Un taglio netto alle convenzioni anti-bibliche e pseudo-bibliche, all'ignoranza e alle speculazioni — Ein klarer Schnitt zu den anti-biblischen und pseudo-biblischen Konventionen, zur Unwissenheit und den Spekulationen — A clean cut to the anti-biblical and pseudo-biblical conventions, to the ignorance and the speculations — Une coupe nette aux conventions anti-bibliques et pseudo-bibliques, à l'ignorance et aux spéculations — Un corte neto a las convenciones anti-bíblicas y pseudo-bíblicas, a la ignorancia y a las especulaciones

La fede che pensa — Accettare la sfida nel nostro tempo

«Glaube gegen den Strom»: Für das biblische Unterscheidungsvermögen — «Faith countercurrent»: For the biblical discernment — «Foi contre-courant»: Pour le discernement biblique — «Fe contracorriente»: Por el discernimiento bíblico

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La prima parte del «Panorama del NT» porta il titolo «Dall’avvento alla parusia», ossia dalla prima alla seconda venuta del Signor Gesù. Questo titolo evidenzia la tensione in cui erano posti i cristiani del primo secolo (e noi oggi). Essi guardavano indietro all’incarnazione, ai patimenti e alla risurrezione di Gesù quale Messia (primo avvento) e guardavano parimenti avanti alla manifestazione del Signore, del suo regno e della sua salvezza. Il termine «avvento» mette quindi in evidenza l’abbassamento del Messia , mentre «parusia» (gr. parousía «venuta, arrivo») evidenzia la manifestazione gloriosa del Signore alla fine dei tempi. Questo è altresì l’uso che si fa di questi due termini nella teologia.

   Ecco le sezioni dell'opera:
■ Aspetti introduttivi
■ Gesù di Nazaret
■ Gli Evangeli
■ Dall’ascensione alla fine dei tempi
■ Aspetti conclusivi

 

► Vedi al riguardo la Recensione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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PROIEZIONI NELLA BIBBIA: IL FUSO ORARIO. PARLIAMONE

 

 a cura di Nicola Martella

 

Qui di seguito discutiamo nell’articolo «Proiezioni nella Bibbia: Il fuso orario» le tesi di Davide Forte, secondo cui in Luca 17,34ss Gesù avrebbe rivelato gli attuali fusi orari e, che regolano il ritmo di luce e oscurità nel mondo, e addirittura «l’ora legale». Il tutto si basa sul fatto che attribuisce le attività, descritte in tale brano, a ora diverse della giornata. Su tale falso sillogismo si basa poi, quindi, tutta la sua argomentazione. Faccio notare che Lc 17,36 manca nei migliori manoscritti e che anche nel brano parallelo di Matteo 24,40s le attività descritte sono solo due e possono ben collocarsi allo stesso tempo, come vedremo nella discussione.

     Domande importanti da porsi sono le seguenti: A chi parlava Gesù? (Giudei o credenti della chiesa). Di chi parlava Gesù? (dei cristiani attuali o dei Giudei durante il «giorno del Signore). Dalle corrette risposte a tali domande dipende la giusta interpretazione del brano.

 

     Che cosa ne pensate? Quali sono al riguardo le vostre esperienze, idee e opinioni?

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I contributi sul tema 

(I contributi rispecchiano le opinioni personali degli autori.

I contributi attivi hanno uno sfondo bianco)

 

1. Gianni Siena

2. Adolfo Monnanni

3. Pasquale Aiello

4. Davide Forte

5. Paola Scarpa

6. Pietro Calenzo

7. Pierluigi Prozzo

8. Donatella N. Festa

9.

10.

11.

12. Autori vari

 

Clicca sul lemma desiderato per raggiungere la rubrica sottostante

 

 

1. {Gianni Siena}

 

Gesù conosceva quella cosa, che noi chiamiamo «fuso orario», che su una stessa circonferenza di latitudine / longitudine (parallelo) l’orario possa essere differente, tenuto conto della distanza da un dato punto della stessa? Non esiste una chiara affermazione biblica e i passi citati, alla luce della meditata esegesi di Nicola, lasciano qualche dubbio. Però la conoscenza della geografia globale era più avanzata di quanto oggi si possa immaginare.

     Claudio Tolomeo, curatore della biblioteca alessandrina, astronomo e scienziato, nel 2° secolo d.C., ci ha lasciato qualche mappa delle conoscenze della terra del suo periodo. Tolomeo era un «topo di biblioteca», le sue conoscenze le aveva imparate sui manoscritti della biblioteca, a lui si deve la trasmissione all’occidente del concetto che la terra fosse un solo «disco» asciutto circondato dal mare: dalle Canarie al mar della Cina. 180° di arco. Da questa concezione Colombo pensava di arrivare in Giappone, navigando in direzione ovest. La lunga discussione, che, ebbe con i geografi di corte in Spagna, verteva non già sulla rotondità del pianeta ma sulla sua circonferenza effettiva: essi affermavano che la circonferenza esatta era quella misurata da Eratostene. Mentre Colombo pensava fosse minore. Colombo, ora lo sappiamo, pensava che l’arco insulare dei Caraibi fosse il Giappone e, sbarcato ad Haiti / San Salvador (Hispaniola), affermava questo (posso documentare quest’affermazione). Ora, se noi assumiamo che per gli Ebrei del periodo di Gesù (il secolo prima di Tolomeo: le cognizioni geografiche erano le stesse) i limiti del Vecchio Mondo (Eurasia e Africa) fossero quella cosa, che chiamavano «estremità della terra», è chiaro che le «estremità del cielo» erano gli antipodi o il punto più distante da Gerusalemme.

     Le estremità del cielo appaiono, nel Deuteronomio e in Isaia, come luoghi abitati. Ne consegue che Gesù, parlando ai suoi discepoli, citando questi luoghi (entrambe le «estremità»; Marco 13,27), parlava di una geografia globalmente conosciuta ai suoi tempi.

     Da qui a concludere che Gesù e i suoi discepoli conoscessero la realtà del fuso orario, la differenza di orario su una stessa circonferenza, tenendo conto del cammino apparente del sole intorno alla terra, la conclusione non mi sembra infondata. Di recente è stato riaffermata la nozione che nei duemila anni trascorsi i credenti conoscessero la sfericità terrestre: io possiedo dell’ottimo materiale, che lo attesta. Fu uno studioso evoluzionista del passato a mescolare fatti e fantasia su questo argomento: l’invenzione della terra circolare piatta, mentre la realtà era molto diversa. Il «fuso orario», anche senza spostarsi dal Medio Oriente, è una possibile cognizione indotta da un ragionamento geografico, geometrico e matematico. Gesù conosceva il fuso orario (il concetto d’esso), ma non mi sento di forzare il senso dei testi evangelici come qualcuno fa, purtroppo. {14-01-2014}

 

 

2. {Adolfo Monnanni}

 

Contributo: Sicuramente [Davide Forte, N.d.R.] troverà chi gli darà ragione; è un impegno capire le Scritture e, se poi vi aggiungiamo fantasie personali, chi riesce poi a seguire la Parola? {14-01-2014}

 

Antonio Capasso: Credo che il fratello Davide volesse alludere alle diverse attività, riguardanti coloro che vengono citati nei Vangeli al momento del rapimento. «Due in un letto, due ai campi e due alla macina», sono occupazioni che si svolgono in diversi momenti della giornata. Ai campi si andava di prima mattina, alla macina durante il giorno o pomeriggio e a letto si andava di sera. Se quando Gesù ritorna, il rapimento avviene nello stesso istante per tutte le tre occupazioni prese in esempio da Gesù (occupazioni che si svolgono tutte e tre in orari differenti), ciò si spiega solo col diverso orario del globo terreste. {14-01-2014}

 

Adolfo Monnanni: Credo che avventurarsi così in spiegazioni elaborate e fantastiche, sia controproducente per la verità: sono illustrazioni di avvenimenti futuri, non penso che sia una definizione specifica di tempo orario. Dovunque e in qualunque momento e per chiunque sarà operata questa scelta in base alle scelte individuali, fatte nel percorso della vita. {15-01-2014}

 

Nicola Martella: Ciò, che fa difetto, è qui l’apriorismo, secondo cui si tratterebbe di tre attività svolte in differenti momenti delle 24 ore. Faccio già notare che Lc 17,36 non esiste nei migliori manoscritti; ciò circoscriverebbe a due le attività. Infatti, anche nella cosiddetta «apocalisse di Gesù» (Mt 24) le attività sono solo due: chi dorme e chi macina (vv. 40s). Chi ha lavorato di giorno, dorme; chi macina, lo fa di notte, per approntare la farina per il pane utile la mattina dopo. Nulla di particolare nell’antichità e oggigiorno. Per il ristretto contesto giudaico (e non quello supposto mondiale), si veda la menzione di Gesù della Giudea e dei suoi monti e del sabato (Mt 24,16.20). Gesù non volle parlare di geofisica, ma del fatto che nello stesso contesto alcuni saranno presi e altri lasciati e che, perciò, bisogna vegliare (vv. 42ss).

     Inoltre, quantunque i termini «presi» e «lasciati» possano riferirsi al cosiddetto «rapimento della chiesa» (dottrina rivelata maggiormente in seguito a Paolo), qui non bisogna dimenticare i destinatari concreti del discorso, visto che Gesù parlava qui ai suoi specifici seguaci in Israele.

 

 

3. {Pasquale Aiello}

 

Contributo: Credo che Luca 17,34 va letto insieme al v 35; lì Gesù stava dicendo quello, che la scienza ha confermato circa 1600 anni dopo, ossia che la terra è sferica. Mentre da un lato della terra si dorme, dall’altro si lavora; da un lato è giorno e dall’altro notte. {14-01-2014}

 

Nicola Martella: Che per la Bibbia la terra non sia piatta, è vero. Tuttavia, in tali versi non c’è nulla di una terra sferica. Gesù parlava a Ebrei in Giudea, quindi all’interno di un ambiente circoscritto e non stava dando qui lezioni di fisica planetaria. Quindi, tutte le coppie di persone menzionate si trovano in tale ambiente. Che due persone (p.es. coniugi) dormano nello stesso letto di notte, mentre due donne macinano insieme ciò, che necessitano il giorno dopo per la famiglia o perché fanno le fornaie, non è nulla di particolare nell’antichità né oggigiorno. Chi lavora nei campi si alza presto, chi lavora alla macina si attarda di notte per il pane, che dev’essere pronto per la mattina. Faccio presente che il v. 36 manca nei manoscritti migliori; ma anch’esso non farebbe differenza. Infatti, d’estate o con la luna piena alcuni preferiscono lavorare di notte; oppure in tempi di raccolta devono lavorare giorno e notte, sia per fare la guardia al raccolto, sia per finire il lavoro. Inoltre, gli animali bisognava guardarli di notte (Lc 2,8; cfr. Gn 31,39s). Come si vede, si può spiegare tutto senza scomodare qui la geofisica, di cui non v’è traccia almeno in questi testi.

 

Pasquale Aiello: Comunque sarebbe strano che il ritorno di Cristo riguarderebbe soltanto gli abitanti della Giudea. {14-01-2014}

 

Nicola Martella: A parte il fatto che il ritorno glorioso del Signore per regnare avverrà a Gerusalemme (Zc 14,4), Gesù da Giudeo parlava, in quel momento, a Giudei. Se avesse inteso parlare di fusi orari, si sarebbe espresso diversamente. Alle sue parole descrittive, in cui due persone insieme compiono la stessa azione, nessuno si è meravigliato o ha pensato altro che a scene usuali, che essi vivevano. Per parlare di certi argomenti geofisici ci vogliono prove esegetiche chiare ed evidenti.

     In un brano parallelo, nella cosiddetta «apocalisse di Gesù» (Mt 24), la giudaicità del contesto è molto più evidente. Qui Egli disse: «Allora quelli, che saranno nella Giudea, fuggano ai monti» (v. 16). E disse anche: «Pregate che la vostra fuga non avvenga... di sabato» (v. 20); ciò mostra il contesto giudaico dei discorsi apocalittici di Gesù. In tale contesto si leggono anche i versi di Lc 17,13,35s: «Allora due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata» (Mt 24,40s). Si noti che qui non si parla di orario. Poi segue l’appello a vegliare, non sapendo il tempo e l’ora del suo ritorno (vv. 42ss).

     Ciò mostra il pericolo di decontestualizzare specifici brani della Bibbia, per usarli in altro contesto e per altri scopi, snaturandoli e riempiendoli di altri significati, come ad esempio quale argomento geofisico, per avvallare la sfericità della terra. Al riguardo bisogna usare brani specifici, in cui la Bibbia fa asserzioni chiare ed evidenti su tale tema. Usare metodi speculativi, per avvallare le proprie idee, danneggia la verità e discredita chi usa arbitrio interpretativo.

 

Pasquale Aiello: Posso capire che si può essere antipentecostali, ma sindacare sul ritorno di Cristo mi pare altamente fazioso.

     Poi perché per certi argomenti si fa riferimento all’antico patto come per esempio la storia sui tatuaggi, e si sorvola che Dio parlava ai soli Ebrei?

     Ora, come afferma Martella Nicola, Gesù non faceva riferimento al fuso orario, ma parlava ai soli Giudei. Vuoi vedere che, quando Gesù ha fatto riferimento a Noè, non pensava al diluvio universale, ma a una mareggiata del lago di Galilea?

     Il vero punto è che anche se una mente è molto aperta, rimane carnale, se non è guidata dallo Spirito. Giacomo 3,15-17. {17-01-2014}

 

Nicola Martella: Che c’entra qui essere antipentecostali (io non lo sono, lo sei tu?). Vedo molta animosità in te, quando parli anche di «altamente fazioso», «mente... rimane carnale»; non è certo un titolo di onore. Se leggi i miei articoli sui tatuaggi, da te menzionati, ti accorgerai che lì si parla di riti per i morti, una pratica allora in vigore in Oriente (e oggi in alcune parti del mondo). [ Il tatuaggio: fregio o peggio?] Quindi, sei ingiusto e malinformato. È sempre il contesto, che regna!

     Il tuo «riferimento a Noè» è solo ridicolo e non c’entra proprio nulla. Basta leggere il contesto del diluvio, per vedere che si trattava della morte di ogni carne sulla terra (Gn 6,17). E così l’intese anche Gesù, quando ne parlò: «Venne il diluvio, che portò via tutti quanti» (Mt 24,39; Lc 17,27 «li fece tutti perire»; 2 Pt 2,5 «fece venire il diluvio sul mondo degli empi»).

     Faresti bene a controllare lo stato del tuo cuore, oltre i tuoi argomenti poco probanti e fuori tema. Infatti, non ti fai onore con uscite del genere. Tutto hai fatto, tranne che argomentare nel merito. Non hai aggiunto nulla di nuovo, ma solo uno sfogo della carne.

 

 

4. {Davide Forte}

 

Contributo: Se per te i miei riferimenti biblici sono sembrate delle pezze d’appoggio poco plausibili e molto fantasiose... una cosa è certa che, quando Gesù ritornerà in un solo istante, non tutti si troveranno in un letto. Ci sarà chi sarà sorpreso di giorno in un letto, e chi a lavoro, proprio a motivo del fuso orario. Quindi, chi sarà sorpreso di giorno, chi di pomeriggio e chi di notte! {15-01-2014}

 

Andrea Fornasa: Non capisco perché si parla di fusi orari e di ora legale. Gesù verrà in un solo momento. Da una parte del mondo sarà notte, dall’altra parte del mondo sarà giorno, semplice, questo l’ho sempre saputo. {15-01-2014}

 

Davide Forte: Io feci questa nota, perché una sorella, parlando del ritorno di Gesù, sosteneva che Egli sarebbe venuto improvvisamente, inaspettatamente, come un ladro di notte. Tale sorella, collegando ciò pure alla parabola delle 10 vergini, in cui lo sposo venne in notte inoltrata, credeva veramente che Gesù verrebbe di notte. Quindi, con questo scritto sul fuso orario ho fatto capire alla sorella che non tutti si troveranno a dormire di notte. {15-01-2014}

 

Andrea Fornasa: Se verrà di notte, tutta l’altra parte del mondo, in cui sarà giorno, non sarà salvata allora. La notte spiritualmente rappresenta gli ultimi tempi; i tempi bui della tribolazione saranno come... un ladro di notte. {15-01-2014}

 

Davide Forte: Infatti, la mezzanotte è figura del periodo più buio, più difficoltoso della vita. {15-01-2014}

 

Nicola Martella: Non entro nel merito sulle valutazioni spiritualistiche della notte o di mezzanotte, né mi addentro qui nella designazione singolare del periodo della tribolazione come ladro di notte (non era così l’avvento del Messia?); ciò ci porterebbe troppo lontano.

     Giorno, pomeriggio e notte sono fasi, che hai aggiunto solo tu, Davide Forte. Il testo non parla di ciò, ma solo nel primo caso afferma che due dormono di notte; il resto è proiezione della tua fantasia. Lc 17,36 manca nei migliori manoscritti, e in Mt 24 ci sono solo due elementi senza affermazioni temporali. In Lc 17,34s le scene sono solo due: due dormono di notte (avranno lavorato di giorno) e due donne macinano il grano per il pane per la famiglia o per il commercio (non è un mistero che fornai e panettieri lavorino di notte). È bene non ricamare «oltre quel che è scritto» (1 Cor 4,6).

     Nel suo discorso Gesù non parlò di due (o tre; Lc 17,36 manca nei migliori manoscritti) periodi differenti della giornata, come si presentano contemporaneamente sul globo, ma parlò di persone, che svolgevano attività diverse allo stesso tempo e nello stesso ambiente. Non parlò di fusi orari né della situazione mondiale, ma del suo ritorno per regnare in Gerusalemme, la capitale del regno messianico. Nel brano parallelo di Mt 24, come ho già accennato sopra, Gesù parlò della Giudea (e dei suoi monti, verso cui scappare subito) e del fatto di pregare che la fuga non avvenga di sabato (i Giudei non potevano fare più di un miglio). Quindi, il contesto era tutto giudaico. Inoltre, in questi brani (Mt 24; Lc 17), ammesso che Gesù parlasse del cosiddetto «rapimento», non parlò specificamente di quello «della chiesa», almeno per due motivi: 1. la chiesa non esisteva ancora e i suoi segaci giudaici non la conoscevano ancora; 2. la dottrina del «rapimento», qui abbozzata, fu rivelata specialmente in seguito, e cioè a Paolo (1 Ts 4,17), il quale la concretizzò per tutti i credenti morti (risorgeranno) e viventi (saranno mutati allistante). In tale brano Gesù si limitò a parlare in funzione dei suoi contemporanei, suoi seguaci; ossia, non mise «troppa carne a cuocere».

     I profeti annunciarono che il Messia, al suo avvento, avrebbe distrutto in Israele tutti gli empi e lasciato solo i giusti, che sarebbero entrati nel regno. Quindi, la locuzione «l’uno sarà preso e l’altro lasciato» (Mt 24,40s) può ben riferirsi al cosiddetto «rapimento» (i giusti presi e gli empi lasciati al giudizio); questa sarebbe certamente una novità rispetto allescatologia dell'AT.  Infatti, i profeti avrebbero significato: «L’uno sarà annientato e l’altro lasciato vivere», quando il Messia-Re fosse giunto a regnare. In tal senso, il cosiddetto «rapimento» sarebbe una novità, introdotta da Gesù, rispetto alla classica escatologia veterotestamentaria. Infatti, nell'AT Dio parlò spesso del fatto che avrebbe lasciato un residuo d’Israele in vita: «Nondimeno, io vi lascerò un residuo» (Ez 6,8; cfr. Esd 9,14; Is 1,9). In effetti, al suo ritorno glorioso, il Signore Gesù distruggerà i suoi avversari col soffio della sua bocca. «Colpirà il paese con la verga della sua bocca, e col soffio delle sue labbra farà morire l’empio» (Is 11,4). «E allora sarà manifestato l’empio, che il Signor Gesù distruggerà col soffio della sua bocca, e annienterà con l’apparizione della sua venuta» (2 Ts 2,8). «Dalla bocca gli usciva una spada affilata per colpire le nazioni; ed egli le governerà con una verga di ferro, e pigerà il tino del vino dell’ira ardente del Dio onnipotente... E il rimanente fu ucciso con la spada, che usciva dalla bocca di colui, che cavalcava il cavallo» (Ap 19,15.21).

     Ciò è confermato da altre immagini come quella del pastore che separa le pecore dai capri (Mt 25,32); ciò è spiegato così da Gesù stesso: avverrà al suo ritorno in gloria (quindi a regnare; Ap 19-20), quando sederà sul trono della sua gloria (ossia in Gerusalemme; vv. 31ss), e dirà agli uni di entrare nel regno (v. 34) e agli altri dirà di andare in perdizione (v. 41).

     Quindi, alcune parole di Gesù in Mt 24 e Lc 17, quelle che si riferiscono al cosiddetto «rapimento», possono essere una novità; le altre, invece, che nello stesso capitolo si riferiscono allavvento in gloria, sono da mettere tutte in tale contesto delle predizioni profetiche dell’AT; si noti, però, che tutte quelle parole furono espresse nello stretto ambito d’Israele, a cui Gesù stava parlando.

 

Davide Forte: Va bene, i fornai lavorano principalmente di notte! Anche quelli che lavorano nei campi? {15-01-2014}

 

Nicola Martella: Ripeto che Lc 17,36 manca nei migliori manoscritti. In Mt 24,40s esistono solo due categorie di persone e manca un riferimento temporale riguardo alle persone, che lavorano nei campi, e alle donne che macinano. Inoltre, come ho già ribadito altrove, al tempo della raccolta si lavorava notte e giorno per guardare campi e vigne (cfr. Gb 27,18; Mt 21,33 torre, per guardare la vigna; cfr. Lc 2,8 guardia del gregge) e per terminare i lavori. Al tempo della raccolta, si dormiva presso i campi e vigne (cfr. Rt 3,7); e se c’era la luna piena, non è impensabile che si facessero turni per lavorare, ad esempio per trebbiare il grano con i buoi. Paolo stesso scrisse ai Tessalonicesi: «Con fatica e con pena abbiamo lavorato notte e giorno, per non esser d'aggravio ad alcun di voi» (1 Ts 3,8; cfr. 2,9).

     Quanto alle donne, che macinano il grano, è scritto in generale della donna virtuosa: «La sua lucerna non si spegne la notte» (Pr 31,18).

 

 

5. {Paola Scarpa}

 

Contributo: Comunque, sarà da est a ovest; se è scritto, è perché dobbiamo saperlo. L’informazione ha un suo perché. Sicuro è curioso il fatto che arriva controsenso al moto rotatorio; si acquisisce una visuale ferma? Ho sempre pensato che ogni occhio fosse ogni occhio mondiale, ma forse è solo Israele. Però, quando dice ogni ginocchio si piegherà, sembra mondiale. Boh, via via che la conoscenza aumenta e il tempo si avvicina, aggiungeremo dettagli, se ciò torna utile alla nostra edificazione, alla nostra fede. {16-01-2014}

 

Nicola Martella: Ciò che parte da est ed è visibile a ovest, è il fulmine. Nel Medio Oriente a levante c’è il deserto, a ponente c’è il mare; durante le tempeste i fulmini, che si scaricano a est, fanno vedere il loro bagliore fino a ovest. Tutto ciò viene preso a paragone per la rapidità con cui il Messia verrà (Mt 24,27).

     Per il resto è meglio non mischiare i brani, altrimenti la macedonia di versetti produrrà una melassa dottrinale! Qui trattiamo Lc 17,34s e Mt 24,40s nel loro contesto, e solo questo.

     Inoltre faccio notare che Apocalisse 1,7, da cui la lettrice ha tratto a mente le sue osservazioni, conferma la seconda venuta di Cristo in gloria; esso recita così: «Ecco, egli viene con le nuvole; e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù del paese faranno cordoglio per lui». È un errore tradurre qui «tutte le tribù della terra», come fanno le nostre traduzioni, poiché in genere si parla delle nazioni della terra. Qui, in rispetto al «parallelismo dei membri» ebraico (la seconda parte riproduce la prima con altre parole), è più corretto tradurre: «tutte le tribù del paese», ossia in Israele. Infatti, tale verso è ripreso da Zaccaria 12,10ss, che recita: «Ed essi riguarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito. In quel giorno vi sarà un gran lutto in Gerusalemme... E il paese farà cordoglio…».. Si tratta chiaramente d’Israele nelle sue differenti categorie sociali: tribù, schiatte, famiglie, ecc.

     Il brano, in cui è scritto che «ogni ginocchio si piegherà», si trova in Isaia 45,23 e viene citato poi, a proposito del tribunale di Dio in Rm 14,10ss; quindi, non c’entra nulla con l’avvento del Messia.

 

 

6. {Pietro Calenzo}

 

Contributo: Carissimo Nicola, avevo già letto l’articolo del fr. Davide Forte, e ho apprezzato il suo intento di apologetica scritturale in merito alla rotazione della terra e i conseguenti cicli di alternanza giorno-notte, nello stesso momento storico, causa il movimento di rivoluzione. La questione posta è molto interessante, la domanda è condivisa anche da altri scrittori evangelici o cattolici, che ho letto. Personalmente sono più propenso per la tua esegesi contestuale. In merito viceversa al passo di Giobbe, dove la Scrittura afferma che la terra si regge sul nulla, trovo difficile di non parlare di una esplicita rivelazione di Dio, che precedette e di molto la scoperte scientifiche del 15° secolo. D’altro canto, le rivelazioni specifiche di Dio sono parte della sua onnipotenza e onniscienza. Per rimanere in tema astro-fisico si ricorda quando si disse al sole di fermarsi, e il sole effettivamente si fermò nel suo movimento dell’universo cosmico e macrocosmico. Recentemente è stato dimostrato che il sole è anche in movimento, lento ma costante all’interno della sua galassia. Shalom, Nicola, grazie dell’articolo esegeticamente molto ricco. {16-01-2014}

 

Nicola Martella: Come ho già ribadito, la questione non è se la terra sia per la Bibbia sferica o se per essa ci siano i fusi orari. La questione è se in Lc 17,34s e in Mt 24,40s nei loro contesti Gesù affermò esplicitamente cose del genere. La risposta esegetica è: no. Ogni asserzione dev’essere accompagnata da prove certe ed evidenti, non da ragionamenti deduttivi, basati sul falso sillogismo.

 

Pietro Calenzo: Infatti, concordo prettamente. {16-01-2014}

 

 

7. {Pierluigi Prozzo}

 

Contributo: Scusa, Nicola, quanto chiedo non è direttamente pertinente al tema del post, ma è comunque relativo a quel passo dei due che stanno nel letto. Mi ricordo di aver letto da qualche parte che i «due che stanno nel letto» se si analizza il greco è riferito a «due uomini», e mi chiedo, se è vero ciò, se si tratti dello stesso letto. Tu che ne pensi? {18-01-2014}

 

Nicola Martella: In Lc 17,34 il testo recita in greco ésontai dýo epì klínēs miãs «due saranno su un letto unico». Il termine greco dýo è un pl. indistinto (m., f. e n.) qui nominativo (così anche nella LXX in Ec 4,11; cfr. vv. 9-12). Si tratta di due persone in genere, senza altre distinzioni. Inoltre, come ho mostrato nella traduzione, qui ricorre in greco klínē mía «letto unico» (uno di numero). Quindi le fonti, a cui hai attinto, sono malinformate.

     Nota al margine: che due uomini dormano nello stesso letto, è un problema per noi, che viviamo in una società iper-sessualizzata, ma non lo era per gli antichi. Altra cosa è «giacersi con un uomo», che significa avere rapporti sessuali con lui. «Non giacerai con un uomo come si giace con una donna: è cosa abominevole» (Lv 18,22 lett; così 20,13).

 

 

8. {Donatella Nancy Festa}

 

Contributo: Io sono personalmente persuasa che non esiste limite di conoscenza per nostro Signore Gesù, essendo Egli potenza e sapienza di Dio, secondo le Scritture. In considerazione di questo punto di partenza intorno alle capacità di Cristo, e inserendo molti dei brani citati in un contesto di profezia intorno a eventi futuri, ne deduco che: pur esprimendosi Egli con terminologia comprensibile ai suoi contemporanei, aveva ben in mente ed era perfettamente cosciente dell’evoluzione degli eventi, della morfologia del mondo, delle situazioni collettive e individuali, e di tutto ciò che sarebbe conseguito ai suoi discorsi (predetti: persecuzione, apostasia, mancanza di amore, omicidi, radunamento degli eletti, sconfitta di Satana, Nuova Gerusalemme). Guardando alla totalità della Bibbia e alla successione di regni e nazioni nel tempo, sono sempre più convinta che Dio non solo conosce universo, terra e dinamiche del pianeta (umane e geofisiche), ma che non ha limiti di nessun genere, tanto meno di comprensione e gestione della geografia del mondo. {18-01-2014}

 

Nicola Martella: Il potenziale di Gesù riguardo alla conoscenza del mondo, anche quando era in terra, non è qui in discussione. Qui si tratta soltanto di interpretare secondo verità nel contesto (letterale, storico, culturale) di Lc 17,23s e Mt 24,40s le parole in esame, tenendo presente gli interlocutori immediati, a cui Gesù si rivolgeva. Se si generalizza ogni cosa, non si sarà in grado di conoscere la singola verità specifica.

 

 

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12. {Autori vari}

 

Michele Savino: Condivido le perplessità del fr. Nicola Martella. Spesso vogliamo dimostrare di essere capaci di andare oltre «quello» che è scritto e ci abbandoniamo a ipotesi e argomentazioni fantasiose, che non trovano alcun fondamento nella Parola del Signore.

     A mio giudizio non mi pare neppure un argomento così interessante da suscitare sorpresa. È Gesù, invece, a sorprenderci con il suo messaggio, così incredibile e rivoluzionario da lasciarci letteralmente a bocca aperta! {15-01-2014}

 

Marcello Favareto: Se Davide Forte non sapesse che la terra è tonda, leggendo quei versetti, sarebbe forse assalito da atroci dubbi sulla propria cosmogonia e abbandonerebbe il geocentrismo? Perché nessuno se ne è accorto prima? {18-01-2014}

 

► URL: http://puntoacroce.altervista.org/_BB/T1-Fuso_orario_Avv.htm

16-01-2014; Aggiornamento: 24-01-2014

 

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