà in
un solo istante, non tutti si troveranno in un letto. Ci sarà chi sarà sorpreso
di giorno in un letto, e chi a lavoro, proprio a motivo del
fuso orario. Quindi, chi sarà sorpreso di giorno, chi di
pomeriggio e chi di
notte! {15-01-2014}
■
Andrea Fornasa: Non capisco
perché si parla di fusi orari e di ora legale. Gesù verrà in un solo momento. Da
una parte del mondo sarà
notte, dall’altra parte del mondo sarà giorno, semplice, questo
l’ho sempre saputo. {15-01-2014}
■
Davide Forte: Io feci questa
nota, perché una sorella, parlando del ritorno di Gesù, sosteneva che Egli
sarebbe venuto improvvisamente, inaspettatamente, come un ladro di notte.
Tale sorella, collegando ciò pure alla parabola delle 10 vergini, in cui lo
sposo venne in notte inoltrata, credeva veramente che Gesù verrebbe di notte.
Quindi, con questo scritto sul fuso orario ho fatto capire alla sorella
che non tutti si troveranno a dormire di notte. {15-01-2014}
■
Andrea Fornasa: Se verrà di
notte, tutta l’altra parte del mondo, in cui sarà giorno, non sarà salvata
allora. La
notte spiritualmente rappresenta gli ultimi tempi; i tempi bui della
tribolazione saranno come... un ladro di notte. {15-01-2014}
■
Davide Forte: Infatti, la
mezzanotte è figura del periodo più buio, più difficoltoso della vita.
{15-01-2014}
▬
Nicola Martella:
Non entro nel merito sulle valutazioni spiritualistiche della notte o di
mezzanotte, né mi addentro qui nella designazione singolare del periodo della
tribolazione come ladro di notte (non era così l’avvento del Messia?); ciò ci
porterebbe troppo lontano.
Giorno, pomeriggio
e notte sono fasi, che hai aggiunto solo tu, Davide Forte. Il testo non
parla di ciò, ma solo nel primo caso afferma che due dormono di notte; il resto
è proiezione della tua fantasia. Lc 17,36 manca nei migliori manoscritti, e in
Mt 24 ci sono solo due elementi senza affermazioni temporali. In Lc 17,34s le
scene sono solo due: due dormono di notte (avranno lavorato di giorno) e
due donne macinano il grano per il pane per la famiglia o per il commercio
(non è un mistero che fornai e panettieri lavorino di notte). È bene non
ricamare «oltre quel che è scritto» (1 Cor 4,6).
Nel suo discorso Gesù non parlò di due (o tre; Lc 17,36 manca nei migliori
manoscritti) periodi differenti della giornata, come si presentano
contemporaneamente sul globo, ma parlò di persone, che svolgevano attività
diverse allo stesso tempo e nello stesso ambiente. Non parlò di fusi orari né
della situazione mondiale, ma del suo ritorno per regnare in Gerusalemme,
la capitale del regno messianico. Nel brano parallelo di Mt 24, come ho già
accennato sopra, Gesù parlò della Giudea (e dei suoi monti, verso cui
scappare subito) e del fatto di pregare che la fuga non avvenga di
sabato (i Giudei non potevano fare più di un miglio). Quindi, il contesto
era tutto giudaico. Inoltre, in questi brani (Mt 24; Lc 17), ammesso che
Gesù parlasse del cosiddetto
«rapimento»,
non parlò specificamente di quello «della chiesa»,
almeno per due motivi: 1. la chiesa non esisteva ancora e i suoi segaci giudaici
non la conoscevano ancora; 2. la dottrina del «rapimento», qui abbozzata, fu
rivelata specialmente in seguito, e cioè a Paolo (1 Ts 4,17), il quale la
concretizzò per tutti i credenti morti (risorgeranno) e viventi (saranno mutati
all’istante).
In tale brano Gesù si limitò a parlare in funzione dei suoi contemporanei, suoi
seguaci; ossia, non mise «troppa carne a cuocere».
I profeti
annunciarono che il Messia, al suo avvento, avrebbe distrutto in Israele tutti
gli empi e lasciato solo i giusti, che sarebbero entrati nel regno. Quindi, la
locuzione «l’uno sarà preso e l’altro lasciato» (Mt 24,40s)
può ben riferirsi al cosiddetto «rapimento» (i giusti presi
e gli empi lasciati al giudizio); questa sarebbe certamente una novità rispetto
all’escatologia
dell'AT. Infatti, i profeti avrebbero significato: «L’uno sarà
annientato e l’altro lasciato vivere», quando il Messia-Re fosse
giunto a regnare. In tal senso, il
cosiddetto «rapimento» sarebbe una novità, introdotta da Gesù, rispetto alla
classica escatologia veterotestamentaria. Infatti, nell'AT
Dio parlò spesso del fatto che avrebbe lasciato un residuo d’Israele in
vita: «Nondimeno, io vi lascerò un residuo» (Ez 6,8; cfr. Esd 9,14; Is
1,9). In effetti, al suo ritorno glorioso, il Signore Gesù distruggerà i suoi
avversari col soffio della sua bocca. «Colpirà il paese con la verga della
sua bocca, e col soffio delle sue labbra farà morire l’empio» (Is
11,4). «E allora sarà manifestato l’empio, che il Signor Gesù distruggerà
col soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta»
(2 Ts 2,8). «Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le
nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del
vino dell’ira ardente del Dio onnipotente... E il rimanente fu ucciso con la
spada, che usciva dalla bocca di colui, che cavalcava il cavallo» (Ap
19,15.21).
Ciò è confermato da altre immagini come quella del pastore che separa le
pecore dai capri (Mt 25,32); ciò è spiegato così da Gesù stesso: avverrà al
suo ritorno in gloria (quindi a regnare; Ap 19-20), quando sederà sul trono
della sua gloria (ossia in Gerusalemme; vv. 31ss), e dirà agli uni di entrare
nel regno
(v. 34) e agli altri dirà di andare in perdizione (v. 41).
Quindi, alcune parole di Gesù in Mt 24 e Lc 17, quelle che si riferiscono al cosiddetto
«rapimento»,
possono essere una novità;
le altre, invece, che nello stesso capitolo si riferiscono all’avvento
in gloria, sono da mettere tutte in tale contesto delle predizioni profetiche
dell’AT; si noti, però, che tutte quelle parole furono espresse nello stretto
ambito d’Israele, a cui Gesù stava parlando.
■
Davide Forte: Va bene, i
fornai lavorano principalmente di notte! Anche quelli che lavorano nei campi?
{15-01-2014}
▬
Nicola Martella:
Ripeto che Lc 17,36 manca nei migliori manoscritti. In Mt 24,40s esistono solo
due categorie di persone e manca un riferimento temporale riguardo alle
persone, che lavorano nei campi, e alle donne che macinano. Inoltre, come ho già
ribadito altrove, al tempo della raccolta si lavorava notte e giorno per
guardare campi e vigne (cfr. Gb 27,18; Mt 21,33 torre, per guardare la vigna;
cfr. Lc 2,8 guardia del gregge) e per terminare i lavori. Al tempo della
raccolta, si dormiva presso i campi e vigne (cfr. Rt 3,7); e se c’era la
luna piena, non è impensabile che si facessero turni per lavorare, ad esempio
per trebbiare il grano con i buoi. Paolo stesso scrisse ai Tessalonicesi: «Con
fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno, per non esser
d'aggravio ad alcun di voi» (1 Ts 3,8; cfr. 2,9).
Quanto alle donne, che
macinano il grano, è scritto in generale della donna virtuosa: «La sua
lucerna non si spegne la notte» (Pr 31,18).
5. {Paola
Scarpa}
▲
■
Contributo:
Comunque, sarà da est a ovest; se è scritto, è perché dobbiamo saperlo.
L’informazione ha un suo perché. Sicuro è curioso il fatto che arriva
controsenso al moto rotatorio; si acquisisce una visuale ferma? Ho sempre
pensato che ogni occhio fosse ogni occhio mondiale, ma forse è solo Israele.
Però, quando dice ogni ginocchio si piegherà, sembra mondiale. Boh, via via che
la conoscenza aumenta e il tempo si avvicina, aggiungeremo dettagli, se ciò
torna utile alla nostra edificazione, alla nostra fede. {16-01-2014}
▬
Nicola Martella: Ciò che parte da est ed è
visibile a ovest, è il fulmine. Nel Medio Oriente a levante c’è il
deserto, a ponente c’è il mare; durante le tempeste i fulmini, che si scaricano
a est, fanno vedere il loro bagliore fino a ovest. Tutto ciò viene preso a
paragone per la rapidità con cui il Messia verrà (Mt 24,27).
Per il resto è meglio non mischiare i brani, altrimenti la macedonia di
versetti produrrà una melassa dottrinale! Qui trattiamo Lc 17,34s e Mt 24,40s
nel loro contesto, e solo questo.
Inoltre faccio notare che Apocalisse 1,7, da cui la lettrice ha tratto a
mente le sue osservazioni, conferma la seconda venuta di Cristo in gloria; esso
recita così: «Ecco, egli viene con le nuvole; e ogni occhio lo vedrà;
lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù del paese
faranno cordoglio per lui». È un errore tradurre qui «tutte le tribù della
terra», come fanno le nostre traduzioni, poiché in genere si parla delle nazioni
della terra. Qui, in rispetto al «parallelismo dei membri» ebraico (la seconda
parte riproduce la prima con altre parole), è più corretto tradurre: «tutte
le tribù del paese», ossia in Israele. Infatti, tale verso è ripreso da
Zaccaria 12,10ss, che recita: «Ed essi riguarderanno a me, a colui che
essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un
figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un
primogenito. In quel giorno vi sarà un gran lutto in Gerusalemme... E
il paese farà cordoglio…».. Si tratta chiaramente d’Israele nelle sue
differenti categorie sociali: tribù, schiatte, famiglie, ecc.
Il brano, in cui è
scritto che «ogni ginocchio si piegherà», si trova in Isaia 45,23 e viene
citato poi, a proposito del
tribunale di Dio in Rm 14,10ss;
quindi, non c’entra nulla con l’avvento del Messia.
6. {Pietro
Calenzo}
▲
■
Contributo:
Carissimo Nicola, avevo già letto l’articolo del fr. Davide Forte, e ho
apprezzato il suo intento di apologetica scritturale in merito alla
rotazione della terra e i conseguenti cicli di alternanza giorno-notte, nello
stesso momento storico, causa il movimento di rivoluzione. La questione posta è
molto interessante, la domanda è condivisa anche da altri scrittori evangelici o
cattolici, che ho letto. Personalmente sono più propenso per la tua esegesi
contestuale. In merito viceversa al passo di Giobbe, dove la Scrittura afferma
che la terra si regge sul nulla, trovo difficile di non parlare di una
esplicita rivelazione di Dio, che precedette e di molto la scoperte scientifiche
del 15° secolo. D’altro canto, le rivelazioni specifiche di Dio sono parte della
sua onnipotenza e onniscienza. Per rimanere in tema astro-fisico si ricorda
quando si disse al
sole di fermarsi, e il sole effettivamente si fermò nel suo movimento
dell’universo cosmico e macrocosmico. Recentemente è stato dimostrato che il
sole è anche in movimento, lento ma costante all’interno della sua galassia.
Shalom, Nicola, grazie dell’articolo esegeticamente molto ricco. {16-01-2014}
▬
Nicola Martella:
Come ho già ribadito, la questione non è se la terra sia per la Bibbia sferica o
se per essa ci siano i fusi orari. La questione è se in Lc 17,34s e in Mt
24,40s nei loro contesti Gesù affermò esplicitamente cose del genere. La
risposta esegetica è: no. Ogni asserzione dev’essere accompagnata da prove certe
ed evidenti, non da ragionamenti deduttivi, basati sul falso sillogismo.
■
Pietro Calenzo: Infatti,
concordo prettamente. {16-01-2014}
7. {Pierluigi
Prozzo}
▲
■
Contributo:
Scusa, Nicola, quanto chiedo non è direttamente pertinente al tema del post, ma
è comunque relativo a quel passo dei due che stanno nel letto. Mi ricordo di
aver letto da qualche parte che i «due che stanno nel letto» se si analizza il
greco è riferito a «due uomini», e mi chiedo, se è vero ciò, se si
tratti dello stesso letto. Tu che ne pensi? {18-01-2014}
▬
Nicola Martella:
In Lc 17,34 il testo recita in greco ésontai dýo epì klínēs miãs «due
saranno su un letto unico». Il termine greco dýo è un pl.
indistinto (m., f. e n.) qui nominativo (così anche nella LXX in Ec 4,11; cfr.
vv. 9-12). Si tratta di due persone in genere, senza altre distinzioni.
Inoltre, come ho mostrato nella traduzione, qui ricorre in greco klínē mía
«letto unico» (uno di numero). Quindi le fonti, a cui hai attinto, sono
malinformate.
Nota al
margine: che due uomini dormano nello stesso letto, è un problema per
noi, che viviamo in una società iper-sessualizzata, ma non lo era per gli
antichi. Altra cosa è «giacersi con un uomo», che significa avere
rapporti sessuali con lui. «Non giacerai con un uomo come si giace con una
donna: è cosa abominevole» (Lv 18,22 lett; così 20,13).
8. {Donatella
Nancy Festa}
▲
■
Contributo:
Io sono personalmente persuasa che non esiste limite di conoscenza per
nostro Signore Gesù, essendo Egli potenza e sapienza di Dio, secondo le
Scritture. In considerazione di questo punto di partenza intorno alle capacità
di Cristo, e inserendo molti dei brani citati in un contesto di profezia intorno
a eventi futuri, ne deduco che: pur esprimendosi Egli con terminologia
comprensibile ai suoi contemporanei,
aveva ben in mente ed era perfettamente cosciente dell’evoluzione degli
eventi, della morfologia del mondo, delle situazioni collettive e individuali, e
di tutto ciò che sarebbe conseguito ai suoi discorsi (predetti: persecuzione,
apostasia, mancanza di amore, omicidi, radunamento degli eletti, sconfitta di
Satana, Nuova Gerusalemme). Guardando alla totalità della Bibbia e alla
successione di regni e nazioni nel tempo, sono sempre più convinta che Dio
non solo conosce universo, terra e dinamiche del pianeta (umane e
geofisiche), ma che non ha limiti di nessun genere, tanto meno di comprensione e
gestione della geografia del mondo. {18-01-2014}
▬
Nicola Martella:
Il potenziale di Gesù
riguardo alla conoscenza del mondo, anche quando era in terra, non è qui in
discussione. Qui si tratta soltanto di interpretare secondo verità nel
contesto (letterale, storico, culturale) di Lc 17,23s e Mt 24,40s le parole in
esame, tenendo presente gli interlocutori immediati, a cui Gesù si rivolgeva.
Se si generalizza ogni cosa, non si sarà in grado di conoscere la singola
verità specifica.
9. {}
▲
10. {}
▲
11. {}
▲
12. { Autori
vari}
▲
■
Michele Savino: Condivido le
perplessità del fr. Nicola Martella. Spesso vogliamo dimostrare di essere capaci
di andare oltre «quello» che è scritto e ci abbandoniamo a ipotesi e
argomentazioni fantasiose, che non trovano alcun fondamento nella Parola del
Signore.
A mio giudizio non mi pare neppure un argomento così interessante da suscitare
sorpresa. È Gesù, invece, a sorprenderci con il suo messaggio, così incredibile
e rivoluzionario da lasciarci letteralmente a bocca aperta! {15-01-2014}
■
Marcello Favareto: Se Davide
Forte non sapesse che la terra è tonda, leggendo quei versetti, sarebbe forse
assalito da atroci dubbi sulla propria cosmogonia e abbandonerebbe il
geocentrismo? Perché nessuno se ne è accorto prima? {18-01-2014}
► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Fuso_orario_Avv.htm
16-01-2014; Aggiornamento: 24-01-2014
|